Perù-Bolivia
Diario
di Viaggio 2007
di
Laura e Marcello
…Che poi sarebbe anche il nostro viaggio di nozze!
Vorrei riportare una delle frasi che più mi ha colpito
nel viaggio; alla mia domanda, da ignorantone occidentale abituato alle comodità
moderne, rivolta ad una signora in tipico abito andino nei pressi del Colca su
come facevano a dormire di notte sotto zero senza un minimo di riscaldamento,
questa mi rispose semplicemente;…ci abbracciamo…
Quest’anno prima della partenza notiamo la prima grande novità; siamo tornati a viaggiare in due dopo gli ultimi anni passati in compagnia dei ns. due compagni di viaggi abituali Pande e la Daffi!
Motivo in più per farsi prendere subito da quella meravigliosa sensazione che è l’adrenalina pre-viaggio.
2 giugno;
Arriviamo a Lima in tarda serata, frullati il giusto da farsi prendere dal solito taxi guidato dal solito furbone di turno che invece che portarci all’hostal da noi visto su internet prima di partire, ci porta al”suo” hostal che è meglio frequentato, che è meglio posizionato etc etc..Noi, a questo punto un po’ per tradizione che ci impone sempre la prima fregatura appena arrivati nelle grandi città, decidiamo di dargli retta con un desolante risultato; per molti più Soles di quelli previsti ci troviamo la solita stanza che avevamo lasciato un anno prima in Nicaragua o in Honduras; muffa alle pareti, Lorenzetti in bagno ( sarebbe quell’odioso apparecchio, che tutti i viaggiatori zaino in spalla del centroamerica conoscono, deputato a scaldare l’acqua della doccia con fili a vista e saldature improponibili a diretto contatto con l’acqua della vs. doccia ) ed una un’umidità pazzesca dovuta ad un fenomeno conosciuto come la Garua ( praticamente una cappa di umidità che non lascia intravedere il cielo per sei mesi all’anno )
Il giorno dopo ci alziamo muy temprano ( un pò per il fuso anche ) per addentrarci in questa città; la presenza massiccia di militari nel centro storico è la prima cosa che ci balza agli occhi, purtroppo la sensazione è sempre sgradevole.
Lima risulta essere una città abbastanza distaccata dal quel che sarà il resto del Perù, questo è dovuto un pò a ragioni storiche, un po’ a motivi economico-classisti che hanno fatto si che la maggior parte delle altre regioni si reggessero sulle proprie gambe da sole, con il solo ausilio ( grande ) del turismo.
In compenso abbiamo subito avuto un assaggio dell’incredibile gentilezza ed orgoglio di questo popolo; mettendo il naso ( nel vero senso del termine ) tra i battenti di un grosso portone di legno, ci imbattiamo in simpatico guardiano di un palazzo ( in teoria chiuso al pubblico ) che, dietro nostra curiosità continua, ci invita all’interno per spiegarci i segreti del palazzo e di molti altri della città. Ci invita, inoltre, a salire sul pericolante tetto ( fatto con canne di bambù mescolate al cemento…) da dove si gode una vista meravigliosa su tutti i tetti della città ( che un tempo fungevano quasi tutti come via di fuga dei nobili quando ci fu la rivolta guidata dagli uomini di Sendero luminoso…). Questa è stata la cosa più interessante della città. Il resto della giornata lo abbiamo trascorso a piedi girovagando tra le vecchie calles che comunque ci hanno regalato un piacevole ricordo di questà capitale.
4 giugno;
Il mattino dopo ci alziamo muy muy muy temprano; alle 5.20 abbiamo un volo interno per Ayacucho ; ci sembra strano concederci il lusso di un volo interno, ma siccome siamo in viaggio di nozze ed il tempo è poco, ( e soprattutto ce l’hanno regalato…belandi! ), non ci badiamo più di tanto. L’arrivo ad Ayacucho ( 2.750 mt ) avviene alle dopo un’oretta di volo su di un bimotore da 18 posti leggerissimo, sul quale Laura, appena lo ha visto all’aeroporto, non voleva nemmeno salire… La prima impressione una volta fattici lasciare nella piazza principale coi ns. zaini è stata; finalmente si inizia! La città è splendida, e secondo noi, dopo Cuzco, rappresenta la città andina peruviana più bella; merita assolutamente qualche giorno.
La sistemazione la troviamo dopo la canonica mezz’oretta dedicata alla ricerca dell’alberghetto più conveniente; alla fine optiamo per un simpatico hostal, La Colmena Hotel, con tipico patio spagnolo dove abbondano piante di ogni genere e con un atmosfera molto rilassata alla cifra di 7 dollari per notte con acqua calda ( quando lorenzetti funziona…) ad una quadra dalla plaza des armas; lo consiglio vivamente!
La cosa che ci colpisce da subito è la quasi totale assenza di turisti; in 3 giorni ne incontreremo una decina…! Questo è dovuto al fatto che fino a 10 anni fa la città era molto militarizzata perchè negli anni settanta questa era la culla del movimento rivoluzionario di Sendero Luminoso, nato nelle aule di questa università.
Ayacucho è considerata la città della chiese, ne vanta 33, ma ne ho contate di più, e gode in un atmosfera che mai più incontreremo in Perù, un po’ Bohemien , con strade zeppe di artisti di ogni genere ed un mercato locale dove abbondano formaggi di ogni tipo e le prime foglie di coca ( che diventeranno una costante necessaria in questo viaggio).
Ma soprattutto iniziano a spuntare i colori che tanto avevo sognato dei costumi peruviani; qui le donne usano una cappello di paglia intrecciata che sembra una via di mezzo tra una bombetta ed una tuba!
Nel giorno seguente, a mezzo dei micros ( pulmini stipati all’inverosimile come da buona tradizione latinoamericana ), con la modica cifra di 3 soles ( più o meno 40 cent di euro ), visitiamo un sito wari, per la verità non proprio entusiasmante ( in piedi non c’è rimasto più nulla ) dove per tutta la giornata, ad eccezione di un toro e di qualche capra, le uniche anime sono le nostre.
Poi ci facciamo portare oltre sempre da un altro micro fino a Quinua, cittadina famosa per le statuette di ceramica poste sui tetti delle case con raffigurazioni diverse, oltre al fatto che poco distante da qui regna un gigantesco obelisco sulla pampa di Quinua a ricordo della battaglia decisiva che diede l’indipendenza al Perù.
6 giugno;
Il giorno seguente prendiamo il primo, di una lunga serie di autobus, che ci porta sul mare a Pisco; il viaggio è davvero spettacolare; si parte dai 2.750 mt di Ayacucho, passando per una buona oretta su di un altopiano oltre i 4.000 mt con lama e alpaca in quantità, liberi ai bordi della strada; il clou è il passaggio di un valico posto ad oltre 4.800 mt dove esiste solo una cittadella di minatori e la relativa miniera. Di li si scende fino ad arrivare in 3 ore sul mare dai quasi 5.000 mt…il risultato è un mal di testa fotonico per tutta la sera.
Arrivati a Pisco, la musica cambia; ci si accorge del numero dieci vote superiore di turisti…e anche i prezzi dei ristorantini si adeguano…Troviamo un’ottima sistemazione all’hostal Residencial San Jorge, abbastanza anonimo, ma pulito e silenzioso, prezzo 10 dollari, sulla calle principale, e ci dirigiamo subito verso un’agenzia per prenotare per il giorno dopo la gita in barca alle Isole Balletas, dove la fan da padrone leoni marini, foche e uccelli ( quest’ultimi molto graditi per i loro escrementi ( Guano ) , utilizzato come fertilizzante e al centro di una faida economica aperta da anni avente ad oggetto lo sfruttamento della preziosa cacchina ( chiaramente l’impresa che attualmente ne detiene il diritto di sruttamento indovinate di dov’è’?…statunitense ovviamente!!!). Il tragitto in mare è piacevole ( si parte alle solite 6 della manana…) si è potuto ammirare l’imponente Candelabra, gigantesca incisione sulle dune di sabbia, alta 198 mt. E’ visibile solo dal mare a forma di
candelabro; si ritiene che potesse servire come segnale di navigazione nei secoli scorsi. S’incomincia a respirare quell’aria un po’ mistica che tanto mi aveva attratto verso questo viaggio...
Nel complesso la gita ( prezzo applicato da tutte le agenzie; 30 dollari…) merita sicuramente. Al ritorno decidiamo di prendere subito un’autobus diretto a Ica; il viaggio dura solo 2 ore, ma rimarrà unico poiché si attraversa un mare di sabbia e di dune altissime impensabile fino a qualche giorno prima.
Arrivati a Ica, prendiamo subito informazioni sull’autobus del giorno dopo ( che poi diventano due..) per arrivare ad Arequipa, ( di notte in Perù si viaggia sui Camabus , autobus che sulla carta hanno sedili che dovrebbero diventare quasi dei letti, ma che in realtà sono molto simili a tutti gli altri bus presi in centroamerica…). Prese le informazioni necessarie, ci facciamo portare dal solito taxista ( anche in Perù la tariffa và chiarita prima di salire…) all’oasi di Huancachinca;
praticamente è un laghetto in mezzo a queste dune alte anche 300 mt circondato da palme e alberghetti dove regna il “fricchettonismo” ( se mi passate il termine ) più assoluto…Troviamo alloggio presso un la Casa de Arena II; non fermatevi alla Casa de Arena I, subito all’ingresso del paese, ma proseguite per 100 mt in fondo alle Calle o chiedete direttamente al proprietario del primo che volete alloggiare al secondo, alla modica cifra di 7 dollari a notte ( la stanza aveva solo lampadina appesa al soffitto…) moooolto particolare gestito da due svizzeri sulla sessantina. C’è anche una piscina e una giardino curatissimo con tartarughe enormi che passeggiano tra di voi e che contrasta non poco con lo squallore delle stanze.
Il posto è famoso per il Sandboarding, snowboard sulle dune di sabbia, e la marea di gente ingessata ai bordi del paese è abbastanza indicativa….Verso sera decido di provare lo strumento, forte anche della mia convinzione che sia avvantaggiato da 15 anni di snowboard… Salgo sulla duna più alta, quella dalla quale i più temerari si buttano, verso l’ora del tramonto…prima fa troppo caldo…Il panorama è stupefacente…tutt’attorno un silenzio assordante, i colori del deserto di dune al tramonto sono una di quelle cose che non scorderò mai!!! La discesa non ve la racconto…neanche quella scorderò mai!
9 Giugno;
A gran malincuore ci vediamo costretti a saltare Nazca e le sue linee a causa del solito inderogabile conto con il tempo…non glie la facciamo con solo 3 settimane!!! Allora via con il Camabus in viaggio notturno che io adoro tanto alla volta di Arequipa, la città bianca ( dall’evidente color dei palazzi costruiti con una particolare roccia di queste parti, il silar ) al riguardo qualcuno narra che la luna, salendo al cielo, si dimenticò di portare con se questa città da tanto erano simili…
Alla mattina la città ci appare come confortata dalla presenza dei due giganti dormienti, i due Vulcani Mysti e che sfiorano quota 6.000 mt, alle spalle della città, incappucciati di neve, danno una visione regale alla stessa.
Alloggiamo, dopo almeno un’oretta buona di giri e alberghetti visti, al Los Balcones de los Bologneses, nell’ononima calle, che a differenza del nome non è nulla di che, ma almeno era pulito e costava 12 dollari…ci buttiamo subito al Convento di Santa Catalina, una meravigliosa città dentro la città. Il convento è stato sede per quasi 400 anni delle figlie dei più potenti uomini di corte d’oltreoceano che venivano mandate quà per espiare la loro “colpa” di essere nate secondogenite ed intraprendere la vita monastica; in realtà, fino al 1970, anno in cui Giovanni Paolo II mise fine a tutto ciò, all’interno del convento si faceva di tutto tranne che pregare con festini e balli organizzati dalle novizie che coinvolgevano quasi sempre esponenti dell’altro sesso extra-convento…Il convento è tutto un dedalo di viuzze coloratissime di arancione, rosso e di un blu che fa quasi sembrare sbiadito il color del cielo di queste parti…
Il resto della giornata la passiamo a girar la città, dopo la consueta bistecca di alpaca, di cui ero ghiottissimo!!!, e la solita cerveza Arequipena ( rigorosamente da litro!!!).
Dopo pochi giorni, abbiamo imparato che in Perù si deve pranzare ai restaurantes che fanno prezzo fisso, 4 soles, circa 60 cent di euro (!!!) dove non c’è mai l’ombra di un turista e ti servono sempre le stesse cose; sopa del dia ( zuppa del giorno…quasi sempre la stessa ) e trucha frita ( trota fritta di cui i fiumi e laghi peruviani abbondano ) o , appunto, alpaca…che poesia!
10 Giugno;
la
mattina preso ( partenza alle 7 ),saliamo su di un pulmino ( prenotato in
un’agenzia alla modica cifra di 20 dollari a persona compresa una notte
d’albergo e tutto il resto ) assieme ad altri viaggiatori, con destinazione Valle
del Colca.
Il tragitto è spettacolare; si passa attraverso un altipiano che ti fa sentire piccolo, piccolo….si attraversa la riserva naturale delle vigogne, unico animale che qui non uccidono, insieme alle quali c’è la consueta mandria ( si dirà proprio così?!? ) di lama ed alpaca, si raggiunge il punto più alto di tutto il viaggio ( 4.910 mt ) dove è tradizione fare una Apacheca, sarebbe una preghiera rivolta agli Apu, divinità della terra, fatta di pietre messe una sopra l’altra dalla più grande a salire alla più piccola…il luogo è veramente incredibile….tutt’attorno non si vedono che apachecas ed in lontananza le vette innevate della Cordillera Blanca…penso sia una delle cose più suggestive mai viste!!!
A pomeriggio inoltrato arriviamo a Chivay ( 3.750 mt ), dove alloggiamo all’Hostal Anita, piccolo, ma grazioso hotelito con la caratteristica di avere dei soffitti bassissimi, forse per loro sono alti…La notte, passata chiaramente senza riscaldamento, si gela davvero; fuori la temperatura è sicuramente di molto sotto lo zero, visto che è pieno di pozzanghere ghiacciate!!! Addosso abbiamo tutte le coperte che abbiamo trovato, il cappellino peruviano tipico acquistato qualche giorno prima, maglioni di lana, ma si gela lo stesso…bisogna fare come i locali; abbracciarsi e tenersi stretti stretti….altro che viaggio di nozze sotto la palma ai carabi!!! ( …ma ne siamo fieri! )
Il giorno dopo altra sveglia micidiale alle 4.45 per andare a vedere il volo del condor…io però l’avevo detto al tizio che ci accompagnava che i condor, quasi sicuramente, avevano adottato anche loro orari più umani…ed infatti fino alle 8.00 degli enormi volatili manco l’ombra!! Improvvisamente eccone apparire, uno, due, tre…. Alla fine 7 meravigliosi condor volteggiavano sopra le nostre allibite teste a pochi metri di distanza…un’emozione unica davvero!!
12 Giugno;
Si lascia la valle del Colca per far ritorno ad Arequipa, dove dal lì si muoverà alla volta di Cuzco! Arriviamo a Cuzco ( 3.310 mt )il giorno dopo e qua davvero bisogna correre a perdifiato per riuscire a vedere e fare tutto quello che avevamo in mente.
Ci viene raccomandato il Gran
Hostal Machu Picchu, che nonostante il nome altisonante è un meraviglioso
hostal tutto in legno, risalente al almeno 350 anni fa.. a dos quadras dall’enorme plaza
des armas ( prezzo 15 dollari con bagno e privato e acqua calda ), anche se
con il senno del poi, raccomando fortemente di dormire nel quartiere di
San Blas, dove regna una atmosfera più tranquilla e rilassata…Facciamo
immediatamente il Boleto turistico, validità 10 giorni; si possono visitare
molti dei musei della città, le rovine di Chinchero,
Pisac, Ollantaytambo,
ed altri siti della Valle Sagrada.
Ci informiamo, intanto, alla stazione dei treni, per sapere come fare per
arrivare a Machu Picchu , evitando di fare le cose nella maniera più
turistica: la maniera migliore è arrivare fino a Ollantaytambo con i micros,
e di li prendere il treno fino ad Aguas
Calientes ( 2.200 mt ), visto che
per fare l’Inca Trail, bisogno
prenotare con almeno 3-4 mesi di anticipo
!!!
Al
rione San Blas, dei ragazzi Boliviani
conosciuti per strada ci dicono che è possibile arrivare lo stesso fino a Machu
Picchu, attraverso due guide di loro conoscenza alla metà del prezzo chiesto
per fare l’inca trail ( qua si parla di 300 dollari!!! ),ma oramai è tardi e
abbiamo fatto già il biglietto….vado a consolarmi con il solito bottiglione
da litro di cerveza, questa volta Cuzquena!
14 Giugno;
Detto,
fatto; la mattina solita sveglia da canto del gallo, ed alle 7.30 siamo già al paradero
( fermata ) dei micros; 5 soles ( poco
meno di un euro ) a persona per tutto il tragitto fino a Chinchero
( un’oretta scarsa ); li arriviamo quando ancora il parco deve aprire, tanto
che il biglietto d’ingresso ci viene richiesto all’uscita!!!
Sito
molto ”geometrico” con ampie terrazzamenti dei quali gli incas erano
maestri. Poi prendiamo un taxi che per 40 soles ci porta prima al sito di Maray
( dove dentro una buca profonda più di 100 mt si facevano esperimenti di tipo agronomo attraverso
l’utilizzo di terrazze a diverse altezze)
e
poi alle Salineros, ( saline scavate dagli incas più di 500 anni fa ed
ancora perfettamente funzionanti ) fino al villaggio di Urubamba.
Avrò
mille ricordi di questo viaggio, ma la sensazione che ho provato vedendo il
volto di mia moglie, che pure conoscerò da anni, guardarsi attorno stupita e
piacevolmente rapita all’interno del taxi, non la dimenticherò mai!
Poi
si prende un ulteriore autobus fino a Ollantaytambo,
dove gli spagnoli subirono la loro più grande sconfitta…ovviamente prima di
rifarsi…da dove salimmo sul treno delle 22.45 alla volta di Aguas
Calientes. Quest’ultima non brilla certo come esempio di genuinità
peruviana, essendo costruita solo in funzione di Macchu Picchu; La cosa che più
ci colpisce è la quantità di turisti seduti ai vari tavolini dei ristoranti a
bordo rete ferrata…Ci addormentiamo per soli 8 dollari all’hostal
Las Begonias, proprio di fronte alla stazioncina del treno; non lo
raccomando per la sporcizia e il rumore continuo proveniente da fuori visto che
le pareti non finiscono al soffitto, ma mezzo metro prima, lasciando così
entrare ogni tipo di rumore.
15 Giugno;
Altra
sveglia allucinante; questa volta il trillio è per le 4.00!!! Alè! Andiamo di
corsa davanti alla biglietteria in paese dove si vendono i biglietti per il
santuario….è ancora chiusa!!!aspettiamo le 5, si apre, prendo i primi due
biglietti della giornata e aspettiamo fiduciosi l’autobus che ci porterà in
cima al santuario insieme ad una fiumana di gente …arriviamo col gruppo dei
primi alle 5.45….spettacolo indimenticabile…ho i brividi a scriverne ancora
adesso…
Tutto
il complesso è avvolto da nubi bianchissime, che , lentamente iniziano ad
aprirsi e nel giro di pochi minuti, accelerano il passo lasciando il santuario
completamente libero da nubi e noi totalmente senza parole ed incapaci di
emettere qualsiasi suono per almeno 10 minuti….dopo un paio d’ore spunta
anche il sole, oltre che il grosso dei turisti, e i cambiamenti di luce sono uno
spettacolo mozzafiato…
ritorniamo
in treno, dopo essere stati depredati ad Aguas Calientes per un veloce almuerzo
( pranzo ), casualmente accompagnati dall’Alcade
( sindaco ) di Machu Picchu che si commuove pure lui quando gli diciamo che
siamo in viaggio di nozze e che era tutta la vita che sognavamo di visitare
questo posto..!!! Lui si è addirittura sposato sui templi di Machu Picchu dopo
aver fatto il bagno purificatore nel Rio
Urubamba…eh….ma lui è il sindaco!!!
16 Giugno;
Ritorno
a Cuzco, dove passeremo ancora due notti tra sublimi mangiate di alpaca ( di cui
sono sempre più ghiotto! ), sonore bevute di cerveza e camminate infinite nelle vecchie viuzze ancora accarezzate
dai pietroni incas che si incastrano tra di loro in una maniera impressionante,
senza neanche lasciare una fessura tra le varie rocce. Il giorno dopo veloce
visita a Pisac, cittadella arroccata
sui monti famosa per i suoi terrazzamenti inespugnabili…o quasi….
18 Giugno;
La
mattina partiamo presto alla volta di Puno,
con una delle tre compagnie di autobus che offrono questo servizio, per la cifra
di 30 soles. Il viaggio in autobus comprende alcune soste in piacevoli villaggi,
uno su tutti è Wayna dove c’era in
corso il Wayna-ari, gigantesca festa
di paese ancora integra nei costumi e nelle usanze, come quella di costruire non
so quanti forni fai-da-te in argilla nei campi per cuocervi immediatamente tortillas
ed altre leccornie.
Arriviamo
a Puno alle 6.30 di sera quando ormai è gia buio e la temperatura inizia ad
essere pungente. La classica signora-strillo-acchiapaturisti ci cattura subito e
ci facciamo portare dove dice lei, le prospettive sono buone…pieno! Andiamo 50
mt più avanti ed incontriamo l’hostal
Julio, 70 soles con bagno privato e acqua calda-semi calda.
Il
giorno dopo andiamo subito a visitare le Isole
Uros che, seppure evidentemente
turistiche, si sono rivelate molto interessanti per le spiegazioni che ci
venivano fornite su come costruirle, etc..e, ad ogni buon conto, è sempre un
luogo unico al mondo e merita sicuramente una visitina…
L’indomani
avremmo dovuto vedere le isole Amantani
e Tacquile, ma una brutta influenza
di Laura con relativo febbrone ci fa cambiare idea…le visiteremo il giorno
dopo…
Purtroppo
non ci sarà più tempo perché è annunciato uno sciopero a causa del caro
carburante tra due giorni che bloccherà la strada tagliano in due i
collegamenti tra Perù e Bolivia …bisogna partire per la Bolivia subito!!!
19 Giugno;
Il
viaggio per la Bolivia è spettacolare veramente, si costeggia per un paio
d’ore il Lago Titicaca sulla sponda
peruviana fino ad arrivare dove si deve necessariamente attraversare il lago nel
suo punto più stretto. Lo si fa a bordo di una lancia, noi; l’autobus,
invece, viene caricato su di una
sorta di chiatta e procede con la mini traversata accanto a noi…sembra che
voglia arrivare prima di noi a tutti i costi…Il paesaggio è veramente
stupendo, oltre a rendersi conto della vastezza del lago, iniziano a scorgersi
le prime vette della Cordillera Real Boliviana…che spettacolo!
Arrivati
al confine, espletiamo le semplici pratiche doganali di rito addirittura andando
a cercare l’ufficio della migracion…quest’ultimo,
infatti, rimane un po’ nascosto rispetto alla strada..
Dopo
7 km arriviamo a Copacabana; la prima
impressione appena scesi dal bus, è che le nostre speranze di vedere un po’
di turisti in meno vanno subito accantonate…la cittadina è anche piacevole e
ci fermiamo all’hotel di fronte al paradero
dei bus, molto anonimo ma comodo, dal momento che Laura continua ad avere la
febbre alta. Per 7 dollari ci accomodiamo con stanza vista la go e bagno
privato; niente male!
Vista
la, oramai, pochezza del tempo che ci resta e le condizioni di salute di Laura,
la giornata la dedichiamo al bighellonamento tra le varie bancarelle e la chiesa
all’interno di evidente influenza araba, con la promessa che il Lago
Titicaca, in particolare la Isla de
Sol, riceverà presto un’altra nostra visita!!!
20 Giugno;
Si
riparte per La Paz. Questo è un
altro frammento di viaggio che mi ricorderò a lungo; sebbene il viaggio sia di
durata veramente breve, 3 orette al massimo, la vista dal finestrino è
grandiosa; le vette innevate della Cordillera
Real sono molto più vicine di prima…
Ancora
più suggestivo è l’arrivo a La Paz da San
Francisco el Alto ( chiaramente non è quella guatemalteca…);
improvvisamente davanti a noi, dopo che la popolazione fuori dal bus ha iniziato
a nascondersi sotto migliaia di bombette scure..., si apre la gola della vallata
dove sorge La Paz…impressionante!!! La strada si getta a capofitto verso il
centro della città ( per essere certi della direzione giusta basta andare in
discesa !!! ) dove sorgono i palazzi più importanti della città ed in meno di
un quarto d’ora dai quasi 4.000 mt di San Francisco el Alto, ci troviamo ai
3.600 del centro cittadino.
L’autobus
ci lascia in calle Zaragoza, dove
svoltiamo l’angolo e troviamo la nostra ultima sistemazione del viaggio; Hostal
Los Balcones, in pieno centro, è un hostal più bello del solito, infatti
come ultime due notti abbiamo deciso che lo meritiamo e ci concediamo il lusso
di una stanza da 20 dollari!!!! In effetti la stanza è proprio diversa da molte
altre…
Il
giorno seguente ci dirigiamo subito al mercado
de la Hechicheria ( mercato della
stregoneria ), dove ammiriamo increduli a bancarelle con feti di lama e ali di
condor, nonché giaguari imbalsamati e altri oggetti lievemente tendenti al
macabro… Poco più in là uno stregone con i suoi assistenti sta per
preparando un angolo di strada per il rito mattutino…è la classica botta di
fortuna che aspettavamo!!! Incredibile, arrivano due poliziotti in divisa e
…si fermano anche loro!!! Almeno un’ora e mezza a compiere il rito che
consiste nello spruzzare birra con la bocca su foglie di coca precedentemente
benedette dal sacerdote e poi dar fuoco al mini altarino fatto di caramelle e
feti di lama…Dopo due ore si conclude la cerimonia con un falò collettivo e i
suonatori iniziano a menare le danze. Ballano tutti e si stringono le mani
camminando in senso antiorario; anche a noi che abbiamo assistito a tutta la
cerimonia, ci viene tesa la mano…che bella questa gente!!!
22 Giugno;
Ultima
alzataccia alle 4.00…la più triste…il nostro volo parte alle 7.30 , e anche
se la tentazione di riuscire a perderlo è tanta, dobbiamo fare i conti con la
nostra razionalità che inizia ad attivarsi sentendo l’odore del vecchio
continente avvicinarsi…Via, saliamo… Il decollo da La Paz rappresenta
l’ultima emozione di questo incredibile ed indimenticabile viaggio; nelle ore
seguenti il decollo, ed oggi ancor di più, maturiamo la consapevolezza che
abbiamo lasciato un qualcosa a metà, anzi,
probabilmente all’inizio…Ci rivedremo presto, Bolivia!!!
Marcello Garzelli