Scozia
Diario di viaggio 19 - 28 agosto
di
Domenico e Adriana
http://domenico1974.spaces.live.com/
Itinerario di
viaggio (tappe principali)
Edinburgh,
Kinross e Loch Leven, St. Andrews, Glamis Castle, Higland games in Kirkmichael,
Pitlochry, Blair Castle, Eilean Donan Castle, Skye (Armadale), Mallaig, Morar,
Glenfinnan, Glencoe, Loch lomond, Stirling.
Totale: 817 miglia (1314 km)
Non è stata facile la scelta per la quale ci siamo fatti consigliare da persone che avevano vissuto in Scozia. Su tutti mi dà una mano Chris che perde ore e ore a indirizzarmi verso i posti migliori.
I commenti ci consigliano di scartare Glasgow e Loch Ness tra le mete più famose, mentre ci convinciamo a vedere Glencoe, Skye (ma solo una parte), Morar e Loch Lomond. Inoltre Chris suggerisce di vedere, se possibile, una delle tappe degli Highland games che vedremo infatti nei pressi di Pitlochry a discapito della visita di Dunkeld.
L’idea è quella di vedere il più che possiamo ma senza forzare i ritmi: per questo scartiamo anche il Dunottar Castle (in cui fu girato l’Amleto di Zaffirelli), il Balmoral Castle (una tenuta della regina) e il Cawdor Castle (probabile sfondo dell’assasinio di Duncan nel Machbet) un po’ fuori mano per il nostro giro e la cattedrale di Elgin (la “lanterna del Nord”). Anche Stirling inizialmente non era prevista, ma poi il tempo atmosferico ci ha fatto cambiare programma.
Le tappe scelte si sono rivelate una buona opzione ad eccezione di una: il percorso da Morar al Loch Lomond passando per Fort Williams è stato troppo lungo in relazione alle cose che abbiamo scoperto lungo la strada per cui senza dubbio sarebbe stato meglio dividerlo.
Voli
Ryanair: Roma Ciampino – Glasgow Prestwick
Non ricordavo che i posti della Ryanair fossero così stretti! Io che sono alto 175 cm non avevo quasi possibilità di movimento, mi immagino persone un po’ più alte. Molte persone sembravano non sapere che la Ryanair non assegna i posti: chi prima arriva meglio siede.
All’andata il check-in è senza problemi ma il volo ritarda di un’ora. Al ritorno il controllo a Prestwick è molto rigoroso: passa un solo bagaglio a mano e delle dimensioni consentite. (Detto tra noi, il “rigore” mi sembra piuttosto un rispetto delle regole…).
Il costo è 355 € a/r per due persone compresa l’assistenza Ryanair “all-inclusive”, prenotato circa 2 mesi prima.
Trasporti e
spostamenti
Riguardo all’Italia, il bus Terravision secondo me non è “the cheapest and fastest” come ama pubblicizzarsi. E’ sicuramente la scelta più comoda: mettete le valigie sul bus che da Termini vi porta a Ciampino (ma partendo da Termini molto prima del volo). Io scelgo la metro A fino ad Anagnina e autobus Cotral fino a Ciampino.
Per gli spostamenti in Scozia, noleggiamo via internet l’auto da prendere all’aeroporto di Prestwick.
La scelta della compagnia di autonoleggio è ricaduta sulla Hertz attraverso convenzione Ryanair: la tariffa è risultata effettivamente la migliore, il sito più chiaro e anche gli orari di apertura degli uffici erano utili per i nostri orari (arrivo a Prestwick alle 20.20 ora locale). Noleggiamo una Ford Fusion al costo di 210 € per un totale di 10 giorni. Al ritiro dell’auto non optiamo per l’assicurazione “Super cover” (o Casco) risparmiando 12£ al giorno. E poi ci ritroviamo una bella Ford Focus che però non è che abbia aiutato molto nell’approccio con la guida a sinistra sia per le maggiori dimensioni sia per la visibilità posteriore non proprio eccezionale.
In alternativa alle più note compagnie di autonoleggio avevo dato uno sguardo anche a: Arnold Clark Rental e Budget Car Rental.
A Edimburgo ci siamo mossi a piedi o con un autobus (il biglietto giornaliero “Daily Saver” costa 2,5£, il biglietto singolo 1,10 £) e secondo me è la cosa migliore, soprattutto in agosto quando ci sono deviazioni e limitazioni per i festival di strada. Per chi decide di arrivare ad Edimburgo in auto è sicuramente consigliabile trovare una sistemazione che permetta il parcheggio dell’auto.
Per il resto la Scozia si gira ottimamente in automobile, le strade fuori città non sono molto trafficate ma alcune sono strette e spesso si incrociano autocarri piuttosto veloci che mettono un po’ di paura (anche perché non si è abituati alla guida a sinistra); altre strade secondarie sono spesso a una sola corsia con degli slarghi (passing place).
Abbiamo notato che trovare strisce pedonali è una rarità, in genere i passaggi pedonali sono individuabili dagli abbassamenti dei marciapiedi (quelli per il passaggio di carrozzelle) ma sulla carreggiata non ci sono segnali. Ad Edimburgo, ad esempio, la gente attraversa più o meno ovunque.
Alloggi
Inutile dire che la Scozia è terra di bed & breakfast. La maggior parte dei contatti li abbiamo avuti attraverso lo Scottish Tourist Board (www.visitscotland.com) ma in alcuni casi abbiamo semplicemente messo le parole “B&B” e il nome della città nel più noto dei motori di ricerca.
I nostri commenti sui posti dove abbiamo alloggiato.
- Edimburgo – Pollock House (www.edinburghfirst.com/edinburghfirst/staff.asp). Non ne sapevo l’esistenza fino a che una amica non mi ha dato la dritta. Se non trovate di meglio in città (nel periodo dei festival di agosto o si prenota in largo anticipo oppure le offerte non sono molte) la Pollock House è una residenza studentesca che mette a disposizione molti alloggi nel periodo di ferie universitarie. La struttura è composta da più edifici che circondano il bel “castello” della St. Leonard Halls (sala conferenze). Noi siamo capitati nella Masson House: camera doppia con bagno e televisore ma molto spartana, bagno piccolo e doccia poco funzionale. Insomma va bene per starci alcuni giorni, ma niente di paragonabile con i migliori B&B. Alcune note assolutamente positive: c’è possibilità di parcheggiare l’auto, il centro si può raggiungere anche a piedi in meno di 30 minuti, la colazione è molto varia ed è a buffet (praticamente una abbuffata!!) ed essendo l’ambiente frequentato anche da molti giovani c’è possibilità di socializzare.
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St. Andrews: Millhouse
B&B. Molto carino e l’accoglienza è molto gentile. La posizione non
è nel centro della città ma occorrono solo cinque minuti di auto per
raggiungerlo. Le foto sul sito non rendono merito al posto e alla stanza.
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Pitlochry: Poplar’s. Senza
dubbio il nostro favorito!! Bella casa e la nostra stanza è stupenda (70£) .
L’accoglienza è cordialissima, la migliore che abbiamo ricevuto anche se ho
avuto l’impressione che la proprietaria sia un po’ sbadata con le mail (ci
sono volute due mail per prenotare e ad alcune informazioni non ho avuto
risposta…) Il centro si raggiunge anche a piedi.
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Dornie
(Eilean Donan Castle): Caberfeidh Guest House.
Confortevole ma non certo il massimo, nonostante la bella vista sul
castello. Complice il fortissimo vento e la pioggia ininterrotta (che ci ha
rovinato la giornata) non abbiamo potuto goderci al meglio il pernottamento.
Aggiungo che a Dornie non c’è assolutamente nulla, per cui se non per
necessità non credo ci siano motivi per fermarsi da quelle parti.
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Morar: Fair Winds B&B.
Come il Millhouse, anche qui le foto dal sito non danno merito al posto che è
davvero carino e con una bellissima stanza con vista sulle Silver Sand e con
lucernario da cui ho visto per l’unica volta un limpidissimo cielo stellato
scozzese.
- Loch Lomond (Balloch): Tulluchewan Farm. L’accoglienza ci ha fatto quasi cadere le braccia: noi in orario e a casa non c’era nessuno! Poi arriva la signora che ci accoglie in modo molto formale. Aggiungiamo il posto un po’ diroccato e la solita pioggia a rendere l’umore un po’ più grigio. Poi con l’arrivo di Inn le cose sono cambiate: il proprietario è simpaticissimo e molto socievole, una ottima compagnia. Anche la stanza è discreta, ma la pecca è il posto, perché Balloch di per sè ci appare silenziosa (sarà per il cattivo tempo) e noi siamo anche su una collinetta soli soletti. In compenso la mattina dalla sala colazione si vede anche qualche scoiattolo in giardino.
Temperature e meteo
Non ci aspettavamo certo di trovare sole splendente per tutto il soggiorno, ma le persone del posto ci hanno detto che il cattivo tempo di quei giorni era anomalo anche per loro! Per farla breve, non abbiamo mai trovato un giorno intero col sole, solo qualche sprazzo tra lunghe piogge, talvolta molto forti, e anche vento spesso altrettanto insistente. La temperatura è variata tra 13 e 16 gradi, ci aspettavamo una temperatura media almeno di un paio di gradi più alta: abbiamo girato anche con maglie di lana!! In generale, l’impressione che abbiamo avuto è che se c’è sole si sta bene anche con magliette di cotone, ma se il tempo si mette male occorre anche il maglione invernale. E questo ve lo dice una persona che difficilmente soffre il freddo. Ovviamente anche le calzature è meglio che siano adatte sia alla pioggia sia al passeggio per i terreni selvaggi che si incontrano fuori città.
E così anche i colori dei paesaggi ne risentono: non abbiamo di certo visto la Scozia nel suo splendore.
Pasti e locali
A Edimburgo si riesce a cenare anche fino alle 22. In altre città la cosa si può complicare dopo le 20 (a St. Andrews ci è risultato impossibile trovare un posto “scozzese” dopo le 19) quindi sempre meglio informarsi sugli orari.
A parte la rinomata colazione scozzese, abbiamo provato l’haggis che, per chi volesse davvero saperlo, è fatto di polmoni, fegato e cuore di pecora finemente tritati, mescolati a farina d’avena e cipolla e bolliti nello stomaco dell’animale (fonte Lonely Planet). Il sapore in fondo non è affatto sgradevole (è un po’ piccante) ma dopo qualche boccone diventa un po’ “fastidioso” (sarà perché si comincia a pensare agli ingredienti…). C’è pure la versione vegetariana a base di verdure.
Si mangia bene anche il pesce, un po’ ovunque si trova il salmone e l’eglefino (haddock) usato anche nel famoso fish and chips.
A Edimburgo possiamo segnalare il Royal MacGregor nel Royal Mile (High Street) sia per la pausa tè sia per la cena, e Clarinda’s (lungo Cannongate), una rilassante e caratteristica sala da tè in cui trovare dolci fatti in casa e dove i tavoli possono anche essere condivisi. Questa Clarinda era Agnes MacLehose, amica e mentore di Robert Burns.
A Pitlochry proviamo il tè al The Old Mill Inn, carino più fuori che dentro (vicino scorre un piccolo corso d’acqua) ma comunque accogliente e un buon posto per la pausa. Per la cena scegliamo il Moulin Inn, poco fuori Pitlochry, pub-ristorante molto famoso e molto carino (si mangia bene, il prezzo è medio-alto) ma dove per sedersi bisogna attendere il tavolo che si libera (nel senso che si prende il posto chi lo vede prima!). In alternativa ci avevano segnalato il Mc Kay’s hotel in centro.
A tre chilometri da Morar c’è Mallaig, dove prendiamo il tè e ceniamo al Tea Garden Restaurant, gestito da ragazzi molto simpatici: si prende un buon tè, si cena anche bene a costi contenuti (sicuramente migliori dell’adiacente Fish Market), è il posto è carino. Grazie a Erika che ci ha servito in modo così gentile e con la quale abbiamo mantenuto la promessa!!
A Balloch il Tullie Inn è un posto animato la sera.
Infine abbiamo provato il The Fort Inn a Aberfoyle (prezzi medio-alti) che pure è un posto carino e accogliente, stranamente molto frequentato in relazione alle dimensioni ridotte della cittadina.
Guida
Consulto diverse guide prima di comprare la Lonely Planet che mi sembra la più completa e affidabile (a costi paragonabili con altre). Alcune case editrici dedicano alla Scozia un piccolo capitolo della Gran Bretagna e sono quindi poco esaurienti (qualche buono spunto c’è sulla guida Mondadori che essendo illustrata dà una idea più immediata delle attrattive).
Anche la Lonely Planet ha le sue limitazioni non essendo certamente dettagliata per le altre città al di fuori di Glasgow ed Edimburgo ed è quindi comunque consigliato il passaggio per l’ufficio turistico di zona.
Una curiosità: tra personaggi storici e contemporanei famosi nati in Scozia ci sono anche diversi musicisti. Quale cantante vi viene in mente se si parla di Scozia? A me Rod Stewart che sulla guida non c’è!
Link utili
- Collegamenti Roma – Aeroporti: www.cotralspa.it/collegamenti_Aeroporti.asp
- Sito della città di Edinburgh: http://www.edinburgh.gov.uk/internet
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Scottish
Tourist Board: http://www.visitscotland.com/
- Explorer pass, un biglietto per accedere a più siti: http://www.historic-scotland.gov.uk/explorer
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http://www.edinburghcastle.biz/
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Glamis Castle: http://www.glamis-castle.co.uk/
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Eilean Donan
Castle: http://www.eileandonancastle.com/
- Blair Castel: http://www.blair-castle.co.uk/
- Edinburgh First, alloggi a Edimburgo: http://www.edinburghfirst.com/edinburghfirst/staff.asp
- Dunottar Castle: http://www.dunnottarcastle.co.uk/
- Trasporti di Edimburgo: www.lothianbuses.com
- Loch Lomond e Trossachs: http://www.lochlomond-trossachs.org/
- Traghetti Skye – Mallaig: http://www.calmac.co.uk/skye
- Il treno giacobita di Herry Potter: http://www.steamtrain.info/
-
Poplar’s
B&B: http://www.poplars-pitlochry.com/index.htm
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Fairwinds
B&B: http://www.road-to-the-isles.org.uk/fairwinds.html
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Millhouse
B&B: http://www.millhouse-standrews.com/
Martedì 19 agosto:
Roma Ciampino – Glasgow Prestwick – Edimburgh
Il viaggio per Adriana comincia molto prima da Napoli. Ci vediamo a Roma Termini e con metro e autobus siamo a Ciampino per un chek-in senza intoppi e molto rapido. L’aereo però parte con un’ora di ritardo.
La Scozia ci accoglie con una leggera pioggia e un bel fresco (strano partire dall’Italia in maniche corte ed essere pronti lì a cacciare le felpe invernali). Ma niente in confronto a quello che troviamo sulla strada per Edimburgo: pioggia insistente e a tratti molto forte.
Il ritiro dell’auto è rapido: prendiamo la macchina e come al solito, tocca abituarmi alla guida sul lato destro dell’auto. Fortuna che le strade sono poco trafficate: l’importante è ricordarsi di tenere la sinistra!
Arriviamo alla Pollock House quasi a mezzanotte (per la pioggia sbagliamo strada e fatichiamo a tornare su quella giusta), la reception è sempre aperta e in pochi minuti raggiungiamo la camera nella Masson House. Come detto, l’impatto non è il massimo ma tanto ci saremo poco in stanza.
Doccia e letto, non si può niente di più (e fuori piove sempre…)
Mercoledì 20
agosto: Edimburgo. Biblioteca
nazionale, Royal Mile, Hub, Castello, Chiesa di St. Giles, Cockburn Street,
Princes Street, The Mound, Grossmarket
L’elenco
delle cose visitate oggi dà idea delle dimensioni della città, visitabile
tranquillamente in un paio di giorni, ma senza dubbio molto viva da volerci
vivere per molto più tempo. Agosto è poi tempo di festival estivi con le
esibizioni del Fringe festival a farla
da padrone per le strade: gli artisti sono un po’ ovunque con i loro
spettacoli (molti sono divertenti, altri un po’ stupidi), mentre altri (tanti)
pubblicizzano il loro spettacolo teatrale della sera. Uno di loro vestito da
mostro di Scream mi “rapisce” la compagna di viaggio che mi tocca
riscattare, dopo aver riflettuto a lungo, per un pound….
La giornata inizia con una bella ora di sonno in meno, perché dimentico di mettere l’orologio della sveglia indietro di un’ora. Quindi con calma ci prepariamo e scopriamo la fornitissima colazione del Pollock. Io mi butto sulla colazione tradizionale scozzese, Adriana resta fedele a quella italiana con aggiunta di pancake. Il cibo è tanto che tiriamo fino alle cinque del pomeriggio senza necessità di alimentarci (e io mangio!).
Sempre col cielo grigio e una leggera pioggia intermittente apriamo la giornata con le ricerche alla Biblioteca nazionale per la tesi di Adriana. Rapidamente si fa la tessera e con i terminali si richiedono i libri che vengono consegnati a intervalli di un’ora. Chiediamo il permesso di fare fotocopie che ci vengono fatte da loro e consegnate il giorno dopo alla modica cifra di £24,80 per 40 pagine fotocopiate!!!!
Alle 13 siamo in città (la biblioteca è a pochi passi dal Royal Mile) e cominciamo dirigendoci verso la parte alta del Royal Mile.
L’ingresso al castello è preceduto dalla Highland Tolbooth Kirk, la guglia più alta di Edimburgo che ospita il Hub, la biglietteria dell’Edinburgh Festival e un punto ristoro. Niente di attraente all’interno; passiamo alla visita del castello.
La vista del Castello di Edimburgo (ingresso 12£) è suggestiva da ogni angolazione anche se l’entrata principale è di questi tempi un po’ alterata dagli spalti (sempre affollati nonché molto cari) riservati alle esibizioni serali quotidiane del Edinburgh Military Tatto. A proposito: Castlehill è più o meno inavvicinabile la sera a ridosso dell’esibizione al castello.
La visita vale sicuramente la pena: il castello è piuttosto un borgo mediovale molto suggestivo costituito da più edifici. I pezzi forti sono la Great Hall e il Royal Palace che porta alla camera blindata con i gioielli della corona scozzese (Honour of Scotland), i più antichi che si conservino in Europa, e la Stone of Destiny su cui si sono seduti quasi tutti i sovrani britannici e scozzesi nel corso della cerimonia di incoronazione.
Le Insegne di Scozia svolsero il loro ultimo atto nel 1707 quando Scozia e Inghilterra furono unite in un solo Paese. Le insegne furono portate al castello, chiuse in un forziere e la sala della Corona fu sigillata. Per 111 anni le insegne rimasero nascoste. Nel 1818 lo scrittore Walter Scott ottenne dal re il permesso per aprire la sala della Corona: il forziere venne aperto e le insegne furono trovate così come erano state disposte nel 1707.
Nel castello c’è pure il One ‘o clock Gun che spara ogni giorni alle 13 in punto. Dicono che sia assordante, ma noi alle 13 non l’abbiamo proprio sentito!
Usciti dal castello facciamo il Royal Mile in discesa, da Castlehill fino a Cockburn Street, ma evitiamo le visite indoor ad alcune attrazioni che per adesso ci interessano meno rispetto a fare la conoscenza della città.
Il Royal Mile è la via più famosa di Edimburgo che attraversa la città vecchia ed è “reale” perché i sovrani la percorrevano dal castello al palazzo di Holyroodhouse. È divisa in quattro parti: Castlehill, Lawnmarket, High St. e Cannongate.
Nello scendere si trovano palazzi, negozi, sale da tè, pub, ristoranti e vari posti da visitare. Io sono attratto dai vari “close”, piccoli vicoli che conducono a cortili spesso molto caratteristici (mi ricordo dell’Advocate’s close nei pressi della cattedrale di St.Giles e il White horse close vicino a Holyroodhouse).
La cattedrale di St.Giles (più correttemente High Church of Edinburgh; l’edificio attuale risale al XV secolo) era la chiesa di John Knox durante la riforma (1559 – 1572). Bella la piccola Thistle Chapel in legno intarsiato e pietra, costruita per i Cavalieri dell’antichissimo e nobilissimo ordine del Cardo (Knights of the Thistle). Lasciata la chiesa, perdo una buona mezz’ora per trovare il famoso Heart of Midlothian, un cuore realizzato sulla pavimentazione davanti alla chiesa dove una volta sorgeva il Tolbooth (prima esattoria, poi tribunale, poi carcere). Oggi la gente usa sputare sul cuore perché porta fortuna. Ovviamene anche il sottoscritto segue la tradizione mentre Adriana mi guarda tra il divertito e il vergognato.
Nel pomeriggio facciamo pausa tè sul Royal Mile al “Royal Macgregor” (buon posto anche per la cena) e proviamo il crannachan, dolce tipico scozzese (con fragole, panna, cialda e un po’ di whisky).
Il giro continua su Cockburn street che ci porta verso Princes Street superando il ponte della stazione (a destra il bell’edificio della stazione ferroviaria). Piccolo giro fino alla National Gallery: i negozi sono chiusi così come i giardini (chiudono alle 18). I negozi e i giardini sono le attrattive della strada che separa la Old Town (in vista suggestiva al di là dei giardini) dalla New Town.
Dopo avere seguito l’esibizione di un artista canadese, risaliamo per The Mound, pittoresca strada che parte dalla National Gallery e attraversa il Princes Street Garden, e per una scalinata altrettanto pittoresca che conduce a Castlehill.
La serata la trascorriamo a Grossmarket, un tempo sede del mercato del bestiame nonché luogo di esecuzione di condanne a morte e caratterizzata da vicoli molto poco sicuri, oggi sede di numerosi pub ma, architettonicamente parlando, niente di più di una piazza circondata da edifici. Da Grossmarket si può prendere Cannongate, gola che passa al di sotto del North Bridge e anche essa piena di pub e locali molto animati. Così, piuttosto che passare sotto al ponte, prendiamo Candlemaker Row che porta alla Greyfriars Kirk e annesso Kirkyard, suggestivo cimitero sormontato dal castello che riusciamo solo a intravedere data l’ora. Il cimitero è luogo per uno dei ghost tour che si organizzano in città.
Giovedì 21 agosto:
Edimburgo. Holyroodhouse, Royal Mile, Real Mary King’s Close
Sempre all’insegna del tempo variabile, inauguriamo la giornata con la visita al palazzo di Holyroodhouse che dalla Pollock House si può raggiungere con una piacevole passeggiata ai margini del Holyrood Park, un tempo tenuta di caccia dei sovrani scozzesi.
Il palazzo di Holyroodhouse (ingresso 9,80£; “holyrood” significa “santa croce” in antico inglese) è la residenza ufficiale della regina in Scozia e fu residenza di Maria Stuart. In una delle stanze fu rinchiusa mentre il geloso primo marito faceva uccidere il suo segretario (e favorito) Davide Rizzio. Solo per la funzione a cui assolve il palazzo vale quindi la visita (tra le altre cose sono visibili anche i servizi da tavola usati dai reali).
Dall’altra parte dell’ingresso si accede alle suggestive rovine della Holyrood Abbey, chiesa Normanna del 1126. C’è poi una parte del grande giardino che si può visitare, ma la pioggia insistente ci consente solo una rapida occhiata.
Accanto al palazzo si trova la Queen’s Gallery che allestisce mostre temporanee di opere appartenenti alle collezioni reali. Non la visitiamo e diamo uno sguardo da fuori alla controversa nuova sede del Parlamento scozzese, moderna in vetro, cemento e ferro, forse un po’ stridente con la vicina residenza reale.
Sotto un timido sole risaliamo il Royal Mile verso il castello. In questa parte bassa della strada è molto carino il White horse close. C’è inoltre una caratteristica sala da te (dove ci fermeremo il pomeriggio), Clarinda’s, che serve dolci fatta in casa e dove si possono condividere i tavoli mentre si consuma.
Alle 13 abbiamo la visita al Real Mary King’s Close (prenotata il giorno prima: meglio prenotare perché i tour si esauriscono facilmente) che parte nei pressi delle City Chambers, sede degli uffici municipali. Il Real Mary King’s Close consiste in una visita guidata ai labirintici sotterranei di Edimburgo che una volta costituivano la città del XVI e XVII secolo. Le ricostruzioni delle scene rendono bene l’idea di come si svolgeva la vita allora, ma ancora di più la visita è resa molto interessante e divertente dalle guide in abiti d’epoca che raccontano storie e leggende tra qualche grido e qualche effetto sonoro e luminoso. A noi tocca “Jonet Nimmo”, figlia più giovane di Mary King, davvero molto divertente nella narrazione e nella interazione con i visitatori (mi accoglie con qualcosa del tipo: “Togliti da lì che sei inutile!”). Il problema principale è che per essere coinvolti appieno nel tour bisognerebbe conoscere bene l’inglese, mentre per gli stranieri si utilizzano audioguide che rendono la visita molto più fredda e per niente teatrale. Così alla fine decido di trascurare la guida e di seguire Jonet.
Il pomeriggio si passa tra il Royal Mile, le varie strade che vi si innestano e qualche negozio.
La sera ceniamo al Royal MacGregor e poi vorremo fare un giro notturno per la città. Ancora la pioggia insistente ci fa desistere dopo poco. In fondo il Royal Mile di sera non ci è sembrato così vivo (tutti gli artisti di strada non ci sono più); da Princes Street riusciamo a vedere le luci cangianti del castello da prima di ritirarci sconfitti dalla pioggia.
Venerdì 22 agosto:
Kinross/Loch Leven, St. Andrews
E così si lascia Edimburgo alla volta di Kinross, porta di accesso al Loch Leven e al suo castello.
Ci mettiamo quasi un’ora per lasciare la città sia a causa della nostra poca bravura a orientarci, sia a causa delle indicazioni molto carenti in città. Alla fine troviamo il Forth Bridge che scavalca il Firth of Forth e lascia alle spalle la città.
Kinross è un piccolissimo centro e da lì si può raggiungere il Loch Leven Castle, piccolissimo castello, costituito dai resti di una torre e delle mura, che si erge su una isoletta del lago (si raggiunge con un battellino che parte più o meno ogni 30 minuti) e che nel XIV secolo era fortezza e prigione. La sua prigioniera più illustre fu Maria Stuart. Onestamente non c’è molto da vedere, ma la quiete del posto nel centro del lago rende il posto suggestivo. Ci sono anche tavoli che qualcuno utilizza per uno spuntino. Non fatevi ingannare dalle automobili che si vedono su una sponda: le auto arrivano fino a un certo punto oltre il quale si procede a piedi lungo il lago, ma al castello (che non si vede dall’imbarco) si arriva, ovviamente, solo con la barca.
Si parte alla volta di St. Andrews, città di studenti (l’università fondata nel 1410 fu la prima in Scozia) e di golf in quanto sede dell’organo amministrativo del gioco, il Royal & Ancient Golf Club del campo più famoso del mondo, l’Old Course.
Per quanto tutti ce l’avessero descritta come città viva e piacevole, ancora una volta il tempo cattivo non ci offre St.Andrews nel suo aspetto migliore: le strade sono pressoché deserte e dopo le 17.30 chiudono i siti da visitare e quasi tutti i negozi. Il Tourist Office è ben fornito e prendiamo sia una mappa sia una piccola guida.
In ogni modo, prima di farci prendere dalla malinconia, visitiamo la Cattedrale e il Castello. A entrambi i posti ci si arriva percorrendo una delle tre strade principali: South Street, Market Street e North Street. La via più interessante ci appare South Street, dalla West Port (un tempo ingresso principale alla città vecchia) alla Cattedrale. Lungo la strada ci hanno colpito: la cinquecentesca Blackfriars Chapel, la Holy Trinity Church che si erge di fronte al municipio, il St. Mary’s College e la St. Salvator Chapel e il Louden’s Close.
In particolare mi sorprende il Louden’s Close che si trova sulla destra vicino lungo South Street allontanandosi da West Port. È un insieme di vicoli ciechi che costituiscono un unico ingresso condiviso da più abitazioni; le stradine sono davvero caratteristiche, immerse nel verde, spesso molto strette. Secondo me è un percorso da visitare: noi lo facciamo per un po’ perché l’impressione è che ci sia molto da camminare e non viene mai segnalata una direzione.
La St. Andrews Cathedral, costruita tra il XII e XII secolo, era un tempo la più grande e una delle più splendide cattedrali di tutta la Gran Bretagna. Le sue rovine oggi danno l’idea della sua imponenza di un tempo e della sua bellezza: la cattedrale doveva essere stupenda! Suggestivo anche il cimitero, mentre la St.Rule Tower, unico resto di una antica chiesa e ottimo punto panoramico, è chiusa per manutenzione.
Poco distante dalla cattedrale c’è il St Andrews Castle, anche esso in rovina, suggestivo ma secondo me un po’ meno della Cattedrale e con una bella vista sulla baia. Il castello è anche noto per la rete di cunicoli d’assedio, considerata il miglior esempio di opera ingegneristica d’assedio tuttora esistente in Europa. Un piccolo tratto è percorribile e io mi ci infilo: è stretto e basso, si cammina accovacciati, molto umido e poi si scende in una specie di pozzo-cisterna con una piccola scaletta in uno stretto buco. Il percorso è breve, un po’ scomodo, ma divertente!
Per il resto, come dicevo, troviamo tutto chiuso. Gli altri edifici da vedere sono praticamente tutti di proprietà delle università: St Salvador’s, St Mary’s e St Leonard’s.
Una cosa che ci colpisce sono i numerosi giardini di abitazioni private che affacciano sulla baia aperti al pubblico con una piccola offerta di ingresso.
La sera è un mortorio, ma almeno dopo le 17 si può parcheggiare gratis in centro.
Sabato 23 agosto:
Glamis, Kirkmichael e Highland games, Pitlochry
Prima tappa è il bel castello di Glamis a cui arriviamo attraversando spettacolari colline viola (lavanda) in rari sprazzi di bel sole.
Il Glamis Castle è il luogo in cui Shakespeare ambientò il suo Machbet e la visita passa anche nella Duncan’s Hall, nella quale il re Duncan venne assassinato. Il castello si visita con tour guidato in inglese (e con piccolo libretto in lingua richiesta) ogni 15 minuti circa. È la residenza del conte di Strathmore; sua maestà Queen Elizabeth The Queen Mother nacque in questo luogo (la Lonely Planet scrive erroneamente Elisabetta II). La visita non omette particolari su presunti fantasmi che abitano il castello.
Il castello è immerso in un ampio parco che si può visitare. Noi vediamo appena il Giardino Italiano (piccolo) ma si potrebbe camminare per ore.
Avevamo previsto di dare uno sguardo agli Highland Games, insieme di manifestazioni sportive di vario tipo (lancio del tronco, tiro alla fune, lancio del martello…) che si tengono in Scozia durante l’estate. L’unica tappa che si inserisce nel nostro tour è quella di Kirkmichael, certamente non tra quelle più rinomate.
Mi sorprende che l’ingresso sia a pagamento (5£). Resto un po’deluso, perché i giochi procedono lenti e sono poco vari (vediamo lancio del martello e tiro alla fune, oltre a una gara di balli tradizionali e a una specie di saggio di cornamusa), la gente assiste non molto partecipe e rumorosa come mi aspettavo (è attrezzata con diversi generi alimentari). Assistiamo un pochino,visitiamo l’esposizione di animali da allevamento e poi decidiamo di riprendere il viaggio.
Anche a Pitlochry negozi e monumenti chiudono alle 17. La città è molto carina e si passeggia molto piacevolmente lungo le sue strade (o dovrei dire lungo la strada principale, Atholl Road) ma è anche molto piccola. Ignoriamo la Bell’s Blair Atholl Distillery e la Edradiur Distilley, la più piccola della Scozia; avremmo voluto fare un giro al Festival Theater, teatro e luogo di ritrovo serale anche se mi dicono un po’ costoso. Lì vicino c’è anche il Dam Fish Ladder, il passo dei salmoni dove ogni tanto si vede saltare qualche pesce.
Da fuori vediamo la Town Hall e la Chiesa Battista. Pausa tè al caratteristico The Old Mill e cena al Moulin Inn, non prima di aver fatto conoscenza con il nostro B&B, il Poplar’s, sicuramente il migliore che abbiamo abitato e anche vicino al centro.
Domenica 24 agosto:
Blair Castle, Queen’s View, Glen Garry, Glen Spean (Loch Laggan), Loch Lochy,
Glen Shiel, Eilan Donan Castel, Plockton.
Da
Pitlochry il passo è davvero breve per il Blair Castle. Per raggiungerlo si
passa davanti all’ Atholl Arms Hotel, elegante
e caratteristico hotel-castello.
Il Blair Castle si erge bianco e luminoso nel bel giardino che non riusciamo a visitare per questione di tempo. Al nostro arrivo, ci sorprendono le numerose auto che sostano nei dintorni del castello. Scopriamo poi, che quasi tutti i visitatori sono lì per l’ International Horse Trials and Country Fair, che si svolge ogni anno dal 21 al 24 Agosto.
Antica dimora dei Duchi di Atholl, il castello ha una mostra ben nutrita di armi e “bottini di caccia” (poveri cervi!!!) gioelli, quadri, mobili antichi. Curiosa è la stanza dei giochi dove vi sono numerosi giocattoli, anche molto antichi, appartenenti alla famiglia del Duca da diverse generazioni.
Prima di proseguire verso la costa occidentale, facciamo una deviazione per uno dei punti più fotografati della Scozia: la Queen’s View. Il punto panoramico si raggiunge facilmente dal parcheggio. Il centro offre camminate e attività.
A questo punto la giornata è all’insegna del viaggio per spostarci verso Dornie e l’Eilean Donan Castle.
La strada che seguiamo è molto bella, si alternano laghi, montagne e qualche vallata. Tempo come al solito variabile e purtroppo in peggioramento.
Da Blair Atholl procediamo nel Glen Garry verso Dalwhinnie, poi attraverso la Glen Spean a il Loch Laggan e il Loch Lochy (entrambi offrono begli scorci!), poi su verso Invergarry e ancora a Ovest verso la Glen Shiel e le Five Sisters fino a Dornie e al castello.
In arrivo a Dornie in lontananza appare la sagoma del bel castello di Eilean Donan, lì sulla sua isoletta collegata da un ponte ad archi alla terraferma.
In una delle sale iniziale è ben raccontata la storia del castello. Questo fu probabilmente costruito nel XIII secolo e fu distrutto nel 1719 dai bombardamenti delle navi inglesi nella battaglia di Glenshiel. Venne poi ricostruito nel 1912-1932 da John MacRae la cui famiglia era proprietaria del terreno. Il nome deriva probabilmente da “isola di Donan”, un vescovo santo irlandese del VI secolo.
Il primo piano è pressoché anonimo, molto meglio le stanze del secondo piano e l’originale ricostruzione della cucina nel sotterraneo.
Il posto si presta sicuramente a tante foto, il castello è spesso presente nei calendari scozzesi. Peccato che il tempo non ci dia tregua, con pioggia e vento!
Il nostro B&B è nei pressi di Dornie; nel cercarlo ci rendiamo conto che nelle vicinanza del villaggio non c’è proprio nulla da vedere e da fare e la nostra pausa tè è nel B&B. La stanza ha una bella vista sul castello (un po’ lontano) ma a preoccuparci è il tempo pessimo.
Il padrone di casa ci consiglia di non passare per Kyle of Lochalsh dove dice non esserci granché e scegliere invece il villaggio di Plockton. La scelta ci soddisfa e risolleva le sorti della serata. Plockton è un posto molto carino anche se piccolo, su una baia riparata dove il vento è quasi assente. La guida dice che d’estate è un posto molto affollato, ma stasera non c’è molta gente in giro e si sta bene davvero. Ceniamo al Plockton Hotel che ha una sala in stile pub molto accogliente all’ingresso e una sala un po’ più formale e fredda all’interno. Ovviamente troviamo spazio nella seconda, ma non c’è da lamentarsi. Il ristorante-hotel ha uno spazio fuori con panche e tavoli con vista sulla baia, molto romantico nella sera che pare concedere un po’ di sereno.
Lunedì 25 agosto:
Isola di Skye, Armadale, Mallaig, Morar
Nella notte la tempesta fuori ci ha fatto compagnia e la mattina le cose non sono molto cambiate.
Ci avviamo un po’ preoccupati verso Skye a cui si accede con lo Skye Bridge da Kyle of Lochalsh: qualcuno vi passa a piedi per vedere il panorama.
Prima di scendere verso Armadale decidiamo di seguire un percorso segnalato dalla Lonely Planet, da Broadford a Elgol. Concordiamo con la guida che l’itinerario è molto bello per i suoi panorami (e ovviamente noi lo percorriamo col cielo grigio): torrenti, alberi, montagne. Purtroppo non possiamo arrivare fino a Elgol perché la strada da lì non ci permetterebbe di raggiungere Armadale e quindi al ponte sul Loch Slapin (vicino Torrin) torniamo indietro.
Da Broadford procediamo verso Armadale lungo una strada che non offre gli stessi scorci della precedente.
L’isola di Skye è grande: per seguire il nostro itinerario abbiamo scelto il tratto di costa sud orientale, ma la parte settentrionale offre diversi punti di interesse come il Dunvegan Castle e la Kilt Rock.
Ad ogni modo la destinazione è Armadale per l’imbarco verso Mallaig. Prenotiamo il ferry boat il giorno prima in quanto lo suggeriva sia la guida sia il sito della CalMac (la compagnia di trasporto) anche se, una volta sul posto, non abbiamo avuto la percezione di folla all’imbarco: o tutti prenotano oppure l’orario è di poco traffico (circa le 15).
Abbiamo tempo di fare un rapido salto al castello di Armadale al quale dobbiamo ammettere di essere entrati senza biglietto, ma questo perché volevo solo fare due passi nel parco verso l’ingresso in attesa del controllo biglietto. Il controllo non c’era e quindi siam rimasti lì a fare due foto. Il castello diroccato è piccolo ed è circondato da un bel giardino: secondo me non sarebbe valso i circa 5£ di ingresso, non per il posto (sicuramente piacevole) ma perché del castello non c’è molto da vedere.
L’imbarco è rapido e puntuale, la traversata non offre molte vedute (ed è cara: circa 30£ per auto e 2 persone) tranne che per l’arrivo al porticciolo di Mallaig dove finalmente siamo accolti dal sole!!!
Poco fuori il porto parcheggiamo l’auto e facciamo un giro per il villaggio, carino senza dubbio ma anche molto piccolo. L’ufficio turistico ci suggerisce una passeggiata attraverso il circoular walk, breve percorso pedonale di circa 2 km sulla collina che però abbandoniamo dopo poco visto che si sale lungo un piccolo sentiero un po’accidentato (vabbè…diciamo che Adriana non è entusiasta..). Prendiamo un tè al Tea Garden, posto molto carino di cui ho già detto all’inizio, e poi approfittando del sole ci dirigiamo spediti a Morar, a pochi chilometri, per le sue Silver Sands. Dalla strada principale facciamo prima una piccola deviazione per vedere il piccolo villaggio di Morar e la sua stazione ferroviaria che sembra finta, passando per le piccole rapide del fiume nel suo arrivo alla baia.
La presenza del sole ci fa capire cosa sarebbero i paesaggi scozzesi col bel tempo: le spiagge argentate (ma quasi bianche…) sono incantevoli, così come la baia, la quiete e l’arcobaleno che spunta dietro alle colline. Fa’ nulla che sabbia e acque sono fredde: ci concediamo una passeggiata a piedi nudi (ma con il maglione!) in questo posto così rilassante. Ignoriamo che il nostro B&B è proprio sulla collina alle nostre spalle, altrimenti saremmo rimasti ancora anche per godere del bel tempo.
Come al solito si fa pausa al B&B (bella la vista dalla stanza sulla baia) e poi si va a cena ancora a Mallaig non prima di parcheggiare l’auto nel fango nel tentativo di avvicinarci alle cascate del fiume Morar. Meno male che una coppia irlandese in jeep si ferma subito ad aiutarci.
Martedì
26 agosto: Mallaig, Morar, Arisaig, Glenfinnan, Fort William, Glencoe,
Crianlarich, Balloch
Come detto all’inizio questa tappa è stata decisamente lunga. Lo sarebbe stato ancora di più se la pioggia non ci avesse impedito di fare due passi qui e là tra le montagne e i corsi d’acqua.
In realtà avevamo previsto una strada più breve verso Fort Williams, ma a Morar abbiamo letto alcune guide che ci hanno indicato un percorso molto più interessante ma più lungo. E lo facciamo volentieri.
Come al solito la giornata inizia con la pioggia.
L’itinerario parte dalla baia di Morar in direzione Arisaig: tra i due villaggi si estendono le Silver Sands, ma senza dubbio Morar ha l’accesso migliore.
Seguendo la costa arriviamo a Glenfinnan, luogo di culto per i seguaci di Bonnie Prince Charlie che ha lì il suo monumento. Noi ci fermiamo al visitor centre che ci consiglia di salire la piccola collina per raggiungere il punto panoramico (invaso da fastidiosi insetti). Da lì facciamo un po’ di foto al Loch Shiel e al Viaduct, costruito nel 1901e costituito da 21 arcate su cui passa la ferrovia e il famoso treno a vapore “The Loachber” apparso anche nel film di Harry Potter. Poteva essere carino sapere l’orario di passaggio del treno.
Verso Fort William c’è Banavie e la sua Neptune’s Staircase, una serie di otto chiuse che permettono il sollevamento delle imbarcazioni al Caledonian canal. Le foto erano senza dubbio più suggestive del posto in sé, ma sicuramente con le chiuse in azione (ci sono specifici orari) lo spettacolo sarebbe stato più interessante.
Superiamo Fort William e dato il tempo veramente pessimo riteniamo inutile addentrarci verso il Ben Nevis, la vetta più alta delle isole britanniche, e la vicina Glen Nevis per una passeggiata tra valli e fiumi, impraticabile col tempo di oggi!
E così anche la Glen Coe, la vallata più famosa della Scozia, non si rivela nel suo splendore. Nonostante l’incessante pioggia, spesso anche violenta, possiamo avere idea di come la vallata possa essere davvero un bel posto in cui fermarsi un po’ ovunque, tra montagne, valli, cascate, prati e fiumi. Senza addentrarsi in stradine accidentate, la Glen Coe è attraversabile seguendo la superstrada 82 che fornisce, di tanto in tanto, piazzole per la sosta.
Si prosegue verso Crianlarich e le Falls of Fanloch le cui indicazioni stradali compaiono improvvisamente sulla strada a scorrimento veloce. Niente di particolarmente impressionante, ma c’è possibilità di seguire un bel sentiero tra gli alberi e scendere proprio a pochi metri dalle rapide.
Ci si avvicina così al Loch Lomond che percorriamo lungo la sponda occidentale che, stando alla guida, è quella che permette le viste migliori sul lago e il parco. La nostra meta è Balloch. Sarà sicuramente colpa del tempo, ma non abbiamo idea di un posto molto vivo; inoltre il nostro B&B è in posto molto isolato, La sera al Tullie Inn comunque è piacevole.
Mercoledì 27
agosto: Stirling, Queen’s Elizabeth Park
I piani di oggi sono modificati a causa del cattivo tempo. La destinazione diventa Stirling e il suo catello.
Stirling è un paesino dai due volti. La parte antica, arroccata sulla collinetta dove si erge il castello, è la città che ti aspetti, con le sue strade acciottolate, silenziosa, antica e con i suoi vanti architettonici. La città nuova è quasi da evitare: strade con negozi, un vasto e anonimo centro commerciale, tutto chiuso dopo le 17.30.
Raggiungiamo il visitor centre per prendere una mappa e da lì si raggiunge il castello passando per le stradine della città vecchia.
Prima di visitare il castello ci fermiamo alla Chiesa di Holy Rood, davvero molto bella. Essa è l’unica chiesa, oltre West Minster Abbey, aperta ancora oggi al culto che testimonia una incoronazione avvenuta in Gran Bretagna, precisamente quella di Giacomo VI avvenuta nel 1567.
Dietro la chiesa, vicino al cimitero, dovrebbe esserci un punto per osservare il castello di Stirling da una visuale diversa.
Lo Stirling Castle (ingresso 8,50£) domina dalla collina l’abitato e tutta la vallata e infatti nacque nel XIV secolo proprio con finalità strategiche. Sicuramente il castello vale una visita, ma personalmente non sono d’accordo con la Lonely Planet che lo ritiene superiore al Castello di Edimburgo: l’atmosfera qui non è la stessa e la vicinanza di edifici di stili diversi non rende il borgo così accogliente. Bella la ricostruzione della Great Kitchen, mentre la Chapel Royal e la Great Hall non ci trasmettono particolare calore. Interessante invece la visita al Tapestry Studios dove si possono osservare artigiani mentre filano i tappeti.
In lontananza si vede il Wallace Monument, sul luogo dell’esecuzione del patriota scozzese: una torre di 67 metri da cui si dice che si vede uno stupendo panorama.
L’ingresso al castello comprende la visita allo Argyll’s Lodging (necessario prenotare l’orario della visita guidata) che noi facciamo in compagnia di una teatrale e simpaticissima guida, Charlie. L’edificio è una residenza della nobiltà scozzese del XVII secolo recentemente ristrutturata; dentro alcune sale sono ben arredate, in altre non c’è molto da vedere e resta da ascoltare la storia narrata dalla guida.
I pochi passi alla città nuova ci lasciano molto delusi, così come la scelta forzata per la pausa tè al pessimo Caffè Nero: da evitare per pulizia e qualità dei cibi!!
Per il ritorno a Balloch seguiamo una strada panoramica che ci porta all’interno dei Trossachs, una stretta valle che è parco nazionale. La strada comincia da Kilmahog verso Brig’O Turk sulla A821, poi verso il Duke’s Pass e quindi ad Aberfoyle.
Nonostante il tempo sempre grigio il paesaggio è stupendo. Noi ci fermiamo sul Loch Venachar, ma ci sono altri posti in cui fermarsi e vari punti panoramici. Senza dubbio sia i Trossachs che il Queen’s Elizabeth Park valgono una giornata di visita (a Balmaha c’è un punto informazioni per il Loch Lomond).
Ci fermiamo per la cena ad Aberfoyle, un villaggio tranquillissimo e molto carino che si estende praticamente su poche centinaia di metri di strada. Ceniamo al Forth Inn, molto accogliente come la gente del posto.
Infine, il ritorno a Balloch per l’ultima notte scozzese.
Giovedì 28 agosto:
Balloch - Prestwick
È il giorno dei saluti. L’orario di partenza dell’aereo ci permette di prendercela con calma. Avremmo voluto fare un giro veloce, anche in auto, a Glasgow. Lo facciamo inconsapevolmente per una parte periferica perché nel seguire le indicazioni per Prestwick lasciamo momentaneamente l’autostrada. Glasgow appare subito più grigia e austera di Edimburgo con la quale, penso, il paragone sia improponibile.
L’aereo è puntuale. Si saluta la Scozia…
Opinioni
Purtoppo il tempo è stato decisamente brutto, non tipico di agosto. Gli stessi scozzesi si sono detti sorpresi per la pessima estate che per loro, almeno quest’anno,si è anticipata a maggio – giugno. Qualcuno mi dice ha ho visitato la Scozia con il tempo caratteristico del Paese.
Nonostante ciò la Scozia è terra accogliente, la gente molto cordiale e sempre disponibile a darti una mano nella vita da turista. Abbiamo notato un certo feeling con gli italiani e con l’Italia, terra che tutti hanno detto di amare per cibo, gente, clima e storia. Gli italiani hanno una storia, così come gli scozzesi: e della loro storia gli scozzesi sono molto orgogliosi.
Storicamente le piccole città non offrono molto, ma ci sono i castelli a costituire una buona visita. I posti sono però sempre rilassanti, il tempo sembra rallentare, l’atmosfera, come dicevo, sempre accogliente.
Certo qualche difficoltà nasce se la gente parla scozzese: non si capisce nulla (in fondo non è affatto inglese!) e tocca far ripetere.
Insomma, la Scozia va scelta per i suoi paesaggi, per la sua gente, per gli eventi culturali e tradizionali che sono spesso messi in scena, per il whisky (noi non siamo bevitori esperti e poi ci sarebbe stato da guidare) e anche per la sua storia. Se si volessero seguire le vicende del Paese, si potrebbe fare un tour di una decina di giorni.
L’ultimo commento lo lascio ad Adriana, adorabile e paziente compagna di viaggio, senza la quale la permanenza in Scozia non sarebbe stata mai così piacevole.
Ammetto
che sarebbe stato improponibile per me compilare un resoconto di viaggio così
dettagliato come questo. Un pensierino però voglio scriverlo lo stesso:
passino
il cattivo tempo e le nubi grigie che spesso si addensavano, la danza di odori e
colori dei paesaggi scozzesi sanno nutrire gli occhi ed il cuore.
Si
ha sempre la percezione, che senti sfiorare la pelle, di essere immersi in
quella maestosità che solo la
natura sa regalare.
Domenico
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