Diario di viaggio 26/06-10/08 2005
di Arianna
Questo stupendo viaggio ha inizio il 26 luglio 2005,giorno della nostra partenza per la Turchia.Quasi una meta di "ripiego",si rivelerà un magnifica terra dove i panorami stupendi ripagano di ogni cosa,dove la semplicità e la cortesia della gente vi lasceranno senza parole,dove tutto è così magnifico ed unico del suo genere da non ritenere possibile che un'unica terra abbia così tante possibilità da offrirvi,così tanti modi diversi di farvi sentire vivi..... questo è Turchia.....
26-07-2005 Milano - Istanbul - Kayseri - Göreme
27-07-2005 Göreme
28-07-2005 Göreme, valle di Ihlara
29-07-2005 Göreme - Mersin - Kızkalesi
30-07-2005 Antalya
31-07-2005 Antalya
01-08-2005 Kaş
02-08-2005 Kaş, Kekova, Üçağız, Kale-Simena
03-08-2005 Kaş, Meis (Kastelorizo)
04-08-2005 Denizli - Pamukkale
05-08-2005 Denizli - Aydin - Selçuk
06-08-2005 Efeso - Marmaris - Datça
07-08-2005 Datça
08-08-2005 Datça
09-08-2005 Istanbul
10-08-2005 Istanbul - Milano
Cambio ( agosto 2005 ) 1 euro = 1,57 nuove lire turche ( YLT )
Spostamenti in autobus. I trasporti in autobus sono eccellenti sia per qualità dei mezzi che per orari, prezzi, pulizia ecc.
Martedì
26/07/05
Oggi
è il giorno di partenza per la Turchia che finalmente, dopo
essere stato tanto atteso, è arrivato.Partiamo da Milano Malpensa alle
11 di mattina con un volo della Turkish Airlines, che si rivelerà un'ottima
scelta, diretto verso Istanbul.Il viaggio dura circa tre ore ,dopo le quali si
intravede in lontananza questa meravigliosa città....Dico meravigliosa perchè
si trova "a cavallo" sul Bosforo e già da un semplice sguardo
dall'alto si possono scorgere una serie di minareti e di cupole che le assegnano
un tocco magico ed unico al mondo.Peccato che oggi,Istanbul sia per noi solo una
semplice città di transito;il nostro viaggio infatti proseguirà verso Kayseri
cittadina della Cappadocia.Sorvoliamo lo stretto
dei Dardanelli,teatro di così numerose guerre e conflitti fra flotte
avversarie, che nessun libro e narratore riusciranno mai a raccontarne la
grandezza.
Atterriamo
dopo pochi minuti e appena giunti in aeroporto sbrighiamo ovviamente la solita
pratica del controllo passaporti.Dopo una lunga coda giunge finalmente il nostro
turno ma,giunti allo sportello, un "gentile" signore ci avverte del
fatto che dobbiamo pagare un visto,previsto per tutti i visitatori.
Poco
più in là vi è uno sportello presso il quale sono indicate tutte le tariffe
che i viaggiatori provenienti dai diversi paesi devono pagare e che,per i
turisti italiani,è di 10 euro.
Paghiamo
e dopo un adesivo apposto sul passaporto, ci incamminiamo verso la zona
aereoportuale destinata ai voli nazionali o "domesti flights"come
indicano i cartelli.
Regoliamo
i nostri orologi poichè la Turchia è avanti di un'ora rispetto all'Italia.
Anche
per questo, l'attesa del volo per Kayseri si rivela meno pesante e lunga di
quanto previsto;dopo circa 3 ore ci imbarchiamo per raggiungere la Cappadocia.
Il
volo questa volta è breve,dura infatti meno di un'ora....Giungiamo a Kayseri
alle 8 di sera circa e, nonostante non sia tardissimo,il sole è già tramontato
da un pò e il buio e la notte avanzano lentamente.
La
stanchezza comincia a farsi sentire e quindi per comodità decidiamo di
pernottare a Kayseri; poi però cambiamo idea proseguendo fino a Göreme
distante circa 50 chilometri.Da quanto scrive la guida sembra essere un posto
davvero magnifico tant'è vero che è presentato come un luogo magico circondato
dai vigneti ed estremamente calmo e rilassante per chi ha la fortuna di
trascorrervi qualche giorno.
Ritirati
i bagagli usciamo dall'aeroporto dove vi sono alcuni autobus e taxi in attesa di
dare un passaggio verso le varie destinazioni.Ovviamente noi chiediamo
informazioni per la città di Göreme ma sembra che nessuno abbia questa
meta.
Le
scene di calma e tranquillità che si svolgono davanti a noi mi lasciano a dir
poco esterrefatta.....Abituata com'ero ai ritmi "travolgenti"del
Senegal dove ogni cosa era estremamente complicata e difficile,qui tutto,dai
trasporti,alle persone e al loro modo di fare,sembra essere di facilità
incredibile.
E
infatti troviamo subito un taxi (pulitissimo e comodissimo ??????) che per 10
lire ci porta fino all'otogar di Kayseri e una volta lì (se fortunati)
troveremo un bus che prosegue per Göreme .Il tipo del taxi,credendoci i soliti
turisti sprovveduti,si offre di portarci fino lì per ben 50 costosissimi
euro.....ma allora abbiamo proprio la faccia da fessacchiotti!!!!
All'otogar
compriamo due biglietti al costo di 5 lire ciascuno presso una delle tante
biglietterie disponibili;l'orario di partenza è alle 9.Manca ancora più di
mezz'ora così,nell'attesa,ci sediamo su una panchina osservando le scene che si
presentano ai nostri occhi:gente che parte,gente che arriva,gente in transito
prorprio come noi,in attesa di partire per chissà quale destinazione. C'è
movimento ma nonostante ciò tutto è calmo,ordinato,pulito,sembra quasi che il
tempo si sia fermato.
Dopo
un pò saliamo a bordo dell'autobus diretto a Göreme ,e che autobus!!!!
Ultramoderno,pulitissimo e con l'aria condizionata funzionante (il
che non è un dettaglio in paesi caldi come questo).
Finalmente
partiamo e dopo varie fermate in diverse parti della città per raccattare
passeggeri qua e là,ci dirigiamo verso Göreme.Con nostra grande sorpresa,a
bordo vi è una specie di "hostess" che passa in continuazione tra i
sedili prima per un semplice controllo dei biglietti,poi per distribuire cibarie
varie tra cui merendine,acqua(su),caffè (kahvesi) e the (çay),la scelta é
vostra!.Prestate però attenzione poichè le bevande sono servite molto molto
calde tanto da deformare nel giro di pochi secondi il bastoncino che dovrebbe
servire da cucchiaino.
Non
perdetevi assolutamente il "lavaggio mani" a bordo,unico al mondo:una
boccetta con acqua e limone per lavare via ogni schifezza toccata prima di
salire in autobus.
Verso
le 10 giungiamo infine a destinazione;il bus ci lascia nella piazzetta principale proprio davanti all' "accomodation
office" a cui volendo si possono chiedere informazioni circa i posti a
disposizione,presso pensioni ed alberghi, in cui pernottare.Per l'ora tarda però
è chiuso, ma non abbiamo nemmeno il tempo per accorgercene che già riceviamo
il primo assalto.....Un signore ci si avvicina , ci dice di essere il
proprietario di un grazioso "hotel" (come lo chiama lui) e ci propina
la solita storiella:ottima posizione,vista bellissima,colazione
inclusa,lavanderia....e poi?
Diamo
una rapida occhiata alla camera doppia che è sufficientemente spaziosa e
che,con doccia annessa costa 15 lire (senza, 10);ci fermiamo qua.
Effettivamente,anche se ormai buio,dal terrazzo del "Köşk Hotel " si gode di una vista meravigliosa;tutto è circondato dagli stranissimi coni di tufo e tutto è sapientemente illuminato per mettere in risalto le bellezze del luogo.Ma noi siamo un pò stanchi per godere di tutto questo e dopo un paio di foto,via a letto
Mercoledì
27/7/05
Dopo
una notte eccellente (niente rumori,leggera brezza e non caldo afoso),ci
svegliamo con gran calma e con la stessa calma consumiamo una ricca colazione
sul terrazzo del nostro hotel.Qui sembra non esistano le razioni
"contenute"come da noi,tant'è che la colazione potrebbe essere quasi
un pranzo.Di fronte ai nostri occhi un sacco di cibo,fortunatamente leggero
tranne che per la frittata ben intrisa di olio...Oltre a questa,pane
fresco,pomodori,cetrioli,formaggio tipo feta greco,anguria,burro,marmellata e
caffè o the da zuccherare a piacere.Questa sarà per tutta la durata delle
vacanza,la nostra colazione, che è ovunque più o meno la stessa;le uniche
variazioni sono sul tipo di frutta utilizzato o l'uovo sodo anzichè la
frittata.
Dopo aver ben bene mangiato passiamo un pò di tempo a chiaccherare con il padrone di tutto il tran tran che ci racconta della possibilità di compiere alcune escursioni organizzate,nei dintorni della valle di Göreme.Ci facciamo quindi spiegare le varie possibilità e optiamo per un giro,non lunghissimo ma a quanto pare molto interessante,che faremo domani.Data la nostra adesione (a domani il pagamento della tariffa dovuta),ci incamminiamo lentamente verso un paesino che si scorge in lontananza:Uçhisar.
Ciò
che di questo luogo si vede più di altro,è un castello semi diroccato che
troneggia su tutta la valle sottostante;le varie abitazioni sono arroccate lungo
i pendii di questa collinetta dalla cui cima si gode di una vista a 360° di ciò
che stà nei dintorni (e molto più in là).Già da Göreme si vede il castello
di Uçhisar con in cima la solita bandiera turca che sventola un pò
dappertutto.Raggiungiamo il paesino attraverso un sentiero che si dirama
attraverso la Valle dei Piccioni, facile da seguire e capace,in certi
punti,di regalare delle viste mozzafiato.La passeggiata non è lunghissima nè
particolarmente faticosa ma noi la allunghiamo ulteriormente;il panorama infatti
è talmente unico e quasi surreale da voler coglierne ogni dettaglio che,in
quanto tale,assegna la particolarità a questo luogo fatto di bellissime guglie
formate secoli e secoli fa,dolci strapiombi e delicate forme.
Camminando
ho infatti la sensazione (stranissima ma super travolgente) di trovarmi in un
luogo in cui tutto è calmo,fermo e impresso nel tempo.Sembra che tutto si sia
fermato al giorno in cui i cunicoli e gli anfratti di questi coni erano ancora
abitati,al giorno in cui i colombi volavano impazientemente da una nicchia
all'altra; il silenzio regnante accresce questa sensazione e il mio cuore batte
all'unisono con il ritmo del luogo e
al suono dei picchi che battono ritmicamente sui tronchi d'albero.
Difficile
da descrivere ciò che si prova camminando tra gli albicocchi che ormai lasciano
cadere i loro frutti maturi e dolcissimi,alzare lo sguardo e scorgere l'infinità
di un cielo limpidissimo color cobalto che sembra contenere tutto
quanto,guardarsi attorno e sentirsi vivi e in completa sintonia con questo
paradiso.
La
nostra passeggiata prosegue fino all'arrivo ad Uçhisar dove,visto il caldo e la
conseguente sete,ci fermiamo in un delizioso "bar" per dissetarci e
riposarci.
All'interno
la "House of memories",ha una piccola stanza ricavata
all'interno di una costruzione in tufo,abbellita e "ingentilita" dalla
presenza di numerosi kilim (tappeti) colorati.
Ci
stravacchiamo senza problemi e ordiniamo un the,una coca e una bottiglia
d'acqua.Nel frattempo consultiamo un pò la guida e apprendiamo con piacere che
il maestoso monte che si erge in lontananza proprio di fronte a noi,è il monte
Argeo,alto ben 3916 metri.
L'ora
di pranzo è passata da un pò e quindi decidiamo di rifocillarci alla meglio
anche perchè la gran quantità di gente presente sul terrazzo a mangiare fa ben
sperare.
Ordiniamo
una domates chorba o minestra di pomodori (ottima anche se fuori è caldo),i
sigara boregi o involtini fritti con dentro del formaggio,una specie di tortilla
deliziosa nota come gözleme con un ripieno misto di formaggio ed erbe e infine
un caffè turco(lasciatelo riposare ben bene onde evitare di bere sabbia).
Con
la pancia piena proseguiamo verso il castello di Uçhisar a cui si giunge
attraverso una serie di viuzze interne;paghiamo un'entrata di 4
lire ciascuno e attraverso una serie di scalini scavati nella roccia
saliamo fino in cima.Da qui una vista stupenda sulle valli circostanti tra cui
si possono facilmente riconoscere la Valle delle Rose (per la sua
colorazione tipica),la Valle dei Piccioni che scende fino a Göreme,
la Valle del Miele.
Una
breve sosta e poi facciamo ritorno a Göreme attraverso lo stesso sentiero
percorso all'andata,ma, poco prima del paese (precisamente ad ovest),ci fermiamo
per visitare la Yusuf Koc Kilisesi per cui paghiamo un'entrata simbolica
visto che il "guardiano"non ha sufficiente resto.
All'interno
vi sono molti affreschi raffiguranti Dio e gli apostoli,un pò come in tutte le
chiese di questa zona.
Torniamo
alla nostra pensione e dopo un attimo di riposo e una desideratissima doccia
usciamo di nuovo per scoprire un pò le vie interne della cittadina.Dicono che
da queste parti il tramonto,se sapientemente osservato da un punto preciso,sia
meraviglioso;così più o meno in direzione degli alberghetti scavati nei coni
di tufo,saliamo lungo un sentiero fino in cima ad un piccolo monte. Ed è
vero,da qui lo spettacolo è davvero unico.Dopo aver a lungo passeggiato
sostiamo in un "ristorante" di strada dove servono dei döner kebap,
il tipico piatto turco;prendiamo un paio di kebap al pollo serviti in un piatto
assieme a del riso e della verdura,una coca e una birra per un totale di 14
lire.Vista l'ora tarda,il kebap(dopo aver girato sullo spiedo tutto il giorno)
ha la carne leggermente dura,quasi abbrustolita,quindi, se potete, mangiate i
kebap ad un'ora decente della giornata.
Due passi,ma c'è chi ha ancora fame e quindi ci fermiamo di nuovo in un
"Turkish pide";dall'insegna e dal disegno che
compaiono sulla vetrata intuiamo che qui si mangia...la PIZZA!!
La
loro pizza però prevede diversi tipi di condimenti particolari come carne
macinata,peperoni,verdura ecc. ( e fin qui niente di strano);ciò che invece è
strano è la forma (bislunga)e il loro modo di servirla nel piatto tagliata in
striscie.Qui spendiamo veramente
poco ,infatti,assieme alle bevande,paghiamo 8 lire.
Tuttavia
non si può stare in Turchia e non assaggiare il Raki,altra bevanda tipica a
base di anice simile all'Ouzo greco.Un consiglio:tagliatelo con l'acqua perchè
è forte parecchio e potrebbe darvi una bella botta senza che abbiate il tempo
per chiudere un occhio (restando in tema di occhi....).
Quindi,ci
sorge la brillante idea di comprare non due raki in un bar,ma un 'intera
bottiglia da 35 ml per la quale
(viste le nostre facce da fessi) ci spillano ben 35 lire,circa il triplo di
quello che solitamente la si paga e pari a 20 euro.Bella fregatura!!!!
Giovedì
28/7/05
Come
anticipato precedentemente oggi è la giornata dell'escursione nei dintorni di Göreme
che si rivelerà,a mio parere,la più indimenticabile di tutta la permanenza in
Turchia.
Sveglia
alle 8 di mattina....La giornata è eccelente e nel sole splendido,luminoso e
"puro" del mattino la bellezza della vallata è ancor più
prorompente.Colazione (abbondante come sempre) sul terrazzo,accuratamente
protetto da una tettoia che smorza il calore dei raggi del sole e un gatto e un
cucciolo di cane che amichevolmente si azzuffano a vicenda.
Prima
della partenza paghiamo al padrone
della pensione 50 lire a testa (circa 30 euro) che si riveleranno ben spesi
poichè comprenderanno il viaggio su un pulmino "indipendente" della
"Yama Tours", a nostra disposizione per tutto il giorno,le
varie "entrate" (Valle di Ihlara,case sotterranee di
Derinkuyu) e il pranzo.
Verso
le nove il nostro pulmino arriva e saliamo a bordo assieme ad un ragazzo
olandese che alloggia nella nostra stessa pensione;dopodichè
"perdiamo" un pò di tempo per le vie interne di Göreme per
"raccogliere" gli altri gitanti.Dico perdiamo,perchè tutti,
stamattina ,sembrano non avere sentito la sveglia e dobbiamo aspettare vari
minuti ad ogni fermata.
Con
il pulmino finalmente carico partiamo ,destinazione Derinkuyu.Ma,lungo la strada
principale,ci fermiamo poco prima di Uçhisar per ammirare la valle
sottostante(quella che il giorno prima abbiamo percorso a piedi).La guida ci
spiega che migliaia di anni fa mentre il vulcano Erciyes (Monte Argeo) era in
eruzione, le lave coprirono uno spazio di circa 4200 km quadrati.Dopo che questo
vulcano cessò ogni sua attività,questa regione subì una grandissima erosione
da parte del vento e dell'acqua.In conseguenza a questa erosione le terre
friabili furono asportate e le rocce non logorate presero forme singolari e
soprattutto si formarono coni sormontati da blocchi di roccia dura che sono gli
odierni "camini di fata".
Dopo
questa "breve"spiegazione partiamo a tutta birra,questa volta
veramente verso Derinkuyu il cui nome antico è Melagobia.Il
paesino,frazione di Nevşheir,è situato sulla strada per Nidge (Nicea) ed
è famoso per le sue case sotterranee,le sue chiese,il manicomio antico e le sue
ricchezze storiche.La città sotterranea fu scoperta per puro caso e aperta al
pubblico nel 1965 dalla Direzione Generale delle Opere Antiche e dei Musei.Si
immagina che siano vissuti gli Ittiti,i Romani e i Bizantini in questa città
sotterranea accettata come la nona meraviglia del mondo.Nella regione della
Cappadocia sono localizzate ben 36 città sotterranee che furono un posto sicuro
per i primi cristiani sia per diffondere la loro religione,che per pregare
tranquillamente lontani da ogni tipo di oppressione e poi furono utilizzate come
rifugio contro le invasioni arabe cominciate nei secoli VI e VII.
Al
primo e al secondo piano si trovano una scuola missionaria,una cucina,un
deposito,delle stanze,delle sale da pranzo,delle cantine e delle stalle. E al
terzo e al quarto piano si trovano dei nascondigli,dei depositi di armi e delle
gallerie.Quando la città subiva un grande attacco si salvavano scappando per
queste gallerie.Ci sono alcuni segni che dimostrano che gli altri piani di
questa città sotterranea sono rifugi. E uno di questi segni sono le porte di
pietra rotonde.Quando la città subiva un attacco,chiudevano i corridoi con
queste porte di pietra e scendevano nei rifugi inferiori,dal momento che,tali
porte,si potevano aprire solo dal'interno.Negli ultimi piani invece si trovano
pozzi,nascoste gallerie per la fuga,una chiesa,sala per le riunioni,un
confessionale,un loculo per la sepoltura e dei camini di aerazione.
L'unica
domanda che riesco a pormi osservando tutto questo...come cavolo avranno fatto a
realizzare questa e molte altre città sotterranee?Quante persone si rivelarono
necessarie per realizzare queste opere mostruose e quante di esse morirono?Ma so
che a questo non troverò mai risposta.Sicuro è che la grandezza degli antichi
non ha pari.
Salendo
le scale che lentamente ci portano verso l'uscita, si ritorna al solito
clima,cioè quel caldo che ti attanaglia alla gola e da cui non trovi via di
scampo...Abituati alla penombra della "caverna" il sole sembra così
forte da riuscire ad accecare.
Uscendo,circa
100 metri a sud , sorge una
maestosa chiesa,la chiesa del monastero: fu costruita nel XIX secolo in
un momento di rinascita della cultura greca locale.Purtroppo però è chiusa,un
lucchetto e un catenaccio enormi ne bloccano l'entrata;possiamo comunque
ammirare l'esterno e la vite attorno al portale.
Ci incamminiamo verso il minibus per continuare la nostra escursione ma il
nostro procedere viene interrotto in continuazione dai soliti mercanti di strada
che vendono le solite cose:bamboline fatte artigianalmente,collane con pietre e
un sacco di altre cose.
Proseguiamo
per la valle di Hilara o valla di Peristrema che si trova sulla strada che
collega Nevşheir ad Ankara (ma noi giungiamo qui direttamente da Derinkuyu)
e che costituiva uno dei luoghi di ritiro preferiti dai monaci bizantini.
L'
"entrata" alla valle costa 5 lire ma è già compresa nel prezzo
totale dell'escursione;attendiamo che ci vengano distribuiti i
"biglietti" e poi finalmente procediamo entusiasti verso ciò che
sembra essere un autentico paradiso in terra, o almeno questo è ciò che per me
potrebbe tranquillamente rappresentare. Le entrate alla valle sono 4 ma la
maggior parte delle persone utilizza l'entrata che attraverso i 360
scalini,conduce alla Ihlara Vadisi Turistik Tesisleri.
Scendiamo
questa lunga scalinata che ci porta "dentro" alla valle che già qui
rivela le sue particolarità e bellezza.
La
valle si trova a circa 150 metri di profondità ed è formata dall'erosione
secolare del fiume Melendiz Suyu che scorre tuttora conferendo alla valle
un "sapore"unico ed indescrivibile....
Lo
scopo dell'escursione infatti,è proprio quello di seguire il corso di tale fiume che si snoda per 16 km lungo la
valle.Dapprima essa si rivela molto stretta con rocce di dimensioni titaniche
che si ergono quasi "a difesa" della stessa valle;poi,man
mano che si procede lungo il sentiero,essa si apre sempre più diventando
ampia e poco profonda ma rivelando un panorama da favola.
Assieme
al resto della comitiva ci avventuriamo lungo il sentiero che è abbastanza
regolare e come tale lo si percorre facilmente. L'interesse di questa valle è
dato anche dalla presenza di molte chiese che sono raggiungibili attraverso
delle brevi "deviazioni" dal sentiero principale.Ne visitiamo un
paio,precisamente la Direkli Kilise a due passi dal termine della
scalinata e la Ala Kilise un pò più avanti sul sentiro superando il
ponticello in legno sulla destra.
Ve
ne sono molte altre che però si trovano in zone più interne e,non avendo molto
tempo a disposizione,dobbiamo accontentarci di quelle già viste.
Generalmente,
chi visita questi luoghi,fa parte di comitive o tour oganizzati; se posso darvi
un consiglio in merito è proprio quello di "staccarsi" leggermente
dal resto della compagnia per poter godere al meglio del silenzio che la valle
è in grado di offrire;in questo modo potete anche fermarvi ogni qualvolta lo
vogliate senza che la orda di
turisti continui a spintonarvi mentre cercate di fare una foto.
Dopo
aver percorso circa 2 chilometri giungiamo a Belisirma, piccolissimo
centro abitato in cui è prevista la sosta per il pranzo. Ci sediamo a dei
tavoli,precedentemente preparati, proprio accanto al fiume che continua
inevitabilmente a scorrere...
Accanto
a noi un paio di ragazzi tra cui l'olandese della nostra pensione,due ragazze
cinesi(che per ovvi motivi parlano solo tra loro) e una coppia di signori
francesi con cui scambiamo quattro chiacchere.Oltre a questo vi è la simpatica
compagnia di zanzare e moschini che pungono in continuazione facendo sussultare
improvvisamente più di qualcuno.
Ci
portano da mangiare e anche qui la solita minestrina di pomodoro arricchita però
da alcune erbe che le conferisce un sapore particolarmente gradevole,del pollo o
del pesce (a scelta) accompagnati da del riso (molto buono ma uuh se è
piccante....) e per finire,della frutta.
Dopo
pranzo ci parlano della possibilità di procedere nel cammino attraverso la
valle in direzione di Selime che si dovrebbe raggiungere in circa tre
ore;l'adesione però è facoltativa e chi non volesse camminare ha la possibilità
di raggiungere comunque la località attraverso un passaggio sul minibus.
Noi
ovviamente procediamo a piedi e non potevamo scegliere cosa migliore....Siamo in
pochi e questo contribuisce certamente a creare un'atmosfera più
"familiare".
Da
qui la valle sembra cambiare continuamente,alternando ripide e scoscese rocce ai
coni tipici della Cappadocia,alternando il rosso della terra tipica turca al
colore chiaro del tufo...tutto questo abbellito e "ingigantito" da un
verde smeraldo del fiume che scorre tranquillo e da un blu quasi irreale del
cielo.
Lungo
il percorso scorgiamo in diversi
punti, "accampate" vicino al fiume,
alcune famiglie che pascolano le loro greggi e più avanti,alcune strane figure
che sono qui a passeggiare in mezzo al nulla (di case nemmeno l'ombra).Il
cammino poi procede attraverso campi con diverse coltivazioni
(patate,granoturco,zucche) che rivelano più di tutto il clima ottimo che
permette di far crescere diverse specie.
La
lunga scarpinata si conclude quando giungiamo in uno spiazzo in mezzo ai prati e
dove il resto della compagnia ci attende. A due passi,il monastero di Selime.
Si tratta di una sorprendente struttura scavata nella roccia,caratterizzata da
mille cunicoli molti dei quali comunicanti tra loro.Al suo interno vi è una
chiesa circondata da una galleria.Molte zone si trovano completamente al buio
quindi fate attenzione a possibili scalini o incavi nella roccia.Dalla parte più
alta si ha uno sguardo di insieme del territorio circostante.
Le
ultime due tappe della giornata sono una cittadina che si trova poco distante da
Ihlara e un lago formatosi dentro ad un cratere.
Il
paesino che visitiamo porta il nome di Güzelyurt e si trova a circa 9
chilometri da Ihlara. Ci inerpichiamo su per una collinetta dalla quale si può
ammirare buona parte del paese che si rivela molto tranquillo con case in
pietra,chiese rupestri,una moschea e,anche qui,una città sotterranea.Sullo
sfondo una splendida vetta,la Hasan Daği.
Prima
di proseguire e fare quindi ritorno a Göreme, sostiamo per un pò nella piazza
centrale di Güzelyurt;prendiamo un the (generosamente offertoci dalla nostra
guida) e osserviamo con curiosità le scene di vita che abbiamo davanti.Nella
piazza infatti,a minuti si svolgerà un matrimonio e i parenti degli sposi
aspettano con impazienza l'arrivo dei festeggiati.
L'ultima
fermata (seppur breve) viene effettuata a Crater Lake, un lago
che,con il passare del tempo,si è formato all' interno di un cratere. Ma qui,in
cima ad una collina,l'aria che soffia comincia ad essere un pò freddina ed
impertinente quindi, anche stanchi per la giornata,facciamo
definitivamente ritorno alla nostra pensione.
Dopo
una doccia un'ultima uscita per cenare;stasera scegliamo un posto un pò
particolare al cui interno osserviamo molte persone sedute sui tappeti intente a
fumare il narghilè o water pipe. Mangiamo della minestra di pomodori,un pò di
carne,melanzane fritte e un pò di yogurt (speriamo risolva e allevi i nostri
problemi intestinali....).
Prima
del meritato riposo compriamo i biglietti per l'autobus che domani ci porterà a
Mersin, città di mare. Scopriamo però che su quello che parte al
mattino non ci sono più posti liberi, così partiremo con l'autobus successivo
e cioè a mezzogiorno. Il costo del tratto Göreme-Mersin è di 18 lire.
Venerdì
29/7/05
Oggi
è l'ultima mattinata a Göreme e,proprio per non sprecare le ultime ore a
disposizione,ci incamminiamo verso il famoso museo all'aperto per dargli
un'occhiata veloce.Lungo il tragitto però
pensiamo che non sia il caso di allontanarsi tanto visto che tra non
molto passerà l'autobus che ci porterà fino a Mersin.
Sulla
strada che porta al museo quindi,deviamo dopo un breve tratto e ci addentriamo
in una piccola valle,per noi ancora inesplorata.Una piccola arrampicata sui coni
di tufo,alcune foto.Per gli interessati,nei pressi c'è un UFO museum,una
casa con all'interno delle bacheche che conservano ritagli,stampe e storie di
avvistamenti ufo ma di esseri umani nemmeno l'ombra.....solo un cane che mi
guarda e annusa guardingo.Poi il ritorno alla piazza centrale di Göreme.Il bus
arriva un pò in ritardo e,dopo essere saliti,scopriamo che a Nevşehir,distente
pochi chilometri, dovremo di nuovo scendere e attendere il
"vero"autobus per Mersin.E attenderemo parecchio prima che arrivi ma
in questi casi,si sa, si inganna l'attesa in diversi modi.....
Finalmente
ci dirigiamo verso Mersin con l'autobus pressochè pieno e il percorso che esso
seguirà si snoda tra le città di Nidğe,Tarsus,Adana
e come meta finale,Mersin.
Lasciamo
Göreme e i suoi coni di tufo e ci addentriamo in un paesaggio che si
diversificherà sempre di più scendendo verso il mare.
Le
"costruzioni" di tufo vengono pian piano rimpiazzate da arbusti e pini
verdi che nascono sui costoni di quelle che stanno diventando montagne sempre più
alte,talmente alte che alcune sono ancora ammantate di neve.Qua e là,in
prossimità di alcuni torrenti, si intravedono degli "accampamenti"
con persone intente ad occuparsi delle loro coltivazioni.A tratti ricompaiono
zone secche e brulle che conferiscono al tutto un'atmosfera desolante.
Dopo
circa due ore di percorrenza l'autobus si ferma per il rifornimento e per
permettere,a chi si trova a bordo,di sbrigare le solite "faccende"
impellenti....
Scendendo,
l'aria calda e umida mi investe letteralmente e mi toglie il fiato;ogni
movimento risulta faticoso e sembra di avere qualcosa di pesante ed opprimente
proprio sopra la testa.Ma mi sa che devo iniziare ad abituarmi visto che il
clima,nei prossimi giorni,sarà più o meno questo.L'unica cosa positiva sarà
che la fame calerà......
Il
viaggio prosegue verso Tarsus che ormai non ha conservato niente dell'antico
villaggio;vi sono invece molti palazzi,tante case fatiscenti ai bordi delle
strade,ma qui siamo solo di passaggio......Anche l'arrivo a Mersin però non è
dei migliori;tipica città industriale,con il porto,tanti grattacieli,moltissimi
negozi,insomma un vero e proprio insulto alla natura e in completa opposizione
con gli scenari di Göreme.Così decidiamo di "allontanarci"
lievemente da tutta questa modernità e scegliamo di passare i prossimi giorni
in una località vicina:Kizkalesi.Sulla guida è descritta come uno dei
posti con le migliori spiaggie del litorale,con un bel castello( da cui la
cittadina prende il nome) e con la possibilità di compiere delle escursioni
giornaliere in paesini vicini.L'ideale insomma.....
All'otogar
di Mersin prendiamo al volo un dolmuş per Silifke,a 4 lire ciascuno,
che ci lascerà a Kizkalesi,26 chilometri prima.Vi giungiamo ormai a notte fonda
e decidiamo di pernottare all' "Inca hotel" con vista
sul mare;il costo della camera doppia è di 60 lire,colazione compresa.
La
camera è abbastanza spaziosa,con bagno interno,aria condizionata ma subito
notiamo che qualcosa non va nell'impianto di illuminazione.Sale un addetto
(sudato a tal punto che sembra essere stato preso a secchiate) e manipola per più
di venti minuti attorno al lampadario,dando dei leggeri colpetti con il
cacciavite, nella speranza che la luce magicamente ritorni.Ma la luce non ne
vuole sapere di allietarci della sua presenza,al che l'elettricista
improvvisato, se ne va sconsolato per poi non tornare più.
Senza
luce e con un fracasso infernale che proviene dalle vie sottostanti ci facciamo
una doccia veloce e poi scendiamo (molto sudati pure noi) in strada per mangiare
qualcosa.Camminando sembra di stare in una delle tante nostre località di
mare,con musica alquanto movimentata che si confonde con le grida dei bambini e
con quelle degli adulti che trascinano rumorosamente le loro ciabatte.Il luogo
è talmente affollato che bisogna fare attenzione a non scontrarsi con chi
passeggia....
Troviamo
un posto in cui prendiamo un iskender kebap ossia un kebap adagiato sulla pide e
con dello yogurt come accompagnamento,della carne e un paio di coca (14.5 lire).
Più
tardi in albergo,vista l'aria che tira,decidiamo di non spendere altro tempo qui
o nelle immediate vicinanze ma piuttosto di proseguire per Adana.Ma come si dice
domani è un'altra giornata quindi si vedrà.....
Un
consiglio? Kizkalesi si ,se amate il caos e lo "struscio", Kizkalesi no
se continuate a pensare alla tranquillità di Göreme e delle sue valli
incantate.
Sabato
30/7/05
Pimpanti,
dopo una notte con l'aria condizionata e i tappi che ci hanno permesso di
dormire decentemente ,scendiamo per la colazione che anche qui sarà la stessa
di sempre.Assaggiate pure quello che loro chiamano "Salami" ma che con
il nostro,di salame,non ha proprio niente a che fare.
Scattiamo
alcune foto al castello di Kizkalesi,raccogliamo i nostri zaini e poi ci
mettiamo sul ciglio della strada in attesa di un dolmuş che ci porti fino a
Silifke.Fortunatamente arriva subito così non dobbiamo aspettare sotto il sole
che ha la stessa intensità di una lancia che trafigge....
Paghiamo
2 lire ciascuno per il passaggio e giunti all'otogar compriamo i biglietti per
la grande e famosa Antalya.Il loro costo è di 24 lire ciscuno e attendiamo l'autobus che,a minuti,dovrebbe
arrivare.
Saliamo
ai posti contrassegnati sui biglietti ed ecco inizia un altro lungo viaggio
sulle vie della costa turca.Tutto il tragitto infatti si snoda lungo di essa e
il bus procede a bassa velocità per le numerose curve,per la strada stretta e i
numerosi dossi.
Procedendo
si osserva bene la costa che,in quasi tutti i tratti,è selvaggia e
caratterizzata da scogli che sembrano molto taglienti.Rari sono i posti in cui
si potrebbe fare il bagno anche se l'acqua è così cristallina e trasparente da
poter vedere chiaramente tutto ciò che ci sta dentro.Sono comunque dei piccoli
angoli incontaminati, non ancora scoperti dal turismo selvaggio...altro che
Kizkalesi.
La
vegetazione è presente con dei pini e il loro tipico odore di pece che si
sparge nell'aria.
Poi
una breve pausa-pranzo ma prendiamo solo un paio di yogurt ( l'intestino non si
è ancora sistemato) , un paio di bibite e un baklava (dolce millefoglie con
miele e pistacchi) per 9.25 lire in un posto che dà sul mare e la cui spiaggia
è deserta.
Ripartiamo
mentre il clima si fa sempre più pesante;l'aria condizionata dell'autobus
"attutisce" almeno un pò l'afa....
Incontriamo
la cittadina di Anamurium,famosa per le sue banane;dall'alto,mentre
l'autobus sale lungo il fianco della montagna,si possono scorgere i tetti
bianchi delle serre in cui vengono coltivate.
Giungiamo
ad Alanya prima grande città lungo il percorso di oggi, ma anch'essa è
un pò come tutte le altre:grande città,traffico,negozi,tanta gente che
cammina.
Alle
9 di sera arriviamo infine ad Antalya;all'otogar (che è mastodontico)
preleviamo ad uno sportello bancomat e poi cerchiamo un autobus che ci porti a Kaleiçi.
Kaleiçi è un quartiere grazioso e antico che si estende intorno al porto ed è
composto da case ottomane e rovine sparse qua e là.
Per
giungervi basta prendere un autobus (che poi segue la linea del tram) e scendere
in prossimità della porta di Adriano. Il costo del biglietto è di 45
centesimi di lira.
Sucessivamente
ci si addentra nelle vie tranquille di Kaleiçi e non distante,troviamo la "Sabah
Pension". Il proprietario parla bene l'inglese e il costo della
camera doppia è di 40 lire,
colazione compresa. Alcune stanze sono ricavate all'interno di una casa
successivamente riadattata a mò di albergo;vi è l'aria condizionata,il bagno e
dei simpatici terrazzini con tappeti e cuscini che sono a disposizione degli
ospiti.Di sera sono l'ideale per rilassarsi,clima permettendo....
In
tarda serata usciamo per cena e sostiamo in un posto in cui si mangiano i soliti
döner kebap;scegliamo sul menu una pida ma ciò che poi ci portano non ha
alcuna somiglianza con ciò che abbiamo scelto.Un paio di bibite e ,senza
richiesta da parte nostra, ci portano dei piattini con dello yogurt e una
salsina di verdure piccante accompagnati da del pane caldo.Ci dicono che questo
sia gratis ma visto che paghiamo 24.5 lire (un pò caro direi) mi sa che hanno
conteggiato tutto con gran minuzia....Altra fregatura fresca di giornata.....ops..di
serata....
Domenica
31/7/05
Oggi
sveglia non molto presto visto che l'intera giornata sarà dedicata ad una
visita della cittadina e dei suoi dintorni.
Scendiamo
per la colazione e poi ci incamminiamo per le viuzze di Kaleiçi dove in realtà
c'è ben poco da vedere.Anche questo è il classico posto ormai preso di mira
dai turisti e i numerosi negozi e le "bancarelle" per strada che
vendono souvenir di ogni sorta ne sono la dimostrazione.
Decidiamo
quindi di trascorrere la giornata in riva al mare;è una parola visto che
spiaggie,come le intendiamo noi,non ce ne sono.Pare comunque che scendendo al
porto romano ci sia la possibilità di accedere al mare.Questa è l'unica scelta
possibile a meno che non si alloggi presso qualche hotel che,tra i molti
servizi,ha anche la spiaggia privata.Ma non è il nostro caso,quindi ci
stabiliamo definitivamente in prossimità di alcuni scogli limitrofi al porto.
Nella
baia un andirivieni di barche che tornano dalle loro escursioni giornaliere
,cariche di turisti vocianti.L'accesso
al mare,per fare il bagno, è un pò difficoltoso poichè ci si deve tuffare
dagli scogli che in certi punti risultano scivolosi.A turno,per non lasciare le
nostre cose incustodite,ci bagniamo un pò anche se il vento ci asciuga
velocemente e avvertiamo di nuovo il caldo pre-bagno.
Nel
primo pomeriggio però il sole si eclissa e dei nuvoloni neri si avvicinano
minacciosamente alla nostra zona;fate attenzione però perchè anche se il sole
è coperto dalle nuvole non significa che i suoi raggi non possano filtrare e
scottarvi comunque (come è successo alla sottoscritta).Proteggetevi quindi a
dovere poichè potreste pentirvi di non averlo fatto ma sarà già troppo tardi.
Verso
le quattro risaliamo lungo la scalinata che dal porto conduce alla tranquilla
Kaleiçi e ci fermiamo per
dissetarci presso il "Mermerli Restaurant" che ha una
vista invidiabile di tutta la baia (due birre,due coca=12 lire).
Successivamente
lavoro di lavanderia presso la nostra pensione e doccia, dopo la quale i
postumi dell'abbronzatura forzata e quasi indesiderata si
"amplificano" notevolmente facendoci camminare ad andatura tipo
zombie....
Anche
per questo, per la cena, scegliamo un posto abbastanza vicino in cui ci coglie
l'idea (pessima) di ordinare diversi piatti ,spinti dalla fame che sembra
insostenibile.
Però
si sa che qui,in fatto di razioni,abbondano sempre......Quindi ci portano un
piatto di calamari fritti,spiedino di pollo,patate fritte,due insalate,due coca
(32 lire).Però quando ordinate i piatti di carne o pesce tenete sempre presente
che vengono serviti assieme a del riso e della verdura,il che direi,è già un
pasto completo.
Seppur
non sia stata una giornata movimentata ci sentiamo stanchi e quindi torniamo
alla nostra pensione.....
Lunedì
1/8/05
Stamattina
ci svegliamo un pò più presto del solito poichè in mattinata vorremmo
raggiungere Kaş, altra località di mare non lontanissima da Kalkan.
Dopo
colazione paghiamo la camera e procediamo verso il centro di Antalya.Poichè l'otogar
è lontano e gli zaini sono pesanti,cerchiamo un dolmuş che ci porti fin là
e mentre stiamo camminando tranquillamente ecco che improvvisamnete ne passa
uno.1 lira ciscuno è il costo della corsa.All'otogar troviamo subito un minibus
diretto a Kaş il cui orario di partenza è previsto per le 9;pagate 10 lire
ciascuno partiamo verso Kaş.
Anche
quest'oggi la strada percorre la costa e in certi punti è proprio un
belvedere.Vi sono molte "calette" deserte nelle quali sarebbe
magnifico poter approdare e farsi un bagno....mentre io il bagno me lo sto
facendo...ma di sudore!!!!
Prima
di giungere a Kaş ,in un certo punto il mare rientra talmente da formare
quasi un lago,dove l'acqua diventa stagnante.Si giunge nel paese percorrendo la
strada che taglia la montagna che lo sovrasta;poi si scende gradualmente verso
il basso,il centro di Kaş. All'otogar prendiamo i nostri zaini e guida in
mano,ci incamminiamo verso il campeggio.Nel paese si respira un'aria calma e
gradevole,molti negozietti sulle sue vie e molte barche ancorate nel
porto.Riceviamo anche qui "l'assalto" di un signore che ci propone il
suo hotel,vicinissimo,come sistemazione.Noi vorremmo però proseguire in
direzione del campeggio ed egli cerca di scoraggiarci dicendo che dista più di
3 chilometri.Noncuranti proseguiamo e
sulla strada vi è un delizioso albergo con delle camere che si affacciano
proprio sul mare.E' il "Kaş Hotel" ma
l'unica camera disponibile si trova in un bungalow ben distante dal mare e il
costo ci sembra poi eccessivo (60 lire). Andiamo al campeggio allora....Sulla
strada che lì conduce vi è un interessante tempio ellenico in ottimo stato.Qui
sono disponibili dei posti in dei bungalow e c'è già della gente accampata con
delle tende.C'è parecchio movimento e il tipo molto "originale" che
coordina tutto,ci mostra il bungalow numero 7.Appena apre la porta una folata di
vento caldissimo ci investe,al che gli chiediamo:"Ma qui la notte fa
parecchio caldo?" e lui "Noo,alle 8 si sta bene,fa quasi
fresco".Sarà, ma dalla temperatura che c'è ora non sembrerebbe.....
Il
bungalow del Kaş Camping costa 30 lire
a notte e ovviamente i bagni sono in comune.Accaldati prendiamo le stuoie e
scendiamo verso gli scogli per poterci fare un rilassantissimo
bagno.Sfortunatamente tutti i posti sulle sdraio e soprattutto sotto gli
ombrelloni sono occupati così non ci resta altro da fare che sdraiarci sotto il
sole....Prima però un bagno in un'acqua calda ,trasparente e molto salata tant'è
che non si rivela nemmeno necessario il tentativo di tenersi a galla.E' un vero
sollievo stare lì a sguazzare pensando al caldo che c'è.....Poi prendiamo un pò
di sole mentre Michele passa il tempo sbucciando e mangiando i semini di
girasole che sembrano piacergli veramente tanto.
Di
fronte,vicinissima sorge l'isola di Kastelorizo
o Meis teatro del film
"Mediterraneo".L'ora passa velocemente e l'intensità del sole
diminuisce con il passare del tempo;la temperatura,anche per la presenza della
brezza marina,si fa via via più gradevole.
Dopo
una doccia rinfrescante ci dirigiamo verso il centro di Kaş;è veramente un paese escogitato per i turisti e per
le persone che qui giungono con le loro barche.Le vie bellissime,illuminate e
curate sono ricche di negozi deliziosi che espongono prodotti di artigianato di
ogni tipo e costo.Vi sono molti ristoranti,alcuni dei quali chiaramente
costosi....
Al
porto vi sono reclamizzate varie possibilità per chi volesse compiere delle
escursioni nelle isole vicine.Esaminiamo un pò le offerte e decidiamo,per il
giorno seguente di andare alle isole di Kekova e Uçagiz dove si
trovano diverse affascinanti rovine .Paghiamo subito la quota di 25 lire
ciascuno presso una delle tante agenzie,per un giro in barca che dura quasi
tutto il giorno ed è compreso il pranzo.
La
fame comincia a farsi sentire e in un chiosco lungo la strada,prendiamo un paio
di patate lesse( 5 lire ciascuna) che vengono poi farcite con ogni tipo di
ingrediente (mais,maionese,funghetti,spezie,cetriolini,burro e formaggio fuso)le
famose Jaket baked patatoes..Prendiamo una coca e una birra in un negozietto
vicino e consumiamo la nostra frugale cena su un muretto che costeggia la via
principale.Più di qualche volta noto lo sguardo incuriosito di persone,che
proprio di fronte a me,stanno mangiando in ristoranti "in"....e chissà
cosa si staranno chiedendo....
Alla
fine la patata si rivela una vera bomba quindi facciamo due passi per digerire e
poi torniamo al camping.Una volta arrivati si rivela necessaria un altra
doccia;poi uno sguardo al cielo così pieno di stelle tra cui ne scorgo alcune
cadenti.Il momento del sonno arriverà per me tardi visto il caldo che
attanaglia il bungalow....alla fine la stanchezza ha la meglio....
Martedì
2/8/05
Oggi,come
anticipato precedentemente,andremo all'isola di Kekova e zone limitrofe.Ci
svegliamo quindi presto e andiamo in paese per far colazione con un paio di the
e le solite merendine con la frutta secca.
Ci
rechiamo al porto e saliamo a bordo
della "Aquabaldan" che attende ancora altri turisti
prima di salpare.La giornata è davvero bella ma già si sente il calore del
sole che per fortuna non picchia direttamente sulle nostre teste;troviamo posto
infatti sul ponte che è saggiamente coperto da un tendone.Poco prima delle 10
lasciamo il porto e ci dirigiamo verso il largo;sul nostro procedere incontriamo
alcune barche che fanno ritorno al
porto o che vi giungono da località di mare vicine.Alcune sono delle vere e
proprie barche da sogno che sfrecciano nel mare lasciando una scia schiumosa che
fa sussultare ripetutamente la bagnarola su cui ci troviamo.
Alla
nostra destra l'isola di Kastelorizo che si vede bene nella luminosità del
cielo mattutino.
Dopo
un paio d'ore di navigazione la barca si ferma al largo per un primo bagno in
queste acque meravigliose;tutti si tuffano come meglio possono e noi facciamo lo
stesso (ma ci tuffiamo bene).L'acqua è calda,stupenda e pulitissima.
Proseguiamo
verso Uçagiz (Tre bocche) che si trova a circa 30 chilometri da Kaş.Fino
a poco tempo fa Uçagiz era rimasto il tipico villaggio turco di pescatori e
contadini relativamente intatto ,immerso in un paesaggio davvero idilliaco su
una baia tra isole e penisole,ma ora sta diventando un "paradiso
segreto".
Il
villaggio conosciuto anticamente con il nome di Teimiussa è di fronte a Kalekoy
situato nel punto in cui sorgeva l'antica città di Simena.
Noi
ci fermiamo qui per il pranzo e nell'approdare si scorgono sulla destra alcune
tombe licie;in queste zone sono particolarmente presenti e sono facili da vedere
poichè sono dei grandi sarcofagi dalla forma tipica.Di simili se ne trovano a
Kaş dove sono presenti un sarcofago licio e una tomba dorica scolpita nella
parete rocciosa nel III sec. a.c. facilmente raggiungibili a piedi tramite un
sentiero (da non percorrere nelle ore calde).
Il
pranzo si rivela poi una specie di self service in cui cerchiamo di scegliere le
pietanze dall'aspetto migliore evitando senza alcun dubbio la pasta che
invece tutti sembrano amare;scegliamo spiedini di carne,della verdura
lessata in sugo di pomodoro,melanzane alla griglia e pane....
Giunge
presto l'ora di risalire in
barca;pochi minuti e poi un ulteriore pausa a Simena Island per visitare il
castello che domina dall'alto e anche qui alcune tombe licie.L'entrata al
castello però si paga;noi scendiamo lungo un sentiro alternativo a quello che
tutti percorrrono e ci fermiamo a raccogliere alcuni fichi sempre attenti a non
farci beccare da chi potrebbe arrabbiarsi perchè gli stiamo rubando la sua
frutta.....
Costeggiamo
poi l'isola di Kekova;lungo la costa sono sparse fondamenta e rovine
bizantine,in parte coperte dall'acqua e chiamate Sunken city o città sommersa.
Infine
un ultimo stop in un' insenatura per un ultimo bagno prima di fare rotta verso
Kaş.Vi giungiamo verso le sei di sera;portiamo subito i nostri
passaporti all'agenzia che domani ci porterà a Kastelorizo.Li tratteranno fino
a domani,al ritorno a Kaş,per poter sbrigare le solite pratiche
"doganali" poichè Kastelorizo appartiene pur sempre ad un altro
stato:la Grecia.
Dopo
una coca ed un kebap in un posto sulla strada che fa angolo procediamo verso il
camping.Accaldati,facciamo l'ultimo bagno della giornata....questione di minuti
anche se la temperatura dell'acqua (in confronto a quella esterna) è ideale. Ci
rilassiamo un pò e poi torniamo in paese.
Stasera
vogliamo però dare un occhiata alle tombe licie scavate nelle rocce
quindi,seguendo la Lycia Caddesi ci allontaniamo un pò dal centro di Kaş.Si
giunge ad una scalinata che va percorsa fino al suo termine e poi si percorre un
sentiero tra i sassi fino a raggiungere le tombe,ben illuminate dai fari.Più in
alto,a destra,ve ne sono altre ma visto che entrambi siamo in ciabatte è meglio
evitare di salire ulteriormente tra sassi e terra sicuramente scivolosa.
Anche
stasera per cena scegliamo le patate seppur con guarnizioni
diverse....Camminiamo un pò tra le strade che ormai conosciamo pìù che bene
(anche perchè ce ne sono solo un paio),prendiamo un paio di the al solito bar
sotto gli alberi che c'è nel parco.L'atmosfera è calma e serena.Sul tardi
facciamo ritorno al camping,dove un ventilatore,gentilmente offertoci dal
signore "che non ha mai problemi" concilierà perfettamente il sonno.
Mercoledì
3/8/05
Sveglia
alle 8 e un quarto poichè alle 10 è prevista la partenza per l'isola di
Kastelorizo.Colazione in un bar con l'elma çay che per me ha dei veri effetti
soporiferi visto che è praticamente impossibile riuscire a tenere gli occhi
aperti;andiamo alla "Koçlar Travel Agency" presso cui
abbiamo prenotato l'escursione di oggi.Il costo è di 25 euro ciascuno ma senza
il pranzo e con il ritorno previsto per le 3 di pomeriggio.
Siamo
solo 8 passeggeri sull'intera barca e partiamo seppur con un pò di ritardo.Il
tratto di mare che separa Kaş dall'isola di Kastelorizo è di circa 11
chilometri e ci si impiega quasi un'ora per attraversarlo. Kastelorizo è
situata tra Rodi e Cipro e il suo nome deriva dall'italiano
Castello Rosso, nome che si associa al suo passato medievale in quanto
anticamente Kastelorizo era la base dei crociati di San Giovanni giunti qui
per liberare la terre sante; dopo alcuni anni di dominazione egiziana, la
cittadina passò nuovamente sotto il controllo del comandante borbonico del
Regno di Napoli. Sul vicino isolotto di Ro è rilevata la presenza di un uomo
che assistito dal governo, si sostituisce alla famosa Signora Ro che per circa
50 anni aveva vissuto sola su questa isola mantenendo alzata la bandiera greca
contro l’eterno invasore turco. L'arrivo sull'isola è dei più tranquilli; vi
sono pochissime case tant' è vero che,per
la maggiorparte,essa è disabitata.
Oggi
infatti conta solo circa 200 abitanti a dispetto di un passato,non
lontanissimo,in cui la popolazione contava ben 17000 persone.Fa un certo effetto
guardare certe cartoline in cui Kastelorizo è stata fotografata poco prima
della prima guerra mondiale;durante questa, infatti,l'isola è stata bruciata da
un rappresaglia inglese e tutto ciò che c'era finì inevitabilmente... in
fumo.Ora l'isola sembra conservare una minimissima parte di un passato che,per
molti, è stato semplicemente glorioso.
E
anche camminando sulla via principale che si snoda attorno alla baia,proprio a
ridosso del mare,si incontrano poche persone;la maggiorparte sono turisti e non
è difficile capire che l'isola, negli ultimi tempi ,sta diventando una meta
sempre più presa in considerazione.Vi sono molte insegne di alberghetti e
B&B tra cui spicca senz'altro l' "Hotel Megisti",elegante
e raffinato.Il caldo è così pesante che approfittiamo subito per buttarci in
acqua;detto...fatto....Ci togliamo rapidamente le scarpe e ci immergiamo in
un'acqua che subito ci dona sollievo.
Proseguiamo
e ci "perdiamo"in alcune viuzze interne dove tutto sembra riposare;non
un rumore, fatta eccezione per lo sciabordio di alcune onde che si rifrangono
contro la banchina.Si ha persino paura di parlare per non interrompere la quiete
del luogo...
Dopo
un caffè freddo(tipico del luogo)ad un bar, ci avventuriamo su per una
scalinata che conduce al famoso Castello Rosso;lungo il cammino
"rubiamo"qualche fico.Pochi minuti per giungere al castello che merita
senz'altro di essere visitato per la vista che offre del mare sottostante in cui
sono ancorate molte barche(mica stupidi!!!) ma anche per ammirare
dall'alto la parte abitata dell'isola.Camminando lungo la stradina di
ciottoli giungiamo per caso in una piazzetta dove c' è una chiesa bizantina
interessante ma chiusa poichè dentro vi sono dei lavori in corso.Proprio lì
vicino,a due passi,c'è un simpatico e raccolto ristorante;il portico è
ombreggiato da alcune grandi piante e soffia una leggera brezza che ci
scompiglia i capelli.All'interno,appese sulle pareti,vi sono alcune fotografie
che ritraggono,proprio in questo luogo,alcuni attori del film
"Mediterraneo" e che (almeno alcuni) abitualmente ritornano per
visitare questo posto incantevole. rCi fermiamo per il pranzo e mangiamo delle
deliziose polpette,del riso,una tipica insalata greca,dei fichi caramellati e
una caraffa di vino del posto (25
euro).
Quattro
chiacchere con un anziano signore (che parla benissimo l'italiano)
che ci racconta le varie vicissitudini della vita isolana;dopodichè
torniamo alla nostra barca che alle 3 partirà per riportarci a Kaş.Approfittiamo
degli ultimi 10 minuti a disposizione e facciamo un bagno rapido tuffandoci da
degli scogli.
In
meno di un'ora giungiamo a Kaş e una volta qui,non essendo tardissimo,
decidiamo di fare una capatina alla spiaggia di Kaputaş. All'otogar
attendiamo un pò e poi prendiamo un dolmuş che va in quella direzione;non
sappiamo se lì ci sarà una fermata apposita ma visto che la spiaggia si scorge
facilmente dall'alto chiederemo all'autista di farci gentilmente scendere lì.
Dopo circa venti minuti a bordo del dolmuş (2,5 lire ciascuno) vediamo
finalmente la spiaggia...e che spiaggia.
Non
è una delle solite che si vedono e composte da sabbia ma ha un fondo ghiaioso
ed è ridotta in lunghezza;non c'è molta gente presente e ovviamente subito ci
facciamo un bel bagno.L'atmosfera è perfetta anche perchè il sole ormai non
picchia più di tanto;ci fermiamo un'ora circa e poi saliamo in strada in attesa
di un passaggio per Kaş
che non tarderà ad arrivare.
Al
campeggio doccia e un pò di relax;usciamo sul tardi per la cena che stasera non
sarà a base di patata lessa ma scegliamo un tipico ristorante un pò
"anonimo" e in cui i cartelli all'esterno non reclamizzano pasta e
pizza.Opteremo per una zuppa, i manti (tipici ravioli turchi),della verdura
lessata e dell'acqua (16.5 lire).
Un
pò di tempo per le ultime foto al porto e poi ritorno al camping.
Giovedì
4/8/05
Svegli
già di buon mattino,lasciamo il camping,nostra "residenza" di questi
ultimi e tranquilli giorni.Diretti verso l'otogar attenderemo un autobus per Fethiye;
il primo disponibile partirà alle 8 e mezza così,nel frattempo,facciamo
colazione con il solito çay ed un pò di succo di frutta comprato ad un
emporio.
Per
raggiungere Fethiye saranno necessarie circa 4 ore di viaggio per cui paghiamo 7
lire ciascuno.La cittadina però sarà solo un transito poichè,una volta giunti
lì,proseguiremo per Pamukkale, dove dovremmo giungere nel primo
pomeriggio. A Fethiye infatti troviamo in pochi minuti un autobus diretto
proprio lì che partirà alle 11 e mezza e paghiamo subito 15 lire ciscuno per
il passaggio.
Nel
primo tratto saliamo lungo il fianco della montagna procedendo attraverso
stradine strette e,in certi punti,addirittura insicure.Insicure si, ma per i
nostri occhi,poichè gli autisti del luogo sono dei gran esperti nel guidare su
tali vie e soprattutto nell'aggirare qualsiasi tipo di ostacolo si incontri in
corsa.
Giunti
in cima alla montagna e superando quello che ha tutta l'aria di essere un
passo,sostiamo a çameli piccolo paesino semi-disabitato per bere e
mangiare qualcosa.
Vista
l'altitudine,qui il clima è più che accettabile;il sole c'è comunque ma non
così intenso ed "insistente" come in altri luoghi.
Riprendiamo
il viaggio,questa volta scendendo verso Denizli, cittadina a pochi
chilometri da Pamukkale.Il nostro autobus dovrebbe portarci fin lì ma,essendo
gli unici passeggeri che devono arrivare fin là,ci fanno scendere all'otogar di
Denizli,da dove, con un dolmuş raggiungeremo Pamukkale.
E
infatti ne troviamo subito uno ma, pochi minuti prima di partire, sale un
signore in camicia azzurra (dal che capisco che è un autista) che mi sventola
un bigliettino in faccia,blaterando non so che cosa.L'unica cosa che capisco è
che per qualche motivo dobbiamo scendere dal dolmuş;se non vuole altro.....
Con
calma riusciamo a capire che ci vuole portare a Pamukkale a bordo del suo
minibus assieme ad altri turisti giapponesi e tutto questo gratis.Mi puzza
proprio da imbroglio e mi chiedo
se,una volta a Pamukkale,non ci indirizzi lui stesso verso il posto in cui
pernottare o magari chissà,ci porti direttamente.E infatti succede proprio così...Arrivati
a Pamukkale,19 chilometri dopo,siamo subito "dirottati" verso un mega
albergo con piscina e tutti i comfort possibili.Saggiamente però noi abbiamo già
in testa il posto in cui trascorrere la notte e ci dirigiamo in cerca di
quello,declinando la loro "gentile offerta" .
Pochi
isolati più in là,verso la strada principale,troviamo subito l' "Allgau
Hotel" (o "Melrose Hotel");la nostra scelta cade proprio
su questo posto poichè qui,secondo la guida,vi è la possibilità di dormire in
delle case sugli alberi e questo ci attira particolarmente....E' situato in un
posto tranquillo e caratterizzato da un'atmosfera quasi familiare.L'accoglienza
qui è delle migliori e la gentile proprietaria che parla diverse lingue, ci
mostra subito delle camere disponibili.Dapprima
una in un padiglione "vecchio" dell'hotel dotata di aria
condizionata e bagno interno poi un'altra più nuova,in una zona costruitA da
poco.Questa è veramente un camera lussuosa ma a noi sembra un pò esagerata.Le
chiediamo delle sistemazioni sugli alberi ma lei ci racconta di come questo
progetto sia stato lentamente abbandonato nel corso del tempo fino a
scomparire.Scegliamo quindi la prima camera che costa 30 lire a notte.
Poichè
è presto lei ci consiglia di visitare Pamukkale e la vicina Hierapolis
che non richiedono molto tempo e così facciamo. Pamukkale è un vero e proprio
luogo di "attrazione turistica" per le sue famose vasche di travertino
per la cui visita si paga 5 lire.
Si
tratta di una vera e propria meraviglia della natura,probabilmente unica al
mondo.Da millenni le acque calde minerali scorrono dai fianchi della collina che
si trova dietro il sito ed hanno formato dei travertini straordinari che nè
architetto,nè scultore avrebbero potuto fare.
Le
acque termali che costituiscono un insieme di terrazze in travertino di un
bianco immacolato che dà l'idea di una fortezza,hanno ispirato la popolazione
locale nel dare il nome a questo sito:Pamukkale infatti significa "Castello
di cotone".I travertini formano dei grandi gradini che scendono verso valle
con una serie di vasche più o meno grandi a semicerchio.Si legano gli uni agli
altri con stallatiti di aspetto magnifico.La vista è sorprendente la sera al
tramonto quando i suoi raggi rosati si posano sul biancore del luogo.Tutto
sembra allora trasformarsi in un paesaggio lunare.
Nel
punto in cui le acque escono dal profondo della terra hanno una forte pressione
per cui il bicarbonato di calcio concentrato evapora ed il carbonato di calcio
si deposita.Forma con il tempo questo stupendo travertino di un bianco
splendente.
Dirigendosi
verso l'ovest dell'altipiano si giunge ad un posto che assomiglia ad una
salina.Da lì cominciano le terrazze che scendono a cascata fino a valle creando
l'incomparabile bellezza di Pamukkale.
Le
sue sorgenti alimentano da una parte l'antica Alaşehir (l'antica
Filadelfia) a 70 chilometri a nord-ovest e,dall'altra parte,l'ovest della Valle
del Menderes fino al mar Egeo.Formano così un elemento di tutto un sistema
fluviale.
Quanto
alla città di Hierapolis,trovandosi vicina alle sorgenti,si è sviluppata
nell'antichità intorno ai templi ed ha lasciato segni profondi soprattutto
dell'epoca romana e cristiana.Le vestigia grandiose di Hierapolis formano con i
travertini unici al mondo un insieme molto armonioso.
La
città ellenistica di Hierapolis,fu costruita sull'esempio delle città ioniche
di Priene e Mileto secondo un piano a scacchiera dominato da un'arteria
principale.Questa,orientata in direzione nord-sud divideva la città
in due zone.La via era adornata da un duplice portico.
Su
ognuna delle due estremità di questa via si potevano ammirare le porte
monumentali;ora esistono solo alcuni segmenti delle colonne e dell'architrave
del periodo ellenistico.Lungo questa strada si può notare una parte dei
monumenti del periodo romano.
La
Via Principale che va da nord a sud e divide la città in due quartieri
è completata ad ogni estremità da una porta.Esse sono dette le Porte
Bizantine: ciascuna aveva una sola volta ed un merlo per la difesa ed erano
affiancate da due torri a base
quadrata.Le arcate e le mensole portano simboli cristiani perciò si può dedurre che siano state costruite verso la fine del IV secolo
o agli inizi del V.
Più
avanti ci si imbatte nel Tempio di Apollo Archegete che,nell'antichità
rese famosa Hierapolis.Posto al suo fianco sorge il Plutonium che non è
altro che una piccola grotta nella roccia,alta circa quanto un uomo.Si credeva
che Plutone,Dio delle tenebre e della cattiveria,abitasse sottoterra e mandasse
all'umanità un gas velenoso atraverso questo orifizio.
Oltre
l'Arco di Domiziano s'incontrano le rovine delle Terme romane e
una straordinaria Necropoli(cimitero) che si estende per diversi
chilometri verso nord con tombe di tutte le forme e dimensioni,alcune delle
quali davvero splendide.
Al
centro della città,addossato alla collina di Messoghis si trova uno dei teatri
meglio conservati e più estesi dell'Asia.Il Teatro romano con oltre
12000 postia sedere per gli spettatori fu costruito in due fasi dagli imperatori
Adriano e Settimio Severo e successivamente restaurato negli anni 70 da
scalpellini italiani.
Dal
teatro si imbocca uno dei sentieri che conducono in salita giungendo così al Martirio
di San Filippo apostolo,una straordinaria costruzione ottagonale eretta sul
luogo dove si ritiene che San Filippo abbia subito il martirio.Gli archi delle
otto cappelle separate sono contrassegnate da croci; la vista da qui è
magnifica.
Scendendo,sulla
nostra sinistra,le terme romane conservate in buono stato e trasformate più
tardi in basilica.
La
nostra visita dunquè è terminata e stanchi torniamo al nostro albergo;per cena
un paio di zuppe,degli şiş di carne,un'insalata.
Poi
un pò di relax in un "palchetto" sistemato nel giardino con dei
confortevoli cuscini e tappeti,sorseggiando un paio di birre....
Venerdì
5/8/05
La
meta di oggi è Selçuk,cittadina a pochi passi da Efeso. Lasciato
l'Allgau Hotel ci dirigiamo verso la strada principale per prendere un dolmuş
che ci porti fino all'otogar di Denizli e da lì cambieremo ,in direzione Selçuk.I
primi dolmuş che passano sono pieni zeppi di gente quindi non ci resta che
aspettare,in attesa che ne passi uno meno affollato.Accanto a noi un gruppo di
turiste giapponesi che viaggiano con i loro trolley giganteschi e già mi chiedo
come faranno a farceli stare nel portabagagli di un piccolo dolmuş....chissà
che scene da circo...
Eccolo
che arriva e,seppur,a stento (anche questo non scherza in fatto di
affollamento)saliamo su pagando 1.25 lire a testa.Giungiamo all'otogar e subito
andiamo in cerca di un bus per Selçuk;parte
all 11 ma è strapieno di gente così non ci resta che prendere quello
successivo che partirà alle 12 e mezza.
Abbiamo
un bel pò di tempo a disposizione così ci sediamo in un "bar"
sorseggiando vari tipi di the,tranne l'elma çay per le sue note virtù
rilassanti.....
Finalmente
giunge l'ora di partenza ma già da subito sembrano esserci i primi disguidi e
le prime incomprensioni:pur avendo pagato il biglietto per la tratta Denizli-
Selçuk ci "scaricheranno"prima di giungervi poichè l'autobus
proseguirà (per un'altra strada) per Didime. Ovviamente chiediamo
spiegazioni che però,nessuno ci sa dare....
Fatto
sta che ad Aydin(località in cui il bus devia) ci tocca scendere
ma,fortunatamente,c'è un dolmuş che parte tra una mezz'ora e che ci porterà
fino a Selçuk e senza sborsare nemmeno una lira(è il caso di dirlo).
Vi
arriviamo dopo mezz'ora di strada e ,giunti all'otogar,ci incamminiamo verso la "Homeros
Pension" a cui si giunge dopo aver percorso una lunga scalinata e
consigliataci dalla proprietaria dell' Allgau Motel di Pamukkale.Una pensione
del tutto particolare,compresi i proprietari....
Ci
viene assegnata una stanza (strana pure questa) che costa 25 lire,colazione
compresa ma senza aria condizionata ( e che peccato!!!!!!!).
Saliamo
un pò in terrazza da cui c'è un'ottima vista e ci rilassiamo un pò al sole.
Più
tardi una breve,anzi brevissima visita della cittadina e dei suoi
dintorni;interessanti da vedere sono la basilica di San
Giovanni e il tempio di Artemide di cui però rimane ben poco.vi sono
solo alcune colonne a testimonianza della grandezza passata,ormai svanita....
Torniamo
alla pensione e svelti ci facciamo una doccia;l'appuntamento è per le otto in
terrazza per un "aperitivo" insieme agli altri ospiti.Deludente
constatare che l'aperitivo è composto da del vino;se fosse vino buono sarebbe
un'idea ottima ma si tratta di vino di produzione locale (tipo tavernello per
intenderci)....e che loro giudicano molto buono.....Eh, davvero squisito! Ma
visto che siamo in terra straniera accettiamo di buon grado tutto quello che ci
viene offerto...
Scendiamo
di sotto per la cena che qui la si consuma tutti assieme attorno a dei tavoli
rotondi e...niente sedie...ci si siede per terra.
La
cena stasera è a base di verdure (melanzane,pomodori,zucchine) lessate e
condite,delle polpette,un pò di insalata.Conosciamo un simpatico giovane di
Barcelona che fa lo scrittore ed è qui per trovare una fonte di ispirazione per
il libro che sta scrivendo.Solite domande e soliti racconti di chi non si
conosce e visto che ha già girato un pò la Turchia gli chiediamo cosa ne pensi
di certe zone di mare. La nostra idea sarebbe infatti quella di procedere verso Foça
o di fermarci nell'isola di Bozcaada nel tentativo di avvicinarci ad
Istanbul;egli però ci suggerisce che anche la zona di Datça non è
niente male quindi, cambiando un po' i nostri piani, decidiamo di trascorrere lì
gli ultimi giorni di vacanza(saggia decisione). Domani il nostro nuovo amico
andrà ad Efeso con l'auto che ha noleggiato e si offre di darci un passaggio
che noi accettiamo ben volentieri.
Notte
molto movimentata per il caldo insopportabile.....pare di soffocare.
Sabato
6/8/05
Ci
svegliamo presto poichè, dopo la colazione, andremo ad Efeso in compagnia del
giovane spagnolo.Decidiamo di partire di buon'ora così forse riusciremo ad
ammirare Efeso immersa nella tranquillità mattutina senza doverci fare spazio
tra la calca di gente che,più tardi,sicuramente visiterà il sito.
Dopo
aver pagato e tolto gli zaini dalla stanza (li lasceremo alla pensione per
passarli a prendere più tardi) andiamo verso Efeso;prima però ci fermiamo un
attimo all'otogar di Selçuk per comprare dei biglietti per l'autobus che alle 2
e un quarto ci porterà fino a Marmaris e una volta lì,a Datça, nostra
meta finale prima del lungo viaggio verso Istanbul.Paghiamo i biglietti 20 lire
ciascuno e frettolosamente,via ad Efeso.
Paghiamo
l'entrata 15 lire a testa e procediamo in direzione Via dei Cureti. Alla
nostra sinistra,appena dopo la biglietteria sorge il Ginnasio di Vedio e
Stadio risalente al II secolo d.c. che vantava campi sportivi,terme,servizi
igienici,palestre coperte ecc.Più oltre si trova lo Stadio,
all'incirca dello stesso periodo,che fu demolito dai bizantini:le sue pietre
finemente tagliate vennero utilizzate per costruire il castello in cima alla
collina di Ayasuluk.
Percorrendo
un sentiero fiancheggiato da alberi sempreverdi in direzione della parte
principale del sito,sulla destra si trovano alcuni resti del Ginnasio del
Porto.In fondo al sentiero si raggiunge la Strada del Porto,la più
ampia via di Efeso che era lastricata in marmo e fu fatta costruire
dall'imperatore bizantino Arcadio.Nel periodo di massimo splendore della città,scorrevano
i condotti dell'acqua e delle fogne;su entrambi i lati della via si aprivano le
botteghe e vicino al porto c'erano un ninfeo(fontana con vasca) e alcune colonne
trionfali.
All'estremità
orientale della strada del porto si trova il Grande Teatro,abilmente
ricostruito dai romani tra il 41 e il 117 d.c.Il primo teatro fu costruito in
questo luogo per la città ellenistica di Lisimaco e molte caratteristiche
dell'edificio originale sono state mantenute anche nella struttura di epoca
romana.Tra queste figura l'ingegnosa cavea,la zona che accoglieva i posti a
sedere che poteva ospitare ben 25000 persone:a partire dal palco ogni fila di
posti ha un'inclinazione maggiore rispetto a quella sottostante,in modo che
anche gli spettatori seduti nelle file più alte potevano godere di una visuale
e di un'acustica ottimali.Tra le altre modifiche fatte in epoca romana figurano
l'ingrandimento del palco e la costruzione di una parete decorativa disposta su
tre piani.
Dal
teatro,percorrendo verso sud,la Via Sacra,detta anche "strada di
marmo" dal tipo di pavimentazione,si notano i resti dell'elaborata rete
fognaria ed idrica sotto le lastre e i solchi lasciati dai veicoli a ruote,ai
quali era proibito percorrere la Strada del Porto.La Via Sacra termina presso l'embolos;alla
sue destra si trovano la Biblioteca di Celso e la monumentale Porta di
Augusto,mentre ad est,sulle pendici del monte,si estende la Via dei Cureti.
La
biblioteca originariamente faceva parte di un complesso di edifici che ora non
esistono più e per farla sembrare più imponente si fece ricorso ad un
espediente architettonico:la base della facciata è convessa e ciò contribuisce
a far sembrare più alti gli elementi centrali;inoltre,le colonne ed i capitelli
della parte mediana sono più grandi di quelli ai lati. Le nicchie della
facciata ospitavano alcune statue raffiguranti le virtù:Arete(bontà),Ennoia(pensiero),Episteme
(conoscenza) e Sophia (saggezza).
Uscendo
dalla biblioteca,sulla sinistra,si trova la Porta di Augusto che conduce
all'Agorà.
Percorrendo
la Via dei Cureti,un passaggio sulla sinistra conduce ai gabinetti pubblici per
gli uomini.Non perdetevi l'imponente Tempio di Adriano sulla sinistra,in
stile corinzio,che è ornato da magnifici rilievi nel portico e da una testa di
Medusa che tiene lontani gli spiriti maligni.
Di
fronte al Tempio di Adriano vedrete le magnifiche Case a terrazza che però
(al momento della visita)sono in fase di restauro e quindi risulta impossibile
accedervi.
La
Via dei Cureti termina presso la Porta di Ercole,costruita nel V secolo
d.c.:si trattava di una porta a due piani con rilievi raffiguranti Ercole su
entrambi i pilastri principali.Sulla destra c'è una via secondaria che conduce
ad un tempio colossal dedicato all'imperatore Domiziano (81-96 d.c.);parte
dell'edificio ospita oggi il Museo delle Iscrizioni raramente aperto al
pubblico.
La
visita ad Efeso finisce prima del previsto quindi,non avendo altra
scelta,torniamo a Selçuk.In abbondante anticipo sull'orario di partenza
dell'autobus per Marmaris tentiamo di barattare i biglietti acquistati ieri sera
con altri due per l'autobus delle 10. Fortunatamente è possibile farlo poichè
ci sono ancora dei posti liberi.
Alle
10 e un quarto il bus parte carico;oggi il "tempo del viaggio" risulta
scorrere via veloce....
Una
breve pausa per uno spuntino in un luogo di ristoro sulla strada;prendiamo un
paio di gözleme,una coca e un ayran(il tipico yogurt salato) per 7.5 lire.
Giunti
a Marmaris compriamo subito i biglietti per Datça a 8 lire ciascuno ma ci
aspetta ancora un'ora e tre quarti di viaggio...in mezzo al caldo....
Finalmente
arriviamo...Vorremmo subito trovare una sistemazione e infatti ci dirigiamo
verso il campeggio, non distantissimo dall'otogar.
Ma
una volta giunti lì scopriamo che l'"Ilica camping"
non ha posti liberi nei bungalow così facciamo dietro front alla
ricerca di un'altra sistemazione.
Sulla
via del ritorno però ci fermiamo in un posto che si trova all'angolo di una
strada:scegliamo una pizza margherita,delle polpette,un'insalata,una coca e una
birra ( 14 lire).Guida alla mano,cerchiamo un posto in cui passare le prossime
notti;stavolta però non ci facciamo fregare...non andiamo direttamente nel
primo che capita ma faccio prima un
giro di perlustrazione chiedendo un pò i prezzi e facendomi mostrare le
camere.Mi dirigo subito al "Huzur" che
stà proprio lì di fronte:una camera con terrazzo,aria condizionata,servizi
interni (non spaziosissimi),colazione,costa 50 lire.Quando giro i tacchi, il
tipo sembra voler contrattare il prezzo perchè forse ha capito che non mi vedrà
tornare....Ma io voglio vedere anche altre sistemazioni e sono sicura di
trovarne di più economiche....
Mi
dirigo,proseguendo per la via principale,verso la "Tunç Pension"
ma una volta giunta qui,mi dicono di non avere più camere;in verità il
signore che sta alle "reception" mi sembra letteralmente calamitato
dalla tv alla quale trasmettono una partita di calcio e chissà,forse è troppo
occupato per ascoltarmi.....
Mi
dirige verso la "Aşkin Pension" che
si trova proprio di fronte,dall'altra parte del marciapiede.Qui la gestione è
sotto le mani di un simpatico e disponibile vecchietto che però mi dice subito
che lui non dà camere a chi ha intenzione di fermarsi una sola sera
(??????);gli rispondo subito dicendo che abbiamo intenzione di fermarci per due
sere e,detto questo,mi fa vedere la camera.
Doppia
ma con letti separati,un bagno,un terrazzino, senza però la colazione, per 30
lire....vada per questa.Dopo aver sistemato le nostre cose
usciamo per "studiare"un pò i dintorni... vorremmo subito fare
un bagno per" toglierci" di dosso la stanchezza e il caldo ma
l'accesso al mare sembra difficile.Non è possibile infatti ,se non da alcuni
punti in cui ci sono degli scogli poichè la maggiorparte del porto è
circondata dalla banchina.Più tardi sostiamo ad un piccolo bar in riva al mare
(se così si può chiamare)...molto piacevole....L'atmosfera è molto calma e
rilassante;il sole gioca a nascondersi tra le nuvole per poi ricomparire e
infine sparire definitivamente dietro i rilievi in lontananza.I colori di questo
tramonto non esistono su nessuna tavolozza da pittore.....Ci abbandoniamo in
chiacchere,discorsi sul futuro.....
Il
tempo passa velocemente e noi sembriamo non rendercene conto;torniamo
all'albergo e dopo una doccia veloce usciamo per la cena. Purtroppo la nostra
abitudine di cenare tardi stasera non si rivela una buona idea,tant'è che,in
alcuni posti che attirano la nostra attenzione,non vi è addirittura più nulla
da mangiare.
Proseguiamo
verso il porto e ci fermiamo in un posto con alcuni tavoli su una specie di
terrazzo;anche qui non hanno un granchè ma qualcosa in più degli altri
ristoranti è rimasto. Ci mostrano le cose che possiamo (o meglio siamo
obbligati a) mangiare e che sono disposte dietro una
"vetrinetta".Tutto sembra molto buono ma noi scegliamo delle melanzane
in sugo rosso,un pò di carne,degli involtini di riso in delle foglie di vite,e
delle erbe cotte che hanno tutta l'aria di essere spinaci( che poi si
riveleranno essere alghe...buonisssime....) una birra e una coca (22.5 lire).
Siccome
siamo gli unici clienti rimasti paghiamo e poi ce ne andiamo...Sulla via del
ritorno ci fermiamo ad un bar proprio sulla strada con dei tavoli all'aperto.La
serata si prospetterà lunga poichè Michele mi introdurrà al gioco del
backgammon,appassionante, e passatempo delle prossime sere.
Domenica
7/8/05
Ci
svegliamo presto poichè per oggi la decisione comune è quella di fare
un'escursione nei dintorni di Datça toccando vari posti tra cui Knidos,interessante
per le sue rovine.
Nelle
strade,semivuote per l'ora tutt'altro che tarda,si respira un'atmosfera molto
molto tranquilla;ci fermiamo in uno dei tanti posti presenti per una breve
colazione.
Dopodichè
ci dirigiamo verso il porto dove la barca ci aspetta.La partenza è prevista per
le 10 e infatti noi ci presentiamo poco prima e saliamo a bordo dopo aver pagato
25 lire a testa per l'escursione che oltre all' entrata a Knidos comprende anche
il pranzo.
Ci
sistemiamo subito sul pontile superiore in cui ci sono alcune sedie sdraio e
nessuna protezione dal sole (tenetelo sempre presente)....Oltre a noi,per il
momento,solo una coppia di altri turisti.
La
giornata non è proprio magnifica;vi sono infatti molte nubi che oscurano il
sole che oggi non sembra volerci allietare con la sua presenza.Prendiamo il
largo verso le 10 circa,ma appena partiti un mini acquazzone si abbatte
improvvisamente sulle nostre teste;difficile trovare riparo in due sotto
un unico asciugamano quindi non ci resta altro che prenderci tutta la pioggia
addosso.Fortunatamente non molto più tardi,il sole fa di nuovo capolino tra le
nuvole ed è meravigliosa la sensazione di calore che si espande tutt'intorno.La
barca procede incessante nella sua corsa in un mare che è un pochino
mosso....Sullo sfondo isole in vista;sono le isole greche Simi e Kos.
Con
il venticello che c'è a bordo non ci si rende conto di quanto effettivamente
scotti il sole,cosa che invece si nota senz'altro nel momento in cui la barca si
ferma....credetemi,vale davvero la pena di spalmarsi abilmente di crema onde
evitare le solite e fastidiose scottature.
Dopo
circa tre ore giungiamo a Knidos
che si trova a 35 chilometri a ovest di Datça sulla punta estrema della
penisola.Qui vi sono le rovine di una fiorente città portuale risalente al 400
a.c. I dori che la fondarono furono accorti:doppiando la penisola il vento
cambia direzione e nei tempi antichi le navi dovevano spesso sostare a Knidos
aspettando che soffiassero venti favorevoli,così la città prosperava grazie ai
lavori di riparazione delle imbarcazioni,all'attività alberghiera e al
commercio.
Le
rovine sono sparse nell'area di 3 chilometri all'estremità della penisola;lo
scenario è spettacolare.Ripidi pendii terrazzati e punteggiati da piantagioni
di olivi,mandorli e alberi da frutto si innalzano al di sopra delle due baie in
cui gettano l'ancora molte imbarcazioni.Pochi degli edifici antichi sono
riconoscibili ma si può comunque apprezzare l'importanza della città
esplorando il sito.Non bisogna perdersi le rovine del Tempio di Afrodite
e del teatro,la meridiana del IV secolo a.c. e le belle incisioni
in quella che fu un tempo una chiesa bizantina.
Rovine
a parte,Knidos ha solo una piccola centrale della Jandarma,da un unico
ristorante e da un depositi per i manufatti trovati nel sito.
Seguiamo
un piccolo sentiero che scende verso il mare
dove facciamo il bagno seppur in acqua ci siano molte alghe e il fondo sia
composto da ciottoli enormi (attenzione ai piedi). Solo un bagno veloce però poichè poi torniamo alla
nostra barca che partirà entro breve tempo.Una doccia per toglierci via la
salsedine (che qui è particolarmente presente) e poi il pranzo a base di
pasta,patate e verdura assieme ad alcuni "amici" appena conosciuti.In
realtà si tratta di una coppia in vacanza che vive a Samsun e anche loro,dopo
il pranzo,ci seguono sul pontile per prendere un pò di sole (anche loro
mangiando i famosi semini).Ora però,probabilmente anche per il sole già preso
nella mattinata,mi rendo conto di quanto scotti di più tanto da non poter
resistere senza una maglietta e dei pantaloncini.Cerco allora un riparo sotto un
gommone sospeso in aria che proietta sul pontile la sua ombra...Al ritorno la
barca getta l'ancora in alcuni punti per darci la p ossibilità di fare un bagno
anche se (per me)l'impatto con l'acqua,dopo la scottatura,si rivela
"devastante";decido di stramene allora seduta buona buona onde evitare
di diventare ancor più rossa di quello che sono ed essere così motivo di riso
per tutti gli altri occupanti della barca.
Tornando
verso Datça costeggiamo l'ultimo tratto di mare in cui ci sono numerose e
magnifiche calette,tante insenature nella roccia dove l'acqua giunge con un
impeto tale da proiettare gli schizzi fino su,in alto.E poi il suo
colore...sempre più irreale ma bellissimo.
All'arrivo
a Datça alle 7 e un quarto ci sentiamo un pò strani ma, sicuramente,questa
sensazione è data dal tanto sole e dal continuo "sballottare"della
barca,tant'è che mi sembra di esserci ancora sopra...Dopo una doccia
rinfrescante usciamo prima del solito per la cena,per non rimanere fregati anche
stasera e doverci sempre accontentare degli avanzi.Ci fermiamo nel posto scelto
per primo ieri sera, dove tutto aveva l'aria di essere così buono...Anche ora
non hanno un granchè ma non possiamo "levare le ancore" per la
seconda volta quindi ci fermiamo e sediamo a dei tavoli che si trovano
all'esterno,sul marciapiede.Ci portano zuppa allo yogurt,moussaka,okra o bamya
(peperoncini verdi ma non piccanti),peperoni ripieni di riso e spezie,dell'acqua
(12.5 lire).Come detto precedentemente la sera procede al ritmo del nuovo
gioco:il backgammon...fino a tarda notte....
Lunedì
8/8/05
La
giornata di oggi sarà un pò all'insegna dell' "ozio" visto che siamo
costretti a rimanere nei dintorni;stasera infatti partiremo con l'autobus verso
Istanbul.Ieri all'arrivo a Datça (onde evitare spiacevoli soprese) abbiamo
comprato i biglietti prenotando così i posti sull'autobus che partirà stasera
alle otto e arriverà ad Istanbul in mattinata.
Ci
incamminiamo in direzione dell'otogar poichè vorremmo andare ad Eski Datça
ossia la parte vecchia ed originaria del paese.Prima però ci fermiamo in una
piccola panetteria-bar nella quale prendiamo un paio di the,dei dolcetti di
pasta frolla ed una specie di "tortino" di spinaci (7 lire) per una
"modesta" colazione.
I
minibus che sono diretti nelle vicinanze si fermano e ripartono ad un piccolo
otogar che si trova quasi nel centro del paese;ve ne sono alcuni diretti a Pamucak
(spiaggia incantevole) ed altri che proseguono verso altre mete.Di dolmuş
diretti ad Eski Datça però
nemmeno l'ombra....In una pensilina sul marciapiede però vi è un foglio appeso
con gli orari dei minibus che vanno in quella direzione e (in teoria) il
prossimo dovrebbe passare verso le 11.Abbiamo un pò da aspettare quindi
facciamo due passi nei pressi, in strade mai visitate prima che percorrono un
tratto di litorale molto tranquillo.
Finalmente
il dolmuş arriva rispettando così l'orario affisso;saliamo e dopo pochi
minuti siamo già ad Eski Datça.Paghiamo 1 lira a testa il breve percorso.
Scendiamo
di fronte ad un bar con un piccolo pergolato dove ci fermiamo e prendiamo un
paio di the circondati da alcuni simpatici vecchiettini che cercano di passare
il tempo chiacchierando tra loro,anche perchè qui non c'è molto altro da fare.
Il
villaggio è situato verso l'entroterra ed è tranquillissimo....Per le stradine
di ciottoli incontriamo solo alcuni turisti francesi mentre l'unico rumore è
dato dal frinire incessante delle cicale.Vi è una moschea e molte vecchie case
in pietra alcune delle quali sono state ristrutturate con cura.Negli ampi
giardini di alcune di esse vi sono molte piante con dei fiori dai colori
accesi,unici e particolarissimi.Vi sono anche un paio di pensioni per chi
volesse godere di pace e tranquillità che qui senz'altro non mancano.In poco più
di mezz'ora abbiamo fatto il giro completo.....
Alla
fermata dei dolmuş aspettiamo pochi minuti;avendo ancora del tempo a
disposizione non torniamo a Datça ma scendiamo dopo pochi chilometri a Reşadiye
altro piccolo centro,abitato ancora meno che Eski Datça .Anche qui una breve
passeggiata per le vie principali che sono solo un paio;ci sediamo ad aspettare
sul marciapiede di una casa privata.Una gentile signora esce con un vassoio di
fichi e dell'acqua, porgendoceli gentilmente.Mangiamo e beviamo e quando poi
entriamo in casa per ringraziarla vorrebbe invitarci a pranzo;ma a noi
sembra (ed è) davvero troppo...
Al
ritorno a Datça passeggiamo con
gran calma nelle vicinanze del porto osservando un pò le scene del momento,le
persone che passeggiano,quelle che si divertono in mare....
Per
pranzo mangiamo un paio di gözleme con formaggio,verdure e carne,una birra e un
ayran ( 10.5 lire),tutto molto lentamente vista la gran quantità di tempo a
disposizione...
Più
tardi gli ultimi acquisti e poi ci
fermiamo per più di un paio di ore in un bar con un terrazzo osservando le
numerose barche che attraccano al porto;ad ogni arrivo lo stesso
"rituale" da svolgere meticolosamente perchè ogni manovra sbagliata
potrebbe avere delle conseguenze nefaste per la propria barca,ma anche per
quella dei vicini..
Il
tempo sembra passare lentamente ma si avvicina sempre più l'ora di
partire;verso le 6 e mezza facciamo ritorno all'albergo per prendere i nostri
zaini,dopodichè all'otogar dove alle otto partiremo per Istanbul.Il viaggio
durante la notte sarà tutt'altro che pesante; i tappi alle orecchie si
riveleranno un'ottima idea....
Martedì
9/8/05
Verso
le 6 e mezza apro gli occhi e mi sembra di essere ormai nelle vicinanze di
Istanbul...sensazione errata visto che incrociamo un cartello su cui Istanbul è
segnata a 187 chilometri....meglio quindi dormire ancora un pò.Al risveglio
siamo quasi fermi in coda,nel tentativo di salire su un traghetto che ci porterà
aldilà del Mar di Marmara e
raggiungere poi Istanbul.Non riusciamo però a capire quale è
il tratto di strada percorso durante la notte
per giungere fin qua e di conseguenza non sappiamo nemmeno in quale dei
tanti porti ci stiamo imbarcando.La giornata non è bellissima,anzi ci sono
molte nubi minacciose che sembrano portare un sacco di pioggia...speriamo non
succeda...
In
meno di mezz'ora giungiamo di nuovo sulle terraferma ma per arrivare ad Istanbul
ci vorranno ancora un paio d'ore;l'autobus si ferma per far scendere i
passeggeri in parti periferiche della città.Siamo sempre più pochi ad essere
diretti verso la grande città.Finalmente verso le 10 e mezza circa giungiamo
all'otogar:le sue dimensioni sono enormi,fa "paura" solo a
guardarlo....Scendiamo indolenziti dopo tutte le ore che abbiamo passato seduti
senza poterci un pò sgranchire le gambe;saliamo su un minibus che ci porterà
fino ad Aksaray e poi proseguiremo con i mezzi pubblici verso Sultanameth.Una
volta a bordo però l'autista per 10 lire è disposto a portarci direttamente
fin là.
Scendiamo
in prossimità della Moschea Blu e subito ci diamo da fare per trovare un
posto per la notte;ci incamminiamo verso Kutlugün Caddesi ma i primi
ostelli sono tutti pieni e in
alcuni sparano prezzi che ci sembrano un po' esagerati. L'ultimo che si trova
sulla stessa via è Old youth Hostel;
anche qui ci chiedono 40 euro per la doppia ma a quanto pare questo è
il prezzo che gira. Dopo una doccia usciamo subito perchè non è proprio il caso
di perdere altro tempo visto che mezza giornata se ne è già andata.
Essendo
lì vicini visitiamo per prima la Moschea Blu.Si trova proprio sopra l'ippodromo
ed è una costruzione dalle dimensioni notevoli sebbene non raggiunga mai la
vicina Santa Sofia. Anteriormente vi è un cortile curatissimo con fiori
e piante di ogni tipo e una fontana per le abluzioni;è fiancheggiato sui tre
lati da un porticato che nelle stagioni calde poteva fungere da luogo di
preghiera,meditazione o studio.
Essendo
turisti stranieri dobbiamo entrare dalla porta meridionale mentre i fedeli
entrano dalla porta principale.La cupola della Moschea Blu è sorretta da
quattro enormi pilastri,una soluzione di supporto poco elegante ma solida.Nel
cortile interno alle mura della moschea vi è un separè imperiale rivestito da
una grata di marmo;da notare anche il frammento della sacra pietra
incastonato nella nicchia che si trova in direzione della Mecca e viene
definita mihrab.Per ora non possiamo entrare poichè per i fedeli è l'ora della
preghiera e in questi momneti non è consentito
proprio per non disturbare.
Procediamo
verso Santa Sofia che si trova a pochi passi;dopo una coda relativamente breve
paghiamo l'entrata di 15 lire e procediamo nella visita.
Aya
Sofia è uno degli edifici più imponenti della città vecchia. L'imperatore
Giustiniano la fece costruire nell'ambito degli interventi per riportare
l'Impero Romano alla sua antica
grandezza. Entrando, poco prima della porta imperiale,sollevando lo sguardo si
può ammirare lo splendido mosaico di Cristo Pantocreatore.Varcando la
porta si apre la magnifica cupola principale.Il senso di spaziosità della
navata,i milioni di tessere che ricoprono l'interno della cupola
fanno rimanere sbalordito chiunque.Nella navata laterale a sinistra della
porta imperiale si trova la Colonna Piangente rivestita da un foglio di
rame con un buco.Secondo la leggenda,se ci si infila dentro un dito e si esprime
un desiderio,questo si avvererà se il dito ne esce bagnato.
Il
vero splendore di Santa Sofia è dato però dai suoi sfavillanti mosaici.In
alto,sotto la cupola,si possono scorgere dei mosaici del IX secolo raffiguranti
Sant' Ignazio il Giovane,San Giovanni Crisostomo e San Teodoro di Antiochia.I
mosaici più belli si trovano però all'estremità meridionale della galleria:al
centro è raffigurato Cristo con la Vergine Maria e alla sua sinistra e
Giovanni Battista alla sua destra.In fondo alla galleria meridionale c'è il
famoso mosaico che ritrae l'imperatrice Zoe.
Entrando
nel passaggio che conduce all'esterno,guardando in alto sopra la porta,si vede
la Madonna con Bambino,uno dei più bei mosaici della chiesa,risalente
alla fine del X secolo.
Il
tempo passa e velocemente ci dirigiamo verso la Rüstem Paşa Camii.
Per arrivarci passiamo per il bazar delle spezie ma solo nella sua parte
iniziale...La moschea per molte persone passa del tutto inosservata poichè non
si trova a livello della strada:bisogna cercare una porta e una scalinata che
porta in alto.
Costruita
nel 1560 la sua particolare bellezza è data dalle ceramiche di Iznik di cui
sono rivestiti sia l'interno che l'esterno.
Proseguiamo
attraverso il bazar oltrepassando negozi che vendono di tutto,dalle noci alla
frutta secca,agli imballaggi,alla ferramenta e gli scenari,gli odori e i suoni
presenti lo rendono uno dei quartieri più affascinanti mai esplorati.Giungiamo
nei pressi della moschea Süleymaniye Camii, la più grande di
Istanbul.Essa sorge in cima a uno dei sette colli di Istanbul e rappresenta uno
dei simboli e dei punti di riferimento più belli della città. L'interno della
moschea toglie il fiato per le sue dimensioni ed è gradevole per la sua
semplicità.Ci sono poche decorazioni,ad eccezione di alcune belle
maioliche,splendide vetrate colorate e quattro massicce colonne.
Nel
cimitero annesso alla moschea vi sono le tombe di Solimano e della moglie.
Torniamo
verso il bazar tra un sacco di gente indaffarata a comprare,ad ammirare le merci
esposte usiamo un sottopassaggio che ci porterà al di sopra del Ponte di
Galata.Vi sono molti pescatori che da qui amano gettare l'amo,alcuni poi
vendono i pesci presi;venditori ambulanti che espongono la loro merce,e sotto al
ponte alcuni caffè e ristoranti.Lo percorriamo e poi proseguiamo
in direzione della Torre di Galata addentrandoci nel quartiere Beyoğlu.
La torre fu costruita dai genovesi nel 1348 quando questa zona faceva parte
delle loro colonie commerciali; successivamente fu adibita a prigione,a
osservatorio e quindi a posto di vedetta antincendio. L'entrata
costa 8 lire, dopodichè un ascensore porta i visitatori fino al settimo
livello.Una volta qui basta salire ancora una rampa di scale e giungere così
sul "tetto panoramico":offre una vista eccellente del panorama sul
Bosforo,sul Mar di Marmara,su altre parti della città ed è un otti mo punto da
cui scattare alcune fotografie.
Proseguiamo
in direzione Piazza Taskim, cuore della moderna Istanbul. E' infatti il
posto in cui si può assaporare il lato moderno della città con i suoi numerosi
caffè,bar e ristoranti ma anche luogo di alcuni tesori architettonici.La
passeggiata è lunga ma procediamo
abbastanza speditamente lungo le vie di questo quartiere.Stanchi e in
prossimità di Karaköy saliamo su un tram che ci porta fino a
Sultanameth (1 lira ciascuno).Una volta qui,una doccia al nostro albergo e poi
usciamo per cenare,stanchi ma fieri e contenti della giornata trascorsa.In
serata non perdetevi lo "show" davanti alla Moschea Blu;una voce
narrante (non so cosa visto che parla in turco) fa da sfondo ad un magnifico e
sapiente "cambio di luci" che assegnano alla moschea un'aria ancora più
maestosa.
Stasera
scegliamo un posto nelle vicinanze in cui consumiamo l'ultima nostra cena con un
cheeseburger,delle patatine,un şiş e due coche (28 lire).Due passi,un
budino di riso e poi la nostra ultima notte in Turchia....
Arianna ari27_blueyes@yahoo.ca
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