TABACO Y…….TABACOS!!!

di Patty Macchelli

 

 

Se quel giorno di Ottobre del lontano 1492, il nostro “turista per caso” Cristoforo Colombo, non fosse approdato sulle coste di quella terra che lui credeva Le Indie, chissà quanto si sarebbe aspettato , nel mondo conosciuto, ad apprezzare le qualità di quella strana pianta dalle foglie larghe.

Bè, sicuramente generazioni e generazioni ci avrebbero guadagnato in salute, ma a volte si deve pagare pegno per entrare……nel futuro.

Il tabacco è una pianta originaria del Sud America e gli storici dicono che i Maya furono i primi a coltivarla, dopodiché questa tradizione si sparse in tutte le terre circostanti.

Si presume che la coltivazione del tabacco in Cuba , risalga alla epoca degli aborigeni conosciuti come “Agricoltores Ceramistas”, i quali chiamavano la pianta, “Cohiba” ( vi ricorda qualcosa?!).Los Agricoltores seminavano, poi raccoglievano le foglie, con le quali facevano un rotolo ripieno di erbe secche; poi accendevano questo progenitore dei moderni sigari da un’estremità, e dall’altra inalavano il fumo.

I colonizzatori introdussero il tabacco dapprima in Spagna, poi in tutta Europa e se ne propagò il consumo.

A Cuba, si estinsero gli indios e, per colpa della scarsità di oro nell’isola e per l’arrivo degli schiavi africani, la coltivazione si allargò sempre più, con grande successo.

La produzione si incrementò dal 1713-1720 , quando si moltiplicarono i mulini per fabbricare la polvere di tabacco e il successo fu tanto grande che dal 1717 il Governo fondò la “Fattoria”, per controllare, fiscalizzare e regolarizzare la produzione e la vendita.

Per guadagnare maggiormente, “El Estanco del Tabaco” ( una sorta di monopolio), proibiva ai contadini di vendere liberamente il prodotto. Fissò i luoghi dove venderlo e obbligò i contadini a commerciare  esclusivamente attraverso “La Fattoria”.

(……….. Corsi e ricorsi storici………..!!)

Questa decisione provocò il malcontento e la sollevazione dei contadini, aiutati attivamente dai Frati Dominicani, e fu la prima grande ribellione contro il potere coloniale.

L’importanza del tabacco crebbe sempre di più e varcò i confini dell’isola, e oggi, la sua coltivazione e commercializzazione, è una delle voci più consistenti nelle entrate governative.

Ricordate sempre che FUMAR DANA LA SALUD,  invece fa benissimo ballare, ascoltare musica e, per chi è provvisto di…..materia prima…….. fare l’amoreeeeee!!!!!!!!

Gozando y bailando………que viva el amor!!!!!!!!!!!!!!!     OCHUN

 

 

LOS HABANOS……PUROS……..

Tutti noi abbiamo sentito parlare, o abbiamo avuto il grande piacere di provare, uno dei mitici sigari cubani, celeberrimi in tutto il mondo.

E chissà perché, quando sei alla Habana con un bicchiere di buon  ron Matusalem in una mano, l’aroma del “Romeo & Juliet” è più gustoso e fragrante……..sarà il profumo dell’aria del Malecon?!.......oppure il piacere di essere in vacanza accentua lo sviluppo dei sensi?!......mah!!....ai posteri l’ardua sentenza!

Forse qualcuno di voi non è a conoscenza di alcuni segreti di preparazione de los puros cubanos , per l’appunto, sigari, ed allora ecco qui qualche notizia tratta da un testo di Adargelio Garrido de La Grana, “El origen de los grandes gourmets”

Que cos’è un Habano?

La qualità de los Habanos è il frutto dell’unione mistica di quattro elementi:

In primis, la caratteristica del suolo, che determina differenze  fondamentali, a seconda della regione di provenienza del tabacco.

A questo si unisce la varietà di tabacco nero  coltivato nelle differenti regioni, che aggiunge un fattore rilevante nella differenziazione de los Habanos.

Altro fattore importantissimo è il clima, conseguenza della posizione geografica di Cuba: una temperatura media annua di 25 gradi  con una umidità del 79%; ed anche il processo di preparazione si ottiene in una situazione climatica speciale.

E per ultimo, ma non certo per importanza, la cura e la fabbricazione a mano dei contadini e dei “torcedores” (….attorcigliatori).

Indipendentemente dai molteplici intenti di copiare l’aroma del tabacco cubano, a partire dalle coltivazioni realizzate in diversi Paesi del mondo con sementi provenienti da Cuba, si è riscontrato che in nessun modo si possono ottenere gli stessi risultati e che, quando manca anche solo uno di questi importanti fattori, non si può ottenere un vero “Habano”:

Radiazioni solari, media temperatura, umidità atmosferica, composizione del suolo, fattore umano, fusi in un’armonica combinazione, fanno sì che, sigari della qualità de los “Habanos”, si possano produrre solo a Cuba.

Il piacere di assaporare un buon sigaro cubano, ha contagiato un po’ tutti nel mondo ed anche in Italia, tanti sono  gli “aficionados”. ( anche se, ho fatto fumare il nostro buon Toscano ad alcuni amici a Cuba, e ne sono rimasti entusiasti! Eh…..l’erba del vicino……!)

Perché l’estimatore possa conoscere gli aspetti fondamentali che qualificano la denominazione di origine, conviene riassumere le fasi che attraversa el “Habano”, dalla sua forma di seme, fino a quando è pronto per essere commercializzato.

……….ma questa è un’altra storia che vi racconterò la prossima volta, e ricordate sempre che, anche in paesi democratici, IL FUMO FA MALE ALLA SALUTE!!

Ballare invece, fa bene alla salute, allo spirito e alla linea…………

Asì que bailadores………..que viva la salsa y que viva Cuba!!! OCHUN

 

LOS HABANOS……PUROS   Parte 2°

 

Allora, siete curiosi di sapere come nasce un vero sigaro cubano?!

Bueno, scarpe comode, cappello per difendersi dal sole, un po’ di fantasia , l’aiuto del libro di Adargelio Garrido de La Grana, e ci ritroviamo nel mese di Luglio, in un immenso campo di Pinar del Rio……incomincia l’avventura….

 Si prepara la terra destinata alla coltivazione del tabacco, con metodo tradizionale (buoi e aratro) o con macchine . Prima che fioriscano, si selezionano le piante

 destinate  alla produzione delle sementi, e si coprono con borse di tela, per garantire la massima purezza genetica. Vengono  trapiantate quando sono dai 15 ai 20 cm di altezza e la coltivazione incomincia a partire dal mese di ottobre.

Alcuni tipi di piante vengono destinati al “mantello”(capa) del sigaro e vengono coltivati con l’obbiettivo di ottenere foglie grandi e tese. Le piante destinate al

 “ripieno” ( tripa y capote), sono coltivate sotto al sole , nei campi definiti “vegas finas”. 50 giorni dopo, incomincia la raccolta, dal basso verso l’alto, foglia a foglia,

 a seconda della misura delle stesse.

Dopo la prima cernita, le foglie di più o meno stesse dimensioni, vengono legate in gruppi chiamati “gavillas”, e sono pronte per la prima fermentazione, processo che si realizza nelle “case di fermentazione “ e può durare fino a trenta giorni.

Si ha cura del tabacco per la “capa”, foglia a foglia, all’aria nelle “case del tabacco” per almeno cinquanta giorni,dove si cura l’umidità e la temperatura.

Stessa attenzione viene data al tabacco per la “tripa”, nelle “casas de cura de tabaco.

Le foglie per l’interno e quelle per il mantello dei sigari ricevono una divisione , le une dalle altre e, quelle per l’interno vengono divise a loro volta e classificate.

Quando arrivano alla fabbrica, le foglie passano attraverso varie trasformazioni, a seconda del tipo di tabacco.

“Capas”: si bagnano le foglie per mantenerle flessibili e setose, e si lasciano seccare per 24 ore; poi si toglie la vena centrale di ogni foglia , dividendola in due parti.

Le “classificatrici” le selezionano e le dividono per colore, misura e spessore, poi le consegnano ai “torcedores”.

“Tripas y capote: queste foglie non si inumidiscono, e subiscono un processo di invecchiamento a seconda del tipo di tabacco( ligero, volado, capote). Anche 2 anni!

Successivamente, nel Dipartimento de liga (posto misterioso e segreto…!!), si mescolano le differenti classi di foglie, e questo processo si chiama “la barajita”.

E anche questo viene consegnato a los “ torcedores”che arrotolano con impareggiabile maestria  e, ciò che ognuno di loro produce, viene controllato dal “dipartimento di controllo qualità”.

Una volta appurata la qualità, i sigari vengono collocati in armadi di cedro, con condizioni di 16 o 18 gradi e il 65% di umidità, per minimo tre settimane.

Il selezionatore  classifica i sigari in almeno 70 toni di colore, poi li colloca in scatole, da sinistra a destra, cominciando dal tono più scuro, fino ad arrivare a quello più chiaro . “Las anilladoras” pongono un anello di carta o di cedro in ogni sigaro, poi nelle scatole viene collocato il “Timbro (sello) de Garancia nacional de procedencia” e, finalmente, è pronto per essere venduto nei negozi dello Stato.

Accidenti!!! Tremendo trabajo!!!! Quanta strada per arrivare nelle nostre mani, quindi, immaginate quanto sono false quelle scatole di Cohiba o “Romeo & Juliet”, che vi vengono offerte a solo 10 dollari, nelle strade della Habana!!! In campana!!

E ricordate, come sempre, che IL FUMO NUOCE ALLA SALUTE!!

Ambasciator non porta pena y al final…..seguimos gozando de la vida!!!!!!!

Hasta pronto salseros!!!!!!OCHUN