Patagonia Cilena in tre settimane (+ una extra)
Diario di viaggio 12 gennaio / 1 febbraio 2005
Alla scoperta della Patagonia Cilena per tre settimane ( la quarta è stata dedicata all’isola di Pasqua).
Dal vulcano Osorno alla Terra del Fuoco…. Anzi per dire il vero esattamente il contrario, già perché l’itinerario, costruito dopo innumerevoli tentativi di incastro di voli e date, ci ha portati ad iniziare il nostro viaggio dall’estremo sud rientrando via via verso nord. Tra l’altro essendo partiti in piena stagione invernale l’impatto immediato con il vento patagonico ed i ghiacciai è risultato mitigato al confronto delle non clementi temperature lasciate a Roma Fiumicino.
L’organizzazione è stata assai complessa: è la prima volta che siamo stati costretti ad avere un itinerario preciso prima della partenza e non poterlo costruire giorno per giorno sul posto come più ci piace.
Già
perché, a vederlo lì, strettino strettino sull’atlante, il Cile non sembra
tanto grande, ma invero le distanze sono enormi e la rete viaria è carente:
Abbiamo scelto quindi di utilizzare voli interni
per ottimizzare i tempi. L’unica possibilità a prezzi ragionevoli è
stata quella di ricorrere ai pacchetti di voli scontati che la Lan Chile offre a
chi effettua il volo intercontinentale in Lan o in Iberia , i voli vanno
rigorosamente fissati ed acquistati prima della partenza dall’Italia.
Ecco
quindi qualche informazione al riguardo:
Non
è facile acquistare voli della Lan, ci sono due agenzie la CIMAIR di Roma e la
NAAR TOUR di Milano. Abbiamo scelto quest’ultima solo per la tempestività
della risposta.
Il
prezzo è stato di circa 800 € + tasse per il volo internazionale ( Roma
/Madrid/Santiago) , ma la prenotazione ( e per il nostro caso anche il pagamento
giacchè il viaggio era superiore a 21 gg.) è stata fatta ben cinque mesi prima
( non volevamo perdere per nessun motivo il Tapati festival sull’isola di
Pasqua) .
Fatto
questo nel mese di dicembre abbiamo dovuto fissare ed acquistare tutti i voli
interni; ogni tratta 104 $, mentre 618 $ l’andata e ritorno per
l’isola di Pasqua ( estensione finale del nostro viaggio ).
Veniamo
ora alla NAVIMAG ( bel sito in rete) : è una nave traghetto che offre lungo il
suo tragitto un servizio di crociera , con escursioni a terra ed animazione a
bordo. Non pensate ad una crociera vera e propria …si tratta solo di una
imitazione molto spartana, viaggerete in compagnia di mucche, pecore, cavalli ed
il profumo sui ponti non è granché. Il personale si sforza per rendere tutto
piacevole e pulito (superficialmente), ma a fondo l’igiene è decisamente
scarsa, anche la ristorazione lascia molto a desiderare: In rete si trovano
giudizi alterni ma a mio avviso il
rapporto qualità/prezzo è scarsino assai. Ma - c’è un ma - ne valeva
decisamente la pena!! Ogni sofferenza e spesa ci è stata premiata.
Non
ci siamo imbarcati nella tratta più nota Puerto Montt / Puerto
Natales , ma nella P.to Chacabuco / Laguna San Rafael / Puerto Montt e
vi assicuro che la Laguna è stata la tappa più entusiasmante di tutto il
viaggio. In quanto alla prenotazione ( indispensabile la nave è sempre piena di
turisti cileni ) abbiamo scoperto che prenotare in rete è più economico che
tramite agenzia e così abbiamo prima contattato per e-mail la Navimag, poi,
accertata la disponibilità di posto, abbiamo prenotato tramite il sito
facendoci poi mandare conferma del pagamento fatto con carta di credito: tutto
O.K. nessun problema ) .
Ecco
quindi che avevamo un altro tassello da incastrare nell’itinerario: perdere un
aereo o un bus ci avrebbe fatto saltare tutto il programma ed è stata questa
l’unica fatica di un viaggio che alla fine è risultato facile e rilassante.
Ecco
l’itinerario.
Da
Roma direttamente a Punta Arenas con scali a Madrid e a Santiago ( buone
coincidenze siamo arrivati per nulla stanchi, forse anche grazie al volo fatto
di notte).
TORRI
DEL PAINE E PERITO MORENO
Abbiamo
usato Punta Arenas come postazione per il “bagaglio pesante”
essendo il punto di partenza sia per il giro dei parchi patagonici, sia
per raggiungere la Terra del Fuoco.
Zaino
leggero in spalle ci siamo spostati a Puerto Natales (2/3 ore di bus).
Da
P.to Natales una giornata al Parco Nazionale delle Torri del Paine ( ahimè dopo
un mese era tutto in fiamme avete letto? ) con una gita organizzata acquistata
tra le mille similari offerte disponibili. La giornata è stata piacevolissima
ed il parco è incantevole.
C’è la possibilità di fare treking di tre o più giorni.
TORRI DEL PAINE TORRI DEL PAINE LAGO GREY
L’indomani
partenza per il Calafate ( Patagonia Argentina ) con un
bel percorso in bus di circa 6 ore ,
attraverso il nulla patagonico e con passaggio di frontiera a Cerro
Castillo.
Dal
Calafate, cittadina isolata ma allegra e vivace,
con il bus regular, abbiamo raggiunto il ghiacciaio Perito Moreno, che
merita senza meno per la sua imponenza , la ottima giornata ci ha consentito
anche di fare il giro in battello.
Purtroppo dall’Italia non ero riuscita a trovare un volo economico che dal Calafate mi portasse direttamente ad Ushuaia, sarebbe stata un’ottima soluzione facendoci risparmiare una giornata e forse più: la compagnia economica ( 45 €) LADE vola solo due volte a settimana e già un mese prima non aveva più posti disponibili e la Areolineas Argentinas era troppo cara ( 180 € ) per cui ci siamo ripresi i nostri bus e siamo rientrati a Punta Arenas dove l’indomani avevamo il volo della LAN per Ushuaia.
TERRA DEL FUOCO
Arrivati in Terra del Fuoco e ci rendiamo subito conto che due giorni e mezzo non bastano per visitare la stupenda Ushuaia ed i suoi dintorni, infatti ci sono innumerevoli interessantissime escursioni : con fatica abbiamo organizzato un programma intensissimo correndo dal ghiacciaio al parco naturale, dal battello sul canale di Beagle ai laghi all’interno….per fortuna che la sera fa buio alle 23 e i negozi sono tutti aperti fino a notte !! ( buoni prezzi per materiale elettronico e fotografico ).
USHUAIA DAL GLACIAL USHUAIA IL PORTO USHUAIA L’UFFICIO POSTALE
Si affronta ora il memorabile tragitto di 12 ore di bus per rientrare a Punta Arenas: all’andata lo avevamo evitato con il volo ma, e volutamente, al ritorno non andava assolutamente perso: non puoi dire di essere stato in Patagonia se non tocchi con mano il nulla che c’è durante 12 ore di bus.
Invero il tempo è volata: questo non è stato un semplice “spostamento” ma una parte del viaggio vero e proprio . Le soste sono state poche, giusto alle frontiere e per il traghetto sul canale di Maggellano . Abbiamo passato il canale a Baja Azul dove c’è un faro ed una casa e null’altro, con un cielo di tutti i colori e fari di luce tra le nuvole ed è stato davvero molto suggestivo .
Rieccoci a Punta Arenas dove recuperiamo il nostro “bagaglio pesante” e l’indomani all’alba si parte in volo per Balmaceda.
Balmaceda è il nulla….dopo l’aeroporto nulla di nulla. Il movimento di passeggeri, quasi tutto nazionale, è indirizzato verso le montagne all’interno famose per la pesca sportiva e per il centro di sport invernali Coihaique ( che abbiamo intravisto dal taxi collettivo, ma che non era nel nostro itinerario perché molto turisticizzato). La nostra direzione era invece Puerto Chacabuco nei pressi di Puerto Aisèn dove avremmo raggiunto la nave proveniente da Puerto Montt per andare alla Laguna San Rafael.
LAGUNA SAN RAFAEL
Qui non posso proprio riassumere e …racconto…..
Puerto Chacabuco è decisamente essenziale. Il posto è verace e …patagonico, abbiamo faticato a trovare qualcosa da mangiare, nel frattempo vento e pioggerellina gelida, l’imbarco in nave solo dopo le 20 e l’attesa è stata noiosa e stancante: nulla da fare e nulla da vedere, l’imbarco e la cena a bordo sono stati poi di uno squallore totale.
Per
la prima volta dalla partenza mi sono fatta prendere dallo sconforto chiedendomi
“che ci sono venuta a fare qui” , in una serata cupa e gelida, alloggiati
male, in spazi angusti, con poco e pessimo cibo, senza un bar funzionante a
bordo, con intere famiglie di cileni –nonna compresa – che si divertivano ad
ignobili spettacolini serali …..avvilita sono andata a dormire presto e la
stanchezza ha fatto il resto….ma, al mattino dopo, grande euforia a bordo:
l’altoparlante sollecitava a sbrigarsi, doccia e colazione veloci perché alle
nove in punto ….tra fischi di sirena prima e l’inno nazionale poi, la nave
lentamente ha fatto ingresso nella Laguna San Rafael attraverso lo stretto
canale di collegamento. In
religioso silenzio 160 passeggeri, tutti sulla terrazza più alta, stavano senza
parole e senza fiato davanti a uno spettacolo così unico ed intenso.
La mattinata infatti era ancora grigia , cielo e mare dello stesso unico
tono di grigio, a tratti anche quasi nero, ma, entrando in laguna, ci venivano
incontro decine e decine di iceberg ( tempranos) di tutti i toni del celeste e
dell’azzurro, quasi vantandosi di essere …. azzurri solo loro. Devo dire che
semmai quella mattina alzandomi mi ero rammaricata della giornata grigia, in
quel momento ci siamo resi conto che lo spettacolo cui stavamo assistendo
avrebbe perso molta della sua magia con una giornata serena ed il cielo azzurro
e le foto lo possono testimoniare.
La
nave ha continuato lentissimamente, zigzagando tra i ghiacci , fino a
posizionarsi davanti al fronte del ghiacciaio e lì ha gettato l’ancora ( il
giornale di bordo fotografato per ricordo segna che l’ancora è stata calata
alle ore 9.03 ). Il comandante mi spiega che resteremo in laguna fino al
pomeriggio inoltrato poiché per uscirne dovremo aspettare la prossima alta
marea.
Mentre
terminavo il primo rullino di foto l’altoparlante ci annuncia di prepararci
all’imbarco sulle lance per avvicinarci al ghiacciaio: ci dividono così in
gruppi e ci imbarcano a turno su quattro lance.
Le barchine si allontanano dalla nave, che da sotto sembra molto più
grande ed imponente, e si avventurano tra i ghiacci naviganti che via via si
fanno più fitti.
Passiamo
accanto ad iceberg dai colori e forme spettacolari, è difficile fotografare
stretti come siamo ed imbacuccati a dovere.
Nel frattempo dal fronte del ghiacciaio si susseguono crepitii e crolli.
Questo ghiacciaio è relativamente piccolo rispetto al più famoso e maestoso
Perito Moreno ( il fronte del P.M. è di circa 60 metri di altezza, questo molto
meno) ma appare molto più vivace,
i crolli e gli scricchiolii infatti si susseguono in continuazione ed è per
questo che la laguna pullula di iceberg ( nel lago di fronte al P.M. ne
navigavano 6 o 7 soltanto).
Saziati
gli occhi inizia il rito del brindisi: le lance si affiancano e vengono
distribuiti bicchieri vuoti con
invito a pescare del ghiaccio “millenario”dalla barca,
poi compaiono le bottiglie di whisky ed è subito festa : si ricanta
l’inno, ci si abbraccia , si brinda e il whisky piacevolmente ci riscalda un
poco. Rientrati in nave
, mentre gli altri gruppi vanno a fare il nostro stesso giro, continuiamo a non
poter distogliere la sguardo da quello che ci circonda, con la certezza che mai
più al mondo vedremo qualcosa di simile. Pranziamo
con gli occhi fissi fuori, nel frattempo il cielo si apre e caldi raggi di sole
illuminano in pieno tutta la laguna che appare ancora ed ancora fantastica.
È
più di un mese che sono rientrata da questo lungo viaggio, ma le immagini e le
sensazioni avute in questa laguna restano di gran lunga le più forti.
Dimenticavo
di dire che tutto intorno al ghiacciaio non c’è assolutamente nulla, non una
casa, non un faro, nulla. Per raggiungerla dal porto più vicino abbiamo
navigato tutta la notte.
Ovviamente
anche il turismo è pressoché assente perché il posto è di difficile accesso
infatti si raggiunge solo per mare o per aereo e oltre alla Navimag
esistono solo poche altre escursioni peraltro costosissime in catamarano
o in aereo.
Chiusa
questa ( lunga, ma meritata ) parentesi riprendo a descrivere l’itinerario.
Navigando
tra i fiordi tutta la notte e tutta la mattinata successiva, la nave ci ha
portato fino a Puerto Montt, dove, affittata una piccola Yaris (Econorent
prenotata attraverso il sito Lan Chile) siamo partiti per l’isola di Chiloè.
CHILOE’
Su
Chiloè, dicono, piove 300 giorni l’anno e negli altri c’è nebbia; bene noi
non abbiamo avuto né pioggia né nebbia, credo così di aver visto una Chiloè
non reale, ma vi assicuro che era deliziosa.
Volutamente
siamo andati a caccia di chiesine ed il nostro itinerario sull’isola ha
toccato: Castro, due delle isole dell’arcipelago (Lemuy e Quinchao con la
deliziosa Curaco de Velez e Achao dalla splendida chiesina) e
Ancud. Alla fine la nostra collezione fotografica aveva almeno una ventina di
chiese ( pare ce ne siano oltre 150) , molte chiuse ed abbandonate tra le
sterpaglie, talune piccolissime, altre imponenti come la cattedrale di Castro,
ma tutte deliziose per armonia e posizione.
L’isola
-con il sole- è veramente bella, verdissima, piena di
fiori ( in particolare cespugli di fucsia) , con mandrie di cavalli e
mucche, insenature e isolotti: saliscendi di strade, spesso sterrate, aprono
improvvise ed ampie vedute. Ma, spettacolo nello spettacolo, a Chiloè si mangia
benissimo ( provare il curanto ) ovunque anche nei posti più
semplici.
Abbiamo
poi notato che gli isolani hanno davvero un non so che in più, forse sono più
cordiali rispetto al resto dei cileni patagonici noti per la loro riservatezza e
discrezione, insomma si sente che questa gente ha più storia e tradizioni alle
spalle. Il soggiorno sull’isola è stato quindi piacevolissimo sotto ogni
aspetto.
PUERTO
MONTT E LA REGIONE DEI LAGHI
Due
parole merita ora Puerto Montt: le guide turistiche ed il passaparola dicono che
la cittadina non vale la pena e di andare invece a Puerto Varas sul lago
Llanquihue ebbene : non è ASSOLUTAMENTE
vero!!. Puerto Montt è deliziosa, verace, il suo mercato del pesce è qualcosa
di indimenticabile, vedrete cozze, telline, vongole, ricci di mare, granchi di
dimensioni che nemmeno potete immaginare e poi salmone, tanto bellissimo e
buonissimo salmone (fatevelo servire crudo o al vapore). Nel mercato del pesce
tanti piccolissimi comedor cucinano a vista e potete scegliere cosa mangiare dal
…profumo della pentola. Tutto è pulitissimo ed il rito finale di lavaggio e
lucidatura a specchio delle pentole è significativo del livello di pulizia.
E
se non vi piace il pesce ( ed è veramente un peccato) Puerto Montt è famosa
per le praline di cioccolato, al rum, al cocco, all’amaretto da leccarsi i
baffi ….ma poi anche i formaggi sono speciali , insomma il palato
vi ringrazierà di esservi fermati qui.
Di
Puerto Varas che dirvi….c’è
anche il casinò …roba per turisti alemanni…noi ne siamo letteralmente
scappati! Anche se la vista sul vulcano Osorno è magnifica. Più avanti
Fruitillar è già più interessante, per via delle settimane musicali ( quando
siamo arrivati stavano suonando Rossini sul lungolago), ma, sempre girando
intorno al lago Llanquihue, a noi
è piaciuta molto più Ensenada, ai piedi del vulcano, che in realtà non è un
paese ma solo una località di cabañas sul lago: Il posto è ridente e punto di
partenza per interessantissime escursioni (
cascate Petrohuè , parco nazionale, lago Todos Los Santos, Cochamo )
decisamente due piacevoli giornate.
Conclusioni
Il viaggio è risultato sensibilmente più costoso
rispetto ad altri itinerari centroamericani.
Il Cile è una nazione evoluta , ottimo il livello di
igiene e sicurezza, ma prezzi mediamente più che doppi rispetto al
centroamerica.
Hostal, simili
a quelli pagati 5/7 $ a notte in centramerica,
qui costano 15/20 $.
Un pasto al mercato da 2/4 $ a 6/8 $
Anche i trasporti sono cari 3 ore di bus circa 8$ ( i bus
sono però decisamente comodi, puliti e sicuri).
L’auto a noleggio è costata circa 40 $ al giorno (Econorent)
Hostal e
ristoranti da segnalare: con giudizio e prezzi
Punta Arenas:
Hostal Parediso 20.000 pesos cileni camera doppia con bagno e colazione
( buono ma poco centrale)
Rist:
” Al Mercato” media 3500/4000 pesos p.p.
Puerto Natales :
Hostal Bernadita 16.000 pesos cileni camera doppia con bagno e
colazione (centralissimo)
Rist:
La Picada de Carlitos (ottimo) 4.300 pesos cileni p.p.
L’Asadero buono ma costoso 7.000 pesos p.p.
El Calafate:
Albergue
Mochilero 25 $ camera tripla senza bagno e senza colazione (centrale, appena
aperto, ma rumorosissima la sala comune fino a tarda notte)
Ristorante al Perito Moreno 7$ p.p. (discreto)
Ushuaia:
Hotel Maiten: ( sul retro dell’ospedale)unico hotel del viaggio : 120 pesos
argentini a notte (circa 40 $) camera doppia con bagno e colazione N.B. gli
hostal visitati erano più costosi e meno accoglienti.
Rist:
El Fogon Gaucho (ottimo) prezzo
fisso a buffet 16 pesos argent.p.p. escluse
Puerto Montt:
Hotel Cabanas Toqui ( verso il cimitero) ottimo rapporto qualità/prezzo
10.000 pesos cileni camera doppia con bagno ma senza
colazione.
Rist.: Jenny dentro il mercato di Angelmò : memorabile curanto 4.000
p.p. e l’indomani piatto misto “crudo” più piatto misto “cucinato”
5.000 p.p. vino compreso.
Castro:
Casa Matriz (edificio coloratissimo sulla via principale) ottima
accoglienza 20.000 pesos cileni camera doppia con bagno colazione compresa.
Ancud:
Hotel Llunay delizioso 18.000 pesos cileni, camera doppia con bagno,
ottima colazione “panoramica”ed internet gratuito.
Tenaun:
Rist. taverna del Canazo a 2.800 p.p. stupendo salmone al vapore con
patate, vino e dolcetti della casa.
Ensenada:
Cabañas Brisas del Lago – posto meraviglioso vale la maggiore spesa
pari a 22.000 pesos per un alloggio quasi lussuoso con vista mozzafiato sul
vulcano Osorno.
Santiago:
Hostal Angamos ( in calle Angamos) : 10.000 pesos cameretta doppia con
bagno e colazione.
Enrica enrica236@hotmail.com e Nello nello523@yahoo.it