Vietnam e Uzbekistan
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Uzbekistan,ottobre 2004
SULLA VIA DELLA SETA
Questa regione un tempo faceva parte di antichi stati persiani, tra cui la Battriana, Corasmia e Sogdiana. Sotto la dinastia Kusana, si diffuse il buddismo, e attraverso una diramazione della via della seta iniziarono i commerci con il resto del mondo, favorendo lo sviluppo e ricchezza della proprie città.
Con il declino della dinastia Kusana, il territorio tornò sotto la dinastia persiana dei Sasaniti. Nel VI sec arrivano i turchi kok, dalle steppe del nord, mentre nel VIII, gli arabi introdussero la religione mussulmana.Dopo di essi ritornano i persiani Samanidi intorno al X sec, facendo si che Bukhara diventi una città nevralgica nella regione, un centro intellettuale religioso e commerciale. Lo scià dell’ Asia centrale governò fino all’arrivo di Gengis Khan nel XIII sec., fino alla presa di potere da parte di Temerlano, lo spietato condottiero, che fece di Samarkanda, una splendida città islamica e architettonica. Il nostro giro inizia da Teskent, la capitale dei giorni nostri e del passato, anche se alternata a Samarkanda , ma poi ripreso il titolo sotto lo Zar di Russia, visitando mercati madrase, moschee di cui è ricco tutto il paese e dintorni come Khast imom dove risiede il gran Mufti. Come ogni citta anche la capitale è divisa in due parti, quella costruita nell’ era sovietica e la parte islamica; da qui possiamo spostarci a Samarcanda (si proprio la famosa Samarcanda !!!!),la città costruita da Tamerlano,e suo nipote Ulughbeke conquistata da Alessandro Magno, che la trovò ancora più bella di come era descritta Marakanda(il suo antico nome!).Qui si susseguirono turchi, arabi,persiani fino ai mongoli, tutti gli scià della Corasmia governarono la città, fino all arrivo della furia di Gengis khan, causando la fine della città, se Tamerlano non decideva di farne la propria capitale, ma nel XVI sec gli Shaybanidi uzbeki, prendendo il potere portarono la capitala a Bukhara, e da allora inizio il declino di Marakanda.
In seguito un emiro di Bukhara cercò di far rivere la città, ma il massimo di vitalità lo raggiunse con l’ arrivo dei russi, che la collegarono su strada ferrata al resto dell’ impero, e proclamata capitale della ex Repubblica Socialista Sovietica fino a che non fu sposata a Taskent. Da non dimenticare di visitare la citta natale di Tamerlano Shakhrisabz, con i suoi monumenti, attraverso le colline dello Zerravshan, diventata strada nevralgica, durante l’ invasione sovietica dell’ Afganistan, da qui passavano truppe e rifornimenti militari.
Un
altro gioiello da non perdere,
Bukhara, considerata la città piu sacra dell’ Asia centrale, con la sua parte
vecchia ancora abitata, intorno alle sue vasche chiamate Hauz, dove un tempo la
popolazione si approvvigionava di acqua.Quando arrivarono gli arabi nella città,
la trovarono un centro commerciale già fiorente, ma comunque persero presto
l’ entusiamo rivolto alla città, diventò intorno al X sec la capitale del
regno Samanide,diventando un pilastro religioso, resa ancora piu bella dalla
fantasia e l’interessamento dei persiani per le arti, infatti fu un periodo
molto ricco di filosofi scienziati. comunque cadendo anche lei sotto Gengis Khan
e la dinastia di Tamerlano.Nel XVI sec rifiorì, diventando un Khanato
importante Shaybanide, principale
regno dell’ Asia centrale,mentre intorno al 1700 con l ultimo emiro, la citta
ormai allontanata dalla via della seta, fu annessa come protettorato all’
impero zarista.
Degno
di importanza anche i dintorni di Bukhara , dal Palazzo dell’ emiro, al
mausoleo sufi di Bakhautdin Naqshband al
complesso Chor-Bakr, un insieme di necropoli, una moschea del venerdi, tombe,ed
un edificio per ritiri mistici.Continuando il percorso attraverso il deserto di
Kyzylkum, spostandoci verso nord ovest si giunge a Urghench capitale del
provincia di Khorezm, e poi la magnifica Khiva
racchiusa nel suo centro storico rimasta ancora integra all interno delle
mura. Una città museo, piena di vicoli madrase
moschee e palazzi .Situata nella provincia della Corasmia, fonti sicure
ne danno l esistenza già nel XIII sec come fortezza e stazione commerciale
lungo la via della seta, ma sempre centro secondario che viveva all ombra della
capitale della Corasmia Konye-Urghench in Turkemenistan, sulla diramazione che
portava al mar Caspio.Ma fù soltanto dopo la distruzione della presente
capitale da parte di Tamerlano che Khiva rifiorì, diventando nel XVI sec la
capitale della Corasmia con una potenza superiore a Bukhara degli Shaybanidi
uzbeki, ma quello che predominava nel commercio di questa città, era il mercato
degli schiavi, tra le tribù kazake e turkmene,deportati dal deserto del Karakum.
Nel 1740 Khiva e tutta la regione
passa alla Persia, anche se in seguito il suo ruolo commerciale diminuì, restò sempre un prosperoso mercato di schiavi. Dopo alcune
spedizioni, e la liberazione di schiavi russi, una ulteriore spedizione contro
il Khanato di Khiva la fà capitolare senza grosse reazione da parte del Khan,
solo con poche battaglie, fu proclamata la Repubblica
Popolare di Corasmia, diventando poi in seguito una Repubblica Socialista
Sovietica. Da qui si continua ancora verso nord e ci troviamo a Moynaq, nel
Karakalpakstan, dove ad attenderci
all’ entrata della città un
cartello con disegnato un pesce e un peschereccio monumentale su di in
piedistallo starebbero ad indicare una città portuale, ma invece dell’ acqua,
a parte un rivolo, si vede soltanto un paesaggio desolato,sabbioso , salato e la
flotta peschereccia insabbiata, che
un tempo era il lago d’ Aral.Questa città
fiorente mercato del pesce con annessa industria per la produzione, dagli
anni sessanta ad oggi ha perduto 2/3 delle sue acque, a causa del piano
quinquennale dell unione sovietica a dare spazio alle coltivazioni di cotone, e
quindi cambiando il corso del fiume Amu Darya.Per trovare le acque
bisogna inoltrarsi per 40 km, questo disastro ecologico ha fatto della
zona la regione piu povera dell’Uzbekistan, da dove chi può fugge ,
evitando anche i cambiamenti climatici con estati torride , inverni rigidi e
tempeste di sabbia.
Rientrando
nella capitale Taskent possiamo spostarci verso est, attraversando il passo
Kamchik, una pianura che si estende tra i monti Tian Shan e i monti Alay,la
valle di Fergana, la parte più fertile di tutta l’ Asia centrale, anche se
non ha una grande cultura religiosa architettonica; ma conosciuta nel
passato come oasi per le tribù che venivano da est, e poi in seguito con la
citta di Kokand diventò un Khanato di grande importanza insieme a Khiva e
Bukhara, crocevia per chi si dirige verso Kasghar e osh, un tempo abbracciò la
religione buddista portata qui dalla dinastia indiana Moghul, poi in seguito
entrò l’ islam con l arrivo degli arabi. Dopo la fine del regime
sovietico dove era proibito professare la religione, la zona diventò focolaio
religioso, e resistenza al regime di Karimov filosovietico, diventando per un
certo periodo centro religioso in clandestinità Wahabita :le città da visitare
di questa fertile pianura oltre Kokand, sonoFergana, Margilan, Andijaan.
Con
la visita del palazzo del Khan di Kokand, termino questo breve racconto sulla
magica Via della seta, dove tra notizie, informazioni del luogo, monumenti
architettonici, e un pizzico di fantasia, spero di aver fatto rivivere questa
aerea durante il suo massimo splendore.
Vietnam, ottobre 2005
TUTTO VIETNAM
Vietnam di Anna
Questi gli appunti di viaggio che il viaggiatore solitario inviava alla sua donna. Forse un alito di vento che lo sfiorava gli riportava alla memoria le sue carezze, forse due occhi scuri a mandorla gli ricordavano lo sguardo di lei ed allora lui cercava un internet point e le scriveva.
6 Ottobre 2005 ore 17.00
Tutto bene, giornata piena oggi fra templi, pagode, musei e storia di Ho Chi Minh, sono appena tornato dallo spettacolo delle marionette sull’acqua, arte molto antica e diffusa qui.
Sono le 22.00 e vado a letto, domani giornata molto impegnativa solo per vedere la pagoda dei profumi, parto alle 7.00 e torno alle 18.00.
Mi trovo ad Hanoi, sabato sera partirò per Sapa al nord per visitare villaggi di montagna e minoranze etniche, successivamente tornerò ad H
anoi e mi sposterò nei dintorni, andrò alla baia di Halong e poi inizierò a tappe ad andare verso sud.
8 Ottobre 2005 ore 07.15
Adesso sono le 12.00 e giro per mercati aspettando di prendere il treno stasera alle 21.30 per Sapa al nord del paese. Arriverò verso le 5 della mattina. Ora vado a mangiare qualcosa, penso riso o nodles di riso o soia con verdure e tofu. Ieri ho fatto una bella escursione alla pagoda dei profumi, stancante ma bella,, ci vogliono tre ore di autobus per arrivare al fiume, poi 2 ore di barca a remi e poi 2 di trekking per salire sulla montagna dove ci sono una serie di pagode, luogo sacro e di pellegrinaggio in vari periodi dell’anno, ma la pagoda dei profumi è caratteristica perché l’ultima è inserita in una grotta. Penso che presto arriverà il turismo di massa in questi luoghi, stanno già costruendo una cabinovia e tutta l’atmosfera che regna ora, svanirà, non sarà più necessario, comunque, farsi questa salita a piedi.
Domani sarò a Sapa fra le minoranze etniche del nord che i francesi chiamavano montagnard, clima più fresco, alcuni giorni li passerò qui tra Sapa, Lao Cai, Bac Ha, tra le montagne, la più alta il Fansipan, dove forse attraverserò il passo.
12 Ottobre 2005 ore 17.55
Sono tornato stasera alle 21 da Bac ha che dista 70 km. da Sapa, mi sono alzato alle 6 e sono andato al mercato per vedere le donne H’mong fioriti, etnia predominante in questo villaggio, a Sapa ho visitato il passo Trong da dove si può osservare il monte Fansipan. Ho fatto due giorni di trekking scendendo la valle per circa 70 Km. dormendo e mangiando in villaggi Hmong. Qui la popolazione è formata da H’mong neri, Thays e Dzao rossi.
Alle 8.00 sono partito da Bac ha , arrivato a Lao Cai da dove parte il treno sulla linea per la Cina, partenza alle 10.30 arrivo alle 20.30 ad Hanoi.
Ormai sono pratico di parte della città, sono uscito dalla stazione e sono andato subito in albergo nel quartiere vecchio di Hanoi vicino al lago Hoan Kiem, sono andato a mangiare ed ho acquistato il biglietto per domani mattina per la baia di Ha long, comprato acqua, succhi di soya, due tavolette di cioccolato ed una baguette, tradizione rimasta dai coloni francesi.
15 Ottobre 2005 ore 12.45
Sono a Ninh Binh, arrivato oggi da Halong bay, bellissimo posto, ieri sera ho dormito all’isola di Cat ba, fra le più grandi della baia, sotto protezione dell’Unesco, paesaggi mozzafiato, rocce che spuntano dall’acqua, grotte da visitare, villaggi di pescatori galleggianti e da mangiare pesce a volontà.
Domani visiterò sporgenze rocciose come ad Halong, ma invece di uscire dall’acque si trovano nelle risaie, poi ci saranno templi, pagode e villaggi galleggianti con i loro mercati.
Resterò in zona per due giorni poi partirò per Huè, forse prenderò un autobus, sai ci sono caffè che organizzano spostamenti ed escursioni, a prezzi moderati, in questa zona è troppo complicato trovare mezzi fai da te è anche un pò difficile farsi capire, oggi sono venuto con un bus pubblico da Halong, ma per Huè ci vogliono 10 ore per cui prenderò quello più confortevole che passa dall’albergo proveniente da Hanoi: ogni tanto qualche confort, aria condizionata ecc.
Domani prenderò una moto con conducente e vedrò dove posso andare, sai quando capiti in certi alberghi hai le notizie che ti servono, altrimenti nessuno parla inglese perciò sfrutterò il momento dato che il figlio del proprietario del mio hotel lo parla.
17 Ottobre 2005 ore 11.11
Sono sempre a Ninh Binh, oggi un pò di relax, dovrò aspettare le due per prendere un autobus questa volta confortevole per Huè. Sai ci sono due circuiti, quello normale del trasporto pubblico e quello per i turisti organizzato da alcuni alberghi o internet point o cafè, a volte anche se non mi piace devo prenderli perché non ho alternativa, in questi circuiti parlano inglese, ti danno informazioni e ti portano da un albergo all’altro del circuito. Farò 10 ore di viaggio in bus ed arriverò ad Huè città culturalmente ricca, mi fermerò li qualche giorno. Ieri ho visitato con moto a noleggio ed autista, sono stato fortunato perché l’albergo fa parte del circuito e stasera il bus mi preleverà proprio qui.
Ieri ho visitato Kenh ga, la vita come scorre su di un fiume, prendendo una barca e poi Tam Coc con le rocce che escono dalle risaie. Ho visto pagode , posto molto turistico, una pagoda è a due piani, il secondo scavato nella roccia, devi sapere che nei templi vengono venerati notabili ed imperatori, nelle pagode si svolgono funzioni religiose buddiste.
23 Ottobre 2005 ore 12.10
Già passato il passo delle nuvole e visto i resti dell’antica civiltà Cham a Danang e Hoi An, a Danang c’è un museo Cham molto molto interessante e il tempio caodaista. Domani partirò per Nha Thrang, un altro sito dell’impero Champa. Oggi un acquazzone monsonico, tutto il giorno, sono le 17, per recarmi al sito ho preso un bus e poi sono tornato in barca, con fermata in un villaggio sull’acqua dove lavorano legno, stoffe ecc.
Ormai il viaggio volge la termine, dopo Nha trang penso di recarmi all’interno sull’altipiano a Dalat e poi Ho Chi Minh.
Dopo il passo ieri, ho visitato Mourble mountain, distante da Danang 30 km., un sito composto da 5 colline, un posto fantastico, pieno di templi e pagode scavati nella roccia o in certe grotte grandissime.
Speriamo che domani questo monsone passi, di solito dura poche ore invece piove da stamani, è già la seconda escursione che faccio sotto l’acqua, qui a sud è più piovoso, per fortuna al mercato di Hoi An ho acquistato una mantella.
Vado a mangiare in un ristorantino dentro ad un tempio buddista che ho scoperto ieri quando sono andato ad assistere alla cerimonia di preghiera, buon cibo vegetariano per me.
28 ottobre 2005 ore 16.04
Sono arrivato ora a Saigon, a Nha Trang visto spiaggia stupenda, ma non ho fatto mare, ma pagode e Torri Cham. Domattina parto per 3 giorni sul delta del Mekong fra floating villages, templi e vita che scorre sul fiume, tornerò in città lunedì.
Sono stato a Dalat sull’altipiano a circa 1500 metri di altitudine, posto montano di villeggiatura, tra villaggi e bellissimi paesaggi di montagna, qui è insediata l’etnia Koho, ma ormai non indossano più i loro abbigliamenti caratteristici e si sono uniformati al costume vietnamita. Voglio visitare il tempio centrale Caodaista, il più grande del Vietnam a Tay Ninh
Al mio John piace moltissimo viaggiare, è curioso di conoscere ogni aspetto della vita degli altri popoli ed ama le antiche civiltà.
Lui è attirato soprattutto dai paesi asiatici, dai misteri dei loro riti, dalla bellezza pura della natura e dai volti della persone. I veloci appunti che invia servono a non dimenticare ed a trasmettere sensazioni, ma più di tutto parlano per lui le sue bellissime foto.
Nel silenzio di quei paesaggi, nell’accostamento cromatico dei costumi, della gente, dei luoghi di culto e delle abitazioni, leggo ciò che prova la sua anima e la soddisfazione che gli deriva dall’aver realizzato quel sogno preparato ed organizzato durante un intero anno.
Ad una a una le sue foto si succedono nella presentazione del mio pc ed ogni volta che mi distraggo dal lavoro e le guardo, capisco quello che lui sente quando si trova così lontano da me.
Giovanni Camici