Seychelles
DIARIO
DI UN SOGNO Maggio 2009
di Andrea
Erano
almeno cinque anni che sognavo un viaggio alle Seychelles, avevo letto la guida
della LP del 2005, tutti i racconti del sito turisti per caso, mi ero fatto
spedire a casa le cartine delle isole dall’ufficio turistico Seychellese di
Roma… ero pronto, mancava solo l’occasione giusta.
A
marzo 2009 obbligano mia moglie Letizia a prendere due settimane di ferie a
maggio, tempo di mandare un po’ di mail alle Guest House e di prenotare i
biglietti aerei sul sito AirSeychelles, e in meno di un mese è tutto
organizzato.
Volo
A/R Malpensa-Mahè per due persone
1350 €
Volo
interno di sola andata Mahè-Praslin per due persone
150 €
Cinque
notti a Villa Gaiarda – Pralsin 500 € compresa colazione
www.villagaiarda.it/new
Quattro
notti all’ Ylang Ylang – La Digue 380 € compresa colazione www.selfcateringylangylang.com
Quattro notti all’Anse Soleil Resort – Mahè 350 € senza colazione soleil@seychelles.net
Noleggio Terios per 4 gg. A Mahè con Tropicar 160 € senza franchige tropicar@seychelles.net
Sabato
16/05/2009
Ore
15:30 partenza da Moncalieri (TO) con bagagli al seguito direzione ristorante
“da Mariuccia” a Malvagio (www.ceriamalpensa.it). E’ un ristorante con
ampio parcheggio che da un annetto è entrato nel business dei parcheggi
di Malpensa, è a circa ¼ d’ora dall’aeroporto ma costa meno dei
vari Park a 2 passi dai Terminal (abbiamo pagato 35 € per 15 gg. Rispetto ai
circa 60 € chiestici dagli altri) ed in più si risparmiamo una quarantina di
km di gasolio. Alle 17:10 siamo da Mariuccia e Mario, gentilissimo, ci carica
sul pulmino e ci accompagna al Terminal 1, di fronte all’insegna dell’Air
Seychelles.
Trovato
il banco giusto procediamo al check-in, tiro fuori i passaporti e la mail
ricevuta dall’ufficio Air Seychelles di Roma (biglietti elettronici), il
ragazzo prende i fogli ed inizia a sfogliarli lentamente mantenendo un
espressione a metà fra il dubbioso ed il perplesso e non emette una parola per
almeno 2 minuti. Due minuti sono lunghi, già dopo 30 secondi di silenzio ho
iniziato a tremare, Letizia (un po’ restia al fai da te) era già pronta con
la lista degli insulti, ma alla fine va tutto liscio, non dice niente neanche
per i 4 kg di bagaglio in eccesso.
Fra
un giro al Duty-free e uno spuntino arriviamo all’imbarco. L’aereo è quasi
pieno ed posti non sono larghissimi, soprattutto per chi ha le gambe lunghe.
Le hostess creole ci
offrono prima l’aperitivo e poi la cena e dopo mandano in onda l’ultimo film
di 007.
Domenica
17/05/2009
Alle
3:30 ora italiana le hostess accendono le luci e passano a svegliare tutti
lanciandoti addosso uno straccetto bagnato per lavarti la faccia. Ci godiamo
l’alba dall’oblò dell’aereo
e
poi la colazione e alle 5:00 inizia la discesa (7:00 locali). Per chi non è già
atterrato a Palermo, l’atterraggio in un isola è molto particolare, non vedi
asfalto fin quando non ci metti le ruote sopra, viene il dubbio di essere su di
un idrovolante. Col Boeing arriviamo quasi dentro la sala arrivi, scendiamo
dalla scaletta, attraversiamo la strada e siamo già al controllo passaporti. Ad
accoglierci, oltre la magnifica vista dell’isola, troviamo un bel acquazzone
ed un umidità non indifferente. Passiamo il controllo passaporti dove ci
mettono il mitico timbro a forma di
Coco de Mer e ci avviamo al check-in per il volo verso Praslin. Qui è
infinitamente tutto più spartano, o più umano se vogliamo, il bagaglio se lo
passano di mano in mano i dipendenti dell’aeroporto e come biglietti ci danno
due pezzi di plastica che poi ci ritirano quando saliamo sull’aereo, come alle
giostre!
Il
volo a bassa quota verso Praslin (che poi si pronuncia Pralen) è una cartolina
lunga 15 minuti, e la rasetta sopra il Lemuria Resort con i suoi campi da golf
durante l’atterraggio è una goduria per i nostri occhi.
Usciti
dall’ aeroporto troviamo il taxi che Morena ci ha inviato, ci carica a bordo e
ci accompagna a Villa Gaiarda, tagliando l’isola per la Vallée de Mai. Appena
arrivati scattano le presentazioni, oltre a Morena con cui avevamo avuto i
contatti via mail per la prenotazione, conosciamo il marito Umberto, la figlia,
Billy (Costacurta) il cane, Rambo e Pongo i due gatti, le due tartarughe e la
coniglietta. Poi davanti ad un buon succo di frutta scatta il briefing iniziale
con le informazioni sull’isola e tutto il suo mondo.
Ci
sistemiamo in una delle 4 stanze con bagno
che hanno ricavato dietro la loro villa e dopo un pisolino per recuperare le
forze, partiamo a piedi verso la Cote d’Or, percorriamo la spiaggia fino al
gruppetto di negozi dove ci fermiamo da Luca a prendere un gelato (due coppone
ed una coca 15 €). Poi ci rilassiamo in spiaggia, saggiamo le acque
dell’oceano e sulla strada del ritorno ci fermiamo al piccolo negozietto
indiano (qui sono un must) che noi ribattezziamo sarcasticamente Carrefour per
acquistare la sim dell’Airtel, ma ci dicono che dal 1 aprile ci và il
passaporto e noi l’abbiamo lasciato in stanza. Per cena ci fermiamo a Villa
Gaiarda dove Morena ci prepara un carpaccio di un qualche pesce, un enorme King
fish con riso basmati, salsa creola e insalata di cavolo (20 € a testa bevande
escluse).
Lunedì
18/05/2009
Sveglia
alle 7:00, colazione by Morena con papaya, mango, bananine fresche, succo di
frutta spettacolare, pane tostato con burro e marmellata fatta in casa e the, il
tutto accompagnato dalla stampa delle news del sito del Corriere della Sera che
Umberto mette a disposizione dei suoi ospiti. Durante la colazione facciamo la
conoscenza di una coppia di Monza arrivati anche loro ieri, Marco e Tamara, con
la quale divideremo qualche scorcio di vacanza.
Verso
le 9:00 usciamo da Villa Gaiarda e aspettiamo in bus per Anse Boudin alla
fermata che c’è subito sulla litoranea. Il tragitto in pullman è abbastanza
tranquillo (7 Rs a testa)
e
facciamo la conoscenza di 3 ragazzi tosco marchigiani (Stefano Tiziana e Luisa)
coi quali dividiamo la fatica della scarpinata che da Anse Boudin ci porta fino
alla paradisiaca Anse Laziò. L’impatto con la spiaggia toglie il fiato, ti
rendi conto che le foto dei cataloghi dei tour operator non sono di certo
ritoccate.
Dopo
qualche ora divisa tra bagni, snorkeling e relax all’ombra delle palme e dei
takamaka, andiamo a pranzo al Le Chavelier, segnalato sulla Lonely come
economico. Forse nel 2005, anno di stampa della guida, ma non ora, il piatto più
economico costa 14 € e 1 litro d’acqua 4,5 €. Noi abbiamo preso una smoked
fish salad, buona ed abbondante, ed una tuna salad, sempre abbondante ma il
tonno sapeva tanto di Rio mare (32,5 €). Sconsigliato!
Dopo
pranzo pisolino in spiaggia, bagno e scarpinata di ritorno fino ad Anse Boudin
col magone di perdere l’ultima corsa.
Torniamo
in bus fino alla Cot d’Or e ci fermiamo al Carrefour a prendere la sim che non
ci hanno dato ieri (che poi ti fanno compilare un foglio coi dati, quindi
potresti scrivere quello che vuoi e vanificare l’intento della legge che è
quello della rintracciabilità delle sim). Con la sim nuova proviamo a chiamare
Kante, un ragazzo che ieri ci aveva proposto l’escursione Curieuse/S.Pierre,
per prenotarla per domani. Non facciamo in tempo a finire di comporre il numero
che ci spunta davanti, bene risparmiamo una telefonata. Prenotiamo
l’escursione al prezzo di 25 € + 10 € di tasse a persona pagando 10 € di
acconto a fronte di una ricevuta scritta su un pezzo di carta già
scarabocchiato. Ci offre anche il pranzo a Curieuse (grigliata di pesce) per 25
€, ma rifiutiamo perché ci sembra un po’ caro. Chiedo anche per il cambio
in nero, ma mi offre 18 rupie per un euro contro le 19/20 del cambio ufficiale,
mi sa che il business è finito!
Rientriamo
a villa Gaiarda per una doccia e a cena optiamo per La Goulue, che è il
ristorante più vicino. Usciamo a piedi armati di torce e percorriamo la strada
completamente buia per una decina di minuti. Mangiamo un hamburger di pesce, uno
di carne (che rutteremo fino a domani), coca e birra per 24 €, quello che ci
colpisce particolarmente è la svogliatezza della cameriera, una così in un
qualsiasi ristorante italiano la caccerebbero in mezzo secondo, qui invece è in
armonia col loro modo di vivere.
Martedì
19/05/2009
Partenza
a piedi verso il Carrefour dove facciamo scorte di acqua e di cibo per la
giornata. Prendiamo dei buonissimi dolcini di banane tipo frittelle, un casco di
bananine verdi (che si riveleranno acerbissime), un avocado scambiandolo per un
mango (acerbissimo pure questo) e 2 cocchi. Alle 9:30 siamo all’appuntamento
con Kante che con la sua barchetta ci porta sull’isolotto di S.Pierre, dove
sbarchiamo con l’aiuto della guardia del parco marino che dopo aver intascato
i soldi della tassa se ne torna a dormire.
Qui facciamo dell’ottimo snorkeling attorno ai quattro scogli che formano l’isolotto avvistando un sacco di pesci di cui ignoriamo il nome e due piccoli squaletti. Dopo un ora e mezza torna Kante che ci trasborda a Curieuse Island, l’isola delle tartarugone di terra, sulla spiaggia in cui sbarchiamo c’è la riserva a loro dedicata e possiamo ammirarne almeno una ventina.
Dopo
la foto di rito in cui si dà da mangiare la foglia alla tartaruga ci
incamminiamo nel sentiero che ci porta ad Anse Josè dove consumiamo il nostro
mini pranzo e passiamo il resto del pomeriggio in stile Robinson Crusoe e Venerdì
sulla spiaggia deserta. L’unica compagnia arriva verso le quattro e sono le
terribili sandflies, ma per fortuna dopo poco arriva Kante e ci riporta sulla
Cote d’Or.
Tornando
verso casa a piedi ci fermiamo a chiedere un po’ di prezzi nei ristoranti, al
Cafè des Art antipasti 10-15 € e piatto principale 25-50 €, mentre al
ristorante del Beraja sul mare buffet a 28 € bevande escluse. Nessuno dei due
ci colpisce.
Arrivati
a Villa Gaiarda facciamo la conoscenza di Giuseppe e Daniela con il loro piccolo
Matteo, sono arrivati oggi col volo da Roma, e ci rincontreremo a La Digue perché
anche loro hanno prenotato all’Ylang Ylang.
A
cena torniamo a La Goulue sempre a piedi e ci troviamo Tamara e Marco, così ci
tengono un po’ di compagnia durante la serata. Prendiamo fish and chips,
smoked fish salad, gelato coca e birra 30 € in due.
Mercoledì
20/05/2009
Dopo
colazione ritiriamo l’auto della Solace Car Hire che gentilmente Umberto aveva
prenotato per noi e che ci fa trovare direttamente a Villa Gaiarda. Per 35 €
al giorno ci danno una ZOTYE 2008 che altro non è che una brutta copia cinese
della Daiatsu Terios (vecchio modello). Un po’ piccola, un po’ vissuta, col
contakm rotto, ma per girare Praslin va più che bene.
L’impatto
con la guida a sx è meno peggio di quello che pensavo, a parte un paio di
cazzate clamorose, la situazione è sotto controllo.
Andiamo
a fare benzina (16,5 Rs al Litro) e facciamo tutto il giro dell’isola passando
dal Jetty e da Grand Anse, ci fermiamo ad un market dove con 70 Rs prendiamo un
tubo di simil Pringles malesiane, 2 samosà (triangolino fritti) alle verdure, 2
al pesce, 2 frittelle piccanti dal contenuto misterioso e 4 frittelle di banane.
Al
fondo della strada arriviamo al Lemuria (la prenotazione ce l’ha fatta Morena
2 gg. fa) ed entriamo senza problemi, parcheggiamo e ci incamminiamo seguendo le
indicazioni per Anse Georgette, la meta della giornata. Attraversiamo diversi
campi da golf tenuti in maniera impeccabile, e non resisto alla tentazione di
camminare scalzo sull’erbetta del green, è proprio un posto da ricchi.
Dopo
un paio di bivi sbagliati arriviamo a destinazione ed è come entrare in un
sogno, descrivere a parole le immagini che scorrono davanti ai nostri occhi non
è facile, una caletta di sabbia bianca finissima, delimitata da massi di
granito levigato, chiusa alle spalle da una vegetazione
lussureggiante e verdissima e con un acqua spettacolare. Passiamo la
giornata in questo paradiso, concordando sul fatto che questa spiaggia, da sola,
merita il lungo viaggio dall’Italia.
Nel
pomeriggio rientriamo a Villa Gaiarda e ci accordiamo con Marco e Tamara e con
un'altra coppia per andare a cena al Coco Rouge a baia S.Anne, consigliatoci da
Morena che ci prenota il tavolo.
Il
ristornate è molto frequentato dai locali, soprattutto a pranzo perché fa da
take-away, e questo è un ottimo biglietto da visita. Infatti troviamo un menù
fisso composto da polipo al curry, melanzane impanate, crema di lenticchie,
un’insalata sconosciuta, riso a volontà e un pescione enorme (almeno 60 cm)
alla griglia con una salsina sopra, prendiamo ancora chi i gelato, chi il caffè,
acqua e birra e spendiamo 35 € a coppia. Consigliato!
Giovedì
21/05/2009
Dopo
la solita ottima colazione montiamo sul nostro Zotye e partiamo in direzione
Jetty per fare i biglietti per La
Digue per domani (12 € a testa solo andata con Cat Rose’s). Nel frattempo fa
qualche goccia di pioggia, ma tempo di spostarci alla Vallée de Mai ed è già
ricomparso il sole. Entriamo nel parco (20 € a testa) e ci ritroviamo in una
giungla tropicale con delle palme enormi che non avrei mai immaginato. Foglie
alte venti metri con un apertura grossa quanto un letto matrimoniale, Coco de
Mer maschi e femmine ovunque (crescono quasi solo qui) ed un sacco di altre
piante che i cartelli lungo il sentiero descrivono minuziosamente.
E’
impressionante il rumore di tutte queste foglie enormi mosse dal vento. In cima
al sentiero, sul punto panoramico, troviamo ad attenderci un simpatico
pappagallino nero col quale dividiamo la nostra banana, golosone!
In
un due ore scarse finiamo il giro del parco e torniamo a pranzare a Villa
Gaiarda fermandoci al Coco Rouge dove prendiamo una ciotola di polistirolo con
riso basmati sul fondo e sopra del pesce al curry e della crema di lenticchie
(45 Rs) ed in un minimarket birra coca e 2 samosà alle verdure.
Con
Billy, Rambo e Pongo fra i piedi consumiamo il nostro lunch mentre Umberto suda
sette camicie spostando delle pietre in giardino per fare il percorso pedonale.
Dopo
pranzo partiamo in direzione Anse Laziò, per goderci il tramonto che qui capita
proprio sull’oceano. Arrivati ad Anse Boudin decidiamo per una breve tappa al
punto panoramico Zimbawe segnato sulla cartina, così svoltiamo a sinistra e ci
inerpichiamo per una strada stretta per qualche km sempre in prima con la Zotye
che strilla e chiede pietà. Ad un certo punto sulla strada c’è un cancello
aperto, mentre Letizia si sta chiedendo se è il caso di entrare, io ho già
messo la prima e parto, proseguiamo qualche centinaio di metri e ci troviamo di
fronte ad una sorta di cabina elettrica dove ci sono degli operai al lavoro.
Metto la retro per tornare indietro e compare un signore camicia e pantaloni
(tipo divisa) che ci dice di lasciare la macchina li e di seguirlo, Letizia
pensa subito al peggio (tipo rapina, rapimento, etc.) e si affretta a
rispondergli che siamo di corsa e mi dice di andare via. Lui capisce la
situazione e tira fuori un tesserino e si presenta, si chiama Joel e lavora per
qualche società che si occupa della manutenzione di quel sito dove ci sono le
antenne per il controllo del traffico aereo. Lui è di Mahè ed ogni mercoledì
viene qui per le operazioni di manutenzione ma oggi che è giovedì è qui perché
c’è stato un guasto. Scendiamo dalla macchina, facciamo una salitina di 10
metri e ci troviamo su un grande pianoro dal quale si gode una stupenda vista a
360° su Praslin. Joel ci illustra tutte le varie Anse e e le altre isole che si
vedono, ci scatta due foto e ci lascia il suo numero di cellulare dicendoci di
chiamarlo quando saremo a Mahè così
ci porta in posto simile anche lì (ma non siamo sicuri di aver capito bene, così
non lo chiameremo).
Riscendiamo
giù e andiamo a Anse Laziò, facciamo qualche bagno per ingannare il tempo
aspettando il tramonto, ma quando il sole inizia a calare, all’orizzonte
compare una striscia di nuvole che ci rovinano lo spettacolo. Uffa!
Per
cena scegliamo il Village de Pecheur, che è un hotel, ma ci si può andare
anche solo a cenare. Si mangia a lume di candela coi piedi nella sabbia e i
piatti sono molto ricercati e ben
presentati, prendiamo un filetto di Red Snapper e una Tuna Steak con i relativi
contorni, dolce e acqua 50 € in due. Consigliato!
Venerdì
22/05/2009
Sveglia
presto, colazione, un paio di salti sulle valige per chiuderle, saldiamo Morena
e alle 9:40 siamo al Jetty, lascio la Zotye nel parcheggio con le chiavi sotto
al tappetino e alle 10:00 partiamo per La Digue col Cat Rose’s. Nel frattempo
mando un messaggio ad Aldo dell’Ylang Ylang per avvisarlo del nostro arrivo
così ci fa trovare un taxi (pulmino amaranto) al porto che ci accompagna da lui
(100 Rs).
Ci
sistemiamo nel bungalow piccolo, che è davvero piccolo, ma per il poco tempo
che ci trascorriamo dentro và bene.
Mini
briefing con Aldo e la moglie Yleen, cartina alla mano ci danno un po’ di
informazioni, ci noleggiano le bici (6 € al giorno a bici) e ci prenotano la
cena al Patatran.
In
sella al nostro nuovo mezzo di trasporto partiamo all’esplorazione
dell’isola, per pranzo ci accontentiamo di un gelato da Luca che ha aperto una
succursale anche qui (ma solo come gelateria) e poi ci dirigiamo verso nord. Per
strada rincontriamo Stefano Tiziana e Luisa, i ragazzi tosco marchigiani
conosciuti a Praslin e con loro ci dirigiamo ad Anse Patate dove facciamo un
bagno rapido perché la marea si alza in fretta e minaccia la nostra roba
lasciata in punta alla spiaggia. Torniamo allora sui nostri passi e ci fermiamo
ad Anse Severe, all’estremità sinistra guardando il mare. Qui, dietro la
guida di Stefano, facciamo dell’ottimo snorkeling lungo gli scogli che
delimitano la baia. Prima di rientrare alla base ci diamo appuntamento con gli
altri ragazzi per domani alle 9:30 al porto, ci uniremo a loro nell’escursione
che hanno prenotato per domani a Cocò e Felicitè (30 € a testa).
Dopo
una doccia rigenerante fredda (purtroppo lo scaldacqua non lascia molta scelta,
o bollente o fredda) ci godiamo il nostro aperitivo (Gewurztraminer freddo
portato da casa) e partiamo alla volta del Patatran, provando l’emozione di
una pedalata in notturna seguendo il lieve bagliore delle nostre torce. Per cena
menù fisso a 22 € a testa più 3 € di acqua, composta da antipasto di
pesce, zuppa di funghi e vermicelli, piatto di pollo o pesce (a scelta) con
verdurine e riso di contorno e crema di riso con ananas per dolce. Il posto è
carino, ma non so se vale la pedalata fin lassù!
Sabato
23/05/2009
Oggi
giro in barca fino a Cocò dove si può fare snorkeling o godersi la minuscola
spiaggetta e dopo 1 ora e mezza trasferimento di fronte alla costa di Felicitè
ed altro snorkeling. Qui il tizio di una barca vicino alla nostra si immerge e
trova una tartaruga marina che tiene vicino a sé per la zampa per un paio di
minuti per farla vedere a tutti. La bestiola non sembra infastidita, però non
è così che avevamo immaginato il nostro incontro con una tartaruga marina. Al
rientro al Jetty i ragazzi tosco marchigiani ci invitano a pranzo a casa loro
(stanno da Chez Michelin) così passiamo dal take away e approfittiamo della
loro gentile ospitalità. Nel pomeriggio si va tutti insieme in bici a vedere la
costa est dell’isola dove le onde imponenti non consentono la balneazione;
sulla strada del ritorno ci fermiamo davanti alla guest house di Anse Banana
dove il proprietario ha allestito un banchetto di frutta. Per 25 Rs ci dà un
cocco da bere e ce ne apre 2 da mangiare, uno dei quali all’interno ha una
specie di spugna bianca che assomiglia e sa di mollica di pane.
Ancora
una tappa ad Anse Severe per un tuffo rigenerante ed al tramonto salutiamo i
nostri amici che domani vanno a Mahè. Rientriamo all’Ylang Ylang e ritroviamo
Giuseppe, Daniela ed il piccolo Matteo, arrivati oggi da Villa Gaiarda, e con
loro andiamo a cena all’Island Lodge, dove, a bordo piscina, allestiscono un
ricco buffet internazionale con un sacco di dolci (20 € a testa più bevande).
Letizia, finalmente, ha anche ritrovato la sua amata carne di maiale!!!
Domenica
24/05/2009
Oggi
ci adeguiamo ai ritmi della domenica dei Seychellesi. Niente sveglia, colazione
sul tardi e pedalata fino ad Anse Source d’Argent. Dopo aver fatto i
biglietti, 5 € a testa (1 ingresso gratis ogni 2 pagati), entriamo in questo
parco naturale le cui principali attrazioni sono il cimitero ottocentesco, la
lavorazione del cocco (ma il bue che tira il frantoio era sotto l’albero a
schiacciare un pisolino!), le tartarughe giganti di terra chiuse nel loro
recinto,
le
piantagioni di cocchi e vaniglia e, non per ultimo, la spiaggia più famosa
delle Seychelles. Devo dire, però, che, complice la giornata nuvolosa, a noi
questa spiaggia non ha trasmesso le stesse emozioni di Anse Laziò ed Anse
Georgette. La spiaggia è corta e al pomeriggio scompare con l’alzarsi della
marea ed i colori non erano così intensi. C’è da dire, però, che qui la
differenza di colori fra quando splende il sole e quando invece è nuvoloso è
veramente impressionante, quindi la nostra valutazione non fa testo.
Anse
Source d’Argent rimarrà comunque fra i nostri migliori ricordi perché qui,
durante i 15 minuti di snorkeling nel metro e mezzo d’acqua dei primi 200
metri di mare, ci siamo imbattuti in una splendida tartaruga di mare, e nuotarle
affianco, anche se solo per pochi secondi, regala un’emozione stupenda!
Per
pranzo prendiamo un piatto di frutta fresca da un banchetto sulla spiaggia (100
Rs) e dopo un’oretta inizio ad avere una reazione strana sulla guancia e sul
collo, un prurito pazzesco. Decidiamo, così, di rientrare all’Ylang Ylang
dove una doccia e una spalmata di Prep aggiustano la situazione. Verso le 16:00
prendiamo le bici e andiamo al porto per prenotare il Praslin Express per Mahè
di martedì, che, ahimè, parte alle 7:15 del mattino. Visto il caldo e la
quiete della domenica (c’è pochissima gente in giro) optiamo per un paio di
gelati da Luca (2 coni da 1 gusto 40 Rs) e, tornando verso casa, ci fermiamo da
Chez Marston per prenotare un tavolo per la cena. Come da descrizioni lette su
internet, lui è lì seduto al suo tavolo con la sua Coca ghiacciata in mano, un
personaggio a tutti gli effetti! A cena, dopo sooooli 50 minuti di attesa, ci
portano il polipo al curry (gommoso) e il pesce alla griglia (che sa di poco),
beviamo acqua e Coca e spendiamo 465 Rs (24,5 €). Considerata la qualità del
cibo e l’eterna attesa, lo sconsigliamo vivamente.
Lunedì
25/05/2009
Oggi
sveglia mattutina, alle 7:10 sono in già in sella alla bici, mentre Letizia
continua a dormire. Parto in direzione forno (vicino al porto c’è un
negozietto un po’ nascosto che vende degli ottimi prodotti da forno a prezzi
irrisori) e per strada incrocio Marco e Tamara che sono appena arrivati da Villa
Gaiarda col traghetto delle 7:00 (loro sì che sono mattinieri!!!). Facciamo due
chiacchiere ed insieme scopriamo che il fornetto apre alle 9:00 e, dalle facce
che facciamo, capiamo che dopo una settimana non ci siamo ancora abituati ai
ritmi Seychellesi. Dopo una breve sosta all’ufficio postale per comprare
cartoline e francobolli, andiamo da Gregory’s e ci riforniamo di pizzette
(ottime) e brioches, saluto i nostri amici e torno all’Ylang Ylang per la
colazione delle 8:30. Fra un po’ di frutta e del pane-burro-marmellata
facciamo due chiacchiere con Aldo e con Giuseppe e Daniela e chiediamo al nostro
tutor di prenotarci la cena all’Island Lodge per noi 4 e anche per Marco e
Tamara che si uniranno a noi.
Alle
9:00 iniziamo la pedalata verso Grand Anse, oggi si scarpina! Dopo circa 20
minuti di bici, siamo sulla costa sud dell’isola, parcheggiamo le bici, zaino
in spalla (ricordatevi l’acqua) e dopo un rapido sguardo a Grand Anse
imbocchiamo il sentiero per Petite Anse.
Salto
a piè pari la descrizione del nostro percorso perché abbiamo poi scoperto di
aver fatto un giro ben più lungo rispetto al sentiero abituale, ma almeno ci
siamo arrivati, già perché abbiamo sentito parecchia gente che ha gettato la
spugna ed è tornata indietro. In effetti, le indicazioni non sono il punto
forte dei Seychellesi e spesso ci è capitato di dover andare a naso o lanciare
la monetina, ma con un po’ di pazienza si risolve tutto. Tornando a noi, dopo
una buona mezz’ora siamo a Petite Anse, che non è poi tanto diversa dalla
sorella maggiore, ma il fatto di essere completamente soli in questa lunga
distesa di sabbia illibata l’ha resa decisamente più affascinante.
Ci
riposiamo 10 minuti e poi ci rincamminiamo verso Anse Cocos, altri 20 minuti e
approdiamo in questo angolo di paradiso. Non c’è nessuna traccia lasciata
dall’uomo, non un palo, un cartello, una capanna o una bottiglietta di
plastica a terra, così com’era centinaia di anni fa, così la ritroviamo
davanti ai nostri occhi oggi, natura………….. solo natura!
Come
consigliatoci da Aldo, attraversiamo tutta la spiaggia e andiamo a tuffarci
nella piscina naturale che delle rocce a semicerchio creano, ci rilassiamo e poi
consumiamo il nostro spuntino all’ombra di una palma.
Verso
le 13:30 ripercorriamo i nostri passi fino a Grand Anse dove incontriamo
Giuseppe, Daniela e Matteo, ci concediamo una birra io e una Coca Lety (100 Rs)
al Loutier Coco e anche 2 bei frullati di frutta fresca (90Rs) in uno dei
banchetti che ci sono sulla via del ritorno.
Prima
di tornare a casa decidiamo di dare un’altra chance ad Anse Source d’Argent,
ma, essendo pomeriggio inoltrato, la spiaggia è scomparsa sotto l’alta marea,
così dopo un paio di crasse risate ispirate da una coppietta seduta sul
bagnasciuga rimasta vittima di un’onda un po’ più alta, ci ritiriamo nel
nostro bungalow. Prima di partire verso il ristorante, andiamo sulla terrazza di
Aldo per saldare il dovuto (domattina si parte all’alba), ci offrono un
aperitivo, chiacchieriamo un po’ sul nostro Piemonte (Aldo è di origini
cuneesi) e, quando gli raccontiamo della nostra difficoltà a reperire frutta
fresca a La Digue, ci regalano un casco di bananine e una papaya gigante!
Gentilissimi!
La
cena all’Island Lodge fila via piacevolmente accompagnata dalla simpatia dei
nostri amici, ma il buffet settimanale è meno fornito rispetto a quello del
sabato (50 € in due).
Martedì
26/05/2009
Oggi
altro trasloco, alle 6:45 arriva il taxi che Aldo ci ha prenotato e ci porta al
Jetty (100Rs) dove ci imbarchiamo sul Praslin Express (40 € a testa) delle
7:15.
Lasciamo
La Digue e la sua piacevole atmosfera di enorme campeggio solcando le
limpidissime acque del suo porticciolo per approdare a Mahè dopo 1 ora
abbondante di navigazione (fa anche sosta a Praslin). Qui troviamo ad attenderci
Sonny della Tropicar (al quale avevo prenotato via mail una Terios) con un
cartello col nostro nome.
Firmiamo
il contratto di noleggio sul cofano dell’auto (40 € al giorno senza
franchigia) e partiamo alla ricerca del benzinaio prima e dell’Anse Soleil
Resort poi. La strada è guidabilissima, una volta capito che devi tenere la
sinistra è un gioco da ragazzi. Percorriamo la costa est in direzione sud
facendo tutto il giro dell’isola e risalendo verso nord sulla costa ovest,
all’incrocio con la strada che và ad Anse Soleil giriamo a sinistra e dopo
500 metri sulla destra troviamo un negozio di nautica, di fronte al negozio c’è
una stradina che si arrampica sulla collinetta, la percorriamo fino in punta (50
metri) e siamo arrivati. Ci accoglie un ragazzo gentilissimo che ci fa
parcheggiare davanti al nostro alloggio, il colibrì, e ci illustra
l’appartamento. Apre la porta che dà sul cucinino ed inizia ad illustrarci i
vari elettrodomestici, ma non fa in tempo a finire che io e mia moglie siamo già
appiccicati all’enorme vetrata che affaccia su una terrazza con una magnifica
vista su Anse à la Mouche.
Oltre
al cucinino c’è un bagno dalle dimensioni presidenziali con doccia incassata
a pavimento e una stanza di circa 30 mq divisa in due da una semiparete con
letto e soggiorno.
Poi
c’è la terrazza ed un pezzettino di giardino con un albero di manghi enorme
dove la sera fanno capolino due simpatici batfruit.
Finito
di sistemarci andiamo in reception e paghiamo i 352 € (4 gg a 88 € l’uno)
concordati ad una signora gentilissima, prima di partire infatti le abbiamo
chiesto se era possibile portare della frutta in aereo per l’Italia o se
all’aeroporto ci facevano delle storie e lei ci ha fatto trovare in camera un
cesto di manghi!
Pagato
l’appartamento ci dirigiamo subito ad Anse Soleil, in auto ci si impiega circa
5 minuti, si passa davanti all’ingresso del FOUR SEASONS e poi si prosegue su
una stradina asfaltata di recente fino ad una piazzetta sterrata dove si lascia
l’auto (ci staranno al max 15 auto). A questo punto non resta che varcare
l’ingresso del dehor dell’Anse Soleil Cafè per rimanere a bocca aperta!
Quella che per noi si confermerà la miglior spiaggia di Mahè si esibisce in
tutto il suo splendore davanti ai nostri occhi. Piccola, incastonata in una
cornice di palme e rocce di granito, semideserta e dai colori indimenticabili.
Lanciamo
gli zaini sulla sabbia e ci buttiamo in acqua, che paradiso. A pranzo ci
fermiamo all’Anse Soleil Cafè, che come rapporto qualità/prezzo e
imbattibile, unico neo la svogliatezza della cameriera (ma qui sembra un must).
Pennica
in spiaggia all’ombra del solito takamaka interrotta appena un minuto prima
dell’arrivo dell’onda che ci avrebbe lavati completamente (che culo), già,
anche qui l’alta marea al pomeriggio si fa sentire. Facciamo poi un giro in
macchina senza troppe pretese, compriamo succo di frutta, pane e marmellata per
la colazione di domani e ci rifugiamo nel nostro splendido attico per una bella
doccia. A cena optiamo per il Kaz Kreol di cui avevo letto bene, attraversiamo
l’isola in meno di un quarto d’ora e arriviamo. Il deserto! Siamo gli unici
clienti e ci sentiamo un po’ imbarazzati e osservati. Visto che siamo un po’
stufi dei cibi speziati prendiamo due pizze (508 Rs – 28 €) che si
riveleranno due simil piadine condite. Se passate di qua lasciate perdere la
pizza.
Mercoledì
27/05/2009
Giornata
impegnativa, in programma abbiamo Fabbrica del The, la Mission, Victoria, Craft
Village e Jardin du Roi. Partiamo presto, percorriamo in auto tutta la costa
ovest in direzione nord, godendoci il panorama ci spingiamo fino a Port Launay
dove però la strada finisce contro un cancello chiuso. Torniamo indietro e
vediamo il bivio per le cascate (Waterfalls), ma la stradina è tremendamente
stretta e, percorrere qualche km con l’incubo di incrociare un'altra auto
proprio non ci và, così desistiamo e andiamo a prendere la strada che taglia
l’isola passando per il Morne Seychellois. La giornata è nuvolosa, i colori
sono spenti e tempo di arrivare alla Tea Factory inizia a piovere. Ci infiliamo
nella vecchia fabbrica dove con 1 € a testa ci fanno da ciceroni e impariamo
il ciclo di lavorazione del the (anche se le piantagioni non si vedono).
Annesso
alla fabbrica c’è un negozietto/bar dove si possono degustare e acquistare i
loro prodotti(i prezzi sono incredibilmente più alti degli altri negozi sparsi
per l’isola, è come andare allo spaccio della Robe di Kappa e pagare la roba
più cara che in centro).
Proseguendo
poi verso la capitale il cielo si apre quindi decidiamo di fermarci alla Mission,
che offre uno scorcio panoramico non indifferente.
Giunti
a Victoria parcheggiamo l’auto e girovaghiamo a piedi per la “metropoli.
Pranziamo al take-away di Pirates Arm (4 samosà, patatine fritte e coca 70 Rs)
e poi ci dirigiamo verso il mercato. Vista l’ora c’è ormai poca gente, è
rimasto qualche bel pescione, frutta e spezie a volontà e rimaniamo colpiti da
come prezzano la frutta più grossa tipo le papaye, ci scrivono sopra il prezzo
col pennarello!
Prima
di lasciare Victoria ci concediamo un gelato al Rendez Vous con vista sulla mini
torre dell’orologio, 10 € a coppa ma decisamente ben spesi. Verso le 15:00
riprendiamo l’auto e percorrendo la costa est in direzione sud ci dirigiamo al
Craft Village che si trova ad Anse aux Pins, dopo l’incrocio con la strada che
taglia l’isola e arriva ad Anse Boileau. Il Villaggio dell’Artigianato è
composta da una bar/ristorante e da una quindicina di chioschi in legno disposti
a ovale, ognuno vende qualcosa che produce direttamente e qualcosa che importano
dalla solita Malesia, quello che più mi ha colpito è il chioschetto in cui
realizzano i velieri in legno, ne stavano costruendo uno lungo quasi 2 metri, e
la pazienza con cui realizzavano e montavano ogni singolo pezzettino di legno
era molto invidiabile.
Comprate
le solite cazzabubbole per il parentado scendiamo ancora più a sud per trovare
(con qualche difficoltà) le Jardin du Roi. Si sono fatte le 17:00, ed il
giardino chiude alle 17:30, quindi ci concediamo un giro molto rapido (5 € a
testa), ma sufficiente a scoprire la pianta del pepe, del cotone, della Papaya e
di molti altri frutti/spezie sconosciute o dal nome inglese intraducibile (forse
maggio non è il periodo migliore).
A
cena decidiamo di provare l’Allamanda, che è un resort sulla costa est, ad
Anse Forbans, di cui avevo letto ottime recensioni. Arriviamo nella hall e
chiediamo di poter cenare nel loro ristorante anche se non avevamo prenotato,
l’omino di turno ci dice che deve chiedere e ci dice qualcos’altro che non
capiamo ma che interpretiamo come un “seguitemi”. Così facciamo ma
arrivando all’ingresso del ristorante scorgiamo il cartello “dress code
pantaloni lunghi per gli uomini” ed io ero in pantaloncini, polo ed infradito.
Infatti mentre l’omino chiede alla caposala se possiamo cenare lei mi squadra
dalla testa ai piedi con uno sguardo quasi di compassione e ci fa accomodare. La
location è eccezionale, si mangia fuori su di un impalcato di legno a fianco di
una piscina a raso col rumore del mare di sottofondo, a lume di candela. Ci
spiegano subito che il menù a buffet costa 22 € a testa escluse bevande.
Mentre siamo al buffet scopriamo che lo chef è italiano (così come tutti gli
altri dieci clienti) e scambiamo due battute con lui, ma aimè, abbiamo
sbagliato giorno, oggi serata orientale con sushi, sashimi & c. (dhouu!).
Comunque
se vi trovate da queste parti fateci un salto, merita proprio… però
ricordatevi i pantaloni!
Giovedì
28/05/2009
Altra
levataccia, oggi si torna al nord, Anse Major ci attende. Mezz’oretta di auto
e siamo a Bel Ombre, prendiamo dell’acqua (almeno un litro a testa) e delle
samosà e proseguiamo in auto verso ovest fino a Danzil, seguendo l’unica
strada che diventa sempre più stretta, (di quelle che ti domandi “ma se
incrociamo un auto, si tira a sorte per chi deve finire nella scarpata?”) fino
al cartello che recita “non proseguire in auto” (o qualcosa del genere).
Parcheggiamo nell’ampio piazzale (forse incastrandole 4 auto ci stanno) e
iniziamo il lungo cammino verso l’ennesimo scorcio di paradiso. Il sentiero
dura circa 50 minuti ma considerata la temperatura, l’umidità ed il fatto che
per il 70% è completamente sotto il sole… si suda da pazzi!
Il primo pezzo è dentro la foresta, ma ben presto bisogna districarsi su
un tappeto di sassi appiccicati su pendii di enormi massi di granito che
scendono verso il mare a mò di scivolo (se soffrite di vertigini guardate
dall’altra parte). Il panorama è stupendo.
Giunti
a destinazione ci rilassiamo un po’ per riprenderci dalla fatica e poi
dedichiamo un paio d’ore a bagni snorkeling e tintarella. In tutta la spiaggia
siamo sei persone.
Alle
13:00 consumiamo il nostro lauto pranzo ed iniziamo a sperare che approdi
qualche barchetta per chiedere un passaggio per il ritorno. Ovviamente non
arriva nessuno quindi, dopo due coccole ad uno degli onnipresenti cani randagi
che si è sdraiato a mezzo metro da noi, facciamo i bagagli e ripercorriamo il
sentiero a ritroso, trovando un minimo di refrigerio immergendo la testa nel
ruscello che si incrocia circa a metà strada. Quando arriviamo al parcheggio
dobbiamo praticamente strizzare le magliette e quelle di ricambio ce le siamo
dimenticate.
Abbiamo
bisogno di controllare un paio di cose su internet, cos’ ci fermiamo a
comprare due magliette pulite e, dopo un giro panoramico lungo la strada che
costeggia tutta la punta nord dell’isola, passiamo un oretta all’internet
cafè di Beau Vallon (35 Rs all’ora).
A
cena, dietro consiglio della proprietaria di casa, andiamo all’Anchor Cafè,
ad Anse a la Mouche, spendiamo 850 Rs – 47 € per cenare senza infamia e
senza lode, il posto è carino ma preferiamo l’Anse Soleil Cafè.
Venerdì
29/05/2009
Eccoci
all’ultimo giorno, oggi relax totale nella spiaggia sotto casa. Durante la
mattinata conosciamo due ragazzi che stanno all’Anse Soleil Beachcomber,
dicono che è bello e si mangia bene, mentre si lamentano di La Digue; sono
stati all’Island Lodge ed erano delusi dalla spiaggia dell’albergo, peccato
però che non abbiamo messo piede fuori dal villaggio. Mi chiedo come sia
possibile attraversare il mondo e poi isolarsi in un fazzoletto di terra senza
approfittare dell’occasione di conoscere posti stupendi e persone
straordinarie che stanno là, dietro la recinzione a due passi da te.
Pranziamo
all’Anse Soleil Cafè (325 Rs), ma stavolta il pesce lo chiedo senza
condimenti, senza aglio, senza cipolla… without nothing!, e quando arriva ci
metto su un filo d’olio di oliva pugliese che mi sono portato da casa e
finalmente mangio un piatto di pesce in cui sento il gusto del pesce!
Poi,
satolli, ci abbiocchiamo all’ombra delle palme. Nel pomeriggio facciamo ancora
un giro nelle spiagge del sud-ovest, Anse Intendance, Anse Takamaka e Petit
Police e ci fermiamo lungo la strada a comprare un cocco e due manghi da una
signora del posto, il totale fa 25 Rs, ma non avendo più Rupie le do 2 € (40
Rs) dicendole che poteva tenere il resto, ma lei continuava a guardarci col
punto interrogativo in faccia perché non aveva la minima idea di cosa fosse
l’euro. Alla fine li accetta ma con l’espressione di chi si sente fregata.
Spero che qualcuno le spiegherà che le abbiamo lasciato quasi il doppio di
quello che ci aveva chiesto.
A
cena torniamo all’Anse Soleil Cafè, siamo in riva al mare ed il rumore delle
onde fa da colonna sonora alla nostra ultima cena Seychellese, l’atmosfera è
incantevole, non potevamo chiedere di meglio. Nel locale ci siamo noi due ed una
tavolata di otto persone che però finisce presto e se ne va, così rimaniamo
gli ultimi clienti e riusciamo a scambiare due parole col cuoco/proprietario.
Viene inevitabilmente alla luce l’abisso che intercorre fra i nostri modi di
ragionare la vita, da un lato le nostre dodici ore di lavoro frenetico al
giorno, una cena consumata di fretta, un po’ di televisione e poco sonno,
dall’altra, tre ore di lavoro calmo a pranzo, tre ore a cena e a mezzanotte il
bagno con i suoi sei cani nella spiaggia davanti casa. Lascio a voi ogni
conclusione!
Sabato
30/05/2009
Riusciamo
a svegliarci in orario, a chiudere le valige ed ad arrivare all’aeroporto per
tempo, fermandoci a fare due foto ai pescatori che vendono pesci da 15/20 kg a
bordo strada su pedane di legno coperte con dei nylon.
Lasciamo
la macchina nel parcheggio aperta e con le chiavi sotto il tappetino (qui è una
prassi) e ci dirigiamo al check-in. Nell’attesa del volo ritroviamo prima i
ragazzi del Beachcomber che erano lì già da due ore perché erano in hotel con
due francesi che avevano il volo prima di loro ed il tour operator ha voluto
fare un transfer unico (adoro il fai da te!) e poi sia Marco e Tamara che
Giuseppe Daniela e Matteo. Tempo di raccontarci gli ultimi giorni di vacanza
trascorsi in luoghi diversi che è ora di salire sull’aereo. Si torna a casa.
Al
ritorno il viaggio è di giorno, quindi è un po’ più noioso, ma due
chiacchere con i compagni di viaggio e lo scorrere nella mente delle immagini
dei luoghi che abbiamo avuto la fortuna di ammirare, allietano il trascorrere
delle nove ore.
Conclusioni
Le
Seychelles sono una meta fattibilissima per tutti, di pericoli neanche
l’ombra, costo finale incluse tutte le spese (compreso souvenir e cartoline)
4.000 € in due.
Un
solo inconveniente… ritornare con la testa sul lavoro dopo una vacanza del
genere è durissimo!
In
quindici giorni (17-30 maggio) abbiamo beccato 4 acquazzoni notturni, 1
temporale di 10 minuti di giorno (a Praslin) e mezza giornata nuvolosa (a Mahè).
Alghe ne abbiamo viste solo sulla costa ovest di Praslin (Grande Anse).
Il
sole picchia parecchio, noi abbiamo usato la 30 tutti i giorni a discapito della
tintarella, ma abbiamo salvato la pellaccia da sicure scottature.
Ci
sono molti cani randagi, ma sono più educati dei nostri cani domestici, magari
se stai mangiando si piazzano a mezzo metro da te, ma non fanno altro che
guardarti con le orecchie basse sperando in un tozzo di pane.
Non
dimenticatevi l’assicurazione sanitaria, non si sa mai.
Non
posso infine non ringraziare tutte
le persone cha hanno condiviso informazioni importantissime tramite la
pubblicazione dei propri racconti sul sito turistipercaso. E’ anche per questo
che mi sono deciso, anche se con qualche mese di ritardo, a pubblicare il mio.
La
condivisione delle informazioni è alla base del sapere… turistico si intende!
Andrea
& Letizia
Coordinate Google Earth
Villa
Gaiarda
4° 19’ 26,08” S 55° 45’ 08,09” E
Carrefour
Praslin
4° 18’ 58,58” S 55° 44’
48,41” E
La
Goulue
4° 19’ 02,92” S 55° 44’
53,81” E
Le
Chavelier
4° 17’ 42,90” S 55° 42’ 06,40” E
Ingresso
Vallé de Mai
4° 19’ 55,44” S 55° 44’
24,56” E
Village
de Pecheur
4° 18’ 52,69” S 55° 44’
42,14” E
Ylang
Ylang
4° 21’ 14,94” S 55° 49’
59,90” E
Anse
Soleil Resort
4° 45’
00,20” S 55° 28’ 31,11” E
Anse
Soleil Cafè
4° 44’ 44,51” S 55° 27’
54,46” E