NORMANDIA
- BRETAGNA
DIARIO
DI VIAGGIO
Periodo:
22-29 luglio 2004
Mezzo:
volo aereo Verona-Parigi + noleggio Citroen Picasso (presso l'AVIS) - 8 gg. euro
Euro 280,00
Km. percorsi in
auto: 2.600 circa
Note di carattere
generale / Consigli utili
-
Fare rifornimento di carburante nei
distributori situati all'interno dei centri commerciali, è molto più
conveniente, anche 15 centesimi in meno al litro!
-
Prima di partire verificare il periodo delle
maree[1], magari controllando il
calendario lunare. Le alte maree, infatti, si hanno
intorno ai pleniluni e ai noviluni, cioè quando Sole, Luna e Terra sono
allineati. Gli equinozi rendono le alte maree alte ancora più alte!
-
Il clima è variabile, la temperatura mite, è
consigliabile portarsi sempre appresso un k-way o un ombrello pieghevole!
-
Portarsi documentazione al seguito: oltre a
guide specifiche acquistate in libreria, si può ricevere, gratuitamente,
materiale interessante richiedendolo a siti turistici francesi, come http://it.franceguide.com/.
-
Il traffico è sempre scorrevole e le strade ben tenute,
anche nei paesini più sperduti!
-
Non appena si arriva in una cittadina, recatevi all'ufficio
del turismo locale per chiedere una mappa dettagliata e brochure informativa
sulla località
Giovedì
22 LUGLIO 2004
Giungiamo a Parigi - aeroporto
Roissy Charles de Gaulle - alle 8.00 del mattino. Il volo è stato prenotato via
web approfittando di una tariffa particolarmente conveniente. Ci rechiamo
all'ufficio AVIS a ritirare l'auto che avevamo già prenotato dall'Italia. Ci
consegnano pure una cartina dettagliata di Parigi e, per poter uscire dalla città
senza troppe difficoltà, ci consigliano di dirigerci verso una delle porte
della città e, da qui, entrare nella periferica (raccordo anulare). Così
facciamo.
Usciamo
dall'autostrada A13 nei pressi di Bourneville e decidiamo di indirizzarci sul
mare nella costa a nord di Le Havre, la costa di Alabastro. In queste
zone la campagna è veramente magica, punteggiata da case contadine e piccoli
villaggi, l'erba è verdissima e il mare sembra tanto lontano. Incontriamo
tantissime mucche al pascolo nei famosi "bocages", i prati normanni
bordati di alberi e di siepi; si nota come siano adatti alle imboscate, infatti
qui si svolse la famosa "guerra delle siepi"!
Arriviamo
a Etretat[2] verso mezzogiorno. Come dicevamo, il mare
pochi istanti fa sembrava così lontano, e improvvisamente ci troviamo di fronte
a uno scenario grandioso fatto di grandi scogliere bianche con archi naturali:
la Falaise d'Amont a nord e, a sud, la Falaise d'Aval. Le fotografie si
sprecano. Il centro del paese è inondato da fiori, infatti Etretat, come tanti
altri villaggi che incontreremo nel nostro viaggio, ha vinto il concorso
francese di "ville fleuri", città fiorita.
Nel primo pomeriggio ci rimettiamo
in viaggio, direzione Honfleur; per arrivarci attraversiamo l'avveniristico e
spettacolare Pont de Normandie, inaugurato nel 1995 e lungo circa due
chilometri, che scavalca l'estuario della Senna nei dintorni di Le Havre.
Tenersi pronti al pagamento di qualche euro per l'attraversamento del ponte!
Arriviamo nella romantica Honfleur[3],
con il suo pittoresco porticciolo, le vecchie case dai tetti in ardesia e le
gallerie d'arte: da più di cento anni questa cittadina è un luogo amatissimo
da pittori e artisti. Una pioggerella ci sorprende, ma fortunatamente sarà la
prima e l'ultima di tutta la settimana.
Riprendiamo il viaggio,
indirizzandoci verso Bayeux, precisamente a Cottun, dove abbiamo prenotato le
prime due notti del nostro viaggio al b&b Chateau
de Cottun[4],
dove Thomas Kleingartner ci apre le porte della sua casa meravigliosa! Ci
offre una caramella d'Isigny (da provare!) e ci prenota una trattoria in centro
a Bayeux per la cena, "La Pommerie”, in rue de Cuisiniers.
Per
cena Carlo Alberto prova l'andouille de vire
(quando ordina non sa di che piatto si tratti, poi scopriamo che è un
salsicciotto di trippa, cioè budella di maiale…!); molto meglio il piatto di
frutti di mare della costa che assaggio io, tra cui le orecchie di mare,
molluschi unici nel loro genere; il tutto accompagnato da
burro salato (questa terra è conosciuta come "la terra del burro degli
Dei") e sidro. Chiudiamo la cena con i tre formaggi rinomati del "pays d'Auge": il camembert
(famoso nel mondo intero alla stessa stregua della baguette), il livarot
(chiamato un tempo "la carne del povero") e il pont-l'évêque (il più
antico dei formaggi fermentati di Normandia, che serviva un tempo da moneta di
scambio). Veramente ottimi i formaggi, in fondo quante mucche al pascolo abbiamo
visto, che si nutrono solo di erba e fieno!
Rientriamo
al nostro b&b.
Venerdì
23 LUGLIO 2004
Oggi
percorriamo i luoghi memorabili della più famosa operazione militare della
storia, lo sbarco degli Alleati sulla scogliera di Arromanches, di cui si è
celebrato il 60° anniversario lo scorso 6 giugno 2004.
Utah, Omaha, Gold, Juno, Sword: 80 km
di spiagge della costa normanna dove si svolse il "D Day"[5],
il "giorno più lungo", durante il quale 20.000 veicoli blindati e
156.000 soldati americani, britannici, canadesi e francesi sbarcarono sotto il
diluvio del fuoco tedesco.
E' incredibile come in questi posti si
respiri ancora aria di guerra, che ci porta a meditare su quanto successo su
queste spiagge sessanta anni fa.
Decidiamo di cominciare l'itinerario
odierno con una visita al Museo-memoriale della battaglia di Normandia di
Bayeux (€ 5,50 ingresso - 2 ore la visita). Il museo presenta, con
armi, uniformi e materiali pesanti, un panorama completo dei giorni di
combattimenti sul suolo normanno e ci permette di conoscere appieno tanti
aspetti di questa battaglia decisiva per la riconquista della pace in Europa.
Sempre all'ingresso della città, decidiamo
di visitare il Cimitero Britannico, sistemato come uno stupendo giardino
all'inglese, che riunisce oltre 4.000 tombe di soldati inglesi.
Spostandoci verso le spiagge, il primo sito
che visitiamo è Arromanches[6] con i resti del suo porto artificiale.
Fabbricato segretamente nel 1943 nei cantieri di Londra, questo porto,
denominato "Mulberry", era destinato a rifornire le truppe dello
sbarco, garantendo l'avanzata delle truppe verso la Francia. Si trattava di una
rada lunga oltre 12 km di fronte alla spiaggia, in grado di resistere alle
forti maree. I resti di questo porto sono ancora visibili a occhio nudo, ma la
maggior parte della costruzione è sommersa.
Pochi chilometri dopo Arromanches,
precisamente a Longues-sur-Mer[7], vediamo l'unica batteria tedesca i cui
cannoni si trovano ancora in Normandia. Protetti in casematte di cemento, questi
cannoni il mattino del 6 giugno 1944 aprirono il fuoco sulla flotta inglese.
Nel tardo pomeriggio ci spostiamo al cimitero
militare americano di Colleville[8], che si estende sopra Omaha Beach. Qui
riposano nel verde quasi 10.000 giovani soldati americani caduti durante la
battaglia di Normandia e durante la Prima Guerra mondiale. Il silenzio che
regna, le file di semplici croci bianche sul prato inglese fanno di questo posto una
sorta di santuario. Viene
suonato l'inno statunitense, l'inno ai caduti e viene ammainata la bandiera a
stelle e strisce. Dal cimitero vediamo la sottostante Omaha Beach, la
spiaggia più famosa dello sbarco: si può capire facilmente quanto fosse facile
da parte delle truppe tedesche difendere questo settore, tant'è che quasi la
metà dei soldati americani caddero sulla sabbia il primo giorno, il tristemente
famoso 6 giugno 1944, in un mare gremito di mine.
Nonostante la perdita di metà degli uomini, i sopravvissuti si riunirono e
proseguirono.
Alla Pointe du Hoc, spuntone di
roccia dove i ranger riuscirono a scalare la parete della scogliera a
mezzo di scale di corda sparate da missili, la scena della battaglia è stata
conservata identica, con le enormi buche causate dai bombardamenti e i fortini
tedeschi sfasciati. Le spoglie dei soldati americani e tedeschi riposano ancora
sotto le macerie.
Ci concediamo uno spuntino verso il tardo
pomeriggio a Grancamp-Maisy[9], al ristorante "La Belle Marinière",
dove per la prima volta gustiamo le famose ostriche.
Proseguendo ancora più a nord, arriviamo a
Utah Beach, circondata da basse
dune di sabbia. Qui il numero delle vittime fu il più basso di tutti gli
sbarchi: dei 23.000 soldati, solo 200 furono uccisi o feriti.
Per terminare la giornata puntiamo su Sainte-Mère-Église[10], villaggio preso d'assalto dai paracaduti,
per tutti legato all'episodio del paracadutista americano che, sospeso alla
guglia del campanile della chiesa col suo paracadute, farà il morto per due ore
sotto il fuoco dei Tedeschi, finché sarà liberato. In sua memoria, un
paracadute è sempre appeso in cima alla chiesa.
Sabato
24 LUGLIO 2004
E' una splendida giornata di sole e, prima di abbandonare la
Bassa Normandia, decidiamo di fermarci per la mattinata a Bayeux[11], che fu la prima città di Francia liberata la sera del 7
giugno 1944. Grazie al suo parroco, che si recò in bicicletta di notte ad
avvertire gli Alleati, la città uscì miracolosamente intatta dalla battaglia
di Normandia, contrariamente a Caen.
Dopo una breve visita
nella cattedrale gotica situata nel cuore della
città, ci avviamo al Centro Guillaume le Conquérant per vedere il celebre arazzo "della regina Matilde" esposto (€ 7,40
compresa l'audioguida in italiano). È un'opera unica al mondo: per gli
storici è il documento più preciso che ci abbia trasmesso il Medio Evo sugli
usi e costumi dell'XI secolo. Si tratta precisamente di un ricamo ad ago
tracciato con fili di lana colorati su una fascia di tela di lino grezzo lunga
70 metri e larga 50 centimetri circa, che doveva, al tempo, ornare la cattedrale
di Bayeux, e
racconta in modo semplice ma con ricchezza di dettagli, come in un fumetto
gigante, la conquista dell'Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore. Nonostante
siano passati quasi mille anni, non sono per niente sbiaditi! Usciti dal museo,
visto
che è sabato, giorno di mercato, ne approfittiamo e ci facciamo un giro in
place St. Patrice.
Abbandoniamo la Bassa Normandia e
il nostro itinerario ci porta verso la Cote d’Emeraude, in Alta
Bretagna. Dopo una breve sosta alla abbazia di Hambye (ingresso euro
4.00), tocchiamo il Mont Saint Michel[12].
Dal 1979 questa meraviglia del mondo occidentale è annoverata tra le bellezze
del patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO. Il mare non lo vedremo, la marea
lo ha fatto indietreggiare di molti chilometri. Il leggendario Mont-St-Michel,
con la sua abbazia, emerge dal deserto di sabbia già molti chilometri prima di
arrivarci, e la sua vista su questa distesa d'argento e oro è una esperienza
straordinaria. L'abbazia val bene una visita; unica nota dolente il
"traffico umano" lungo le viuzze con i soliti negozietti di souvenir
… Cosa si può acquistare qui? Naturalmente le famose gallettes di Mère
Poulard, i biscotti al burro salato.
Arriviamo al Chateau
de Windsor[13]
(tra Plorec sur Arguenon e Bourseul), un maniero dove pernotteremo due
notti, situato tra il mare e la foresta.
Domenica
25 LUGLIO 2004
Oggi
visitiamo i numerosi promontori che, lungo la costa a nord della Bretagna,
offrono panorami mozzafiato.
Raggiungiamo
Cap Frehel[14],
un capo con spettacolari scogliere sulla Manica, popolate di gabbiani, che offre
anche alcune spiagge veramente belle (vedi plage de Sables d'Or).
Poco dopo si può visitare Fort la Latte, piccolo castello
medievale a strapiombo sull'oceano.
Proviamo
a pranzare a St. Lunaire ma essendo già passate le due del pomeriggio,
nessuno ci accoglie. Impariamo così che se non siamo attrezzati dal mattino con
un pranzo al sacco, se ci sediamo a un bar dopo le 14 non si rimedia neppure un
panino! Ma dove sono i "baracchini" ambulanti che vendono ostriche e
moules di cui tutti parlano?!?
Proseguiamo
quindi per la stazione balneare di Dinard. Non si trova un parcheggio,
lasciamo l'auto lontanissimo dal centro (in realtà è tutto centro), mezz'ora
di passeggiata per arrivare al mare e per trovarci in un posto troppo turistico
per i nostri gusti. Merita solo qualche villa eclettica della belle-époque.
Meglio ripartire.
Nel
pomeriggio ci spostiamo a Saint Malo[15]
, precisamente nell'Intra Muros, il quartiere in pietra grigia all'interno delle
mure di cinta, semidistrutto dalla guerra ma riedificato quasi completamente
subito dopo. La cittadina è molto affollata, va bene per qualche acquisto, ma
non ci lascia un ricordo particolare.
Verso
sera arriviamo a Cancale[16],
piccolo paese con porticciolo di pesca, famoso per i ristorantini che si
affacciano su di esso e gli allevamenti di ostriche sulla spiaggia del
lungomare. Il panorama ci offre una bellissima vista della baia con bassa marea.
Ceniamo al ristorante "L'Huitrière" nella strada del Porto: per 12.00
euro a testa mangiamo una dozzina di ostriche, moules alla marinara e patatine
fritte (si dice che le ostriche di Cancale siano le migliori che si possono
gustare in Francia!). Dimentichiamo al volo di aver saltato il pranzo!
Dopo
cena puntatina alla Pointe du Grouin[17],
alto sperone roccioso a picco sul mare: splendido il tramonto sulle isole
antistanti e sul lontano Mont-Saint-Michel. Una cosa che non abbiamo ancora
detto: qui in Normandia il sole sembra non tramontare mai, sono quasi le
ventidue e il sole tramonta solo ora!!!
Lunedì
26 LUGLIO 2004
Oggi si parte per la Cornovaglia e
il Finistère[18], terre degli antichi
celti. Qui, come evinciamo dai cartelli stradali, convivono due lingue: il
francese insieme al "duro" bretone. Verso mezzogiorno sostiamo nella
"ville fleurie" Quimper[19],
deliziosa cittadina capoluogo della Cornovaglia sulla foce del fiume Odet. Qui
merita una visita la cattedrale con le "guglie gemelle" di
Saint-Corentin, primo vescovo di Quimper. La tradizione vuole che egli avesse
scelto di essere eremita, e che per sfamarsi ogni giorno prelevasse una parte
del pesce dalla sua fontana, che ritrovava intatto il giorno dopo.
Ci concediamo una passeggiata nella
città vecchia, bellissima soprattutto per le case a graticcio di fronte alla
cattedrale. Se intendete comperare un souvenir, sono molto interessanti le
produzioni di maioliche locali: caratteristica la decorazione "du petit
breton", con una figura stilizzata in costume nazionale.
Arriviamo al Maniero
di Kerhuel[20],
a Plonéour Lanvern, a pochi chilometri da Quimper. E' il punto di partenza
ideale per scoprire le ricchezze del Finistère del Sud. Ci riposiamo in piscina
e decidiamo di fermarci per cena, dove gusteremo "Panaché d'huitres et de
langoustines", oltre a rana pescatrice al forno con le sue verdurine e gli
immancabili formaggi.
Martedì
27 LUGLIO 2004
Oggi partiamo alla scoperta della
Cornovaglia.
Cominciamo con una piccola sosta
alla punta di Penmarch, lingua di terra avanzata nell'oceano, con
porticcioli poco pittoreschi e spiagge di sabbia fine.
Decidiamo di avviarci subito verso
la Punta di Raz[21],
il punto più occidentale della Francia, sull' Atlantico, un vero e proprio
capolavoro della natura. Attraverso il sentiero che attraversa la brughiera,
rossa di erica e gialla di ginestra, arriviamo alla statua in marmo di Notre
Dame des Naufragés, che ricorda come questo tratto di mare sia
particolarmente pericoloso per i marinai. Poi, spingendoci lungo i sentieri
intorno alle scogliere arriviamo all'oceano e scopriamo il maestoso panorama
sull'infinito!
Proseguendo sulla costa a nord di
Cap Sizun, una delle più selvagge del Finistère, attraversiamo la Baia dei
Trapassati (da qui infatti gli uomini venivano imbarcati per essere sepolti
nell'isola di Sein) e la punta del Van, arrivando alla cittadina
di Douardenez, la "città" dei tre porti, con una baia
rassicurante per i bagnanti e un accesso facile per le barche, famosa per
l'industria conserviera delle sardine.
Lungo il tragitto che ci porta a
Locronan, visitiamo il paesino di Pont-Croix, dalle stradine selciate e
dalle vecchie case bretoni.
Arriviamo a Locronan e,
pagando il parcheggio (euro 2.00) avremo l'accesso gratuito a tutti i parcheggi
di Locronan durante l'estate di quest'anno!!! Ma pensiamo che non ci torneremo
così facilmente… E' un villaggio meraviglioso, un vero e proprio tuffo nel
Medio Evo: le case e botteghe in pietra granitica lasciano intravedere il
prospero passato dei ricchi mercanti. Le tele di lino di Locronan
erano considerate le più fini e resistenti di tutta la regione e già
nel 1500 venivano esportate in tutta Europa!
Proseguendo verso nord, per la
penisola di Crozon, deviamo per visitare la chiesa di St. Anne la Palud.
In questa cappella di stile neo-gotico vi ha luogo uno dei più caratteristici
"pardons" di Bretagna l'ultima domenica di agosto. I pardons sono
tipiche feste religiose bretoni con le quali, in occasione del santo patronale,
viene concessa l'indulgenza.
Arriviamo verso sera alla
spettacolare Punta di Penhir, uno dei promontori della penisola di Crozon[22]:
il panorama è unico; una croce di pietra ci ricorda i soldati francesi caduti
in guerra.
Mercoledì
28 LUGLIO 2004
Oggi si parte alla volta del
Morbihan. Prima di tutto si visita Carnac[23],
che può essere definita la capitale dei megaliti, per la presenza di più di
mille menhir , dolmen e tumuli in pietra, più antichi di quelli di Stonehange
(risalgono al 4500 AC!), disposti in un ordine che sfugge alla comprensione
dell'uomo di oggi.
Non è più permesso passeggiare
tra i megaliti, li si può vedere solamente dalla recinzione, per agevolare la
ricrescita della brughiera (il passaggio dei turisti aveva cancellato tutta la
vegetazione).
Ci rechiamo poi al sito megalitico
di Loqmariaquer, costruito tra il 4500 e il 3700 A.C.. Con il Grand
Menhir brisé, il dolmen della Tavola dei Mercanti e il tumulo di Er Grah, da
solo questo sito illustra la diversità del patrimonio megalitico bretone ed
europeo.
Nel primo pomeriggio arriviamo a Pont
Aven[24],
situata sull'estuario del fiume Aven: questa cittadina ci affascina per i suoi
caratteristici per i suoi ponticelli e mulini ad acqua (era conosciuta come la
città dei mugnai); le viuzze sono un susseguirsi di gallerie d'arte e ateliers
(un po' come a Honfleur), infatti Pont-Aven ha raggiunto l'apice della sua
popolarità verso la fine dell'800 con la nascita della scuola di Pont-Aven:
questo periodo della storia dell'arte è illustrato da pittori del calibro di
Gauguin. Vale la pena fare una passeggiata nel Bois d'Amour, che ispirò famosi
pittori. Anche qui non dimentichiamo di comperare delle gallettes, i biscotti
tipici di Pont-Aven.
Ultima tappa della giornata è Concarneau[25],
terzo porto di pesca della Francia. Vale una piccola sosta per la vecchia città
chiusa fortificata, che è uno dei luoghi più visitati della Bretagna e,
pertanto, intasata di turisti.
E così termina il nostro viaggio. E' stato un peccato non
essere riusciti a partecipare a uno dei fest-noz locali: questi balli,
che normalmente durano tutta la notte, sono una vera e propria occasione per
imparare le danze popolari bretoni.
Giovedì
29 LUGLIO 2004
Già verso le 11 del mattino partiamo alla volta di Parigi,
per il volo di rientro in Italia previsto per le ore 20. L'itinerario prevede
600 km da percorrere in circa 6 ore. In realtà è durato 2 ore di più!!!
Naturalmente a causa del traffico intorno a Parigi…
Con il famoso senno di poi si può evitare il Morbihan
marittimo, troppo turistico (dipende comunque dalle esigenze: per un turismo
balneare va benissimo, clima e strutture ottime) E ci concentreremmo di più sul
nord della Normandia e sulla costa nord della Bretagna, volutamente saltate per
motivi di tempo.
Sarà sicuramente per la prossima volta!!!
Emma e Carlo Alberto
[8]
http://www.abmc.gov/no.htm
[9]
http://www.normandie44lamemoire.com/version%20anglaise/fiches%20villes%20US/grancampmaisyus2.html
[23]
http://www.carnac.fr