Portogallo on the road
Diario di viaggio 2005
Eccoci in partenza per una nuova avventura, sono le 4 del mattino di venerdì 17 giugno (ma porta sfiga?), il tempo di connettere e di caricare i bagagli in macchina e si parte alla volta di Nizza. Alle 6:40 ci imbarchiamo su un ATR42 alla volta di Milano Malpensa dove atterriamo dopo circa 75 minuti di volo…. ma non dovevamo andare a Lisbona ?!?… sì, ma passiamo da Milano e lì cambiamo aereo perché Alitalia non ha il volo diretto e la tariffa era molto interessante (198 € a testa a/r). Alle 9:50 decolliamo alla volta di Lisbona dove atterriamo dopo circa 2 ore e mezza. Il viaggio è buono e Monica non sembra risentire minimamente dell’aereo benché sia al 5° mese di gravidanza. Sono le 11 e mezza ora locale (meno una), recuperiamo i bagagli e usciamo dall’aeroporto in cerca dell’autobus 22 per raggiungere il Residencial Estoril che abbiamo prenotato via internet sul sito www.atrapalo.com, speriamo bene…..ma che caldo fa!…. cerchiamo invano un po’ di ombra…. per fortuna il bus arriva quasi subito ed è comodissimo: l’hotel è vicinissimo alla fermata e anche alla stazione del metrò! Saliamo ma ci dicono che la camera non è ancora pronta e allora lasciamo i bagagli, facciamo la carta Siete Colinas (3 € al giorno per tutti i mezzi di trasporto) e ci prendiamo un primo assaggio di Lisbona.
Con la metropolitana scendiamo in centro al Rossio e poi passeggiamo senza meta, cercando di cominciare a capire qualcosa di questa città e dei suoi abitanti. Il primo impatto è molto buono: ci sono grandi spazi, il vecchio e il nuovo si confondono in un connubio perfetto, la gente per le strade ha un non so che di famigliare.
Intanto è anche arrivata l’ora di mangiare, ci fermiamo alla Adega Regional da Beira nella Baixa, un ristorantino senza infamia e senza lode dove ci togliamo la fame con 23 €. Triste capitolo quello del mangiare all’estero per noi italiani… siamo partiti con l’idea che avremo mangiato tanto tanto pesce a poco prezzo…. In effetti il pesce lo cucinano sì, ma quasi solo BACALHAU…. con patate! Tra l’altro… bisogna stare attenti perché qui usano mettere in tavola, senza averli ordinati, dei piattini dove generalmente sono dei paté, del burro, delle olive, a volte del formaggio con dei salumi, e che verranno comunque addebitati a meno di non essere più veloci del cameriere nel respingere la loro planata sul tavolo… buffi questi portoghesi!
Si
è fatta ora di prendere possesso della stanza e torniamo in hotel a metà
pomeriggio. La camera è discreta, ha un bel bagno, la tv, il frigo bar e
soprattutto è pulita ed economicissima: 27 € a notte per la doppia,
incredibile. Facciamo un pisolino ristoratore, una doccia e usciamo un po’
frastornati dal sonno. Torniamo nella Baixa a fare quattro passi, saliamo
sull’Elevador de Santa Justa e ammiriamo il panorama di Lisbona
centro dall’alto, è un vero spettacolo! Lisbona ha di bello che tu la puoi
guardare da ogni dove dall’alto… ad un certo punto prendi un ascensore o un
elevador e ti godi lo spettacolo, magari sorseggiando una tazza di caffè. La
sera ci fermiamo a cenare in un ristorante in una via pedonale piena di locali a
poca distanza da dove abbiamo pranzato. Mangiamo abbastanza bene, meglio del
mezzogiorno (nonostante il locale questa volta non fosse raccomandato dalla
nostra guida!) e a meno prezzo dopodiché, il tempo di una passeggiata e ci
assale la stanchezza per la levataccia e il viaggio, torniamo in hotel e andiamo
a dormire. Domattina sveglia presto e cominciamo la visita della città. [sabato
18 giugno] La notte non è stata molto tranquilla, in hotel c’è stato
chiasso… decidiamo di riparare andando a fare colazione in una pasticceria..
si dice che qui i dolci siano la fine del mondo e noi siamo entrambi
golosissimi… ne abbiamo vista una proprio vicino alla fermata del Metrò…
facciamo una buona colazione a base di paste e cappuccino per una cifra ridicola
rispetto all’Italia…. Poco più di due euro!… in due naturalmente. Oggi
prendiamo la metropolitana e scendiamo al Rossio per visitare le rovine del Convento
do Carmo. È molto bello. Praticamente si tratta di una grande chiesa
gotica, distrutta dal terremoto del 1755, ad eccezione della sua struttura
portante, che si staglia verso il cielo in un contrasto di luci e di colori.
Percorriamo a piedi il Barrio Alto che scopriamo essere pieno di locali
notturni. Sembra esserci stata una “battaglia”: ovunque ci sono cumuli di
bottiglie vuote e bicchieri rovesciati. Forse qui la serata di punta è il
venerdì e allora ci spieghiamo anche il casino in hotel. Ci incamminiamo quindi
verso uno degli innumerevoli punti panoramici di Lisbona: Sao Pedro da
Alcantara, qui ci sono dei giardini e una terrazza da cui si gode una vista
stupenda della città e della collina di fronte, con il castello e l’Alfama.
Per scendere di nuovo nella Baixa utilizziamo l’Elevador da Gloria e
proseguiamo con un piccolo autobus alla volta del Castelo de Sao Jorge.
Il castello sorge sulla cima di una collina dalla quale si gode un panorama
fantastico della città, in pratica ci troviamo dalla parte opposta del punto
panoramico dove eravamo prima. Gironzoliamo un po’ nei dintorni del castello e
facciamo un po’ di fotografie. A parte le rovine qui non c’è molto da
vedere; decidiamo di comprare alcuni oggetti di artigianato in un negozio nei
paraggi e poi scendiamo di nuovo in Praca da Figueras. Da li prendiamo una linea
di metropolitana leggera (il 15) con aria condizionata per andare a Belem.
Rimaniamo una volta di più sconcertati dalla modernità e dall’efficienza dei
mezzi di trasporto portoghesi. In
Italia,
o almeno dove stiamo noi, siamo mille anni luce lontani. La cosa straordinaria
è che qui si sposano in un perfetto ed originale connubio ambientazioni
futuristiche ad atmosfere retrò e questo conferisce a Lisbona ma al Portogallo
in generale un fascino speciale. Il viaggio dura una ventina di minuti e si
passa sotto il gigantesco ponte 25 de Abril. Scendiamo e ci dirigiamo la famosa
torre simbolo di Lisbona. L’edificio è molto caratteristico, costruito
nell’onnipresente stile manuelino. Leggiamo che una volta si trovava in mare e
serviva a controllare l’accesso al porto, ora la linea costiera si trova molto
più a sud e la torre è finita in mezzo al fiume Tejo. La seconda tappa di
Belem è il Monastero dos Jeronimos, una stupenda costruzione in stile
manuelino eretta per glorificare Vasco da Gama e le sue imprese. Infine è la
volta della rinomatissima Pasteis de Belem per assaggiare le famose paste
e per una siesta. I pasticcini con la crema tiepida alla cannella sono veramente
uno spettacolo, peccato che non si conservino a lungo e quindi non si possano
trasportare. Siamo “costretti” a fare un secondo giro prima di andare.
Torniamo
in città con il tram e rientriamo in hotel. Questa sera andiamo a mangiare
all’Alfama, abbiamo già fatto una veloce puntatina e abbiamo visto molti
locali interessanti tra i quali alcuni che offrono anche lo spettacolo di Fado.
Dicono che sia meglio non addentrarsi nel quartiere la sera ma a noi non pare
pericoloso, anzi! Credo che sia il posto che di Lisbona in assoluto ci è
piaciuto di più… c’è molto folklore, musica che si diffonde da ogni dove.
I cantanti di fado sono tragici e passionali.
Purtroppo dove volevamo andare non c’è posto, proveremo domani sera.
Entriamo nel ristorante di fronte, il Mamequer Bemmequer, un posticino
carino dove mangiamo discretamente con 20 euro. Facciamo una passeggiata nell’Alfama
dove è in pieno svolgimento la Festa en Lisboa, una specie di sagra che
interessa una vasta area del quartiere dove vengono allestite cucine per
arrostire le sardine e la carne di porco e palchetti per le danze. Siamo stanchi
per la giornata e torniamo in hotel a fare la nanna. [domenica 19 giugno] Per
colazione dobbiamo cambiare pasticceria, la nostra preferita è infatti chiusa
alla domenica, prendiamo un bus e arriviamo al Museo Nacional do Azulejo.
Siamo un po’ in anticipo e dobbiamo aspettare che apra, oggi tra le altre cose
la visita è gratuita. Il museo è molto grande e bello, ci sono azulejos di
tutte le epoche, dal XV al XX secolo con una sezione sulle tecniche con le quali
si realizzano le piastrelline colorate. È un trionfo di colori anche se quelle
che ci piacciono di più sono le classiche azzurre del XIX secolo. Andiamo al
quartiere della Graca dopo avere visto la facciata della stravagante Casa dos
Bicos. Andiamo a vedere la Igreja de Sao Vincente de Fora dove c’e un bel
museo e una terrazza dalla quale si gode una vista superba del Tejo. Continuiamo
a piedi e arriviamo al Panteao Nacional, una immensa costruzione che
celebra le glorie nazionali. Anche qui al panteao si potrebbe salire sulla
cupola ma l’ascensore è rotto e 700 scalini, con Monica incinta, sono
sconsigliabili! E poi qui a Lisbona si muore dal caldo… mamma mia !?? Monica
durante il giorno si trascina lenta e alla sera ha le gambe e i piedi stile
“stracotto. Il pomeriggio decidiamo di impiegarlo nella visita del Parcque
das Nacoes. Prendiamo la metropolitana e in una ventina di minuti arriviamo
in questa parte della città modernissima dove si è svolto l’Expo del 1998.
La vista dell’insieme è gradevole anche se un po’ troppo avveniristica per
soddisfare il nostro gusto estetico. Gironzoliamo un po’ anche qui sotto un
caldo feroce e decidiamo di prendere la teleferica per una vista dall’alto
(decisione quanto mai infausta!! ). Il panorama è bello ma la funivia è tipo
“piste da sci” con le cabine chiuse…. Non c’è aria, il sole si riflette
sui vetri e il caldo arriva a punte insopportabili… Monica sta per sentirsi
male… non appena scendiamo andiamo a rifocillarci in uno dei numerosi bar
della zona. Un occhiata veloce nel centro commerciale Vasco da Gama e torniamo
in centro. Facciamo un giro con il caratteristico tram 28 in entrambe le
direzioni (un viaggio su questo mezzo così caratteristico è da non perdere! si
abbarbica in luoghi inimmaginabili e peraltro attraversa tutta la città e può
essere un’ottima alternativa alle gambe, quando troppo stanche per reggersi in
piedi). Andiamo a prendere l’Elevador da Bica perché è
l’ultimo che ci manca! Poi li abbiamo presi tutti… abbiamo un debole per
questi mezzi. Torniamo per cena con Fado nell’Alfama, al famoso ristorante A
Baiuca. Questa volta abbiamo
prenotato. Mangiamo bene e accompagnati dal Fado. Il ristorante è piccolo e
pienissimo. Si alternano al canto diverse persone (tutti uomini!…) tra cui il
proprietario, il cameriere e una persona che pare di passaggio. Durante le
esibizioni gli avventori devono stare in religioso silenzio. Una bella
esperienza anche se il Fado è molto triste e struggente… abbiamo pensato di
abbinarlo alla cena proprio perché non avevamo voglia di “struggerci” in
vacanza! Abbiamo speso 42 euro… molto per Lisbona, ma la musica era inclusa
nel prezzo. Rientriamo in hotel abbastanza presto, domani si parte alla volta
del nord (Porto) con la macchina. [lunedì 20 giugno] Ci alziamo
abbastanza presto e, con il bus 22, andiamo all’agenzia della Hertz a ritirare
la nostra macchina. Dopo avere sbrigato le formalità prendiamo possesso di una
Yaris Grigia e cerchiamo di uscire da Lisbona in direzione Porto. Il traffico è
scorrevole e imbocchiamo subito l’autostrada. Il viaggio di 300 Km dura circa
3 ore. Le regioni che attraversiamo ci mostrano panorami anche molto diversi tra
loro. Notiamo anche quello che resta dello spaventoso incendio che devastò il
Portogallo l’anno scorso. Arriviamo a Porto nel primo pomeriggio e
cerchiamo subito una stanza. Abbiamo la macchina e parcheggiare non sembra molto
facile, tutti i posti sono a pagamento e la circolazione appare molto caotica.
Adocchiamo una strada tranquilla in cui peraltro sembrano esserci anche una
serie di pensioncine carine. Chiediamo alla Pensao Brasilia se hanno
posto: c’è solo una suite disponibile. La vediamo e ne rimaniamo estasiati.
Ci chiedono 50 euro (con garage), è molto per gli standard di qui ma ci diciamo
che siamo in vacanza e che tutto sommato una camera così a questo prezzo non ci
capiterà mai più e quindi la prendiamo! ne vale veramente la pena:
l’appartamento è grandissimo, ci sono più ambienti, televisioni, il frigo,
l’aria condizionata e un enorme bagno in marmo anni ‘50 con una
vasca
gigantesca e bellissima. Usciamo quasi subito e andiamo in centro per uno
spuntino e cominciamo a farci un’idea della città. Il tempo è grigio, siamo
passati dal caldo opprimente di Lisbona al fresco uggioso di Porto, sarà anche
per questo che la città ci appare tetra e poco ospitale. Abbiamo però letto
che bisognerebbe fermarsi più giorni per capirla ed apprezzarla. Scendiamo a
piedi verso la Ribeira, questo famoso lungo fiume su cui si affacciamo
tutte le cantine di Porto. La zona del lungo Douro è molto caratteristica per
il susseguirsi di costruzioni strette, alte e colorate, sembra una zona molto
viva con molti locali e ristorantini. Da qui si vede molto bene l’altra sponda
del fiume con la distesa di cantine che sembrano fare a gara a chi ha
l’insegna più grande. Lungo il fiume sono attraccate, o trasportano turisti,
le belle e famose barche che una volta trasportavano i barili di porto dalle
valli del Douro per l’affinazione. Attraversiamo il monumentale ponte Dom
Luis I, che però è in restauro (sigth!) e ci troviamo a Vila Nova de
Gaia (si perché in realtà il porto viene prodotto in questa cittadina).
Seguiamo il consiglio della LP e ci dirigiamo alla cantina Taylor’s che pare
essere una delle più antiche e belle da visitare. Peccato che sia anche la più
arrampicata sulla collina, infatti arriviamo lingua penzoloni all’ingresso. La
tenuta è molto bella e restaurata da poco, ma la visita si rivela piuttosto
breve, vediamo le cantine di affinazione e delle botticelle di porto che
risalgono agli anni ’40. Segue una degustazione in una bellissima sala dove
incontriamo degli italiani con i quali scambiamo qualche parola sul Portogallo e
poi facciamo un po’ di acquisti nello spaccio della cantina. Rientriamo in
albergo per un riposino e poi decidiamo di andare a cena alla Ribeira con la
macchina, visto che Porto è abbastanza incasinata come mezzi pubblici… dalla
cantina non siamo stati capaci di prendere un mezzo che ci potesse riportare
alla pensione… Monica ha quasi avuto una crisi isterica! Mangiamo bene al Postino
do Carvao (non avevamo mai assaggiato il polpo fritto) con 31 euro e, dopo
una passeggiata sul lungofiume, torniamo alla pensione. [martedì 21 giugno] Partiamo
alla volta di Amarante per vedere un po’ l’interno della regione del
Douro e andare a visitare questo piccolo borgo così decantato sulla guida. Dopo
circa un’ora di strada arriviamo in questo borgo molto piccolo e particolare,
in poco tempo lo si gira tutto e sinceramente, benché caratteristico e ben
tenuto, non è che ci faccia impazzire. Il programma prevede di tornare a Porto
in autostrada e proseguire per Coimbra, scartiamo l’alternativa di
percorrere le strade interne passando da Villa Real e Lamego perché valutiamo
che ci vorrebbero troppe ore e come sempre abbiamo il tempo contato. Arriviamo a
Coimbra nel pomeriggio e prendiamo una camera alla Pensao Residencial
Larbelo, un posto carino, pulito e molto centrale, si trova infatti
all’inizio della zona pedonale. Scarichiamo i bagagli e portiamo la macchina
al di la del ponte dove c’è un grande parcheggio libero. Anche a Coimbra
infatti la circolazione è abbastanza difficile, c’è molto traffico e i
parcheggi quasi tutti a pagamento. Fa abbastanza caldo e quindi ci riposiamo un
po’ al fresco della camera prima di uscire a fare una passeggiata per prendere
un po’ di confidenza con questa cittadina. Ci appare subito come un luogo
molto accogliente, con molta gente per strada e molti giovani forse per via
della famosa Università. Gironzoliamo un po’
nella
zona pedonale e poi ci sediamo a prendere un gelato in un bar. Alla sera ceniamo
discretamente con 21 euro e andiamo a dormire presto: domattina vogliamo
sfruttare le ore più fresche per visitare la città. [mercoledì 22 giugno] Di
buon mattino saliamo le ripide scalinate che portano alla città alta e più
vecchia dove ha sede l’antica università. Dallo spiazzo centrale si gode una
bellissima vista sul fiume e sulla città sottostante. Facciamo il biglietto
globale e entriamo nella Capela de Sao Miguel che custodisce un grande
organo barocco e ha le pareti interamente coperte da azulejos stupendi. Poi
visitiamo la sontuosa biblioteca, una grande costruzione con più di 300.000
volumi tutta decorata, intagliata, dorata ed affrescata, un vero spettacolo per
gli occhi. Monica guarda se vede i pipistrelli… dicono che lo stato di
conservazione dei libri è stato reso possibile nel tempo dalla presenza di
questi spregevoli animaletti che si ciberebbero di quelli “divoratori” di
carta…. Non vede niente altrimenti ne avremmo sentite le grida! Infine
visitiamo le sale della vecchia università che oggi vengono usate per le
cerimonie ufficiali. Usciamo dal complesso e gironzoliamo un po’ nella parte
alta della città tra le facoltà universitarie e vediamo anche le molte case di
universitari con insegne, bandiere, graffiti, scritte di protesta…. Vediamo
una tazza del gabinetto sul un cancello d’entrata e un manichino impiccato ad
un balcone! In questo periodo gli studenti non ci sono più qui a Coimbra… si
è appena verificata la festa di chiusura dell’anno accademico che dicono
essere molto caratteristica, ma purtroppo per noi, siamo arrivati troppo tardi!
Per ridiscendere proviamo un moderno ascensore e facciamo un giro al sottostante
mercato. Anche qui fa un caldo micidiale (44 gradi) e il nostro programma
prevede di partire alla volta di Batalha. Entriamo in una macchina stile
fornace e ci mettiamo in autostrada (mai sentito un caldo così!). Ci fermiamo a
mangiare qualcosa in autostrada in uno scenario desolatissimo e caldissimo dove
sembra manchino solo i cespugli rotolanti stile valle della morte. Arriviamo a Batalha
e anche qui il caldo non scherza! Ammiriamo la facciata e l’esterno del Mosteiro
da Batalha, una immensa costruzione votiva in stile gotico-manuelino,
anch’essa patrimonio dell’Unesco. Ci chiediamo come mai qui ci siano così
tanti siti patrimonio dell’umanità… ma allora noi in Italia che dovremmo
fare? Ci spiegano che l’Unesco interviene a tutelare patrimoni artistici in
regioni svantaggiate e che diversamente correrebbero il rischio di scomparire.
Entriamo all’interno dove la temperatura è decisamente più accettabile e
visitiamo
questa
meraviglia. Lo stile manuelino è un inno all’abbondanza, un tripudio di
decori: le colonne sono interamente intarsiate con simboli marini quali
conchiglie, perle e cime. Terminata la visita ci rifocilliamo con una bottiglia
d’acqua e ripartiamo alla volta di Alcobaca dove ci aspetta un altro grande
monastero. La cittadina di Alcobaca è tutta sotto sopra per grandi
lavori di rifacimento del manto stradale e ciò complica molto la visita e rende
quasi impossibile fare delle belle fotografie. Il Mosteiro de Santa Maria
è molto diverso da quello di Batalha, è molto imponente ma sobrio, è stato
eretto infatti da un ordine cistercense. La navata è lunga addirittura 106
metri e larga 23. In questo monastero riposa Dom Pedro alla cui vita è legata
la storia d’amore più nota del Portogallo… a Monica affascinano queste
leggende romantiche! Terminiamo la visita della città cercando di fare un po’
di shopping ma entrare nei negozi si rivela difficoltoso a causa dei lavori e
quindi riprendiamo la nostra Yaris e ci dirigiamo verso Nazarè. Man mano che ci
avviciniamo il caldo diminuisce e il tempo peggiora. Arriviamo a Nazarè
che ci sono solo 20 gradi e una nebbiolina di mare molto avvolgente. Veniamo
assaliti, proprio come diceva la guida, da molte persone che ci propongono
appartamenti o camere in affitto. Probabilmente chi ha investito qui in seconde
case negli anni 70 adesso affitta ai turisti. Ci facciamo rimorchiare da una
signora che parla inglese che ci affitta una camera con bagno, carina, per 25
euro a notte. Ci riposiamo un po’ in camera e poi usciamo. La stagione non è
ancora entrata nel vivo e non c’è molta gente in giro, camminiamo sulla
spiaggia (chilometri di sabbia… sembra quasi casa nostra!) e andiamo a
prendere l’elevatore che porta al Promontorio do Sitio sul quale c’è un
borgo molto carino e dal quale si gode una vista superba sulla cittadina e sulla
costa, peccato solo per la foschia. Qui ci sono
delle curiose bancarelle di frutta secca e dolciumi, gestite da delle
donnone anziane, abbigliate in modo buffissimo (minigonna e calzamaglie a righe
colorate, fazzoletto in testa e scopa tra le mani) che lottano con i colombi che
vogliono rubare loro le granaglie. Nazarè, nonostante sia un luogo di vacanza,
è il posto dove finora abbiamo sentito più marcatamente la presenza di
tradizioni locali. C’è una bella atmosfera. Ridiscendiamo e andiamo a cena in
un ristorante della zona vecchia dove vediamo l’insegna della Routard.
Mangiamo molto bene, tutto a base di pesce, per 25 euro (finalmente non solo
BACALHAU!). Il proprietario del ristorante è molto simpatico e gentile. Dopo
cena torniamo subito in camera perché c’è un’aria così gelida e
non
siamo abituati… in un giorno siamo passati da 45 gradi a 16, non male! [giovedì
23 giugno] La mattina facciamo colazione in una pasteleria e poi andiamo
sulla spiaggia. Purtroppo il tempo non è buono, il sole va e viene, c’è
molto vento e l’acqua è di ghiaccio (17°). Peccato, avrei volentieri fatto
un bagno da questa parte dell’Atlantico, sarà per un’altra volta. Facciamo
una passeggiata, vediamo una postazione di essiccazione del pesce sulla spiaggia
e altre vecchiette curiosamente abbigliate in prevalenza con austeri vestiti
neri. Recuperiamo le nostre cose e ci mettiamo in viaggio alla volta di Obidos
dove arriviamo dopo circa un’ora di strada. La cittadina medioevale è
arroccata sulla cima di una collina e anche da distante offre un bel panorama.
Entriamo dentro le mura e gironzoliamo per le strette stradine di questo
villaggio immersi nei colori delle facciate delle case e dei rampicanti che le
avvolgono. È tutto molto ben tenuto e c’è una bella atmosfera; saliamo sulle
mura e le percorriamo a piedi per tutto il loro perimetro, osservando le case
dall’alto. Vediamo dei terrazzi molto belli, pieni di piante e di fiori. Ci
fermiamo a telefonare all’ospedale per i risultati dell’amniocentesi che
Monica ha fatto prima di partire… siamo stati fino ad oggi un po’ in
apprensione ma vogliamo pensare positivo. Per fortuna va tutto bene e ci
confermano che siamo in attesa di una bimba. Continuiamo la visita dell’antico
borgo molto eccitati dalle belle notizie e poi riprendiamo la nostra macchina e
ci dirigiamo verso sud per andare verso Sintra e fare una puntata al famoso Cabo
da Roca (triste capitolo del nostro viaggio!).
C’è un casino infernale nei dintorni di Lisbona con
macchine ovunque e rallentamenti paurosi. Ma la cosa più difficile sembra
essere arrivare al Cabo da Roca: non ci sono indicazioni stradali, chiediamo
molte volte informazioni ma nessuno sembra sapere di preciso quale strada
consigliarci, oserei dire che nessuno sembra sapere DOVE sia Cabo da Roca.
Facciamo un sacco di chilometri, sbagliamo strada… siamo esausti e se non
fosse diventata oramai è una questione di puntiglio…. sarebbe il caso di
lasciar perdere. Finalmente ci danno la dritta giusta e imbocchiamo la strada
corretta che, dopo un tratto sterrato, ci porta alla punta più occidentale del
continente europeo. La vista e il panorama ci ripagano del viaggio da incubo, la
scogliera su cui sorge il faro è veramente bella e scattiamo un bel po’ di
foto. Ci rimettiamo quindi in viaggio per Sintra, al ritorno troviamo la
strada giusta alla prima. Arriviamo nel tardo pomeriggio e subito capiamo che
circolare con la macchina qui è delirante a causa dei sensi unici e di una
pianta cittadina particolare con diverse borgate su diversi livelli con la
ferrovia che passa nel mezzo. Parcheggiamo e cerchiamo da dormire. Non c’è
molta offerta, le pensioni sono piene o carissime e l’unico appartamento che
vediamo è un furto, umidissimo e pieno di muffa. Seguiamo il consiglio delle LP
e cerchiamo una camera da Piela’s, una vecchia pensione dove prendiamo
una doppia con bagno in comune per 35 euro. Il posto non è il massimo ma è
pulito e noi siamo stravolti. Il proprietario, un furbetto che parla anche un
po’ di italiano, ci dice che a luglio chiuderà e si trasferirà nella nuova
sede poco distante dove è tutto nuovo. A cena andiamo a piedi alla città
vecchia dove mangiamo discretamente con 23 euro. Dopo cena ci facciamo la nostra
passeggiata di
ritorno
e si va a nanna. [venerdì 24 giugno] Oggi il tempo non è bello, fa
freschino e pioviggina. Saliamo a Sintra Villa e facciamo colazione in una
antica pasteleria dove acquistiamo anche dei dolci da portare in Italia. Intanto
aspettiamo che apra il Palacio Nacional per poterlo visitare. La seconda
tappa sarebbe il parco da Pena ma dobbiamo rinunciare a causa del tempo brutto e
andiamo direttamente al Palacio Nacional da Pena, uno stranissimo
castello che sembra costruito per un parco Disney dove ha vissuto la famiglia
reale e dove sembra che gli stessi occupanti siano andati via ieri piuttosto che
95 anni fa. Tutto è conservato benissimo comprese le suppellettili e ci sono
stanze che sono un vero splendore. Peccato che per la nebbiolina non si riescano
a fare fotografie dell’esterno, ci consoliamo comprando alcune cartoline.
Lasciamo Sintra e il suo dedalo di viuzze alla volta di Evora, ultima
tappa della nostro vacanza. Il viaggio è buono, compreso il temuto
attraversamento di Lisbona. Passare il ponte 25 de Abril dà qualche brivido a
causa dell’intenso traffico e della lunghezza. Arriviamo nel pomeriggio e
prendiamo una stanza al Residencial O Alentejo per 40 euro a notte. La
macchina la lasciamo fuori dalla cinta muraria in quanto anche ad Evora tutti i
parcheggi sono a pagamento e ci sono abbastanza traffico e sensi unici. Dopo
esserci riposati un po’ usciamo a fare quattro passi. Il
tempo è di nuovo bello, fa caldo, ma la temperatura è sopportabile,
siamo sui 30 gradi. La cittadina ci pare subito carina ed animata, curiosiamo
nei vicoli e poi ci sediamo a prendere un gelato (discreto). La sera ceniamo al
mediocre A Choupana con 25 euro e, dopo una breve passeggiata, andiamo a
dormire. [sabato 25 giugno] Il nostro viaggio volge al termine e oggi è
l’ultimo giorno, lo dedichiamo a vedere Evora. Non abbiamo una meta
particolare, ci lasciamo un po’ trascinare dalle gambe e curiosiamo in giro,
entriamo a visitare la Capela dos Ossos per macabra curiosità: una
piccola stanza rivestita di ossa e di teschi. Io continuo a bighellonare mentre
Monica va a tagliarsi i capelli nel “moderno” centro commerciale di Evora su
consiglio della signora della pensione. Il centro commerciale si rivela essere
una ciofeca semiabbandonata ma la parrucchiera svolge il suo dovere a tariffe
ormai impensabili da noi (11 euro taglio e piega) anche se lo stile è un po’
datato. Ci rifocilliamo nel dehor di un caffè della piazza principale e nel
pomeriggio andiamo a fare un po’ di spesa al supermercato. Decidiamo di
avventurarci fuori città al Cromeleque dos Almendres, il più grande
monumento megalitico della penisola iberica, una serie di 95 monoliti in
granito. La strada attraversa una immensa distesa di querce da sughero, a sud di
Lisbona il paesaggio praticamente non prevede altro, ma vi assicuriamo che
toglie il fiato! In particolare sono i colori a catturare il nostro sguardo…
la terra è asciutta, arida e rossa come il fuoco: bellissimo! Rientriamo alla
pensione e ceniamo mangiando una buona pizza con 15 euro in due. [domenica 26
giugno] Ci tocca alzarci presto, la strada per Lisbona è abbastanza lunga e
dobbiamo riconsegnare l’auto all’aeroporto entro le 10. Questa mattina fa
freddo, ci sono 15 gradi ma il tempo è magnifico. Il viaggio è ottimo, in
autostrada non c’è nessuno ma bisogna comunque rispettare il limite dei 120
orari. Prima di arrivare ci fermiamo a riempire il serbatoio di benzina (1,149
euro al litro). All’ufficio Hertz ce la caviamo in fretta, paghiamo 125 euro
di noleggio per una settimana e ci dirigiamo al banco dell’Alitalia per il
check-in. Fortunatamente lo sciopero previsto è stato annullato e quindi alle
12.25 ci imbarchiamo su un Airbus A320 alla volta di Roma Fiumicino. L’aereo
è pieno di anziani che hanno fatto un viaggio organizzato a Fatima e dintorni e
fanno un casino bestiale, alcuni litigano, sono impazienti di mangiare e fanno
impazzire il personale di bordo. Li osserviamo divertiti! Arriviamo a Roma alle
16.30 e alle 17.10 ci imbarchiamo su un MD80 per Nizza dove arriviamo alle
18.25. Probabilmente a causa del poco tempo trascorso a Roma, i nostri bagagli
non sono arrivati con noi, oramai ci abbiamo fatto l’abitudine (meno male che
non è successo all’andata). Ci saranno recapitati il giorno dopo da un
addetto dell’aeroporto di Nizza direttamente a casa. Il tempo di pagare il
parcheggio (67,5 euro) e prendiamo la macchina per tornare a casa.
Il viaggio in Portogallo è stato rispondente alle nostre aspettative: abbiamo visitato luoghi di interesse artistico e cercato di conoscere e capire un Paese che per certi versi è molto moderno e per altri sembra l’Italia negli anni 70. Visitare il Portogallo con un auto a noleggio è una dimensione pratica ed economica, la rete stradale non ha niente a che invidiare a quelle delle regioni più evolute d’Europa. Le persone sono gentili e molto disponibili e i prezzi, benzina a parte, sono molto competitivi; insomma, un consiglio per tutti è quello di addentrarsi nel cuore gli azulejos, lo stile manuelino e i pasteis di Belem…… noi , dal canto nostro, speriamo di potervi fare ritorno presto a visitare i luoghi rimasti ancora inesplorati.
Voli 2 X 198,28
Auto 125,55
Spese varie (tuttoil resto! 1080
Totale (circa) 1600
David e Monica modali@libero.it