Seychelles
NUDI IN PARADISO
Racconto di viaggio 2008
Spogliarsi…
…non solo dai giubbotti invernali, dalle
felpe, dalle maniche lunghe, dalle scarpe chiuse, ma piuttosto dai ritmi, dalle
scadenze, dalle proprie abitudini, dalla preoccupazione del “devo andare, devo
fare, sono in ritardo”…
Spogliarsi da tutto ciò che si è
abitualmente, dimenticare per un po’ i ruoli che indossiamo ogni giorno e
diventare altro da se stessi, per riscoprirsi… forse per provare gioia nel
respirare emozioni di vita nuova.
E’ questo il rischio che si può correre
affondando nella sabbia i piedi nudi: ci si può sentire liberi, nuovi, diversi.
Le Seychelles non sono una destinazione
“solo mare”. Anzi direi che ancora più belli del mare sono la natura, i
paesaggi e le persone che le popolano.
Si respira gioia di vivere, forse perché
ovunque ci si giri c’è sempre qualcuno che ti rivolge un sorriso e un saluto.
.. Probabilmente questa disponibilità verso gli altri dipende dalla
consapevolezza di vivere in Paradiso… come potrebbero non esserne felici?!
Decidendo di visitare queste isole
meravigliose, bisogna evitare di farlo come turisti e cercare invece di
esplorarle come dei “viaggiatori”.
E’ bello dedicarsi del tempo per
camminare, per osservare i fiori, le piante, gli uccelli, le rocce.
Il segreto è cercare di gustare il più
possibile la natura generosa di questi luoghi, di entrare in contatto con i
locali, cosa peraltro facilissima data la loro disponibilità e soprattutto,
cercare di visitare più isole possibile, almeno le tre principali: Mahè,
Praslin e La Digue.
Ognuna di esse ha delle caratteristiche che
le sono solo proprie e che la differenziano completamente dalle altre. La durata
ideale per un soggiorno in questi luoghi, è probabilmente di due settimane, in
modo da poter dedicare più giorni ad ogni isola e relative escursioni.
Bisogna esplorarle passeggiando, andando in
bicicletta e utilizzando i mezzi locali, tutte cose che permettono di entrare in
sintonia con ciò che c’è attorno.
In questo modo, noi abbiamo assaporato ogni
spiaggia e tanti angoli meno battuti e meno turistici delle varie isole,
gustandoci paesaggi vari e bellissimi.
Abbiamo nuotato tra le tartarughe marine, i
pesci multicolori, le mante e gli squali, abbiamo accarezzato le tartarughe
giganti di terra che mangiavano foglie dalle nostre mani per nulla intimorite
dalla nostra presenza.
A colazione non eravamo mai soli perché gli
uccellini arrivavano cinguettanti ai nostri piedi come per reclamare la loro
razione di briciole. I gechi la sera facevano sentire la loro voce dagli angoli
della camera e i ragni giganti ornavano il giardino con le loro tele.
Abbiamo rubato alle palme le loro noci di
cocco per berne il succo e gustarne la polpa e abbiamo ascoltato il rumore delle
onde per ore, lasciando che diventasse la colonna sonora della nostra vacanza.
Le Seychelles sono questo: un luogo dove gli
uomini, le piante e gli animali convivono in armonia.
Giunti all’aeroporto di Mahè, ci
trasferiamo subito con un volo domestico a quello di Praslin (€ 75 a persona).
Sorvoliamo varie isole circondate da un mare bellissimo e in ¼ d’ora
arriviamo a destinazione. Dedicheremo invece a Mahè gli ultimi due giorni della
nostra vacanza.
Praslin è stata forse l’isola che
ci ha conquistato di più. E’ un compromesso tra l’isola più grande, Mahè,
più motorizzata, più “moderna”, e la più piccola La Digue, dove le auto
in circolazione sono ancora pochissime e dove si pedala tra un’altalena
continua di discese e salite.
Praslin è un’isola in fiore o per meglio
dire è l’isola delle piante giganti. Ci sono decine di qualità di palme ad
ornarne le strade e la famosa Vallé de Mai è a ragione definita una preziosa
rarità che merita sicuramente una visita. E’ lì che si può vedere il
particolarissimo Cocò de Mer nella sua forma maschile e femminile ed ovunque
foglie giganti che riempiono gli occhi di verde, come fossero una pioggia di
smeraldi…
Il biglietto d’ingresso ha forse un costo
un pò esagerato (€ 15 a persona), ma ne vale la pena se si pensa che
serviranno per la conservazione del parco e della sua flora.
Le spiagge di Praslin sono bellissime. Le più
famose, come Anse Lazio, Anse Georgette ed Anse Volbert sono naturalmente anche
quelle più turistiche. La maggior parte degli alberghi si trova nella zona
dell’isola detta Cote d’Or, quella di Anse Volbert, una lunghissima spiaggia
bianca, come di borotalco, con un bellissimo mare color turchese.
Le acque in questo tratto di costa sono
particolarmente calme e facilmente balneabili, addirittura piacevolmente calde.
Di fronte ad Anse Volbert lo sguardo spazia
sull’isolotto di St. Pierre, famoso per lo snorkeling e sulla più lontana e
bellissima Curieuse, isola delle tartarughe di terra.
E’ facile organizzare un’escursione in
questi luoghi: infatti sulla spiaggia si trovano diversi TAXI BOAT che
accompagnano i turisti e li vanno a riprendere all’orario stabilito.
Uno di questi taxi è di Jim, un rastaman
molto simpatico che ha la sua barca dai colori jamaicani proprio di fronte al
Bejaria hotel… E’ sufficiente chiedere di lui perché sulla spiaggia lo
conoscono tutti. Il prezzo normale per questa escursione si aggira sui 25 € a
persona, più i 10 € che si pagano direttamente a Curieuse come tassa
d’ingresso al parco delle tartarughe.
St. Pierre
è poco più di un insieme di scogli, davvero minuscolo e nelle sue acque
si possono vedere un sacco di pesci colorati. Bisogna però prestare attenzione
alle forti correnti che tendono a portare al largo.
Il consiglio è di dedicare 1 oretta a St.
Pierre e di restare invece più possibile a Curieuse dove ci sono delle belle
spiagge e il mare è più tranquillo.
Appena si sbarca sull’isola,
s’incontrano subito le tartarugone che “pascolano” tranquille vicine alla
spiaggia. Ce ne sono molte ed ognuna è ben felice di ricevere qualche foglia
dalle mani dei turisti.
Bellissimi i piccoli che ora sono protetti
in un recinto appartato perché a quanto pare i turisti li rubavano
nascondendoli nelle borse!
E’ impossibile lasciare Curieuse senza
aver dedicato loro almeno mezz’ora e senza aver scattato qualche foto a questi
animali caratteristici dell’isola.
Bella anche la passeggiata tra le mangrovie
che collega un lato all’altro dell’isola: nel sentiero (1,7 Km) s’
incontrano granchi rossi giganti che scavano enormi buchi nel terreno.
Raggiunto l’altro versante, ci si può
riposare dalla camminata su una spiaggia bianchissima e ci si può rinfrescare
in un mare dall’azzurro accecante.
L’unico neo: arrivano gruppi di turisti in
massa che sull’isola si gustano grigliate di pesce organizzate dalle agenzie
locali e la sensazione di “naufraghi” sull’isola deserta finisce in
fretta.
A Praslin ci è piaciuta molto Anse
Georgette, la famosa spiaggia che si trova all’interno del Lemuria perché non
è grandissima e ci ha trasmesso una sensazione piacevole di intimità, dato che
c’erano pochissime persone oltre a noi.
Il mare purtroppo era mosso, quindi lo
snorkeling non ci è stato possibile.
E’ necessario ottenere l’autorizzazione
per essere ammessi, altrimenti la guardia che si trova all’entrata non può
lasciare passare. Abbiamo visto una coppia che è stata costretta ad andarsene
perché i loro nomi non erano nella lista. Solitamente basta chiedere al proprio
albergo di farsi annunciare, oppure mandare una mail all’indirizzo del resort,
meglio se con diversi giorni di anticipo perché sono piuttosto lenti nel
rispondere. ( resa@lemuriaresort.com
)
Anse Lazio è invece molto più grande e
molto più affollata.
Se ci si sposta in bus bisogna percorrere
l’ultimo tratto a piedi per raggiungere questa spiaggia… meglio non
dimenticarsi mai l’acqua perché con tutte le salite, le discese e soprattutto
il tasso di umidità dell’aria è veramente indispensabile!
Sugli alberi prima di arrivare ad Anse
Lazio, abbiamo visto numerosi pipistrelli giganti che contrariamente ai loro
piccoli parenti notturni, svolazzano tranquillamente anche di giorno.
Date le dimensioni sembrerebbero falchi
piuttosto che pipistrelli!
La spiaggia è corollata da vari massi
granitici che spiccano sulla sabbia bianca ed è meglio arrivare al mattino
presto per sistemarsi nelle posizioni migliori, considerando che nel primo
pomeriggio il mare “mangia” gran parte della spiaggia, data l’alta marea.
Anche qui il mare s’infrangeva con
violenti onde e spuma bianca, rendendo impossibile lo snorkeling, ma facendo
divertire non poco i presenti.
Se da Anse Lazio si vuole percorrere una
lunga passeggiata panoramica che va in direzione del Lemuria, bisogna dirigersi
verso l’ultima baietta sulla sinistra e proseguire verso l’alto.
E’ un sentiero di circa 45 minuti, per
gran parte in salita che offre splendide vedute della baia dall’alto e si
snoda tra una vegetazione molto bella.
A noi è piaciuta molto anche Grand Anse che
normalmente viene un po’ “snobbata”.
E’ vero che il mare è meno bello che
nell’altro versante dell’isola, ma la spiaggia tutta orlata di palme e di
vegetazione fittissima è veramente splendida, specialmente al tramonto quando
il colore della sabbia non è più così accecante, ma assume colorazioni più
rosee… una poesia.
Scoprire Praslin in bus è stato divertente,
semplice, economico e fattibilissimo.
Gli autobus non sono solo puntuali, anzi
generalmente sono in anticipo! Quindi è meglio essere sempre alla fermata 10
minuti prima per non rischiare di perderli! La cifra che si paga per una corsa,
qualsiasi sia la destinazione, è di 3 rupie a persona… circa 20 centesimi di
euro.
Ritengo che il noleggio di un’auto a
Praslin sia piuttosto superfluo se si hanno abbastanza giorni e tempo per
girarla; al contrario se i tempi sono ridotti credo che sia la soluzione
migliore per essere più indipendenti.
Dopo aver esplorato tutte le bellezze di
Praslin ci siamo spostati con il traghetto a La Digue.
Una volta giunti al porto nella Baia di St.
Anne, abbiamo avuto la sensazione che la prima parte di vacanza si sia conclusa
e siamo tristi nel lasciare questa bellissima isola e le persone speciali che
abbiamo conosciuto.
I traghetti si sono dimostrati efficienti e
puntuali e abbiamo comprato un biglietto di andata e ritorno al prezzo di 20€
a testa. (www.seychelles.net/iif).
Non sono necessarie le prenotazioni.
Arrivando a La Digue ci si rende subito
conto di essere sbarcati su un’isola diversa dalla precedente. Sebbene al
porto ci siano diversi mezzi a motore in attesa dei turisti, si nota subito che
a prevalere sono le famose biciclette con cui anche noi familiarizziamo
immediatamente!
Diciamo che in 3 ore di pedalata vediamo già
una buona metà, forse i ¾ dell’isola, ma dopo questa prima visione
panoramica utilizzeremo i giorni successivi per scoprirne gli angoli più
interessanti.
Anche qui dobbiamo tristemente notare che le
spiagge balneabili sono veramente pochissime, anzi praticamente solo una: la
famosa spiaggia Anse Source d’Argent.
Le altre purtroppo sono tutte soggette al
fenomeno delle maree, quindi per gran parte della giornata l’acqua è talmente bassa da non
poter nuotare, ma solo bagnarsi, oppure al contrario il mare è molto mosso e
con forti correnti.
Credo che nell’immaginario collettivo il
mare delle Seychelles sia un po’ diverso: più calmo, più balenabile, più
accogliente… Lo era anche nel nostro, ma ci siamo dovuti ricredere un po’.
Gli spettacolari paesaggi compensano
comunque questi limiti, che oltretutto variano sicuramente di stagione in
stagione e non sono pertanto fattori costanti, così come non lo sono le maree,
le alghe, le correnti.
Anse Source d’Argent è davvero bella,
unica nel suo genere con questi enormi massi granitici che sono come la cornice
ad un quadro d’autore.
E’ l’unica spiaggia in cui sia
obbligatorio pagare un biglietto per accedere: € 4 a persona, o $ 5.
Nei giorni trascorsi a La Digue la visitiamo
due volte (conservando i biglietti il terzo ingresso è gratuito) e ci
accorgiamo subito di come la spiaggia cambi aspetto durante i vari momenti della
giornata, soprattutto a dipendenza della luce del sole e delle maree.
Indimenticabile il tramonto che tinge di
arancio, rosso e oro gli imponenti massi granitici…
Belle anche Anse Severe, Anse Patate e tutta
la costa orientale, da esplorare almeno in bicicletta.
Ogni tanto capita d’incontrare a spasso
per l’isola qualche tartaruga gigante che mangia foglie ai lati della strada!
Ci hanno colpito molto anche le belle Grand
Anse, Petite Anse ed Anse Cocò, tutte battute da un mare piuttosto furioso e da
correnti molto forti!
Per raggiungere Petit Anse e Anse Cocò
bisogna stare attenti ad imboccare il sentiero giusto perché le indicazioni
scarseggiano ed è facile sbagliare, trovandosi com’è capitato a noi, ad
arrivare altrove, dove si prosegue solo tra sterpaglie e fango!
Diciamo che il colpo d’occhio su Anse Cocò
merita comunque la scarpinata e la fatica, poi ripagate con un succo di mango
fresco al Lautier Cocò, ristorantino sulla spiaggia che offre dei buoni buffet.
Il problema di La Digue è che è veramente
piccola e le spiagge balneabili di cui si può usufruire sono relativamente
poche, causa maree o al contrario onde molto forti.
Per questa ragione, abbiamo accorciato il
nostro presunto soggiorno di una
settimana a quattro giorni, ritenendoli sufficienti e preferendo tornare a
Praslin dove avevamo più possibilità di scelta.
Imperdibili a La Digue sono senza dubbio le
escursioni alle isole vicine: Grande Soeur, Petite Soeur, Cocò e Felicité.
E’ facile organizzare un’escursione verso queste mete, in quanto non solo le
agenzie locali le propongono sempre, ma anche gli stessi pescatori del porto di
La Passe accompagnano volentieri i turisti.
A noi è proprio capitata la fortuna di
uscire in barca con loro ed è stata un’esperienza molto particolare in quanto
mentre ci dirigevamo verso le isolette, loro pescavano.
Un bonito dietro l’altro: bastava buttare
in acqua una lenza con attaccata un pezzo di plastica colorata e i pesci
abboccavano in un attimo.
Dato che lo spettacolo dei pesci agonizzanti
non mi lasciava indifferente, i pescatori li tramortivano con un pugno in testa
e le povere bestiole smettevano di dimenarsi
e ci guardavano a bocca aperta e occhi sbarrati.
Se il mio stomaco non era quindi stato
turbato dal mare, beh… lo è stato un po’ da questo metodo di pesca!
Raggiunte le isole, ci s’immerge in un
acquario, dove lo spettacolo è a dir poco meraviglioso.
Avevo sempre sognato di nuotare accanto ad
una tartaruga marina e qui il sogno è divenuto più che realtà perché ovunque
guardassimo era pieno di tartarughe che nuotavano vicino a noi o sotto di noi…
un’emozione unica, indescrivibile!
Non sembrano spaventate dall’uomo, anzi
alcune si lasciano prendere facilmente dai pescatori perché sanno che
generalmente dopo esser state mostrate ai turisti, ricevono come ricompensa
qualche pezzetto di pesce. Meglio comunque non metter le mani davanti alla loro
bocca perché mordono e possono confondere le nostre dita con i coralli, loro
pranzo abituale.
Io mi accontento di ammirarle nel loro
splendore mentre nuotano libere e sono talmente felice che quasi mi viene da
piangere, commossa dal loro essere armoniose e profondamente belle.
Ma le tartarughe non solo l’unica
meraviglia che ci appare durante questa escursione: nuoteremo infatti in mezzo a
miriadi di pesci colorati a Cocò, passeranno vicino a noi le mante, bellissime
che sembrano volare più che nuotare e all’improvviso Cliff, il pescatore,
esordirà dicendoci “Sharks, sharks!!!” e dopo un brivido di adrenalina ci
troveremo in un punto con gli squali sotto di noi, a circa 7-8 mt di profondità!
Lo spettacolo della natura è sempre in
scena alle Seychelles e non manca mai di stupire!
L’escursione ci è piaciuta talmente tanto
che nonostante il costo (60$ a testa) l’abbiamo ripetuta due volte. Chissà
quando ci capiterà nuovamente tanta bellezza!
Dato il bottino di pesca, scherzando con i
pescatori (Patrick e Cliff), gli lancio una battuta sul fatto che a cena ci
presenteremo anche noi per assaggiare i pesci e i polpi pescati.
Patrick c’invita davvero e sua moglie ci
accoglie con ottimi piatti della cucina creola, speziati, piccanti,
buonissimi… Entriamo nella loro casa e nelle loro vite come se fossimo amici
da tempo e la moglie ci dice che se fossimo rimasti più a lungo sull’isola,
saremmo potuti tornare a cena e chiacchierare insieme. Lo avremmo fatto davvero,
tanto è stato il piacere di questa cena insolita!
Mi è rimasta impressa la frase che Patrick,
ci ha detto mentre pescava: “Fish will never finish in the Seychelles”… Il
pesce non finirà mai alle Seychelles…
Mi auguro davvero che abbia ragione e
soprattutto che queste isole dalla bellezza così sconvolgente, non debbano
cambiare mai il loro volto e che conservino sempre questo fascino di “mondo a
sé”, di Eden in terra.
Dell’isola di La Digue dimenticherò
difficilmente un altro particolare: la bellezza di una pedalata al buio con la
sola illuminazione del cielo stellato…
Anche lasciando La Digue una domanda invade
la mia mente e suona più o meno così: “Chissà quando torneremo?!?!”
Trascorriamo così altri tre giorni a
Praslin, dove visitiamo nuovamente le spiagge che ci sono piaciute di più, come
Anse Lazio e Anse Volbert.
Ormai conosciamo l’isola e ci organizziamo
facilmente con i bus locali.
Decidiamo poi di spostarci da Praslin a Mahé
con il Cat Cocò, sperimentando così entrambe le soluzioni di viaggio, visto
che all’andata eravamo arrivati col volo interno.
Il catamarano ci porta sull’isola maggiore
in circa 45 minuti (€ 40 www.catcocos.com).
Dato che il mare è calmo, la traversata è
proprio piacevole e ci gustiamo lo spettacolo dei pesci volanti che di tanto in
tanto schizzano fuori dall’acqua come saette… buffissimi!
Ci spostiamo in taxi verso Bel Ombre, zona
limitrofa alla turistica spiaggia di Beau Vallon.
Arrivati alla Guest house prenotata, ci
sistemiamo e poi partiamo subito alla scoperta di Mahè, dato che avremo
soltanto un paio di giorni per visitarla.
Per snellire i tempi decidiamo infatti di
noleggiare un’auto e possiamo farlo direttamente tramite il proprietario della
guest house che le fornisce ai suoi ospiti per una cifra inferiore rispetto ai
noleggiatori presenti sull’isola.
All’inizio non è subito facile orientarsi
e soprattutto ricordarsi di guidare a sinistra… l’abitudine è dura a
morire!
Sbagliando strada ci troviamo comunque a
percorrere tutta la zona costiera del porto,
e poi via via arriviamo alle spiagge del sud. Ci sono sembrate molto
belle Anse Royal, acqua calma e adatta allo snorkeling, ed Anse Marie Louise,
altrettanto bella e più spaziosa.
Qui soccorriamo un francese che ha
appoggiato un piede su un riccio di mare… dalle smorfie che fa si capisce che
il fastidio è notevole e cerchiamo di fornirgli delle pinzette e un ago per
sfilarsi i residui che gli sono rimasti infilzati sotto la pianta. Si vede
intanto che il piede comincia a gonfiarsi e qui capisco ancora di più
l’importanza delle scarpette o delle pinne per entrare in acqua!
Terminate le operazioni di soccorso,
proseguiamo per il nostro itinerario e giungiamo nel lato occidentale
dell’isola, quello in cui ci dicono trovarsi le spiagge migliori.
Le percorriamo tutte seguendo semplicemente
la strada costiera e compiamo una deviazione solo per andare a vedere la famosa
Anse Soleil che seppur piccola è veramente carina.
Durante il secondo giorno a Mahè,
percorriamo anche tutto il sentiero che conduce a Petite Anse, o Anse la Liberté.
Al momento il tragitto è abbastanza difficoltoso e si snoda tra salite e
discese.
Infatti è in costruzione una struttura
alberghiera che credo diventerà piuttosto imponente date le dimensioni del
cantiere e non so se in futuro questa spiaggia sarà riservata solo agli ospiti
del suddetto albergo, quindi è meglio vederla ora!
Si tratta di una mezzaluna bianchissima e
data la difficoltà per accedervi è facilissimo trovarsi da soli, senza altri
turisti.
Tutta la zona occidentale è comunque
caratterizzata da forti onde ed anche a Port Lunay, conosciuto per lo snorkeling,
non è assolutamente possibile entrare in mare per nuotare.
Questo ci dispiace un po’… in effetti
queste onde e queste correnti hanno condizionato un po’ tutta la vacanza dal
punto di vista della balneazione.
Percorriamo due strade panoramiche molto
belle, una delle quali si chiama Sans Souci.
E’ anche possibile fermarsi a visitare una
fabbrica di thé, ma abbiamo la sfortuna di passarci venerdì pomeriggio, quando
lo stabilimento è già chiuso, quindi non possiamo vederne la lavorazione.
Peccato, sarebbe stato interessante.
Quello che invece non ci lasciamo sfuggire,
è il mercato di Victoria. Infatti abbiamo un compito importante a cui non
possiamo sottrarci: comprare i mango da portare in Italia.
La frutta non abbonda alle Seychelles, anzi
è piuttosto scarsa sia a Praslin che a La Digue, dove per comprare un’ananas
rischiamo di pagare ben 6€!
Si trova invece abbastanza facilmente a Mahè
e nel mercato di Victoria se ne trovano tanti banchetti sparsi ovunque.
Credo non esista niente di più colorato,
multiforme e variegato di un mercato.
In quello della capitale si vendono per lo
più frutta e pesce ed è bello intrattenersi osservando i gesti dei venditori,
le contrattazioni sui prodotti, il taglio del pesce e i colori della frutta.
Se non fosse per l’odore forte del pesce
sarebbe possibile rimanere anche più a lungo…
Notiamo subito come viene “sistemato” il
pescato da vendere: quello che non trova spazio sul banco di vendita, viene
gettato sul pavimento, in mezzo alle frattaglie e agli scarti del pesce che è
già stato tagliato e venduto. Beh…la freschezza del prodotto non è in
discussione, però forse ci vengono un po’ di dubbi relativi l’igiene!
Avendo avuto un giorno in più da
trascorrere a Mahè, sarebbe stato bello visitare il parco marino di St. Anne.
Visto dall’alto è molto bello e ci sono “parcheggiati” degli yacht che
dalle dimensioni sembrerebbero navi da crociera, invece sono privati!
Anche Mahè merita davvero di essere
visitata durante un soggiorno alle Seychelles e noi siamo stati contenti di
averle dedicato un paio di giorni che ci hanno permesso di girarla tutta.
Concludiamo la nostra vacanza con un bel
tramonto sulla spiaggia di Beau Vallon.
Il sole che cala, colora di rosso tutta la
baia e fa scendere il sipario anche su questa nostra bellissima vacanza.
Quello che sicuramente ci resterà più
impresso delle Seychelles sono i colori del mare, della natura, della gente con
la pelle scura, ma con gli occhi chiari…
Proprio alle persone incontrate va il nostro
“grazie” perché con i loro sorrisi e la loro disponibilità hanno reso la
nostra vacanza veramente speciale, facendoci sentire in un mondo davvero diverso
dal nostro, dove le persone hanno ancora tempo le une per le altre e soprattutto
sanno ancora vivere in armonia con la natura che le circonda.
Aurevoir
Seychelles… Goodbye!
CONSIGLI PRATICI:
Voli: Abbiamo
volato con Eurofly trovandoci benissimo. Unico neo è che all’andata va prima
a Mauricius, poi riparte per Seychelles per un totale di circa 15 ore. Il prezzo
del biglietto era ottimo perché offrivano le Seychelles come nuova destinazione
di viaggio.
Un’altra compagnia che offre tariffe buone
è la Qatar, con scalo a Doha.
Air Seychelles di tanto in tanto vende
biglietti scontati in internet, ma il prezzo scende difficilmente sotto agli
800€. Maggiori i costi con Air France, almeno quando li avevamo controllati
noi.
Periodi per visitare le Seychelles:
In agenzia vi diranno che il periodo migliore per visitarle corrisponde più o
meno alla nostra estate. In realtà non esistono stagioni così nette perché
tutto dipende dai venti che battono le isole. La gente del posto sostiene che i
mesi migliori siano da marzo a maggio per maggiore visibilità nell’acqua,
quindi per gli amanti delle immersioni o dello snorkeling sono l’ideale.
Purtroppo anche alle Seychelles la situazione climatica sta cambiando
velocemente e non è più possibile indicare con certezza un periodo preciso in
cui non si sia a rischio piogge. Il meteo almeno a Marzo, periodo in cui siamo
stati noi, varia comunque con una certa frequenza e il tasso di umidità è
molto elevato.
Sistemazioni: Ce ne sono per tutti i
gusti! La cosa migliore è visitare il sito www.seychelles.travel/it
dove si possono trovare informazioni e foto di numerose guest-houses e alberghi.
E’ importante prenotare in anticipo perché le strutture migliori sono spesso
al completo.
Costi: Si può facilmente passare da
un estremo all’altro perché alle Seychelles si può davvero scegliere come
impostare il proprio soggiorno.
Da gennaio 2008 il governo ha imposto alle
strutture turistiche ed ai ristoranti di accettare pagamenti solo in valuta
estera, cioè euro o dollari e questo ha sicuramente comportato un aumento dei
prezzi in generale.
Abbiamo però notato che in alcuni
ristoranti accettano ancora le rupie, specialmente a La Digue e anche al
supermercato Gregorie’s. Noi abbiamo risparmiato molto andando ai Take Away,
dove abbiamo sempre scelto pesce, riso e pollo in abbondanza per una spesa di
circa 6€ in due, mangiando davvero bene.
Non ci è piaciuta la cena dal tanto
decantato ZEROF, dove abbiamo mangiato il pesce peggiore di tutta la vacanza.
Abbastanza buona invece la pizza da Gregorie’s e il gelato da Luca che ha
comunque prezzi veramente esagerati.
Importante è comunque cambiare pochi euro
per volta, circa 50€ o 100€, in modo da non dover ripartire con le rupie in
tasca. Se si cambiano in banca il tasso è molto inferiore a quello del mercato
nero ( circa 12 rupie per un euro, contro le 17 del mercato nero), ma in banca
rilasciano una ricevuta con la quale alla fine della vacanza si possono
nuovamente cambiare le rupie in euro qualora fossero avanzate.
Da non dimenticare: 1)Crema solare
ad alta protezione! Noi abbiamo utilizzato sempre la 40 e siamo tornati a casa
belli neri! Nonostante il fattore di protezione così alto, ci siamo comunque
bruciacchiati! Quindi meglio prestare attenzione. 2) Repellenti per insetti,
indispensabili come suggerito più avanti… 3) Una torcia per muoversi la sera
a La Digue 4) Scarpette da scoglio o pinne… 5) Keyway antipioggia. Sicuramente
in questo elenco avrò dimenticato qualcosa io!!!
Insetti: Terribili le sandflies…
Sono simili ai nostri moscerini, ma succhiano sangue come delle sanguisughe!!!
Si nascondono nella sabbia, dove vivono e sono praticamente impercettibili date
le loro dimensioni. Difficilissimo vederle, ma in compenso lasciano il segno! Ci
siamo ritrovati con più di 100 bozzi nel corpo! Altro che zanzare! Il prurito
permane per giorni e giorni e non passa nemmeno applicando creme cortisoniche.
Se ci si gratta è finita! Si trova un leggero sollievo soltanto applicando una
lozione che si trova all’ospedale locale che si chiama Calamailoil.
Siamo stati costretti ad utilizzare l’Autan
in spiaggia per cercare di tenerle lontane, ma non è stato comunque del tutto
sufficiente perché le più tenaci si attaccavano ugualmente!
Sicuramente non saranno il ricordo
principale della vacanza, ma diciamo che non ne sentiremo la mancanza! Di tutto
il resto invece sì.
Controindicazioni: Le Seychelles
restano nel cuore, quindi al rientro capita veramente di ripensare spesso alla
bellezza dei luoghi e della gente.
Tutto ciò fa sì che il ritorno alla realtà
sia ancora più duro e che con la mente si continui a “naufragare” su quelle
spiagge bianche… e il viaggio continua…
Elisa Gentilini