POLONIA
Diario di viaggio 2008
di Maurizio Moroni e Stefania Dantini
Per
la preparazione del viaggio ci si siamo avvalsi:
·
di diari di viaggio vari
scaricati dal sito "turismoitinerante.it";
·
della guida Routard
"Polonia e capitali baltiche";
·
della guida "Polonia"
del Touring Club Italiano;
·
della guida "Polonia –
itinerari scelti" delle edizioni Vivicamper (è in realtà un diario di
viaggio, ben fatto e pieno di indicazioni, ma pur sempre un itinerario e,
quindi, contiene informazioni solo su alcuni luoghi);
·
del materiale fornitoci
dall'Ufficio Polacco del Turismo a Roma (completo e molto esauriente);
·
del materiale reperito su vari
siti Internet e sulle riviste "Bell'Europa" e "Plein Air";
·
del materiale tratto dalle
pubblicazioni "Europa, città da scoprire" e
"Regioni e mete in Europa" del Touring Club Italiano.
Equipaggio:
Maurizio Moroni (61), Stefania Dantini (56)
Autocaravan:
Aiesistem Project 100
Periodo:
27 luglio – 26 agosto 2008
27 luglio: Partenza
Partiamo
alle ore 11 direzione Nogarole Rocca (alla fabbrica Aiesistem per una piccola
riparazione). Pensiamo di fermarci all’area di sosta di Mantova (vicino al
cimitero), ma è chiusa per la costruzione di una rotonda e allora, consultato
il Portolano di Plein Air, ci dirigiamo a Monzambano. Piacevole sorpresa:
l’area comunale, gestita dalla locale associazione dei camperisti, è
piacevolissima. Le piazzole delimitate hanno la luce, la TV satellitare, il
collegamento WiFi (questo pagato a parte), i lavandini per il lavaggio delle
stoviglie, una doccia con acqua calda, barbecue. Il tutto in mezzo ad un verde
curatissimo e in un’atmosfera piacevolissima.
km
565
28 luglio: Attraverso la
Germania
Partiamo
alle 8.30 per Nogarole Rocca. Effettuata la riparazione, decidiamo di
proseguire sulla A22 per il Brennero e Dresda, invece di Tarvisio.
L’autostrada Innsbruck-Salzburg è in pessime condizioni e ci sono molti
lavori che restringono le corsie. La vignette (valida per 9 giorni), per i
pochi kilometri fatti risulta di un costo eccessivo (€ 7,7), ma questa è la
regola. Sommando anche il pedaggio per il traforo del Brennero che ha un costo
di 8 € la somma è abbastanza alta. Però, in compenso le autostrade
tedesche non si pagano e, tranne
pochi tratti con limite a 130 km, sono senza limiti di velocità: le auto
sfrecciano veloci ma senza manovre pericolose e non abbiamo affatto provato
sensazione di disagio.
Ci
fermiamo alle 20 circa immediatamente dopo l’imbocco dell’autostrada per
Dresda all’altezza di Hof e appena prima dell’uscita di Plauen in un area
di servizio con rifornimento e ristori vari tra cui Burger King dove ceniamo.
Le aree di questo tipo non sono frequentissime, lo sono invece i parcheggi con
WC, caratteristica che ritroveremo anche in Polonia (almeno vicino al
confine).
km 787
29 luglio: Entriamo in
Polonia
Partiamo
alle 8 dopo una notte tranquilla e silenziosa (l’autostrada non è molto
trafficata neanche di giorno). Ingresso in Polonia a Gorlitz (ultimo paese in
Germania). Nessun controllo (non c’erano proprio poliziotti al posto di
frontiera). Da casa abbiamo percorso 1600 km di autostrade.
Subito
si presentano le strade in rifacimento e con profondi solchi che però (almeno
per ora) non danno poi così fastidio. Il traffico è molto intenso, visti i
mezzi pesanti in circolazione e le strade a una corsia per senso di marcia (più,
se va bene, una parvenza di quella d’emergenza). Però per l’A4 si vede il
nuovo tracciato su cui si sta lavorando. I nostri obiettivi sono le due Chiese
della Pace (chiese protestanti), di Jawor e Świdnica, inserite tra i
monumenti patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, particolari nella costruzione
(usata la tecnica a graticcio) e con gli interni in legno austeri anche se
molto decorati. Seguiamo la direzione Breslavia (Wrocław) (A4/E40) e
all’altezza di Legnica, giriamo a destra per Jawor, lungo la 3/E65. Le
coordinate del punto in cui è la chiesa sono N 51°03’16,9”/E016°11’20,2”
Quota 434,4m. Per Świdnica imposto il navigatore, ma i nomi di alcuni
luoghi duplicati ( ad esempio ci sono più località chiamate Debno) mi creano
problemi e alla fine, allungando abbastanza passiamo per varie strade
abbastanza buone, ma la sensazione è che abbiamo girato in tondo. Queste le
coordinate della chiesa: N50°50’44,6”/E016°29’31,2” Quota 247,6 m.
Facciamo un giro per il centro, che è lì vicino: il Rynek (la vecchia piazza
del mercato) è contornata da edifici fine ottocento/primo novecento in
diverso stato di manutenzione. Non ci sembra ci sia nulla di più.
Andiamo
via dirigendoci verso Breslavia al campeggio consigliato dalla guida
dell’ufficio del turismo polacco che è lo Stadion nella struttura dello
stadio olimpico. La struttura è complessivamente fatiscente, i servizi non
raggiungono neanche la decenza, l’accoglienza è fredda e burocratica, se
non fosse per l’operaio che ci indica dove fare acqua e dove sistemarci. Non
vale neanche il prezzo: 54,60 zl a notte, circa 17 €. Km 429
30 luglio:
Breslavia (Wrocław)
Compriamo
i biglietti del tram alla reception del camping e visitiamo Breslavia.
Pranziamo al Rynek, in un locale consigliato dalla Routard (niente di
particolare anche se Maurizio dice che la sua bistecca con salsa di Leopoli è
buona). La città si visita tranquillamente in una giornata, anche meno
parcheggiando a ridosso del centro (qualche parcheggio lungo i viali si trova
almeno per mezzi non eccessivamente grandi) e limitando la visita al Rynek e
vie limitrofe. Molto bello il Municipio (Ratusz) e l'intera zona attorno al
Rynek, interessante il "Panorama Racłavicka", gigantesca
tela circolare (15x114 metri) all'interno dell'omonimo edificio (anch'esso
circolare) che rievoca la vittoria nella battaglia di Racłavice contro i
Russi; purtroppo la bella aula Leopoldina, all'interno dell'Università era,
il mercoledì, chiusa. La particolarità di Breslavia sono i vari rami dell’Odra
e vale la pena concedersi una passeggiata lungo i “bulwar” (viali) lungo
il fiume (anche nella lingua polacca ci sono termini, molti, presi da lingue
straniere e "polacchizzati"). Nel pomeriggio, dopo la visita al
Panorama Racłavicka, un
ricco gelato da “Marcello” dietro l’università (Cukierna “Marcello”
ul. Wiczienna 7) e poi si torna al campeggio.
Abbiamo
anche acquistato una cartina più particolareggiata della Polonia e
soprattutto più aggiornata (2007) visti i continui lavori che modificano i
tracciati e le caratteristiche delle strade.
31
luglio: Poznam e Kornik
Alle
8.30 usciamo dal campeggio direzione Poznan. E’ prevista una deviazione per
Kornik. Lungo la strada (per le strade in Polonia non sai mai cosa ti aspetta:
alcune sono appena rifatte, alcune le stanno rifacendo e quindi i lavori in
corso rallentano enormemente l’andatura, altre hanno i famosi solchi che
rischiano di farti sbandare se non procedi con prudenza) ci fermiamo ad un
Tesco per un po’ di spesa. Come ormai in tutta Europa, nelle periferie delle
città si trovano centri commerciali o semplici supermercati come Auchan o
Tesco o Intermarchè.
Il
castello di Kornik ha l’interno molto curato anche se all’esterno è un
po’ malandato (ingresso 22 zl). Non abbiamo visitato l’arboretum del
castello e ci siamo diretti a Poznan dove abbiamo parcheggiato in un viale
alberato (N52°24’38,6”/E016°55’06,4”) oltre il quale inizia la zona
vietata ai veicoli >2,5 t cioè il centro storico. Città curata, ampi
viali, lo “Stari Rynek” è invaso da ristoranti e bar con strutture a
gazebo semipermanenti che non fanno apprezzare le facciate restaurate delle
case. Il museo militare moderno al centro della piazza stona altrettanto. Le
case a sinistra del vecchio municipio (vecchie botteghe del mercato) sono
restaurate con disegni geometrici e non si capisce se tali disegni sono
restauri degli originali o meno. Visitiamo la chiesa dei Francescani,
dall’interno barocco dipinto con colori pastello nei soffitti e
rosso/azzurro l’altare.
In
breve finiamo la visita e ripartiamo alla volta di Toruń dove arriviamo
alle 20 passate a causa dei lavori che abbiamo trovato lungo la strada. Il
campeggio di Toruń è abbastanza buono, con piazzole delimitate da siepi
e servizi abbastanza decenti.
km 395
1 agosto: Toruń,
Chełmno e Łeba
Usciamo
dal campeggio di Toruń alle 9.00 e ci dirigiamo ad un parcheggio più
vicino al centro storico. In realtà dal campeggio basterebbe traversare il
ponte, ma è abbastanza lungo e noi preferiamo avvicinarci un po’. Il
parcheggio si trova appena passato il ponte, sul Bulwar Filadelfjiski: si gira
a destra e si finisce sulle rive del fiume. Parcheggiamo proprio all’ombra
del ponte. Entriamo in città dalla prima porta del Bulwar Filadelfjiski. La
visita di Toruń dura circa 3 ore in giro per le strade della cittadina,
graziosa e piena di pasticcerie che vendono i piernik toruński (dolci
tipici della città, un panpepato in varie forme e gusti); noi ne abbiamo
fatto scorta all’antico forno di U. Zeglarska, 25. Da Toruń ci
dirigiamo a Chełmno, consigliata dal TCI ma non ci è sembrato che valga
una deviazione, anche perché il centro è letteralmente invaso da bancarelle
(chissà, può darsi che era anche bello, se lo si fosse potuto vedere).
Arrivati a Danzica, pensiamo sia meglio andare prima a Łeba e così
facciamo. Arriviamo al campeggio Rafael dopo le 20. Nel paese c’è un casino
infernale, un affollamento da riviera romagnola a ferragosto, nonostante il
tempo inclemente, ed un traffico caotico come avevamo, d'altronde, letto nei
resoconti di altri camperisti (ma la realtà supera ogni previsione). Il
campeggio, anche se stracolmo, ha dei buoni servizi. Visto che dichiariamo di
rimanere per una sola notte, ci fanno parcheggiare davanti alla piattaforma
sul fiume dove si pesca. Il posto è abbastanza umido e nella notte piove
anche.
km
309
2 agosto Le dune del Słowiński
Park Narodowy e Kluki
Usciamo
da campeggio abbastanza tardi rispetto al programma, ma il tempo e nuvoloso e
quindi speriamo che si rimetta un po’. Ci dirigiamo verso le dune di Łeba,
ma qui scontiamo il primo errore (il secondo sarà ad Elbląg) indotto
dalla difficoltà di comprensione dal momento che i polacchi parlano bene il
tedesco ma non l'inglese (a parte qualche giovane studente) e che Łeba,
come molti altri siti della Polonia centro-nord, ha un turismo quasi
esclusivamente locale, per cui scarseggia di indicazioni comprensibili ai
non-polacchi. Andiamo all’ingresso del parco di Łeba, passiamo davanti
a due enormi campeggi, poi improvvisamente la strada finisce e sulla sinistra
c’è un parcheggio già abbastanza pieno. Pensiamo quindi di andare a
cercare l’altro ingresso di cui abbiamo letto, ma che non sappiamo bene come
si raggiunge perché nessuno lo spiega bene.
Guardiamo,
quindi, bene la cartina che abbiamo comprato e vediamo una strada segnata come
molto secondaria che porta a Czolpino. Da Łeba torniamo indietro lungo la
214 fino a Wicko, dove prendiamo la 213 direzione Stupsk, poi ci dirigiamo
verso Smoldzino e seguiamo le indicazioni per Kluki/Czolpino. Essendo le
indicazioni tutte in polacco, quando incontriamo le indicazioni di due
parcheggi, seguiamo quella del più vicino ed arriviamo (N 54° 42.823”/E
017°13.686’).
In
realtà dall’altro parcheggio parte la strada per andare alla torre per
vedere il panorama, compresa la grande duna, e il sentiero per arrivare alla
duna stessa. Noi arriviamo invece alla torre passando per la spiaggia
(percorso indicato ma abbastanza lungo). Questo parcheggio è invece più
comodo se si vuole andare al mare che è più vicino rispetto all’altro.
Tornando ci fermiamo a pranzare al bar della spiaggia dove spendiamo (per due
fettine panate con patate fritte e due birre) l’equivalente di 18 euro. Qui,
a differenza di Łeba, c'è calma e si può gustare la natura
incontaminata del luogo (ma se
non pioveva?).
Tornando
indietro abbiamo modo di osservare meglio che vicinissimo ai parcheggi di
Czolpino, i prati delle case sono stati trasformati in piccoli campeggi, (cosa
che vedremo spesso in Polonia). Al ritorno passiamo per Kluki dove visitiamo
il museo etnografico (ce ne sono molti in Polonia) con le vecchie case in cui
sono stati ricostruiti gli ambienti contadini (interessante). Il tempo non è
in via di miglioramento quindi pensiamo di andare a Danzica ed eventualmente
tornare, se il tempo migliorerà, a vedere le altre grandi dune mobili (quelle
ampiamente reclamizzate in tutti i depliant turistici) che si raggiungono
parcheggiando a Rabka (vicino Łeba). Torniamo verso Danzica dove andiamo
al campeggio di Stogi. Ci danno l’ultimo posto disponibile! Km
234
3 agosto: Danzica (Gdansk)
Visita
della città di Danzica. Dal campeggio tram 8 (fa capolinea a 100 metri e
serve la spiaggia di Danzica “Stogi Plaza”). Volendo visitare, oltre al
centro storico, la zona dei cantieri navali (Westerplatte), ci mettiamo alla
ricerca di informazioni.
L’ufficio
del turismo è sulla piazza della città principale di fronte al municipio, ma
non sembra fornito né di depliant tipo mappa della città con tram ed autobus
per il centro né informazioni sui battelli che percorrono la darsena per il
Westerplatte, ma solo di generici depliant turistici. La ragazza che ci dà le
informazioni ci dice solo di andare fuori della Porta Verde, a sinistra e
chiedere...
Comunque
i battelli ci sono in partenza fino alle 16 e conseguente ritorno. Abbiamo
pagato a/r in 2 90 zl, descrizioni in polacco e in tedesco. Più che la gita
al luogo in sé, è interessante vedere l’area del cantiere navale veramente
immensa e le enormi gru che si ergono sul canale, o sui moli o su piattaforme
galleggianti. In città da non perdere la visita alla vecchia gru (biglietto
cumulativo con il museo navale). Si possono vedere i meccanismi in legno che
la rendevano funzionale, oltre che a attrezzi e ambienti dell’epoca. I
dolci, soprattutto i grofy (tipo ferratelle abruzzesi che possono essere
guarnite con frutta, panna,
cioccolato, ... ) sono, insieme all’ambra, il genere più venduto in città.
Peccato che la domenica (+ la festa di San Domenico) aveva riempito la città
di turisti che, insieme alle bancarelle, rendevano difficoltoso persino
camminare. Le belle facciate delle case, tra cui estremamente affascinanti
quelle della via Mariacka che conservano le scale esterne, erano spesso
nascoste da numerose bancarelle che vendevano oggetti d'ambra, ombrelloni di
bar e ristoranti. Stefania acquista orecchini e collane di argento e ambra
(belli e a prezzi ragionevoli). Tornando al campeggio siamo andati a vedere
l’ampia spiaggia di Stogi.
4 agosto:
Il canale di Elbląg
Verso
le 9 partiamo per il canale di Elbląg. Con le indicazioni che abbiamo
(imprecise, incomplete, datate e, spesso contraddittorie) ci dirigiamo verso
Maldyty (dove c'è un imbarcadero) con la E77 che in uscita da Danzica è
molto buona fino ad Elbląg per peggiorare in alcuni tratti
successivamente. A Maldyty nessuno ci sa dare indicazioni per l’imbarco e
l’unica indicazione che c’è dirige verso uno stretto passaggio sterrato.
Decidiamo allora di andare a Buczyniec dove c’è un'altro l’imbarcadero,
un piccolo museo che non visitiamo,
una
casa che fa da campeggio (con elettricità) qualche ristoro. Qualche
trasportatore locale propone gite su un paio
di rampe ma non ci fidiamo e aspettiamo l'imbarcazione della compagnia
ufficiale, la Zegluga. Pranziamo (53,50 zl) al ristoro del parcheggio
(ottimamente e con spesa modica, come ci capiterà spesso in Polonia nei
piccoli ristori annessi ai parcheggi e ingressi di siti turistici o lungo le
strade). Verso le 13.30 arriva il battello (anzi i battelli, visto che sono più
di uno con intervalli di 10 minuti, alcuni proseguono facendo la tratta
intera, altri arrivati a Buczyniec invertono la rotta e tornano indietro) e
iniziamo il percorso verso Elbląg (140 zl). L'esperienza è curiosa e
interessante e vale senz'altro la pena di farla; il sistema di sollevamento
dei battelli è un vero capolavoro di ingegneria idraulica. Purtroppo,
all'atto
dell'imbarco
abbiamo saputo, dal Capitano del battello, che non ci sarebbe stato servizio
bus per il ritorno (come invece era scritto in un articolo di Plen Air del
1997); pertanto lo stesso Capitano ha provveduto a telefonare ad un taxi, che,
infatti, abbiamo trovato ad attenderci allo sbarco a Elbląg, per
ritornare a Buczyniec e riprendere il camper (120 zl).
Il
tratto completo va da Elbląg ad Ostroda (e viceversa). Dura 11 ore circa
ma è troppo lungo e abbastanza monotono. Visto che la parte più interessante
è quella da Elbląg a Buczyniec, quella con le rampe (ed il lago)
immortalata in tutti i depliant, consigliamo (per non fare il nostro errore)
di lasciare il camper ad Elbląg (magari al campeggio) e:
1)
prendere il traghetto che parte alle 8 da Elbląg e arriva alle 13 a
Buczyniec. Da lì si dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, visto che non
siamo riusciti ad avere informazioni più precise neppure alla sede della
Zegluga a Elbląg!) tornare a Elbląg con il bus della compagnia
(quello lo abbiamo visto a Buczyniec poco prima della nostra partenza),
oppure:
2)
andare a Buczyniec con il bus della compagnia (quello che va a riprendere chi
è partito alle 8 e che dovrebbe presumibilmente partire da Elbląg verso
le 12) e fare il percorso inverso, partendo da Buczyniec alle 13,30 verso Elbląg
dove si arriva verso le 18-18.30.
Ad
Elbląg c’è un comodo piccolo campeggio, il Camping “61” lungo
il fiume a 300 metri dall’imbarcadero con ottimi servizi e ad un prezzo
contenuto (48 zlt per 2 persone).
PS:
solo dopo essere partiti abbiamo saputo che al campeggio di Elbląg hanno
tutte le indicazioni per la gita al canale!! (ma in che lingua?).
Km
163
5 agosto:
Il castello di Malbork e la Masuria
Alle
10 usciti dal graziosissimo camping di Elbląg parcheggiamo in una via a
ridosso del centro storico ricostruito per fare delle foto. Elbląg è
stata, come quasi tutte le città polacche, interamente ricostruita dopo le
devastazioni dell'ultima guerra, ma invece di ricopiare perfettamente ciò che
esisteva prima del conflitto e che è stato distrutto (come a Varsavia), a
Elbląg si è preferito interpretare l'architettura gotica e barocca con
un gusto moderno e originale, ricostruendo gli edifici in forme antiche
stilizzate. Vista Elbląg ci dirigiamo verso Malbork dove visitiamo il
castello (75 zl con diritto di fotografare, che come in quasi tutti i siti
polacchi, si paga circa 10 zl – orario 9/19, chiuso il lunedì
- www.zamek.malbork.pl). Il parcheggio più vicino e comodo è quello
che fa anche camping. Come parcheggio il pagamento è 30 zl per 4 ore e 5 zl
ogni ora in più. La visita ci porta via 5 ore perché quasi 2 sono di fila
(come sempre sarebbe preferibile, se è possibile, andare la mattina
all'apertura). Un libricino comprato in una delle bancarelle ci guida (visto
che non è prevista guida in italiano). La visita comunque merita il tempo che
le si deve dedicare (compreso il museo dell’ambra mentre non abbiamo tracce
della collezione dei 14000 ex-libris che probabilmente non sono in
esposizione), peccato per il solito affollamento di bancarelle, che
propinavano spade ed armature in plastica, che avevano riempito i viali
dinanzi al castello.
Case
a Elblag
Ripartiamo alla volta
della Masuria, ma il tempo non migliora. Se avessimo avuto un tempo migliore,
visto che eravamo ancora in zona saremmo tornati a Łeba per
l’escursione sulle grandi dune mobili resa impossibile i giorni precedenti
proprio dal tempo inclemente e dalla giornata festiva in cui eravamo capitati,
ma, purtroppo piove (e le previsioni danno, nella zona, piogge per altri
giorni) e quindi avanziamo percorrendo la strada prevista che attraverserà la
zona della Masuria lungo la
strada dei laghi (visto che le previsioni danno tempo migliore nella zona est
della Polonia). Ci ripromettiamo di ritornare a visitare lo Słowiński
Park Narodowy (e magari il vicino Woliński Park Narodowy oltre alla zona
a nord di Olsztyn, dove ci sono i "villaggi delle cicogne") in una
prossima occasione, magari in occasione di una prossima vacanza nelle
Repubbliche Baltiche. Ci fermiamo per la notte ad un campeggio trovato nella
guida dell’ufficio turistico polacco che si trova a Żaby Róg in
località Kretowiny. La strada è molto più lunga e fuori rotta di quanto
pensassimo e quando arriviamo la reception è chiusa. Dopo aver cercato
qualcuno per avere assegnato un posto abbiamo la sorpresa di vederci
richiedere una cifra estremamente esosa, anticipata e senza ricevuta (98 zl!).
I servizi sono pessimi, sporchi e le docce non hanno acqua calda. La struttura
fa parte di un complesso con hotel ma sembra quasi in stato di abbandono. La
notte non smette mai di piovere.
km
130
6 agosto:
attraverso la Masuria verso Białowieża
Alle
9 si riprende la 527 per Olsztyn (dove vediamo, passando, un albergo/campeggio
all’ingresso in città sulle rive del lago che forse era meglio della
deviazione per Kretowiny), poi la 16 per Augustow (strada stretta in
rifacimento nel tratto iniziale e in tratti successivi). Dopo Olsztyn in zona
laghi vari campeggi e hotel che segnalano possibilità di sosta camper. Si
passa per Mikolajki, Orzysz, Elk, Augustow. Si passa sulla 8/E67 per Bialystok.
Prendere la 19 e poi la 685. Ad Hajnowka bella chiesa ortodossa moderna
(ricorda Notre-Dame Du Haut di Le Corbosier, a Ronchamp). Purtroppo piove e
non è il caso di fermarsi per fare gite in battello lungo i laghi Masuri,
peccato!
Arrivati
a Białowieża ci dirigiamo all’agenzia PTTK
(per informazioni e biglietti) e al parcheggio segnalato su vari
resoconti. L’agenzia chiude alle 17, ma il parcheggio è ampio e c’è una
locanda (i polacchi chiamano Karczma questo tipo di struttura). Inoltre c’è
già un camper di italiani e una ragazza polacca ci si avvicina e si presenta
come guida ufficiale in italiano (unica) per la visita della riserva naturale
per il giorno successivo.
Ci
fermiamo per la notte al parcheggio (10 zl per
24 ore che si pagano alla locanda dove ceniamo
ottimamente con 62 zl).
Km 418
7 agosto:
la riserva integrale di Białowieza (Białowieski Park Narodowi)
Alle
nove ci avviamo verso la riserva dove sono tenuti i bisonti (zubr in polacco
che è anche il nome della locale ottima birra e si legge jubr con una b molto
dolce). E’ una specie di zoo con recinti molto ampi dove oltre ai bisonti ci
sono lupi, linci, un alce, dei cerbiatti e dei caprioli oltre agli immancabili
cinghiali, un’intera famiglia con i piccoli ancora con il pelo striato di
chiaro. C’è anche un enorme bisonte incrociato con un bue che pesa circa
1200 kg. Ci sono anche dei cavalli che, secondo quanto ci dirà dopo la nostra
guida somigliano ai locali “tarpan” che si sono estinti tempo fa.
Torniamo
al parcheggio e andiamo all’agenzia PTTK dove dobbiamo aspettare Agata (la
nostra guida). Nel frattempo il gruppo degli italiani è cresciuto e alla fine
pagheremo per la guida 14 zl a testa. La regola è che la guida costa 165 zl
indipendentemente dalla composizione del gruppo e che non si può essere più
di venti con la stessa guida. Nella riserva integrale non si entra se non
accompagnati da una guida autorizzata. Quella
di Białowieża è l'ultima foresta primordiale d'Europa e non è
curata dall’uomo, nel senso che l’uomo non introduce nessun elemento che
alteri il suo equilibrio; infatti tutte le specie presenti sono autoctone e i
botanici che la studiano in continuazione hanno rilevato solo due specie di
piante non originarie del luogo e si trovano lungo i sentieri percorsi dai
calessi perché le portano i cavalli sotto ai loro zoccoli. Se cade un albero
viene lasciato lì infatti vedremo tra gli altri anche una quercia caduta 40
anni fa. Questi alberi generano nuova vita, perché diventano nascondiglio per
piccoli animali (soprattutto donnole ed ermellini), oppure ci crescono sopra
altri alberi. Vediamo degli enormi tigli che sembrano non avere più vita se
non per qualche ramo che ritorna a crescere dalla base. I picchi lavorano
incontrastati e i fori da loro prodotti sono tantissimi: i più grandi sono
del picchio nero. Vediamo qualche scoiattolo che si evidenzia in mezzo al
verde con il suo manto fulvo. Di cinghiali ce ne devono essere molti perché
il loro passaggio non passa inosservato…visto il disastro di rami e arbusti
rotti che producono! Agata non si stanca di raccontarci la vita della foresta
e di come questa fosse la riserva di caccia degli zar all’epoca in cui
questa zona era russa. Arriviamo fino a 4 km dal confine bielorusso dove hanno
istituito lo stesso parco ma non come riserva integrale.
Incontriamo
anche una stele commemorativa di un eccidio di abitanti del luogo (200) da
parte dei tedeschi: qui la guerra è arrivata subito il 1 settembre 1939: ci
sono ancora le croci di legno delle sepolture che venivano date nottetempo
dagli abitanti scampati.
Gli
alberi più diffusi nella foresta sono la quercia ed il tiglio e su dei tigli
vediamo anche il vischio portato dagli uccelli che dopo aver mangiato i frutti
si puliscono il becco lasciando i semi da cui nascono le piante. Ci sono anche
molti abeti rossi anche molto alti. E’ facile vederli caduti perché questo
albero ha delle radici molto superficiali, che arrivano al massimo a 40 cm di
profondità anche se abbastanza estese. Quando cade si porta dietro la zolla
di terra intorno alle radice e così abbiamo visto un abete con grosso disco
posto perpendicolarmente al terreno su cui stavano ricrescendo molte piante.
Agata
ci racconta anche che d’inverno il turismo non si ferma, perché in questa
zona nelle feste del natale e del capodanno si va nella foresta innevata con
le slitte e intorno (non nella riserva integrale ovviamente) si accendono
fuochi. La temperatura d’inverno scende fino a -30 (il minimo raggiunto è
stato -38) cosicché, considerato che d’estate si raggiungono anche i 30°,
la differenza durante tutto l’arco dell’anno è di 60°! E tipico del
clima cosiddetto continentale. Chi vuole può prendere un calesse, ma noi
abbiamo preferito fare il percorso a piedi perché si va anche in posti dove
il calesse non passa. La passeggiata è durata 3 ore per coprire una distanza
di ca. 8 km.
Per
vedere i bisonti, ma si possono incontrare anche i lupi, visto che nella
foresta vivono 3 branchi, occorre andare molto presto la mattina (verso le 5)
e non è detto che si riesca a vederli. Come ha detto Agata, non è che loro
tengono gli animali legati agli alberi: nella foresta sono liberi e quando
sentono l’uomo se ne vanno da un’altra parte.
All’ingresso
del parco c’è una grande struttura con gli uffici del parco, un albergo ed
un ristorante che ha preso il posto di un altro edificio che era stato
costruito al posto del palazzo dello zar che fu accuratamente distrutto nel
1960 e ci volle un anno intero. Peccato perché il palazzo dicono fosse
bellissimo ed ogni stanza era arredata in uno stile diverso: rimangono solo le
foto.
Al
ritorno al parcheggio sono le 16 ed abbiamo fame così mangiamo di nuovo al
ristorante della sera precedente questa volta per 44 zl (13€!). Segnaliamo
che l’unico bancomat presente a Białowieża (pronuncia
bieuvieja con la j francese di jean) nell’hotel Zubrawska
non funzionava, quindi arrivate con il contante, perché all’ufficio
del turismo hanno chiesto di essere pagati cash…tanto non ne serve molto
visti i prezzi contenuti.
Partiamo
in direzione Varsavia. Torniamo indietro fino a Bielsk Podlaski, poi decidiamo
di dirigerci verso Węgrow al camping segnalato dal depliant
dell’ufficio turistico polacco preso a Roma. Anche in questo camping ci
chiedono quanto ci fermiamo e, visto che gli diciamo una notte fanno un prezzo
a forfait scritto su un foglietto bianco e senza ricevuta. Anche qui non
avremo acqua calda alle docce, in compenso il terreno è buono ed il posto
tranquillo. km
173
8 agosto:
Varsavia (Warszawa)
Partenza
abbastanza presto (h 8.00) in direzione Varsavia al Camping Astur, che si
rivelerà una buona scelta, perché abbastanza vicino al centro (5 fermate di
autobus) a ridosso di una delle vie di scorrimento veloce in penetrazione di
Varsavia (la Aleje Jerozolimskie che arriva al Centrum, il rondò di fronte al
Palazzo della Cultura). Il campeggio è abbastanza vuoto e troviamo facilmente
un posto comodo. E’ costituito da una via interna dove i camper e le
roulotte si posizionano ai lati sull’erba. In fondo ci sono i servizi, i
bungalow e i posti tenda, dove ci sono parecchi ragazzi oltre ad un gruppo di
motociclisti olandesi in igloo, che hanno un età media sicuramente superiore
a quella di Maurizio.
Al
campeggio ci danno indicazioni sulle linee autobus/tram (hanno un bigliettino
dove ci sono tutte le indicazioni). I biglietti sono venduti in un chiosco
accanto alla fermata. Noi compriamo un biglietto per 3 giorni perché costa
meno che la somma di due giornalieri (16 zloti 3 giorni 9 un giorno, biglietto
una corsa 2,80). Forse sarebbe anche convenuta la card, ma si doveva
acquistare al centro e alla fine abbiamo deciso di non comprarla non sapendo i
prezzi dei musei e quanti se ne potevano visitare.
In
un giorno vediamo Stare Miasto e Nowe Miasto con i rispettivi rynek (quello di
Stare Miasto è completamente invaso dagli ombrelloni dei
ristoranti/bar/gelaterie), il Castello Reale (la visita degli interni, fra cui
la stanza che ospita le 22 tele del Canaletto, che sono servite per la
ricostruzione della città, 44 zl – orario 10/18 – chiuso il lunedì), Il
Tragitto Reale cioè la Via Reale e Nowi Świat (via commerciale),
torniamo indietro fino all’università con un autobus, torniamo a piedi al
Centrum (zona commerciale con negozi tipo Sephora, Zara, H&M ed un grande
negozio di dvd, riviste internazionali e giornali dove compriamo Repubblica) e
torniamo in campeggio. Pranzo in una trattoria con pasti polacco-ebrei (Pod
Samsonem, 65 zl mancia compresa) a Nowe Miasto. Non ho più trovato i bei
lavori (soprattutto tovaglie) in lino acquistati 40 anni fa in una precedente
visita. Km
92
9 agosto:
Varsavia (Warszawa)
Visitiamo
il Parco Łazienki, molto bello, con molti simpatici scoiattoli che, per
nulla intimiditi, vengono a prendere il cibo dalle mani dei visitatori
assumendo pose "canine". All'interno del Parco visitiamo il Palazzo
sull’acqua (Pałac na Wodzie - 24 zl – orario 9/16 – chiuso il lunedì)
– Un improvviso e violento scroscio di pioggia ci induce ad entrare nella
Pasticceria Anfiteatro Łazienki, all'interno del Parco, dove gustiamo dei
dolci ottimi. Pomeriggio visita al Palazzo di
Wilanów (32 zl – mercoledì 9-18 e domenica 9-19 – www.wilanow-palac.art.pl)
e relativo parco (10 zl). Adiacente all'ingresso del Palazzo interessante il
Museo dei manifesti (in Polonia è sempre stata molto sviluppata l'arte
della grafica pubblicitaria).
10 agosto:
Kazimierz Dolny e Lublino (Lublin)
Partiamo
alle 9.30 da Varsavia e sulla 79 appena usciti dalla città ci fermiamo in un
Auchan per la spesa. Proseguendo lungo la strada, vediamo nella zona lungo la
Vistola molte serre con pomodori venduti in banchetti fuori le case.
Proseguiamo per la 48, poi la 738 quindi la 12 per Pulawy, quindi la 824 per
Kazimierz Dolny. Purtroppo è domenica e scopriamo che questo borgo è una
meta molto gettonata tra i locali; le spiagge lungo la Vistola sono
affollatissime e troviamo un traffico infernale lungo la via d’accesso e
parcheggi strapieni (siamo costretti a parcheggiare a circa 1km dalla
cittadina – 10 zl), bancarelle di ogni tipo che hanno invaso ogni angolo. La
piazza in effetti, vista con meno gente, dovrebbe essere bella ed il borgo
dovrebbe essere carino, ma così è proprio impossibile da vedere. Forse, se
si arriva la sera, si trovano i parcheggi liberi e la mattina presto si può
gustare meglio la visita. Rifacciamo la strada indietro fino a Pulawy per
prendere la 12 per Lublino, fotografando dal camper (è impossibile fermarsi)
uno degli antichi granai lungo la Vistola. Parcheggiamo a Plac Zamkowy,
proprio sotto il Castello. Purtroppo la Cappella con gli affreschi
russo-polacchi è chiusa e l’indomani è il giorno di riposo (lunedì). Il
centro di Lublino ha molti restauri in corso, è comunque abbastanza piccolo,
elegante e tranquillo, non caotico come altri che abbiamo visitato. Il
campeggio (“Graf-Marina” - 42 zl) è grandissimo. Ci sono 5 camper
italiani e pochissimi altri equipaggi di altre nazioni. Come quasi tutti i
campeggi gestiti dal PTTK (organizzazione pubblica per lo sport e lo svago)
sembra in stato di abbandono; comunque i servizi essenziali per un camper ci
sono ed è molto tranquillo.
km
209
11 agosto:
Zalipie
Alle
9.30 partiamo direzione Zalipie. Lungo la strada appena usciti dal campeggio,
che è su un lago, un volo di cormorani si alza e qualcuno sembra quasi venire
a scontrarsi con il camper.
Si
riprende la 19, poi la 74 per Opatow per passare la Vistola attraverso un
ponte e non con le zattere. Attenzione perché di indicazioni di traghetti ce
ne sono molte lungo la strada ma di ponti ce ne sono molto pochi, quindi
occhio alla strada: non sempre le zattere portano anche i camper. A Opatow si
prosegue su E371 poi sulla 79 direzione Cracovia. Poco prima di Osiek ci
femiamo a mangiare in un chiosco del parcheggio dove partono percorsi in un
bosco, poi riprendiamo la 73 per Tarnow. A Dąbrowa Tarnowska seguire le
indicazioni per Dom Malarek w Zalipiu scritta su un piccolo cartello bianco.
Da lì Zalipie dista 12 km. Ci sono poi lungo la strada altre indicazioni ma
sempre abbastanza piccole. Zalipie è il paese delle case dipinte; tutto è
dipinto con motivi floreali: case, chiesa, caserma dei pompieri, staccionate,
cucce dei cani, ... Non è però un paese nel senso classico, le case sono
sparpagliate in un'area abbastanza vasta, per cui è meglio girare in camper
fermandosi ad ogni casa (almeno alle più belle). Purtroppo il lunedì il
museo è chiuso, ma la Dom Malarek (Casa delle Pittrici) è invece aperta e si
può visitare. C’è un laboratorio dove dipingono brocche, piatti, tessuti,
... e una piccola stanza dove vendono tali prodotti. Noi compriamo 2 vasi e 1 brocca (molto belli e
a prezzi irrisori, l'unico esempio di vero artigianato che abbiamo trovato in
Polonia), volevamo comperare anche un piatto da arredamento che stava nel
laboratorio ma non ce lo hanno voluto vendere perché non era ancora
completamente finito. Ci regalano un depliant con foto e la piantina delle
varie case dipinte, così da organizzare agevolmente il percorso. (per
informazioni: www.muzeum.tarnow.pl
poi cliccare su Zalipie)
Dopo
Zalipie si torna indietro, si prosegue per Tarnow e poi per Cracovia (strada
trafficatissima).
Il
camping Clepardia è una struttura non molto grande, alberata, vari blocchi di
servizi, bungalows, cucine con tavoli per mangiare, zona lavaggi, ottime docce
sempre pulite. Inoltre ci sono, a circa 200 metri, molti
autobus per il centro città e un supermercato (Elea) abbastanza grande, ben
fornito e con orario lungo (pur non avendo visto l’orario, possiamo dire che
noi ci siamo entrati dopo le 20). Alcuni
resoconti di viaggio consigliano, per la notte, vari parcheggi vicino al Wawel;
a noi non sembra il caso: sono in pieno centro, il che li rende comodi ma
privi della più elementare privacy e molto rumorosi (traffico), oltre al
fatto che costano più del campeggio.
km
425
12 agosto:
Cracovia (Krakow)
Visitiamo
Cracovia. Per i trasporti non conviene fare biglietti giornalieri (come invece
a Varsavia) perché 1 biglietto (1
unica corsa) costa 2,50 e visto che il centro è piccolo ne basta uno solo
all’andata e uno al ritorno. Se si deve prendere più di un mezzo si può
fare l’orario che costa 3,10. L'affascinante Piazza del mercato Centrale (Rynek
Główny), nello Stare Miasto, era,
purtroppo, interamente invasa dalle strutture all'aperto dei numerosi bar e
ristoranti, nulla a che vedere con l'atmosfera che mi colpì durante la visita
nel 1968. Per strada dei ragazzi in abiti d'epoca suonavano (molto bene)
musiche medievali (acquistato loro CD – 30 zl). Imperdibile
la Dama con l'ermellino, di Leonardo da Vinci, al Museo Czartoryskich (le
altre tele sono tutte opere minori anche se di artisti importanti - 20 zl).
Visitiamo la Kósciół Mariacka (accanto c’è un Empik che vende
stampa internazionale).
13 agosto:
Cracovia (Krakow)
Usciamo
alle 8,30 e andiamo subito al Wawel. La biglietteria dopo la porta non è
l’unica. C’è una biglietteria con informazioni ed ufficio postale
all’interno delle mura del castello (entrando dalla salita della porta,
oltrepassare la cattedrale e traversando i giardini, dirigersi di fronte a
fianco del ristorante). E’ raggiungibile anche dall’altra rampa di accesso
dalla Vistola, vicino alla grotta del drago, entrando nel giardino sulla
destra. E’ preferibile rivolgersi a questa che da anche informazioni. Se poi
si vuole prenotare (ma non sappiamo con quanto anticipo ci si può rivolgere
agli uffici (BOT) a fianco dell’ingresso del Castello, dove c’è anche un
Bancomat. Gli ingressi giornalieri alle States Rooms (Reprezentacyjne Komnaty
Królewskie), dove si trova la famosa Sala degli Ambasciatori (Sala Poselska),
quella con il soffitto a cassettoni, all'interno di ognuno dei quali c'è una
testina scolpita, e agli Royal
Private Apartments (Pryvatne Apartamenty Królewskie) sono limitati, raggiunto
il limite massimo la vendita dei biglietti viene chiusa e nel biglietto è
indicato l'orario di entrata assegnato, quindi occorre andare per tempo,
appena aprono le biglietterie (alle 9), specie se è giorno festivo (76 ZL).
La visita alle States Rooms si
effetua da soli, quella agli Royal Private Apartments con una guida (in
inglese). Nelle guide e nei diari di viaggio da noi consultati, i due
succitati itinerari di visita del Wawel sono indicati con diverse
denominazioni (nella guida verde del TCI sembrano fusi in un unico
itinerario). Le denominazioni da noi riportate sono quelle ufficiali (quelle
che stanno sui biglietti ed esposte alle casse). In
una delle stanze giovani in costume d'epoca suonavano (bene) musiche
medievali. Maurizio ha ovviamente comperato subito il CD (38 zl) visto che la
musica medievale è la sua passione. In uno dei tre negozi di souvenir
comperiamo due riproduzioni delle "testine" che abbiamo ammirato nel
soffitto della sala degli ambasciatori.
La
cattedrale all'interno del Wawel (per la quale c'è una cassa a parte, di
fronte,20 zl) richiede tempo per la visita, perché pur non essendo tanto
grande ha molte cappelle importanti e la cripta con le tombe di re e regine.
E’ la chiesa più importante di Polonia dove i re venivano incoronati.
Consigliamo di andarla a visitare per ultima perché c'è meno problemi per
trovare i biglietti. L’università (Collegium Maius – ul. Jagellońska,
15 – www.uj.edu.pl/muzeum) ha anche visite guidate in italiano (24 zl) ma
occorre andare presto perché chiude abbastanza presto (gli orari cambiano a
seconda dei giorni per cui è meglio, prima della partenza, consultare il sito
internet – l'unica cosa che rimane aperta fino a tardi, gratuitamente, è il
bel chiostro). C’è la visita dell’università (biblioteca, locali privati
dei professori, stanza di Copernico, aula magna) e quella alle collezioni di
strumenti scientifici che non abbiamo potuto vedere (peccato!). Visitato il
quartiere di Kazimierz ci concediamo una mega-coppa di gelato
comodamente seduti in una elegante gelateria del Centro per la esorbitante
somma di 26 ZL + 4 zl di mancia (cioè 10 € in due!).
Due
giornate piene per visitare Cracovia. Molto concentrata spazialmente, ma molte
cose da vedere.
14 agosto:
Wielicka e Auschwitz (Oświęcim)
Alle
8 usciamo dal Camping di Cracovia per arrivare alla miniera di sale di
Wielicka (www.kopalnia.pl)
per la visita in italiano delle 9.45 (le altre sono, ad agosto, alle 13 e alle
15,45, a luglio solo alle 13; in inglese ogni 30 minuti).
Il
traffico in uscita, visti i lavori in corso, è abbastanza sostenuto, comunque
riusciamo ad arrivare per sistemare il camper in un comodo posto del vasto
parcheggio (14 zl) e non facciamo neanche la fila alla cassa (su alcuni
resoconti di viaggio abbiamo letto di file apocalittiche per l'entrata delle
13!). Per visitare la miniera (128+10 zl) dove tutto, dal pavimento alla
Chiesa sotterranea dedicata a Santa Kinga, è scavato nel sale, occorrono
circa 2 ore, se si aggiunge il museo (che è da vedere perché è sempre nella
miniera e ci sono attrezzi vari, minerali, ecc.) in totale ce ne vogliono
circa 3, quindi alle 13 circa siamo fuori e ci dirigiamo verso il lager di
Auschwitz, ora diventato Museo. Compriamo un opuscolo, perché nel pomeriggio
le guide non si trovano già più (occorre prenotare), ma forse è meglio così,
è meglio effettuare la visita da soli, elaborando personalmente e
singolarmente le emozioni che il luogo suscita. In più di mezzo secolo di
vita abbiamo letto, visto documentari, dibattuto, su quel che è stata la
Shoah, ma solo venendo qui si riesce veramente a percepire, nella sua
interezza, l'orrore. Ripensando a fatti successi di recente in Italia non
possiamo far altro che ribadire che se è vero che la Storia è maestra di
vita è altrettanto vero che essa non ha allievi. Finita la visita,
pernottiamo nel vasto parcheggio 24 h del campo (il primo a destra, da cui si
accede direttamente al museo) insieme ad altri (pochi) camper. km
66
15 agosto:
Auschwitz e Birkenau
La
mattina presto torniamo ad Auschwitz per rivedere i Memoriali che le varie
nazioni europee hanno allestito nei blocchi del lager (molto bella quello
ungherese, insignificante quello italiano), poi alle 10 andiamo a vedere il
filmato (unica cosa a pagamento a parte l’eventuale guida). Appenda finito
il filmato andiamo a Birkenau (Auschwitz II), spostandoci con il camper.
Considerate che il parcheggio di Birkenau è molto piccolo, quindi forse
conviene utilizzare la navetta gratuita la cui fermata è appena fuori
dall’edificio di ingresso al museo di Auschwitz.
E’ consigliabile verificare in anticipo gli orari per regolarsi (nel giorno
della nostra visita la prima partiva alla 10.30 e ce ne era 1 ogni ora, idem
per il ritorno ma con partenze sfalsate di mezz’ora). Considerare che
l’area di Birkenau è immensa e ci vuole molto tempo per vedere le zone più
significative; qui, ancor più che ad Auschwitz, ci si rende conto delle
condizioni di vita (se di vita si poteva parlare) dei lager. Nel pomeriggio
partiamo per il Parco Nazionale dei Monti Pieniny (Pieniński Park
Narodowi) dove sono le gole del Dunajec, per la gita in zattera lungo le
rapide, facendo per un breve tratto la 44, ma deviando poi sulla 28, passando
per Nowy Targ e ci fermiamo al campeggio Polana Sosny, in riva al lago
Czorsztyn (che in realtà è un invaso artificiale), vicinissimo al punto di
imbarco per le rapide. Il posto è bello in un’area abbastanza vasta, ma
evidentemente l’afflusso del ponte di ferragosto ha causato un
sovraffollamento inaspettato aggravato dall'occupazione di spazi in modo
disordinato. Le docce delle donne erano fredde, quelle degli uomini no,
inoltre sono state le uniche a pagamento (2 zl) incontrate in Polonia. Anche
il ristorante (in una dimora d’epoca) alle 20,30 non aveva più nulla da
mangiare. In compenso questo campeggio è stato l’unico che abbiamo trovato
con un pozzetto per wc nautico (anche sufficientemente accessibile).
km
161
16 agosto:
Le gole del Dunajec e Zakopane
Alle
8 siamo fuori dal campeggio per andare alle gole del Dunajec. Il tempo è
incerto, ma speriamo bene. Siamo tra i primi e ci sistemiamo nell’ampio
parcheggio (10 zl) dell'imbarcadero (usciti dal campeggio, traversare la diga
e seguire le indicazioni).
La
gita ha due località di arrivo, noi scegliamo la più lunga (96 zl) fino a
Kroscienko: sono 23 km e ci vogliono quasi 3 ore. Poco dopo la prima stazione
comincia a piovere. La gita è sicura perché le rapide non sono tanto
impetuose e le zattere sono molto solide e ben guidate. Sulla nostra sinistra
c’è la Polonia e sulla destra c’è la Slovenia, che sta provando ad
imitare lo storico tragitto dei polacchi, ma sembra ancora con poco successo.
In compenso c’è una pista ciclabile che corre quasi lungo tutto il fiume
fino a quando questo piega a sinistra (orografica) per entrare in territorio
solo polacco.
Si
ritorna con una navetta (taxi) per 8 euro a persona. Dove siamo partiti c’è
un ristorante self-service (ci mangiano i traghettatori) dove abbiamo mangiato
una buona fettina panata con contorno e birra per 33 zl.
Ci
dirigiamo al castello di Nidzica ma il posto è affollatissimo, il parcheggio
problematico anche per camper piccoli come il nostro ed inoltre piove a
dirotto. Decidiamo di non scendere e proseguire per vedere alcune delle
interessanti chiese in legno che si trovano lungo la strada per Zakopane.
Quella di Dębno Podhalańskie (Kósciół Sw. Michała
Archanioła – San Michele Arcangelo - XV° secolo) giudicata la più
bella, con bellissimi affreschi (purtroppo potuti ammirare solo dalle finestre
perché era chiusa), una delle sei che, dal 2003, fanno parte del Patrimonio
dell'Umanità dell'UNESCO; Harklowa,
e di Łopuszna (Kósciół Sw.Trójcy - XVI° secolo); in quest'ultima
assistiamo ad un matrimonio con sposa, damigelle e suonatori in costume
tradizionale. Ci sono, in Polonia, moltissime interessanti chiese, del XV°-XVI°
secolo, interamente costruite in legno; alcune (tra le quali le tre da noi
visitate) nella zona attorno al lago Czorsztyn, dove si trova il citato
campeggio Polana Sosny, alla reception del quale abbiamo acquistato una mappa
con indicate tutte le chiese in legno della zona (Gothic Route), altre a nord
di Tarnów, altre nella Slesia nei dintorni di Opole, altre nella zona dei
Sudeti.
Poi
andiamo a Zakopane. Solito casino per le strade, ma anche sulla via pedonale
dove il traffico “umano” è forse anche maggiore. Continua a piovere e il
campeggio è un pantano, oltre ad essere al solito molto disordinato perché
non c’è regola al posizionamento degli equipaggi. Troviamo alla fine un
posto dove pensiamo di non impantanarci e andiamo a visitare la cittadina. A
piedi ci vorranno una decina di minuti per arrivare in zona commerciale ed
altrettanti per arrivare all’isola pedonale. Zakopane è molto graziosa ma
è la tipica cittadina turistica di montagna, come le nostre dell'arco alpino
per cui, se ci si vuole rilassare facendo escursioni, va bene arrivarci,
altrimenti può essere anche saltata. La via centrale, pedonale, è tutta una
sequela di ristoranti, pasticcerie, negozi di artigianato (per lo più orrenda
paccottiglia, ma con un po' di pazienza si riesce a trovare qualcosa di
decente). Abbiamo gustato solo gli immancabili gofry (ottimi) e acquistato
vodka Zubr (per regali).
km
79
17 agosto:
Bratislava
Partiamo
dal campeggio di Zakopane alle 9.30. E’ domenica, quindi, tutto il traffico
è concentrato intorno alle chiese. Piove e il brutto tempo ci costringe a
rinunciare alla escursione al laghetto "Morskie Oko" e ai dintorni
di Zakopane, compreso un po' di trekking sui Tatra.
Ci dirigiamo a Chocholow, per vedere la particolare architettura delle
case in legno ad incastro poi verso Czarny
Dunajec (dove facciamo gli ultimi acquisti con
i residui zloty), Jablonca, prendiamo la 7
(E77) passando il confine a Chyznic; entrati in Slovacchia ci dirigiamo a
Bratislava. Arriviamo al camping Zlate Piesky (una buona struttura inserita in
un complesso sportivo che comprende campi da tennis, palla a volo, minigolf,
piscine di vario tipo, .....) e usciamo per vedere il centro storico della
città, bello, privo di quelle pesanti sovrastrutture che ci hanno impedito di
apprezzare appieno quello delle città polacche, animato ma non affollato,
piacevole e rilassante. Giriamo senza una meta precisa, gustandoci la
tranquillità dopo tanta confusione sopportata nei giorni scorsi. In Rybárska
Brána, all'incrocio con le vie Panská e Laurinská (in pieno centro, nella
zona pedonale) incontriamo due singolari statue in bronzo, quella di Čumil
(un uomo con elmetto che esce da un tombino) e di Ignác Lamar che, cilindro
in mano, sembra dare il benvenuto ai visitatori, più in là, all'angolo del
bar Paparazzi, un'altra raffigurante un uomo che osserva con un cannocchiale;
altre ne incontreremo nelle vicinanze. Vediamo dei negozi con esposti in
vetrina dei begli oggetti di artigianato moderno così decidiamo di
rimanere a Bratislava anche l'indomani mattina per acquisti (ormai è sera e i
negozi sono chiusi).
Km
363
18 agosto:
Bratislava
Fatti
gli acquisti in un negozietto con prodotti di artigianato moderno veramente
squisiti (via Jesenského) visitiamo
la graziosa chiesa Liberty di Sv Alžbeta (Santa Elisabetta?) chiamata, a
causa del colore del rivestimento esterno, Chiesetta Azzurra (Modrý Kostolík).
Pomeriggio partenza per Čatež dove arriviamo in serata.
km
410
18-24 agosto:
Čatež
Come
abbiamo fatto lo scorso anno tornando dall'Ungheria, decidiamo di riposarci,
alle Terme di Čatež: 6 giorni di completo relax.
Le Terme di Čatež sono un complesso formato da tre alberghi
(tutti con SPA, usufruibili anche per i non clienti degli alberghi), bungalow
e appartamenti di vario taglio e campeggio; all'interno due strutture con
piscine di vario genere (tipo Acquapiper o Acquafan, con tutti i pregi e
difetti di questo tipo di strutture), una scoperta e una al coperto, per cui
è possibile fare bagni e passare ore di relax in qualsiasi stagione e con
qualsiasi tempo. Le strutture sono forse un po' pacchiane (quella coperta
abbonda di palme in plastica) ma sono perfettamente organizzate, curate,
pulite e dotate di tutte le comodità (caratteristiche comuni a moltissimi
complessi del genere sia in Slovenia che in Ungheria) . Ma la cosa che a noi
rilassa veramente (ed è una cosa che abbiamo trovato solo qui) è il Sauna
Park: all'interno della struttura coperta (ingresso 12 € per 3 ore + 2 €
per ogni ora in più – orario 11-21), attorno ad una piscina termale a
gradoni (36°) sono collocati 7 tipi differenti di saune, un bagno turco, due
lettini solari, una doccia solare, più piccole piscine di acqua fredda oltre
a svariati lettini; tutto è a disposizione dei clienti mentre sia la musica
New Age a bassissimo volume sia l'abitudine di tutti a parlare a bassa voce
contribuisce a dare un grande senso di relax. Noi ci passiamo almeno 3/4 ore
al giorno. (Attenzione: il giovedì dalle 17 in poi il Sauna Park è riservato
alle donne).
25 agosto:
inizia il ritorno – da Čatež a Soave
Partenza
di buon mattino alla volta di Soave dove arriviamo in serata, per recarci,
l'indomani, presso la Cantina di Soave (Viale Vittoria, di fronte le mura)
dove, come facciamo spesso, ci riforniamo di vini vari (specialmente Recioto
di Soave, un eccellente passito).
Per la notte ci fermiamo presso la comoda area di sosta lungo le mura
(arrivati davanti all'ingresso della cinta muraria, girare a sinistra, dopo
circa 200 metri c'è l'area, gratuita, camper service e elettricità).
Km 421
26 agosto:
ritorno a Roma km
561
***************************************************************************************************************************
NOTE
(Polonia)
PREZZI
E GASTRONOMIA
In
Polonia sensibilmente inferiori a quelli italiani, specialmente al di fuori
delle grandi città. Per quanto riguarda la ristorazione possiamo dire che nei
ristoranti si spende molto meno che a Roma; nelle locande o comunque nei
piccoli ristori annessi ai parcheggi e ingressi di siti turistici o
lungo le strade (Karczma) si può mangiare
(ottimamente) con 40-60 zl (12-19 €). Ottime le carni (specialmente il
maiale), i Pierogi (grossi tortelli ripieni di varie cose, ottimi quelli
ripieni di selvaggina). Anche i campeggi non sono cari, normalmente (tranne il
"furto citato nel testo) dai 50 ai 70 zl. L'unica cosa che costa quanto
in Italia sono i carburanti, esageratamente cari per un paese con un tenore di
vita abbastanza basso, ecco perché la Polonia è piena di distributori di
GPL. Economici (e ottimi) dolci (specie quelli alla crema e alla panna),
gelati e, soprattutto, i grofy; ottima la birra. Per quanto riguarda il vino
solo vini Sloveni o Ungheresi. Abbastanza economica anche la Slovacchia
CAMPEGGI
La
situazione, in Polonia, non è omogenea, come abbiamo visto anche in altri
paesi dell'est europeo. Accanto a strutture gradevoli e ben organizzate
(normalmente piccoli campeggi di cittadine) abbiamo i campeggi gestiti dal
PTTK (organizzazione pubblica per lo sport e lo svago) in cui colpisce lo
stato di abbandono, anche di complessi che dovevano essere, viste le strutture
ancora presenti, molto più frequentati in altre epoche. Le strutture molto
grandi, la presenza di bungalow e altre strutture "collettive",
evidenziano l'uso, negli anni passati, a mo' di colonia per ragazzi o vacanze
strutturate per lavoratori tipo "dopolavoro", caratteristica comune
a molti campeggi, specie quelli più vecchi, nell'est europeo. Comunque, come
già detto, sono abbastanza economici.
LINGUA
L'inglese
è parlato solo dagli studenti sotto i 30 anni; il tedesco è parlato più o
meno bene da tutti, giovani e anziani (specialmente quest'ultimi). Comunque
bene o male, come già in altre occasioni (vedi Ungheria) ce la siamo cavata.
DA VEDERE:
premessa:
come già evidenziato in questo diario, le note negative della visita alle
città sono state l'affollamento eccessivo e la trasformazione di
quest'ultime in Luna Park per turisti. Bar e ristoranti che hanno occupato
praticamente tutte le piazze dei centri storici con gazebo, ombrelloni, tavoli
e sedie, impedendo la possibilità di ammirarle nella loro interezza e aspetto
originale. Le piccole cittadine con i loro graziosi Rynek (piazza del mercato)
trasformate in chiassose fiere e invase da venditori di dolciumi,
pseudo-artigianato in plastica "made in China", altoparlanti che
sparano musica a tutto volume, per la gioia di "turisti" che se ne
fregano della bellezza del luogo ed evidentemente apprezzano tale baraccone
cialtrone. Impossibile, in questa situazione, gustare l'atmosfera
delle pur graziose città e cittadine polacche (come Kazimierz
Dolny e
Danzica, ad esempio).
Da un lato l'affollamento
è, purtroppo inevitabile, almeno per chi è costretto a viaggiare nei periodi
caldi (Pasqua, agosto, ....); d'altronde chi scrive non è certo nostalgico
del turismo di elite, quando solo i ricchi potevano permettersi il lusso di
mettere il naso fuori della loro città (certo però se la gente fosse un po'
più rispettosa dei luoghi e più capace di educare, in tal senso, i loro
figli ....). Ben diverso è il discorso delle città e luoghi
storico/artistici trasformati, come detto, in Luna
Park per turisti. Qui
la responsabilità per tale situazione, questa evitabile, è tutta di
amministrazioni incapaci, da un lato, di imporsi alle varie lobby commerciali,
in nome della tutela del patrimonio artistico (che è di tutti) e dall'altro,
incapaci di concepire una fruizione del bene artistico che non sia quello di
considerarlo alla stregua di una "quinta", uno sfondo per vendere
pizzette, salsicce e spade in plastica (e svolgere, ovviamente su tale
fruizione, una funzione educatrice nei confronti dei cittadini). Purtroppo
tale situazione non è una prerogativa polacca e sembra essere l'ineluttabile
destino di molti luoghi storico/artistici europei: da Carcassonne
ad Alberobello, da Mont S. Michel a Santillana do Mar, fino alle
cittadine della Camargue. L'atmosfera originale è inevitabilmente perduta, il
luogo diventa una grande cartolina animata e iperaffollata.
L'unica
difesa è, oltre, ovviamente, a poter viaggiare fuori dei periodi più
affollati, quello di recarsi sul posto da visitare la mattina molto presto e
di scegliersi le mete meno turistiche (ce ne sono ancora di molto belle), ad
esempio: Zalipie era deserta, al Białowieski
Park Narodowi c'era pochissima gente (gli italiani, poi, li incontri solo
nelle grandi città) mentre, di contro,
al castello di Malbork abbiamo dovuto
fare due ore di fila, a Łeba era impossibile solo fermarsi e a Danzica
era difficoltoso camminare a piedi nel centro storico.
Nel
preparare il viaggio avevamo preso in considerazione molte altre località, ma
abbiamo dovuto fare una cernita per ovvie ragioni di tempo.
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Castello Reale e Parco Łazienki
A
Cracovia: Il Wawel, lo
Stare Miasto con la Piazza del Mercato Centrale (Rynek Główny), L'università (Collegium Maius), la Dama con
l'ermellino al Museo Czartoryskich
A Breslavia: Il Rynek e Panorama Racłavicka
Torun
– Danzica (di giorno non
festivo)
Lo
Słowiński Park Narodowy
L'escursione
in battello nel canale di Elbląg
I
laghi della Masuria
Il
Białowieski Park Narodowi
Kazimierz
Dolny (di giorno non festivo)
le
case dipinte di Zalipie
la
miniera di sale di Wielicka
Auschwitz
e Birkenau
Le
chiese in legno di Dębno Podhalańskie, Harklowa, e Łopuszna
(a
cui è doveroso aggiungere il centro di Bratislava e Le Terme di Čatež)
Tabella riassuntiva dei
pernottamenti
Giorno |
Sosta
notturna |
Struttura |
Indirizzo |
Sito
web |
costo |
Km |
27
luglio |
Monzambano |
AA
comunale |
Via
degli Alpini, vicino parco giochi |
www.camperistidimonzambano.it |
€
10 |
565 |
28
luglio |
Vicinanze
di Hof |
Autostrada
per Dresda |
|
|
gratuita |
787 |
29-30
luglio |
Breslavia
(Wrocław) |
Camping
Stadion |
Ul.
Paderewskiego, 35 |
|
Zl
109 |
429 |
31
luglio |
Toruń |
Camping
Tramp |
Ul.
Kujawska, 14 |
www.hotelwodnik.com.pl |
Zl
52 |
395 |
1
agosto |
Łeba |
Camping
Rafael Nr 145 |
Ul.
Turystyczna, 10 |
www.campingrafael.pl |
Zl
68,6 |
309 |
2-3
agosto |
Danzica
(Gdansk) |
Camping
Stogi Nr 218 |
Ul.
Wydmy, 9 |
www.camping-gdansk.pl |
Zl
110 |
234 |
4
agosto |
Elblag |
Camping
Elblag Nr 61 |
Ul.
Panieńska, 14 |
www.camping61.com.pl |
Zl
48 |
163 |
5
agosto |
Żaby
Róg |
camping
Kretowiny |
Kretowiny |
www.
kretowiny.maxi.pl |
Zl
98 |
130 |
6
agosto |
Bialowieza |
Parcheggio
all'entrata della Riserva |
Descrizione
nel diario di viaggio |
|
Zl
10 |
418 |
7
agosto |
Węgrow |
Camping
Nad Liwcem |
Ul.
Żeromskiego, 24 |
|
Zl
50 |
173 |
8-9
agosto |
Varsavia |
Camping
Astur Nr. 123 |
Ul.
Bitwy Warszawskiej 1920 |
|
Zl
120 |
92 |
10
agosto |
Lublino
(Lublin) |
Camping
Graf-Marina |
Ul.
Krężnicka, 6 |
www.graf-marina.pl |
Zl
50 |
209 |
11-13
agosto |
Cracovia
(Kraców) |
Camping
Clepardia |
Ul.
Pachońskiego, 28A |
www.clepardia.pl |
Zl
216 |
425 |
14
agosto |
Auschwitz |
Parcheggio
Museo |
Descrizione
nel diario di viaggio |
|
Zl
12 |
66 |
15
agosto |
Niedzica |
Camping
Polana Sosny |
Osiedle
Na Polana Sosny |
www.niedzica.pl |
Zl
37 |
161 |
16
agosto |
Zakopane |
Camping
Pod Krokwią |
Ul.
Żeromskiego, |
www.podkrokwia.zacopane.pl |
Zl
69 |
79 |
17
agosto |
Bratislava |
Autocamp
Zlaté Piesky |
Senecká
cesta, 2 |
www.intercamp.sk |
Skk
550 |
363 |
18
– 24 agosto |
Čatež
ob Savi |
Campeggio
delle Terme di Čatež
|
Topliška
cesta, 35 |
€
217 |
410 |
|
25
agosto |
Soave |
AA
comunale |
Descrizione
nel diario di viaggio |
|
gratuita |
421 |
26
agosto |
Roma |
|
|
|
|
561 |