Perù e Bolivia
CRONACA DI UN VIAGGIO IN SUDAMERICA
Diario di viaggio 15
Maggio - 04 Giugno 2001
15
Maggio 2001: Ecco
sono le 4:30 del mattino, inizia il viaggio in Peru', quasi incredulo, trovo
ad accogliermi una Lancia K di colore blu con un autista in giacca e cravatta
in meno di 40 minuti siamo in una Malpensa deserta !! Il prezzo ?? Solo 35000
Lire, poco piu' del costo della benzina. Voglio subito liberarmi dello zaino
pesante e faccio il CheckIn, ad accogliermi
una Claudia Shiffer molto assonnata. Questa volta ho deciso, prima
dell' imbarco far la tessera "mille miglia" di Lufthansa.
Ore
8:45 : Arrivo a Francoforte, una
citta' circondata da un bosco immenso, dall' alto si vede bene, come a Milano
(sic!!). Ah, naturalmente qui il cielo velato a Milano naturalmente pioveva !
Ore
9:20 Incontro il resto del gruppo al gate di
imbarco per Lima, si sente lontano il vociare delle Gemelle Kessler
(Franca e Milena). Rimango sempre piu’ stupito di queste due persone , mi
raccontano che hanno fatto 2 volte il giro del mondo … una volta in un senso
e la seconda nel verso opposto ! … e non è finita, a Pasqua non sapevano
cosa fare e sono andate in Uzbekistan ! non ho parole
… Bruno, il ragazzo di Venezia ha circa la mia eta' , mi sembra molto
introverso ma non
abbiamo parlato molto. Sandro e Lauretta arrivano tenendosi per mano,
si vede che stanno bene insieme.
Ore
10:55 Decollo da Francoforte … destinazione !?! Lima ovviamente.
Ore
20:00 Stiamo sorvolando le isole del Mar dei
Carabi, sono stanchissimo e non vedo l’ora di arrivare
(ora prevista 00:30
circa). In proposito fino ad ora ho fatto riferimento all’ ora italiana.
Ore
22:30 Stiamo sorvolando la foresta Amazzonica (Venezuela + Colombia) fra poco
passeremo la linea dell’ Equatore. Anche da 11000 metri di altezza non si
vede la fine di questo sterminato tappeto verde !
Ore
00:30 Siamo finalmente arrivati in aeroporto … ma ecco subito il primo
inconveniente, una delle gemelle K. (Milena) non vede arrivare la sua valigia
… è rimasta a Francoforte, arriverà con
il prossimo volo. Ci sistemiamo
a casa di Marita alle 18:30
(ora locale) in un bel quartierino di Lima : il Barranco. La casa è
accogliente e la camera la condivido con Bruno e … buonanotte !!!
16
Maggio 2001: La
sveglia è alle 7, cerchiamo di combattere da subito il fuso orario.
Io, come al solito, ho un pochino di mal di testa e per colazione prendo solo
un caffè. La mattina è dedicata alla visita di un quartiere autonomo ed
“autoorganizzato” di Lima:
Villa El Salvador. La massima autorità locale è l’alcalde che è
equivalente al nostro sindaco e prende decisioni in materie amministrative.
E’ un quartiere terribilmente povero, praticamente esistono enormi
Favelas… Visitiamo una scuola elementare e i bambini ci accolgono subito
festosi. Faccio una foto ad un gruppetto di scolari, altrimenti Paola mi dice
che fotografo solo sassi ! Visitiamo
anche una comunità per il recupero di tossicodipendenti, i letti sono assi di
legno, mentre la “mensa” è costituita da sassi … mi viene quasi da star
male , meno male che andiamo via presto. A pranzo andiamo al pueblo di
Pachacamac, dove ho mangiato riso, pollo e Yuca, una variante della patata
americana … e come tale mi piace molto.
Pachacamac
è famosa per un centro religioso preincaico , sono i primi “sassi”
Peruviani che vediamo. Il sito è immenso, anche se le rovine non sono
eccezionali. Dal tempio del sole si gode una vista bellissima sulla costa
Pacifica e la Panamericana. Il resto della giornata lo trascorriamo nella
“comunità “ di accoglienza per bambine maltrattate di Daniela, una
volontaria che lavora da26 anni in Peru’. Raccoglie bambine maltrattate,
orfane o “semplicemente” disadattate. Le bambine stesse tornano a scuola
per cercare in futuro di essere inserite in un miglior contesto sociale. Ci
racconta le varie vicende di tutti questi anni di prima linea, il posto è
molto accogliente. Approfittiamo del compleanno di una bambina per mangiare
anche una fetta di torta … tra le altre c’è anche Sttephanie una bambina
down di 4 o5
anni, ha perso la madre quando aveva 3 anni e il padre, che se ne
vergognava, la teneva chiusa in cantina. Adesso è anche seguita da una
logopedista e una psicologa, naturalmente a pagamento. La comunità vive sui
volontari e sui soldi
di beneficenza che Daniela raccoglie anche in Italia.
Lasciamo
verso le 20 la comunità veramente entusiasti della visita, almeno io lo sono.
La sera mangiamo in un ristorante argentino … naturalmente carne ! (e patate
…).
17
Maggio 2001:
A colazione provo un succo di un frutto che non ho mai sentito: Guanabana/Chirimoya.
La mattina la dedichiamo alla visita di un centro cattolico per bambini
lavoratori, dove il bambino stesso lavora,
pagato, per determinate attività, ad esempio la produzione di biglietti di
auguri Natalizi. In questo modo riesce ad aiutare la propria famiglia e allo
stesso tempo può continuare la scuola. Il centro stesso aiuta i bambini nei
compiti o nel recupero. Mi sembra una buona iniziativa , seppur noi non siamo
abituati ad associare la parola
lavoro alla voce bambino; in questo contesto invece, è fondamentale per
togliere il bambino dallo sfruttamento e fargli cosi’ proseguire l’
istruzione. Ad ogni modo alla fine ho comprato 10 biglietti.
A
Lauretta e Sandro brillavano gli occhi a vedere tutti quei bambini , anzi a
loro brillano gli occhi ogni volta che ne incontriamo uno !! Hanno 3 figli,
anzi 4, l’ultimo è un bambino down (Umberto) che hanno adottato quando
aveva 15 mesi … ora ha 16 anni. Ad essere sincero invidio queste due persone
per come affrontano e gestiscono la propria vita.
Successivamente
siamo andati al Museo De La Nacion , dove viene tracciata l’intera storia
del Peru’ Precolombiano, fino agli Incas. Una visita veloce ma istruttiva.
Per pranzo finalmente andiamo verso il centro e visitiamo Plaza Major con la
cattedrale, Santo Domingo e il suo bellissimo chiostro ed infine San Francisco
con le sue catacombe contenenti migliaia di ossa.
La
sera andiamo a letto presto domani ci dobbiamo svegliare alle 4 per andare a
Parajas.
18
Maggio 2001:
E’ ancora buio e stiamo già percorrendo la Panamericana con direzione
Parajas. Siamo noi 6 su un vecchio pulmino Volkswagen piu’ Marita e Artemio
(l’ autista). Alle 8:30 arriviamo
dopo circa 3 ore d’ auto, ma il cattivo tempo blocca le partenze in barca
per le isole Ballestas, riserva naturale di questa zona. Partiamo finalmente
verso le 10:30, sono seduto al solito vicino a Bruno e spettegoliamo ridendo
sul modo curioso di tradurre dallo spagnolo/inglese al veronese di Milena. Il
motoscafo parte lentamente
Ritorniamo
verso le 12:30 ed andiamo a pranzare a Pisco. Nel frattempo Marita ci prenota
ci prenota il volo aereo sulle linee Nazca per il giorno successivo … sia io
che Bruno siamo convinti che prenotando direttamente sul posto si spenderebbe
di meno dei 40 dollari richiesti, ma comunque per buona pace di tutti
accettiamo.
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Maggio 2001:
Il signor Armando Perla è puntualissimo, alle 7:30
ci spetta fuori dall’ albergo “El Mirador” per portarci all’
aeroporto. Non nascondo
che il sorvolo delle linee Nazca è uno degli scopi del viaggio, allo
stesso tempo però non nascondo un certo timore di salire su quei
mini-aeroplani a elica. All’ aeroporto ci dividono in 2 gruppi da 3, io sono
con franca e Milena , il secondo gruppo è formato dai restanti Bruno, Sandro
e Lauretta che ha una faccia talmente terrorizzata da risultare indescrivibile
… ecco ci siamo l’aereo si stacca da terra, io sono seduto vicino al
pilota, Franca e Milena dietro. Non facciamo in tempo a pensare che siamo in
vista delle prime linee, viste da quassu’ sembrano veramente piste di
atterraggio e pensare che sono state fatte spostando i sassi arroventati dal
sole per lasciar scoperta la sabbia sottostante del deserto. Ma ecco la
scimmia, il cane, il colibri’, il ragno è fantastico ….
linee Nazca : Scimmia
20 Maggio
2001:
Ad Arequipa arriviamo alle 6 di mattina, si
sente dall’ aria fredda che siamo a 2500m. Telefoniamo subito al
nostro “contatto” per le camere dove dormire, dice che arriverà in un
quarto d’ora, speriamo non con ora peruviana … abbiamo subito una sgradita
novità, 3 di noi dormiranno a casa sua altri 3 in un posto non ben definito
… ci penseremo, per ora facciamo un giro nei dintorni della città,
finalmente posso ammirare “El Misti” il vulcano che con i suoi 5800m
sovrasta la città. Per il resto una gita inutile e noi siamo piuttosto
stanchi. Così decidiamo di trovarci un alberghetto in centro, con 3 camere
tutte fornite di bagno. Visitiamo la splendida cattedrale bianca di Plaza de
Armas e soprattutto il Monastero di Santa Catilina dove ogni secondogenita di
ogni famiglia benestante veniva rinchiusa per diventare monaca … con o senza
il suo parere. Praticamente mi vien da dire che venivano murate vive all’
interno anche se il monastero è splendido. In serata prenotiamo la visita al
Canon del Colca, dove potremo
vedere i condor; staremo “fuori” domani e dopo in modo da poter vedere
questi enormi volatili il mattino presto. Per farlo dovremo passare un punto
che è a 4800m … speriamo in
bene per il mal di montagna … in proposito, oggi Lauretta non ci ha seguito
nei vari spostamenti, ha continui giramenti di testa, sembrano i classici
sintomi del mal di montagna, forse domani non verrà. Per combattere questi
sintomi bisogna bere il “mate di coca”
è buonissimo, ne porterò a casa delle bustine da dare a Paola.
Arequipa: chiesa
21
Maggio 2001:
Purtroppo Lauretta non ce la fa, speriamo migliori, anche Sandro quindi decide
di non venire. Forse riusciremo ad ottenere un parziale rimborso, ad ogni modo
alle 8:30 si parte, i primi 60/70
Km sono su strada asfaltata, i restanti 100Km su strada sterrata. Il gruppo è
composto da me, Bruno, Franca e Milena + 2 argentini, 2 danesi e 6 israeliani.
La prima tappa è a quota 3600m di altezza per vedere un branco di vigogne
allo stato selvatico. Per ora non mi sembra di aver sintomi di mal di
montagna. La seconda tappa è un piccolo luogo di ristoro a quota 4300/4400m:
come essere quasi in cima al Monte Bianco … beviamo il mate di coca perché
dobbiamo spingerci ancora più in
su prima di iniziare la discesa.
Passiamo
in paesaggi andini da favola, intorno abbiamo pochissima vegetazione è
praticamente un deserto d’alta quota, allo stesso tempo ci circondano le
splendide vette delle Ande Centrali: Pichu Pichu (4800m), il vulcano El Misti
(5800m) e il Chachani (6100m). Ma ecco in meno di ½ ora arriviamo al passo più
alto: 4800m. Usciamo e subito Franca e Milena vengono colte da giramenti, ma
poi passa. Io e Bruno abbiamo un lieve mal di testa dovuto all’ aria
rarefatta. Il paesaggio attorno è da favola.
Inizia
la discesa verso Chivay (3600m) , qui, dopo aver mangiato e sistemato la
valigia in albergo, faremo un bagno nelle fonti termali di acqua calda del
paese (tipo Saturnia, Paola ne sarebbe invidiosa). L’ acqua sulfurea
della vasca infatti è di circa 35/40 °, passiamo qui un paio d’ore
e facciamo amicizia con i 2 ragazzi argentini. Sono 2 giornalisti, vanno in
giro per il Sud America e vendono i loro articoli a delle riviste di turismo,
è un buon modo per stare insieme … lo proporrò a Paola. La chiacchierata
continua anche durante la cena in un ristorante tipico, andiamo a letto alle
10, domani la sveglia è alle 5.
22
Maggio 2001:
C’è un gelo incredibile, l’acqua è ghiacciata, ci saranno –2, -3 °.
Facciamo colazione con il solito mate de coca e partiamo per la visita al
canyon scavato dal fiume Colca. In alcuni punti
panoramici lo strapiombo arriva a 3000m , non esiste niente del genere
al mondo, non per niente è il canyon più profondo del pianeta. Ai lati si
vedono tutti i terrazzamenti ideati dagli Incas per la coltivazione di vari
prodotti (mais, patate …). Arriviamo alla fine nel suo punto più profondo
(di quelli visitabili): la Cruz Del Condor. Qui, come dice il nome, si possono
avvistare questi enormi volatili … ci fanno aspettare 1 ora ma … alla fine
eccoli planare nel canyon
alla ricerca di cibo … o forse sono solo esibizionisti e si vogliono
far fotografare. Continua il mio
leggero mal di testa e ho il fiatone ogni volta che faccio uno sforzo, insomma
non ci siamo ancora abituati a queste altitudini, infatti
Bruno è nella mia stessa situazione, Franca e Milena, a loro
dire, pensavano di morire questa notte. Consumiamo un anonimo pasto in
un’ anonima trattoria, continua però il piacevole scambio di idee con la
coppia argentina. Il ritorno dura 4 ore su strada sterrata : una tortura per
lo stomaco. Ad Arequipa ci
aspetta una sgradevolissima sorpresa: in albergo assieme alle nostre valigie
troviamo un biglietto di Sandro con scritto che sono tornati a Lima, il medico
infatti ha sconsigliato di proseguire il viaggio ad alta quota. Al momento non
sappiamo se sono tornati a casa o si sono invece fermati. Bel modo per
festeggiare i 30 anni di matrimonio. Alla sera comunque tutti a letto presto,
domattina ci aspetta l’aereo per Cusco.
23
Maggio 2001:
Ho passato una notte terribile, mi mancava l’aria, mi sentivo soffocare:
praticamente ho passato tutta la notte con gli occhi aperti. E’ uno dei
sintomi del mal di montagna, nonostante siamo ad Arequipa. Arrivano comunque
le 6 e ci dirigiamo verso
l’aeroporto, sono in stato comatoso e mi gira la testa, faccio ancora molta
fatica a respirare. L’aereo parte con ½ ora di ritardo e in 25 minuti siamo
a Cusco, la capitale imperiale degli Incas. Dopo aver preso la coramina mi
sento un pochino meglio. Arriviamo al Caith di Vittoria Savio, una piemontese
cha da anni raccoglie bambine con diversi problemi per farle studiare e
insegnarle il mestiere di collaboratrice domestica , in questo modo hanno più
probabilità di trovare lavoro. Vittoria è una donna anziana
ma molto energica e le stanze che ci mette a disposizione sono più che
confortevoli. Ci riposiamo circa 1 ora e
poi ci dirigiamo in taxi verso il centro. Abbiamo tutti e quattro problemi
di respirazione, perciò
ci muoviamo con molta calma. Dopo
aver mangiato visitiamo la cattedrale, la chiesa di San Francisco, la chiesa
della Compania, la Merced e il
museo di Santa Catilina. Cusco è meravigliosa … L’ultima tappa per me è
il vicolo di Loreto con ancora dei muri inca da un lato e dall’altro. Bruno,
Franca e Milena proseguono a visitare altri musei che a me onestamente non
interessano e in più non mi voglio sforzare eccessivamente, perciò prendo un
taxi e torno al Caith. Questa sera ci aspetta una cena con Vittoria che, oltre
a dei suggerimenti sulle prossime visite, ci illustrerà come funziona la sua
istituzione. Tra parentesi, oggi Milena ha recuperato la sua valigia smarrita
a Lima.
Vittoria
prepara una splendida cena all’ italiana (tagliatelle con ragù) e poi ci
mettiamo a chiacchierare, io e Bruno conversiamo fino a mezzanotte, si parla
di argomenti più vari, il progetto del Caith, il viaggio e
del passato di Vittoria (era un’ insegnante di matematica e fisica al
liceo) Finalmente di notte dormo qualche ora (nonostante il freddo).
24
Maggio 2001:
Dopo un’ abbondante colazione fatta di pane, burro e marmellata con
ovviamente mate de coca, ci avviamo a visitare 4 siti
archeologici fuori Cusco: Tambo Machay, Puca Picara, Qenko e
Sacsayhuaman. Non nascondo una
certa emozione, l’ultimo di questi siti, che è anche il più importante
rappresenta uno degli scopi del mio viaggio dal punto di vista archeologico
(gli altri sono Nazca,
Ollataytambo e Machu Pichu). Arriviamo con un bus locale fino al più lontano
(8 Km circa da Cusco) a quota 3700m. Da qui scenderemo a piedi e/o in bus di
nuovo a Cusco, fermandoci però nei vari siti. Dei primi tre restano poche
cose ma Sacsayhuaman è spettacolare con le sue altissime mura a zig zag ,
formate da pietrosi enormi e incastrate perfettamente l’una nell’ altra,
tanto da non poterci passare neanche un foglio di carta.
Non si conosce ancora quali tecniche furono
utilizzate per costruirla, ancora oggi si avrebbero grosse difficoltà.
Sacsayhuaman fu uno degli ultimi
baluardi Inca
contro l’avanzata Spagnola. Giro nel sito per circa 1 ora.
Torniamo a Cusco e dopo pranzo visitiamo la chiesa di Santo
Domingo, costruita sui resti del più grande tempio inca: Coricancha.
Il pomeriggio trascorre tranquillo tra
le
vie di Cusco e il museo regionale costruito nella casa di Garcilasio De La
Vega, il più importante cronista della storia degli Inca. La sera, Vittoria
ci prepara polenta e brasato, noi portiamo un ottimo vino cileno. Il
cibo è veramente eccellente e poi è italiano. Finalmente dormo tutta la
notte: credo di essermi ambientato a queste altezze.
Sacsayhuaman e vista su Cusco
25
Maggio 2001:
Verso le 9, dopo la solita abbondante colazione, prendiamo un bus locale per
Pisac. Viaggiamo con galline, tortore e altri animali, comunque è così che
si entra più in contatto con i locali. Domenica a Pisac visiteremo il famoso
mercato, per ora ci limitiamo alla visita delle sue rovine incaiche. Lasciato
il bus, un taxi ci accompagna sulla rocca sovrastante la città, da qui si
vede Pisac e il rio Urubamba, il fiume che taglia in due la Valle Sacra.
Vedere le rovine di Pisac è quasi come vedere il Machu Pichu, sono infatti
arroccate su un monte (3440m) ed esiste una forte distinzione tra abitazioni
di contadini, artigiani e quelle dei sacerdoti e inca locale (vicino al solito
tempio del sole). La visita dura circa 2 ore e ½ tra un continuo saliscendi
tra le rocce. Franca e Milena le vedo particolarmente provate. Riprendiamo un
secondo autobus con galline ed arriviamo ad Urubamba, da qui cambiamo bus
diretti alla fortezza incarica di Ollataitambo. Qui ci fu l’unica sconfitta
spagnola da parte degli Incas, ma la gioia durò molto poco. Le rovine sono
bellissime e si capisce perché gli spagnoli faticarono tanto … mangiamo in
un ristorantino locale e alle 20:25 prendiamo il treno che ci porterà ad Agua
Calientes, la cittadina ai piedi del Machu Pichu. Arriviamo alle 22:30 e
troviamo da dormire in un alberghetto economico ma oulito. Domani ci aspetta
la visita al Machu Pichu . Tutti i paesi che abbiamo attraversato oggi, a
partire da Pisac, costeggiano il Rio Urubamba : siamo nella parte amazzonica
delle Ande.
26
Maggio 2001:
Ci alziamo prima delle 6 , in modo da prendere i primi bus che portano al
Machu Pichu. Prima però telefono in Italia: oggi è il compleanno di Paola.
L’autobus inizia la lenta ascesa su una strada scavata nella montagna:
attorno c’è solo una immensa foresta. Arriviamo in 25 minuti compriamo il
biglietto di ingresso da un “bagarino” che ci costa 10 dollari invece dei
20 normali.
Vogliamo
arrivare velocemente alla “capanna del custode della roccia funeraria”, è
un posto panoramico spettacolare, da qui vengono scattate le più famose foto:
si vedono le rovine dall’ alto con lo sfondo del monte “Huayna Pichu”.
Decidiamo
di prendere
Machu Pichu
27 Maggio 2001: Oggi è giorno di mercati , perciò affittiamo un taxi per una intera giornata (soli 100 soles). Andiamo prima di tutto a Chinchero dove c’è un mercato dove vendono tutti i prodotti locali: maglioni, borse, tovaglie, guanti … approfitto per prendere i primi regali. Visitiamo poi il paesino circondato completamente da montagne, vette che raggiungono i 6000 metri. Il pueblo è tranquillo e la gente mi sembra accogliente. Ci sono alcune rovine interessanti, proseguiamo per Moray, dove ci sono dei terrazzamenti agricoli a forma di cerchi concentrici per garantire una diversa umidità ad ogni coltura. La strada per arrivarci è completamente sterrata ma i paesaggi sono veramente belli. Da qui ci dirigiamo ad Urubamba dove mangiamo un discreto pasto, io Milena e Franca del riso con del pollo alla piastra, mentre quella “fogna” di Bruno ha mangiato del maiale arrosto con varie salse (Chicarron). In serata arriviamo al mercato di Pisac, molto grande, molto bello, ma anche molto turistico. In serata compriamo anche il solito vino cileno … è il compleanno di Vittoria … ma lei non ci tiene a farlo sapere.
Moray
28
Maggio 2001:
Questa mattina visiteremo la comunità agricola di Zurite, un paesino distante
una 50 di chilometri da Cusco. Prendiamo il solito bus con galline che si
ferma ad ogni panchina, ad ogni persona che sembra chiamare l’autobus invece
si stava grattando la testa, si ferma per gonfiare le gomme o per caricare il
granoturco … insomma arriviamo a Zurite alle 10:30 . La comunità agricola
è gestita da 2 italiani (marito e moglie) di nome Alessandro e Michela, hanno
29 anni e sono dei volontari di un’associazione di Brescia. Sono a Zurite da
quasi 3 anni, quando sono arrivati erano appena sposati e ora hanno 2 figli
(uno di 1 anno e 10 mesi, l’altra di 1 mese) avuti qui in Perù
(in casa non in ospedale !). A dicembre termineranno il loro periodo e
arriveranno altri 2 italiani. In queste comunità insegnano ai locali una
serie di tecniche agricole, l’allevamento, la produzione di pane e dolci, le
nozioni di base di economia e soprattutto un pochino di autostima (sia a
uomini che donne). Producono autonomamente grano, pane, dolci, maglioni e
allevano mucche, maiali e porcellini d’india. In questa “missione” sono
aiutati da altre 10 persone del luogo. Hanno anche una serra e una
falegnameria. Insomma è un’azienda agricola indipendente che vive su
donazioni dall’ Italia e sul proprio lavoro. Non credo che chiederò mai a
Paola una cosa del genere, non tanto perché lei non se la senta, quanto perché
più probabilmente non me la sentirei io. Mangiamo, e nel primo pomeriggio
Alessandro ci riaccompagna in macchina a Cusco, dove facciamo le ultime spese
e compriamo i biglietti del bus per Puno. Domani alle 8
parte il nostro nuovo viaggio per il lago Titicaca. In serata Vittoria
mi ha detto che le sarebbe utilissimo avere una psicologa per le sue bambine
… e se deve aspettare un paio
di anni che Paola si specializzi … lo farà.
29 Maggio 2001:
Salutiamo piuttosto tristi Vittoria e le sue ragazze, mi ha fatto promettere
che avrei parlato con Paola della
situazione … io lo annoto sul diario, così tanto per non scordarmelo. Il
bus della Ormeno parte puntuale alle 8:30, ci vorranno più di 6 ore per
arrivare a Puno. Passiamo tra le vette innevate delle Ande, tra minuscoli
paesini, sempre costeggiando la ferrovia del treno. Alle 14 arriviamo ad
Juliaca e ½ ora dopo avvistiamo il lago Titicaca … Puno è vicina. Siamo a
quota 3850 metri e per arrivare qui abbiamo valicato passi anche
superiori ai 4400 metri. Troviamo un albergo molto confortevole e soprattutto
ben esposto al sole pomeridiano. Qui a
Puno c’è un’escursione termica pazzesca, si passa da +26/27° durante il
giorno ai -3/-4° durante la
notte. Il resto del pomeriggio lo trascorriamo visitando quelle poche
attrazioni che la città offre e discutendo sui programmi per i prossimi
giorni. Dopo cena tutti nel proprio caldo letto. Questa sera ho inaugurato il
mio maglione e i miei guanti d’alpaca.
30
Maggio 2001:
Partiamo verso le 9:30 per la
visita alle isole galleggianti Uros, siamo in tre perché Bruno è partito
questa mattina presto per visitare l’isola di Taquile. A noi non interessava
molto quindi ci siamo divisi.. Il bus ci
accompagna al porto, dove vediamo finalmente il lago Titicaca in tutta
la sua vastità. A dire il vero come prima visione non è un granchè, ci sono
un mucchio di alghe verdi galleggianti e la solita immensità di spazzatura.
La lancia parte regolarmente, visiteremo 3 isole galleggianti , cioè
non formate da terra ferma ma da un intrico di canne (tortora), dove vivono
gli Uros. Con la tortora, oltre alle isole, questa gente si costruisce anche
case e barche. La visita dura circa 3 ore, il panorama del lago attorno alle
isole non è male, ma hanno subito una commercializzazione eccessiva, infatti
ad ogni isola ci sono decine di isolani che ci aspettano per venderci di
tutto. Alle 12:30 siamo di nuovo nel porto di Puno.
Ci
riposiamo
lago Titicaca: isole Uros
31
Maggio 2001:
Partiamo da Puno alle 7:00 alla volta di Desaguadero l’ultima città
peruviana prima del confine con la Bolivia.
Costeggiamo
tutta la riva meridionale del lago Titicaca , ammetto che fuori da Puno
è veramente un lago splendido. Arriviamo a Desaguadero alle 9:15,
subito ci rechiamo presso l’ufficio dell’immigrazione boliviana per il
visto. Compilata la solita carta ci vogliono pochi minuti per ottenerlo …
cambiamo anche dei dollari in Bolivianos, la moneta locale. Il Desaguadero
boliviano è quanto di più sporco abbia mai visto e il bus per Tiwanacu idem.
Ci fermano 2 volte per il controllo passaporti,
comunque in 1 ora circa arriviamo al bivio per Tiwanacu (circa 4000m di
altezza), mentre il bus scalcinato prosegue per La Paz. Dopo 20 minuti a piedi
arriviamo alle rovine … uno dei miei sogni si sta realizzando.
Visitiamo
prima il museo, poi finalmente
entriamo, una collinetta nasconde ancora sotto la sua terra una piramide e
proprio di fronte il Kalasasaya, una specie di fortino in muratura al cui
interno ci sono vari idoli (Viracocha?) e la celeberrima Porta del Sole, con
tutte le sue incisioni che tuttora fanno discutere. Io e Bruno ci fermiamo a
lungo a guardarla. Il resto delle rovine di Tiwanacu non mi sembra
eccezionale, Porta della Luna compresa. Usciti dal sito prendiamo qualcosa da
mangiare e dopo una ventina di minuti arriva il minibus che ci porterà alla
capitale della Bolivia: La Paz.
In
un ora e mezza di viaggio ci godiamo un paesaggio splendido con le vette
innevate della Cordigliera Reale. La Paz vista dall’ alto è un agglomerato
immenso di case dal fondo valle (3500m) fino ad arrampicarsi sulle montagne
circostanti, il tutto con lo sfondo di altre montagne di quasi 7000 metri. Non
abbiamo il tempo di guardarci in giro che saliamo al volo sul minibus che ci
porterà a Copacabana, la bellissima città portuale Boliviana sul lago
Titicaca. Ci vogliono circa 3 ore e mezza di viaggio di cui una piccola parte
in barca. Arriviamo alle 20:30 a Copacabana, troviamo un albergo, mangiamo
svogliatamente qualcosa e andiamo subito a letto. Anche se solo Franca ammette
di essere stanca, oggi solo di bus abbiamo passato circa 8 ore.
Bolivia -Tiwanacu: Porta del Sole
01 Giugno 2001:
Ci alziamo la mattina presto, verso le 6:30, perché
dobbiamo cambiare i dollari in Bolivianos, far colazione e partecipare
alla gita all’Isola del Sol, che parte alle 8:15. Franca e Milena decidono
di non partecipare, sono troppo stanche dal giorno prima, così partiamo io e
Bruno. La barca impiega circa 1ora ad arrivare all’isola del Sol, dove
sarebbe nato il primo Inca, Manco Capac, fondatore della città imperiale di
Cusco. L’isola è molto spoglia, ci arrampichiamo fino alla cima per godere
di una bellissima e ampia visione del lago Titicaca. Il ritorno a Copacabana
dura più o meno lo stesso tempo dell’andata. Le gemelle K decidono di
prendere il bus turistico delle
14 per tornare a Puno, io e Bruno restiamo un paio d’ore in più a
Copacabana per fare qualche compera, raggiungeremo Puno con i mezzi indigeni.
Il primo bus per la frontiera tra Perù e Bolivia passa su sentieri sterrati e
il visto di ingresso in Perù ci
costa solo 5 minuti. A questo punto prendiamo un minibus per Yunguyo, la città
peruviana più vicina. Da qui un bus in 2 ore e mezza ci porta
a Puno. Arriviamo alle 18:30 dopo questa piccola odissea, in più ho
male alle ginocchia, i bus locali sono così stretti !!
Ci
riuniamo tutti e 4 per cena finalmente, dopo una doccia rilassante nello
stesso albergo usato nei giorni precedenti
e che ci aveva tenuto zaini e valigie grosse. Ancora una volta,
piuttosto stanchi, si va a letto alle 22
… domani c’è un aereo che ci aspetta.
02
Giugno 2001:
Oggi non abbiamo molto da fare, dobbiamo solo aspettare le 14:45, quando un
aereo dell’Aviandina ci riporterà a Lima. Bruno decide di andare a vedere
Sillustani, ci rincontreremo in aeroporto. Io rimetto in ordine lo zaino e poi
decido di fare le ultime compere a Puno assieme a Milena e Franca. Il minibus
per l’aeroporto di Juliaca passa attorno alle 12 … mangiamo qualcosa in
aeroporto dopo il Check-In e poi si parte, con scalo intermedio ad Arequipa.
Il volo non è molto gradevole, l’aereo vira a destra poi a sinistra, poi
ancora a destra … si balla un pochino con i soliti vuoti d’aria, il tutto
dura circa 1 ora e mezza. A Lima ci attende Marita che subito ci porta a
scaricare i bagagli a casa sua,
nel Barranco, quartiere centro-meridionale della capitale. La serata la
trascorriamo al “El Ekeko”, il locale-ristorante di Marita, con musica
creolo-preuviana dal vivo. Il cibo non è male ma la musica ha melodie una
simile all’altra, molto ‘mielose’ e che parlano sempre di amori finiti,
iniziati, sospesi, trascurati …
andiamo a letto verso mezzanotte.
03
Giugno 2001:
Facciamo colazione abbastanza tardi nonostante ci fossimo svegliati
presto, ne abbiamo approfittato per mettere in ordine i bagagli. Franca e
Milena con Marita fanno un giro in macchina, mentre io e Bruno ci facciamo
lasciare in centro. Cerchiamo di visitare le chiese che non avevamo visto
all’inizio: tutto inutile, oggi è giorno di elezioni in Perù (il
ballottaggio tra Toledo e A. Garcia), sono tutte chiuse, ci dobbiamo
accontentare di vedere la facciata ! torniamo in taxi a casa di Marita giusto
in tempo per caricare i bagagli nel suo furgoncino e partire per
l’aeroporto. Terminata la coda per il Check-In è già quasi ora per
l’imbarco … salutiamo Marita e ci avviamo al controllo passaporti, appena
prima di salire sull’aereo ci giunge notizia che avrebbe vinto Toledo …
speriamo riesca a fare qualcosa per questo paese … sono abbastanza contento
che non abbia vinto Garcia: era
già stato presidente e aveva sottratto allo stato un sacco di soldi.
Salutiamo il Perù, ci aspettano 13 ore di aereo fino a Francoforte … e da qui in 2 ore finalmente a casa (04 Giugno 2001).
Andrea Veggetti atahualpa_70@yahoo.it