NUOVA ZELANDA

Racconto di viaggio novembre-dicembre 2001

di Saby e Ivo

 

 

 

 

 

AOTEAROA 

ovvero la terra dalla lunga nuvola bianca, 

Questo è il nome Maori della Nuova Zelanda e questa è la destinazione che scegliamo per la NOSTRA  splendida honeymoon dopo aver parlato con Sally, un’amica che ci decanta il suo paese come uno dei più ospitali, sicuri e amichevoli al mondo (ha decisamente ragione)!

Il viaggio al lato opposto del mondo inizia il 11.11.2001 esattamente 2 mesi dopo  l’attentato aereo a New york, ma la coincidenza non ci turba anzi, ci da la giusta carica per raggiungere l’isola dei nostri sogni, desiderosi come sempre di assaporare culture lontane e diverse dalla nostra.

Dopo un lungo viaggio di 26 h. lasciamo l’Italia, viaggiamo con Korean Air transitiamo a Incheon Int. in Seul, uno degli aeroporti più grandi organizzati e spettacolari dell’oriente che è già in fermento per i mondiali di calcio del 2002; e arriviamo finalmente ad Auckland, lasciandoci alle spalle ben 12 h. di fuso orario.

Qui prendiamo un domestic flight della Qantas, compagnia molto valida  e voliamo verso l’isola del sud a Christchurch, (che per i Maori è isola del nord ovviamente) appurando con piacere che essendo le stagioni capovolte rispetto a quelle europee,qui è già estate….. il clima è ottimo, abbastanza ventilato con il giusto caldo, che chiedere di più ??

Una raccomandazione per chi vuole andare in NZ, play attentino perché qui   l’atmosfera è talmente rarefatta e pulita che i raggi del sole  arrivano sulla terra non schermati, indi per cui portare sempre visiera occhiali o cappellino,  perché il sole può tradire, le creme no!

Torniamo a noi, eravamo rimasti a Christchurch, elegante cittadella in tipico stile inglese, bene qui dall'aeroporto ci facciamo accompagnare a ritirare il camper alla United Campervans perché vogliamo godere  della più piena libertà e boicottando i classici tour “turistici e banali” proposti dalle agenzie viaggiamo comodamente senza svenarci e senza avere problemi logistici nell'addentrarci nelle zone anche meno accessibili (ovviamente si sa che le terre belle sono sempre quelle più lontane!)

E' una sensazione molto gradevole perché così facendo siamo a diretto contatto con i kiwi, gustiamo la loro mentalità esente da stress e ipocrisie, ascoltiamo tutte le sere i loro racconti suggestivi e le leggende cittadine, ammiriamo il reale contatto con la natura soggiornando nei campeggi, nelle farmstay (simili ai ns. agriturismi) e assaporiamo le specialità della cucina casalinga.

Dopo un breve ripasso all’itinerario puntiamo verso la costa occidentale, iniziando per scherzo a tenere il conto di quanti N.P. incontriamo (per interderci  National Park) sono tantissimi, il primo in assoluto è  l’attraversamento del Arthur Pass NP, un susseguirsi di vette, cascate, fiumi, folti boschi, ma soprattutto vallate intere strapiene di bellissimi fiori gialli, dei quali ancora oggi ignoriamo il nome.

Il 2* invece è il Kahurangi N.P. il più "giovane" territorio e il più grande per estensione, seguito a ruota dal Nelson Lake NP e dall'Abel Tasman NP .

Qui iniziamo a sospettare che la realtà e il sogno siano la stessa cosa, la bellezza è sconfinata e c'è molto da gustare, da ascoltare e da conservare; la natura è un tesoro prezioso qui manifesta in tutto il suo fascino e carattere.

La West Coast è indubbiamente lussureggiante, e non ci facciamo scappare città come Greymouth, Motueka, Westport con Cape Foulwind dove osserviamo da vicino le foche e le otarie di ogni genere ed età (ahimè alcune ferite e sanguinanti), il Paparoa NP con le Blow Holes, le frizzanti Pancake Rocks, strati di rocce calcaree da dove "zampilla" acqua diretta al  cielo formando bizzarri geyser.

Arriviamo a Nelson, nella zona costiera, l'estrema punta nord dell'isola del sud, nel Marlborough Sound Maritime Park un capolavoro naturale, qui l'acqua la fa davvero da padrona; non solo per le spiagge che sono interminabili e vergini con la sabbia tuttora incontaminata, ma anche perché nell'entroterra ci sono le più grandi sorgenti di acqua dolce al mondo, le Pupu's Springs, con una produzione di 13.000 litri di acqua al secondo … maestose really!!

Qui consigliamo per chi vuole addentrarsi un pochino, di visitare il villaggio (difficilmente segnalato sulle maps) di Maharau, e di fare una puntatina al museo del legno, gestito da una comunità di "eccentrici" artisti  nonché grandi conoscitori e amanti come noi di musica celtica, vedi Woody.

Il loro ricordo sarà eterno, l'amicizia anche!

Un'ulteriore appunto, questa è la zona più famosa per le Arts & Crafts Rail, soprattutto a Nelson, cittadina che riflette l'arte e l'artigianato locale, carinissime le botteghe di vasai, di soffiatori di vetro, intagliatori di pietre ( Ivo si sbizzarrisce con i tanti souvenirs in particolare gioielli di splendida giada verde) e rinomata anche perché c'è il pub più vecchio di tutta la NZ, si chiama Chez Eelco, andateci ne vale la pena.

E' giunta l'ora di traghettare attraverso le baie dello stretto di Cook, partiamo infatti alla volta di Windy Wellington, la capitale più a sud del mondo, essendo solo a 2000 km. dall'Antartide e trascorriamo 3 ventilati giorni sufficienti per apprezzare con energia il mix di cultura, di modernità e tradizione della city.

Non ci dilunghiamo a raccontare questa città, vorrebbe dire perdersi nuovamente nel ricordo del Te Papa, nel Civic Centre, gli edifici storici, i musei di arte, moda e musica moderna, Cube street, insomma bisogna andarci, viverla e basta!!

Ma la meta più amata da noi ed in assoluto apprezzata è senz'altro Roturua, (che significa secondo lago) verso nord, la vera culla dei Maori, dove "Kia ora, we can feel the spirit".

Rotorua è il centro culturale Maori, il cuore infuocato di tutta la NZ, è la terra delle meraviglie geotermiche, dove l'odore asfissiante di zolfo ti sommerge, dove i geyser e le bolle di fango ti catturano, dove le sorgenti di acqua calda e le vampate di calore ti avvolgono, dove si possono scattare le foto più belle in assoluto di tutto il tour se non del mondo intero.

Ci sono molti richiami turistici, noi sconsigliamo vivamente gli scavi del Lady Know, (entrata 15 $ una ladrata) spudoratamente costruito e falso, (se volete vi racconteremo in altra sede il perché), e invece consigliamo il bel villaggio di  Whakareiwareiwa, simpaticamente ribattezzato Whaka l'originale, con il grandioso Pohutu, e la simpatica guida  Robert, qui è tutta un'altra emozione.

Abbiamo avuto la possibilità di assaporare l'hangi con la patata dolce cotta dal vapore termico del suolo, (non è certo cucina francese), ci siamo goduti il concerto hongi nella rossa marae, (With Faith, Hope & Love) assistito alle lezioni di intaglio delle giovani leve, e udite  udite, abbiamo imparato, qui è impossibile non farlo, la mitica Haka, (kamate kamate ka ora ka ora …) la danza dei guerrieri Maori! Uno sballo altro che!

Da Rotorua al lago Taupo il passo è breve, la zona è da visitare considerato che si estendono i più grandi parchi del nord, il Waikato NP, il Whanganui NP, il Tongariro NP, il parco più vecchio della NZ, regalato 120 anni fa dalla comunità Maori allo Stato perché questo ne salvaguardasse le sacre montagne e i tre vulcani ancora semiattivi.

Si possono intraprendere escursioni sui crateri, trekking di vari percorsi e difficoltà, e soprattutto si può "misurare" come dice il caro vecchio Bruce, il grido o il silenzio del vento.

I più pazzoidi praticano lo zorbing, parola a noi fino a qui sconosciuta, che consiste nell'entrare in una sfera di Pvc di 3 mt., trasformarsi in palla umana e lasciarsi rotolare lungo i pendii del fianco del vulcano, bè solo a vederli siamo stati male, non so se era maggiore la loro adrenalina o la nostra tremarella.

Ed infine la ciliegina sulla torta, raggiungiamo Auckland, nostra ultima tappa, la città più popolosa e cosmopolita della NZ, rinomata city of Sails, che molti pensano, erroneamente, essere la capitale neozelandese.

Anche qui una grande varietà di escursioni, con  i "giretti rilassanti" da fare in barca e in canoa, magari dopo aver contemplato i due golfi con l'affascinante scenario portuale, da non perdere una salita sulla  Sky Tower per la veduta panoramica della città e il mitico quartier generale di Luna Rossa Italy in the world oppure ed ancora il mitico One Free Hill.

Insomma una vera goduria per gli occhi il cuore e la mente, tutto così armoniosamente speciale e rilassante, anche se dopo 3 giorni, di nuovo, bisogna preparare i bagagli, il soggiorno in NZ è agli sgoccioli…

Ci spiace molto lasciare questa SPLENDIDA TERRA, qui rimangono perse nei panorama le nostre più sincere emozioni, un senso assoluto di benessere e libertà, il naturale piacere di vivere, l’essenza della pace, perché abbiamo esplorato molto e ci siamo divertiti a farlo.

Dobbiamo dirigerci verso l'aeroporto, adesso come dulcis in fundus ci aspettano le incantevoli isole Fiji, nell’arcipelago delle Mamanucas ….. ma questa è un'altra storia.

Whiti Tera Kia Ora - Di Cuore Dai Maorini  Saby & Ivo Motta From Italy*

 

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Isole Fiji

luci e splendori alle mamanuca's

Le isole Fiji sono abbaglianti, in tutta la loro luce e nel loro completo splendore, paradisiache.
Sono rigeneranti, generose, deliziosamente vere; insomma la meraviglia che tutti sogniamo.
Questa estensione mare, arrivando dalla Nuova Zelanda ci tiene a battesimo, infatti è qui che abbiamo deciso di inaugurare la nostra nuova vita matrimoniale e di godere appieno di noi stessi, di tutte le emozioni che riusciamo ad apprendere dalla natura e dell'incontaminata bellezza che ci circonda, perché per quanto ci riguarda, il volere andare alle Fiji non ha significato solo scegliere una meta, ma anche scegliere le gioie da vivere.
L’arcipelago delle Mamanuca nell’immenso oceano pacifico (di nome e di fatto) è composto da 13 isole esclusive, e si trova ad ovest rispetto a Viti Levu; noi abbiamo deciso per Matamanoa incastonata nella laguna blu, che più blu non si può.
A Mata ci è scoppiato il cuore, davvero, siamo rimasti senza parole e nei ns. ricordi rimarrà sempre la sua taciuta grazia, perché qui l'ambiente ti assorbe e ti avvolge, ed è completamente, realmente diverso da quello che speri di incontrare o dall'idea che ti fai prima di arrivarci….
Il cielo è a portata di mano con le sue nuvole viola, tanto vicine che te le senti in faccia, l'alba è un'esplosione di luci, devi quasi socchiudere gli occhi dal fastidio, i tramonti sono suggestivi e densi di colori, scompaiono nelle onde dell'oceano molto velocemente, e ogni volta è un sogno.
Arriviamo via mare il 25.11.2001 e subito l'allegro staff del resort ci accoglie con un fragoroso bula bula, tante collanine di conchigliette per il benvenuto, e il Mata cocktail, buonissimo al sapor di fragola e panna, guarnito semplicemente con gli ibiscus, i loro fiori della passione, rigorosamente rossi per gli uomini e rosa per le femminucce.
E anche con gli altri guests scatta subito l'intesa!!
Al contrario di quanto si possa pensare, non è vero che le Fiji sono elitarie o snob, qui abbiamo incontrato tanti nuovi amici, anche loro come noi affascinati dai paesaggi, consapevoli e fortunati di poter cogliere così da vicino le meraviglie degli atolli, desiderosi di poter vivere qualche giorno in questo paradiso, e sinceramente più emozionati dall'ambiente circostante che dal costruito mondo della gestione turistica.

Quando prendiamo possesso del nostro beach front sea bure, il mitico n. 17 Dillo, ci rendiamo conto che non è una semplice stanza ma un vero e proprio appartamento, dove non manca nulla.
Notiamo le lampade stranissime a forma di conchiglie, 2 mega lettoni matrimoniali che immediatamente uniamo, il portasapone in madreperla, il minibar e ci affezioniamo subito a Kelera, che tutti i giorni, per ben 2 volte al di, arriva canticchiando, cambia lenzuola e salviette, annaffia i fiori, prepara il fijian thè, insomma ci coccola alla grande e ci urla ridendo " italiani ready" (n.b. è imbattibile a pallavolo, e fa schiacciate da paura…)
I giorni volano negli impegni scanditi dalle chitarrine di Paul e Jope, con le loro "it’s a long long story", si inizia alla mattina con partitina a bocce multietcnica sul lato esterno dell’isola, crociere nell’arcipelago, poi snorkelling discovery e windsurf, ma only fino a mezzogiorno, perché solo a quest'ora c’è l’aria giusta, come suggerisce Ben, l'uomo dell'oceano.
Per il pranzo ce la prendiamo comoda, non mangiamo mai prima delle 14.00 p.m., dato che alle Fiji non esiste il senso del tempo, c'è solo il Fiji time… altro che stress o ritardi o appuntamenti ..…qui ben altro è il senso della vita, delle sensazioni, del contatto umano, delle risate, qui tutto è libero e ben lontano dai ns. banali condizionamenti o taboo, i fijiani sono genuini e molto divertenti, si gustano la vita!
L'aitante chef Joe ci delizia tutti i giorni con ricette locali, la sua pasta leggermente dolce è insuperabile, non ricordiamo quanti tipi di pesce abbiamo mangiato, condito in tutte le salse e frutti tropicali, zuppe di spinaci e gamberi, e poi arance ed aragosta, e poi ancora seppie con papaya, gamberetti al cocco, per non parlare dell'indimenticabile BBQ serale, con tanto di torce accese, very romantic!!
Il pomeriggio invece è dedicato alle attività sportive, perché come dice Seko c'è sempre molto molto molto da fare, dal macht di tennis, a quello di beachvolley, (vince sempre il fijian team), la scalata della montagna vulcanica con immancabile panorama mozzafiato, il rigenerante coconut drink, e in serata il rito della kava king, il cocktail estratto dalle radici afrodisiache, è amarissimo.
Tutte le cene sono accompagnate da splendide serenate eseguite appositamente e su nostra richiesta dal musical group di Mata, l'usanza vuole che tutti gli ospiti il primo giorno vengono accolti con la canzone di benvenuto, mentre all'ultimo giorno, per chi parte è riservato il canto dell'arrivederci con Isa lei, ed immancabile caregnata (pianto) finale!
Bè che dire di Mata, che ci torniamo of course, fra qualche anno però, per ora serbiamo nel cuore gonfio di emozioni i suoi ricordi, e tanto tanto amore per questo nostro gioiello lontano così bello e indimenticabile.
Vogliamo chiudere questo scritto con una frase donataci da un amico, il grande Seko: 
"Conosci ciò che possiedi e che vedi, conosci le lingue, nuovi paesi e la gente, ma l'unico bagaglio che ti puoi portare rimane sempre e solo nella tua memoria."
Buon Matamanoa a tutti…… open your mind !!
Bula bula da Sabina e Ivo Motta from Milan.

 

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Saby e Ivo  sabivo2002@libero.it

 

 

 

 

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