SPAGNA

MADRID  BARCELLONA

E I MULINI A VENTO DI DON CHISCIOTTE

Lungo la Ruta del Quijote

Racconto di viaggio 2006

di Pino

www.motoamici2001.it

 

 

 

Ecco i Pirenei…e di là è Spagna

 

La scura galleria del Passo di Bielsa in cima ai Pirenei, si staglia lassù in alto, come a chiudere l’interminabile serie di tornanti e ampie curve che caratterizzano questo tratto di strada in territorio francese. Una piccola sosta nel grande piazzale, le prime foto con le moto in parata vicino alle innumerevoli cascatelle alimentate dalla neve che si scioglie e poi via,  attraverso il vecchio tunnel, per trovarsi di là subito in Spagna. Dopo qualche chilometro ci inoltriamo nel Parco naturale di Ordesa e del Monte Perdido, il più antico parco nazionale spagnolo, istituito nel 1918 per proteggere uno dei paesaggi più imponenti dei Pirenei. Il sentiero “asfaltato” s’infila tra le rocce sfiorandole in uno scenario fantastico e selvaggio. Il torrente cristallino ci accompagna scorrendo rapido sul fondo del canyon,  pace e quiete sono intorno a noi e lassù in  alto, sopra i nostri caschi, grandi avvoltoi volteggiano instancabili come in un fumetto di Tex Willer. Niente male come inizio! Diamo un passaggio fino alle loro auto ad un gruppo di “torrentisti”, sport  praticato in queste zone, quindi usciamo. Verso sera arriviamo a Jaca importante cittadina nel cuore dei Pirenei, anticamente sede del regno di Aragona e punto di arrivo di molti pellegrini diretti a Santiago.

 

 

Direzione  sud…verso la capitale

Il giorno dopo attraversando la Meseta settentrionale, il grande altopiano che occupa buona parte della Spagna,  ci dirigiamo verso Madrid. L'aria è lucente e il cielo terso, il colore verde dei campi coltivati a foraggio si alterna al  rosso delle rocce e al giallo dei campi di grano e d'orzo. I monti in lontananza spuntano da un orizzonte che sembra piatto. Gruppi di pale eoliche qua e là catturano il vento che spazza a folate l’altopiano. L’asfalto lucido sembra bagnato e ci rimanda i soliti miraggi. C’è il tempo per qualche scambio di battute con gli altri amici in contatto radio:  si prende in giro Riccardo che guida la carovana e qualche volta perde l’orientamento o Umberto costretto in fondo alla fila a fare da “motoscopa”.

Lungo la strada, a tratti, c’imbattiamo nelle sagome dei  leggendari  tori neri, enormi cartelloni di una vecchia pubblicità del cognac Osborne, adottati dall’ente turistico iberico in quanto ormai simboli della nazione nel mondo.

 

Quando arriviamo a Madrid il traffico ci sorprende improvviso e caotico. Ci fermiamo nel parcheggio sotto Plaza Major  solo alcuni istanti, non sono previste le moto e dobbiamo andarcene. Troviamo un albergo in periferia, useremo la metropolitana per tornare in centro.

 

Madrid e la movida

Madrid sorge nella Nuova Castiglia proprio al centro della penisola iberica, è una città ricca di storia, arte e cultura, dove la civiltà araba e quella europea si sono incontrate creando un mix incredibile. E’ da Plaza Major, luogo dove anticamente avvenivano tutte le manifestazioni pubbliche, dalle corride alle esecuzioni, dalle parate ai processi dell'Inquisizione,
che iniziamo il nostro giro della città. Saliamo in uno dei tanti bus turistici scoperti per un tour nei luoghi più caratteristici: Plaza de Oriente con il Palazzo Reale, Puerta del Sol con il monumento dell’orso e il corbezzolo simbolo della città,  Plaza de Santa Ana , la Gran Via  e tutte le altre suggestive piazze e vie che attraversano Madrid. Alla sera, mangiamo in uno dei tanti piccoli locali in Plaza Major che risplende nella sua cornice di palazzi e finestre illuminate. La piazza brulica di giovani, chi suona tamburi e chi amoreggia, e là, nell’angolo opposto a noi, una comitiva di studenti italiani intona “o sole mio”. Più tardi , dopo un giro per pub e music-bar, mentre cerchiamo un taxi che ci riporti all’hotel, in un angolo della strada, un barbone, icona stridente nella notte madrilena, mi guarda e mi saluta prima di sparire sotto una montagna di cartone , suo rifugio per la notte.

 

 

 

Consuegra e i mulini a vento di Don Chisciotte

Riprese le moto, rimaste quiete per due giorni nel garage dell’hotel, ci avviamo lungo la Ruta del Quijote la strada più rinomata di Spagna e che ripercorre i luoghi  e le atmosfere del romanzo di Cervantes “Don Chisciotte della Mancha”. Qui ogni paese che incontriamo ha la sua piccola parte in questa storia mai esistita, ma quanto mai attuale e legata al suo eroe, il cavaliere dalla triste figura. Già i loro nomi evocano il romanzo, Puerto Lapice, Belmonte, Campo de Criptana, El Toboso, Mota del Cuervo, ogni angolo, ogni piazza porta un ricordo dell’hidalgo; se noi abbiamo Garibaldi loro hanno Don Chisciotte. Lungo la Ruta incontriamo la piccola cittadina di Consuegra appoggiata ad una collina da dove spicca l’inconfondibile profilo degli immacolati mulini a vento. Dall’alto dominano la pianura e probabilmente Cervantes, per la famosa battaglia del cavaliere errante contro i mulini a vento, prese ispirazione proprio da questo luogo. Ci fermiamo in uno spiazzo  per fare la foto con le moto schierate proprio sotto le pale di legno che hanno smesso di macinare il grano circa cinquant'anni fa, anche se almeno una volta all'anno tornano a muoversi  rivestite delle loro tele bianche, restaurate, grazie proprio a Cervantes e al suo solitario e ormai mitico personaggio.

 

E ora ….Barcellona

Si prosegue verso nord deviando leggermente verso il mare, ci aspetta Barcellona, la catalana, la seconda città della Spagna. La nostra visita non può che cominciare dalle Ramblas, il grande viale che parte dal porto, pullulante di suonatori ambulanti e statue viventi, mimi e affabulatori, venditori di gioielli e piccoli animali, studenti di ogni nazionalità e colore. Si respira un’aria frizzante, c’è tanta allegria, c’è tanta  voglia di fare e si vede, l’effetto Zapatero ha velocizzato quella voglia di vivere e quella voglia di libertà, iniziate all’indomani della scomparsa di Franco e del suo regime.  Di dovere è la visita alla Sagrada Familia, grandiosa opera incompiuta di Gaudì, con le sue torri che spiccano verso il cielo, spettacolare tempio religioso e eterno cantiere edile. Il disegno delle colonne interne ricordano gli alberi  e il soffitto è costellato da enormi girasoli; si calcola che occorrerà ancora mezzo secolo per terminarla. Chiudiamo la giornata girovagando per pub e locali sotto l’esperta guida di giovani tifernati, amici di mio figlio, incontrati per caso lungo il vialone delle Ramblas e che studiano qui a Barcellona con il progetto Erasmus. E domani purtroppo il lungo e inesorabile ritorno in Italia, milleduecento chilometri tutti d’un fiato. Ci porteremo dietro, come sempre al termine di un viaggio, il bagaglio di un’esperienza gratificante, che ci ha dato l’opportunità di incontrare un altro paese, con le sue storie, le sue tradizioni e la sua cultura. E tutto questo grazie ad una passione condivisa con altri amici e grazie soprattutto all’aiuto di una insostituibile compagna….la moto.

 

motoamici2001@libero.it

   

 

 

 

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