NORMANDIA & BRETAGNA
Scoprire la Normandia e la Bretagna vuol dire intraprendere un viaggio nel tempo, sulla terra dove sbarcarono i Vichinghi nel X secolo, venendo a contatto con le loro fiere tradizioni, le loro immense campagne verdi a perdita d’occhio e le loro fitte foreste. Normandia, inoltre, è anche sinonimo di “Sbarco” legato a quel tragico e storico D-Day della II Guerra Mondiale, ossia all’invasione via mare delle truppe Alleate che prese il via proprio su queste nordiche spiagge. La Bretagna, invece, è il paese del mare e dei boschi, immersa in scenari idilliaci dove, incastonati come gioielli, si possono visitare moltissimi siti archeologici millenari.
Il nostro viaggio prende il via nella meravigliosa ed incantevole
cittadina di Chamonix, subito dopo aver superato il traforo del Monte
Bianco, uno dei maggiori centri alpini della Francia e luogo ideale per
trascorrere delle tranquille e rilassanti vacanze lontane dal vorticoso mondo
delle nostre città. Ci immergiamo nel suo verde dirompente, passeggiando nei
boschi del fondo valle e pedalando in Mountain bike sugli impervi sentieri che
si snodano fra gole e ruscelli. Riguardo i luoghi naturalistici da visitare,
c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Non ci facciamo sfuggire la
traversata del monte Bianco in funivia, la più lunga del mondo. Il primo tratto
ci conduce fino a 2310 metri per
poi arrivare fino all’Aiguille du
Midi m 3842 dove possiamo godere di un panorama stupendo a 360° che spazia dal
Mont-Blanc du Tacul (4228 mt) al Mont Maudit (4465 mt) ed alla cime del Monte
Bianco (4807 mt). Successivamente, presi dalla maestosità del luogo, facciamo
un’escursione ai piedi del Mar de Glaces, un ghiacciaio lungo 14 km,
usufruendo di un curioso trenino a cremagliera che ci permette anche di visitare
un caratteristico Museo Alpino, situato a 1840 mt. Passiamo il resto del
soggiorno a Chamonix, visitando il suo incantevole centro dall’aria tirolese,
la cui piazzetta principale presenta una bellissima chiesa settecentesca ed il
monumento a Balmat che nel 1786 compi per primo, insieme a Paccard,
l’ascensione al Monte Bianco.
A malincuore ci distacchiamo da questo luogo paradisiaco ma il nostro
itinerario prosegue oltre, in direzione della lontana Parigi prevedendo come
sosta, invece che la capitale francese, la mitica Versailles. Qui
facciamo una approfondita visita alla famosa Reggia, mossi dalla curiosità
verso quella grandiosità e maestosità architettale conosciuta solamente sui
banchi di scuola e tanto decantata. Il cancello d’onore, il Salone di Diana,
il Salone dell’Abbondanza dove venivano accolti gli artisti, la Camera della
Regina, sono tutte meraviglie che fanno parte di questo meraviglioso Castello e
strettamente legate alla storia francese dei suoi Re e Regine. Riprendiamo il
nostro cammino in direzione di Rouen, luogo
famoso per il rogo di Giovanna d’Arco e
per essere la città del famoso Flaubert, lo scrittore francese del romanzo “Madame Bovary”.
Viaggiando sempre su stradine secondare e lontani dal traffico caotico dei
grandi centri urbani, attraversiamo verdissime praterie che sembrano dipinte su
enormi tele, punteggiate da bellissime Abbazie secolari ed affiancate dal corso
lento e sornione della Senna che, tra l’altro, attraversiamo molte volte
usufruendo di caratteristici ponti ricchi di storia. Non ci lasciamo sfuggire la
visita all’Abbazia di St. Georges, con il suo imponente torrione di difesa e
le sue torri gotiche, incastonate nel verde dei giardini sottostanti.
Approfittiamo dell’enorme piazzale a disposizione per passare la notte
all’interno della nostra caravan, immersi in canti di uccelli e sotto il
fresco offerto da alberi secolari. Il giorno dopo facciamo tappa presso
l’incantevole porticciolo di Honfleur, tipico villaggio fiabesco. Il
suo centro è un dedalo di viuzze racchiuse fra case strette le une alle altre,
costruite in ardesia, dove è dolce passeggiare osservando gli esercizi
architettonici degli edifici. Il suo porticciolo è un trionfo di barche da
diporto e piccoli pescherecci, che ogni giorno rientrano al calar del sole. C’è
un formidabile gioco di colori che rende il paese molto caratteristico ed unico
nel suo genere. Forse proprio a causa di questa sua unicità che è stata, da
sempre, considerata il luogo di ritrovo per gli artisti, specialmente nei secoli
passati.
Passata Honfleur si entra ufficialmente in Normandia, viaggiando sempre
fra verdi vallate divise fra loro con lunghi filari d’alberi o fitte siepi,
metodo tipico del luogo per delimitare le proprietà. Passiamo a D’ues sur Mer per
secoli considerato porto sicuro ma ormai completamente insabbiato e subito dopo
incontriamo Cabourg, antica stazione balneare della “Belle Epoque” ma
ancora oggi molto apprezzata dai vacanzieri francesi. Questo tratto di costa, è
anche famosa per lo sbarco avvenuto nella II Guerra Mondiale da parte dei
soldati alleati e da dove è partita la lenta liberazione dell’Europa dal
dominio nazista. Per questo motivo s’incontrano molti musei, grandi e piccoli,
intitolati alla Grande Guerra, ma vale la pena visitare quello che si ritiene il
principale e situato direttamente sulle spiagge interessate all’azione: Arromanches.
Arriviamo presso questo piccolo villaggio dall’alto della sua scogliera, da
dove possiamo ammirare chiaramente quello che resta dell’imponente porto
artificiale edificato dagli Alleati, per permettere ed attuare lo sbarco di
migliaia di mezzi pesanti e di soldati. Questo porto era formato da centinaia di enormi piattaforme
galleggianti, ancorate ed unite fra loro, per formare una vera e propria via di
sbarco veloce. Si apprende appieno l’enorme sforzo ingegnieristico
ed umano dell’opera,
visitando il Museo dello Sbarco che mostra grandi plastici unitamente a
fotografie e filmati d’epoca inerenti la grande azione militare. Passeggiamo
lungo l’enorme spiaggia, resa ancor più' grande dalla complicità del mare
che si ritira per diversi chilometri seguendo orari ben precisi e dettati dal
flusso delle maree, visitando i resti dell’enormi e vecchie
piattaforme belliche staccatesi dall’ancoraggio sul fondo ed ormai
arenate, godendo di un magnifico tramonto da cartolina. Il giorno dopo
riprendiamo l’itinerario passando per la spettacolare Roche D’otre,
uno scorcio di paradiso in terra, una voragine profonda più di 120 mt che
accudisce, sul suo fondo, un ruscello coperto da una vegetazione fittissima, ed
attraversando la città castello di Domfront
costruita sul granito e ricca di palazzi settecenteschi, per arrivare a fine
tappa presso il mitico Le Mont St.Michel.
Passiamo la notte
sostando sul piazzale adiacente all’entrata e dedichiamo tutta la mattinata
del giorno dopo alla sua visita di rito. Entriamo da una grande porta lignea, a
livello del mare , e notiamo subito che il primo tratto del percorso interno è
affollato da una miriade di negozi di souvenir, bar e bazar. Lo choc è forte ed
assimilabile allo scenario che si presenta al visitatore che entra a
S.Marino, ma superati i primi 100 mt si inizia a godere della
magnificenza del luogo e della sua architettura di pietra antica. Arrivati quasi
in cima al percorso, si entra nella
parte alta del complesso attraverso una porticina tagliata a misura d’uomo,
come ultima difesa da antichi invasori, oltre la quale inizia la visita al
complesso del Monastero. Indubbiamente il luogo più spettacolare risulta
l’alto chiostro, considerato
dagli antichi monaci come loro punto di meditazione e preghiera. Da questa
posizione si gode di un panorama sconcertante sul mare che circonda il Monastero, arricchito
dall’affascinante fenomeno delle frequenti alte e basse maree. Lasciamo
St.Michel per proseguire alla volta di St.Malo, antica città corsara
che, con le sue splendide mura di cinta, ci offre l’entrata ufficiale in
Bretagna, con le vaste campagne verso Est e l’immensità del mare verso Ovest.
St.Malo divenne, in antichità ,la roccaforte del Re di Francia mentre nel 1944
fu presa di mira dai bombardamenti bellici, fortunatamente non intaccando
il suo meraviglioso centro storico, che offre ancora tutta una serie di
edifici settecenteschi e la Cattedrale di St. Vincent. Ci allontaniamo dal paese
passando per il porticciolo ed attraversando il grande ponte che s’inarca
sull’estuario del fiume Rance, proseguendo sulla costa fino ad incontrare un
curioso cartello che indica una deviazione per “Les Pierres Sonnantes”. Lo
seguiamo arrivando in breve tempo all’interno di un micro-porto, da dove si
distacca un sentierino a ridosso delle sponde del fiume, che ci conduce, dopo un
centinaio di metri, in uno slargo con dei grandi messi neri. Sono queste le
cosiddette “Pietre Sonanti”, tipo di roccia classificata fra la più dura al
mondo, denominate così perché se colpite con delle schegge della stessa
pietra, producono un suono metallico, chiaro e forte. Fenomeno naturale molto
strano che, personalmente, ritrovai, di
eguale entità, battendo fra loro pietre raccolte sulla collina di Timbain,
piccola altura immersa nel grande mare di dune del Grand Erg Orientale, del
versante tunisino.
Concludiamo la tappa giornaliera sostando presso Cap Frehel,
promontorio a picco sul mare, dove il vento fa da padrone e da dove si può
godere di un panorama fantastico scorgendo, lontane, le isole di Brehat e di
Jersey, la più' grande della Manica. Il giorno dopo ne approfittiamo per
effettuare una bella escursione a piedi, costeggiando la scogliera
ricca di fiori e considerata oasi naturale. Il nostro itinerario prosegue
toccando varie località bretoni e raggiungendo la più settentrionali di esse: Treguier.
Questo caratteristico borgo nasce a seguito della fondazione del monastero di
Val Trecor, nel VI secolo. Visitiamo la Cattedrale di St. Tugdual, con la sua
architettura gotica e la casa dello scrittore J.E. Renau, ricca di reperti e
manoscritti. Ci addentriamo nella penisola di Crozon, con la sua alta
costa rocciosa che racchiude la baia di Brest e di Douarnenez. Da Brest
un traghetto porta i visitatori a Le Conquiet da dove, con dei piccoli
battelli, si può arrivare a Ile di Molane, nel bel mezzo di un
piccolissimo arcipelago. Da quì, con un po’ di fortuna, si può usufruire del
passaggio di un peschereccio che si dirige verso l’Ile D’ouessant. Questo
tratto di mare è molto insidioso per via delle forti correnti e del vento
costante,, ma vale indubbiamente la pena di vivere questa piccola avventura per
visitare la minuscola isola lunga circa 8 km e larga poco più di 4 km,
posta all’interno del parco naturale d’Armorique. Gli abitanti dell’isola
vivono una vita a parte, dedita all’allevamento degli ovini ed alla pesca,
alternata alla coltivazione del grano. Un piccolo angolo di paradiso
completamente isolato dalla nostra vita frenetica di tutti i giorni.
Riguadagnata la terra ferma, si prosegue attraversando Pointe de Penhir
adagiata su di un tavolato alto 70 mt a strapiombo sull’Oceano, da dove
si gode do una vista mozzafiato e di una scogliera sempre battuta da un vento
struggente. Avvertiamo emozioni forti immersi in una natura altrettanto
selvaggia ed imponente.
Passiamo la notte presso il grazioso campeggio di Douarnenez,
piccolo villaggio della costa, con un animato porticciolo pieno di piccoli
pescherecci dediti alla pesca delle sardine ed aragoste. Svegliandosi presto la
mattina, possiamo visitare l’affollato mercato del pesce dove si acquistano
delle enormi aragoste e del pesce freschissimo
ed invitante. Il giorno dopo ripartiamo alla volta di Pointe Duraz, ossia
la punta della Cornovaglia che si tende nell’Oceano, e non ci facciamo
sfuggire l’esperienza di toccare
il punto più occidentale d’Europa, proprio dove arrivano i
violenti spruzzi di un mare in continuo ribollio. L’immancabile faro
scruta l’immenso orizzonte e la piccola isola di Sein, mentre un
complice sole rosso fuoco, ci regala un tramonto indimenticabile. Tappa
d’obbligo a Quimper, capitale della Cornovaglia, dove ci lasciano
perdere nelle viuzze del centro storico che ci accoglie con le sue casette
perfettamente conservate ed i suoi negozi che offrono meravigliosi lavori in ceramica.
Si respira un’aria rinascimentale ed ovunque si ode musica celtica, creando
tutt’intorno un’atmosfera da “Hilander”. L’ultima tappa di questo
meraviglioso viaggio la effettuiamo visitando
l’ampia zona archeologica di Carnac, favorendo dei servizi offerti
dall’apposito camping attrezzatissimo. Approfittiamo della visita archeologica
per effettuare a piedi gli spostamenti da un sito ad un altro, distanti fra loro
alcuni chilometri, e visitiamo, per primo, il lungo allineamento di Menhir di Kerzerho ed il grande
monumento circolare Cromelech di Crucuno, che presenta la caratteristica di
avere una pesantissima copertura sostenuta da 22 menhir, ricca di incisioni ed
usata in antichità come luogo sacro. In ogni caso, il luogo più spettacolare
della zona va identificato nei 1099 menhir disposti in 11 file che si trovano a
Le Menec. Il mistero avvolge questa disposizione ciclopica e molte sono state le
ipotesi degli studiosi che si sono succedute nel tempo, ma mai nessuna è stata
confermata ufficialmente, mentre si
spazia dall’ipotesi di luogo sacro e tempio a quello di enorme cimitero.
Sulla via che ormai volge al termine, non saltiamo la visita alla
cittadina di Vannes ricca di
fascino e di edifici molto raffinati, unitamente ad una passeggiata nel vicino
porto di Séné con le sue
abitazioni bretoni costituite da muri bianchi e porte blu.
Ma il tempo è tiranno e dobbiamo, ormai, veramente dirigerci sulla via
del ritorno in Italia. Durante il lungo rientro, ci culliamo sui ricordi di
tutti quei meravigliosi luoghi che abbiamo visitato e tutte le esperienze
vissute immersi in un mondo molto particolare che, ripensandoci bene, a volte
sembrava una perfetta trasposizione nella realtà, delle famose pagine
fumettistiche di Asterix ed Obelix. Potenza della nostra
fantasia o del particolare fascino del mondo Bretone e Normanno ?
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Le regioni francesi , con caratteristiche storiche e geografiche molto differenti, offrono un panorama gastronomico molto articolato. La Normandia ha ottimi formaggi come il Camembert, il Livarot oltre ai pesci come l’aringa e lo sgombro. La Bretagna, invece, offre crostacei ed ostriche con l’ottimo prosciutto e le celebri gallette bretoni, biscotti secchi al burro e le “crepes dentelles”. Molte sono le salse che accompagnano i piatti. Il pane è confezionato nei tipici lunghi bastoni denominati “Flute” e “Baguette” e si fa molto uso di burro che appare spesso sulla tavola in piccoli contenitori, accanto al pepe ed al sale.