pagina 2 "Emozioni Indios: sogni e realtà del centroamerica"
di RAFFAELLA Gambaro
dopo di che abbiamo passato gli altri tre giorni a prendere una lancia dopo l'altra per gli altri paesini che si affacciano sul lago (pazzesco Santiago de Atitlan, dove la cosa più pazzesca è un feticcio-chiamato MAXIMON- che i locali adorano come un dio a e che viene ospitato da un anno all'altro da una famiglia diversa dve i compaesani fanno la file per portare offerte di alcolici e sigari....e meno male che sono tutti stracattolici. boh??!!!), a prendere il sole e a chiaccherare con altri ragazzi viaggiatori (qui abbiamo conosciuto il famoso ragazzo francese che "poverino" aveva finito il suo giro del mondo e che ci ha dato suggerimenti per il viaggio in bolivia, jil) che abbiamo conosciuto: solo pace e riposo. ah, mi dimenticavo un altra caratteristica: a San Pedro de Atitlan ci sono le più grandi piantagioni di marjuana della zona ed infatti c'è un odore inconfondibile (così mi hanno detto, ma io credo di essere l'unica italiana rimasta a non aver mai fumato una canna in ventinove anni di vita, per cui a me sembrava puzza....).
dopo il nostro "svernamento" al lago siamo andati a Chichicastenango, a vedere il suo famoso mercato ed i suoi colori,
la sua chiesa assurda ed i suoi riti. lì io e Mauro ci siamo allontanati parecchio dal centro e in un boschetto abbiamo visto un rito di guarigione. all'inizio non capivamo perchè non ci fosse neanche uno straccio di turista, ma quando uno sciamano albino(che abbiamo scoperto dopo fosse tale, quando un tal Julio, cittadino di "chichi", ce lo ha detto e ci ha anche detto se avevamo sale in testa o solo farina di mais) ci ha rincorso con un macete, abbiamo capito perchè. era davvero un rito e non certo un attrazione per turisti. solo che c'erano due galline sgozzate ed un ragazzo mezzo moribondo sdraiato per terra...tu cosa avresti pensato???
la nostra ultima tappa è stata Antigua (non abbiamo potuto andare a Copan, ma sarà per un'altra volta...): anche qui abbiamo passato giorni bellissimi fra hiking al vulcano Pacaia, passeggiate nelle sue stradine, foto ai suoi colori e serate a bere limonate e cerveza (altra mia caratteristica: non bevo alcolici, a parte birra) e a ballare il merengue.
siamo poi andati a guatemala city e di ritorno in italia: sigh,sigh.
al contrario di quello che ho provato per il Chiapas, il Guatemala me lo porterò nel cuore con un'infinita tenerezza ed amore: ho amato la sua gente, che nonostante avesse molta più fame e miseria dei messicani (non so se anche tu hai notato le guardia armate di fucile davanti ai panifici), non negava mai un sorriso e una stretta di mano, che era fiera di essere guatemalteca e di mostrare allo straniero i suoi tesori e la sua fierezza. ho amato le sue città, la sua natura stupenda, il verde delle sue foreste, i suoi pick up, le sue tortillas ed suoi fagioli, i suoi fiori nelle chiese ed i suoi cristi appesi ovunque (non è che fanno tutti parte di qualche gruppo hard core??? deviazione musicale...un giorno te la spiego). ho amato tutto quello che ho visto e vissuto e sarà uno di quei viaggi che difficilmente si sbiadiranno nel mio cuore.
ciao
raffy.