Norvegia Low cost & fai da te
Diario di viaggio 12 – 30 agosto 2005
di
Elena Di
Liddo e Luca Viberti
Il viaggio è stato organizzato interamente
utilizzando internet e materiale inviato dall’Ente Turismo Norvegese.
Il nostro punto fermo era il periodo (le ultime tre
settimane di agosto), tutto il resto era da organizzare…
www.ryanair.com
- acquisto voli Bergamo-Oslo Sandefjord A/R (94€ tasse
comprese + 14€ di assicurazione)
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acquisto voli Sandefjord-Bergen e Trondheim-Bodo (60€ e 72€ tasse
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comprese)
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- noleggio auto a Bergen-4 giorni e a Bodo-11 giorni, tariffa web prepagata
molto conveniente
Scelti i nostri partner di viaggio ci siamo buttati
sull’organizzazione giorno per giorno mandando e-mail e poco per volta le
risposte sono arrivate.
Nel frattempo abbiamo letto tanti diari di viaggio
cercando di far tesoro dei consigli e degli errori commessi da altri; ci ha
comunque spiazzati il caro costo della vita, finché non lo provi in prima
persona, non te ne convinci.
Assolutamente, per un viaggio dal budget contenuto,
non scegliere viaggi organizzati da tour operator né il giro con il battello
postale “Hurtigruten”, sono ben fatti ma costano tantissimo. Parlando con
altri turisti italiani abbiamo capito che guidare un’auto e cercare
sistemazioni economiche, in cui magari poter anche cucinare, è la soluzione
migliore.
I prezzi, su internet o sul posto, non cambiano, al
massimo si contratta qualcosa a fine stagione.
Per quanto riguarda cibo e bevande è bene
fare acquisti nei supermercati, se ne trovano ovunque. Una sera siamo anche
andati al ristorante per mangiare la carne di balena, ma non deve essere la
regola.
La benzina costa poco più che in Italia, le
macchine a noleggio non sono diesel quindi occhio ai consumi e cercare i
benzinai più economici.
Infine i “cari” traghetti…sono stati una
spesa importante è un po’ inaspettata. Bisogna ammettere che sono comodi,
veloci e ben organizzati, indispensabili, ma davvero costosi. Ogni tanto c’è
poi un tunnel da pagare…
Per
entrare in alcune città c’è da pagare un pedaggio. I parcheggi sono tutti
a pagamento. All’ingresso di ogni centro abitato è indicato il controllo
automatico della velocità. Noi ci siamo presi una multa da 700nok a Tromso
per divieto di sosta di cui abbiamo avuto notizie, maggiorazione compresa,
soltanto dopo qualche mese e ce la siamo dovuta pagare.
Ecco
qui di seguito il racconto del nostro viaggio giorno per giorno.
Per altre informazioni scrivere agli indirizzi elena.diliddo@libero.it
e lucavib@libero.it, saremo lieti di
rispondere.
12 agosto – Italia -
Bergen
Partiamo
da Bergamo e arriviamo a Oslo-Sandefjord dove abbiamo il volo per Bergen dopo
appena due ore.
Arriviamo
a Bergen verso le 16.30: le nuvole ci sono, l’aria fresca pure, ma
stranamente non piove.
Il
bus-navetta (Flybussen 24€ in due) ci scarica nella piazza del mercato del
pesce, davanti all’ufficio del turismo.
Desiderosi
di depositare in albergo le valigie ci dirigiamo verso lo “Skandia
Sommerpensjonat”, davvero vicinissimo al porto. È una struttura carina,
molto semplice ma confortevole, che abbiamo conosciuto su internet. Il prezzo
per una camera doppia è 600nok, colazione esclusa. Lasciati i bagagli
torniamo all’ufficio informazioni per cambiare i primi Euro in Nok (corone
norvegesi).
Sono ormai
le 18, ma vediamo ancora qualche banco con il pesce fresco esposto. Ci
avviciniamo incuriositi, assaggiamo la carne di balena e acquistiamo un
piccolo panino con salmone affumicato per 20nok.
Ci siamo
resi presto conto che le principali attrazioni turistiche della città sono
tutte nella zona che circonda il porto: il mercato del pesce, Bryggen, la
cattedrale… Dopo aver scattato qualche fotografia, iniziamo il giro
passeggiando nel quartiere Bryggen, fermandoci qua e là in piccole botteghe o
negozi curiosi. Addentrandosi si scoprono un sacco di viuzze pedonali e case
rigorosamente in legno che ospitano negozi di vario tipo. Tornati verso il
porto veniamo a sapere che questa sera, proprio qui a Bergen, canta Anastacia.
Un sacco di gente infatti si sta dirigendo verso un parco e chiediamo
informazioni.
Alle 20
torniamo in albergo per scaldarci un po’. Fuori non fa freddissimo, ma c’è
l’aria e temiamo di beccarci un raffreddore. In giro incontriamo gente in
maglietta o con guanti, sciarpa e giacca a vento. Questa cosa un po’ ci
confonde, non riusciamo a capire se fa veramente freddo o in agosto c’è di
peggio. Il termometro segna 11°C.
Ora ci
riposiamo un po’ e mangiamo qualcosa, più tardi magari andremo ancora a
fare un giro. Non c’è più il sole di mezzanotte, ma le giornate sono
comunque lunghe.
Questo
primo giorno di viaggio è stato “lungo”: sveglia h5, viaggio fino a
Bergamo, fino a Oslo-Sandefjord, volo interno Wideroe fino a Bergen, tante
parole e tanti passi… Alle 21.30 la stanchezza inizia a farsi sentire. Luca
sembra stia già dormendo, valutiamo se uscire ancora un’oretta o infilarci
nel letto.
ore
24…siamo usciti a fare un giro in notturna. La temperatura è praticamente
la stessa di oggi pomeriggio. Abbiamo deciso di seguire la musica, siamo
arrivati nel parco dove Anastacia ha iniziato a cantare. È stato bello anche
se la vedevamo da lontano e solo su uno schermo, è comunque bastato per
ascoltare “I’m outta love” e altri grandi suoi successi.
Rientrati
in albergo chiediamo al ragazzo della reception le previsioni per domani:
sereno-variabile. Siamo comunque soddisfatti per la giornata trascorsa e che
non ha piovuto. Ora gli occhi si chiudono, buona notte…
13 agosto – Bergen –
Loen (350km + Ytre Oppedal-Lavik 108nok)
Stamattina
sveglia alle 7, colazione e poi subito all’ufficio Europcar di Bergen.
Abbiamo prenotato su internet una macchina per 4 giorni, ci danno una VW Polo
1.2. Torniamo in albergo per caricare i bagagli e partiamo.
Oggi
l’itinerario prevede di percorrere la strada E39 da Bergen fino a Byrkjelo e
poi raggiungere Loen sul Nordfjord. La strada non è male, passiamo in posti
molto tranquilli, piccoli porticcioli nell’insenatura del fiordo, casette in
legno proprio sull’acqua, pascoli di mucche, pecore o capre in prati
verdissimi. Ogni tanto ci fermiamo per una fotografia, ma ciò che veramente
ci ha colpiti è stata una cascata (Haugeflossen). L’abbiamo vista dalla
strada e ci siamo avvicinati con la macchina, siamo addirittura riusciti ad
arrivare fin sotto il getto d’acqua.
Poi
abbiamo ripreso la E39, traghettato il Sognefjord e siamo arrivati sul
Nordfjord. Ogni curva un panorama diverso e mozzafiato: c’è la neve su in
alto, con tanto di ghiacciai, e il mare poco più giù. I colori più
ricorrenti sono il verde e il blu nelle loro innumerevoli gradazioni. I
ruscelli che scendono dai ghiacciai sembrano trasparenti talmente l’acqua è
pulita, quando arrivano nel fiordo l’azzurro si trasforma in blu intenso e
vivo in cui si specchia il cielo terso. Lungo la strada riflettiamo sul fatto
che sembra di essere in montagna (neve, ghiacciai, strade tortuose, boschi di
conifere…), ma in realtà siamo al livello del mare.
Per la
notte abbiamo scelto il Loenvatn Feriesenter di Loen: un campeggio che dispone
di cabins che fanno proprio il caso nostro. Il prezzo è di 450nok a notte per
una casetta con una camera da letto, bagno con doccia, cucina ben attrezzata,
soggiorno con TV, balcone che si affaccia proprio sul ghiacciaio. Ora stiamo
scrivendo e vediamo montagne innevate, il lago azzurro, che diventa un
ruscello, boschi e cascate. Come posto niente male, ci fermeremo qui soltanto
per una notte. Prima di cenare siamo ancora andati fino alla base del
ghiacciaio Jostedal, in macchina. Per proseguire è necessario essere
accompagnati da una guida.
Qualcuno
si chiederà: ma non mangiate? Noi rispondiamo che, cercando di stare nel
budget, compriamo qualcosa nei supermercati che troviamo lungo la strada,
confermiamo il caro-prezzi, ma in qualche modo riempiamo lo stomaco. Una cosa
che ci ha colpiti è stato trovare al mercato fragole, ciliegie e lamponi
grandi il doppio rispetto a quelli italiani, l’aspetto è davvero invitante,
nei prossimi giorni li proveremo. Dal momento che abbiamo il forno, decidiamo
di acquistare due pizze surgelate in un supermercato a Stryn. Ci sono costate
40nok l’una, neanche tanto. Ora sono in forno, dopo cena faremo un commento.
Sono le
20.30 e c’è ancora il sole, siamo in mezzo alle montagne, ma ci sono ancora
zone illuminate. La giornata è stata più calda, la mattina il termometro
indicava 10°C, ma nel pomeriggio è arrivato fino a 20° C al sole. Il cielo
è sempre stato sereno con qualche innocua nuvoletta bianca, il sole ci ha
riscaldati dopo il freddo umido di Bergen, la vicinanza di neve e ghiacciai ha
reso l’aria sempre un po’ fresca. Nell’insieme per quanto riguarda il
tempo non ci lamentiamo: niente pioggia a Bergen e sole caldo oggi. Speriamo
continui così. Andiamo a dormire e fuori c’è ancora parecchia luce, sembra
impossibile. La pizza non era malvagia per essere in Norvegia, aveva un gusto
un po’ dolciastro e una punta di piccante. Valuteremo se ripetere
l’esperienza. Diamo
un’occhiata all’itinerario per domani, dovrebbe essere una giornata più
leggera.
14 agosto – Loen –
Dragsvik (400km + Lote-Anda 69nok + Hella-Dragsvik 63nok)
Stamattina
appena svegli il lago di Loen e il ghiacciaio sovrastante erano immersi nella
nebbia. Poco per volta si è alzata e noi siamo partiti alla volta del
Nordfjord. Siamo arrivati a Nordfjordeid percorrendo la strada 15, poi abbiamo
traghettato da Lote ad Anda per tornare sulla E39. A Skien abbiamo deviato per
Sogndal ed è stata una buona idea in quanto ci siamo avvicinati davvero molto
all’enorme ghiacciaio Jostedal. Unico neo è stato dover pagare ben 160nok
di pedaggio per passare in due gallerie, ma ne è valsa la pena. Ci siamo
trovati proprio sotto il ghiacciaio e siamo riusciti a fare delle belle
fotografie.
Da Sogndal
abbiamo costeggiato il Sognefjord fino a Hella dove abbiamo traghettato fino a
Dragsvik. Il nostro hotel è facilmente raggiungibile dall’attracco del
traghetto. Abbiamo posato i bagagli per fare un giro fino a Vadheim lungo il
Sognefjord fermandoci ogni tanto per una foto. In particolare a Balestrand
siamo entrati nel “Sognefjord Acquarium” (60nok a testa): niente di
particolare, ma nel biglietto era compreso un giro in barca a remi sul fiordo.
Luca si è offerto di remare, pur di portarmi in mezzo al fiordo, ed io ho
accettato volentieri.
Dopo una
doccia calda, abbiamo deciso di mangiare una piatto con hamburger e funghi,
insalata e patatine al prezzo di 95nok, non era male. Il Dragsvik Fjordhotell
è davvero carino, abbiamo avuto un prezzo di favore, 590nok una camera doppia
con bagno, colazione compresa. La nostra stanza “fjord view” è
davvero niente male. La temperatura è salita a 20°C al sole, di
pioggia ancora nessuna traccia, meglio così.
Lungo la
strada che costeggia il fiordo abbiamo visto un sacco di piantagioni di
lamponi. Qui crescono molto grandi e molto buoni, il clima può apparire
inospitale per il freddo, ma evidentemente è l’ideale. Ci siamo fermati per
assaggiare e fotografare.
Domani il
viaggio prosegue verso l’Hardangerfiord. Andiamo a dormire, sono le 23,
fuori c’è ancora luce.
15 agosto – Dragsvik
– Kinsarvik (300km + Dragsvik-vangsnes 93nok + Bruravik-Brimnes 69nok)
Per essere
il giorno di Ferragosto la giornata inizia con un nebbione fitto sul
Sognefjord. Colazione in albergo in una sala con tanto di vista fiordo. Il
primo traghetto della giornata è da Dragsvik a Vangsnes dove imbocchiamo la
strada 13 che ci porta a 1000m di altitudine sul fiordo. La strada è molto
bella, tipica di montagna, la temperatura scende fino a 8°C e fa molto
freddo. Addirittura troviamo la neve! Ci siamo letteralmente arrampicati con
la macchina, ma ne è valsa la pena. Quando poi la strada ha iniziato a
scendere siamo passati in mezzo a nuvole e nebbia finché sulla sinistra ecco
un negozietto “Spekemat” che vendeva pelliccia e corna di renna, accanto
c’era pure una renna pronta per essere fotografata dai turisti.
Scendiamo
giù verso Vinje e poi verso Voss lungo una splendida vallata con cascate,
ruscelli, prati verdi e rocce nere. Arrivati a Voss cerchiamo una banca per
cambiare altri soldi. Voss è una bella cittadina, c’è una vecchia chiesa
in pietra e un ottimo panorama. Non siamo riusciti a capire se Ferragosto per
i Norvegesi sia festa o no, i negozi e le banche comunque sono aperti e a noi
questo basta.
Proseguiamo
lungo il nostro itinerario fino a Bruravik dove saliamo su un altro traghetto
fino a Brimnes. Sulla guida indicavano molto bella la zona dell’Eidfjord, ci
incamminiamo alla ricerca di qualche bella cascata. Ci arrampichiamo
nuovamente e arriviamo in cima a una montagna, nei pressi dell’altopiano
dell’Harangervidda, dove possiamo fotografare una grande cascata. Il fragore
dell’acqua è notevole, l’aria che sposta addirittura impedisce ad altre
cascate più piccole di cadere nel ruscello. Visto che ha iniziato a piovere
ci avviamo verso Kinsarvik, sull’Hardagerfjord, dove abbiamo prenotato per
la notte. Questa sera dormiamo in una casetta nel Kinsarvik camping, ci danno
una “cabin” con cucina, quattro posti letto, senza bagno e doccia, a
550nok.
Giusto il
tempo di lasciare i bagagli e di riposarci un pochino e ripartiamo in
direzione Odda lungo il Sorfjord. La strada è bella e panoramica, non fosse
per i nuvoloni che ci accompagnano da stamattina… Luca l’ha ribattezzata
la “strada delle ciliegie”, infatti in ogni piazzola la gente del posto
vende ciliegie su un banchetto e si mettono i soldi in una cassetta. Ci viene
voglia di provare: ne prendiamo uno a 35nok e assaggiamo…sono davvero buone
e costano meno che in Italia. Ovunque ci sono alberi e piantagioni di ciliegie
e di mele, sembra impossibile che venga frutta così buona a questa latitudine
e con un clima del genere. Siamo ad agosto e oggi non abbiamo ancora visto il
sole di cui tanto ci lamentiamo nelle lunghe giornate afose dell’estate
italiana, qui invece è sempre il benvenuto. La cosa che più ci ha colpiti è
stato vedere che la gente può tranquillamente prendersi le ciliegie e posare
i soldi senza che nessuno controlli che tutto avvenga regolarmente. Qui c’è
la massima fiducia reciproca. Chissà in Italia che fine farebbero i soldi e
la frutta? Noi intanto ci godiamo le ciliegie che abbiamo comprato.
Questa
sera, terminato il mini-tour dei grandi fiordi, possiamo trarre alcune
conclusioni:
-
Nordfjord e
Innvikfjord sono molto belli, verdi e dal paesaggio vario;
-
Sognefjord e
Hardangerfjord si sono rivelati meno belli del previsto, date le grosse
dimensioni ci sono tanti km da percorrere e la cosa può diventare un po’
noiosa.
Per dovere
di cronaca riportiamo l’esperienza di due turisti Italiani incontrati a
Dragsvik: a loro è piaciuto molto il Geirangerfjord, più stretto e con
panorami mozzafiato.
Questa
sera abbiamo frugalmente cenato nella nostra casetta e abbiamo fatto il punto
della situazione per quanto riguarda i soldi spesi. Al momento andiamo bene,
ma con i prezzi che ci sono qui è meglio non sgarrare dalle spese di benzina,
traghetti e cibo. Più avanti valuteremo nuovamente la situazione, ciò
nonostante non vogliamo rovinarci il viaggio. Diamo ancora un’occhiata
all’itinerario di domani e andiamo a nanna.
16 agosto – Kinsarvik
– Trondheim (250km + Kinsarvik-Kvanndal 127nok)
Sveglia
alle 6 per prendere il traghetto delle 6.35 da Kinsarvik a Kvanndal, siamo i
primi. Inizia a piovere e sul fiordo c’è solo nebbia: speriamo che la
giornata si risollevi. Che sonno e che freddo!
Percorriamo
la strada 7 lungo l’Hardangerfjord fino a Bergen. Senza entrare in città ci
dirigiamo verso la strada 555 (direzione Sotra) che si snoda e collega una
serie di isolette per circa 60 km. A vedere sulla cartina ci sembra un
percorso interessante e così è stato.
In cielo
c’è ancora qualche nuvola, poco per volta si sta aprendo. Alla fine la
giornata si rivelerà molto bella, pioggia mattutina a parte. Addirittura
riusciamo a vedere Bergen con il sole.
Alle 13
circa riportiamo la macchina all’Europcar di Bergen e con le nostre valigie
torniamo verso il centro. Subito ci informiamo presso l’ufficio turistico se
fanno servizio di custodia bagagli: costa 20nok a pezzo e noi accettiamo. Dopo
esserci notevolmente alleggeriti completiamo il nostro tour in Bergen:
rifacciamo il giro in Bryggen, ma con tutti i negozietti aperti, torniamo al
mercato del pesce dove ci compriamo due panini con salmone crudo affumicato
davvero favoloso. In più riusciamo a vedere la cattedrale e a fare un giro,
con più calma, in centro.
Stasera
abbiamo l’aereo Bergen-Trondheim alle 21.20 e con congruo anticipo prendiamo
il Flybussen che porta all’aeroporto (70nok a testa). Durante il volo, da
sopra le nuvole, riusciamo avere il tramonto del sole alle 22 circa. E la luce
continua… A Trondheim fa freddino e ci accoglie un po’ di pioggia.
Prendiamo il solito Flybussen che ci porta direttamente in hotel. Abbiamo
prenotato per due notti all’Elgeseter Hotel al prezzo di 650nok l’una;
siamo davvero molto stanchi e ci addormentiamo subito.
17 agosto – Trondheim
Stamattina
sveglia alle 9 per recuperare un po’ di stanchezza, colazione ottima e
abbondante in hotel, chiediamo alla reception il percorso migliore per
visitare la città e partiamo. Fa freddo, ma non piove.
Camminiamo
fino al ponte vecchio sul fiume Nidelva dove si può fotografare il quartiere
Brygge (tipiche case in legno su palafitte). Proseguiamo per la cattedrale in
stile gotico e ci dirigiamo verso la piazza principale da cui partono le più
importanti strade. Qui c’è molta gente, tanti giovani (forse è una città
universitaria), ma meno turisti rispetto a Bergen. Facciamo un giro fino al
porto dove vediamo alcuni pescherecci, di fianco, sulla sinistra, si trova il
mercato del pesce. Qui non è fatto di banchi in piazza, ma è un vero e
proprio negozio che, volendo, cucina anche il pesce che compri. Dall’hotel
ci hanno consigliato di fare il giro in barca fino all’isola di Munkholmen
per vedere un vecchio monastero. Costa 50nok e c’è un battello che parte
ogni ora dal porto di Trondheim. Noi abbiamo rinunciato un po’ per il freddo
e l’aria, un po’ perché non ci interessava particolarmente. Camminiamo
ancora per le vie del centro entrando ogni tanto in qualche negozio, per dare
un’occhiata e per scaldarci un pochino.
Torniamo
in hotel per riposarci e per pagare la stanza, mangiamo qualcosa per cena e
ripartiamo per il giro serale. La città si svuota, i bar e i negozi chiudono
molto presto, restano aperti i ristoranti, i pub e i fast-food. Ora stiamo
scrivendo proprio su un tavolino del McDonald’s, è un ottimo posto non
tanto per mangiare quanto per poter restare un po’ di tempo seduti, al caldo
e potendo usufruire dei servizi. In questo momento sta piovendo, sono le 21 e
ovviamente c’è ancora tanta luce. La piazza principale si sta riempiendo di
giovani di ogni età pronti per la serata. La città di sera è molto
tranquilla, crediamo si possa girare in tutta sicurezza. Tra poco ci
incammineremo verso il nostro hotel, domani mattina la sveglia è alle 6.30
poiché dobbiamo prendere il Flybussen, alle 9.35 abbiamo il volo per Bodo.
18 agosto – Trondheim – Henningsvaer (270km + Skutvik-Svolvaer
300nok)
Sveglia
6.30, colazione veloce in hotel e dritti in aeroporto servendoci del Flybussen
che ferma proprio vicino a noi. Alle 9.35 partiamo, già in aeroporto
scopriamo che il nostro volo farà ben due scali, Mosjean e Mo I Rana,
prima di arrivare a Bodo. Praticamente ci perdiamo la mattinata, tre
decolli e tre atterraggi in 2h30’…il prezzo almeno era conveniente.
Passiamo il Circolo Polare Artico senza accorgercene e arriviamo a Bodo
intorno alle 12.00. Alle 13.00 prendiamo il solito bus per il centro, più un
altro per arrivare all’ufficio dell’Europcar. È un po’ fuori città, ma
non è difficile da trovare.
Ci danno
la macchina, una nuovissima Honda Accord SW, bella e spaziosa. Partiamo subito
in direzione Fauske sulle strada 80 finché incrociamo la famosa statale E6 e
ci dirigiamo verso nord. Guidiamo per circa 3 ore e arriviamo a Skutvik dove
prendiamo il traghetto per Svolvaer. La zona è molto bella, ovunque intorno a
noi ci sono boschi e prati
verdissimi, cascate e ruscelli, laghi e fiordi. Il tutto è dominato da neve e
ghiacciai, da montagne dalla forma particolare e la roccia è di colore nero.
Ci sono un po’ di gallerie e ogni volta che ne finisci una ti appare uno
scenario sempre nuovo e diverso dal precedente. La giornata è nuvolosa, ma
ogni tanto il sole fa capolino e si creano giochi di luce davvero
meravigliosi. A tratti il paesaggio fa pensare al film “Il signore degli
Anelli”, sostiene Luca. Sono le 19.00 e il traghetto parte, ci vorranno
circa due ore.
All’arrivo
a Svolvaer c’è una pioggia battente e il cielo è grigio. Ci dirigiamo
subito a Henningsvaer dove abbiamo prenotato una camera in una fabbrica di
lavorazione del pesce che, in estate, affitta le stanze dei pescatori ai
turisti. Qui alle Lofoten è facilissimo trovare stanze o casette-rorbu-sohjus
in affitto, in estate e quando non è stagione di pesca, il turismo è
l’attività principale. Continua a piovere, ma troviamo facilmente il nostro
Sohjus H. Giaever. La stanza ci costa 600nok a notte, con bagno ma senza
colazione. L’ambiente è pulito e famigliare, ci accoglie il “capitano”,
un tipo molto gentile dall’aria di vero uomo di mare.
Ci
consegna le chiavi della stanza e andiamo dormire.
19 agosto – Isole
Lofoten (km 340)
Sveglia
alle 8.30, colazione a 50m dal nostro Sohjus presso il Finnholmen Brygge a
base di salmone affumicato e ogni “ben di dio” per 70nok a testa. Piove e
non smetterà per l’intera giornata, semplicemente varierà di intensità:
pioggerellina o diluvio, ma il risultato non cambia.
Da
Henningsvaer a A ci sono circa 100km e li percorriamo tutti fermandoci nelle
baie dove ci interessa fare qualche fotografia. In particolare, su consiglio
del “capitano”, abbiamo visto Eggum, Unstad, Reine, Hamnoy, Sabrisby,
Kabelvag e Svolvaer. Le Lofoten, onestamente, sono isole meravigliose ma con
il cielo sempre coperto, con la nebbia stile “val padana”, con la pioggia
incessante e con il vento che porta via diventano una tristezza infinita.
Abbiamo deciso di restarci un giorno intero e due notti per poterle vedere
tutte bene e la pioggia ha rovinato la giornata. Ovviamente nessun gioco di
luce e di riflessi sul mare, i colori vivi delle cartoline soltanto un
miraggio e poca voglia da parte nostra di scendere dalla macchina per scattare
fotografie.
Nonostante
tutto abbiamo rispettato la tabella di marcia e siamo rientrati in stanza
verso le 19 asciutti. Nel locale accanto a noi sappiamo che cucinano la carne
di balena e decidiamo di provarla. Ci preparano un piatto con 180h di balena
ai ferri, servita con una crema al formaggio e frutti di bosco selvatici, una
patata al cartoccio, con una salsina molto buona, e un po’ di verdure. Il
tutto a 175nok, davvero squisita. Per golosità prendiamo anche il dessert:
budino creme caramel con panna montata e melone, crepe calda con lamponi
selvatici e gelato alla vaniglia (70nok). Ora, dopo questa abbuffata, a cui
non siamo più abituati, ci è venuto davvero sonno. Guardiamo l’itinerario
di domani, che prevede le isole Vesteralen e la notte ad Harstad, e a
malincuore vediamo uno splendido tramonto. Stasera ha smesso di piovere e il
cielo è di un colore mai visto prima…che rabbia per tutta quella pioggia!
L’unico nostro problema è che il “capitano” non si è più visto da
stamattina e in reception un biglietto dice che è fuori per il weekend. Noi
dobbiamo ancora pagare le due notti e domani vogliamo partire presto…vedremo
che fare.
20 agosto – Henningsvaer – Harstad (km 400 + Fiskebol-Melbu 96nok +
Flesnes-Revsnes 87nok)
Partiamo
alle 8.30 da Henningsvaer in direzione E10-Fiskebol per prendere il traghetto
per Melbu. Arriviamo direttamente alle Vesteralen, dicono essere le “sorelle
minori” delle Lofoten, semplicemente meno conosciute e turistiche.
Beh, ci
piange il cuore a lasciare le Lofoten vista la giornata discreta che sembra
prospettarsi. Comunque percorriamo la E10 fino a Sortland dove giriamo per la
82 in direzione Andenes, questa è chiamata “the whale route”. Il nostro
principale obiettivo è proprio andare fino in cima all’isola di Andoya per
fare il whale safari. Arriviamo ad Andenes verso le 13 e ci dirigiamo subito
verso l’imponete faro rosso che una volta veniva usato per avvistare le
balene e pescarle anche di notte. Poi cerchiamo l’ufficio informazioni con
annessa la biglietteria per prenotare la barca. La sorpresa è che ne è
appena partita una e la successiva sarebbe per le 17, prima però era compresa
la visita guidata al Museo Polare: il tutto a 750nok a testa. Prezzo a parte
questi orari ci avrebbero sballato i tempi di trasferimento a Harstad per la
sera. Ci è dispiaciuto davvero molto rinunciare al whale safari, ma sarebbe
finito intorno alle 22 (chissà che freddo in mare aperto su quella barca…)
e il traghetto per Harstad non ci avrebbe aspettati. A malincuore e un po’
arrabbiati per la scomodità degli orari ripartiamo passando per i villaggi di
pescatori di Bleik e Stave. Torniamo sulla E10 e svoltiamo per la strada 83,
soltanto un breve traghetto e circa 35km ci separavano dal nostro albergo. Qui
al Rainbow Hotel di Harstad restiamo per una notte al prezzo di 750nok
colazione compresa, è un bell’hotel proprio di fronte al porto e la nostra
stanza è sea-view. Arriviamo verso le 19, mangiamo un panino in stanza e
scendiamo per fare un giro. In città non c’è molta gente, bar e negozi
chiudono molto presto, turisti pochi e un po’ infreddoliti. Preferiamo una
tazza di tè caldo nel bar annesso all’hotel. Cogliamo l’occasione, il
caldo e un tavolino su cui appoggiarci, per programmare la giornata di domani
analizzando il materiale turistico che abbiamo.
Prima di
chiudere il racconto della giornata odierna vogliamo raccontare di uno strano,
ma piacevolissimo, incontro con un cucciolo di volpe. Stavamo guidando in
direzione Harstad quando sul ciglio della strada sbuca un grazioso esemplare
di “fox”, resta fermo a fissarci invece di scappare impaurito e anche noi
ci fermiamo. Sembra impossibile ma siamo stati quasi mezz’ora ad osservarlo
e a scattare fotografie, addirittura si è messo a mangiare i nostri biscotti.
Più che impaurito sembrava incuriosito da noi due, doveva solo più lasciarsi
accarezzare! Bene, ora andiamo a dormire.
21 agosto – Harstad – Tromso (km 540)
Dopo
colazione ripartiamo. Percorriamo la strada 83 fino al congiungimento con la E6
e ci dirigiamo verso nord, direzione Kirkenes. Decidiamo di fermarci vicino a
Bardu per visitare il “Polar Zoo” consigliatoci la sera precedente. Il costo
è di 150nok a testa per poter vedere orso bruno, lince, lupo, volpe, cervo,
renna, procione, capre e altri animali da cortile. In mancanza di altre cose da
visitare nella giornata di oggi decidiamo di fare un giro. Non è male, gli
animali hanno molto spazio per muoversi, si vedono poco e non c’è tanta
varietà di specie.
Terminiamo
il nostro giro verso le 13 e riprendiamo la E6 fino ad Andselv, dove svoltiamo
per la strada 86 per Finnsnes-Isola di Senja. Quest’isola è davvero molto
carina, riusciamo ad arrivare fino a Gryllefjord dove finisce la strada. Il
panorama è davvero stupendo, una piccola cittadina con il porto racchiusa tra
montagne a picco sul mare, i colori del cielo e del mare sono molto intensi e i
riflessi favolosi. Questo ci ha fatto capire che, per vedere i posti più belli
e selvaggi, è necessario allontanarsi parecchio dalle principali strade
turistiche. Ciò comporta ovviamente una perdita di tempo e soldi in benzina, ma
oggi crediamo ne sia valsa la pena.
Rientriamo
sulla E6 in direzione Tromso. In circa due ore ci arriviamo, la statale E8 è
molto comoda e si viaggia bene. Abbiamo prenotato per due notti presso l’Ami
Hotel al prezzo di 650nok senza colazione. La posizione è ottima per il
panorama e per raggiungere il centro, c’è una saletta al piano terra con Tv e
Internet gratis, c’è anche una cucina a disposizione degli ospiti. La stanza
non è proprio il massimo, ma ci andavano bene il prezzo e la posizione.
Portiamo le valigie in stanza e torniamo al piano di sotto per scaricare-inviare
e-mail e per fare un giro su siti italiani per rimanere in contatto con il
nostro paese. Nel frattempo due ragazzi cucinano il salmone…
Ci
informiamo anche per fare un whale safari, qui da Tromso partono barche ma il
costo è davvero elevato: 850nok a testa per 5-6 ore di barca. Ci piacerebbe
molto, ma dobbiamo fare i conti con il portafoglio che sta diventando sempre più
vuoto.
Vedremo
domani che fare. Siamo stanchi, oggi abbiamo fatto tanti km e andiamo a dormire.
22 agosto – Tromso (km
160)
Il nostro
programma oggi prevedeva la visita della città di Tromso, ma in realtà ci
abbiamo dedicato appena la mattinata. Dopo un rapido giro in centro siamo andati
a visitare “Polaria”, un acquario con la presentazione di un bellissimo
video sulle isola Svalbard in cui si vedeva tutta la maestosità, la flora e la
fauna di quelle terre. Ci è venuta voglia di andare proprio lì, ma verificando
qualche prezzo su internet abbiamo cambiato idea. All’interno di “Polaria”
ci sono anche sei simpatiche foche con dei lunghi baffi che ogni giorno, quando
è l’ora di mangiare, offrono uno spettacolino niente male. Siamo riusciti a
entrare a “Polaria” con 110nok in due, semplicemente dicendo di essere
studenti. Loro documenti non ne chiedono.
Dopo aver
fatto un giro veloce intorno alla Cattedrale Artica (niente di speciale), ci
siamo recati presso l’ufficio dell’Artic Voyager per informarci sul whale
safari. Una barca sarebbe partita nel pomeriggio alle 16 da Tromso per passare a
Sommaroy e poi prendere il largo in cerca di balene. Decidiamo di andare
direttamente a Sommaroy, anche per fare un giro sull’isola, e di lì prendiamo
la barca alle 17.15 al prezzo di 1390nok in due (sconto studenti e viaggio più
breve). La barca è andata parecchio al largo e lontano dalla costa siamo
riusciti ad avvistare qualche balena. Faceva molto freddo e tirava un forte
vento, d’altronde si chiama Mare del Nord… Rientrando verso la costa abbiamo
visto, da lontano, un gruppo di foche su uno scoglio. Il personale di bordo ha
poi offerto un panino a testa e tè o caffè per riscaldarsi un po’. A
Sommaroy abbiamo ripreso la nostra macchina e siamo rientrati a Tromso verso le
22 dopo 55km di strada. Ancora un po’ infreddoliti e stanchi siamo rientrati
in hotel per farci una doccia calda.
Prima di
concludere la giornata vogliamo sottolineare quanto il popolo norvegese, in
particolare la polizia, sia rigido e fiscale nell’applicazione delle regole…
Ebbene sì, ci siamo presi una multa per divieto di sosta nel parcheggio, in
apparenza gratuito, proprio accanto all’hotel. Abbiamo poi scoperto che in
tutta la città non esistono parcheggi gratuiti fini alle 17, ma ormai 300nok ce
le dobbiamo pagare. A questo punto siamo pronti a ricevere a casa in Italia
altre multe, magari autovelox, perché qui se esci dal limite anche solo di
5km/h sono la bellezza di 500nok di multa. Speriamo di non averne presi troppi.
P.S.
Consigliamo una panetteria “Bakeriet” con un’ottima focaccia proprio sulla
piazza, dove c’è la statua della bambina sui pattini con il gelato.
23 agosto – Tromso –
Alta (km 450)
Stamattina
avremmo voluto fare un salto nella panetteria di ieri, ma apre alle 9 e noi
abbiamo tanti km da fare. Stasera siamo a dormire a Alta presso l’Alta River
Camping in una spaziosa camera doppia con bagno e doccia che abbiamo prenotato
su internet a 500nok a notte. Alta è la nostra ultima tappa prima di arrivare a
Capo Nord, domani infatti dormiremo proprio sull’isola di Mageroya.
Per quanto
riguarda la temperatura siamo stupiti di quanto faccia “caldo” o “poco
freddo”. Alle 18.30 la macchina segnava 19° e oggi, con la pioggia, è scesa
al massimo a 14°. Sinceramente pensavamo peggio e ci siamo portati
l’abbigliamento adeguato, al momento la giacca a vento è servita soltanto per
il whale safari.
Tornando
ai km fatti oggi, davvero tanti, non possiamo consigliare un luogo interessante
in cui poter far sosta. Il nostro obiettivo era di arrivare presto ad Alta,
dunque abbiamo viaggiato decisi. Dopo aver sistemato i bagagli nella nostra
casetta e aver pagato, ci siamo recati presso l’Alta Museum (facilmente
trovabile per le numerose indicazioni, è proprio sul mare). Diciamo di essere
studenti e paghiamo 140nok in due, ci danno pure un libricino-guida in italiano.
Dopo una breve sosta all’esposizione accanto alla biglietteria iniziamo il
percorso che è di circa 3km ed è fattibile in 1h30’ fermandosi in ogni
punto. È molto bello, immerso nel verde e con vista Altafjord; cerchiamo di
unirci a un gruppo di Italiani per ascoltare la loro guida, ma stanno finendo il
giro. Le incisioni rupestri sono davvero molte, ben conservate nonostante siano
a cielo aperto.
Terminato
il percorso all’Alta Museum decidiamo di mangiare la pizza per cena e, visto
che disponiamo di un forno, andiamo a comprarcele surgelate alla COOP. Nel
frattempo ne approfittiamo per fare il pieno di benzina, il prezzo è più basso
che in altri posti (10,80nok/l).
Prima di
rientrare in campeggio per la cena, leggiamo sulla nostra guida che appena 7km
più avanti c’è un allevamento di Huskey molto importante nella zona.
Decidiamo di andare a vedere e, grazie ai proprietari gentilissimi, riusciamo
anche a entrare nel recinto con i cani. È l’ora della corsa serale e i cani
vengono liberati e preparati con l’imbracatura per trainare la slitta. In
tutto ci saranno stati 40 cani, comprese due gabbie con cuccioli più o meno
grandi, ed erano davvero belli. Dopo che i padroni sono partiti con la muta di
cani a tutta velocità, siamo rimasti ancora un po’ con i cuccioli. Abbiamo
aspettato i padroni per ringraziarli per la disponibilità e siamo arrivati in
campeggio. Dalla finestra della nostra casetta si vedono molto bene, la sera
all’imbrunire, i pescatori in cerca di salmoni, infatti si affaccia proprio
sul fiume Altaelva.
Le pizze
erano buone e ci hanno fatto sentire più vicini alla cucina italiana. Qui la
gente mangia tanti panini (hamburger, hot-dog), snack dolci e salati, caramelle
e bibite. Misero nei supermercati è lo spazio dedicato a frutta e verdura.
Abbiamo incontrato due ragazzi di Rimini in dirittura d’arrivo per Capo Nord,
ci siamo confrontati sulle rispettive avventure in Norvegia fino ad oggi.
Probabilmente li incontreremo anche domani…
24 agosto – Alta –
Nordkapp – Skibotn (km 800)
Siamo
finalmente arrivati al Strandbu Camping di Skibotn, la giornata finisce alle
00.20 dopo 800km percorsi da Alta fino a Nordkapp e poi a scendere lungo la E6
fino a Skibotn. La tappa di oggi doveva essere Alta-Nordkapp, visita alla rupe
di capo Nord e notte a Honningsvag presso l’Hotel Arran. Ma non è andata così…
Siamo
arrivati al “casello” per Capo Nord verso le 14.30, dopo aver percorso il
comodo tunnel sottomarino che collega la Norvegia all’isola
Mageroya dove si trova Capo Nord. Intorno a noi solo nebbia e un vento
che letteralmente portava via, ogni tanto si metteva anche a piovere. Il
casellante ci dice che Capo Nord è appena 200m oltre, ma dobbiamo credergli
sulla parola perché si vede assolutamente nulla. In più (brutta sorpresa) ci
dice che dobbiamo pagare 380nok per auto e due persona, circa 45€.
Siamo
stati assaliti da mille dubbi: andare, pagare e vedere la stessa nebbia oppure
girare la macchina e fregarcene di Capo Nord? Praticamente abbiamo impiegato
mezz’ora per decidere, alla fine abbiamo optato per la seconda soluzione
scegliendo di non dare troppa importanza al punto geografico di Capo Nord. Noi
fin là ci siamo arrivati, ma per il pessimo tempo abbiamo rinunciato a fare il
passo conclusivo. Nel frattempo hanno raggiunto la meta due ragazzi italiani
della zona di Torino, arrivati fin lassù in bicicletta e, con loro, abbiamo
fatto due chiacchiere e la foto sotto il cartello stradale indicante “Nordkapp”.
Stavamo per iniziare la discesa quando due ragazzi autostoppisti polacchi ci
hanno chiesto un passaggio: li abbiamo portati fino a Honningsvag e noi abbiamo
proseguito verso sud. Ci siamo rifatti il tunnel, alla modica cifre di 186nok a
viaggio, e siamo rientrati sulla E6. Nel frattempo abbiamo deciso, cartina alla
mano, di modificare leggermente il nostro programma di viaggio dei giorni che ci
rimangono. Piuttosto di stare a dormire in luoghi in cui non c’è nulla da
vedere o visitare, ma semplicemente tappe lungo la E6, si è scelto di rientrare
subito ad Alta per valutare, consultando Internet (gratis all’ufficio
turistico), le previsioni del tempo dei prossimi giorni e magari tornare alle
Lofoten.
Detto e
fatto: il 26 e 27 danno bel tempo, domani pioggia ma sarebbe stata una giornata
di trasferimento.
Erano le
19.45 a Alta e siamo partiti per Skibotn, quasi 300km. Siamo arrivati qui per le
23.30, stanchi ma soddisfatti dei km macinati. Oltre tutto la sera è possibile
viaggiare a velocità più elevate del solito, anche i norvegesi lo fanno e ci
sono meno macchine. Sinceramente temevamo di non trovare più nessuno ad
accoglierci nei campeggi, ma ancora una volta il popolo norvegese ci ha stupiti.
Sulla porta della reception c’era un foglio che indicava il n° della casetta
libera e il prezzo, più sotto c’era scritto che le chiavi erano nella porta e
“you pay later”. Praticamente liberi di scegliere ci siamo diretti verso la
sistemazione più economica a 350nok e in 10 minuti avevamo un letto per
dormire. Davvero incredibile quanta fiducia abbiano reciprocamente i norvegesi!
La nostra casetta comunque ha 5 posti letto, frigo e fornello elettrico, a
disposizione c’è anche una cucina, ma noi siamo arrivati tardi e abbiamo
saltato cena. Ora andiamo a dormire, domani sarà di nuovo lunga.
25 agosto – Skibotn – Narvik – Hamaroy (km 550 + Skarberget-Bognes
103nok)
... La cabin in cui abbiamo dormito la notte scorsa
non era proprio il massimo come pulizia, ma ci è andato bene il prezzo e che
fosse libera. Paghiamo il pernottamento, riprendiamo la rotta verso sud e
raggiungiamo Narvik. La città è nulla di speciale, c’è un importante porto
commerciale dominato dalla famosa ferrovia che trasporta ferro, e altri prodotti
di estrazione, dalla vicina Svezia. A noi interessava trovare una banca per
fare, si spera, l’ultimo cambio. Nella piazza centrale che dà sul porto c’è
il solito mercato del pesce, negozi e vari chioschetti, sembra che sulla città
aleggi una strana nebbiolina, ma il tempo è sereno. Probabilmente tutto il
ferro che arriva e viene lavorato crea una sorta di polvere che, presumiamo, non
faccia tanto bene alle persone che ci vivono. Ma tutto ciò porta lavoro e
soldi, infatti Narvik dà proprio l’impressione di essere una città ricca.
Noi invece stiamo diventando sempre più poveri,
facendo tanti km siamo sempre in cerca di un benzinaio “economico”. Se ne
trovano a 9,90nok/l, ma anche a 12,90nok/l come alle Lofoten. Mediamente
cerchiamo di tenerci sotto 11,00nok/l per fare il pieno.
Ieri tour-de-force e oggi di nuovo, domani staremo più
tranquilli. Dopo Narvik lungo la E6 abbiamo svoltato per la strada che porta, a
Skutvik con l’obiettivo di dormire in zona per essere comodi domani mattina
per prendere il traghetto per la isole Lofoten. Abbiamo trovato una buona
sistemazione presso il Sommersel Feriesenter di Hamaroy in una casetta molto
carina e spaziosa al prezzo di 360nok a notte. Chiediamo se possono farci
cuocere le solite due pizze surgelate visto che non c’è il forno, accettano e
andiamo a comprarle nella SPAR sulla strada per Skutvik.
Dopo esserci tolti la fame e aver ringraziato la
signora della reception rientriamo in stanza per fare il programma di domani.
Speriamo sia valsa la pena di cambiare itinerario e ritornare ancora due giorni
alle Lofoten, ci sono piaciute veramente molto nonostante la pioggia e ci
auguriamo il sole per domani e dopodomani.
Oggi pomeriggio abbiamo avuto un momento di rabbia
verso il carovita qui in Norvegia. Pensavamo di spendere un po’ meno
complessivamente, tenendo presente che abbiamo viaggiato sempre low-cost e
prenotato gli hotel/B&B/camping direttamente rivolgendoci ai proprietari e
senza intermediazioni di tour operator. In sostanza le spese che stiamo facendo
riguardano il cibo (supermercato o fast-food), la benzina, i traghetti, i
pernottamenti e le visite. Assolutamente è vietata ogni trasgressione se si
vuole stare in un certo budget…quindi niente souvenir.
Stasera ci siamo resi conto che, dormendo in casette
di legno nei campeggi, si riesce a risparmiare in modo considerevole. In due
notti in campeggio, confrontando con quanto avremmo speso in un modesto
alberghetto o B&B, siamo già riusciti a risparmiare 91€ in due.
Ovviamente anche per le prossime due notti alle Lofoten faremo alla stessa
maniera e così potremo pagarci il viaggio in traghetto. Non che avessimo speso
eccessivamente le notti precedenti, ma probabilmente avessimo cercato solo
sistemazioni in campeggi avremmo potuto permetterci qualche cena al ristorante.
Ecco il consiglio: stare lontani da catene
alberghiere e hotel di qualsiasi tipo, se si viaggia in estate è possibile
trovare sistemazioni più economiche in cui si riesce anche a cucinare; voli
low-cost, dormire in campeggio e guidare un’auto a noleggio è, forse, un buon
modo per “girare la Norvegia spendendo poco”. Il problema, secondo noi, è
che qui chiedono 70-80€, ma anche molto di più, e ti danno una stanza che,
onestamente, non li vale sia come spazio che come pulizia, arredamento e
servizi. Il rapporto qualità/prezzo è diverso, qui si trovano sistemazioni
davvero spartane (come ieri sera a Skibotn) a 45€ o stanze a 80€ in B&B
bruttini (vedi le notti a Tromso). Non pretendiamo di dormire a prezzi
stracciati al Grand Hotel, ma semplicemente camere che valgano veramente i soldi
che ti chiedono. Abbiamo avuto l’impressione che qui ti facciano pagare, a
caro prezzo, pure l’aria fresca che respiri. Avendo letto molto sulla Norvegia
prima di partire eravamo pronti a prezzi più cari che in Italia, ma venendoci
in prima persona e facendo i turisti abbiamo compreso i moniti dei racconti di
viaggio. Ci siamo chiesti: quanto percepisce di stipendio un norvegese? Nei
prossimi giorni cercheremo di indagare.
26
agosto – Hamaroy – Kabelvag (km140 + Skutvik-Svolvaer 301nok)
Stamattina abbiamo deciso di prendercela con comodo,
siamo scesi alle 9 e siamo andati a visitare il faro di Tranoy che, abbiamo
scoperto un po’ in ritardo, dava anche da dormire. Non sappiamo i prezzi, ma
sarebbe stata carina come esperienza.
Abbiamo il traghetto a Skutvik alle 11.30, arriviamo
all’imbarco con il solito anticipo di un’ora. Facciamo un giro nel
supermercato lì vicino e all’ingresso un signore ci accoglie con un sacco
pieno di bigliettini di carta, basta prenderne uno per vincere una torta fatta
in casa dalle donne del paese. Per problemi di spazio e di conservazione non
partecipiamo al gioco, ma questo ci fa sentire un po’ come a casa. Già…a
casa… In questi ultimi giorni spesso l’abbiamo invocata, un po’ per il
cibo cucinato e di qualità, un po’ per i prezzi così alti qui in Norvegia,
ma anche per questa maledetta pioggia che ci sta facendo ammuffire. Siamo giunti
alla conclusione che due settimane di tempo per visitare i fiordi e Bergen, le
Lofoten, il Nord e Oslo sarebbero state più che sufficienti. Ora noi ci
troviamo, seppure in un posto meraviglioso come le Lofoten, costretti a rimanere
in Norvegia e a far passare il tempo, ritornando in un luogo già visto, in virtù
di due voli low-cost prenotati mesi fa che ora è impossibile spostare.
Oggi siamo arrivati a Svolvaer alle 13.30 circa,
siamo subito andati alla biblioteca pubblica per poter vedere gratuitamente su
internet le previsioni per domani e cercare un posto per dormire stanotte.
Ovviamente pioveva e piove ancora adesso che sono le 22, quindi niente tramonto
mozzafiato e giornata che sembra buttata via. Siamo riusciti a trovare una cabin
presso in Sandvika Camping qui a Kabelvag al prezzo di 400nok con bagno e
cucina, ma senza doccia. Con un occhio sempre al portafoglio abbiamo accettato e
siamo andati alla COOP per prendere qualcosa per cena. Intanto fuori continua a
diluviare, in lontananza vediamo il colore rosso-arancione del tramonto, ma le
nuvole e la nebbia rovinano tutto. Ci verrebbe di dire “rosso di sera bel
tempo si spera”, ma con il clima norvegese non c’è proverbio che tenga. La
sola certezza è che non c’è giorno completamente sereno in cui non piova e
che se inizia a piovere continua per delle ore, magari l’intera giornata.
All’ufficio turistico di Svolvaer ci siamo fatti dare l’orario del traghetto
Moskenes-Bodo per il 28/8, due persone e una macchina ci costerà 636nok,
un’esagerazione per tre ore di navigazione, ma per noi è la soluzione
migliore. A questo punto dobbiamo soltanto più scomodare i Santi del Paradiso
per avere un po’ di sole e goderci l’ultima giornata alle Lofoten. Proveremo
anche questa soluzione…
27
agosto – Kaberlvag – Moskenes (km 200)
Stamattina siamo usciti dalla nostra casetta bianca
con il tetto a spiovente solo verso le 10.30, prima faceva freddo, pioveva e
c’era vento. Abbiamo preferito dormire. La giornata, dal punto di vista
meteorologico, è stata certamente migliore di ieri, oggi il sole si è fatto
vedere, anche se ogni tanto spariva dietro qualche nuvolone grigio. Lungo la E10
ci siamo fermati in paesini di pescatori, in particolare consigliamo Vikten e
Sund. Per scattare qualche fotografia abbiamo dovuto aspettare i comodi del
sole, ma siamo anche riusciti ad andare a camminare sulla spiaggia delle Lofoten
e scriverci i nostri nomi. Il nostro obiettivo oggi era arrivare a Moskenes per
verificare l’orario del traghetto di domani mattina per Bodo. Il primo è per
le 6 e noi lo prenderemo. Per dormire, lungo la strada, abbiamo trovato, non
lontano dall’attracco del traghetto, l’indicazione per un rorbu sul mare.
Chiediamo informazioni e ci accompagnano direttamente a vederlo. La casetta si
trova in una frazione di Moskenes, è molto spaziosa. C’è una stanza molto
grande con due letti a castello, divano con poltrone, TV e radio, frigorifero,
tavolo e sedie, cucina con forno ottimamente attrezzata, bagno con doccia,
camera con tre letti e balcone. Onestamente per noi è molto grande, in alta
stagione la affittano a famiglie e a settimane, ma sembra che i turisti ormai
siano tornati a casa e ce la lasciano a 400nok. Proviamo a chiedere ancora uno
sconto, ma qui non si contratta. La accettiamo e paghiamo subito.
A questo punto decidiamo di andare alla COOP di Reine
per comprarci qualcosa per cena. Non è molto fornito, ma ci aggiustiamo. Dopo
cena usciamo circa mezz’ora in cerca di un tramonto da fotografare degno del
posto in cui siamo. Ci appostiamo in una piazzola lungo la E10 e aspettiamo…
Il cielo è nuvoloso e di tramonto mozzafiato neanche l’ombra. Meglio andare a
dormire, domani levataccia.
28
agosto – Moskenes – Bodo (km 390 + Svolvaer-Skutvik 301nok)
La giornata è iniziata presto, non si può dire
all’alba perché da queste parti il sole sorge alle 4 del mattino, ma noi
abbiamo puntato la sveglia alle 5.15 per prendere il traghetto delle 6.
Ecco quale doveva essere il nostro programma:
traghetto diretto Moskenes-Bodo, rilascio dell’automobile alla Europcar di
Bodo, giro in centro nel pomeriggio e notte in aeroporto prima del volo per Oslo
di domani mattina.
Ecco che cosa è successo: traghetto alle 6
inesistente, nonostante la sera prima ce l’avessero confermato, in più era
domenica e il primo disponibile sarebbe stato per le 14 con attivo a Bodo alle
17.15. Il nostro problema era di riuscire a riportare la macchina entro le 13
come da contratto. Verso le 5.45 un tizio di Bergen si avvicina alla nostra auto
e ci comunica il cambiamento di orario, cerchiamo insieme di trovare la
soluzione migliore per noi. Si trattava di aspettare il traghetto delle 14 o
partire in macchina per Svolvaer, salire sul traghetto per Skutvik e farci la
bellezza di circa 300km fino a Bodo. Dopo la prima reazione di rabbia, ci
dirigiamo verso Svolvaer e, in circa 1h30’ facciamo i 130km tutte curve della
E10, ma, credeteci, non abbiamo incontrato anima viva se non qualche norvegese
particolarmente mattiniero. Arriviamo all’imbarco per Skutvik giusto in tempo
per il traghetto delle 9, ci imbarchiamo al volo e finalmente ci possiamo
rilassare.
Per la terza volta in dieci giorni percorriamo quella
tratta di mare, ma oggi è particolarmente agitato. Il capitano annuncia: “Il
tempo oggi non è buono, ma io cercherò di fare del mio meglio…”. Per noi
contava solo essere riusciti a salire su un traghetto, il mare mosso non ci ha
disturbati più di tanto. Arrivati a Skutvik alle 11 il problema era il
serbatoio della macchina praticamente vuoto. Troviamo un distributore Shell,
funzionante solo con carta di credito o bancomat, dopo circa 30km di curve e di
ansia…finalmente si può fare il pieno. Era proprio vuoto, ci sono state
600nok!
Anche questa cosa si è risolta bene, ma ora ci
toccano ancora tanti km di E6 fino a Bodo. Ormai certi di non arrivare all’Europcar
entro le 13 mettiamo il cuore in pace, la speranza è che, essendo domenica e
l’ufficio chiuso, nessuno fino a domani mattina vedrà le chiavi della
macchina depositate nell’apposita scatoletta grigia. Infatti arriviamo a Bodo
alle 14.30, un po’ in ritardo, ma non vediamo telecamere o altro tipo di
rilevatori in giro. Posiamo definitivamente le chiavi dopo aver controllato ogni
parte dell’auto: nessun danno, soltanto un po’ di fango e tanta pioggia.
Un po’ per caso scopriamo che di domenica i bus a
Bodo non circolano, siamo quindi a piedi e con le nostre valigie completamente
fuori città senza sapere che cosa fare. Il rombo assordante di un aereo che
atterra ci risolve il problema… Capiamo di essere molto vicini
all’aeroporto, dietro di noi c’è la pista. Ci informiamo in una palestra
(affollata nonostante fosse domenica) e capiamo che dista circa 2km lungo la
strada 80. Ci incamminiamo con i nostri trolley per un’insolita passeggiata.
Alle 15.15 entriamo in aeroporto e ci usciremo
soltanto l’indomani con il volo per Oslo delle 7.05. Abbiamo deciso di lasciar
perdere la prenotazione per l’hotel di Bodo dal momento che avremmo dovuto
essere al chek-in verso le 5, levataccia e salto della colazione compresi.
Ora, dopo appena 5 delle 16 ore che trascorreremo in
aeroporto, stiamo pensando di andare in hotel per farci una vera dormita, ma
teniamo duro. La motivazione principale sono le 630nok che riusciamo a
risparmiare, poi, tutto sommato, non è male come aeroporto, piccolo, pulito e
abbastanza frequentato anche in tarda serata.
Scoop! Stanno preparando il tappeto rosso… Non
facciamo in tempo ad informarci che vediamo uscire dagli “arrivi” la
principessa Mette-Marit moglie del principe Hakon, erede al trono, e madre della
piccola Ingrid-Alexandra, futura regina. I Norvegesi la guardano compiaciuti, è
una bella donna, giovane e di classe.
A proposito di incontri…appena arrivati alle 15.15
chi becchiamo seduto al tavolino del bar con la famiglia? Il tipo di Bergen che
stamattina a Moskenes ci ha avvertiti del cambiamento di orario. Gli abbiamo
raccontato le nostre vicissitudini e lo abbiamo ringraziato. Il mondo è proprio
piccolo…
La principessa è passata, al bar stanno facendo
ormai le pulizie, in giro ci sono poche persone e l’ultimo volo della serata
è alle 22. Speriamo abbassino un po’ le luci e non ci mandino via, siamo
talmente stanchi che dormiremmo ovunque. Tutto ciò per risparmiare la notte a
Bodo, domani vedremo se è stata una buona idea…
29
agosto – Bodo – Oslo (Gardermoen Apt-Sentralstatjon 150nok)
L’aeroporto di Bodo non è male per dormirci una
notte, non si è vista anima viva dalla mezzanotte fino alla 5, ci siamo messi
la sveglia per darci una sciacquata e per imbarcare i bagagli al chek-in. Ci
siamo sentiti un po’ come i protagonisti del film “Terminal” a girare
l’aeroporto con spazzolino e dentifricio, a caricare la batteria del telefono
e ad aspettare che il bar apra per fare colazione.
È ora di partire per Oslo, non ci sembra vero dopo
tutte quelle ore “passate a far passare il tempo”. Fuori è nuvoloso ma non
piove, il volo è in orario e atterriamo a Oslo-Gardermoen alle 8.40. È davvero
grande e moderno, è costruito in acciaio, vetro e legno. Recuperati i nostri
bagagli ci informiamo per il treno diretto in città. La soluzione più
economica ci impiega 25 minuti e costa 150nok in due. Con stupore notiamo la
pulizia dei treni, la puntualità e l’efficienza del servizio, il controllore
chiede il biglietto a tutti e verifica con attenzione chi sale e chi scende.
Restiamo vicino all’uscita perché è tutto pieno, in un angolo c’è pure la
raccolta differenziata.
Arrivati alla Stazione Centrale di Oslo (fermata Oslo
S) ci dirigiamo subito verso l’ufficio informazioni per capire dove si trova
il nostro albergo, per sapere dove prendere il bus Ryanair domani mattina e che
cosa fare in Oslo oggi. Sia il bus Ryanair che l’hotel sono vicini alla
stazione, ma sfiga vuole che proprio oggi (lunedì) la Galleria Nazionale sia
chiusa come pure il Museo di Munch (per lavori). Ci tenevamo davvero tanto a
vedere questi due musei. Che rabbia!
Ci dirigiamo verso l’albergo con le nostre valigie.
Abbiamo prenotato per una notte presso il Comfort Hotel Borsparken proprio a due
isolati dalla Sentralstation, ma in una zona tranquilla, al prezzo di 700nok
colazione compresa. È un albergo molto bello rispetto allo standard medio delle
solite sistemazioni, era un’offerta trovata su internet e ci è sembrato un
buon prezzo. Depositate le valigie, prima che ci venga sonno, decidiamo di fare
il giro in centro accontentandoci di vedere qualche disegno di Munch nella hall
del Continental Hotel proprio nella via principale. C’è parecchia gente in
giro, soprattutto turisti. Ci fermiamo subito a fotografare la cattedrale, poi
riprendiamo l’itinerario verso il Palazzo del Parlamento e il Palazzo Reale
che domina la città. È molto bello e c’è la bandiera reale innalzata.
Riscendendo verso la Sentralstation cambiamo direzione verso il porto dove,
ormai in lontananza, riconosciamo la nave scuola della Marina Italiana, la
fantastica Amerigo Vespucci che era appena partita per rientrare in Italia. Nel
porto ci sono parecchie navi d’epoca, ma su tutte domina una gigantesca nave
da crociera. Fatte le foto di rito, compreso il municipio dove viene consegnato
il Nobel per la Pace, torniamo in albergo per una doccia tonificante e per
recuperare un po’ di sonno.
Verso le 17 torniamo nella via principale, che nel
frattempo si è affollata, per una passeggiata e verso le 19 ci mettiamo alla
ricerca di un ristorante, ovviamente non troppo “expensive”, per mangiare
cena. In albergo ci hanno consigliato l’EGON Restaurant che è proprio accanto
alla Sentralstation. Consultiamo il menù, anche in italiano, e scegliamo due
“Pizza buffet”: pizza e insalata a volontà a 99nok a testa. Ci è sembrata
una buona soluzione e poi eravamo affamati… Rientrati in albergo abbiamo
sistemato le valigie cercando di stare nei 15kg ciascuna che la Ryanair
impone...domani vedremo.
30 agosto – Oslo –
Italia
L’ultima giornata in Norvegia… Dopo la colazione
in albergo prendiamo il bus Ryanair a 130nok a testa che ci porta all’Oslo-Sandefjord
Airport dove prendiamo il volo per Bergamo. Arriviamo in Italia addirittura con
20 minuti di anticipo, l’impatto con il caldo è notevole: poco per volta ci
svestiamo e ci acclimatiamo.
Ritiriamo i bagagli accanto a turisti appena arrivati
da Sharm el Sheik, svestiti e abbronzati, noi coperti e pallidi.
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