PRAGA
Repubblica Ceca
Diario di viaggio aprile 2004
Devastata dall'acqua nell'agosto 2002, è rinata. Romantica, mitica, magica, come sempre. E sempre piena di giovani, che arrivano qui da ogni angolo del mondo. Alla scoperta di una città che sa come farli "impazzire".
A volte la riapertura di un albergo è un fatto con una forte valenza simbolica. È il caso del Four Seasons, che soltanto un anno fa era sommerso dalle acque della Moldava: la spaventosa alluvione aveva messo in ginocchio la città, causando danni incalcolabili. Ma Praga e i suoi abitanti hanno saputo reagire e, anche se i segni del disastro non sono ancora stati cancellati del tutto (basta fare una passeggiata nelle viuzze interne dell'"isola" di Kampa per rendersene conto), la città ha rialzato la testa, i turisti sono tornati in massa e la vita va avanti.
Praga, bellissima e per niente altera, è tornata a essere quella capitale affascinante e cosmopolita che conoscevamo. Città romantica, raffinata e sensuale che in passato ha sedotto decine di musicisti e scrittori e che a partire dal 1989, anno in cui si è affrancata da 41 anni di socialismo reale, vive una seconda giovinezza. Protagonisti, i giovani: quelli che ci abitano, ma anche quelli (tantissimi) che arrivano da mezzo mondo, attratti dalle bellezze architettoniche di una città che ha alle spalle una grande storia, ma sa anche essere di tendenza, assolutamente cool.
Qui alla parola "arte" si dà grande importanza: decine di gallerie espongono maestri dell'avanguardia e giovani di belle speranze. E per le strade non è difficile imbattersi in qualche troupe che sta girando un film. Ma ciò che più sorprende è quanta musica si suona a Praga! Jazz, classica, rock, blues, folk, klezmer, religiosa. Praticamente non c'è strada senza un club, i suoni escono dappertutto. Nelle chiese organizzano fantastici concerti d'organo o con quartetti d'archi. Sul Ponte Carlo ci sono sempre un'orchestrina jazz, una cantante lirica e un suonatore d'organetto. A partire dall'ora dell'aperitivo fino all'alba si scatena una sorta di movida nelle decine di cantine più o meno fumose, più o meno famose, dove suonano musicisti davvero bravi, magari poco noti al grande pubblico, ma dotati di una tecnica e di un feeling invidiabili. A Praga persino i club più alla moda ospitano spesso esibizioni dal vivo, perché a queste latitudini è rimasto il vezzo di riconoscere alla musica una forte dignità artistica.
Ecco spiegato come mai la città eserciti un fascino così forte sui giovani, che qui hanno anche il vantaggio di spendere cifre abbastanza contenute per il soggiorno. Certo, il Four Seasons e gli altri hotel a 4 o 5 stelle sono molto cari. Ma se ci si accontenta di una pensione, di un ostello o di una camera presso privati, magari in una zona semi-centrale, ecco che la spesa si abbassa notevolmente. E comunque, una volta risolto il problema dell'alloggio, tutto il resto ha costi davvero abbordabili: la birra praticamente te la regalano e infatti scorre a fiumi; in molti club e cantine l'accesso è gratuito o ti chiedono l'equivalente di 2 o 3 euro; una corsa in metro costa la metà che a Milano; e con 8-10 euro, (e gli indirizzi giusti) si mangia abbondantemente senza correre il rischio di mal di pancia (invece se si va alla ricerca dell'alta cucina i prezzi diventano "italiani", ma in questo caso il servizio e il cibo sono davvero squisiti). Insomma, è una città democratica, che accoglie tutti a braccia aperte. Tradizione e modernità vanno a braccetto. Non aspettatevi di trovare soltanto fumose birrerie piene di intellettuali, ma anche bar high-tech frequentati da ragazzi che discutono della Rete e del concerto dei Rolling Stones.
Praga è una città magica, ricca di ponti, cattedrali, di torri dorate e di cupole delle chiese, ma è anche una moderna metropoli europea, che si specchia da più di dieci secoli nelle acque del fiume Moldava e dove si può trovare una simbiosi unica tra i vari stili architettonici; una metropoli piena di vicoli romantici così come di gioielli edilizi nel centro storico.
Passeggiando attraverso la città si possono notare molti magnifici esempi di stili d’ogni epoca lasciati come testimonianza dall’architettura europea; vi possiamo ammirare infatti edifici romanici, gotici, rinascimentali, delle epoche barocche e neoclassiche oppure stile liberty. Praga però è anche la città del verde; ad esempio sulle colline attorno al Castello si può notare ancora oggi lo sforzo degli architetti dell’età barocca di unire in grande stile la costruzione dei palazzi con la creazione di giardini ricchi di padiglioni, pergole ed altane.
La visione d’insieme di Praga è poi completata da quindici grandi ponti, quattordici dei quali si snodano lungo il fiume Moldava, mentre uno attraversa la valle di Nusle. Il più vecchio e più prezioso di questi, che fu costruito nell‘anno 1357, porta il nome del suo fondatore, re Carlo IV. Non si può non passarci vicino percorrendo la passeggiata sulla Via dei re, il piú conosciuto percorso turistico, che porta dal centro della città fino al Castello di Praga.
Una delle più suggestive e panoramiche viste sul Castello si gode proprio dalla testa del ponte Carlo IV. La bellezza del panorama sul Castello è data anche dal fatto che si possono trovare forse tutti gli stili storici, tanto che senza esagerazione si può sostenere che il turista gode di una vista su ben mille anni di architettura europea.
Una parte meno conosciuta di Praga sono le molte isolette che si trovano lungo la Moldava e che, benché geograficamente non siano molto interessanti, svolgono un ruolo importante, dato che rappresentano un‘oasi verde nel centro della città, consentendo il riposo e il relax.
Nella metropoli ceca si trovano inoltre una notevole quantità di teatri, sale per i concerti, di spazi creativi, musei e gallerie. Non per nulla si dice che la città è talmente eterogenea, come ciascuno la può desiderare.
Pariska (zona delle sinagoghe)
PRAGA
Molti attributi sono stati dati a questa città; Praga città dei sogni, Praga di pietra, Praga magica, Praga dalle cento torri, Praga città della musica, Praga madre delle città, Praga Ebraica, e chissà quanti altri saranno aggiunti in futuro a quelli del passato ma sempre rimarrà una "Praga d'oro".
Difficile dire se ad attrarre di più sia la sua aura di mistero, le sue bellezze artistiche o la sua movimentata vita culturale e artistica.
Certamente poche città al mondo sono capaci di racchiudere in sè così tante anime che si fondono l'un l'altra: a Praga tutto è mistero e magia. Praga è un mosaico di culture, quella ceca, l'ebraica e la tedesca, cosa che ne ha fatto uno delle più tolleranti d'Europa, e le sue vie sono un intreccio sapiente di stili architettonici capaci di offrire al visitatore scenari unici e segni indelebili di una cultura intensa e rara.
La magia della città la si può respirare nelle vie ammirando gli incanti di Mala Strana (la piccola città), i campielli dell'isolotto di Kampa, le suntuose costruzioni dell'epoca di Rodolfo II, l'Art Noveau, delle tipiche Vinarne Praghesi, per arrivare al suggestivo Quartiere Ebraico.
Il mistero prosegue nelle piccole vie della città, dove gli abitanti usano insolite scorciatoie, "vie segrete" fra cortili e androni per accorciare i tempi della loro corsa. In piazza Vanceslao, per esempio, all'altezza di piazza Tatran, si trova una galleria dove la gente entra e, attraversando un giardino chiuso, arriva fino alla Jungmannovo Namesti, dove sorge il teatro della Lanterna Magica.
Nonostante l'afflusso turistico sia da qualche tempo in notevole incremento, Praga conserva una tranquillità composta e riservata, è una città a dimensione d'uomo: il centro è grande, ma si può girare tranquillamente a piedi.
Questo clima sobrio e magico non viene sovvertito neppure a tarda sera quando le "pivnice", le birrerie e le "vinarna", le osterie dove si mangia e dove si beve, si animano.
Praga di notte è fantastica, a piedi si può girare tutto il "centro storico" respirare la magica atmosfera della città vecchia piacevolmente illuminata.
Praga cambia volto a seconda del tempo e dell'ora ma non perde mai la sua forza d'attrazione. E' una città misteriosa ma anche magica, meta ideale per coloro che vogliono passeggiare per le strade e i vicoli romantici....non perdetevi il tramonto sul ponte Carlo.....un'emozione davvero unica al mondo.
Secondo la tradizione Praga sarebbe stata fondata al principio del X secolo dalla principessa Libussa, figlia di Krok, discendente del leggendario eroe nazionale dei boemi, Samo. Il primo nucleo della città (Mala strana-citta piccola) sorse intorno al castello, dimora della principessa, sulla riva sinistra della Moldava.
Nel Medioevo Praga raggiunse il suo massimo splendore, in particolare sotto il regno di Carlo IV, imperatore del Sacro Romano Impero, che la scelse come residenza imperiale trasformandola nella più bella città d'Europa.
L'imperatore abbellì PRAGA con chiese e monasteri in stile gotico e si dedicò all'architettura urbana, ricostruendo il castello, sostituendo il vecchio ponte con uno in pietra, (ancora oggi simbolo della città) e fondando un nuovo quartiere: la città NUOVA.
Praga è composta di due zone, quella che si trova sulla riva alla destra della Moldava.
Caratterizzata dalla Stare Mesto, la città vecchia dalle caratteristiche vie fiancheggiate da antiche case che ricordano le atmosfere care a Franz Kafka, e dalla Nove Mesto, la città nuova con la celebre Piazza Venceslao. Simbolo dei moti popolari della "primavera di Praga" nel '68,
e quella che si trova alla sinistra del fiume, con la Malá Strana e dominata da Hradcany con il castello imperiale.
Praga gode di sedici ponti che attraversano la Moldava, ma è anche ricca di torri e campanili, delle molte chiese ma anche dei palazzi e delle case praghesi, tanto da essere anche soprannominata "città dalle cento torri".
I numeri civici, privi di fantasia sono stati introdotti solo alla fine del XVIII secolo e fino ad allora si contrassegnava a ogni casa un nome, riferito soprattutto all'ambiente circostante o all'occupazione del proprietario, ed appariva illustrato all'esterno della casa stessa.
Le "insegne" delle case praghesi sono di pietra, metallo o legno, talvolta anche di stucco, dipinte sull'intonaco o sulla lamiera e a volte dotate di iscrizioni. Si trovano soprattutto nei vicoli di Staré Mesto e nella Celetna, nella Staromestské Namesti o nella Karlova nonché a Mala Strana dove la pittoresca Nerudova sale verso il Castello.
Molti personaggi illustri sono nati e hanno vissuto a Praga, dai compositori Antonin Dvorak (1841-1904) e Bedrich Smetana (1824-1884) allo scrittore Frank Kafka (1883-1924).
Cambio della guardia
LA CITTA' NUOVA....O NOVE MESTO, DA SEMPRE IL CUORE COMMERCIALE DI
PRAGA
La Città Nuova (Nové Mesto) fu fondata da Carlo IV nel 1348 per dare un po' di respiro ai quartieri più antichi decentrando il rumore dei laboratori artigianali e dei traffici commerciali.
La struttura urbanistica era accuratamente studiata e si allargava intorno a tre grandi piazze usate per tre mercati: il mercato del fieno (piazza Senovazné), il mercato del bestiame (piazza Carlo) e il mercato dei cavalli (piazza Venceslao).
Fin dalla sua fondazione la zona era due volte più estesa della città vecchia ed era abitata soprattutto da mercanti e artigiani, come fabbri e birrai.
Lo sviluppo commerciale fece naturalmente le sue vittime: vari monumenti antichi furono distrutti e i restanti rimasero isolati.
Il centro della Città Nuova, Piazza Venceslao (Václavské námestí), è in realtà un grande viale lungo 750 m e largo 60 a cui si accede dalle stazioni della metropolitana Mustek o Muzeum.
In origine la piazza era chiamata Mercato dei Cavalli ed era il più grande mercato della Città Nuova. Alcuni fra i più importanti avvenimenti della recente storia ceca e slovacca hanno avuto luogo qui.
Oggi la fascia centrale è una grande aiuola fiorita mentre alberghi e ristoranti occupano molti degli edifici intorno alla piazza, che rimane un importante centro commerciale come accadeva già nel Medioevo.
Sulla parte alta della piazza si staglia la statua di San Venceslao, di J. V. Myslbek. L'artista, tra i più importanti della scultura monumentale boema, lavorò per decine di anni (1884-1924) a diverse varianti del monumento. In basso si trovano le statue dei patroni della Boemia: davanti Santa Ludmilla e San Procopio, dietro Santa Agnese e Sant'Alberto. Sullo sfondo domina il Museo Nazionale, dalle cui rampe si può avere una bella vista della piazza.
Anche se l'istituzione del Museo Nazionale (Národní muzeum) risale al 1818, questo notevole edificio in stile neorinascimentale fu costruito soltanto fra il 1885 e il 1890, al posto della Porta dei Cavalli.
Il Museo comprende innanzitutto collezioni di carattere storico e naturale e una biblioteca con un milione di volumi fra i quali rari manoscritti medievali.
Guardando verso destra dall'alto delle scalinate con il Museo alle spalle, si vede l'edificio dell'Assemblea federale, ex Borsa, interamente ricostruito tra il 1967 e il 1972.
Oltre c'è il Teatro Smetana (Smetanovo divadlo), neorinascimentale (1886-88), sorto come teatro tedesco e, dal 1948, seconda scena operistica del Teatro Nazionale. Proseguendo nella stessa direzione si giunge alla Stazione centrale (Hlavní nádrazí), edificio dell'epoca
della Secessione (1901-1909) il cui sottosuolo è stato interamente modernizzato in concomitanza con la costruzione della metropolitana.
L'incrocio fra piazza Venceslao e le vie 28 rijna e Na Príkope viene chiamato Mustek che significa "Ponticello". Da qui parte anche la via Na mustku "Sul Ponticello" il cui nome deriva dal piccolo ponte di pietra che nel Medioevo univa la Porta di San Gallo (resti della quale si trovano nel cortile della casa del Podestà in via Rytírska, n. 12) all'area dell'attuale piazza Venceslao, passando sopra il fossato che proteggeva la Città Vecchia.
Una parte del ponte, insieme ai resti di un pozzo medievale, è visibile nell'ingresso della stazione della metropolitana Mustek.
La zona compresa tra piazza Venceslao e il Teatro Nazionale, insieme alla via Na Prikope ("Sul Fossato"), costituisce la cosiddetta Croce d'Oro ed è fra le zone più vive della città dal punto di vista commerciale e sociale.
Tra gli edifici più interessanti della movimentata arteria commerciale, possiamo segnalare la moderna casa della ditta CKD-Praga con un caffè al quinto piano dalla cui terrazza si può ammirare il centro storico, la Dum elegance ("Casa dell'Eleganza"), primo grande magazzino di Praga (1869-71) con facciata in stile tardo rinascimentale italiano e la U Pinkasù che è diventata una delle più popolari birrerie di Praga da quando nel 1843 cominciò a servire la PILSNER URQUELL, la più famosa birra Boema.
Nelle vicinanze, nella piccola Jungmannovo námestí, è di notevole importanza storica la gotica chiesa della Vergine Maria della Neve (Panny Marie Snezné), fondata da Carlo IV nel 1347 in occasione della sua incoronazione. Ls chiesa doveva essere lungo più di 100 metri, ma non fu mai completata e l'edificio attuale doveva essere il presbiterio. La chiesa ebbe un ruolo importante nella storia boema come punto di incontro degli ussiti radicali. All'interno è di particolare valore l'Annunciazione di V. V. Reiner (1724), sull'altare di sinistra. Il Teatro Nazionale (Národní divadlo) è considerato il più bell'esempio praghese di architettura boema della seconda metà del XIX secolo.
L'edificio, nello stile del tardo rinascimento, venne costruito per ben due volte con i fondi di una sottoscrizione popolare. Poco prima dell'inaugurazione del 1881, infatti, fu distrutto da un incendio e riedificato nei due anni seguenti. I lavori coinvolsero molti tra i migliori artisti boemi dell'epoca, la cosiddetta "generazione del Teatro nazionale".
Nel foyer principale sono esposte pitture di M. Ales e F. Zenisek; il sipario è opera di V. Hynais. Nel 1977 si è dato inizio a un esteso restauro dell'intero edificio e ne sono stati eretti tre nuovi, conclusi nel 1983, a uso amministrativo e sociale, che comprendono anche il Teatro Nová scena (Scena nuova). Sull'altro lato della via Národní in un edificio neorinascimentale del 1858-61 ha sede l'Accademia ceca delle Scienze.
Piazza Carlo (Karlovo námestí) è uno dei punti principali della città Nuova. Fu fondata da Carlo IV nel 1348 col nome di Mercato del Bestiame, che in effetti vi si teneva ma l'aspetto attuale della piazza risale alla metà del XIX secolo. Il centro della piazza è occupato da un meraviglioso parco dell'800 arricchito da aiuole, fontane, monumenti e statue che rappresentano scrittori e scienziati, tutto il meglio del passato intellettuale di Praga.
Sul lato sud della piazza si trova un edificio rinascimentale, rifatto in epoca barocca, la Casa di Faust, che secondo la leggenda, vendette l'anima al diavolo. La casa nel XIV secolo apparteneva al principe Vàclav, alchimista e naturalista, poi fu abitata nel XVI secolo dall'avventuriero ed alchimista inglese E. Kelley, che aveva promesso all'imperatore Rodolfo II di produrre l'oro artificiale. Ma il nome
deriva dal suo ultimo proprietario il conte Ferdinando Mladota nel XVIII e agli esperimenti chimici che vi eseguiva.
Nei pressi della Casa di Faust si trova il Monastero Na Slovanech, o Monastero degli Slavi. Fondato da Carlo IV nel 1347 per l'Ordine slavo dei Benedettini, divenne presto un importante centro culturale. Il monastero passò di mano in mano diverse volte, nel 1446 vi fu fondato l'ordine hussita e fu diverse volte affidato a benedettini spagnoli e tedeschi. Il chiostro era decorato da affreschi gotici, ma durante
l'incursione aerea della primavera del 1945 subì molti danni. Dopo la ricostruzione, la chiesa presenta una facciata moderna che ricorda la sua linea gotica e che risulta con maggiore evidenza dal lungofiume.
Da Piazza Carlo merita certamente una visita la barocca chiesa dei SS.
Cirillo e Metodio (opera di K. I. Dientzenhofer, 1730-36) che oggi appartiene al culto ortodosso. Nella cripta si rifugiarono i paracadutisti e i partigiani che nel maggio 1942 uccisero il governatore nazista della Cecoslovacchia, Reinhard Heydrich. Circondati dai soldati tedeschi si uccisero piuttosto che arrendersi e i fori delle mitragliatrici tedesche sono ancora ben visibili nel muro esterno della cripta sotto la targa che ricorda i nomi dei caduti.
La Città Vecchia o Staré Mesto....il cuore di PRAGA
La Città Vecchia o Staré Mesto è dominata dalla Starometské Námestí, la piazza fondata nel XII sec. che fu testimone di numerosi avvenimenti storici e che è ancora oggi il cuore della città.
Nell'XI sec. gli insediamenti sorti intorno al castello si allargarono sulla riva destra dela Moldava e intorno alla piazza sorsero case e chiese creando il dedalo di viuzze che in parte sopravvive ancora oggi.
L'insediamento ottenne il titolo di città nel XII sec. e nel 1338 vi sorse il municipio.
La piazza è stato scenario di tragici avvenimenti, come l'esecuzione dei ventisette principali artefici della rivolta dei Boemi contro gli Asburgo nel 1621. Nel 1918 vi si tennero imponenti manifestazioni per festeggiare il nuovo Stato libero e nel 1945 fu nuovamente teatro della lotta per la liberazione nazionale.
La piazza è circondata da straordinari palazzi barocchi e rinascimentali, dalle tinte pastello e colpisce proprio per il fatto che nonostante la diversità degli edifici regala un insieme armonico e gioioso.
E' una delle piazze più belle del mondo, molto ampia, solare e con una magica atmosfera, con la musica che fa da costante sottofondo, il via vai delle bancarelle e gli strilloni in costume.
Al centro della Starometské Námestí, si trova il Municipio di Praga, uno dei luoghi simbolo della capitale ceca.
Fu edificato nel 1338 ma la struttura e fisionomia dell'antica costruzione appare oggi molto diversa da quella di allora. Nel corso dei secoli infatti, il Municipio ha via via inglobato alcune costruzioni adiacenti ed oggi appare come una fila di edifici in stile gotico e rinascimentale dai molti colori, la maggior parte dei quali è stata accuratamente restaurata dopo i danni provocati dai nazisti nel 1945.
Al palazzo si accede da un magnifico portale gotico abbellito da rilievi. All'interno la visione è stupenda: un atrio ornato di mosaici dal quale si accede alla torre del Municipio ed alla cappella.
La torre del Municipio è un simbolo della città e un patrimonio dell'umanità, aggiunta alla costruzione originale nel 1364, è alta 70 metri, e vi consiglio di non perdervi l'occasione di salire e di godervi uno splendido panorama segnato dal corso del fiume Moldava e dai tetti rossi inframmezzati da guglie e torri quadrate che spuntano qua e là.
La torre è impreziosita dall'orologio astronomico, un vero capolavoro di meccanica. costruito nel 1410 da Mikulas di Kadane e più volte modificato, che colpisce per la bellezza della fattura e per i segreti che esso cela.
Nel 1490 fu ricostruito da un mastro orologiaio di nome Hanus, il quale, secondo la leggenda, sarebbe poi stato accecato in modo da non svelare a nessuno il funzionamento del meccanismo e non costruirne uno simile in qualche altra città.
Il meccanismo in funzione ancora oggi fu perfezionato da Taborsky tra il 1552 e il 1572. Al momento in cui l'orologio venne costruito, era opinione comune che la terra fosse il centro dell'universo e che il sole e gli altri pianeti ruotassero attorno ad essa.L'orologio di Praga, più che indicare l'ora, aveva quindi lo scopo di mostrare l'orbita del sole e degli altri pianeti attorno alla terra.
L'ora viene indicata dai numeri romani, mentre la parte azzurra del quadrante indica la porzione di cielo visibile in quel momento.
L'orologio indica inoltre il percorso di sole e luna nei 12 segni zodiacali.
Allo scoccare di ogni ora dalle 9 alle 21, le figure si animano e danno vita ad una vera rappresentazione.
La Morte impersonata da uno scheletro sulla destra dell'orologio, tira la fune che tiene nella mano destra e capovolge la clessidra che ha nella sinistra.
A questo punto si aprono due finestrelle sovrastanti il quadrante maggiore e appare un corteo di apostoli (guidati da San Paolo), che chinano il capo verso il pubblico e poi rientrano.
A questo punto un gallo canta e l'orologio batte le ore. Le altre figure mobili del meccanismo sono: un turco che scuote la testa e rappresenta la lussuria, la vanità che si guarda allo specchio e la cupidigia, rappresentata dallo stereotipo medievale dell'usuraio ebreo.
La Torre delle polveri (Prasná brána), è un altro simbolo della città vecchia in stile tardo gotico boemo, si trova al margine dell'attuale zona pedonale. Originariamente, alla fine del XIII secolo, qui si trovava una delle tredici porte del sistema di fortificazione della Città Vecchia. Di qui partivano i cortei per l'incoronazione dei re boemi, che terminavano poi al Castello, davanti alla cattedrale di San Vito.
Il nome della Torre delle polveri risale alla fine del XVII secolo, quando venne utilizzata come magazzino per la polvere da sparo.
L'aspetto attuale risale invece alla fine del XIX secolo, quando fu ricostruita in stile neogotico. È alta 65 m e dal ballatoio si gode una bella vista della città.
Accanto alla Torre delle polveri si trova la Casa municipale della capitale Praga, costruita nel 1905. È uno degli edifici in stile liberty più belli della città e comprende una grande sala per concerti (Smetanova sín) e cinque sale minori per serate danzanti ed esposizioni,
un caffè, un ristorante e una taverna. Le decorazioni interne costituiscono uno dei maggiori esempi dell'arte figurativa dell'epoca.
Sulla piazza della Città Vecchia il lato all'angolo della via Celetná è caratterizzato dalla cattedrale gotica della Vergine Maria davanti al Tyn (Panna Marie pred Tynem), fondata nel 1365. Le due torri, alte 80 m, risalgono alla seconda metà del XV secolo.
La chiesa appartenne ai seguaci di Hus fino al 1621. Nel 1689 subì un grave incendio: per questo la volta che possiamo ammirare oggi è in stile barocco. Il timpano del portale nord, con il tema della Passione di Cristo, è del 1390 circa. All'interno si trova un pulpito gotico.
Nella navata destra sono collocati un fonte battesimale di stagno, sugli altari una Madonna gotica e la Crocifissione e nelle due navate laterali nicchie con sedili. Il tutto dell'inizio del XV secolo. Il baldacchino tardogotico di pietra è invece della fine del XV secolo.
Sugli altari laterali si possono ammirare pitture barocche di Karel *kréta del 1648-60. A destra, presso l'altare maggiore, vi è la tomba dell'astronomo danese Tycho Brahe, che trascorse gli ultimi anni di vita a Praga (1599-1601) al servizio dell'imperatore Rodolfo II.
Sul lato settentrionale della piazza si trova la Chiesa di San Nicola (sv. Mikulás), costruita nel suo aspetto attuale nel 1732 su progetto di K. I. Dientzenhofer. Fin dal secolo XII inquesto luogo sorgeva un tempio che svolse il ruolo di chiesa parrocchiale della città vecchia fino al XIV sec, allorchè fu portata a termine la chiesa di Tyn.
La chiesa nel tempo divenne un monastero benedettino per poi essere spogliato e abbandonato nel 1781, finchè durante la prima guerra mondiale fu usata da una guarnigione di stanza a Praga e il colonnello che la comandava approfittò dell'occasione per restaurarla conservando in parte gli originari addobbi interni. Dalla fine della guerra SAN NICOLA è il tempio della chiesa Hussita cecoslovacca e in estate vi si tengono moltissimi concerti.
La via Celetná, che unisce piazza della Repubblica a quella della Città Vecchia, è oggi interamente pedonale ed è una delle più antiche della città. Il suo nome deriva da calta, una specie di focaccia che si vendeva in questa via nel medioevo. Vi si trovano molti edifici storici, per lo più di origine gotica, su fondamenta spesso ancora più antiche, infatti nelle cantine dei suoi edifici sopravvivono le fondamenta di case romaniche e gotiche. Legate a questa strada sono anche molte delle storie di fantasmi della vecchia Praga: nelle notti tempestose vi si aggirerebbero lo spettro di un macellaio armato di mannaia e quello di una prostituta uccisa da un cappellano.
Nella via Celetná, venendo dalla piazza, si può girare a sinistra e raggiungere, attraverso un passaggio coperto, la via Malá Stupartská, in cui si trova la bella chiesa di San Giacomo (sv. Jakub) in stile gotico, fondata all'inizio del XIII secolo. Il suo aspetto attuale risale alla fine del XVII. L'interno dà un'impressione di maestosità con i 21 altari e pitture di grande valore. Sull'altare maggiore vi è una pala opera di V. V. Reiner del 1739 e nella navata sinistra la tomba barocca del conte Jan Václav Vratislav di Mitrovice nasconde un mistero, si dice, infatti, che il conte sia stato sepolto vivo poichè il suo cadavere fu rinvenuto seduto nel sepolcro.
Da 400 anni, a destra dell'entrata, è appeso l'avambraccio mummificato di un ladro che aveva tentato di rubare i gioielli della Madonna sull'altare maggiore, si dice che la vergine lo trattenne, tanto che il braccio dovette essere amputato. Grazie alla lunga navata la chiesa possiede un'acustica eccellente e si eseguono spesso concerti e messe cantate.
Dalla piazza parte, allungandosi fin verso il fiume, la maestosa via Parízská, con un insieme concatenato di edifici, per lo più in stile secessione. Nella vicina viuzza " U radnice" , nell'edificio pseudorinascimentale al n. 5 nacque nel 1883 lo scrittore Franz Kafka.
La Malé námestí (Piccola piazza) è una delle più antiche della Città Vecchia. È situata sul fianco occidentale del complesso municipale e nel XII secolo ospitava una colonia di mercanti franchi.
palazzo dei Medici
Attira l'attenzione soprattutto l'edificio neorinascimentale (1890) con il negozio di ferramenta U Rottu, chiamato anche U trí bílych ruzí ("Alle tre rose bianche"), situato al n. 3, che è di origine romanica. Sulla piazzetta si trovano anche altri edifici storici con nucleo romanico e portali gotici o graffiti rinascimentali. Al centro vi è la fontana a pozzo con griglia rinascimentale in ferro battuto del 1560. La
figura del leone è invece del secolo successivo
Teatro Palev
Il CASTELLO E I PRINCIPALI MONUMENTI CHE SONO RACCHIUSI TRA LE SUE MURA
La storia di Praga è strettamente legata alla storia del suo Castello, fondato dopo l'anno 880 dal principe Borivoj. Il complesso sorge in posizione dominante rispetto alla città e racchiude tra le sue mura un palazzo, tre chiese e un monastero, tutto ciò ne fece presto il centro del regno dei Premyslidi.
Venne ricostruito in stile rinascimentale dopo l'incendio del 1541 e visse la sua epoca di maggiore fioritura durante il regno di Carlo IV.
Ma è durante il regno di Rodolfo II che il complesso divenne un importante centro culturale e artistico.
Il re si interessava piuttosto all'arte, all'astrologia e all'alchimia che al governo delle sue terre e raccolse importanti collezioni d'arte e di curiosità varie dislocandole nella Sala spagnola e nella Galleria di Rodolfo, del resto già progettata a questo proposito Dopo la disfatta dell'insurrezione boema (1620) gli Asburgo lasciarono il Castello e si trasferirono a Vienna, trascorrendo a Praga solo brevi periodi. Dal 1918 è divenuto sede del Presidente della nuova Repubblica cecoslovacca (oggi della Repubblica Ceca) e da allora sono state condotte in modo sistematico ricerche archeologiche oltre a lavori di riadattamento.
Nonostante gli incendi e le invasioni il castello ha conservato al suo interno chiese, cappelle, sale e torri rappresentative di tutti i periodi storici attraversati, dagli splendori gotici della cattedrale di San Vito alle aggiunti rinascimentali di Rodolofo II. I cortili risalgono aglia nni 1753-75, quando l'intera zona fu ricostruita in stile tardo barocco e neoclassico.
Non perdetevi il suggestivo panorama che si apre dal parapetto della rampa, dalla parte di via Nerudova, un luogo particolarmente romantico al tramonto. Dalle antiche stalle del castello è stata ricavata nel 1965 una meravigliosa galleria che raccoglie le opere d'arte collezionate da Rodolfo II.
La collezione è molto ricca, benchè molti tesori furono trafugati dagli svedesi nel corso dell'invasione del 1648.
Oltre a molti importanti artisti cechi, la collezione è arricchita inoltre da opere di Rubens, Veronese, Tintoretto e tra i capolavori spiccano "la Fanciulla allo specchio" di Tiziano e "Nesso e Deianira" di Guido Reni.
Nella corso della visita alla galleria da non perdere sono i resti della prima chiesa del Castello, costruita nel IX secolo.
La cattedrale di San Vito è la maggiore chiesa di Praga, lunga 124 m e con un'ampiezza massima di 60. L'altezza delle volte è di 33 m, le torri della facciata raggiungono gli 82 m, mentre quella principale è alta quasi 100.
San Vito
Anticamente in questo luogo si trovava una rotonda costruita intorno al 926 e più tardi, nella seconda metà dell'XI secolo, una basilica romanica a tre navate. Nei sotterranei si possono vedere le fondamenta di entrambe le costruzioni.
La sua costruzione ebbe inizio nel 1344 per ordine di Carlo IV che chiamò un architetto da Avignone, ed in effetti l'edificio, con la corona di cappelle intorno al coro e il complesso sistema di contrafforti e di muri portanti, ricorda le cattedrali francesi.
Il movimento ussita interruppe i lavori per vari anni e solo alla metà del XVI secolo fu installata la punta rinascimentale sulla torre principale, mentre cento anni più tardi venne costruito il nuovo tetto barocco a cipolla.
La struttura attuale della cattedrale e in particolare la parte ovest, neogotica, è stata completata tra il 1873 e il 1929 da artisti contemporanei. famose sono le vetrate di Alphonse Mucha, artista del XX secolo, una delle quali rappresenta i santi Cirillo e Metodio.
La cattedrale di S. Vito è infatti un interessantissimo miscuglio di stili che testimoniano come per questi 700 anni, artisti ed architetti abbiano lavorato su di essa donandole ciascuno lo spirito del proprio tempo.
Visitarla significa ripercorrere un viaggio nel tempo, nell'arte e nella storia della città d'oro e significativo è il fatto che tutti i personaggi che hanno fatto la storia del paese sono sepolti tutti qui.
Dalla tomba di S. Giovanni Nepomuceno, realizzata in argento nel 1736, alla cappella di S. Venceslao, il giovane principe ucciso dal fratello nel 935, decorata da affreschi gotici, fino a Carlo IV e le sue quattro mogli (le cui spoglie riposano nella magnifica cripta) e Ferdinando I, morto nel 1564 e sepolto con la consorte e il figlio Massimiliano II nel mausoleo reale.
La gotica Cappella di San Venceslao (la prima cappella dopo il transetto), è la più importante della cattedrale.Fu costruita nel 1362-67 al posto della tomba di San Venceslao e divenne il centro per il culto del santo, osservato anche da Carlo IV, e quindi meta di tutti i visitatori della cattedrale.
Le pareti sono decorate da affreschi gotici con scene bibiliche e della vita del santo. La fascia inferiore delle pareti, sotto la cornice, è tempestata da più di 1300 pietre dure di provenienza locale (ametista, diaspro, calcedonio, corniola) incastonate nell'intonaco dorato, che riempiono gli spazi vuoti tra le pitture del ciclo della Passione di Cristo, opera di un maestro boemo del 1372-73.
Al di sopra delle arcate, all'interno della cattedrale, corre un triforio con ventuno busti della seconda metà del XIV secolo rappresentanti vari membri della famiglia di Carlo IV, arcivescovi praghesi, i capimastri e i due architetti autori dell'edificio. Nella parte più recente del ballatoio compaiono invece illustri personaggi del XX secolo che hanno preso parte al completamento e al restauro della cattedrale.
Il campanile principale ha una base gotica che raggiunge i 58 metri. Al primo piano vi è una campana rinascimentale, detta Sigismondo (1549), dal peso di 18 tonnellate e alta circa due metri. Al secondo piano si trovano le campane di Venceslao, Giovanni Battista e Giuseppe, sempre di epoca rinascimentale. L'orologio fu costruito a Magdeburgo nel 1597.
A fianco del campanile vi è l'ingresso d'onore alla cattedrale, detto Porta d'Oro, sovrastato da un mosaico del Giudizio universale (1370-71).
Al centro, in ginocchio, il committente Carlo IV con la moglie Elisabetta. Sull'inferriata i simboli dei dodici mesi (J. Horejc, 1954).
Uno dei monumenti più preziosi del Castello è il complesso con la basilica e il monastero di San Giorgio. La chiesa fu fondata all'inizio del X secolo dal principe Vratislao I e nel 973 vi fu annesso il primo monastero della storia boema, tenuto da monache benedettine, molte delle delle quali appartenevano alla famiglia reale.
L'aspetto attuale della basilica, con le due torri, risale a dopo l'incendio del 1142 ed è il risultato di un ampio restauro conservativo effettuato fra il XIX e il XX secolo e di alcuni interventi posteriori.
All'interno si trovano le tombe dei principi boemi Vratislao I, fondatore della chiesa, e Boleslao II. Sotto la scalinata a due rampe che conduce al coro c'è una cripta del XII secolo. Dalla metà del XVII vi si trovano le tombe delle badesse. A destra c'è la statua barocca di Santa Brigida, chiamata Vanitas. Pare sia stata scolpita all'inizio del XVII secolo da uno scalpellino italiano come penitenza per un atto di violenza da lui compiuto all'interno della chiesa. Sotto Giuseppe II il monastero fu soppresso nel 1782 e l'edificio trasformato in caserma. Negli anni Settanta è stato ristrutturato e ospita oggi una esposizione permanente di arte boema antica, dal gotico al barocco, parte costituente della Galleria Nazionale. Conserva anche splendidi dipinti di soggetto religioso del '300 quando la Boemia era uno dei più importanti centri della cultura europea.
piazza vicino al castello
La magica Praga è percorsa, all’interno del Castello da uno stretto e corto vicolo con piccole e pittoresche case che è diventato una delle maggiori attrattive della città: il vicolo d’oro.
Su uno dei lati si affacciano delle casette dai vivaci colori, fatte costruire da Rodolfo II verso la fine del 1500 per le 24 guardie del Castello.
Un secolo più tardi quasi tutte le piccole casette colorate erano abitate da un nutrito numero di orafi che le trasformarono in piccole case-bottega.
Secondo la leggenda, invece, queste piccole e anguste case, in alcune di queste non si può stare nemmeno in piedi tanto sono basse, sono state abitate dagli alchimisti impegnati nella ricerca della pietra filosofale per conto di Rodolfo II e da ciò deriva ilnome dato al vicolo.
In realtà gli alchimisti, realmente impegnati nella ricerca della pietra che trasforma i metalli in oro, vivevano poco più in la, nella Vikarska, una piccola strada che corre tra la cattedrale di S. Vito e la Torre delle Polveri.
Anche se non sapremo mai in realtà la vera origine del nome, questo stretto quanto colorato vicolo ha un fascino oggi ancor di più vivo grazie ai negozietti di piccola bigiotteria, i mimi che lo popolano ed al camminamento delle mura che ospita un interessanti negozio di riproduzioni medievali dove chiunque può trovare il suo elmo o spada. Al numero 22 il vicolo ospita un importante pezzo della storia di Praga: la casa in cui visse per un breve periodo Franz Kafka che proprio al Castello di Praga ha dedicato uno dei suoi più famosi romanzi.
Il Monastero di Strahov è un altra tappa imperdibile all'interno di una visita al castello. Quando fu fondato nel 1140 dai monaci premonstratensi, il monastero rivaleggiava, per dimensioni con la sede dei re cechi.
Questo ordine monastico poco conosciuto sorse proprio agli inizi del XII secolo per contrastare la Chiesa, accusata di essersi troppo allontanata dallo spirito evangelico, e riformarla dal suo interno.
La costruzione, detta anche montagna di Sion per la sua posizione collinare che ricorda Gerusalemme, inizialmente era abitata da pochi monaci che provenivano dai dintorni e che vivevano in piena autonomia dalla città, grazie ai ricchi orti situati all'interno del monastero, e delle ingegnose condotte dell'acqua che portavano il prezioso bene dalle sorgenti di Petrin direttamente al monastero.
Il complesso architettonico, come tutta la città la Praga, ha subito varie volte rimaneggiamenti: una prima volta nel 1258 in seguito ad un incendio, ed in seguito il monastero venne barrocchizzato perdendo parte del suo splendore gotico.
La famosa biblioteca, con la sala della filosofia e quella della teologia, ha più di 800 anni e benchè sia stata saccheggiata e distrutta dai molteplici invasori e di volta in volta restaurata nel corso dei secoli. è una delle più belle e più ricche della Boemia, custodisce oltre 150.000 volumi.
La sala della filosofia fu costruita nel 1782 per accogliere gli scaffali barocchi e i libri provenienti dal monastero di Louka in Moravia. Si caratterizza per gli affreschi del soffitto che illustrano l'allegoria della conoscenza della storia e ospita più di 50.000 volumi dedicati alla filosofia e alla storia, oltre che una copia dell'Enciclopedia di Diderot.
La sala della teologia, custodisce 16.000 volumi tra cui molte bibbie, 42 scriti dei padri della chiesa ed importanti lavori dei protagonisti della controriforma.
Tra le perle qui custodite vi è la Bibbia di Kralice, realizzata fra il 1579 ed il 1593, e l'evangelario di Strahov che risale al IX secolo. Gli stucchi e i dipinti alle pareti si ispirano all'amore per la sapienza.
Il quartiere ebraico di Praga, lo Josefov...una preziosa testimonianza storica
Popolato, sin dai tempi antichi, il quartiere ebraico di Praga, lo Josefov, si erge sulla parte più settentrionale della città, di fronte al Castello, sull'altra sponda della Moldava. Per secoli gli ebrei di
Praga vissero in difficili condizioni e dovettero sottostare a leggi discriminatorie. I cristiani li accusavano di appiccare incendi o di avvelenare pozzi e solo la salita al trono di Giuseppe II nel 1784,
portò a delle condizioni sociali e giuridiche accettabili, in suo onore il quartiere si chiamò Josefov.
Il quartiere divenne ufficialmente parte della città nel 1850 e nel 1890 venne quasi totalmente distrutto dalle opere di bonifica per risanare la precaria situazione igienica che costituiva un rischio per tutta la
città.
Già alla fine del XII secolo gli insediamenti ebraici costituivano un'isola collegata alla zona della piazza della Città vecchia. Nella propria "città" gli ebrei avevano istituito un governo autonomo e
costruito scuole e sinagoghe.
Il vecchio ghetto ora non esiste più, ma l'atmosfera magica del luogo permane nelle zone attorno alle sinagoghe e al vecchio cimitero: migliaia di lapidi ammassate l'una sull'altra in un'atmosfera spettrale
e surreale.
Fondato nel 1478, il cimitero ebraico di Praga è stato per oltre 300 anni l'unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Le dimensioni attuali sono all'incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe.
La densità di lapidi, tardogotiche, rinascimentali, barocche, l'una quasi contro l'altra, il silenzio del luogo e la scarsa illuminazione (le lapidi sono quasi tutte all'ombra) creano un'effetto unico con
un'aura spettrale.
Oggi si contano circa 12.000 lapidi, ma si ritiene che vi siano sepolti oltre 100.000 ebrei, l'ultima è quella di Moses Beck del 1787, più antica è quella di Avigdor Kara del 1439.
Tra i luoghi più importanti del cimitero: il sarcofago di Jehuda Liwa Ben Becalel, detto Rabbi Low (1520-1609) che è in assoluto la tomba più visitata, visto che secondo la leggenda lasciando biglietti o sassi sulla sua lapide si avverano i nostri più ardenti desideri.
La tomba di Hendela Bassevi, una delle più imponenti di tutto il cimitero, fatta costruire per la moglie del primo ebreo praghese elevato al rango nobiliare; ed infine la collinetta Nephele dove venivano
sepolti i bambini che non superavano l'anno di età.
Dal cimitero si può quindi accedere alla Sinagoga PINKAS (Pinkasova synagòga), fondata nella seconda metà del XV secolo dal rabbino Pinkas e ampliata nel 1535 dal suo pronipote. A quest'epoca risale la volta a rete della sala in stile tardogotico. L'ala sud e il matroneo furono aggiunti all'inizio del XVII secolo. Durante i secoli l'edificio è stato più volte ricostruito e gli scavi hanno portato alla luce moltissime testimonianze della vita del ghetto durante il Medioevo, tra cui un bagno rituale.
La sinagoga è oggi diventata un monumento agli Ebrei della Boemia e della Moravia uccisi dai nazisti, sui suoi muri all'interno sono scritti 77297 nomi, sono le vittime praghesi dell'olocausto.
Simbolo di questo quartiere è la Sinagoga vecchia-nuova (Staronová synagòga).
La visita alla sinagoga è un viaggio nella memoria, nella ricchezza culturale che la minoranza ebraica di Praga ha portato alla città. La sinagoga non è solo un luogo d'arte che custodisce preziosi tesori, ma
un luogo mistico ricco di leggende e meravigliose storie.
Costruita nel 1270 ed è attualmente la più antica d'Europa e uno dei primi edifici gotici di Praga.E' sopravvissuta agli incendi, al risanamento del quartiere, alle numerose persecuzioni e spesso gli
abitanti del quartiere hanno trovato rifugio tra le sue mura. Ancora oggi la sinagoga rappresenta il centro religioso degli Ebrei di Praga.
Il suo curioso nome, sinagoga vecchia-nuova , è dovuto al fatto che nei pressi di questa venne costruito un altro luogo di culto ebraico, poi distrutto. Da sinagoga nuova divenne quindi sinagoga vecchia, ma la distruzione della "nuovissima", la portò a conservare entrambi i nomi.
Alla fine del XIII secolo vi fu aggiunta la sala principale a due navate in stile gotico cistercense, con la volta a cinque nervature sostenuta da due pilastri centrali di forma ottagonale.
Al centro della sala vi è una griglia in ferro battuto della fine del XV secolo. Alla parete orientale è addossato il tabernacolo con il timpano originale in stile primo gotico decorato da rilievi rappresentanti
tralci di vite e grappoli d'uva.
Dal soffitto pendono lampadari in bronzo di vari periodi, comunque successivi al XVI secolo. I frontoni di mattoni, con la superficie divisa a pannelli, risalgono alla seconda metà del XV secolo.
Assolutamente da non perdere nel corso della visita è il seggio di Rabbi Low, sepolto nel vicino cimitero ebraico. Al capo della scuola talmudica di Praga, venivano attribuiti poteri magici. E' noto infatti che si ritenesse che nella soffitta della sinagoga, egli avesse creato dall'argilla il Golem, poi distrutto dallo stesso Rabbi Low perchè da fedele servitore, il mostro d'argilla si era trasformato in pericoloso ribelle.
Nella breve via Cervená (Rossa) si trova anche la Sinagoga Alta (Vysoka synagòga) costruita nella seconda metà del XVI secolo e originariamente parte del Municipio ebraico.
Alla fine del XVII è stata ampliata e la facciata attuale risale al XIX secolo. Oggi viene utilizzata come sala espositiva dei tessuti sacri del Museo ebraico e si possono ancora ammirare gli stucchi e le volte
rinascimentali originali.
Seguendo la via U starého hrbitova (All'antico Cimitero) si raggiunge la Sinagoga Klausen (Klausova synagòga), eretta in stile barocco alla fine del XVII secolo e rinnovata nel 1884. Il suo nome deriva dalla parola klause che indicava edifici minori, oratori e scuole del Talmud che un tempo sorgevano in questo stesso luogo. Oggi ospita un'esposizione di manoscritti ebraici e antiche stampe del Museo ebraico.
teatro Nazionale
piazza Stare Mesto
San Nicola
Ex comune
Il piccolo Quartiere, detto Malá Strana, la zona più ricca di splendidi palazzi e antiche case.
Il piccolo Quartiere noto anche come Malá Strana, è la zona di Praga meno toccata dal passato più recente, qui l'attività edilizia si è fermata alla fine del '700 e per questo la zona è ricca di splendidi
palazzi e antiche case dalle belle insegne. Fondato nel 1257, si estende sulle pendici della collina del Castello e offre stupende vedute della città Vecchia al di là del fiume.
Il centro del quartiere è sempre stata la sia piazza: Malostranské námestí (piazza di Malá Strana) con una serie di interessanti edifici rinascimentali e barocchi che hanno corservato il carattere originale di
un tempo. Già in tempi antichi la piazza era divisa in una parte inferiore, in cui oggi passa il tram, e una superiore, dominata dalla chiesa di San Nicola, detta anche Vlasské námestí (piazza Italiana) la cui cupola e il campanile dominano il Piccolo Quartiere.
L'architettura barocca mette ancora più in risalto questa divisione. La chiesa di San Nicola (sv. Mikulás), capolavoro del barocco praghese, venne iniziata nei primi anni del XVIII secolo.
L'opera durò sessant'anni e vi presero parte i migliori architetti dell'epoca: Christoph e suo figlio Ignaz, che progettò anche l'interno.
Il grandioso affresco del soffitto raffigura la vita di San Nicola ed è fra i più grandi d'Europa (opera di J. L. Kracker). Prezioso è il pulpito del 1765 realaizzato da Richard e Peter Prachner ed è riccamente
decorato con cherubini dorati.
Un affresco di Santa Cecilia, patrona della musica domina il grandioso organo del 1746, che nel 1787 fu suonato anche da Mozart.
Nell'angolo inferiore a destra della piazza si trova il Municipio di Malá Strana, oggi noto piuttosto come Malostranská beseda, un edificio rinascimentale del 1617-22.
Nella piazza vi si trova la chiesa di San Tommaso, costruita tra la fine del XIII secolo e la fine del successivo insieme al monastero degli agostiniani e alla birreria. La chiesa fu più volte ricostruita e
l'aspetto attuale risale al 1723. Sull'altare maggiore ci sono due pitture di Rubens del 1637: San Tommaso e Sant'Agostino, copie i cui originali si trovano alla Galleria Nazionale. Al n. 12, viz è la
birreria con giardino U Tomase ("Da Tommaso"), fondata nel 1358 dai frati agostiniani che ottenero l'esclusiva della fornitura di birra al castello. Nei suoi sotterranei ci sono tre sale, la più suggestiva delle
quali è quella chiamata "Cave", arredata in stile medioevale e potrete bere una birra scura prodotta appositamente per questo locale. Sempre nella piazza si trova il Palazzo e il giardino Wallenstein, il
primo grande edificio laico costruito a Praga in stile barocco, fatto edificare dal generalissimo imperiale Alberto di Wallenstein, con tutto lo sfarzo di una corte reale. Per costruirlo fu necessario abbattere 23 case, tre giardini e il forno di mattoni della città. All'interno del palazzo domina la grandiosa sala principale a doppia altezza e con il soffitto decorato da un affresco che raffigura Alberto di Wallenstein come Marte, dio della guerra, sul carro trionfale.
Nelle altre sale si trovano molti arazzi fiamminghi. Il palazzo è oggi sede del Ministero della Cultura e vi si tengono moltissimi concerti. I giardini furono allestiti nel XVI secolo, sotto l'influenza dei modelli italiani e sono arricchiti da una fontana, da diverse statue di bronzo, da una grotta con finte stalattiti e da un padiglione con affreschi raffiguranti scene della leggenda degli argonauti. La via principale che dalla piazza di Malá Strana sale verso il Castello è via Nerudova, una stretta e pittoresca strada che prende il nome dal poeta e giornalista Jan Neruda (1834-1891), che visse qui al n. 47 e scrisse molte novelle ambientate in questa parte di Praga. Molti palazzi sono decorati da insegne per lo più di epoca barocca, alcune di pietra, altre di stucco o dipinte sull'intonaco, altre ancora di metallo o di legno. Si riferiscono in genere al mestiere dell'originario abitante del palazzo, alla sua posizione sociale, al suo
santo patrono, a un fatto accaduto o ad una leggenda collegata con l'edificio. In altri casi invece il proprietario ha acquisito il nome dell'insegna stessa.
Fra i palazzi più notevoli della via citiamo il Palazzo Morzin, oggi Ambasciata rumena, uno degli esempi più significativi del barocco praghese costruito all'inizio del XVIII secolo. Il balcone è sostenuto da cariatidi che rappresentano due Mori (un gioco di parole con il nome Morzin), sui portali vi sono i busti allegorici del Giorno e della Notte, sull'attico le raffigurazioni delle quattro parti del mondo. In una strada così importante come la Nerudova non possono mancare le osterie, che hanno segnato non poco la storia di Malá Strana. Tali sono U kocoura (n. 2, "al Gatto") oppure U Bonaparta (n. 29, "Da Bonaparte").
Nella Casa U trí houslicek (n. 12, "Ai Tre Violini") si trova oggi una tipica vinárna, mentre nel 1667 vi si trovava la scuola del liutaio Otto. Anche due secoli dopo la casa era abitata da liutai, fra i quali Tomas Edlinger.
Il ponte Carlo è uno dei simboli più noti della città d'oro e collega il piccolo quartiere con la città vecchia.
Fu commissionato nel 1357 da Carlo IV per sostituire il ponte Giuditta ed è stato fino al 1741 l'unico ponte sulla Moldava. E' lungo 520 metri e si dice che i blocchi di arenaria siano stati rinforzati aggiungendo delle uova all'impasto. In origine l'unica decorazione del ponte era una semplice croce, nota anche per un aneddoto: le parole dorate "Santo, Santo, Santo Signore" furono pagate da un ebreo come punizione per una frase blasfema. La prima statua, quella di S. Giovanni Nepomuceno, venne posata nel 1683 ispirandosi alle sculture di Bernini sul ponte Sant'Angelo di Roma.
Tuttavia l'aspetto attuale del ponte è da far risalire ai primi anni del 1700, quando per la prima volta vengono collocate su di esso 21 statue raffiguranti altrettanti santi.
La collezione si è andata arricchendo negli anni fino al 1938 con l'inserimento delle statue dei Santi Cirillo e Metodio.
Gli originali di queste sculture non si trovano più sul ponte; ragioni legate al rischio di danneggiamento e al naturale deterioramento hanno portato la sovraintendenza alle belle arti a decidere di spostarle al
Museo Nazionale. Oggi il Ponte Carlo è il paradiso dei piccoli artigiani e degli studenti di pittura che, dopo che il ponte è stato trasformato in isola pedonale, lo colorano con le loro bancarelle vendendo piccoli oggetti di artigianato locale, o acquarelli che ritraggono Praga dai più svariati punti di vista.
Da non perdere è la visita alle torri gotiche che si trovano alle entrate del ponte. La torre che si trova dal verso la città Vecchia, risale alla fine del '300 ed era stata progettata per essere parte integrante delle sue fortificazioni. La vista che si gode dalla galleria panoramica è davvero una delle più romantiche della città.
Dal lato di Malá Strana vi sono due torri, la più piccola delle quali faceva già parte delle fortificazioni romaniche del ponte di Giuditta alla fine del XII secolo ed è quindi uno dei più antichi monumenti
praghesi, anche se la veste attuale è posteriore, per essere precisi rinascimentale, e risale alla fine del XVI secolo. Nella seconda metà del XV secolo fu costruita la torre, più alta, che doveva corrispondere a quella all'estremità opposta al ponte. La porta merlata, inserita fra le due torri è detta Malostranská brána e fu costruita all'inizio del XV secolo.
Il Caffè Savoy
Era un piccolo e misero caffè ai margini del ghetto ebraico. Qui nel 1911-1912 si tennero le rappresentazioni di una compagnia di attori di teatro yiddisch, tra cui Isak Löwy, di cui Kafka divenne grande amico.
Il Caffè Arco
Era il luogo d'incontro del gruppo di autori di lingua tedesca che si raccoglieva intorno a Franz Werfel (tra cui Willy Haas e lo scrittore e pittore Alfred Kubin) che qui, dopo i primi successi, leggeva le sue opere. Lo frequentarono anche Ernst Pollak, Milena Jesenská, Johannes Urzidil, Otto Pick, Max Brod, Oskar Baum e, saltuariamente, Franz Kafka. Qui egli fece nel 1912 conoscenza con Rudolf Fuchs.
Il Caffè Union
Era forse il caffè più noto di Praga, punto d'incontro di intellettuali di lingua ceca. L'intero edificio non esiste più.
Il Caffè Louvre
Era
ed è un caffè centrale ed elegante. Vi si incontrava un gruppo che si
interessava alla filosofia di Franz Brentano. Il gruppo fu frequentato
inizialmente anche da Max Brod e Franz Kafka, che in seguito frequentarono il
caffè solo per i loro incontri personali e reciproche letture.
Il Caffè Edison
Prese
questo nome in seguito ad una visita di Edison in viaggio a Praga. Qui
occasionalmente si incontravano Kafka e Urzidil.
La Taverna Toscana
Male namesti, 11
www.tavernatoscana.cz
Restaurant la Perle de Prague
Tancici dum Rasinovo Nabrezi, 80
è situato al 7 piano della fanosa csa danzante, si gode una bellissima vista sulc astellom la collina di Petrin www.leperle.cz
Ristorante itrpifi di Praga con annessa birreria pub tipico Strada laterale a sinsitra di piazza Venceslao
Vodickova, 20 www.npivovar.cz
Per i nostralgici del biliardo
Cafe louvre narodni Trida, 20 la strada che porta al teatro nazionale
L'antica città mineraria di Kutná Hora costituisce una buona meta per un'escursione fuori Praga. Nel breve giro di un'ora potrete fuggire dalla folla di Praga e godervi la bellezza di questa cittadina ceca dal grande passato. Nel XIII secolo fu scoperta una vena d'argento ed alcuni anni più tardi venne qui fondata la zecca della corona boema.
La città era famosa per il conio dei groschen (grossi praghesi) e divenne la seconda città per importanza nel regno di Boemia. Due luoghi da non perdere sono la cattedrale gotica di Santa Barbara e l'antica zecca reale.
Nel vicino sobborgo di Sedlec troverete l'ossario che raccoglie le ossa di oltre 40.000 persone foggiate in combinazioni di campane e candelabri.
Kutna Hora
ALCUNE FAVOLE
La principessa Libussa
è considerata la fondatrice della città, perchè ne predisse la nascita e il futuro splendore. Le diede il nome Prah (soglia) perchè ebbe la visione di un uomo che tracciava la soglia della sua casa.
Il Golem
è la leggenda più nota, retaggio della Praga ebraica. Si tratta di un fantoccio d'argilla destinato a difendere gli ebrei dalle persecuzioni, che secondo la leggenda sarebbe stato creato dal Rabbi Jehuda Löw bar Bezalel nel '500. Ricalca un principio della mistica ebraica, secondo cui il mondo e la vita sono emanazione del nome divino - il Golem nella
storia.
Il Dottor Faust
al numero 40-41 di Karlovo namesti c'è la casa in cui secondo la leggenda visse Faust, conducendovi i suoi studi di alchimia. Di certo vi abitò il mago Edward Kelley ai tempi di Rodolfo II. La casa avrebbe una maledizione. Uno studente che vi abitò sparì, e nella casa si trovò un foro nel tetto: allo stesso modo era stato rapito Faust dal diavolo, in seguito al patto con cui aveva avuto da lui il dono dell'eterna giovinezza.
I vodník
sono folletti delle acque, che vivono nella Moldava. La tradizione li rappresenta vestiti di verde, come le piante acquatiche e le alghe, con un berretto rosso. Ognuno ha la sua zona, il suo ponte. Talora maligni talora benevoli cercano di fare amicizia e di integrarsi con gli abitanti della zona, anche se la loro principale attività è quella di
trascinare sul fondo le anime di coloro che cadono o annegano nel fiume, dove le conservano dentro vecchie pentole.
Nella versione di Frantisek Langer ("Leggende praghesi"), il medico-scrittore fratello di Jirí Langer, esistevano nella Vltava (Moldava) tre vodník, uno a Kampa, uno uno alla rupe di Vysehrad, uno a Na Frantisku. Tutti e tre avevano rapporti problematici con la popolazione locale ma solo il terzo soffriva di solitudine, e anche per il poco lavoro (= pochi annegati in quella zona). Così si era dato alla lettura, e aveva allestito una grande biblioteca subacquea in mezzo a pesci e alghe.
Il Ponte Carlo
essendo il ponte più importante della città, e carico di storia, ha dato origine a numerose leggende. Secondo una di queste le sue statue sarebbero dei "protettori di pietra" (dal titolo dell'omonimo racconto di F. Langer), e proteggerebbero i neonati dell'isola di Kampa, accompagnandoli per tutta la vita - questo in cambio delle cure ricevute per la loro conservazione.
Sempre Langer ("Leggende praghesi") riferisce la leggenda della spada di San Venceslao, che era infissa nelle mura del ponte a protezione della città. Se vi fosse stata un'invasione San Venceslao l'avrebbe brandita, decapitando tutti i nemici con un semplice grido. Ma dei bambini se ne impossessarono, e da allora è introvabile. Per questo si dice che i
bambini hanno in mano il futuro del paese.
San Giovanni Nepomuceto
visse nel '300 alla corte di Venceslao IV, e si dice che fu fatto uccidere dal sovrano per essersi rifiutato di svelare i segreti di confessione di sua moglie. E' sepolto nel Duomo di San Vito, e una sua statua è sul Ponte Carlo, da cui venne gettato nel fiume. In quel punto esatto sul parapetto del ponte si trova una croce d'oro, toccando la quale si avverano i desideri.
Sinagoga Vecchio-Nuova
nelle sue fondamenta vi sarebbero delle pietre provenienti dal Tempio di Gerusalemme, portate in volo dagli angeli.
Il ghetto ebraico
Il vecchio ghetto vide la sua fioritura alla fine del '500 durante il regno di Rodolfo II, grazie alla sua politica tollerante e illuminata.
Dopo vicende di ogni genere fu "risanato", cioè definitivamente abbattuto a partire dal 1893, quando si diede inizio alla costruzione di quartieri più moderni secondo un piano urbanistico che ne avrebbe stravolto la struttura. Nelle sue stradine strette, nei suoi sottopassaggi, nelle sua casupole la fantasia popolare immaginò un'umanità misera ed emarginata, un'esistenza torbida spesso al limite della legge, presenze fantasmatiche ed esoteriche, che fornirono
materiale agli scrittori. Un ambiente del genere diede adito a numerose leggende. Tra queste la presenza del Golem, che, nella versione di Meyrink, si aggirava per le sue strade spaventando gli abitanti e assumendo le forme più diverse.
Simona Dragoni