Turchia
Appunti di viaggio 2001
di
Maurizio Moroni e
Stefania Dantini
Per la
preparazione del viaggio ci si siamo avvalsi:
·
degli appunti di viaggio: Turchia 1998 (Aldo Maroso), Che sorpresa
i Turchi (Lina Battaglia e altri), Turchia 9-28 agosto 2000 (Onofrio e Diana
Saulle), reperiti su questo sito;
·
dei due numeri speciali di "Bell'Europa;
·
della Guida Verde (Turchia) e Guida Oro (Istanbul) del Touring
Club;
·
della Guide Routard - Turchia (edizione italiana);
·
del materiale fornitoci dall'Ufficio del Turismo Turco di Roma;
·
del materiale reperito su vari siti Internet.
Equipaggio:
Maurizio Moroni (anni 54), Stefania Dantini (49), Andrea (15) e Milo (12).
Autocaravan:
Adriatik 400 2500 D
Periodo:
3 agosto - 2 settembre 2001
Premessa:
volendo dedicare
tutto il tempo a disposizione alla Turchia decidiamo di prendere il traghetto
Brindisi - Çeşme (36 ore di navigazione). Il nostro è un itinerario
circolare, relativo alla parte ovest della Turchia: da Çeşme ad Istanbul
passando per Pergamo e Troia (Truva), poi, costeggiando Ankara, sosta ad Hattuşaş,
quindi la Cappadocia (con puntata al Nemrut Daği), dopodiché, raggiunta,
all'altezza di Antalya, la costa mediterranea la percorriamo (Termessoss, Myra,
Kekova, Kaş, Efeso) fino a tornare a Çeşme; km totali 4959 (compresa
la tratta Roma-Brindisi-Roma).
Confrontando le
nostre scelte con le esperienze di altri equipaggi ci convinciamo ancor più
della loro validità. L'aver scelto la tratta Brindisi-Çeşme invece che
Brindisi-Igoumenissa ci fa risparmiare una lunga sgroppata supplementare
attraverso la Grecia guadagnando almeno 4 giorni da dedicare alla Turchia: quasi
tutti quelli che hanno fatto il percorso via Grecia si sono pentiti sia per il
caldo che per lo stress, senza considerare che il risparmio sul viaggio in nave
se ne va tutto in gasolio. Fare il giro in senso orario (prima Istanbul e per
ultima la costa mediterranea) ci evita il gran caldo e l'eccessivo affollamento
della prima metà di agosto nelle località balneari (nonché le torrenziali
piogge di fine agosto ad Istanbul). Lo scopo di questi appunti
è quello di fornire informazioni utili ai camperisti (soste, campeggi,
strade, itinerari, …), più che descrivere bellezze paesaggistiche e/o
artistiche (per quello sono molto più attendibili le guide).
Venerdì 3 agosto: partenza
Partenza alle ore
19. Per il 4 agosto si prevede traffico molto intenso, per cui decidiamo di
partire la sera del 3, un po’ per avvantaggiarsi e un po’ per evitate di
viaggiare con il caldo. Pernottamento all'Autogrill Casilina Ovest della A1
(molto affollato). Km 124
Sabato 4 agosto: verso Brindisi
Partenza ore 5.
Veniamo svegliati alle 4.30 dai clacson di molti camion perché un Tir aveva
avuto la felice idea di parcheggiare in un modo assurdo impedendo il passaggio.
Decidiamo pertanto di partire. Usciamo a Caianello per imboccare la SS 372
Telesina (Caianello-Benevento), poi, a Benevento, la A16 (Napoli-Bari). Usciti a
Bari proseguiamo lungo la litoranea verso Brindisi; il paventato traffico
intenso non c'è stato (o lo abbiamo evitato con la partenza anticipata) fatto
è che siamo in forte anticipo: decidiamo di fermarci al parcheggio per camper
di Torre Canne (segnalato sul Portolano di Plein Air) per un bagno ristoratore.
Si tratta di uno stabilimento balneare particolarmente attrezzato per i camper
(camper service, elettricità, docce calde e fredde, …), grazioso e con una
bella spiaggia (15.000 lire al giorno, 20.000 se si pernotta). Dopo pranzo
ripartiamo verso Brindisi e ci imbarchiamo al molo Costa Morena alle ore 19 dopo
aver dovuto sopportare una lunga fila sotto il sole per il check-in
(assurdamente è un'unica fila, sia per i check-in sia per l'acquisto
biglietti). Km 439
Avvertenza: anche se i depliant delle compagnie dicono di
presentarsi, per l'imbarco, due ore prima, è meglio arrivare al molo molto
prima; in primo luogo perché la fila per il check-in è molto lunga e poi perché,
a volte, le operazioni d’imbarco cominciano prima, e se si arriva per ultimi
c'è il rischio di doversi sistemare sulla rampa.
Domenica 5 agosto: rotta verso la Turchia
Non siamo stati
molto fortunati, stiamo al centro del ponte (assenza di ventilazione) e sotto il
sole, inoltre la Agios Andreas non ha l'attacco per l'elettricità per cui non
possiamo tenere a lungo accesa la ventilazione dell'oblò; cerchiamo di stare il
meno possibile nel camper, fa molto caldo. Dalle 11 alle 15 sosta a Patrasso (la
nave si svuota dei giovani diretti in Grecia); alle ore 21 attraversiamo lo
stretto di Corinto.
Lunedì 6 agosto: arrivo in Turchia
Arriviamo a Çeşme
alle 8 (ora locale). Sbrigate le formalità doganali usciamo dal porto alle ore
10,30. L'autostrada per Izmir (Smirne) è bella e deserta, le colonnine del
soccorso sono poco visibili e non ci sono distributori: solo punti sosta a volte
con servizi. Il traffico di Izmir è caotico anche per i molti lavori in corso;
lungo la strada oltre Izmir è tutto un susseguirsi di banchetti di frutta e
verdura (ottima e a costi irrisori). Ci dirigiamo verso Bergama (Pergamo). Dopo
Aliaga la strada si restringe e l'asfalto diventa molto ruvido. Al market,
termine che in Turchia sta ad indicare un piccolo negozietto con pane, qualche
scatolame e, a volte, frutta e verdura, il proprietario cerca di imbrogliarci
sul resto (1.000.000 di lire turche cioè 1.600 lire italiane), ma per loro,
specialmente nelle zone turistiche, è una specie di gioco.
Arriviamo a Bergama e ci dirigiamo al Camping Caravan (consigliato dalla
Routard). Piccolo, tranquillo, comoda piscina, servizi puliti, ottimo ed
economico ristorante a bordo piscina (cena per 4: 25.000.000 di lire turche,
pernottamento: 15.000.000). Km 201
Avvertenza: qualche ora prima dello sbarco dal traghetto,
ricordarsi di farsi consegnare, alla Reception, il modulo per l'importazione
dell'automezzo da consegnare, debitamente compilato, alla dogana di Çeşme.
Partiamo
alle 9.15 per visitare l'Asklepion e l'Acropoli di Pergamo. Per l'Acropoli si
deve passare in mezzo alla città, la strada è inizialmente larga ma, dopo
l'abitato, si restringe e bisogna fare molta attenzione perché l'incrocio con i
numerosi autobus turistici crea difficoltà (suonare il clacson in curva).
Alle 12.30 usciamo da Bergama per puntare su Troia (Truva). La strada per
Çanakkale è sostanzialmente buona ma l'asfalto è molto ruvido, ma dopo
Edremit peggiora
di
molto: più che strada asfaltata è pietrisco appena legato con asfalto (ne
incontreremo molte altre di strade così). La strada, molto trafficata, corre
lungo la costa, ma non è un bel vedere: la costa non è bella e, oltretutto,
rovinata da innumerevoli residence caotici e costruiti senza alcun criterio
urbanistico. La strada dopo Küçükkuyu piega all'interno salendo con tornanti;
il fondo è sempre molto ruvido. Arriviamo a Troia mentre il sito sta chiudendo.
I gestori dei bar all'ingresso ci offrono di pernottare "gratis", ma
con obbligo di cena, offrendoci poi l'attacco elettrico (4$) e le docce calde
(2$). E' un vero furto! e, avendo l'indicazione del depliant dei Camping
dell'Ufficio del Turismo turco preso a Roma ci dirigiamo a Güzelyali verso il
Truva Mocamp, ma abbiamo la sorpresa di constatare che è stato smantellato.
Torniamo un centinaio di metri indietro, dove avevamo visto un altro cartello di
campeggio, lo troviamo ed entriamo (purtroppo) nel Pinna Camping. Si tratta di
un "campeggio" improvvisato (è il parcheggio di un bar-ristorante,
terreno fangoso, servizi da terzo mondo, nessuna registrazione, da evitare
accuratamente, ma è tardi e siamo stanchi e dobbiamo fare buon viso a cattivo
gioco (prezzo 10.000.000 TL). Forse
era meglio cedere al ricatto del ristorante all'ingresso di Troia (in fin dei
conti la cifra in assoluto, considerando anche i km percorsi di andata e
ritorno, non erano poi tanti, ma francamente questo tipo di atteggiamento di
alcuni esercizi turchi è la cosa più spiacevole che ci è capitata e che si è
ripresentata periodicamente (per fortuna non sempre). Km 259
Mercoledì 8 agosto: verso Istanbul
Partenza ore 8.30. Visita alle rovine di Troia. A dispetto di quanto letto su molti appunti di viaggio, abbiamo trovato la visita a Troia molto interessante. Certamente chi si aspetta rovine grandiose rimarrà deluso, ma chi ha fatto le nottate sui libri a studiare le gesta degli eroi narrate da Omero non può non sentirsi emozionato nel camminare in quel sito (e poi, dopotutto; non è da lì che Enea partì per approdare sulle rive laziali?). Ci dirigiamo a Çanakkale per attraversare i Dardanelli. Le indicazioni per il traghetto (feribot) sono buone; c'è un traghetto ogni ora (12.800.000 TL) e la traversata (per Eceabat) si compie in 30 minuti (biglietteria all'ingresso del molo). La strada verso Istanbul è dapprima molto bella (come pure la costa lungo i Dardanelli), dopo, pur rimanendo buona, piega all'interno con molte salite e discese ripide fino a Tekirdag, dopodiché, di nuovo sul mare, diventa molto più trafficata passando in mezzo a residence costruiti ai lati senza soluzione di continuità. La costa diventa brutta o comunque resa brutta dalle costruzioni. Poco dopo Marmara Ereglisi la strada diventa superstrada e, in prossimità della periferia di Istanbul, il traffico si fa caotico. Arriviamo al Campeggio Ataköy (Ataköy Sahil Yolu Bakirköy - Istanbul) che è esattamente come lo descrive la Routard, cioè una struttura che ha visto tempi migliori (ma a giudizio di altri camperisti anche l'altro campeggio di Istanbul, il Londra Camping, non era meglio). Servizi fatiscenti, poche le docce funzionanti (quando c'è l'acqua) e sempre fredde, impossibile fare acqua (non c'è sufficiente pressione) e scaricare. Sulle guide dell'ufficio Turistico viene citata una spiaggia: non illudetevi, è una fogna a cielo aperto; d'altronde non c'è nessuno a fare il bagno, anzi, non c'è neppure la spiaggia ma solo una distesa di spazzatura. Alcuni camperisti romani rifiutano di pagare la tariffa intera (24.000.000 TL al giorno) ma solo il prezzo della piazzola e della elettricità, noi, per quieto vivere paghiamo ma riteniamo indegno, per una metropoli di un paese che ambisce ad entrare nella UE, un simile "biglietto da visita". Km 389
Giovedì 9 - sabato 11 agosto: Istanbul
Con l'autobus 81,
di fronte al campeggio, raggiungiamo il centro della città (Eminönü) in circa
30 minuti. Traversato il ponte di Galata e presa la funicolare (Tunël), per
evitare la salita e fare poi il percorso in discesa, visitiamo la torre di
Galata (bel panorama, visita a pagamento un po’ cara: 16.000.000 TL). Nel
pomeriggio Yeni Cami, il Bazar Egiziano (bazar delle spezie) e la Moschea di
Solimano. Il secondo giorno è la volta del Topkapi e della Moschea Blu. Il
terzo giorno Aya Sophia, la cisterna romana ed il Gran Bazar; evitiamo per
ragioni di tempo di effettuare la gita in battello sul Bosforo. Molto belle le
moschee e la cisterna romana, interessanti ma caotici i bazar e molto cari
rispetto al resto della Turchia, venditori molto aggressivi e necessità di
contrattare ad oltranza. Attorno ai
bazar è un susseguirsi di bancarelle, la merce invade marciapiedi e strade,
traffico caotico e fa molto caldo. Assolutamente
da non perdere il Topkapi (occorre una intera giornata, ristorante self-service
all'interno); molto belli sia l'Harem che il tesoro e, all'uscita, i musei
archeologici (in totale 57.000.000 TL). Un
consiglio: dopo aver fatto il biglietto per l'ingresso e per il tesoro
(stesso botteghino) dirigersi immediatamente alla seconda corte per fare la fila
per il biglietto per la visita all'Harem (visita guidata) altrimenti, visto che
entrano 30 persone alla volta, si corre il rischio di perderlo.
Avvertenza 1: per
nessuna ragione provare ad attraversare la superstrada davanti al campeggio, ma
servirsi del sottopasso a sinistra (gli automobilisti turchi hanno sempre la
precedenza sui pedoni e non si fermano nella maniera più assoluta).
A
vvertenza
2: di autobus 81 ne esistono di due tipi: in quelli a due piani si
paga direttamente al bigliettaio, in quelli ad un piano occorre inserire in una
macchinetta (che non oblietera ma inghiotte) un biglietto precedentemente
acquistato.
Avvertenza 3: come è noto, nelle moschee, le donne devono
avere il capo coperto da un foulard e non debbono portare calzoncini o gonne
corte; all'ingresso delle moschee vengono offerti foulard (lasciare offerta), ma
per motivi igienici, è meglio portarseli da casa.
Domenica 12 agosto: nella terra degli Ittiti
Partenza
ore 7.10. Superato il ponte sul Bosforo (pedaggio 2.000.000 TL) si prende, per
Ankara, l'autostrada Istanbul-Bolu-Ankara, molto bella e deserta, con molte aree
di servizio con Mc Donalds e similari, (ogni 50 km nel primo tratto un po’
meno numerose nel secondo) e numerosissimi parcheggi con acqua e, spesso,
banchetti di generi alimentari. L'autostrada si interrompe a circa 30 km da Bolu
e per riprenderla occorre affrontare una strada a forte pendenza, prima in
salita poi in discesa, abbastanza larga ma con molti camion lenti (una guida
sostanzialmente sicura ma molto impegnativa). Si rientra in autostrada prima di
Bolu, bel panorama montano, strada ottima, e ci fermiamo per pranzo all'area di
sosta "Servis Alani" tra Gerede e Çamlidere; la temperatura si è
fatta più mite. Dal grill (esterno) del ristorante Green Park prendiamo al volo
delle ottime şiş (spiedini di montone) e pirzola (cotolette di
agnello). Riprendiamo il cammino e il paesaggio, da alpino, diventa desertico
(ricorda la Spagna); panorami a 360° e si incominciano a vedere i calanchi che
solcano le alture (aperitivo di quello che vedremo in Cappadocia). Avendo già
visto abbastanza reperti Ittiti nel museo di Istanbul (abbiamo dei ragazzi e la
vacanza, oltre al lato culturale, deve prevedere anche lo svago) decidiamo di
saltare Ankara e il suo museo e di puntare verso Hattuşaş. Percorriamo
la lunga circonvallazione attorno ad Ankara, poi prendiamo per Samsun. Dopo
pochi km la strada diventa pessima, con tornanti e fondo sconnesso; dopo
Kirikkale il raddoppio della strada è in via di ultimazione. Dopo l'incrocio
per Yozgat strada a tratti decente, al bivio per Boğazkale strada bianca
(in rifacimento) fino a Hattuşaş. Pernottiamo al Camping-Motel Baskent
(Yazili Üzeri Boğazkale - Hattuşaş; consigliato dalla Routard);
piccolo (è, in pratica il parcheggio del Motel ma siamo solo noi e una tenda),
servizi pulitissimi ed efficienti e un ottimo ed economicissimo
ristorante (22.000.000 TL mancia compresa) dove gustiamo, tra l'altro, una
deliziosa musakka. Prezzo del pernottamento 8.000.000 TL!
Km 687
Avvertenza: all'uscita del campeggio Atakoy, se si vuole
andare in direzione di Ankara, seguire l'indicazione Çevreyolu che significa
"raccordo anulare".
Lunedì 13 agosto: visita ad Hattuşaş
e poi verso la Cappadocia
Partenza ore 9.20
e visita al sito ad Hattuşaş. Alla biglietteria un lavorante del sito
(che parla abbastanza bene l'italiano) si offre di accompagnarci gratuitamente
lungo i vari siti archeologici che compongono Hattuşaş. Come nel caso
di Troia non c'è da aspettarsi rovine grandiose ma ci si rende veramente conto
della grandezza e grandiosità di tali civiltà. Ad una delle numerose
bancarelle di souvenir compriamo tre riproduzioni in pietra di statuette ittite.
Alla fine della visita il nostro cicerone ci porta ad una rivendita di tappeti
dicendo che si tratta di una cooperativa (?) di cui fanno parte suoi familiari.
Riusciamo a resistere alla tentazione di comperare (i tappeti erano belli e non
cari, ma se non si resiste torneremmo con il camper stracarico!) e proseguiamo
verso la Cappadocia percorrendo la strada già indicata sui resoconti di viaggio
citati. Fino a Yozgat la strada è
tutta curve e fondo ruvido, poi, presa la strada per Boağzliyan, strada
deserta e scorrevolissima, traversiamo un altopiano (non scendiamo mai sotto i
1000 m e Yozgat era a 1300 m) tutto coltivato a grano con ampi orizzonti dorati,
solo dopo Boğazliyan la strada peggiora un po’ e diventa trafficata; non
fa eccessivamente caldo. Arriviamo, nel tardo pomeriggio, al Camping Dilek di Göreme
(consigliato da molti resoconti di viaggio). Il Camping si trova proprio
all'ingresso di Göreme (Müze Yolu Üzeri, tel.+903842712396), immerso nei
pinnacoli tufacei, a poche centinaia di metri dall'ingresso del museo all'aria
aperta. È una struttura spartana ma pulita e funzionale (c'è anche la piscina)
ed è gestito da un simpatico ragazzo, Alphan Sarkin, che si fa chiamare Alpi e
parla perfettamente l'italiano; e il Dilek sembra proprio una Little Italy: il
90% degli ospiti sono infatti italiani. Facciamo conoscenza con alcuni equipaggi
di Roma, Alba e Bergamo, che ritroveremo successivamente sull'altipiano
anatolico. Km 239.
Martedì 14 - mercoledì 15 agosto: la Cappadocia
Uno dei posti più
interessanti ed entusiasmanti della Turchia: varrebbe, da sola, il viaggio.
Accettiamo, insieme ad altri camperisti italiani, la proposta di Alpi di fare un
giro della Cappadocia su uno dei
suoi pulmini (Alpi gestisce anche, a Göreme, una agenzia di viaggi, la Alpino
Tour) con lui che ci farà da guida. Passiamo una bellissima giornata tra i
"camini delle fate" di Ürgüp, il villaggio rupestre di Zelve, il
castello (da cui si domina tutta la vallata di Göreme) e le case scavate nella
roccia di Üçhisar, poi Avanos, per terminare in una delle numerose città
sotterranee della zona di Nevsehir. Il tour comprende anche la visita ad una
cantina-enoteca, ad una fabbrica di ceramiche e ad una manifattura di tappeti;
pranzo, in un simpatico localino, a base di pide (pizza turca con carne e/o
formaggio (ottima). Ma il modo migliore per gustarsi la Cappadocia è a piedi,
passeggiare in questi scenari è una esperienza che non si può capire se non
provandola; basta uscire dal Dilek Camping per essere immersi un uno scenario
fatto di calanchi rosa, case scavate nella roccia, guglie e pinnacoli d'ogni
tipo. Göreme è una cittadina deliziosa e tranquilla, estremamente rilassante;
facciamo shopping nei numerosi negozi dove notiamo l'assenza di quella
aggressività e petulanza che ci aveva sfavorevolmente colpiti ad Istanbul e
l'estrema convenienza dei prezzi (al mercatino di Göreme le pesche le paghiamo
300.000 TL cioè 500 lire italiane al kg!). Ceniamo in un elegante ristorante,
il Sedef (50180 Göreme Kasabasi), al
centro di Göreme (consigliatoci da Alpi che ci ha, inoltre, consigliato anche
cosa ordinare); tutto molto buono, con servizio ineccepibile e spendendo
31.000.000 di TL, cioè meno di 50.000 lire italiane! Non c'è che dire, è un
posto da favola.
Giovedì 16 - venerdì 17 agosto: gita al Nemrut Daği
La
prossima tappa è il Nemrut Daği. Siamo un po’ preoccupati, però per la
distanza, circa 1500 km (tra andata e ritorno, visto che poi, dobbiamo
proseguire verso ovest ripassando, quindi, per la Cappadocia),
per le pessime condizioni del tratto finale di ascesa al monte e per
l'assenza, a Katha (cittadina da cui si parte per l'escursione al Nemrut) di
campeggi. Chiediamo, pertanto, assieme ad altri camperisti, ad Alpi di
organizzarci lui la gita concordando il prezzo (ci chiede lire italiane: 610.000
lire, tutto compreso). Partiamo la mattina del 16 con un pullman con aria
condizionata, attraversando l'altopiano anatolico passiamo per Kayseri e Malatya;
sosta per il pranzo in una specie di mensa per camionisti, molto spartana (anche
troppo) e molte mosche, dove ci guardano tutti con estrema curiosità e cena a
base di pesce (buono, ma poco) in un ristorante su un ramo dell'Atatürk Baraji
(il lago artificiale formato dallo sbarramento sull'Eufrate). L'albergo non è
certo un "5 stelle" ma è dignitoso, c'è l'aria condizionata e ci si
riesce a fare una doccia. Sveglia
alle 2.30 e partenza alle 3 per il Nemrut con dei Transit. La strada (35 km) è
all'inizio buona poi, gli ultimi 15 km sono infernali, da fare in prima e
seconda marcia, eppure, poco prima della vetta vediamo parcheggiato al lato
della strada un camper italiano (che incontreremo successivamente) che era
arrivato la sera per godersi, oltre all'alba, anche il tramonto. Una camminata
di circa 20 minuti (in salita) ci porta, dal piazzale di arrivo, alle terrazze
con le grandi statue e la tomba di Antioco di Commagene da cui vedremo spuntare
l'alba. Vedere il sole apparire lentamente da dietro i monti e colorare di rosso
le statue è uno spettacolo affascinante; ci sono dei ragazzi col sacco a pelo,
forse hanno passato la notte qui. Ripercorrendo il sentiero per la discesa ci
godiamo il panorama: i monti, l'Eufrate, la calma assoluta. Torniamo in albergo
(si sono fatte le 8 del mattino) dove ci attende la tipica colazione turca
(pane, burro, miele, olive, formaggio e cocomero), poi partenza per il ritorno
con l'identica sosta per il pranzo e fermata per la visita ad un
caravanserraglio poco prima di Göreme. Arriviamo al campeggio in tempo per un
bagno ristoratore in piscina. In albergo abbiamo conosciuto un entomologo
dell'Università di Roma che era lì per un convegno; ci ha parlato dell'est
della Turchia, una zona affascinante (prima o poi ci andremo) anche se presenta
alcuni pericoli (dalla polizia onnipresente agli scorpioni velenosi che
infestano intere zone e che costituiscono l'oggetto delle sue ricerche).
Avvertenza 1: forse concordando un prezzo maggiore si
possono ottenere pranzo e albergo migliori.
Avvertenza 2: lungo il percorso dalla Cappadocia e la sera
a Katha fa molto caldo, ma sul Nemrut occorre andare con un abbigliamento meno
leggero, consigliamo tuta, scarpe da ginnastica o meglio da trekking, giacca a
vento leggera o, almeno, un K-way.
Nota: al Delek paghiamo solo quattro notti perché la quinta
(eravamo in gita al Nemrut Daği) non ce la fanno pagare pur avendo, il
camper, occupato la piazzola.
Sabato 18 agosto: Cappadocia e valle di Peristrema (Ilhara)
Partenza
ore 9.15. Visitiamo il museo all'aria aperta di Goreme, a poche centinaia di
metri dal campeggio, (ampio parcheggio e innumerevoli bancarelle: attenzione
prezzi esageratamente elevati). Il museo consiste in una zona con molte chiese
rupestri affrescate risalenti al X°-XI° secolo. Sono molto interessanti (ed
anche molto affollate) anche se, purtroppo,
lo stato di conservazione non è dei migliori; inoltre a quasi tutte le
immagini sono stati graffiati gli occhi; ciò è avvenuto negli anni
venti/trenta dopo la cacciata delle popolazioni di origine greca (di religione
ortodossa) che popolavano la zona, favorito anche dal fatto che fino a pochi
anni fa tali siti erano (come molti altri, alcuni tuttora) privi di sorveglianza
e recinzione e perciò alla mercè di vandali (e integralisti).
Ci dirigiamo verso la valle di Peristrema imboccando la statale 300 a Nevşehir
in direzione di Aksaray. Poco prima
di quest'ultima deviamo per Ilhara e visitiamo il canyon con le chiese rupestri,
scendendo la lunga scalinata che porta al fiume sottostante.
Terminata
la visita ci apprestiamo a compiere la prima parte del lungo tragitto verso il
mare (Antalya): la nostra meta è Sultanhani dove c'è un campeggio che ci è
stato consigliato da alcuni camperisti di Alba incontrati in Cappadocia.
Ritorniamo verso la statale 300, fendendo mandrie di bovini al ritorno dai
pascoli; passiamo alla periferia di Aksaray e proseguiamo fino a Sultanhani
(direzione Konya) la strada è dritta. non larghissima ma deserta. Il Camping
Kervansaray (68190 Sultanhani) è piccolo ma delizioso (al nostro arrivo é
deserto, ci siamo solo noi): il terreno è un soffice tappeto verde simile ad un
campo di calcio, i servizi efficienti e pulitissimi. Poco dopo abbiamo la gradita sorpresa di essere raggiunti da
altri 3 equipaggi tra i quali i citati camperisti di Alba; cena di massa al
ristorante del fratello del proprietario del campeggio. Prezzi: campeggio
5.000.000 TL a notte! - cena 21.500.000 TL.
Roberto (il
camperista di Alba) ci racconta di come ha fatto amicizia con un giovane Turco,
Ferit, che lo ha invitato alla cerimonia della circoncisione del nipote ed
estende l'invito anche a noi, pertanto, dopo la cena, ci rechiamo nella casa del
cognato di Ferit. Si balla (solo gli uomini turchi e tutti noi) con il disco del
cantante top della Turchia (Arkan), ci colorano il palmo delle mani con l'hennè
(porta fortuna) e ci danno appuntamento per la cerimonia dell'indomani. Km 215
Avvertenza: arrivati nella zona della valle di Peristrema
le indicazioni del sito archeologico (cartelli marroni) indicano di girare a
sinistra per Belisirma: consigliamo di non seguirle in quanto la strada è
stretta, con ripidi tornanti in discesa e termina in un piccolo parcheggio inadatto per camper. Andare invece fino
ad Ilhara e seguire le indicazioni dell'ingresso della valle (Ilhara vadisi). La
strada, a sinistra rispetto a quella percorsa, termina ad un parcheggio con
ristorante e servizi vari e l'ingresso alla valle.
Domenica 19 agosto: a contatto con le tradizioni della
Turchia profonda
Veniamo accolti
(siamo 4 camper) con tutti gli onori come ospiti di riguardo nella modesta ma
decorosa casa di Ferit (è il ciabattino del villaggio), che a dispetto della
sua scarsa scolarizzazione studia la lingua e la letteratura francese (ed è in
tale lingua che comunica con Roberto che ci fa da interprete). Colazione turca
con delle specie di crepe che la moglie di Ferit cuoce accovacciata in un tipico
forno, arrotolate con l'interno imbottito di formaggio, poi olive, peperoncini e
l'immancabile tè. Ci mostra orgoglioso i tappeti intessuti dalla moglie (che,
comunque non ci rivolgerà mai la parola, standosene sempre in disparte), poi
tutti in giro per il paese a clacson spiegati. Ferit è orgoglioso di esibire ai
concittadini degli ospiti europei ed i nostri camper suscitano la curiosità
della gente; Sultanhani non è zona turistica, al massimo qualche torpedone di
turisti, passando, si ferma a vedere il caravanserraglio (molto bello) per poi
ripartire subito. I ragazzi ci chiedono di mostrare loro l'interno del camper:
la loro meraviglia ci mette un po’ in imbarazzo, regaliamo loro le carte da
giuoco e altre piccole cose e loro se ne vanno via come se avessero trovato un
tesoro. Ferit ci porta a visitare
il caravanserraglio a bordo di un carretto trainato da un cavallo (è il suo
solo mezzo di trasporto). Gli spieghiamo che da noi per cerimonie analoghe (il
battesimo) si usa fare dei regali; decidiamo di regalare al bambino dei soldi
(30.000 lire italiane ad equipaggio) per noi sono una sciocchezza, per loro
equivalgono allo stipendio mensile del padre del bambino. Ormai sono arrivati
tutti i parenti e amici e il bambino (vestito con un completo bianco e celeste
che ricorda le divise dei soldati del 1800) si sottopone all'operazione che
viene eseguita da un medico. Entrano tutti (tranne Maurizio, troppo
impressionabile), poi il pranzo (noi italiani e Ferit) su dei tavoli all'aperto
(gli altri mangiano accovacciati, alla turca, su dei vassoi). Facciamo molte
foto ai bambini (alcuni molto belli) promettendo loro di spedirgliele. Arriva l'Imam
(che non ci degna di uno sguardo, al contrario degli altri molti gentili) per la
cerimonia religiosa.
Ferit
ci propone di andare con i camper al lago salato (Tuz Gölü) distante un
centinaio di km (lui ci era andato in viaggio di nozze). L'immensa distesa di
sale (sarà grande circa quanto l'Umbria) è uno spettacolo affascinante. Al
ritorno foto a delle donne curde che lavavano la lana grezza appena tosata nelle
acque di un ruscello (dopo aver chiesto loro, tramite Ferit, il permesso di
fotografarle); il caldo è accettabile.
Prima
della cena di gruppo nel campeggio, shopping nel negozio di un altro parente del
proprietario del campeggio: scialli di lana morbidissima a prezzi ridicoli. Km
203
Lunedì 20 agosto: Verso la costa mediterranea
Partenza ore 9.
Passiamo per la periferia di Konya: l'aspetto è molto diverso dalla periferia
di altre città turche, è ben tenuta con aiuole curate. Come già notato
lontano dalle rotte turistiche, la gente è estremamente gentile, in un
supermercato si fanno in quattro per aiutarci e ci offrono il tè (cosa che
avviene anche ai distributori di carburanti). Da Konya si sale, verso Beyşheir,
tra rilievi brulli (passo a 1560 m non segnato sulla carta) con residence in
costruzione (d'inverno si scia?); una ventina di km prima di Beyşheir
incontriamo dei banchetti che vendono i prodotti di una adiacente grande
fabbrica (chiusa) di biscotti: prodotti buoni a prezzi irrisori. A Beysheir si
prende per Seydişheir (non per
Antalya a meno che non si intenda passare per Isparta). Dopo Seydişheir la
strada sale attraverso paesaggi montani bellissimi e, pur rimanendo buona,
diventa impegnativa, anche se con curve sempre larghe, fino al passo (1824 m),
poi si scende fino al mare su una strada larga e buona ma con vari saliscendi.
Sicuramente la condizione di chi viene dal mare (facendo quindi il percorso
inverso al nostro) è peggiore visto che sale fino a 1800 m da 0 m, mentre noi
saliamo ma dai circa 1000 m. dell'altipiano anatolico. Arriviamo al Beypet
Mokamp, sulla litoranea poco prima di Antalya, ben segnalato ma con accesso poco
visibile perché incassato tra un grande distributore con negozi e altrettanto
grande ristorante-bar. Il campeggio, deserto (siamo gli unici ospiti), sarebbe
molto bello (piazzole perfettamente in piano, tavolini con panche, alti alberi)
ma sembra in stato di smobilitazione (stagione già finita?): la piscina è
vuota, i servizi sporchi (per fortuna c'è l'acqua calda). Prezzo
contenutissimo: 5.000.000 TL: circa 8.000 lire italiane. Km 424.
Martedì 21 agosto: giornata archeologica
Partenza ore
8.45. Puntiamo verso il teatro romano di Aspendos e le rovine di Termessos
(indicazioni strada Routard). Sulla litoranea per Antalya una deviazione porta,
in 4 km, al teatro di Aspendos, uno dei meglio conservati dell'antichità romana
(uno dei pochi con intatta la scena). Un'altra deviazione di 20 km, sempre sulla
stessa litoranea, porta alle cascate di Kurşulu (ampio parcheggio), un
posto molto bello, una foresta con torrenti e cascate (in fila per le foto di
rito). Per Termessos bisogna raggiungere Antalya, da qui seguire la strada per
Burdur, svoltare a sinistra per Korkuteli dove, dopo circa 14 km, si trova
l'indicazione per Termessos. Dal parcheggio bisogna mettere in conto di
effettuare almeno un'ora di cammino in salita (Termessos è stata costruita
sulla sommità di una montagna) ma ne vale la pena: il percorso che si snoda
attraverso una fitta macchia è costellato di rovine, alcune in buono stato di
conservazione, capitelli che affiorano dal terreno, opere di canalizzazione,
colonne, sarcofagi, per terminare, alla sommità del monte, con un grande teatro
da cui si domina tutta la vallata sottostante.
Tornati indietro
si riprende la litoranea in direzione Kemer, cittadina turistica (molti alberghi
e ristoranti) ma graziosa. Pernottiamo al Camping Overland (consigliato da
Ruotard): poco più di un parcheggio, la spiaggia sul golfo di Kemer è bella
(acqua caldissima) ma i servizi sono pessimi e sporchi. Km 190.
Avvertenza: il
terreno per salire a Termessos è accidentato e fa molto caldo: consigliati
calzoncini corti e scarpe da ginnastica o da trekking, nonché borraccia con
acqua.
Mercoledì 22 agosto: l'incanto di Phaselis
Partenza ore
8.40. Decidiamo di concederci una sosta ristoratrice al mare e puntiamo (viste
le descrizioni positive lette su resoconti di viaggio e guide) su Phaselis,
scelta felice: il posto è incantevole.
Si tratta di due
piccole baie con belle spiagge, scogliere e pineta con abbondanti resti dei tre
porti lici e romani che vi erano stati costruiti, il fitto bosco arriva fino a
ridosso delle spiagge. Per fortuna, essendo zona archelogica, gli è stata
risparmiata la cementificazione selvaggia ed il posto è, ripeto, incantevole;
non è cosa comune poter fare il bagno in un acqua sempre calma che alle 9 del
mattino è già "un brodo" ammirando
sui fondali resti di mura e di sarcofagi.
Lasciata a
malincuore, nel tardo pomeriggio, Phaselis ci rechiamo a Tericova, al Campeggio
Sundance (consigliato dalla Routard) distante una decina di km. Una volta
arrivati ci rendiamo conto che abbiamo percorso praticamente un cerchio in
quanto il campeggio è adagiato sulla sponda opposta di una delle due baie dove
sono i resti del terzo porto di Phaselis. È un campeggio
"alternativo", molto freak (un pò comune sessantottina), tranquillo,
popolato da giovani, servizi al di sotto della decenza, annesso buon ristorante.
Se
non
fosse per i servizi, sarebbe da consigliare. Non molto economico: 15.000.000 TL.
Km 27
Avvertenza: il sito di Phaselis (15.000.000 TL) è aperto
dalle 7.30 alle 18; cercare di arrivare presto per poter parcheggiare all'ombra
(ampio parcheggio con bar).
Giovedì 23 agosto: seguendo la costa verso Andriake
Partenza
ore 10.30. La meta è l'isola di Kekova, ma decidiamo di arrivare al porto di
Andriake (da dove partono le barche per l'isola) con molta calma, concedendoci
soste per bagni visto che stiamo costeggiando la zona costiera più bella della
Turchia occidentale. La strada piega all'interno ma dopo Kumluca costeggia di
nuovo il mare; dopo Finike, la costa a picco sul mare somiglia molto a quella
della Sardegna, con splendide calette alcune raggiungibili dalla strada (l'unico
problema è trovare parcheggio per il camper); là dove ci riusciamo ne
approfittiamo concedendoci un bagno. Finita la costa frastagliata, a Beymelek,
grosso bacino delimitato da una lingua di terra (acqua stagnante e puzzolente,
passare in fretta). Visitiamo, a Mira, le tombe lice scavate sul fianco della
montagna. Seguiamo il percorso, indicato in Turchia 98, verso Suliuklu e,
superata un'orrenda baraccopoli, troviamo una spiaggetta riparata; oltre, al di
là del promontorio, c'è un'immensa spiaggia ma molto ventosa. Passata Kale,
pernottiamo al porto di Andriake, di fronte alle barche che portano a Kekova,
cenando ad un chiosco di pesce lungo la banchina all'inizio dell'abitato: da
evitare (26.500.000 TL per 4 oscene misere porzioni di rotelle di calamari
fritti e birre). Km 116.
Venerdì 24 agosto: in barca all'isola di Kekova
Dopo aver contrattato il prezzo, affittiamo un battello e partiamo, verso le 9, per la gita all'isola di Kekova; ci mettiamo d'accordo per 40.000.000 di TL e ci mettono a disposizione un'imbarcazione grande (da almeno 15 posti ma volendo prendevamo allo stesso prezzo una più grande, siamo ormai a fine stagione) con due persone di equipaggio. Costeggiamo la baia di Kekova tra rovine sommerse (un bradisismo ha fatto crollare, secoli fa, alcuni insediamenti), isole, tombe lice e porticcioli di pescatori e un'acqua trasparente da cartolina. Ogni tanto la barca entra in una caletta e calano la scaletta per farci fare il bagno. Una delle soste è il porto di Kaleköy (l'antica Simena) dominato da un possente castello bizantino (visitabile), la brezza marina mitiga il caldo che, comunque, non è eccessivo.
Partiamo da
Andriake alle 13.45 alla volta di Kaş. La strada, larga (in salita doppia
corsia per mezzi lenti) anche se sinuosa e piena di saliscendi, è costeggiata
da sarcofagi lici completamente abbandonati. Arriviamo a Kaş cercando il Kaş
Camping (consigliato da altri camperisti) dopo aver scartato l'Olympos perché
troppo lontano dalla cittadina. Il Campeggio è grazioso, a terrazzi sulla costa
(scalette per fare il bagno), alberato, con servizi puliti (ma docce appena
tiepide), piccolo (ormai siamo a fine stagione e non sappiamo come possa essere
in periodi di maggior affluenza) e a poche centinaia di metri dalla cittadina
raggiungibile con una bella strada che costeggia il teatro romano ed il tempio
greco; L'isola greca di Castellorizzo (ricordate "Mediterraneo" di
Salvatores?) sembra si possa toccare con mano per quanto è vicina. Kaş è
molto turistica, strapiena di ristoranti e negozi e, fino a notte fonda,
affollatissima, ma graziosa e, tutto sommato, godibile. Cerchiamo i ristoranti
consigliati dalla Routard ma non li troviamo; andiamo allora (ci ispira tutti)
all'Octopus, (ma l'insegna è in
turco: Ahtapot), al n°5 della Öztürk Sok, dove mangiamo ottimamente (pide,
cioè pizze turche, secondi di pesce, contorni e bevande), all'aperto, con
servizio efficiente, ad un prezzo solo leggermente superiore (ma non c'è
paragone!) a quello della sera precedente (28.000.000 TL). Km 55.
Avvertenza: con poco di più si può affittare la barca
per Kekova per un tempo più lungo (fino alle 18), in tal caso l'unico posto con
ristoranti è il citato porto di Kaleköy. Ci sono anche battelli più grandi
che fanno servizio quasi "di linea" per Kekova (sempre con soste per i
bagni e pranzo). Diffidare dei pescatori che vi abbordano proponendovi prezzi
stracciati a meno che non siate in grado di verificare l'adeguatezza della
barca.
Sabato 25 agosto: verso Ölüdeniz e Pamukkale
Da Kaş
continuiamo per la statale 400, passando, dopo 20 km, per la bellissima spiaggia
di Kaputas (su una gola, parcheggio lungo la strada e scalette per scendere),
fino a Kalkan strada bella e panoramica, dopo devia verso l'interno, diventando
stretta e con tornanti. Poco dopo Yesilkoy deviazione per Patara (sito
archeologico con bella spiaggia di sabbia) antico porto della Licia insabbiato e
luogo di riproduzione delle tartarughe marine. Sulla Piana dello Xantos la
strada diventa buona. A Fethiye seguire le indicazioni per Ölüdeniz (per
arrivare salite in fortissima pendenza e traffico intenso).
Non troviamo
sistemazione perché non riusciamo a trovare alcuni campeggi segnalati dalla
Ruotard, tutti gli altri sono al di sotto della decenza o strapieni. Ci è stato
successivamente segnalato che i campeggi migliori, cioè quelli situati sulla
spiaggia, si trovano a sinistra guardando il mare, su una strada che, a prima
vista non sembra percorribile; il nostro errore è stato dirigerci verso la
laguna, superando il parcheggio a pagamento e non accorgerci che era invece
possibile prendere a sinistra costeggiando la spiaggia (il tutto dovuto,
ovviamente, ad un traffico caotico su un sito ipercostruito e affollatissimo e
all'impazienza di automobilisti e pulman che percorrono una strada
insufficiente) e arrivarci di sabato. Decidiamo
di passare oltre e dirigerci a Pamukkale.
Torniamo indietro
fino al bivio per Korkuteli e Antalya (statale 350); la strada è
complessivamente buona anche se, all'inizio (fino al passo a 1300 m) è in forte
ascesa. Si percorre per circa 80 km fino al bivio dove si prende per Denizli
(statale 585). Ci rendiamo conto di non riuscire a raggiungere Pamukkale e
decidiamo (vista l'assenza di campeggi) di fermarci al distributore BP
all'ingresso di Serinhisar. Dei ragazzi si offrono di pulirci il camper (è
molto sporco) esultando per i tre milioni di TL
di mancia (meno di 5.000 lire italiane) che gli lasciamo. Decidiamo di
cenare nell'annesso ristorante: cena spartana ma buona e abbondante a 28.000.000
di TL. Alla nostra richiesta circa l'ubicazione di un campeggio ci rispondono
che non ne esistono e ci invitano a pernottare gratuitamente nel parcheggio.
Km 341
Domenica 26 agosto: Pamukkale
Partenza ore
8.20. Seguitiamo sempre sulla 585, da Serinhisar a Denizli la strada è abbastanza buona poi, a Denizli , si
prende la strada per Pamukkale. Entriamo
dall'ingresso nord (il sud ci è solo pedonale) parcheggiando comodamente, in
prima battuta, il camper tra le rovine di Hierapolis per visitarle; indi,
effettuate poche centinaia di metri, si parcheggia nell'ampio parcheggio davanti
al museo, la piscina termale e uno degli ingressi alle famose "cascate
pietrificate" dette anche "castello di cotone".
Fino a pochi anni
fa sorgeva, proprio sulla sommità della rupe, un enorme albergo con numerose
piscine; tale "orrore" oltre a deturpare il sito lo stava
irrimediabilmente compromettendo visto che le acque che alimentavano le
"cascate pietrificate" erano state captate per alimentare le piscine
dell'albergo. L'albergo è stato demolito (rimangono solo le piscine vuote). Fa
molto caldo e l'affollamento è notevole; la gente che (obbligatoriamente a
piedi scalzi) percorre le vasche dal piazzale fino all'ingresso sud (o
viceversa) è assai numerosa. Decidiamo di percorrere solo un piccolo tratto e
di andare prima a visitare il museo (interessante) poi di concederci un bagno
ristoratore nell'attigua piscina di acqua termale molto calcarea e calda. La
piscina (17.000.000 di TL) è una elegante struttura (bar, negozi, ristorante)
costruita su una precedente piscina termale di epoca romana crollata in seguito
a fenomeni sismici; le colonne ed i capitelli sono ancora sul fondo per cui più
che nuotare si passeggia, ci si siede (sulle colonne), si conversa
tranquillamente immersi in acqua caldissima.
Consumato un
rapido pranzo nel camper posteggiato di nuovo davanti alle rovine di Hierapolis,
ci dirigiamo verso Efeso. Torniamo indietro sino a Denizli per poi imboccare la
statale 320; la strada, bruttissima all'inizio (trafficata e con fondo pessimo),
migliora poi dopo Horsunlu, rimanendo però trafficatatissima (mezzi pesanti) e
assolata, attraversando numerosi centri agricoli. Poco prima di Selçuk la
strada sale ma diventa migliore (tre corsie, con la centrale per i sorpassi).
Arriviamo, con una certa difficoltà a causa della mancanza di indicazioni, al
Garden Camping di Selçuk. Il campeggio (17.000.000 TL) è grazioso e molto
accogliente: ordinato, servizi puliti, ombroso, proprietari molto gentili che
parlano perfettamente l'italiano (hanno un negozio di tappeti a Ravenna). Km 274
Avvertenza: per il Garden Camping (Isabey mh Kale alti, 5
- 35920 Selçuk), dal centro di Selçuk seguire le indicazioni per Isa Bey Cami
(moschea di Isa Bey), costeggiandola e oltrepassandola si arriva, praticamente,
al cancello di ingresso del campeggio.
Lunedì 27 agosto: Efeso
Partiamo
alle 9 per la visita al sito archeologico di Efeso (4 km dal campeggio). Su
Efeso c'è poco da dire: assieme a Pompei ed Ercolano è uno dei siti
archeologici meglio conservati, affascinante nonostante la gran folla; da non
perdere nella maniera più assoluta.
Decidiamo
di trascorrere gli ultimi tre giorni in Turchia in perfetto relax: puntiamo
perciò, dopo un rapido pasto a base di ottime pide (Okumuslar pide salonu,
accanto alla moschea Tahsinaga, consigliato, giustamente, dalla Routard) verso
il campeggio Vekamp, ad Ilica (consigliato anch'esso dalla Routard), a pochi km
dal porto di Çeşme, da dove ci dovremo imbarcare il 30 agosto. Km 187
Avvertenza 1: Efeso è in salita e fa molto caldo, per cui
è consigliabile percorrerla in discesa: gli ingressi sono due e il percorso di
visita va da uno all'altro. L'ingresso in basso ha un ampio parcheggio in cui è
abbastanza facile trovare posto, quello in alto ha un parcheggio molto limitato,
per cui la soluzione migliore è quella di parcheggiare nel parcheggio in basso,
farsi portare all'ingresso in alto da una delle numerose carrozzelle trainate da
un somarello che stazionano nel parcheggio (10.000.000 TL per 4 persone),
visitare Efeso facendo il percorso in discesa fino a ritornare al camper nel
parcheggio in basso (tempo necessario per una visita accurata: 3 ore).
Avvertenza 2: evitare
accuratamente tutte le bancarelle situate davanti ai due ingressi: i prezzi sono
allucinanti; se proprio si ha bisogno di qualcosa (rollini fotografici, guide,
…) utilizzare i chioschi posti all'interno immediatamente dopo le
biglietterie, che hanno prezzi onesti (probabilmente controllati dalle autorità).
Avvertenza 3: portarsi borracce con acqua; all'interno c'è
un solo punto di ristoro per acquistare acqua (di fronte alla biblioteca di
Celso); i bagni sono solo agli ingressi.
Martedì 28 - mercoledì 29 agosto: riposo assoluto tra
mare e piscina
La nostra
piazzola, al Vekamp, è proprio di fronte alla spiaggia, la brezza è piacevole
e non fa molto caldo. La struttura è ampia e, in parte, ombrosa, con servizi
decenti, market essenziale, bella spiaggia e lunga scogliera, non cara
(53.000.000 TL x 3 notti); ma il servizio che abbiamo (e non solo noi)
apprezzato di più e la piscina di acqua termale, caldissima e
molto calcarea (simile a quella di Pamukkale). É una piscina molto bassa
(max 1,2 m) adatta non per il nuoto ma per il relax, con acqua che sgorga in
continuo (alle 17 chiude) e stramazza a mare. Noi siamo stati due giorni,
praticamente a mollo lì.
Giovedì 30 agosto: verso l'imbarco
È il giorno
dell'imbarco (che tristezza!). Usciti dal campeggio facciamo l'ultimo shopping,
ci concediamo un bagno nella lunga (e deserta) spiaggia di Ilica (sobborgo
balneare di Çeşme, con lussuose ville e mega-alberghi) con il solito
rapido pranzo, a base di pide, in una via (dove avevamo parcheggiato il camper)
parallela al lungomare . Ci concediamo anche una cena a base di pesce in un
elegante ristorante di Çesme alla
fine della zona pedonale dedicata allo shopping (Bistro Penguen - Hürryet
Caddesi 24/1) ; conto: 45.000.000 TL. Km 32
Venerdì 31 agosto: rotta verso l'Italia
Fatta la solita
estenuante fila per l'imbarco, riusciamo, questa volta, a sistemarci meglio
sulla nave (siamo al centro ma al coperto e perciò riparati dal sole; comunque
fa molto meno caldo che all'andata). La nave doveva partire alle 5 del mattina
ma in realtà non è partita prima delle 6.30, ma, non facendo lo stretto di
Corinto e la sosta a Patrasso, riesce ad arrivare a Brindisi quasi in orario
(ore 14.30).
Sabato 1 settembre: arrivo a Brindisi
Uscita dal porto
alle ore 15.20. Ci fermiamo per la sosta all'autogrill EWA al km 18.700 della SS
372 (Telesina): grandissimo parcheggio illuminato e tranquillo, con presa
d'acqua. La presenza di un maxischermo (c'è la partita della Nazionale) nel
ristorante self-service ci induce ad usufruirne: prezzi onesti e cibo buono. Km
377
Domenica 2 settembre: arrivo a casa
Partenza alle ore
7 e arrivo a Roma percorrendo la stessa strada fatta all'andata. Km 186
NOTE
Documenti: in teoria soltanto
per il conducente dell'automezzo sarebbe necessario il passaporto, per gli altri
sarebbe sufficiente la carta di identità valida per l'espatrio; per evitare
inconvenienti riteniamo sia meglio avere tutti il passaporto. Obbligatoria la
carta verde; per la patente è valida quella italiana.
Traghetto: abbiamo utilizzato
la compagnia greca Med Link Lines perché era una delle poche (o l'unica?) che
permetteva la sistemazione in open deck, prenotando e acquistando il biglietto
(circa due milioni: andata e ritorno), all'inizio di maggio. Purtroppo questo
non ci ha fatto risparmiare due ore di fila al porto per il check-in (la fila
era unica sia per chi doveva fare il check-in, sia per chi, avendo solo
prenotato o no, doveva acquistare il biglietto. Sia a Brindisi che a Çeşme
non c'è nessun ordine logico per l'imbarco (il numero scritto sul cartello, da
mettere in vista sul cruscotto, che viene dato al check-in, non ha nessun
valore), ci si mette in fila e, una volta che viene dato l'ordine, si entra; se
si arriva per ultimi c'è il rischio di non imbarcarsi anche se muniti di
biglietto acquistato, magari, mesi prima. Le navi della Med Link Lines sono due:
la Maria G. ha l'allaccio per la corrente, la Agios Andreas no, per cui, se non
si ha una buona riserva di energia, ci potrebbero essere problemi per i
ventilatori. Il posto migliore è vicino ai bordi, meglio se nella parte
posteriore (coperta); se si è nella parte centrale cercare di sistemarsi nella
parte coperta ma lontano dagli sfiati di aria calda.
Formalità doganali: arrivati a
Çeşme:
1.
mettersi in fila con i passaporti (membri dell'equipaggio a portata di
voce) all'ufficio VISA (dove occorre pagare 5$ a testa, o l'equivalente in
valuta occidentale), all'interno della palazzina di fronte al molo;
2.
far controllare i passaporti dalla polizia (in un chiosco all'esterno
della palazzina) che appone il visto di ingresso;
3.
mettersi in fila, con il camper, davanti alla sbarra della frontiera,
dove il controllo è relativo all'importazione dell'automezzo: occorrerà
consegnare, riempito, il modulo ricevuto sulla nave; ricordarsi di annotare sul
suddetto modulo, l'eventuale autoradio, TV e altre apparecchiature aggiuntive e
conservare la copia, che andrà riconsegnata all'uscita dalla Turchia.
Strade: la situazione delle
strade è molto varia, si va da autostrade perfette e vuote a vere e proprie
mulattiere. Rimandiamo, per maggiori dettagli, agli appunti di viaggio di cui
sopra. Frequenti i distributori (non tutti hanno però il GPL); il gasolio
costa, in media, 847.000 TL, cioè 1350 lire italiane, al litro. Munirsi di
cartina dettagliata e, soprattutto, aggiornata (la rete stradale turca è
interessata da grandi opere di adeguamento e ristrutturazione).
Sosta notturna: abbiamo
utilizzato quasi sempre i campeggi, sia la per la loro economicità
sia perché, essendo soli, ci sentivamo più sicuri. Comunque le due
volte che abbiamo effettuato sosta libera non abbiamo avuto problemi. Negli
appunti abbiamo indicato caratteristiche e prezzi dei campeggi (ovviamente
riferiti al nostro equipaggio). Anche la situazione dei campeggi è varia e
riflette la situazione di un paese che si sta, anche se in maniera non uniforme,
modernizzando e adeguando agli standard europei (purtroppo anche nelle negatività):
si va da strutture fatiscenti e carissime (Istanbul, Güzelyali) a strutture
deliziose e/o economiche (Pergamo, Hattuşaş, Ilica, Göreme,
Sultanhani); comunque non aspettarsi quasi mai servizi (bagni, docce, …)
all'altezza della situazione. In tutti i campeggi le prese di corrente sono del
tipo "Siemens" (per spine tonde con terra laterale). Molto diffusi e,
di solito, convenienti, i campeggi annessi ai Motel e ristoranti.
Prezzi e cambio: i prezzi sono
generalmente molto bassi anche nelle grandi città o nelle zone molto turistiche
(dove, comunque, occorre sempre contrattare); nelle zone interne sono spesso
irrisori (come sottolineato in questi appunti). Vista la galoppante inflazione
della Lira Turca (TL), non conviene, nella maniera più assoluta, cambiare in
Italia Euro in TL o di cambiare immediatamente grosse somme una volta sbarcati
(ci vorrebbe una carriola per circolare con l'equivalente, in TL, di due o
tremila euro e c'è sempre il pericolo di furti): partire con solo un po’ di
Euro (bastano 1.000, a meno che non si vogliano fare spese al duty free) e per
il visto a Çeşme e utilizzare la carta di credito (accettata ovunque,
specie nei distributori e supermarket, meno nei campeggi) e fare piccoli
prelievi continui con il bancomat (diffuso ovunque). A titolo di esempio: il 6
agosto per 1.000.000 di TL occorrevano 1600 lire italiane, il 30 ne bastavano
1500. Conveniente per sigarette, liquori e profumi (una stecca di Marlboro a
21.000 lire) il Duty Free sulla
nave; ma, attenzione, ufficialmente, si può pagare solo in valuta occidentale
(ad agosto 2001 solo con lire italiane o marchi tedeschi o dracme) comunque, un
po’ di nascosto, hanno accettato anche valuta turca (al ritorno avevamo solo
quella), anche se operando un cambio non eccessivamente favorevole. In molti
musei e luoghi di interesse artistico, i ragazzi al di sotto dei 14 anni non
pagano o pagano ridotto, in alcuni tutti i ragazzi non pagano.
Indicazioni sanitarie:
necessaria l'antitifica (tre pasticche da prendere almeno 3 settimane prima
della partenza); il nostro medico ci ha sconsigliato l'antiepatite A. Bere solo
acqua minerale (molto economica) e utilizzare regolarmente l'Amuchina (o
similari) per l'acqua del serbatoio (e per lavare frutta e verdura nei
campeggi). Per sicurezza portare farmaci antidiarroci (diarstop,
bimixin); indispensabili, specie nelle zone di mare, pomata antizanzare,
ammoniaca e zampironi vari.
Indicazioni gastronomiche:
abbiamo trovato molto buona la cucina turca. A parte la negativa esperienza di
Andriake, abbiamo sempre mangiato, nei ristoranti, bene spendendo pochissimo.
Abbiamo gustato spesso la musakka (carne tritata, melanzane, …..), gli şiş
kebab (spiedini di montone) e pirzola (cotolette di agnello), e le melanzane
fritte e condite con yoghurt; ottime, per
spuntini veloci, le pizze turche (pide) sia alla carne che al formaggio.
La frutta è molto buona, anche se la varietà non è notevole;
buonissime le pesche e imperdibile l'uva
di Smirne (acini piccolissimi e senza semi). Poca la scelta di verdura: quasi
introvabile l'insalata, praticamente solo pomodori (sempre maturi anche se sodi)
peperoni da insalata e melanzane. I supermercati esistono solo nelle grandi città;
altrove solo "Market" (piccoli negozietti che vendono un po’ di
tutto ma con poca scelta, per cui, spesso, si è costretti a girarne due tre per
fare la spesa) o bancarelle lungo le strade.
Carico/scarico acqua, camper service:
frequenti lungo le strade (e spesso segnalate da cartelli) le fontanelle
(munirsi di tubo lungo e di raccordi vari: gli attacchi sono di vario tipo).
Inesistenti i camper service, spesso anche nei campeggi. Per lo scarico delle
acque grigie non ci sono problemi vista l'abbondanza di terreni deserti ai lati
delle strade; molta difficoltà per lo scarico delle acque nere se non si è
dotati di cassetta estraibile .
Temperature: sulla costa caldo
notevole i primi di agosto, non eccessivo verso la fine del mese (la sera
addirittura fresco); molto caldo a Istanbul. Nell'interno (altopiano anatolico)
la temperatura è più mite. Tutto sommato una situazione meno tragica di quel
che pensavamo e, tutto sommato, accettabile. Resta il fatto che, a parte una
tuta e felpa per la parte più interna e montana (come il Nemrut Daği), il
resto dell'abbigliamento deve prevedere roba molto leggera: calzoncini corti,
t-shirt o canottiere, sandali e scarpe di tela e da ginnastica; indispensabile
un cappello per il sole e sandali o scarpette da mare per gli scogli e le spiagge (che sono formate, tranne rare eccezioni) da
ciottoli.
Acquisti: convenienti nelle
zone interne, meno a Istanbul dove, comunque bisogna sempre contrattare fino
allo spasimo. Abbiamo trovato convenienti, a Istanbul, le magliette e la
biancheria in genere, specie nelle bancarelle fuori del Gran Bazar (dove
venditori petulanti ci hanno impedito di poter fare acquisti in santa pace) e le
spezie al Bazar Egiziano; a Göreme ottimi i prodotti di artigianato (cappelli
con sciarpa incorporata a 3.500.000TL, le tipiche borse in tessuto di cotone da
4 a 7.000.000 TL a seconda delle dimensioni). A
Sultanhani: convenientissime le sciarpe tipo "poncho" in morbida lana
(circa 8.000.000 TL). Per i tappeti, di ottima fattura quelli della manifattura
dove ci ha condotto Alpi ( in Cappadocia), ma non giureremmo che in Italia
costino di più. Molto buono e
conveniente sia il tè classico (çay) che quello alla mela (apple tea);
quest'ultimo (che anche i turchi chiamano con i termini inglesi) non è vero tè
ma una bibita artificiale (una polverina già zuccherata e solubile
all'istante), però molto gradevole. Buonissime le albicocche essiccate al sole.
Al ritorno abbiamo scoperto che apple tea e albicocche sono reperibili (a prezzi
molto più elevati) anche nelle nostre drogherie. I rollini fotografici sono
convenienti solo nei supermarket (rari): è preferibile portarseli dall'Italia.
Guide: ottima la Touring verde,
specialmente per i musei e i siti archeologici e la Touring Oro (per le
illustrazioni), indispensabile la Routard: è l'unica che dà la situazione
reale (verificata) e non quella ufficiale delle zone turistiche, campeggi,
ristoranti e strade. Molto utili si sono rivelati gli appunti di viaggio di
altri camperisti (speriamo che altri camperisti trovino utili questi nostri).
La gente: nell'interno e nelle
zone meno turistiche sono molto gentili e ospitali; nelle zone molto turistiche
ed ad Istanbul occorre controllare prezzi e resto: l'arte di fregare il turista
è molto diffusa. La Turchia è una terra di forti contrasti anche nei rapporti
tra uomini e donne: è una società fortemente maschilista per cui,
nell'interno, le donne hanno sempre il capo coperto, non rivolgono mai la parola
agli stranieri, stanno sempre in disparte e nei bar si vedono solo uomini; ma
accettano volentieri, senza scandalizzarsi, le nostre usanze (non sono, in
sostanza, integralisti). Nelle città e nelle zone turistiche non c'è
differenza rispetto all'Europa.
Tabella riassuntiva dei percorsi e pernottamenti
Giorno |
Arrivo |
Sosta
notturna |
Km |
3/8 |
A1 - area
di sosta Casilina Ovest |
Autogrill
Casilina Ovest |
124 |
4/8 |
Brindisi -
molo Costa Morena |
sulla nave |
439 |
5/8 |
------------------------------------ |
sulla nave |
0 |
6/8 |
Bergama
(Pergamo) |
Camping
Caravan |
201 |
7/8 |
Güzelyali
(Çanakkale) |
Camping
Pinna |
259 |
8/8 |
Istanbul |
Camping
Ataköy |
389 |
9-10-11/8 |
----------------------------------- |
Camping
Ataköy |
0 |
12/8 |
Hattuşaş |
Camping
Baskent |
687 |
13/8 |
Göreme |
Camping
Dilek |
233 |
14-15-16-17/8 |
----------------------------------- |
Camping
Dilek |
0 |
18/8 |
Sultanhani |
Camping
Kervanseray |
215 |
19/8 |
Sultanhani |
Camping
Kervanseray |
203 |
20/8 |
Litoranea
poco prima di Antalya |
Camping
Beypet Mocamp |
424 |
21/8 |
Kemer |
Camping
Overland |
190 |
22/8 |
Tekirova |
Camping
Sundance |
27 |
23/8 |
Andriake |
al porto di
Andriake |
116 |
24/8 |
Kaş |
Camping Kaş |
55 |
25/8 |
Serinhisar |
distributore
BP sulla statale 585 |
341 |
26/8 |
Selçuk |
Camping
Garden |
274 |
27/8 |
Ilica |
Camping
Vekamp |
187 |
28-29/8 |
Ilica |
Camping
Vekamp |
0 |
30/8 |
Çeşme |
sulla nave |
32 |
31/8 |
--------------------------------------- |
sulla nave |
0 |
1/9 |
SS 372
Telesina - km 18.700 |
area di
servizio EWA |
377 |
2/9 |
Roma |
---------------- |
186 |
|
|
Totale Km percorsi |
4959
|
Tabella riassuntiva delle spese
Oggetto* |
in
lire turche (TL) |
in
lire italiane ** |
Passaporti
(solo visto per due) |
|
120.000 |
Vaccini |
|
160.000 |
Gasolio e
autostrada in Italia |
|
246.000 |
Vitto e
spese varie in Italia |
|
130.000 |
Traghetto
Brindisi - Çeşme - Brindisi |
|
2.000.000 |
Spese
ingresso (visto e documento per camper) |
|
54.000 |
Gasolio,
autostrada, traghetto Bosforo, ponti, in Turchia, biglietti autobus |
472.900.000 |
755.000 |
Vitto
(spesa, bibite, gelati, …..) in Turchia |
401.700.000 |
643.000 |
Entrata e
parcheggi siti archeologici, musei, offerta moschee
|
458.250.000 |
733.000 |
Campeggi |
316.000.000 |
506.000 |
Ristoranti
e pizzerie (escluse eventuali mance) |
377.700.000 |
604.000 |
Gita al
Nemrut Daği |
|
610.000 |
Gita
Cappadocia e affitto barca a Kekova |
148.000.000 |
237.000 |
Totale |
2.174.550.000 |
4.088.000
|
* Non sono state
conteggiate le spese relative ai pochi quotidiani (si trovano solo nelle grandi
città), ai regali e agli oggetti di artigianato, ai souvenir ed alle sigarette
acquistate al duty free.
** Data la continua svalutazione, l'importo in lire è
approssimativo (lo abbiamo calcolato su un cambio: 1.000.000 di TL = 1.600 lire
italiane).
Maurizio Moroni e Stefania
Dantini
e-mail: maurizio47@fastwebnet.it