SABAH E SIPADAN 2005

Diario di viaggio

di Alessandro Pesce

 

Anche quest’estate, dopo mesi di organizzazione si parte per una nuova avventura: il Borneo! Quest’anno siamo io, mio fratello Federico e Mirko, un ex compagno di università che quest’anno ha deciso di seguirci in questa nuova avventura. Fiduciosi di partire senza i contrattempi dell’anno precedente (Vedi diario del Venezuela 2004) ci imbarchiamo alla volta di Copenaghen con la compagnia SAS, con l’obbiettivo di arrivare a Bangkok alle 14 e di proseguire per Kota Kinabalu dopo aver visitato per un giorno la città. La legge di Murphy ha però colpito ancora, anche se in ritardo (eravamo dentro l’aereo): per dei guai idraulici la partenza è stata rimandata al giorno successivo. Poiché siamo in Italia e in Italia ci sono gli italiani, ben presto nel gate si è formato un capannello vergognoso di “rivoltosi” pronti ad aggredire qualunque persona vestita di blu (i dipendenti SAS sono vestiti di questo colore). Morale della favola : trasferimento in villa Braida, una villa veneta trasformata in hotel, con l’accordo di essere imbarcati nell’aereo riparato la mattina successiva. Dopo aver trascorso la serata con dei ragazzi diretti a Shangay per una vacanza basata sull’apprendimento delle arti marziali, la mattina ci svegliamo alle 5.50 pronti al nuovo volo: anche oggi la legge di Murphy ci ha punito e partiremo con un volo Lufthansa per Francoforte con la coincidenza per Bangkok con la Thai. Oltre a perdere una giornata di vacanza molto probabilmente perderemo il volo per Kota Kinabalu, dato che abbiamo solo un’ora e mezzo di tempo per ritirare i bagagli, passare la dogana e fare il check in (che chiude 40 minuti prima).

 

 

1 Agosto

 

Per  fortuna, seppure di corsa, abbiamo fatto in tempo a prendere l’aereo! Dopo tre ore di volo eccoci atterrare a KK: dopo aver trovato un hotel (Mandarin Hotel 140 MR per una stanza da 4 ) siamo andati ad un pizza hut in cui abbiamo trovato 3 ragazze belga destinate anche loro al monte Kinabalu. Il giorno dopo alle 8 eravamo già per strada alla ricerca di un’agenzia per prenotare l’escursione al monte Kinabalu: dopo 3 ore eravamo ancora in città con le speranze di scalare il monte ridotte a zero. Abbiamo quindi ripiegato per una notte nel Kinabalu Park (15 MR a testa ) arrivando in taxi (20 MR a testa) e prenotando poi la notte successiva a Poring Hot Spring. Alle 2.30 eravamo finalmente nel parco (15 RM per l’entrata) e siamo passati alla direzione per avere ulteriori informazioni su possibili escursioni e per metterci in lista d’attesa per la scalata del giorno dopo. Poi abbiamo finalmente iniziato a girare per il parco decidendo di fare il percorso più lungo che in teoria doveva essere di 5 km e che alla fine si è rivelato essere di 10!

Una prima impressione del parco: lussureggiante, ordinato, pieno di colori, ho avuto un po’ l’impressione che fosse un giardino di un qualche parco divertimenti, la vegetazione è molto più varia rispetto all’amazzonia, ma, almeno apparentemente meno ricca di fauna. Gli unici animali che siamo riusciti ad avvistare sono stati degli scoiattoli volanti, apparentemente dei topini, un po’ più grandi e pelosi. La serata è finita con una cena, con un paio d’ore perse per tentare di telefonare e poi nanna, con sveglia alle 7 per andare alla direzione del parco per mendicare 3 posti per l’ escursione al monte Kinabalu. Dopo 2 ore di contrattazione e dopo aver perfino parlato con il direttore del parco (nel suo ufficio personale) siamo riusciti a trovare per via eccezionale tre letti nella camera destinata allo staff: il fatto che ci abbiano dato questi posti penso sia derivato dall’accanimento e dall’insistenza con cui volevamo scalare il monte.

La scalata è iniziata a mezzogiorno, tardi valutando che generalmente si parte alle 10. Si viene caricati in pulmino e si arriva alla base della salita a 1860 mt. , da qui, dopo meno di un minuto si arriva in prossimità di una cascata immersa in una vegetazione rigogliosissima e coloratissima. Il numero di fiori e di piante multicolore è incredibile, ci sono piante con foglie colorate, felci, piante con foglie lucide, altre con foglie ruvide, insomma, il trionfo della varietà, penso che Darwin non né sarebbe rimasto deluso! Lungo il cammino abbiamo avuto modo di vedere piante carnivore grandi e piccole, orchidee di diversi colori, rododendri ed altri tipi di fiori. Ad ogni punto di ristoro invece c’erano gli scoiattoli pronti a prendere dai turisti biscotti e dolcetti. La cosa incredibile di questo monte è che fino ai 3000 mt. la vegetazione è rigogliosissima, tipica delle zone tropicali: solo a 3300 mt (arrivati a Laban Rata) la vegetazione diventa simile a quella alpina di alta montagna (arbusti aghiformi e bassa vegetazione) e il vento è fortissimo. L’ impressione a Laban Rata era quella di essere alla base di qualche montagna himalayana, in un campo base, gli indizi c’erano tutti: forte vento, edifici di fortuna fatti di latta e tantissima gente equipaggiata per la scalata. La nostra ascesa (in tutto 6 Km, si arriva a 3300 mt) è stata di 2h e 40 min., ma siamo andati a passo spedito, ci siamo fermati solo per fare foto e per vedere alcune piante che ci indicava la nostra guida. Una volta arrivati a Laban Rata abbiamo cenato (alle 6!) e, dopo aver guardato il tramonto, siamo andati a dormire perché il programma del giorno successivo era: sveglia alle 2, scalata del monte Kinabalu e ritorno al campo base (1866 mt). Nonostante non sia segnalato nella Lonely Planet, voglio precisare alcune cose:

La salita è tecnicamente facile, ma fisicamente è molto impegnativa

Se andate a Luglio-Agosto prenotate il rifugio al Laban Rata almeno due mesi prima. Noi non abbiamo prenotato e siamo riusciti a scalare il monte solo con qualche stratagemma, tutti gli altri che non hanno prenotato sono rimasti al campo base!

Il periodo più bello per visitare il parco è ottobre, periodo di fioritura delle orchidee e marzo per la fioritura dei rododendri. Anche ad Agosto il parco e l’ascesa sono veramente spettacolari, finora non ho mai visto una foresta di una tale bellezza, sembra quasi un giardino, un caleidoscopio di colori rapportabile ad un quadro di Gaugain.

 

3 AGOSTO

 

Alle due di notte dopo una nottata di freddo e con le mura dell’abitazione che tremavano a causa del vento, ci siamo svegliati (anzi, non ci siamo mai addormentati veramente) per iniziare la scalata al picco del monte Kinabalu: la scalata si fa completamente al buio con delle torce ad illuminare il percorso ed è composta da una prima parte in cui si devono fare dei gradini di legno o di granito e una seconda molto più lunga in cui, con l’aiuto di corde, si risale sullo schienale di roccia del monte Kinabalu: la prima parte è la più difficile tecnicamente e fatta di notte e con la roccia umida è un po’ pericolosa, una seconda parte meno impegnativa fino al check point e infine la vera e propria salita finale, due chilometri interminabili che hanno fatto molte “vittime” tra cui anche Mirko che, per una tendinite al ginocchio, ha dovuto rinunciare a 30 mt dalla cima! La vista dell’alba dalla vetta è superba, si domina l’intero Sabah e si possono vedere perfino le Filippine! Se dovessi consigliare questa salita a qualcuno, lo farei specialmente per la bellissima ad unica vegetazione alle pendici del monte e per il panorama bellissimo della vetta. Un altro consiglio che mi sento di dare è di coprirsi moltissimo e portarsi anche guanti e berretto di lana perché a 4000 mt di notte si va sotto lo zero!

Il ritorno è stato purtroppo un calvario per il fatto che Mirko a causa della tendinite ha dovuto fare tutta la discesa (2500 metri di dislivello) con una gamba sola ed inoltre ha piovuto per buona parte della discesa. Arrivati alle 14 alla direzione del parco, abbiamo prenotato una camera al Poring Lodge di Poring Hot Springs e ci siamo fatti portare dallo stesso taxista che ci aveva accompagnato al Kinabalu Park (40 RM per Poring, 60 RM per KK). Questa sera siamo andati a fare un giro panoramico per Poring, giro che approfondiremo domani, e a prenotare un bus per Sandakan (minibus Poring-Ranau 10 RM, bus Ranau-Sandakan per 25 RM) con arrivo previsto per le 9 di sera. Sono le dieci di sera e sono già a letto, devo recuperare la levataccia di stamattina!

4 AGOSTO

 

Dopo aver fatto colazione con dolci comprati nel supermarket  di fronte all’entrata di Poring Hot Spring, eccoci entrare nel parco (15 RM):  in esso ci sono due grandi piscine e tante piccole vasche termali, nelle quali ci siamo catapultati per rilassarci dalle fatiche del giorno precedente. Dietro al parco c’è una bellissima foresta vergine all’interno della quale c’è una cascata immersa nella vegetazione, alla base della quale c’è una pozza su cui fare il bagno (l’acqua non era poi così fredda!). All’interno del parco c’è una canopy walkway (5 RM, ma se si porta una videocamera si devono pagare 30 RM aggiuntivi e per la fotocamera 10 RM ), nulla di speciale, si può fare tranquillamente a meno di andarci…Alle 14 siamo partiti per Sandakan (4 ore). Per concludere Poring Hot Spring è un ottimo posto per rilassarsi, ma consiglio di trascorrerci solo una giornata in modo da recuperare le forze dopo la scalata al Monte Kinabalu. Arrivati a Sandakan abbiamo alloggiato all’hotel …..(71 RM la tripla, ottimo rapporto qualità prezzo).

5 AGOSTO

 

La mattinata è stata dedicata all’organizzazione della gita al river Kinabatangan: dopo aver girato per lungo tempo per agenzie turistiche abbiamo scelto la proposta di Wildlife Expedition (1395 RM per 2 giorni pieni e due notti per tre persone), non era il prezzo più basso, ma sono stati l’agenzia che ci ha fatto la proposta più allettante. Dopo aver pagato l’escursione io e Mirko siamo partiti per Sepilok (Federico è rimasto all’hotel per problemi di stomaco). Arrivati al parco abbiamo trovato un ragazzo olandese e una ragazza inglese che avevamo già incontrato in precedenza i quali ci hanno consigliato di fare un giro di perlustrazione nella foresta in attesa del “feeling time” degli orang utan. Il clima all’interno della foresta è umidissimo e ben presto abbiamo deciso di tornare indietro e pagare l’ingresso del parco, previsto per le 15 e 30. Il “feeling time” è il momento in cui i guardiani del parco danno da mangiare agli orang utan che dalla foresta arrivano per trovare “cibo facile”. Vedere questi animali arrivare dal profondo della foresta è bello, ma lo è meno la schiera dei turisti affollati per fare fotografie: manca sicuramente l’emozione dell’incontro inaspettato, della scoperta, dell’intima fusione con la natura, sensazione che finora ho avuto modo di avere solo in Venezuela. Non soddisfatti dell’incontro con gli orang utan abbiamo deciso di inoltrarci nella foresta nella speranza di fare qualche incontro inaspettato. Sfortunatamente siamo stati raggiunti da un chiassoso gruppo (solo casualmente erano americani) che avevano evidentemente scambiato la foresta per un parco divertimenti! Sfumata la magia dei rumori della foresta sovrastata dalle troppo realistiche urla dei nostri avventori, abbiamo deciso di tornare al punto di partenza e ripartire per Sandakan. Durante il percorso di ritorno ho fatto il mio primo incontro con la mia prima sanguisuga, alla quale ho donato gentilmente il mio sangue!

 

6 AGOSTO

 

In questo momento sono seduto in una poltrona in vimini in una terrazza di fronte al fiume e mi appresto a descrivere una giornata veramente molto intensa…Andiamo con ordine: questa mattina ritrovo alle 8.15 e partenza per Sepilok a raccogliere turisti e proseguimento per le Gomatong Caves, delle grotte in cui si raccolgono i famosi nidi di rondine, una prelibatezza molto apprezzata tra i cinesi. All’entrata della grotta, come in tutti gli altri parchi vi chiederanno 30 RM per ogni apparecchio video\fotografico, un furto legalizzato! Ovviamente le prime volte abbiamo pagato, successivamente, come in questo caso, non abbiamo pagato ed abbiamo fatto comunque foto…La grotta è un grande buco aperto in sommità, all’interno della quale ci sono milioni (e non esagero, milioni!) di pipistrelli ed ovviamente alla base della grotta c’è un mare di guano! Si cammina su passerelle ricoperte comunque di uno strato viscido di MxxxA all’interno della quale sguazzano milioni di scarafaggi! Per non parlare dell’odore di ammoniaca….Dopo essere usciti siamo ripartiti ed abbiamo percorso una quarantina di chilometri di sterrato fino ad arrivare a Sukau. Lungo il percorso si vedono piantagioni di palme a perdita d’occhio, migliaia di km quadrati strappati alla foresta, un vero abominio…le piantagioni in alcuni punti hanno raggiunti il fiume, se non si fermano con il disboscamento, ho l’impressione che nel giro di pochi anni della foresta non rimarranno che ricordi… Tornando alla descrizione della giornata, dopo aver depositato i bagagli e pranzato, alle 15.30 siamo partiti con la barca per l’esplorazione del fiume. I lodge lungo il fiume sono simili tra loro, tutti in legno in stile “AFRICA” ed onestamente sono molto belli (lo sono anche i bagni, sui quali forse aprirò un capitolo alla fine del diario!). Il fiume Kinabatangan ha in corrispondenza di Sukau un piccolo affluente in corrispondenza del quale abbiamo iniziato la nostra esplorazione in barca. Nell’arco di 2.30 h abbiamo visto i seguenti animali: hornbill, king fish macachi coda lunga, due orang utan, le famose nasiche, scimmie red head, varani, due tipi diversi di serpenti e molti altri uccelli! Veramente un rigogliare di vita, gli animali che mi hanno colpito di più sono stati però gli uccelli che hanno forme e colori straordinari, molto più vivaci anche degli uccelli amazzonici. L’unica cosa negativa è però il numero di turisti (penso un centinaio al giorno) che affollano questo tratto di foresta: il turismo però è l’unica risorsa che può permettere di salvaguardare questi tratti ormai fin troppo esigui di foresta.

 

7 AGOSTO

 

Sveglia il mattino alle 6.30 per l’escursione all’Oxe Bowl Lake, un lago formatosi dalla chiusura di un meandro del fiume Kinabatangan. Il fiume è collegato a questo lago attraverso uno stretto canale sulle rive del quale si trovano le orme di elefanti che risalgono e scendono le sponde del fiume. Il lago si presenta come una laguna ricoperta ai lati da piante acquatiche dai caratteristici colori viola. La foresta intorno al lago è famosa per lo sporadico avvistamento di grandi mammiferi come elefanti, gatti selvatici ecc. Sulle sponde del lago abbiamo fatto una passeggiata nella giungla senza però avvistare grossi mammiferi, solo piccoli scoiattoli. La passeggiata vale comunque la pena anche perché la probabilità di incontrare elefanti è tutt’altro che remota (nella foresta abbiamo trovato molti indizi del passaggio degli elefanti, come escrementi e tracce nel terreno). Dopo l’esplorazione si ritorna in barca al lodge e dopo aver pranzato, alle 15.30, ennesima escursione in barca, escursione nella quale abbiamo visto gli animali del giorno precedente (ma in numero ancora maggiore) ma con l’aggiunta di un gufo e di magnifici hornbill, gli stessi che si trovano nelle riviste fotografiche sul Sabah! La sera, dopo cena, siamo andati ad esplorare la foresta di notte (a piedi): la parte più emozionante a mio parere è stato il tratto fatto in barca, anche la passeggiata nella foresta è interessante perché si possono trovare animali notturni come rane, insetti strani, ragni, falene, camaleonti….

 

8 AGOSTO

 

Questa è una tappa di avvicinamento a quella che si preannuncia essere una delle cose più belle che abbia mai visto: Sipadan. Alle sette di mattina eravamo già in marcia per Semporna: arrivati al bivio di Sukau abbiamo preso un taxi (15 RM a testa) e poi da Lahad Datu con un pulmino siamo arrivati a Semporna (15 RM a testa). Per altri 5 RM ci siamo fatti portare al Dragon Inn (66 RM la doppia e 110 RM la tripla) e abbiamo subito trovato un agente che ci ha proposto quattro giorni a Sipadan. Ora mi appresterò a descrivere le bellezze di Sipadan alle quali aggiungerò la descrizione delle altre isole vicine (il Marine Park)isole sconosciute a molti, da di una bellezza incredibile. Andiamo con ordine: Sipadan. Sipadan si trova a circa 20-25 minuti da Mabul e a 1.30 da Semporna. La caratteristica dell’isola è lo strapiombo di 600 mt a circa 2-3 mt dalla  riva, i punti di immersione sono 9 e il diving e lo snorkelling sono comunque strepitosi. Cosa si vede sott’acqua? Questa domanda la riscriverei in questo modo: cosa non si vede  sott’acqua?…e la lista sarebbe estremamente corta! Il punto sicuramente più bello visto finora è sicuramente il barracuda point (specialmente al pomeriggio), nel quale si possono vedere barracuda, ma si è letteralmente circondati da squali pinna bianca, tartarughe, banchi di carangidi di oltre un metro, pesci napoleone mostruosi, jack fish e molti altri pesci di tutti i colori. La quantità è tale che nuotando ci si deve letteralmente fare strada tra i pesci! Le tartarughe sono talmente tante che a volte sono ingombranti e nascondono altri pesci! Che altro dire…penso che trovare un’altra isola di una bellezza maggiore sia impossibile, al massimo la si può eguagliare (se qualcuno ne ha trovata una di migliore, me lo faccia sapere che ci vado subito!). Consiglio Sipadan a tutti gli appassionati del mare, anzi a tutti gli amanti della natura: quest’isola e i suoi tesori sono accessibili a tutti, anche a chi non sa nuotare: con un giubbotto di salvataggio, maschera e pinne si può vedere quasi quanto un sub. La natura è così generosa con Sipadan che non è necessario immergersi per godere di questo spettacolo marino, lo snorkeling è più che sufficiente. Le scene più belle alle quali ho assistito facendo snorkelling sono state l’accoppiamento di 7-8 tartarughe insieme e la scena di caccia di uno squalo ad un banco di qualche migliaia di jack fish!     

 

Oltre a Sipadan abbiamo visitato anche alcune tra le altre 20 isole del Marine Park: questo parco è costituito da due grandi isole ricoperte da una foresta lussureggiante (su una di esse c’è anche una spiaggia mozzafiato) e attorno ci sono tante isole più piccole ricoperte da palme e da vegetazione lussureggiante a attorniate da spiagge di sabbia bianchissima. Le più famose sono Mataking e Sibuan, ma ce ne sono tantissime altre anche più belle, sono spesso circondate da lagune coloratissime e la somiglianza con i paesaggi polinesiani è palese. La maggior parte di queste isole è disabitata (si possono trovare al massimo militari o qualche famiglia di pescatori) e, cosa che le rende ancora più straordinarie è che sono sconosciute al turismo! Molti turisti, specialmente noi italiani compriamo da casa pacchetti all inclusive per Sipadan, arriviamo in questa regione, facciamo le nostre immersioni (tra l’altro superbe e uniche al mondo) e torniamo a casa senza nemmeno sapere dell’esistenza di questi paradisi incontaminati! Io, Federico e Mirko siamo venuti a conoscenza per caso di questo parco e abbiamo deciso di affittare una barca: lo stupore nel vedere questi paesaggi è stato tale che abbiamo deciso di creare un sito internet dedicato a questo paradiso sconosciuto anche ai viaggiatori più attenti, sito che spero sia disponibile tra qualche mese (compatibilmente al tempo libero che avremo a disposizione). 

 

Siamo rimasti così colpiti dalla bellezza di questi luoghi che abbiamo deciso di fare anche un corso da sub per poter vedere questi fondali anche sott’acqua: le immersioni a Sipadan sono state incredibili, abbiamo avvistato anche degli squali grigi e degli squali leopardo, senza parlare dei famosi muri di barracuda che si trovano con regolarità, gruppi di migliaia di barracuda che ruotano in circolo a formare un incredibile vortice. Sono state molto belle le immersioni a Sibuan in cui abbiamo avvistato molti pesci strani, come i pesci ago, rana, coccodrillo, cavallucci marini, nudibranchi….

Per concludere anche questo viaggio è stato bellissimo, specialmente il parco del monte Kinabalu con la sua vegetazione rigogliosa e coloratissima, le splendide isole, Sipadan, con il suo paradiso subacqueo, le isole del Marine Park, per i paesaggi mozzafiato, Mabul per il clima rilassato, gli splendidi tramonti e per i bellissimi e simpaticissimi bambini che si incontravano nel villaggio dei pescatori. L’unica delusione è stato constatare che il Sabah è una regione deturpata dall’uomo che ha disboscato in maniera selvaggia lasciando solo dei piccoli tratti di foresta: il mitico borneo è ormai un’unica distesa di palme da olio con delle oasi bellissime ma nello stesso tempo fragili e ahimè caduche. Con un sentimento di felicità per il bellissimo viaggio ma nello stesso tempo malinconia per la certezza di lasciare un paese destinato mio malgrado ad essere definitivamente deturpato (almeno la parte delle foreste) mi sto imbarcando per Bangkok in cui trascorrerò gli ultimi due giorni di vacanza. Arrivederci sud est asiatico, a presto…..

 

ALESSANDRO    alessandro.pesce@libero.it

 

 

 

Home ] AFRICA ] AMERICA ] ASIA ] EUROPA ] OCEANIA ]