Los Roques
Racconto di viaggio 1998
di Rino
Non
è facile descrivere quel mare e quelle isole. proverò a raccontare le
sensazioni e le esperienze che vi abbiamo vissuto. Soprattutto voglio comunicare
come le si possono vivere in immersione completa nella loro natura, giocando a
fare i "Robinson Rrusoe", lasciandosi prendere solo dalla natura, dal
mare.
Probabilmente qualsiasi altro luogo marino che avrò la fortuna di frequentare in futuro non riuscirà a sopraffare per intensità e bellezza e completezza quello che ci hanno dato queste isole.
Le Los Roques sono una manciata di affioramenti corallini nell'arcipelago
Caraibico, si trovano al largo della costa venezuelana. abbastanza recentemente
sono diventate parco marino e per questo motivo vi è vietata la pesca
professionistica. Le isole non sono abitate o poco abitate e l'unico svantaggio
è la mancanza di acqua dolce; carenza ormai ridotta al minimo in quanto l'acqua
vi arriva direttamente dal continente anche se è tuttora razionata.
In
una radiosa giornata di sole arrivammo a Grand Roque, che è l'isola sicuramente
più ampia dove si atterra dopo un volo di quaranta minuti da Caracas e dove i
visitatori abitualmente prendono dimora. Non è un'isola grande ma la ricettività
è buona. l'aspetto simpatico del piccolo pueblo con le case dai colori pastello
dominato dalla vecchia torre di avvistamento olandese è soltanto il punto di
partenza di una vacanza davvero indimenticabile.
Sostammo in una coloratissima posada, vecchia casa di pescatori ristrutturata.
Vi arrivammo al tramonto inoltrato, poco fu il tempo per familiarizzare con il
mare, qui la notte è veramente buia, e ci accontentammo di un breve giro nel
pueblo rimandando alla mattina la conoscenza del mare.
Il
piccolo porticciolo di Grand Roque la mattina presto brulicava di turisti che
con impazienza aspettavano di essere trasportati sulle isolette circostanti. noi
scegliemmo Cayo de Agua a circa una ora dalla isola più grande. dopo essere
stati scortati da almeno una cinquantina di delfini finalmente sbarcammo su una
spiaggia bianchissima, il cielo si fondeva con il mare in un acquerello blu .
Il profumo del mare ci avvolgeva completamente.
Con piacere immenso dopo un'attenta perlustrazione ci accorgemmo di essere i
soli visitatori di quello splendido atollo. Il solo camminare ai bordi del
bagnasciuga si rilevava un'esperienza piacevolmente indimenticabile. L'unico
movimento o tramestio era dato dai versi dei pellicani e dai loro tonfi
nell'acqua quando si tuffavano alla ricerca di cibo.
Fare
lunghe camminate sulla sabbia lungo la riva era, più che un richiamo, una
necessità fisica. Cercavamo di vivere interiormente le sensazioni che
ricevevamo, si cercava di fissare nella mente quelle visioni e quei luoghi come
se volessimo portarne via piccole fette con noi. E fu tutti i giorni così, ogni
giorno un'isola diversa e ogni giorno sensazioni diverse. Madrizqui,
Francisquises, Dos Mosquises, Norosqui in compagnia del fedelissimo perro Rocky,
e del vuelo libro degli uccelli.
Grazie, Los Roques.