Thailandia-India
Diario di viaggio e di un sogno
2007
Chiang Mai, Thailandia 12/01/07
Il viaggio continua, volevo scrivere un
diario di viaggio per me stessa, ma infondo le cose non esistono se non ci sono
testimoni..per cui voi sarete i testimoni del mio viaggio, se avrete voglia
leggerete altrimenti saprete comunque che sono viva e che se scrivo sto bene.
..e' stata una settimana senza sosta.
Abbiamo lasciato il caos di Bangkok l'8, parlo al plurale perche' come da
programma a Bangkok ho incontrato il perugino conosciuto su internet e mio
compagno di viaggio per alcuni giorni. Davvero una persona d'oro che si va ad
aggiungere alla lista gia' piuttosto lunga.
Da bangkok abbiamo preso il treno fino a Phitsanulok, una cittadina pochissimo
turistica e per questo deliziosa, la caoticita' della metropoli e' gia'
dimenticata per fortuna.
Da qui abbiamo preso il bus per visitare Sukothai, vecchia capitale imperiale, con templi bellissimi.
Viaggiare con i mezzi e' qualcosa di indescrivibile, 6 ore di treno, nel vagone accanto a quello dei monaci, con personaggi che passavano con cesti pieni dei cibi piu' assurdi. Non e' di certo come viaggiare con l'aereo, dal finestrino aperto arrivava vita di ogni genere, giardini curatissimi e casupole che sembravano in attesa di quel soffio che le facesse finalmente cadere, pianure, distese interminabili di risaie, natura cosi' rigogliosa da essere gia' quasi giungla, fuliggine dei fuochi accesi dai contadini.. tutto ti arriva in faccia ed e' vero, non e' un film, non sono solo immagini, ne senti gli odori, i rumori..
ci sono realta' ed esperienze cosi' forti da arrivarti in faccia come un muro di
cemento armato, altre come un muro d'acqua ed altre ancora come un brodo caldo..
questa e' la mia thailandia. Mi sto immergendo piano piano senza rendermene
conto, niente di violento, solo questo tepore liquido che piano piano ti
avvolge, ti culla, ti scalda, e all'improvviso tutto diventa familiare tanto da
non chiederti piu' nulla.. i templi al posto delle chiese, gli occhi a mandorla,
le bancarelle che cucinano fritti di ogni genere ad ogni ora del giorno e della
notte, la cantilena della persone thai che sembra il lagnarsi di un bimbo
scontento ma che poi ti guarda in faccia e sorride.. i vecchi hanno i visi
completamente segnati da rughe, solchi profondi, e quando sorridono capisci
perche', il sorriso riapre ciascuna di quelle rughe e ti rendi conto che sono i
segni di una vita di sorrisi, e non quelle rughe verticali che abbiamo noi..
dopo una vita di dubbi e crucci..
ed ora eccomi qua, a chiang mai..altre 7 ore di treno.. un gioiello, siamo
arrivati un paio di giorni fa' e me ne sono gia' innamorata, chi c'e' stato puo'
capirmi.. la temperatura e' perfetta, saremo sui 26 gradi ma secco, ho trovato
una guest house a 3,00 euro, con tanto di piscina dove oggi ho passato alcune
ore a poltrire e a chiacchierare con gli altri clienti, tutti giovani, da ogni
parte del mondo. Niente a che vedere con i mega resort turistici, ma qualcosa di
delizioso, semplice, complice..il perugino e' ripartito per il nord, ma qui
l'ultimo dei problemi e' conoscere gente..
viaggiare da soli ti mette davvero davanti a quello che ti meriti, a quello che
ti spetta.. quando si e' in due, nel viaggio come nella vita, non puoi mai
sapere se quello di positivo e negativo che ti capita e' qualcosa di tuo o
dell'altra persona, ci sono storie fortunate altre no, e quando le persone si
dividono.. improvvisamente ad una delle due capita magari di avere solo sfortune
o solo fortune.. e cosi' si scopre che quello che stava vivendo non era la sua
vita, non erano i suoi debiti o crediti, ma quelli dell'altro..
quando si viaggia da soli sei solo tu e quello che fai, capisci davvero quello
che ti spetta, quello che hai seminato e di cui ora raccogli i frutti.. ti metti
in gioco, non hai ne il paracadute ne il macigno di qualcun'altro.. non e'
fantastico??? per usare un termine ormai molto inflazionato: sei stato nominato!
ed ora vediamo che succede!!!
Chiang Mai 22/01/07
ci sono alcune cose di quel poco di
thailandia che ho visto, piccole cose, che temo di dimenticare un giorno e ho
cosi' deciso di annotarle.. sono quelle piccole immagini che si ripetono, e che
in qualche modo riempiono i vuoti, i buchi tra un pensiero e l'altro mentre si
cammina per strada..
prima fra tutte, la miriade di piccoli cani e di gatti che popolano le strade, i
giardini dei templi e delle case, decine e decine, tutti di razze non definite,
tutti un po' simili tra l'oro, senza un'identita', in un certo senso
rispecchiano l'immagine che noi occidentali possiamo avere dei popoli asiatici,
che avendo tutti colori e caratteristiche molto simili guardandoli in una folla
non e' semplice distinguerne l'individualita'..
e cosi' questo popolo di piccoli animali coesiste con le persone, ne accompagna
le giornate, si stiracchia al sole, corre, gioca e si riposa, senza che la vita
lo scomponga, senza pensare forse di avere un dovere.. solo rimanere li', a
riempire i vuoti..
altra cosa che mi ha colpito e' che nelle vecchie botteghe, per strada, nelle
guest house, si vedono spesso oggetti antichi o anche solo vecchi, collezionati
in anni di vita o forse in anni di sogni, come se la thailandia avesse di se una
memoria molto antica e temesse in qualche modo di perderla, e cosi' giorno dopo
giorno, oggetto dopo oggetto, si stringe attorno il suo passato, questi posti
diventano quasi un buco nel tempo, come il barbiere dove Matteo voleva farsi
spuntare i capelli e ne e' uscito completamente rasato e sbarbato, comprese
orecchie, naso e occhi, oppure la guest house a Pitsanulok, o vecchie botteghe
per strada nelle quali non si capisce bene cosa vendano, forse solo ricordi..
forse sono i ricordi di una thailandia fiera di se stessa, prima che iniziasse
il turismo del sesso, e che in qualche modo vuole ricordare al mondo quanto di
piu' possieda, lucidando i propri trofei, i propri sguardi e i propri
sorrisi..in attesa che arrivi il momento per mostrarli al mondo, quando
finalmente avra' voglia di vederli.. i sorrisi.
Le ragazze thai, molte almeno, hanno l'apparecchio ai denti, forse anche loro si
preparano a una nuova immagine per quando i riflettori saranno puntati sulla
vecchia nuova thailandia.
Le ragazze thai hanno quasi tutte un corpo sottile, senza curve, bellissimi
capelli neri e lucenti, indossano la minigonna e se sui motorini siedono dietro
tengono le gambe dallo stesso lato, come forse facevano le nostre nonne quando
andavano sulle lambrette dei loro fidanzati, e le vedi passare, appoggiate come
bamboline, con i piedi ciondoloni stretti dentro alle scarpette tipo ballerina
di quando eravamo piccoli noi, non si tengono, e quando il motorino frena si
spostano di poco, i capelli nemmeno si muovono, perfette, composte, delicate,
pallide. Molte donne camminano con il parasole, mai visto niente di piu' assurdo
e aggraziato nel contempo.
Questa thailandia sta davvero cambiando faccia, o meglio, riesce finalmente a
mostrare quanto di piu' bello abbia, la sua natura rigogliosa, le sue
tradizioni, i suoi animali, e cosi' anche il nuovo popolo di turisti e'
arrivato, quasi come una razza di nuovi eletti, belli, alti, biondi e forti,
uomini e donne, tutti cosi' perfettamente trasandati da sembrare appena usciti
da una rivista per sport estremi, dove per avere quell'immagine selvaggia i
modelli stanno al trucco per ore.
Qualche sera fa' ho seguito un corso di cucina thai, gli unici due studenti
eravamo io e un ragazzo israeliano, uno chef che studia psicologia, e cosi' i
discorsi si sono sciolti e mescolati tra la valutazione della psiche umana e dei
vari tipi di zenzero, una sorta di cucina zen insomma, e qui e' normale cosi'.
La scuola era praticamente in mezzo alla giungla, con animali e insetti di ogni
tipo e non era facile stabilire chi alla fine avrebbe mangiato chi, e qui e'
normale cosi'.
La nostra insegnante, una bellissima ragazza thai, ci ha spiegato le varie
ricette e le incomprensibili (per me) spezie in un perfetto inglese, ci ha detto
che vorrebbe andare all'estero ma che quando una bella ragazza thai cerca lavoro
fuori si aspettano che possa fare un lavoro solo, non e' il caso che stia a
spiegare quale..e putroppo qui e fuori e' normale cosi'.
Gia' da una settimana sto facendo il corso di massaggio thailandese tradizionale
(di cui potrete godere al mio ritorno), classe numerosa, piu' di 20 anime da
tutto il mondo, quasi tutti venuti da soli e quindi molto naturalmente siamo
diventati una famiglia, dopo la scuola si esce in 3 o 4, e poi per le strade o
nei bar, magicamente ci incontriamo tutti, e come nel pifferaio magico, come
gocce di mercurio in uno scivolo, ci riuniamo per giocare di sera nel bar sul
tetto, come giochiamo di giorno in classe, seduti sui tappeti, con piedi ed
anime nudi, a raccontarsi in tutte le lingue del mondo quello che a volte a casa
non riuscivi nemmeno a spiegare con la tua. Mi torna spesso in mente londra,
dieci anni fa, quando studentessa come di nuovo ora, era normale tradurre
qualunque lingua tanto si era ormai abituati a decifrare ogni singola piega del
viso, ogni espressione degli occhi, ogni gioco di mani.. forse per questo ci si
capisce cosi' bene..
Sono andata a trovare una vecchia signora, un'insegnante di massaggi thai anche
lei, una nonna, non parlava una parola di inglese, mi ha solo stretto le mani,
mi ha mostrato il libro dei suoi ex studenti con le foto e le dediche, un po'
tutti figli suoi, e non sono servite parole, e' proprio vero che quando non ci
si capisce e' perche' non si vuol capire, tante parole spesso confondono invece
di spiegare, stringere una mano con il cuore, sorridere, questo mi ha insegnato
in un secondo, quanto e' facile spiegarsi.
Nei week end chiudono molte strade per fare un enorme mercato, mai visto un
posto piu' colorato e piu' vivo, profumi di spezie e di fritto, luci che
sembrano addobbi di natale, venditori di ogni tipo, musicanti e ballerini di
danze tradizionali, tutti li' in mezzo alla strada, in mezzo alla vita e del
resto dove dovrebbero stare?
c'era un gruppetto, una piccola orchestra di piccoli musicisti, bambini, il piu'
piccolo avra' avuto 4 anni, il piu' grande una decina, suonavano e cantavano, e
come fai a non dargli nulla, meglio saperli li' che a fare altro del resto ( e
anche qui non servono spiegazioni putroppo), metto nel cappello a terra 20 baht,
pochi centesimi niente di piu', e di fianco al cappello c'e'girato di spalle,
accucciato basso basso, un bimbo che vedendo la mia mano infilare qualcosa nel
cappello si gira e mi sorride, non un bambino dell'orchestra, un bimbo thai del
pubblico, che cuore stretto, per 20 baht ho ricevuto il sorriso piu' bello e
doloroso del mondo, la bocca una luna lunga lunga, gli occhi due fessure
luminose, l'espressione biricchina.. puo' un sorriso del genere valere solo 20
baht? e cosi' ti rendi conto, forse qui ancora piu' che in altri luoghi, che per
ogni cosa c'e' un prezzo, per ogni cosa tiri fuori soldi, solo che per alcune
cose lo chiami costo.. per altre lo chiami valore..
Chiang Mai 12/02/07
non e' facile descrivere le ultime
settimane, il mio diario si e' interrotto parecchi giorni fa', qualcuno si sara'
forse chiesto se mi fosse successo qualcosa, e di fatto qualcosa mi e' successo:
la thailandia.
Quando ho iniziato a scrivere il diario sentivo la necessita' di ricordare e
raccontare quello che stavo vivendo, anche se una parte di me era ancora
assopita, intorpidita dal grigiore della vecchia routine, dai dubbi, dall'inutilita'
di una vita sempre tanto uguale da cancellare ogni novita' come fosse un errore
di programma e non come qualcosa di cui gioire, e cosi mi sedevo davanti al
computer, a volte a scrivere, a volte solo a pensare di farlo, cercando di
descrivere a parole quello che in qualche modo vivevo solo con la mente, senza
riuscire a sentirlo fino nel profondo.
Ma poi.. ecco che le parole sono diventate sensazioni, le fotografie sono
diventate vestiti che ti senti addosso e tutto d'un tratto il bisogno di
scrivere e' cessato, quando le emozioni si vivono totalmente descriverle diventa
un limite. Quel brodo caldo che fin dall'inizio mi aveva avvolta e' lentamente
penetrato nel mio cuore con tutto il suo dolce liquido calore, e quel vuoto
freddo che pesava come un macigno si e' sciolto, niente piu' peso sul cuore,
niente piu' gelo nelle mani, non piu' il pugno allo stomaco.
Ho quindi aspettato che le nuove emozioni trovassero il loro posto e si
consumassero lentamente senza essere sciupate da inutili parole, ed ora posso
finalmente raccontarle senza temere di sminuirle ne di condizionarle.
Gia' da un paio di settimane ho terminato il corso di massaggio thai e i miei
compagni, gli amici, ad uno ad uno se ne sono andati, ed ogni volta che qualcuno
parte un pezzetto di cuore si infrange, ti senti triste, ma poi ti rendi conto
che sentirlo questo cuore e' davvero bello, e allora accetti tutto, con la
sensazione che non sara' un addio.
Da quando sono in thailandia non sono mai stata sola un attimo, ho sempre avuto
qualcuno accanto che si e' preoccupato per me, con qualcuno ho fatto solo pochi
passi, con altri un cammino piu' lungo, ma sempre qualcuno al mio fianco che mi
ha portato un po' piu' in la'. E cosi' giorno dopo giorno cresce la dolce
sensazione che ci sia sempre qualcosa a sorreggermi, che se pur camminando
sull'acqua non devo temere di affondare, devo solo avere fiducia, muovere un
passo, ed ecco che dove appoggio il piede affiora una roccia che mi consente di
avanzare. Ecco cosa sono gli amici, i compagni, o anche solo il passante per
strada che mi sorride e mi da l'informazione che cerco, sono la mia strada, il
mio cammino. un grazie per ogni passo.
Una decina di giorni fa' sono andata a fare trekking nella giungla per 3 giorni
e due notti, abbiamo camminato nel verde profondo, salito e ridisceso sentieri
inesistenti, dormito in 18 anime, uno accanto all'altro, a tremare dal freddo
nelle capanne di bambu, mangiato alla luce delle candele, cantato alla luna, e
condiviso emozioni.
Una sera alcuni bimbi del piccolo villaggio in cui abbiamo dormito, sono venuti
a cantare e ballare per noi le loro danze tradizionali, c'era una bimba di circa
4 o 5 anni, si muoveva piccolina totalmente fuori tempo, una virgola fuori posto
in una poesia, e per questo cosi' dolce, finiti i balli pero' qualcuno le ha
fatto uno foto, lei lo ha guardato e ha fatto l'occhiolino, non ci potevo
credere, d'improvviso l'innocenza da quel bel visino si e' spenta, ed e'
diventata solo una cartolina per turisti, non
c'e' davvero piu' scampo, nemmeno nella giungla!.
Abbiamo fatto un giro sugli elefanti, che animali incredibili, se ne puo'
avvertire tutta la potenza e allo stesso tempo la profonda calma. Per tutto il
tragitto un elefantino di pochi mesi ha camminato accanto alla sua mamma, che
noncurante delle urla degli addestratori si fermava per aspettarlo, o
proteggerlo o allattarlo, quant'e' perfetta la natura, anche in cattivita' non
dimentica che cos'e' importante.
I tre giorni si sono conclusi con il bamboo rafting, ossia un giro lungo il
fiume su zattere fatte di bambu, il fiume era molto basso, forse meno di un
metro, le zattere delle semplici canne di bambu legate tra loro, su cui si sta
in piedi, se ci si riesce, e si fanno avanzare dando spinte al fondale con
lunghi bastoni, e' stata un'esperienza esilarante, eravamo circa una decina di
zattere con sopra 3 persone piu' la guida, ad ogni curva, ad ogni secca del
fiume, la leggiadra traversata si trasformava in una battaglia tra pirati a suon
di fango, alghe, e gente buttata nel fiume, che risate, alla fine eravamo
totalmente mimetizzati tanto era il fango e il verde delle alghe che avevamo
addosso.
Altra gita interessante e' stata quella per il rinnovo del mio visto, dopo un
mese infatti bisogna andare al confine con un altro stato per poi rientrare ed
avere il visto rinnovato per altri 30 giorni.
Essendo il mio visto la priorita', mi sono affidata per l'organizzazione del
viaggio alla mia guest house, senza chiedere nulla su che tipo di gita fosse,
convinta che saremmo stati solo io e il conducente del mini van, destinazione
Triangolo d'oro, ossia dove si incontrano Birmania, Laos e Thailandia. Non
potevo avere piu' torto, mi sono trovata in un viaggio turistico organizzato per
vedere le bellezze del Triangolo e le tribu' locali.
La combricola non poteva essere piu' bizzarra, io, un vecchietto giapponese, un
israeliano di mezza eta', un australiano sulla trentina e un altro personaggio
di eta', nazionalita' e nome sconosciuti. Piu' la guida, un ragazzo thai tutto
sorrisi e inchini.
Devo dire che alla fine si e' rivelato davvero un viaggio singolare, con questi
personaggi con cui non avevo niente in comune, almeno in apparenza, potevamo
essere il gruppetto delle barzellette: c'erano un'italiana, un giapponese etc.
che ridere.
Abbiamo fatto un giro su una piccola barca a motore intorno al Triangolo, in
mezzo al fiume, che segna i tre confini. Io e nonno giappone in testa, tra
spruzzi e vento in faccia, lui teso teso, con gli occhi che gli lacrimavano, il
ciuffo bianco appiccicato alla fronte, la faccia tutta schiacciata dal vento, ad
ogni saltino sulle onde delle altre barche pensavo gli sarebbe venuto un
infarto. Finalmente ci siamo fermati, mi sono girata e la faccia del nonno era
ancora tutta schiacciata, insomma non era il vento, era solo il suo profilo
giapponese..
Ed eccoci di nuovo a chiang mai, a casa, perche' e' proprio cosi' che la sento.
Lunedi' ho iniziato un nuovo corso di massaggio thai, da quella vecchina
deliziosa di cui gia' avevo parlato, e dire che ne sono entusiasta e' dir poco,
tanto che ho deciso di restare qui un altro mese e andare in india solo per una
settimana, prima del ritorno a casa.
Appena sono entrata nella piccola scuola mi sono subito sentita a mio agio,
pochi studenti, 5 me compresa,due cagnolini che fanno tanti guaiti e colorano le
lezioni di saltini e corsette, e poi mama e i suoi due figli, tutti e tre
insegnano. Insomma, un'altra famiglia ancora. Mi era stato detto che la vecchia
insegnante non e' quasi mai a scuola perche' non sta troppo bene di salute, ma
per mia enorme fortuna e' stata a scuola tutta la settimana ed essendo io la
piu' minuta del corso e lei non piu' forte, mi usa ogni volta per mostrare agli
altri le varie tecniche, quindi sono davvero privilegiata, sia perche' e' piu'
facile per me imparare, sia perche' ricevere massaggi da quelle mani esperte e'
ogni volta un'esperienza sublime. Incredibile come un corpicino che sembra ormai
consumato dagli anni possa avere ancora una carica cosi' forte e una mente cosi'
salda.
Le giornate procedono pigre qui a chiang mai, nonostante siano incredibilmente
piene di esperienze, emozioni e cose da fare, la sensazione e' quella di
navigare su un fiume lento, e' una giornata di sole su un campo di grano appena
tagliato, dove tutto sembra fermo e l'unico suono e' quello di un grillo
lontano, eppure tutto e' vivo e in movimento nascosto tra i fili dorati, e' come
osservare le api in un roseto abbandonati su un'amaca,con una gamba a penzoloni
che pigramente si dondola noncurante del mondo.
Questa e' chiang mai.
Chiang Mai 06/03/07
un passo indietro..
ho iniziato a mandare le pagine del mio diario a tutti gli amici ai quali mi
sento vicina, anche a quelli che non vedo da tanto ma sono sempre comunque
importanti, l'ho fatto per me, per sentire di avere tutti accanto in questa
esperienza, ma mai mi sarei aspettata che le mie parole potessero essere
importanti per qualcuno, anzi, con mia enorme sorpresa per molti.. mi sembra
quindi giusto a questo punto dire qualcosa di piu' su quello che e' avvenuto
prima della partenza, prima di lasciare il lavoro, prima della thailandia..
tanti mi conoscono abbastanza da sapere la mia storia, altri meno, ma non credo
che tutti sappiano, compresi gli amici piu' cari, che cosa mi sia scattato
dentro per portarmi a cambiare cosi' radicalmente non solo le carte in tavola,
ma anche tavolo e giocatori..
la storia dei miei passati 30 anni non e' probabilmente ne piu' bella ne piu'
brutta di altre, di certo non piu' originale, e' inutile pero' andare troppo
indietro, cose da dire ce ne sarebbero eccome, non tanto sul mio mondo
quotidiano quanto su quello interiore, ma non e' questo il momento.
Arriviamo subito alla fine delle superiori, diploma di ragioneria, devi pensare
a cosa fare visto che ormai gli anni spensierati sono finiti, che poi a pensarci
tu tutti questi anni cosi' spensierati mica te li ricordi, anzi, se ci pensi
caspita se crescere e' stata dura, chissa' se questa favola della spensieratezza
e' vera o se anche questa e' un'invenzione della coca cola..
Comunque, decidi di andare a studiare inglese a londra, per un anno, grande
esperienza, a volte dura, a volte meravigliosa, ma l'anno passa e te ne torni a
casa.
Lavori per un po' in una scuola di inglese, poi un nuovo impiego in un ufficio,
e il nuovo impiego non e' piu' nuovo perche' sono passati gia' 7 anni e tu ne
hai 29. O porca miseria e dove sono finiti tutti quegli anni? cos'e' successo
nel frattempo? com'e' che avevi iniziato tanto bene andando a studiare
all'estero e poi ti sei persa per strada? e dove ti sei persa ??
ripensi agli ultimi anni, tanti periodi molto felici certo, ma niente di
costruito, niente di concreto, non sai dove vuoi andare, non hai interessi
particolari se non quelli per ammazzare il tempo, e ammazzare e' proprio il
termine giusto perche'"passare il tempo" non rende l'idea; ti dividi
tra lavoro, yoga, palestra, corsi mai terminati di balli caraibici, il ricordo
di un amore finito e nessuna voglia di crederci ancora.
Ti svegli la mattina, novembre, dicembre, gennaio.. chi lo sa, tutti i giorni
uguali. Il treno in ritardo, le solite facce nella solita terza carrozza, il
treno che si ferma 10 minuti in galleria, il vociferare che da sussurro diventa
sempre piu' alto, la tensione che cresce, decine di polsi che si girano in
sincrono per mostrare l'orologio che scandisce le gocce di sudore, una e poi
un'altra e un'altra ancora, tin tin tin, scivolano come gelide puntine sulla
fronte, l'ansia di arrivare in ritardo, e ora che gli dico a quello, miseria mi
tocca uscire mezz'ora dopo, e non riesco a fare colazione..
ti sembra di poter leggere nella mente della gente perche' i pensieri dei
pendolari sono sempre quelli, a compartimenti stagni, i pensieri dell'andata
sono tutti: colazione, ritardo, speriamo sia di buon umore, quelli del ritorno
sono tutti: se si ferma perdo l'autobus, ma chi ne ha voglia di uscire sta sera
sono cotto, speriamo di non incontrare nessuno che conosco senno' mi tocca
parlare..
insomma, arrivi in centro, il vento gelido che si e' appiccicato alle ossa e ai
vestiti, entri nel solito bar e ti sembra che le persone ti stiano lontane
perche' quel freddo che hai addosso raffredda il locale, le solite quattro
chiacchiere con il barista che ti ha conosciuto ragazzina e giorno dopo giorno
chissa' cosa pensa delle tue occhiaie e delle rughe che iniziano a vedersi ma
che si guardi un po' le sue di rughe, e cosi' esci che sei gia' di malumore.
Lavoro. inutile perdere parole perche' tanto ogni giorno e' uguale all'altro.
Pausa pranzo, un'ora, il solito giro dei misci, cioe' guardare le vetrine senza
comprare niente, tanto che odi il periodo dei saldi perche' le vetrine non le
cambiano mai. Solito panino volante, telefonata alla mamma. lavoro. treno.
palestra. bevuta con gli amici. nanna.
quando proprio va di lusso, aperitivo, meno male che esiste!
non so se a voi queste righe dicono qualcosa, certo la mia vita non era solo
quello, ma l'idea, la sensazione, il sentirsi soffocare in un inverno senza fine
- perche' sicuramente saro' andata al lavoro anche in altri mesi, non solo da
novembre a febbraio, ma insomma - la sensazione e' sempre quella..
Poi il colpo finale, un anno prima, di anni ne hai ancora 28, capo nuovo, e nel
giro di un anno detesti tanto il tuo lavoro che ti sembra di averlo sempre
odiato, eppure per 6 anni ti e' andato bene, certo non era il sogno della tua
vita, ma lavoravi con qualcuno che stimavi davvero e che ogni giorno ti
insegnava qualcosa, abituata troppo bene forse, ma insomma che per te andare al
lavoro e' diventato un incubo, e la routine che prima semplicemente ti annoiava
e' diventata una trappola che ogni giorno ti instilla goccioline di veleno nelle
vene, piano piano, ma piano piano ti senti morire dentro e d'un tratto nemmeno
gli aperitivi funzionano piu'.
Poi un giorno ti fermi, ti guardi alle spalle, ai quasi 10 anni di ufficio tutti
appiattiti in un unico identico ieri, poi guardi avanti, ai prossimi 30 anni
nello stesso ufficio tutti gonfiati in un unico, enorme, inutile domani, e ti
chiedi: ma davvero la vita e' tutta qui? davvero sono nata per digitare quattro
tasti, farmi venire il mal di schiena, la colite e il male agli occhi? davvero
sono nata per svegliarmi, mangiare, lavorare, dormire e andare nei vicoli? come
puo' la vita essere tutta qui? come posso pensare di vivere altri 30 anni
identici a quei 10 di cui sono gia' stufa? per poi cosa? passare una pensione da
frustrata perche' quando andremo in pensione noi probabilmente dovremo pagare
per stare a casa ? puo' la vita valere davvero cosi' poco??
non pensiate che sia una critica nei confronti di chi ogni giorno si sveglia per
andare in ufficio, era solo una valutazione sulla mia di vita..
scrivere mi e' sempre piaciuto, e quel giorno mi sono chiesta: se la mia vita
fosse un libro o un film, qualcuno avrebbe voglia di leggerla o vederla??? e la
risposta e' stata no, perche' io stessa non ne avrei voglia.. che amarezza.. e
da quel momento ho deciso che avrei fatto di tutto e di piu' per vivere quella
vita che vorrei leggere in un libro, vivere la mia vita come il preferito tra i
miei film, ecco cosa mi e' scattato dentro!
Nulla nella vita e' positivo o negativo, almeno non
totalmente, dipende da come noi elaboriamo l'esperienza e in cosa la tramutiamo,
il cambiamento in ufficio per me e' stato davvero un giro di boa, poteva
diventare un incubo (e per un po' lo e' stato), ma grazie a Dio l'ho fatta
diventare un'opportunita', la piu' importante. Se questo cambiamento
"negativo" non fosse avvenuto, forse sarei andata avanti altri 10 anni
o piu' in un lavoro che non mi rendeva felice ma nemmeno triste, insomma, una
bella insipida minestrina, ma per fortuna, e sottolineo PER FORTUNA, la
situazione e' diventata cosi' negativa per me che sono stata costretta a fare
qualcosa. IL MIO TRENO, e sta volta non ci sono i 10 minuti di stop in galleria.
Da li' una miriade di cose, reiki, il corso di massaggio ayurvedico, il corso di
riflessologia, conferenze, seminari etc etc etc. sei stata fortunata certo,
perche' hai trovato cose che ti piacciono davvero, cose che ti somigliano, in
cui sei te stessa. Fortunata certo, ma hai anche la voglia e la tenacia di
seguirle tutte quelle cose, ma proprio tutte, tutte insieme..
Hai davanti a te un sogno ma per un anno la tua vita e' un massacro, lavoro in
ufficio in settimana, tutti i week end, e dico tutti, un corso, studiare e fare
pratica di sera, e poi finalmente iniziare a fare i massaggi di sera, finalmente
si, ma intanto i massaggi te li scoppi dopo una giornata in ufficio e un week
end che l'ultimo in cui ti sei riposata erano almeno 6 mesi prima..
ma non e' stata questa la parte piu' dura, certo, alla fine eri totalmente
esaurita e non tanto per dire, ma la vera battaglia, la vera sfida, sono stati
gli amici, non tutti chiaro, ma troppi se ci pensi..
quelle persone che sulla carta avrebbero dovuto sostenerti, sono state quelle
che ti hanno criticato perche' nei week end invece di uscire per la solita
bevuta identica a quelle degli ultimi 15 anni, ti sacrificavi per i tuoi corsi..
sono state quelle che non volevano accettare che stavi cambiando..
sono state quelle che invece di sorreggerti perche' la strada era dura, invece
di darti una spinta per uscire finalmente dall'acqua e poter cosi' respirare,
hanno certato di ritirarti giu'..
strano eh? tante volte mi sono chiesta perche'.. forse perche' i cambiamenti
sono duri da metabolizzare anche se sono di altri? forse perche' e' difficile
accettare che qualcuno cerchi di essere felice, o almeno cerchi di uscire dalla
campana di fumo in cui ci hanno convinti che dobbiamo vivere per essere persone
"per bene" e " normali", e vedere se quello che si sentiva
era l'eco o una vita che si ripeteva all'infinito? forse perche' questo le
costringe a chiedersi se loro della loro vita sono felici? chi lo sa.. una
risposta non me la sono data, provate a darvela voi, di fatto io sono dove sono
e loro..
ma il rovescio della medaglia e' stato invece un regalo immenso, gli altri
amici, quelli veri, e persone che mi conoscevano appena, mi hanno aiutato in
tutti i modi, mi hanno sostenuta, mi hanno fatto sentire la loro stima.. e
credetemi, quando si decide di cambiare cosi' profondamente la propria vita,
ogni parola di conforto e di approvazione ti aiuta a superare i momenti in cui i
dubbi arrivano, perche' e' normale che arrivino, soprattutto per chi come me non
puo' pensare vabbe' tanto se va male ci sono mamma a papa' che mi mantengono,
perche' la mia situazione non e' quella.. ma devo dire.. nel mio caso non sono
mai stati sufficienti a farmi vacillare.
Da quel 29imo anno di vita qualcosa ha iniziato a lavorare nella tua mente,
quasi a tua insaputa, e' ancora gennaio, forse febbraio, intanto le cose stanno
gia' cambiando, stai facendo il corso di massaggio ayurvedico e stai vivendo in
un appartamento che dividi con la fidanzata inglese del tuo amico, e un giorno
questo amico ti dice, sai in thailandia fanno corsi di massaggio thai di un paio
di settimane e li' costa tutto poco, e cosi' inizi a pensare, come sarebbe bello
andarci, ma senza fretta, starci qualche mese, a fare il corso, a rilassarti, a
scioglierti, a vivere, e poi pensi, eh! per farlo dovrei licenziarmi. E poi
ancora, come sarebbe bello fare un corso anche in india, e poi pensi, eh! per
farlo dovrei licenziarmi..
E cosi' giorno dopo giorno queste nuove idee prendono vita, una vita propria,
prendono decisioni autonome, fanno piani di cui quasi non ti rendi conto, e come
per magia inizi a pensare: a settembre do' il preavviso cosi' a gennaio parto
per la thailandia e poi vado in india e poi chissa'. I mesi passano, qualche
dubbio, inizi a pensare alla possibilita' di aprire un'attivita' nella tua città
con amici che hanno i tuoi stessi interessi, chissa' forse ha ragione chi dice
che sei pazza a mollare tutto e partire..
ma poi, finite le ferie, quando devi tornare in ufficio, qualcosa dentro di te
si rompe del tutto, per giorni stai come fuori dalla realta', inizi a stare male
davvero, mal di testa, che in tutto ti durera' 2 mesi, troppo spesso hai dei
mancamenti, la vista che si abbassa giorno dopo giorno tanto che da un occhio
quasi non ci vedi piu'..
sono tutte cose vere putroppo, e' questo che fa la mente quando il troppo e'
davvero troppo, tu non stacchi la spina? beh, te la stacca lei, e non importa
quante visite fai, quanti dottori vedi, e' sempre lei che decide, non esistono
aiuti, sei sola, SEI SOLA e sei la tua nemica..
e cosi' capisci che davvero la tua vita non puo' valere cosi' poco, che nessun
lavoro vale tanto, che nessuno stipendio vale tanto e che hai molto di piu' da
dare e che sopprattutto ti meriti molto di piu', ma nessuno te lo viene a
regalare, dipende da te, non puoi aspettare i tempi degli altri, e' il tuo
tempo, solo tuo, solo tu puoi fare la differenza.
Arriva settembre, il giorno del tuo 30imo compleanno, ti svegli e si, e' questo
il giorno in cui ha davvero un senso ricominciare a vivere, arrivi in ufficio, E
TI LICENZI!
Per tutta la vita hai sentito storie di persone che hanno avuto il coraggio di
cambiare vita, o anche solo la pazzia per farlo, e le hai sempre invidiate, ma
adesso può essere il tuo momento, una di quelle persone puoi essere tu.
Ogni cellula del tuo corpo ha programmato questo momento per gli ultimi 9 mesi,
e alla fine..
arrivi sull'orlo del precipizio..
guardi giu', la solita pietruzza che cade nel baratro come nei film..
pensi "merda non ho il paracadute"..
riguardi giu'..
riguardi indietro cosa stai lasciando..
sorridi..
"chi se ne frega!!!"
trattieni il fiato..
e salti nel vuotoooooo
l'hai fatto!!
l'hai fatto! e non e' il racconto di qualcun'altro, non e' la storia di un
libro, non e' solo un sogno campato in aria nei momenti di noia, sei tu, sei
davvero tu, e' davvero la tua vita che ha fatto un salto mortale, e tu sei
ancora viva, si sei viva! sei viva!
ancora alcuni mesi duri, fino a dicembre, ancora "amici" che ti dicono
che sei pazza, mollare tutto? ma no rimani nella cacca con noi! partire da sola?
in quel brutto mondo cattivo con quella brutta gente cattiva e l'uomo nero che
ti maaaaangia????? uuuuuu
;-))
il resto ormai e'storia!!!!
Chiang Mai 12/03/07
Chiang Mai.
tante volte ne ho scritto, ma mai veramente, non so che idea vi siate fatti
dello scenario di questo mio diario di viaggio, credo che molti si siano creati
nella mente il proprio posto ideale, perche' quando si parla di sogni tutti
scopriamo che, chi in maniera conscia, chi inconsciamente, ma ripeto tutti,
abbiamo nel cuore un posto che chiamiamo paradiso.
Per qualcuno e' una spiaggia incantata con palme da cocco, per altri un hotel a
cinque stelle, per altri ancora un'immacolata pista da sci. Non cambiate queste
immagini nella storia, perche' se anche le parole sono le mie so che l'avete
fatta vostra, e tale deve rimanere.
Vi voglio pero' parlare della mia chiang mai perche' e' davvero doveroso farlo,
perche' ho scoperto che il paradiso non e' un posto perfetto, una natura
incontaminata, un'immagine da cartolina, il paradiso e' uno stato fisico e
mentale, ed e' fatto di sogni si, ma i sogni degli uomini non degli dei, con
tutti i loro vizi, i loro dubbi, le loro paure, no, il paradiso non e' perfetto
e percio' e' paradiso, perche' in questo luogo tutto viene accettato, ognuno con
la propria identita', con la propria stravaganza, con la propria diversita'.
Chiang mai. Citta', paese, chi lo sa, niente a che vedere con Bangkok, niente
palazzoni alti o centri commerciali infiniti, non quello smog che ti ottura
occhi e pori, non quel traffico cosi' caotico da non consentirti nemmeno di
sentire i tuoi pensieri.
Il centro si trova all'interno di quelle che un tempo erano mura su base
quadrata, ma una volta cadute, per continuare a mantenerne l'idea, e' stato
costruito un perimetro d'acqua che corre tutto intorno sui quattro lati e, anche
quando fa caldo, ma caldo davvero, camminare accanto a quello specchio liquido
da un po' di sollievo.
Orientarsi e' facile, anche per chi come me non ha assolutamente senso
dell'orientamento, se ti perdi basta seguire tutto il perimetro e prima o poi
arrivi in un punto che conosci. Che sensazione dolce, sapere che qualunque cosa
accada prima o poi la strada la ritrovi sempre..
Ogni punto della cittadina e' raggiungibile a piedi, le strade sono piane, non
e' quindi faticoso percorrerle, e solo poche vie sono molto trafficate. Poi non
si capisce come mai, ogni tanto sui marciapiedi gia' stretti, spunta una cabina
del telefono, un idrante, o qualcosa che ti ostruisce completamente il
passaggio, ma a chi cavolo e' venuto in mente di metterlo proprio li'? e devi
quindi scendere in strada con il rischio di essere messo sotto da tuk tuk,
motorini rumorosissimi, taxi comuni, o biciclette pirata, perche' qui guidano
tutti, ma proprio tutti, come matti e non si fermano nemmeno ai semafori.
Le case sono basse, ad ogni porta un bar, un pub, una guest house. Mercatini e
venditori con le loro mini bancarelle.
A chiang mai turisti, tailandesi, cani, gatti, stranieri che si sono ormai
stabiliti in pianta stabile, monaci, cinesi, tutti convivono perfettamente,
nessuno si sente di troppo o padrone.
L'energia e' quella sottile e luminosa dei sorrisi delle persone, e tutti, dopo
pochissimo, ne sono contagiati, la realta' con i suoi problemi sembra
appartenere ad un altro universo.
Qui tutto e' facile, tutto e' a portata di mano, qui le persone ti sorridono
senza motivo, perche' hanno tanti di quei sorrisi dentro che uno dopo altro
saltano fuori perche' da qualche parte devono pur uscire, e cosi' l'americano,
come il tedesco, come il russo, come l'italiana, come la ragazza thai, te lo
sbattono in faccia come il solletico di una piuma, questo sorriso che avanza, e
tu sorridi e non ti chiedi come mai e' cosi' normale e come mai tante volte sei
tu la prima a farla volare quella piuma d'ala.
Liberta', questo si respira, ognuno e' troppo occupato a stare bene per perdere
tempo a fare stare male qualcun'altro, criticando, condannando, impicciandosi
degli affari altrui, come facciamo noi troppo spesso a casa perche' siamo cosi'
preoccupati di distrarci dai nostri problemi che vogliamo crearne agli altri
cosi tutti insieme nella cacca si sta meglio.
Felicita'. A chiang mai sono stata felice, tanto. Felicita'. qui ho scoperto
cos'e. Felicita' non e' non avere problemi, felicita'non e' svegliarsi ogni
mattina con il cuore leggero, felicita' non e' un pacchetto che qualcuno ti
regala e tu devi solo scartarlo, felicita' non e' sapere che tutto va bene e che
andra' sempre bene, no.
Ho scoperto che essere felici e' il piu' duro e il piu' impegnativo dei lavori,
e' svegliarsi ogni mattina sapendo che la vita non e' perfetta e cercare
nonostante tutto in se stessi la forza e la voglia di risolvere i problemi, la
tenacia di voler vedere una via di uscita anche quando c'e' tanto fumo da non
riuscire nemmeno ad intravedere le proprio scarpe, perche' e' vero che nel mio
diario ho sempre e solo parlato di esperienze meravigliose ma ovviamente non ci
sono state solo quelle..
ci sono stati anche momenti duri, ma di quelli e' inutile parlare, perche' forse
i sorrisi bisogna riportarli alla mente, le ferite invece lasciano cicatrici,
non serve ricordarle.. ma felicita' e' anche questo, guardare le proprio
cicatrici con amore perche' per ogni segno hai imparato qualcosa, per ogni
lacrima hai scoperto di poter essere felice.
Felicita' e' fiducia, e' crederci davvero, anche quando siamo stanchi, quando
siamo stufi, ma credere che quel sogno che si intravede all'orizzonte e' vero e
che anche quando sembra allontanarsi e' ancora li' ed invece di rinunciare
dobbiamo correre piu' in fretta e sudare di piu', non fermarci.
E' tanto facile a volte, pensare che se hai fame tutto sommato ti puoi
accontentare di bere.
NON E' COSI'!
se sai cosa vuoi devi avere il coraggio di lottare per quello, ed invece tante
volte cosa facciamo? arriviamo a tanto cosi', possiamo quasi toccarla la
felicita', l'abbiamo aspettata tanto a lungo, mesi, immaginata tanto a lungo, ci
abbiamo pianto, ci abbiamo riso, ne abbiamo disegnato il viso e il profumo, ne
abbiamo immaginato il calore, eccola, e' li', ma siamo troppo vigliacchi, troppo
spaventati, troppo intossicati e avvelenati dalle bugie del mondo da credere che
possa essere vera, e cosi' ci convinciamo che stiamo perdendo tempo, che abbiamo
perso mesi ad aspettare, e quando siamo a tanto cosi' distruggiamo tutto, cosi'
almeno sono io che decido non lei, cosi' almeno non rimango deluso se non era
perfetta la felicita' (tanto non lo scopriro' mai perche' non ho avuto il
coraggio di guardarla in faccia) e allora anche se ho fame mi accontento di bere
che intanto nello pancia qualcosa metto..
E si, essere felici e' il piu' duro dei lavori. essere felici e' cosa solo per
chi ha coraggio, il coraggio di vedere se il sogno puo' diventare realta', e se
poi non e' cosi' ho ancora una vita per sognare, ma intanto non ho rimpianti, ho
ancora fame e' vero, ma non mi sono riempito la pancia d'acqua per non sentire
il vuoto e cosi' il mio sogno l'ho lasciato sfuggire e me ne sto con la mia
borraccia sempre a portata di mano che non si sa mai che mi venga ancora fame,
ancora voglia di sognare..
Felicita'. E' partire con la speranza, ogni giorno, che chi ami ti aspettera' e
che non si accontentera' di bere, perche' come te ci crede e ha il coraggio di
essere felice, e non rinuncia una settimana prima solo perche'si trova una
bottiglia d'acqua a portata di mano, e non si sa mai, tanto bevo, tanto sto bene
per un'oretta, e poi quando la felicita' arriva sentirsi un idiota perche' non
si ferma piu' alla tua porta, e perche' dovrebbe? "potevi aspettare, avere
ancora un po' di pazienza, ancora un po' di coraggio", ti dici, ma lo
sapevi anche prima, solo che il coraggio non l'hai avuto, e ti senti
mortificato, e vuoto, guardi la tua borraccia, hai ancora fame, NE VALEVA
DAVVERO LA PENA?? la risposta la sai, ma la sapevi anche prima, ti piace tanto
mortificarti in fin dei conti, cosi' poi hai un motivo per lamentarti e per
crederci ancora meno la prossima volta. Un camion di borracce.
Perche' felicita' e' accettare che la vita non sia perfetta, e che nonostante
questo e' ugualmente meravigliosa, che non e'il regalo che qualcuno ci fa ma e'
una decisione che prendiamo ogni giorno, perche' sembra assurdo dirlo ma infondo
tutti sappiamo che essere infelici e' molto piu' facile, e' molto piu' facile
convincersi che la vita fa schifo, che tutto va male, non provare nemmeno
perche' intanto non c'e speranza, e quando ovviamente va male perche' ci hai
pensato tu a rovinare tutto, ti dici: eh lo sapevo! e si, e' molto piu' facile
essere infelici.. che avere il coraggio di soffrirsela questa felicita'..
ma chiediti:
vale la pena perdere tutto PER LA PAURA DI PERDERE TUTTO???!!!??
Bangkok, Thailndia 15/03/07
Bangkok.
il 13 notte ho lasciato la mia chiang mai, il mio sogno, il mio paradiso. 12 ore
di bus notturno. arrivata ieri all'alba a bangkok.
quanti pensieri in quelle ore di viaggio, quanti dolci, dolcissimi ricordi,
quanti visi si sono alternati nella mia mente, quanti sorrisi mi hanno aperto il
viso.
Chiang mai. credo che davvero tutto sara' diverso d'ora in poi, non si puo'
tornare indietro una volta che si e' nel bel mezzo del viaggio e del mio viaggio
io ho superato solo ora l'inizio.
Ho tanti grazie che mi spuntano come freschi fili d'erba, per ogni filo un nome,
per ogni filo un grazie, un verde prato di ricordi..
Bangkok e' terribile come quando sono arrivata la prima volta 2 mesi e 1/2 fa,
solo che allora non sapevo quello che avrei trovato, ora so quello che lascio e
questo mi da forza per un verso, ma per un altro mi fa venir voglia di scappare
il piu' lontano possibile da questo caos.
India, ecco dove sto andando, oggi pomeriggio ho il volo per Bombay, una volta
la' davvero non so, non ho avuto il cuore di pensarci, ho cercato di stare fino
all'ultimo secondo nel mio presente per non lasciar andare la mia thailandia
troppo velocemente. Ci pensero' sull'aereo. L'arrivo e' per sta sera alle 20.00,
sara' gia' buio, forse a quel punto sara' il caso di avere un'idea sul cosa fare
e dove andare, ma il viaggio e' anche questo, ogni giorno devi decidere che
direzione prendere e non sai mai se e' quella giusta, allora tanto vale seguire
il cuore, nel dubbio almeno non tradisci te stesso.
Benaulim, Goa, India 17/03/07
India.
15 marzo. Sono arrivata a Bombay alle 20.00 (siamo 4 ore e 1/2 avanti rispetto
all'Italia). Dopo la soffocante giornata a Bangokok persino l'aeroporto di
Bombay, che nello scalo di 6 ore all'andata per Bangkok mi era parso un incubo,
ora paragonato a quella rumorosa e egoista citta' sembra un luogo piacevole.
E ora dove vado? non ho prenotato nulla, ma come mai non riesco a preoccuparmi?
chiedo ad una ragazza chiaramente non indiana se mi sa consigliare un albergo,
lei mi dice che alcune sue amiche l'aspettano fuori e che mi posso unire.
Perfetto. I miei piani? dico: voglio andare a Goa (eh? e quando l'ho deciso? a
volte mi sembra di essere posseduta perche' c'e' una parte di me che davvero
decide autonomamente..e alla fine seguo sempre quella, per fortuna!!). Una delle
amiche mi dice che anche loro andranno a Goa il giorno seguente, con il treno,
ma e' difficile trovare posto da un giorno all'altro, forse dovresti tornare
dentro e chiedere per un volo mi suggerisce, ha occhi grandi e sinceri, un bel
visetto rubicondo e come faccio a non fidarmi, saluto la combricola a malincuore
perche' mi sembravano ragazze simpatiche, entro, pago per il volo il giorno dopo
e prenoto l'albergo e lo spostamento da e per l'aeroporto. Tutto fatto. Esco di
nuovo dall'aeroporto con uno sciame umano che mi si stringe addosso per farmi
salire su qualche taxi chissa' per dove, l'effetto non e' diverso da quando ogni
mattina mi sono accalcata per trovare posto sul treno per andare al lavoro,
l'India sara' pure difficile, ma chi sopravvive ad una vita da pendolare
sopravvive a tutto!!
Il mio albergo e' grazioso, stile vittoriano se e' un termine che posso usare
parlando di un albergo a Bombay, comunque rende l'idea. Esco per telefonare, uno
dello staff dell'albergo mi scorta per i 5 metri che mi separano da un
sottoscale dove c'e' un solo telefono e un solo computer, e fuori un capannicolo
di una 20ina di ragazzi, tutti maschi, ora capisco la scorta visto come mi
guardano. Telefono e veloce veloce me ne torno al mio alberghetto.
Mattina. Nella via per l'aeroporto vedo un po' di Bombay e capisco che forse
sono davvero strana io, fuori dal mio finestrino aperto vedo mucche che
passeggiano per strada, case mezze distrutte, bambini, vacche e cani che
mangiano dagli stessi rifiuti, un traffico rumorosissimo dove rischiamo almeno 3
o 4 incidenti, eppure non faccio una piega, mi sembra tutto cosi' normale, come
se lo avessi visto chissa' quante volte.. Forse a forza di immaginarmela questa
india l'ho gia' vissuta.
Le donne indiane sono molto diverse dalle donne thai, hanno corpi voluttuosi,
fasciati in sari bellissimi e coloratissimi che sembrano sempre appena
indossati, hanno visi scuri e occhi profondi, ne sanno di terra e di madre, di
qualcosa di assolutamente vissuto e forte. Camminano fiere in mezzo alla strada
o tra gli uomini, a testa alta forse perche' e' per loro l'unico modo per farsi
spazio. Mai stata una vita facile la loro.
Eccomi all'aeroporto di Goa, si ma Goa e' uno stato non un paesello, e ora?
ovviamente zero piani, guardo la mia lonely planet, cerco un posto tranquillo,
Benaulim, aggiudicato, si parte con il taxi prepagato all'aeroporto.
E dov'e' finita l'India?? le belle stradine che ci portano al paese sono
costeggiate da graziose case basse, in stile coloniale, circondate da fiori
colorati e palme e si perche' Goa era una colonia portoghese, ed eccomi a
Benaulim, eccomi all'albergo che avevo selezionato sempre sulla guida, metodo di
scelta? era il primo della lista. Hanno una camera e cosi' mi fermo, facile
facile.
Mi sa proprio che sono finita nel paradiso di qualcun'altro, di quelli che si aspettano una spiaggia immacolata e palme, perche' e' qui che mi trovo, il mio albergo da direttamente sul mare, ovviamente molto economico, ma la spiaggia? e' praticamente identica al quella della mia isola, mare e sabbia sono davvero uguali, solo che qui ci sono le palme e invece dei venditori senegalesi ci sono ragazze indiane che cercano di venderti hennea o sari, per il resto lo stesso. E certo, sono entrambe colonie portoghesi! anche le barche dei pescatori sembrano le stesse con nomi portoghesi.
Eccomi qua, alla fine del mio viaggio, nome diverso si, ma capisco che tutto
sommato sono ancora io, e nonostante tutti i cambiamenti avvenuti in me in
questi mesi le cose che mi piacciono sono ancora le stesse e qualcosa di
inconscio ma molto radicato in me mi riporta in un posto dove sono stata felice,
anche se era un altro stato, un altro mare, forse un'altra vita.
E' gia' passato un giorno dal mio arrivo di ieri, oggi dopo una lunghissima
passeggiata sulla spiaggia torno alle sdraio del mio alberghetto, vedo una mano
che sventola dalla mia parte e una voce femminile tutta eccitata, tre ragazze
sdraiate che mi guardano, da non credere.. sono le ragazze dell'aeroporto, e
come faccio a sorprendermi? da quando sono in viaggio ogni giorno e' una magia..
come ho gia' detto Goa e' uno stato e che loro siano non solo nel mio stesso
paese ma addirittura nel mio stesso albergo... ma uno come fa a non sorridere
alla vita quando lei calma, sorniona, ti guarda e ti fa l'occhiolino? ;-)
Benaulim, Goa, 21/03/07
Questo e' l'ultimo giorno del mio diario. domani la partenza e
venerdi' mattina saro' in italia.
Che settimana dolce, un tempo lento, pigro, lunghe passeggiate nel paese o sulla
spiaggia, i sari delle ragazze indiane che in riva al mare sembrano bandiere
vive che colorano il vento, i bufali d'acqua che fanno il bagno in mare come
cagnolini da compagnia, la musica indiana mista a quella occidentale, quanti
contrasti, anche qui vedere le cose piu' diverse accostate l'una all'altra
sembra normale, e' semplicemente vita del resto.
Ero prepatata ad un'India severa, che ti assale, alla quale non dare troppa
confidenza e all'inizio con questo pensiero sono stata un po' ad ascoltarla, ad
annusarla, a sfiorarla e poi scappare come fanno i gatti con la zampa quando non
conoscono qualcosa, lo toccano appena e poi via per studiare la reazione, ma qui
e' tutto diverso, niente di cui dover avere paura, con le persone ci si puo'
parlare senza che diventino invadenti, anche qui a goa come a chiang mai tutto
sembra facile.
Le serate sono scivolate via allegre a chiacchierare e gustare un superbo cibo
indiano con le ragazze conosciute all'aeroporto e con una ragazza canadese e
cosi' alla luce di candele, di fronte al mare, cinque giovani donne, cinque
mondi diversi, paesi diversi, culture diverse, sono state ore a ridere, a
confrontarsi, a parlare di viaggi e di vita.
Victoria e Rebecca, Londra, una assistente sociale, l'altra che lavora in un
ufficio. Sarah, Vancouver, la piu' giovane, 24 anni, lavora in un pub. Si sono
conosciute 5 anni fa in un viaggio e per un anno hanno continuato a viaggiare
insieme per tutto il mondo. Dopo 4 anni viaggiano di nuovo insieme. Kayla,
Toronto, infermiera, lavorera' in india 4 mesi con medici senza frontiere.
Georgia, Italia, per ora sognatrice, poi si vedra'.
E' cosi' facile sentirsi parte di qualcosa quando viaggi, e quel qualcosa e' il
viaggio in se, per il solo fatto di essere tutti lontani da casa a sperimentare
e scoprire e muoversi nel mondo, ci si sente tutti simili, anche se ogni persona
che si incontra, ogni viaggiatore, e' diverso, ha il suo mondo, c'e' pero' uno
stesso spirito di fondo e non serve spiegarselo, non serve dire hei ti capisco
quando parli perche' per me e' lo stesso, perche' lo si sa, comunque.
Mesi fa ho pagato un biglietto per l'India, prima di arrivarci non sapevo quello
che stavo cercando, sapevo solo che volevo un'India amica, non l'India difficile
di cui spesso ho sentito parlare e questo ho avuto, un'India che India forse non
e', ma e' stata perfetta cosi, non importa che destinazione c'era sul biglietto,
la cosa importante e' che sto per tornare in Italia con la sensazione di aver
avuto davvero quello che cercavo e soprattutto mi sento piena di gratitudine per
esserci arrivata guidata da non so chi, non so cosa, ma sono arrivata dove mi
serviva.
Dopo i bellissimi e intensi mesi di chiang mai volevo avere il tempo di
rielaborare e accogliere tutto quello che e' stato, pensavo a qualche posto in
cui poter fare yoga o meditazione, pensavo ad un posto con templi o ad un ashram
o chissa' cos'altro, ma qui a Goa, su questa spiaggia, su questa sabbia tanto
compatta che le poche orme si intravedono appena, qui, con il fruscio delle
palme, i giochi del vento, qui ho trovato esattamente quello che cercavo, nelle
lunghe passeggiate, nei riflessi del sole sulla schiuma delle onde, ogni pezzo
e' andato al suo posto, ogni ricordo, ogni pensiero.
Mai un attimo mi sono chiesta perche' sono arrivata qui, mai un attimo mi sono
sentita nel posto sbagliato perche' non e' "l'India" che uno si
aspetta.
La curiosita' per un'india appena accennata pero' rimane, in futuro sicuramente
avro' un viaggio diverso, quando sara' il momento.
Sto tornando a casa, forse la fine di un viaggio ma non so chi ha detto che il
viaggio piu' lungo e' quello dal cervello al cuore.. di strada quindi ce n'e'
ancora tanta, spesso però non serve viaggiare per sentirsi nel viaggio,
l'importante e' guardare avanti e sapere poi quando fermarsi.
Georgia Briata