Tunisia
Diario di viaggio 2005
17/01/2005
E’
iniziato un nuovo anno…..e con lui arriva un nuovo viaggio: destinazione
Tunisia del Sud, alla scoperta del padre di tutti i deserti: il Sahara.
15
giorni per iniziare a scoprire (forse!) un altro popolo, una nuova fetta di
mondo così vicina all’Italia eppure lontana come un’altra galassia.
Abbiamo
imbucato all’ultimo secondo 2 posti su un volo charter e con soli 200 euro a
testa io e Mauro siamo di nuovo in terra africana (anche se è strano pensare
che la Tunisia sia sullo stesso continente dello zimbabwe o del Botswana o del
SudAfrica di 6 mesi fa).
Arriviamo
a Djerba insieme ai turisti all
inclusive dei villaggi vacanza che ci guardano come animali perché, anziché
avere 7 valige e 15 beauty cases, abbiamo un solo zaino a testa che ci deve
bastare per + di due settimane………..beh? Mica abbiamo il virus ebola!!!!!!!!!!!!!!!!
Anche
i poliziotti di frontiera restano un po’ a fissarci quando alla domanda
“nome dell’albergo?” rispondiamo “non lo sappiamo ancora, lasciamo
Djerba immediatamente”…………
Usciamo
dall’aeroporto e con il primo taxi ci facciamo portare al Gard degli autobus
di Djerba.
La
prima cosa che capiamo è che per le prossime settimane i nostri spostamenti
saranno effettuati con i “louages”, taxi collettivi che servono
capillarmente tutti gli angoli della Tunisia e che partono non appena sono
pieni….certo la condizione a volte non è splendida (sedili sfondati e
mancanza di ammortizzatori sono +/- la regola), ma sono veloci e ci sono sempre.
Per
cui con il primo louages in partenza ci dirigiamo verso Totouine
Cerchiamo
una stanza (20TD con colazione) molliamo gli zaini e subito andiamo a sederci in
un cafè dove fanno anche piatti caldi: riusciamo mangiare con 10 TD in due e
studiamo il giro di domani.
Alle
2130 crolliamo in branda….anche perché abbiamo avuto la prima sopresa: fa un
freddo cane!! Stasera c’erano 4 gradi. Meno male che eravamo preparati perchè
sapevamo che soprattutto a Sud l’escursione termica era violenta………ma si
stava meglio a Genova………..
18/01/2005
Ci
alziamo di buon ora, facciamo colazione (lasciamo perdere il caffè che “E’
VERDE” e ci scaldiamo con un tè forte ed una brioche appena uscita dal
fornaio) e andiamo subito a prendere un louage. Oggi ci dedicheremo alla
scoperta delle città berbere di Chinini
e Douirét. Arriviamo a Chinini
alle 10 e NON C’E’ NESSUNO………………….ma non è possibile? Ma
forse stiamo ancora dormendo….com’è possibile che riusciamo a fare una foto
fermandoci in mezzo alla strada e tenendo la posa per un tempo lungo? Ed invece
è tutto vero……..riusciamo ad arrampicarci con calma lungo una mulattiera
che porta ad una solitaria moschea bianca incastonata in un paesaggio pietroso
da cui si domina un canion infinito ed il deserto sempre di pietra, aridissimo
tipico del sud; commovente ed unico per noi occidentali.
E’
vero, non è il deserto delle dune e dei tuareg che i bimbi immaginano quando
parli loro del Sahara.
Però
è il deserto del Mali e della Mauritania, quello che io immagino quando leggo
Malatesta ed il suo “Il grande mare di sabbia”: quello vero, quello
“vivo”!!!! E nei giorni futuri sarà lo stesso, la stessa sensazione……
Purtroppo
però l’incanto dura poco: da lontano stavano arrivando almeno 15 jeep:
orribile! Un serpente di macchine che distruggeva il paesaggio ed il silenzio.
Siamo volati via con il primo louage e siamo tornati a Tatouine (più o meno
abbiamo giocato a monopoli tutto il giorno: per arrivare in ogni località
dovevamo sempre passare dal VIA….ma non vincevamo mai le £.20.000!!!!!!!!!) e
poi ancora via direzione Ancién Douirèt.
Il
louage ci ha lasciato a un paio di km dal villaggio e così ci siamo
incamminati; neanche 5 minuti e l’unico rumore era quello dei nostri piedi
sulla strada e del vento che soffiava gelido da Nord.
Nessuna
jeep. Nessuna macchina. Nessun louage. Nessuno sembrava voler venire a Douiret….ok,
bisognava camminare, ok il vento sollevava sabbia a “manetta”, ok faceva un
freddo cane………ma il villaggio è magnifico: costruito interamente “NELLA”
montagna davanti a noi. Bellissimo e soprattutto tutto nostro.
Ho
ringraziato chissà cosa di potermelo godere sola con Mauro: e la fatica è
stata ampiamente ripagata.
Siamo
tornata alla nostra stanza felici e in pace.
E
la cena con patate pollo ed uova all’harissa ha chiuso degnamente un giornata
perfetta.
19/01/2005
Lasciamo
in louage Totouine direzione Gabes,
da dove prenderemo un altro louage che ci porterà a Matmata.
Anche
in questo caso passo le ore in macchina a guardare fuori dal finestrino il
deserto che mi circonda. Mi perdo nei suoi spazi e sogno, come sempre……Mauro
dice che sono più di là che di qua….che è più il tempo che vivo nel mio
mondo che in quello “terrestre”: insomma sono una stordita…..ma va bene
così….almeno sono un cuor contento…….
Arrivati
a Gabes (dove non ci fermeremo
neanche un secondo, non c’è un cavolo di niente se non inquinamento e
fabbriche) ci aspettano altri 43 km prima di arrivare a Matmata,
i 43 km più pietrosi, aridi e magnifici di questa parte del Sud……e si
capisce alla fine perché Lucas abbia
scelto proprio questa zona per girare molte scene delle sue Guerre
Stellari: non una pianta, né una casa…..solo dune di pietra e vallate
desertiche e scure…………..e poi ecco Ancién
Matmata, dove le case sono create,scolpite e scavate verso il basso
direttamente nella pietra (un po’ come i camini delle fate in Cappadocia, ma lì
vanno verso l’alto), così come il nostro hotel….moooooolto
caratteristico…….e ovviamente ci siamo solo noi….questo viaggio è
surreale….non abbaiamo mai incontrato nessuno. Spero capiti ancora…..anche
perché, visto che la Tunisia nei periodi di “punta” è uno degli stati più
sfruttati al mondo, non sembra vero di godersi da soli luoghi dove in alta
stagione normalmente ci sono centinaia di persone!!!!!
Una
volta mollati gli zaini abbiamo cercato qualcuno che ci affittasse una jeep per
poter partire il giorno dopo per Ksar Ghilane. Alla fine abbiamo trovato un
ragazzo ma la fatica è stata immane:…..infatti dal 18 al 20 gennaio era in
corso la 2^ più importante festa
religiosa islamica…per cui non solo non c’erano turisti ma nemmeno
“autoctoni”!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cmq
alla fine abbiamo organizzato tutto e così ci siamo messi a studiare il da
farsi per il giorno dopo….e come sempre la degna cenetta a base di cous cous e
agnello ci ha permesso di andare a dormire beati.
20/01/2005
Alle
730 del mattino la jeep della JEEP (veramente “old Style”…………..le
migliori, come abbiamo appurato durante i safari in sudafrica) è pronta per la
partenza per Ksar Ghilane.
Ci
aspettano più di 120 km di fuori strada verso sud ovest attraverso un deserto
misto di pietre e sabbia. Così siamo partiti……il vento non dava tregua e
sollevava enormi quantità di sabbia che al ritorno, peraltro, aveva già
iniziato a coprire la “pseudo-strada” che si era segnata
all’andata……il pericolo del deserto (e meno male che lì è ancora poco
pericoloso….però ti rendi conto come abbiano fatto pochi mesi prima a morire
due piloti del tour della Tunisia perché si sono persi nel
deserto!!!!!!!!!!!!!!!!!) che però ci ha spalancato le porte una volta
raggiunta Ksar…..
Lì
il deserto è solo ed esclusivamente sabbia….quella sabbia rossiccia ed
impalpabile che penetra ovunque ma che non riesci a trattenerti dal toccare e
dal prenderla in 1 mano facendola cadere nell’altra………e poi le dune ed
in lontananza una macchia verde (sarà un’oasi?)….ecco il deserto dei
bambini: ed è bellissimo! Anche questo è bellissimo!
Arrivare
fin qui è stata lunga e dura ma ti ripaga pienamente. Chissà com’è andare
ancora più a Sud. L’algeria, la Libia……vorremmo partire e “rubare” la
jeep e spingerci fin là….ma per ora si deve tornare indietro, alla scoperta
cmq di altre meraviglie.
Così
facciamo dietro front, diamo un passaggio ad una donna con 3 figli (chissà poi
cosa ci fa lì da sola con i bambini) e ci prepariamo ad affrontare 200 km per
arrivare a Douz, la “porta del deserto”, da dove ci hanno detto che
d’estate partono (sembra impossibile) tra le 1000 e le 2000 jeep al giorno e
da dove noi, invece, entravamo soli, come nomadi sopravvissuti al deserto (io più
che al deserto alle buche della strada).
Una
volta lasciata la donna e i bimbi
dove ci hanno detto, siamo andati a cercare una stanza e anche da mangiare in un
negozietto perché essendo festa ogni locale era chiuso.
Stremati
dalla giornata siamo crollati alle 21
20-21/01/2005
Ci
siamo fermati 2 gg a Douz e con
calma ci siamo goduti quanto aveva da offrirci.
Il
freddo durante tutta la vacanza non ci ha mai lasciato, ma così è stato anche
meglio girare a piedi senza morire di caldo…..così abbiamo passato i giorni a
visitare la Palmeriè (la + grossa della Tunisia con circa 400.000 palme da
dattero), a camminare sulla sabbia del deserto per raggiungere a piedi le
dunette limitrofe alla città, a fare addirittura una gita in Cammello e visto
che anche qui sembrava che i turisti fossero stati annientati da Goldrake……ci
siamo sentiti un po’ meno in colpa….ed è stato bellissimo!!!!!!.......a
grogiolarci coperti al sole sul tetto del nostro alberghetto leggendo un bel
libro e sentendo i Muezzin…..in sintesi: PACE!
22-23/01/2005
Ed
eccoci di nuovo su un louage, diretti a Tozeur
via Kebili. Decidiamo di passare da Kebili
perché così possiamo attraversare il famoso Chott
el Jerid, un immesnso lago salato prosciugato grande 5.000 km.
Il
Chott è sicuramente bellissimo e vale la pena di attraversarlo (peraltro Mauro,
che corre da anni maratone, parte per la tangente ed inizia a svalvolare che fra
2/3 anni vuole fare appunto la maratona del Chott……….pazza….io lo seguirò
se mai in cammello!!!!!!!!!!) ma per noi non è così incantevole perché dopo
aver visto il deserto salato di Uyuni in Bolivia, niente può essere più
bello……………cmq attraversiamo il chott ed ecco che si apre l’altra
famosa Palmerie tunisina: quella dell’oasi di Tozeur.
Scendiamo
dal louage un po’ frastornati perché la coppia Tunisina che viaggiava con noi
non ha fatto altro che litigare per tutto il tempo e ora ci ronzano le
orecchie…….ma il fatto che dobbiamo travare una stanza ci da la carica e
iniziamo a girare alla ricerca. Troviamo un posto caldo e pulito alle spalle
della città vecchia e molliamo gli zaini per incamminarci subito alla scoperta
della cittadina….e mentre canticchio insieme con mauro il nostro amato
Battiato (Nota:”I treni di Tozeur”) un ragazzo dice: “sai che Franco ha
davvero una casa qui a Tozeur?”
L’accento
è francese e infatti davanti a noi c’è un ragazzetto che avrà sì e no 16
anni. E così ci facciamo raccontare e mentre racconta chiacchieriamo, ci passa
la giornata
Lo
rivedremo il giorno dopo, ci accompagnerà in giro per la parte vecchia,
spiegandoci dettagli architettonici e culturali, segnalandoci dove prendere il
migliore the o il miglior cous cous e soprattutto ci aiuterà a noleggiare una
macchina per il 24 per andare in autonomia a vedere le Oasi di montagna, uno dei
motivi principali per cui siamo venuti a Tozeur (Battiato a parte)
24/01/2005
Sono
le 8.00 e siamo già in partenza con la macchina che abbiamo noleggiato…….la
giornata era un po’ più calda e il sole splendeva per cui partiamo pieni di
entusiasmo; anche perché i km da “macinare” saranno parecchi: solo la prima
delle oasi dista più di 70 km da Tozeur!
Così
con calma e ammirando i cammelli con i loro cuccioli che vediamo lungo strada,
arriviamo, dopo 75 km di solo deserto, a Chebika
….come
sempre in questi giorni: TURISTI=0!!! Parcheggiamo la macchina e ci incamminiamo
lungo un viottolo bianco (mi sembra un po’ la strada per arrivare alla casetta
di marzapane…..!!!!!) seguendo il rumore di una cascata, assolutamente
anomalo, che arriva da un punto davanti a noi; ed ecco all’improvviso, da un
“recinto” naturale di rocce bianche circondato da palme una cascata
“VERA” che salta in un laghetto verde abitato solo da
raganelle-…………abbiamo la sensazione che da lì a poco salti fuori uno
con la telecamera che ci dica: “Sorridete, siete su candid camera”….
Invece
è vero e strano e bellissimo soprattutto dopo tanti km di deserto roccioso per
arrivarci. Dalla cascata parte poi un sentiero ripidissimo che non esitiamo a
seguire e che ci porta dopo un po’ di cammino, ad un punto dal quale davanti a
noi si apre la vallata che abbiamo attraversato in macchina. E nuovamente siamo
estasiati dalla bellezza: una “Cordillera”
che circonda la via fatta pochi minuti prima un insieme di rocce rosse che
salgono versono il cielo ad abbracciare l’unica strada che collega queste oasi
con la “modernità” un mondo anomalo
in mezzo al nulla……la Tunisia è piena di sorprese.
Soddisfatti
lasciamo Chebika direzione Tamerza
(che però non ci dice nulla di nulla!!!) e soprattutto Midès.
E qui un'altra anomalia della natura
ci aspetta per offrirci uno scenario fantastico: 1 canion con un “salto” che
nulla ha da invidiare al Brice Canion o al Blyde river canion ma che rispetto a
questi è dominato da un villaggio
fortezza ma
ormai disabitata costruito solo in pietra rossa….bellissimo…
Chiudiamo
la giornata tornando a vedere il Chott
al tramonto…..e siamo felici!!!!
25/01/2005
Si
parte per Gafsa e da lì a Metlaoui
per partire sul famoso e bellissimo “Rouge
lizard”, un treno d’epoca ristrutturato che si avventura per più di
un’ora in mezzo a gole e canion che mi fanno venire in mente l’Afganistan…e
penso a quanto era bello prima che arrivasse l’ottusità ed il delirio
religioso dei talebani…. chissà perché ho pensato a questo?!?!!!
Oggi
per la prima volta siamo in compagnia di un gruppo di francesi appena sceso da
un pullman, ma questo non ci impedisce di goderci treno e paesaggio. Il treno è
bellissimo: ogni dettaglio storico curato e ristrutturato alla perfezione…il
vecchio locale bar, le “sale da bagno” con marmi e legno intarsiato, le
scale in ferro battuto…..
Ed
il paesaggio è impagabile: una lunga gola strettissima circondata da montagne
aride e argillose che sembravano entrare dal finestrino, che svettavano
altissime verso il cileo, blu come i quarzi di Midès….
È
stato bello…un’altra volta una giornata bellissima….la Tunisia è piena di
sorprese, soprattutto per me che non ci volevo veramente venire….non mi
aspettavo niente di che (nella mia testa vedevo solo villaggi e beauty
case…..) per cui ogni giornata era una sopresa…
Rientrati
alla stazione di Metlaoui ci sediamo
5 minuti (giusto il tempo che ripartisse il pullman dei francesi) e una volta di
nuovo soli decidiamo il da farsi….in realtà siamo tentati di stravaccarci al
sole magari a Djerba ed aspettare il volo di ritorno per l’Italia. Ma c’è
un problema: fa un freddo tremendo e l’idea di stare 4 gg in un’isoletta
dove non c’è nulla da fare, non ci piace per niente.
Per
cui a questo punto prendiamo una decisione: il viaggio che si doveva concentrare
solo sul Sud tunisino lo trasformiamo in un viaggio dall’estremo Sud
all’estremo nord: arriveremo fino a Tunisi!
Così
cambiamo il volo di rientro per partire da Tunisi senza tornare a Djerba e
“imbucato” questo jolly saltiamo su un louage
e ci dirigiamo a Sfax
26/01/2005
Sfax
è una città che non si capisce bene perché sia snobbata dal turismo di massa
(ma per noi è una manna!!!): in realtà ha una Medina
stupenda e le gargotte (locande)
migliori della Tunisia e, soprattutto, non ESISTONO i negozianti odiosi ed
assillanti che avremmo poi incontrato salendo verso nord…..
La
mattinata trascorre tranquilla. Visitiamo la medina a cui si arriva entrando da
una delle 4 porte principali aperte secoli fa nelle sue mura maestose. Ci
ricorda tanto Genova con i suoi vicoli, le sue centinaia di carruggi
incasinati pieni di bancarelle, genti e merci e (SIAMO SICURI A CAUSA DEL FREDDO
CHE NON CI ASPETTAVAMO DI TROVARE IN “AFRICA”!!!!!!!!!!!) per la prima volta
da anni che viaggiamo, ci manca la nostra città, bellissima, coinvolgente,
antica e moderna, chiusa ed accogliente insieme……la nostalgia cmq ci passa
davanti ad un piatto di cous cous con harissa…..
Finiamo
la giornata passeggiando tranquillamente per la città, come se fossimo 2
autoctoni, gironzolando per negozi, facendo merenda e schiccherando con il tipo
dell’hostel…..domani partiremo per Sousse.
27/01/2005
Sousse…………è
orribile…non tanto la medina quanto per la gente che ci sta dentro
Faccio
una premessa: in anni ed anni di viaggi ci siamo trovati nelle situazioni più
disparate, dalla solitudine assoluta al casino più incontrollato, da luoghi
turistici a “stecca” a zone sconosciute in cui essenzialmente eravamo
arrivati perché ci eravamo persi…ma mai abbiamo creduto che l’insistenza
potesse degenerare nel fastidio e nella rabbia. Anni fa avevamo pensato che il
Grand Bazar di Istanbul fosse uno dei posti peggiori in cui ci fossimo trovati:
ma nulla è paragonabile a quello che abbiamo trovato
dentro la città vecchia di Sousse…….ed è stato un peccato perché
mi ha rovinato la visita di una cittadella cmq bellissima a livello
architettonico, con mura possenti che ricordano quelle che circondano Avignone;
con certe parti della stessa
cittadella dipinte solo in bianco ed azzurro che ti ricordano tanto Santorini….ma
tutti questi momenti vengono cancellati nel momento in cui scendi verso il
centro della medina e ti inoltri nelle stradine dove ogni cm è invaso da negozi
di souvenir con venditori che ti “braccano” letteralmente a volte ti tirano
e solo per farti entrare nel loro negozio, e vendere, qualunque cosa e
comunque!!!!!!!!!!! Ed io questo non lo sopporto e non riesco a capire come
possa piacere a qualcuno…..domani scapperemo da Sousse.
28/01/2005
Abbiamo
deciso di andare a Kairouan. La 4^
città sacra dell’Islam e qui passiamo la giornata nuovamente in ozio,
passeggiando tranquillamente alla ricerca delle sue 135 moschee e delle sue
incontabili scuole craniche, ci perdiamo nella sua medina bellissima e in molte
zone quasi deserta…..ma purtroppo anche qui ogni tanto troviamo insopportabili
venditori e ci ritorna il malumore….domani si parte per Tunisi
29-30/01/2005
Tunisi……da
subito ci è parsa una città molto carina. Prima di tutto perchè arrivando da
Sud non abbiamo visto prima una grossa periferia degradata e poi la città verà
e proprio.
Poi
il centro è molto a “misura d’uomo” pulito e carino, con le sue facciate
in stile coloniale e i suoi balconi in ferro ferro, le rotaie del tram e le
moschee di quartiere.
Decisamente
bellina….come il nostro alberghetto, il “MAISòN
DORéE” in cui tutto è assolutamente retrò,
le camere, le vetrate liberty……
Decidiamo
di mollare gli zaini per uscire a scoprire un po’ di città. La medina è
carina ma molto incasinata…qui in effetti i turisti che arrivano con i pullman
sono tantissimi, complice anche il fredo che impedisce di stare in
spiaggia…..ma decisamente essendo molto grande anche questa volta la città
vecchia non ci delude, il suo dedalo di viuzze appena esci dal “CENTRO
CENTRO” ti catapulta di nuovo in quell’atmosfera di commercianti di “una
volta”….
Il grosso neo è appunto il freddo, che non ci ha mai mollato in due settimane…per cui decidiamo di berci una cioccolata calda e di tornare all’hotel a leggere e riposarci in camera.
Domani ci aspetta il BARDO
30/01/2005
Ci alziamo e………..STA NEVICANDO!!!!!!!!!!! Restainmo a bocca aperta….ma in africa doveva esserci caldo, dovevamo usare la giacca solo nel deserto e solo di sera a causa dell’escursione termica…..ed invece!
Ma allo stesso tempo siamo contenti: l’atmosfera che si respira mentre in taxi raggiungiamo il Museo del Bardo è magica…tutto è ovattato ed il cielo grigio con i fiocchi che volano ti tranquillizza ….è una sensazione strana ma bella….e arriviamo finalmente al Bardo
È il più importante museo al mondo per quanto riguarda i mosaici.
Ed infatti riusciamo a girare per quasi 3 ore senza annoiarci né saltare una sala “tanto sono tutti uguali”….è stata la giornata più belle da quando siamo arrivati a Sousse: ha riscattato gli ultimi 4 giorni
Domani torneremo volentieri in Italia ma cmq anche questa volta ci rendiamo conto, quando stiamo preparando gli zaini di quanto siamo fortunati ogni volta a poter iniziare un nuovo viaggio, a provare nuove esperienze a sperimentare nuove culture, nuove lingue nuovi odori e sapori e come sempre ci guardiamo ci sorridiamo in silenzio e siamo felici…………..
Raffaella-Genova alceraffy1@yahoo.it