MESSICO
Diario di viaggio 2005
Periodo: Dal 21/10/2005 al 13/11/2005
Itinerario: MESSICO
· Città del Messico
· Stato Oaxaca:
® Oaxaca
® Puerto Escondido
· Chiapas
® San Cristobal de Las Casas
® San Juan Chamula e Zinancanten
® Canon de Sumidero
® Agua Azul e Misol-Ha
® Palenque
GUATEMALA
· Flores
® Tikal
MESSICO
· Penisola dello Yucatan
® Tulum
® Chichén-Itzà
® Mahahual
® Playa del Carmen
DIARIO DI VIAGGIO
Il
nostro viaggio inizia a Città del Messico a 2.200 metri, dopo un
“interminabile“ volo Iberia: interminabile non tanto per la lunghezza del
volo ma per essere capitati proprio
nel sedile avanti un neonato messicano che per quasi tutto il volo ha strillato
e scalciato nel mio sedile (il peggior volo in assoluto)... quindi per usare un
eufemismo, scendiamo dall’aereo non proprio freschissimi e ci dirigiamo verso
la metro visto che il “mio
tesoro” per arrivare all’hotel Metropol, alla “più che meritata”
comodità dei taxi (economici) preferisce da subito assaporare l’ebbrezza
della metropolitana. Naturalmente non ho dovuto aspettare a lungo prima di
provarla: alla biglietteria l’impiegata si rifiuta di prendere 50 pesos (ritirati
appena prima dallo sportello bancomat dell’aeroporto) per 2 biglietti......
troppo grossi. Così, per fare più
velocemente Giorgio torna da solo verso il terminal dell’aeroporto per
cambiare i pesos e io
mi prendo tutti i bagagli e l’aspetto lì appostata vicino ad un
poliziotto. Non sono proprio
tranquillissima visto che Mexico
City ha un tasso di criminalità elevato e viene da molti sconsigliata per
motivi di sicurezza, considerando poi anche l’ora tarda..... Comunque cosa mi
potrà mai succedere con un poliziotto a 5 metri?
Niente, peccato che l’ambiente si anima un po’:
non riesco a vedere cosa succede e l’ultimo mio desiderio è quello di
andarci a dare una sbirciatina; il poliziotto viene chiamato al cellulare, tira
fuori la pistola e parte di corsa con la pistola in bella vista.
Io rimango lì a stramaledire Giorgio: ma non la potevamo vederla il
giorno dopo la metrò? Poi tutto finisce lì: Giorgio torna dopo poco e ci
prendiamo questa benedetta metrò senza più intoppi .
Comunque
a parte questo episodio, tutto il tempo passato nella capitale non abbiamo mai
avuto problemi né ci siamo sentiti in pericolo: abbiamo passeggiato la sera a ora tarda, abbiamo preso la
metrò a tutte le ore, nessuno ci ha mai disturbato o importunato in qualche
modo.
I
momenti più belli a Mexico City l’ho vissuti nella sua piazza principale:
Place de le Constitucion (il cd zocalo: è un termine con il quale
vengono indicate le piazze principali di molte città messicane) e a Teotihuacàn
alle Piramidi del Sole e della Luna .
Place
de la Constitucion è tra le piazze più grandi al mondo ma oltre alla sua
imponente bellezza estetica e alla
sua gigante bandiera, quello che soprattutto mi ha colpito sono stati i
personaggi che la animano: ho passato un pomeriggio bellissimo tra danzatori
conchero che ballano vestiti con
bellissimi costumi al ritmo di tamburi e sciamani adornati con copricapi piumati
e bracciali di conchiglie oltre ad una serie di strani personaggi che non sono
sfuggiti al mio obiettivo. I sciamani comunque
sono stati i nostri preferiti al punto tale che alla fine incuriositi ci siamo
messi in fila con le altre persone del posto e abbiamo aspettato il nostro
turno... Quello che riuscivamo a vedere è che dopo una scambio di parole lo
sciamano iniziava una specie di danza intorno al “paziente di turno”
soffiandogli e passando su tutto il
corpo il fumo dell’incenso, poi non contento ci ripassava con un mazzo di
verdure (del tipo prezzemolo lungo...) Alla fine veniva dato una pietra colorata
e il “paziente” lasciava un’offerta. Questo strano rito “sembra” fosse
destinato a togliere i vari mali non solo fisici ma anche i malocchi,
l’invidia etc etc. Le file erano
davvero lunghe ed erano composte esclusivamente da messicani,
poi è arrivato anche il mio turno: lui non parlava inglese e io non
parlavo spagnolo, anche se non è di difficile
comprensione per un italiano, quello che ho capito tra una mezza giravolta
che mi ha fatto fare, tra suoi saltelli
vari, tra l’incenso e la verdura, è
che fisicamente non ho mali ma
dovrei essere più buona e aiutare gli altri per esempio facendo
beneficenza....alla fine ha dato una pietrina viola anche a me, oggetto che
attualmente è ben saldo alla mensola del mio salotto a testimonianza di
bellissimi momenti vissuti. A Giorgio invece ha detto di mangiare miele e
cioccolato che gli daranno forza e di guardare spesso il sole e la luna..... Ci
siamo divertiti un casino! Visto che il giorno dei morti si avvicinava (festa
molto sentita dai messicani) la piazza era piena di disegni e
composizioni fatti con i fiori .
Altra
esperienza meravigliosa è stata vedere e soprattutto salire sulla Piramidi del
Sole e della Luna a Teotihuacàn
(a 50 km dalla capitale) la più grande città antica del Messico. La
Piramide del Sol è la terza
piramide al mondo per grandezza è alta circa 70 mt...
Il sito è davvero spettacolare e imponente, dalla cime delle piramidi la
vista è incredibile e da sola vale una fermata a Mexico City.
Dall’ingresso del sito percorrendo la strada principale (Viale dei
morti) alla Piramide del Sol ci sono circa 2 km... (nel corso del quale il sole
picchiava e mi sono guadagnata anche una bella
scottatura!) ci abbiamo passato una giornata intera. In Messico è stato il sito
che mi è piaciuto di più anche se la battaglia è dura visto che tra i
concorrenti figurano anche
Palenque e Chichen Itza .....
Per
tutte le tre sere in cui siamo rimasti a Mexico City, lungo il percorso
di ritorno dal centro al nostro hotel sempre a sera
tarda, abbiamo incontrato la stessa scena: un gruppo di mariachi vestiti
di tutto punto con il loro tradizionale costume in mezzo ad una delle strade più
trafficate, giocavano con le auto come se fossero in una arena e loro fossero
dei toreri ..... cercavano di frenare le auto, le quali si fermavano per non
investirli e poi ripartivano velocemente suonando il clacson... in
un’occasione vidi arrivare un’auto della polizia con il lampeggiante acceso
e ci fu un fuggi fuggi generale.
Tutt’ora
mi sfugge il significato di tale attività: certo è, che fosse stato un
autostop sarebbe stato davvero originale e di sicuro sembravano divertirsi
davvero tanto.... Chissà che combinavano!
La
seconda tappa è stata la città di Oaxaca raggiunta verso le 5.30 del mattino
con l’autobus ADO dopo circa sei ore di viaggio notturno.
Dopo
esserci sistemati al Posada
Margherita (pulito ed economico) siamo andati a fare colazione in uno dei locali
nella bella e caratteristica
piazzetta principale, abbiamo ordinato la colazione “tipica di Oaxaca” come
scritto sul menù il quale però non specificava cosa fosse, così alle 8 del
mattino ci siamo visti arrivare un bel piatto con una mega fettina di carne con
tanto di crema di fagioli, formaggio e sopra uno strato di cipolla.
Credo che le nostre espressioni siano state così eloquenti e disperate
da far morire dalle risate i componenti del tavolo vicino: tutti e tre messicani
che si prendevano il “the all’inglese”... Naturalmente passata la fame ci
siamo bevuti solo il the e non abbiamo ordinato altro; ma non finisce qua,
mentre ce ne stavamo andando il cameriere ci corre dietro mettendoci fra le mani
due scartoffi: eh si! Vedendo che non avevamo toccato cibo ha pensato bene (in
buona fede) di incartarcelo e mettercelo da parte con la speranza che prima o
poi ci sarebbe venuta fame... inutile a dire che i tre messicani dopo
l’ennesima nostra sventura ormai erano proprio piegati dalle risate... La
persecuzione dei fagioli !!!
Oaxaca
è una cittadina coloniale molto carina e tranquilla, oltre alle varie piacevoli
passeggiate che abbiamo fatto nei dintorni è una buona base per visitare Monte
Alban, l’antica capitale Zapoteca, niente a che vedere con Teotihuacàn, ma
tutto sommato vi abbiamo trascorso
una bella mezza giornata, inoltre ci sono dei bei punti panoramici. Ad Oaxaca
nei pressi dell’Hotel Rivera (luogo in cui partono gli autobus per Monte Alban)
abbiamo visitato una delle varie cioccolaterie e Mezcalerie presenti con tanto
di assaggi. In particolare nella cioccolateria, in circa 50 mq c’era
un’attività frenetica: le macchine che lavoravano i chicci di cacao, un
bancone dove si vendevano molti tipi di cacao ottenuto dalle diverse fasi di
lavorazioni, con tanto di gente locale che faceva la fila per comprarlo il tutto
a suon di musica latina che più o
meno riusciva a coprire il rumore delle macchine e in più un altro bancone per
la degustazione dove ci stavo appollaiata io con un commesso che mi ha dato
talmente tanto cioccolato da non riuscire a finirlo (il che è davvero strano
...) Sono stati veramente gentili, mi hanno anche permesso di riprendere le
macchine al lavoro e varie clienti si sono avvicinate per farci delle domande
sull’Italia. Giorgio ha preferito gli assaggi della Mezcaleria al cioccolato .
La
terza tappa è stata Puerto Escondido, abbiamo viaggiato sempre di notte e ci
abbiamo impiegato 10 ore. Il posto
è bello, la maggior parte dei
turisti presenti (pochi) sono surfisti, le onde sono veramente alte, in varie
spiagge è difficile oltre che pericoloso fare il bagno, la risacca è forte. Ci
siamo sistemati da Dan e Carmen’s a Playa Zicatela, molto bello e pulito, i
proprietari (canadesi) sono molto simpatici e ci hanno dato dei buoni consigli.
Principalmente
siamo stati a Playa Zicatela, ci siamo divertiti, è un posto piacevole, abbiamo visto dei tramonti
indimenticabili.
Quarta
tappa: San Cristobal De Las Casas,
14 ore di autobus ci hanno distrutto, l’ultimo tratto in particolare sono 70
km di curve e topes e si sale a 2.160 mt. In
genere non soffro di mal d’autobus: lì ho pensato di morire! La strada è
brutta ma il paesaggio ripaga .
Giorgio naturalmente ha dormito per tutto il viaggio ad eccezione del
momento in cui dal portapacchi è caduto qualcosa
precisamente sopra il suo piede che date le dimensioni sconfina sempre
sul corridoio centrale... credo che pur non essendoci italiani nell’autobus
nessuno dei presenti abbia avuto difficoltà a sentirlo e soprattutto a capire
la sua imprecazione (tanto per usare un eufemismo).
Alloggiamo
all’ Hotel Plaza Central: economico
e pulito.
S.
Cristobal è al di sopra di ogni aspettativa: è semplicemente meravigliosa; è
una cittadina coloniale ma è nettamente diversa da Oaxaca, non è paragonabile:
è piena di indigeni vestiti con i costumi tradizionali
e non sono ad uso turistico: lì tutti i giorni si vestono veramente così.
Un abitante di S.Cristobal ci ha
fatto notare che per mantenere le loro usanze e i loro costumi intatti (anche a fini
turistici ma non solo), il Governo messicano versa loro degli aiuti in
denaro. Il discorso venne fuori quando vedemmo delle file veramente lunghissime
(si parla di centinaia di persone) “straripare” fuori dalle porte delle
varie banche, così alla prima occasione utile
all’interno di un negozio chiedemmo al commesso se questo fosse il
giorno in cui venivano pagate le pensioni....la risposta fu che era “il giorno
degli aiuti” e ci fece notare che non si trattava di una tantum ma dei veri e
propri supporti mensili.... dal tono in cui ci è stato detto abbiamo capito che
tale signore non aveva molta simpatia per gli indigeni oltretutto quando gli
abbiamo fatto notare che la gente non sembrava affatto irritata dalla situazione
di attesa lui ci rispose seccamente che era ovvio, visto che tanto poc’altro
dovevano fare a casa...
San
Cristobal è piena di colore e di vita: ovunque donne e bambini
che ti si avvicinano per venderti qualche oggettino artigianale: dai
braccialetti e cinturine a coloratissime coperte. Acquisti qualcosa da un bambino e
nel giro di 3 secondi ti ritrovi sommerso da decine di manine che cercano di
attirare la tua attenzione: è difficile dire di no.....
Nei
colorati mercatini Giorgio si è
dato alla pazza gioia con gli
acquisti tanto che alla fine ci siamo dovuti comprare una sacca…. Peggio dei
figli!
L’esperienza
più bella fatta nel Chiapas è stata la visita al villaggio San Juan Chamula,
(siamo stati anche a Zinancanten ma dopo aver visto il primo, questo rimane poca
cosa). Siamo andati accompagnati da una guida visto che non è molto sicuro
andare da soli: sembra che gli abitanti del luogo pur essendo molto abituati al
turista (infatti ne abbiamo incontrati molti) non sono molto socievoli e ci
tengono a rimanere “distaccati” dal mondo esterno. Innanzitutto abbiamo
parcheggiato di fronte al cimitero che era stracolmo di fiori visto che la
nostra visita è caduta proprio nel giorno dei morti, ma oltre ai fiori e alle
pecore felici che correvano da una tomba all’altra abbuffandosi
indisturbate, abbiamo notato anche molto cibo appoggiato sopra le tombe.
Secondo la loro credenza i morti in questa giornata fanno visita ai loro cari e
per l’occasione quest’ultimi gli fanno trovare il cibo che più gli piaceva
quando erano in vita. Le croci sono colorate in base all’età al momento della
morte: croci bianche per i bambini, nere per gli anziani e blu per gli altri.
La piazza di San Juan Chamula è
interamente occupata da un mercato, c’è molto movimento, qui ho potuto
ammirare i visi più belli e più particolari di tutta la mia vacanza per non
parlare poi dei costumi…. La
maggior parte degli uomini indossa un giaccone di lana di pecora e un cappello
chiaro, molte donne hanno delle trecce lunghissime fermate con lacci colorati.
La guida mi ha detto che posso fotografare ciò che voglio al di fuori
dell’interno della Chiesa (dove è assolutamente vietato e si rischia davvero
il linciaggio...) ma come tiro fuori la fotocamera vedo che mi lanciano delle
brutte occhiatacce, un po’ mi intimoriscono ma non mi hanno certo scoraggiato:
mi metto seduta in un angolino e al momento opportuno senza disturbare e dare
nell’occhio mi porto a casa dei bei momenti.
L’entrata nella Chiesa è stata veramente
emozionante: sebbene prima di partire ci eravamo ben documentati, niente ti può
preparare e rendere l’idea di quel luogo. Innanzitutto c’è un fortissimo
odore d’incenso e il suo fumo è sparso per tutta la Chiesa, ovunque candele
accese, il pavimento è interamente ricoperto da aghi di pino c’è gente da
tutte le parti: gente che è seduta per terra , che dorme,
che suona, che beve, che cammina, una signora sta torturando un povero
pollo vivo passandolo più volte
sopra la fiamma di una candela ; la guida ci dice che probabilmente la signora
sente di essere invidiata e con questo rito cerca di tenersi lontana
l’invidia..... La musica ripete
sempre la stessa cantilena tanto che me la sentirò nell’orecchio per tutto il
giorno. C’è una notevole quantità
di bottigliette d’acqua gassata, coca cola e birra e tutti se le scolano,
dagli adulti ai bambini, il risultato sono una serie di rutti e di altri rumori
di diversa origine che “spettinano”... la guida mi dice “senti gli spiriti
maligni che scappano via?...”ti credo che scappano!?!?!
La Chiesa è cattolica ma sconsacrata
e vi vengono fatti continuamente dei riti tutt’altro che cattolici, la
gente del villaggio passa una notevole quantità di tempo all’interno della
Chiesa. In Messico la poligamia non è consentita ma a San Juan Chamula si, nel
senso che lì i matrimoni non sono soggetti a registrazione quindi è difficile
dimostrare la poligamia anche se di fatto è la regola. I matrimoni avvengono
tra abitanti del villaggio: non ci si mischia con abitanti di altri villaggi in
tal modo si tiene anche sotto controllo il diffondersi di malattie esterne; si
è tutti in qualche modo imparentati. I bambini non vanno a scuola è la vita
che insegna loro a vivere....
Le
tappe successive in Chiapas sono
state: il Canon di Sumydero, le cascate di Agua Azul,
Misol-Ha e Palenque prima di spostarci in Guatemala alla volta di Tikal.
Con rammarico abbiamo dovuto rinunciare alla laguna di Montebello visto il poco
tempo a disposizione, anche se…. potessi tornare indietro….
il
Canon di Sumidero lo si visita via
fiume in lancia e il punto di approdo
è Chapa de Corzo: aspettano che la barca si riempia, ti fanno indossare un
giubbetto di salvataggio e poi ti portano a fare un giro con una guida che ti
racconta l’origine e la fauna presente. Il paesaggio è molto bello, abbiamo
avvistato anche un coccodrillo che prendeva il sole sopra una roccia: sembrava
impagliato tanto era immobile .... Ci sono delle pareti con molti cactus. Dopo
pranzo ci rilassiamo a Chiapa de Corzo tutta addobbata a festa e facciamo una
visita al mercato locale.
Per
le cascate e Palenque, invece di spostarci con l’autobus
abbiamo acquistato presso la piccola ma efficiente agenzia viaggi
all’interno del nostro Hotel Plaza Central
un comodo servizio di
trasporto di sola andata su
minibus con destinazione finale in
serata a Palenque City (base per raggiungere Tikal).
Quindi di buon mattino abbiamo caricato i bagagli e abbiamo
definitivamente salutato la nostra San Cristobal. Sul minibus c’erano altri 6
turisti (francesi e tedeschi), l’autista (per modo di dire) ha guidato in
maniera criminale: sono stata tutto il tempo a mani giunte…. Siamo scesi a
tempo di record e ci ha accompagnato agli ingressi delle cascate e di Palenque,
lasciandoci tutto il tempo necessario per visitarle per conto nostro. Carine le
cascate, in particolare Agua Azul che nonostante il periodo era azul e non
marrone come mi aspettavo. Palenque è molto bella, immersa nella foresta
tropicale ed è stato molto piacevole passeggiarci, si estende oltre 15
kmq ma
oltre al nucleo centrale poco altro è stato portato alla luce
e ripulito. Nel finale ci siamo beccati un acquazzone da guiness che
oltre a infradiciarci ci ha costretto a tornare di corsa nel minibus.
Ultima fermata Palenque City, dove siamo scesi verso le 19 di sera sotto
il diluvio. Lasciati i bagagli
siamo andati di corsa nell’ufficio turistico per prenotare il viaggio che
l’indomani ci avrebbe condotto
sino a Flores, il loro supporto non è stato così sostanziale visto che si sono
limitati ad indicarci la direzione dell’agenzia
di viaggio vicina….
La
mattina alle 5 ci passa a prendere un minibus, vi sono giusto 2 posti liberi,
gli altri occupanti sono tutti locali che scenderanno via via nei villaggi prima
di attraversare la frontiera. Sarà un viaggio scomodo, lungo visto che
arriveremo a Flores solo per cena ma che ci ha regalato dei momenti molto
intensi. Il minibus ci scende a
Frontera Corazal da li facciamo un tratto con la lancia dalla sponda messicana
del Rio Usumacinta e scendiamo sulla sponda guatemalteca dove sprofondiamo nel fango, un gentile guatemalteco mi tende una mano e mi
aiuta, oltre a prendermi il bagaglio, dei maiali ci vengono incontro festanti.
Troviamo già un bus ad aspettarci ma ci dicono che partirà solo quando
sarà pieno e noi siamo solo in due …. Forse fra un’oretta ci dicono.. Non
capisco se è un bus privato o servizio pubblico. Ci armiamo di pazienza ed
aspettiamo nel cortile di una casa: lì vive una famiglia, possiamo riposare
sulle loro amache, se vogliamo possiamo anche
mangiare. Ho bisogno di fare pipi: mi chiedono 2 pesos per poter usare il
bagno, naturalmente ho una banconota da 20 e loro naturalmente non ci danno il
resto neanche di 10, ci stanno almeno 5 persone adulte e non fanno neppure il
gesto di cercarli nelle tasche, mi fanno intendere che se voglio andare in bagno
glieli devo lasciare, la cosa mi irrita, così
senza altre storie gli dico che userò la boscaglia lungo il fiume,
loro fanno spallucce, Giorgio già se la ride! Naturalmente per avere un po’ di privacy dovrò
richiedere la sua cooperazione visto
che i maiali tutt’altro che timidi non mi danno pace! E sempre nell’attesa come dimenticarsi dei tacchini “inquieti”?
Noi ci dondoliamo nelle amache e ogni tanto te li vedi capitare vicino e
gonfiarsi emettendo dei suoni come quando si tendono le corde di chitarra….
L’attesa non è stata breve ma non
possiamo dire di non esserci divertiti… c’è molto movimento intorno a noi.
Arrivano molti turisti, non gruppi organizzati, si caricano tutti i
bagagli sopra l’autobus e finalmente si parte. Durante il tragitto,
rigorosamente in strada bianca, l’autista si ferma per far attraversare un
pitone.. che spettacolo! Arriviamo alla frontiera, ci fanno tirar giù tutti i
bagagli, il bus riparte e ci aspetta 100 mt più avanti, noi sbrighiamo le
formalità doganali e cambiamo qualche $. Dopodiché senza controllare o aprire
alcuna valigia ce le fanno ricaricare sopra il bus: chissà per cosa ce le hanno
fatte scendere? Ripartiamo e nel bus inizia a passare un ragazzo locale che
chiede a tutti se hanno già un alloggio in Flores: chi già ha prenotato verrà
sceso nei pressi di tali alloggi
invece a chi come noi non ha prenotato niente viene proposto di vedere
delle camere nuove e a buon mercato nel centro;
Accettiamo di vederlo visto che non ci costa niente, siamo una decina.
L’alloggio si rivela veramente ottimo: carino, lindo e economico e ci
sistemiamo immediatamente in massa; purtroppo mi sono dimenticata di annotarne
il nome e non era segnalato dalle guide... Visto il successo ottenuto il ragazzo
ci propone di accompagnarci il giorno seguente a Tikal
e di goderci l’alba da lì, facendoci notare che a Tikal di regola non
si può entrare prima delle 7 del
mattino e lui volendo può ottenere un permesso speciale... siamo un attimo
titubanti potrebbe essere la cd
“sola” visto che è la prima campana che sentiamo, certo è che la proposta
è molto allettante oltretutto il prezzo è buono e vista l’ora non sappiamo
se troveremo agenzie aperte, così senza pensarci troppo accettiamo, anche gli
altri fanno lo stesso. Così il ragazzo riscuote i soldi e se ne va con la
promessa di passarci a prendere alle 4 del
mattino davanti all’alloggio. Quando l’abbiamo visto partire credo che tutti
ci siamo fatti la stessa domanda: lo rivedremo? Ebbene si! Puntualissimo con un
pulmino e un autista….E’ stata un’esperienza unica!
Il
viaggio per arrivare a Tikal è stato molto inquietante: sembrava di viaggiare
in mezzo al niente : era buio pesto, non c’era nessun altro veicolo in giro,
le strade non illuminate, l’unica altra forma di vita che abbiamo visto grazie
ai fari del pulmino erano i cani . Vediamo
una volante della polizia nell’altro senso di marcia che dopo averci
incrociato rigira e ci viene dietro, il nostro autista
si ferma, scende con il nostro accompagnatore
e va a parlare con i poliziotti, uno dei quali mette la testa dentro il pulmino
e ci punta la torcia uno ad uno ma non ci chiede niente,
poi riscende scambia alcune
parole con il nostro autista e se ne va....e tutti tiriamo un bel sospiro di
sollievo! Nel momento
in cui abbiamo incrociato la polizia tutti abbiamo fatto commenti chi ad
alta voce chi bisbigliando ma comunque in tono leggero e scherzoso: dopo tutte
le storie metropolitane che girano sui poliziotti corrotti
e sulle piccole tangenti pagate per evitare guai più grossi..... sta a
vedere che è arrivato il momento di mettere mano al portafogli?! Poi quando ce
li siamo ritrovati dietro col lampeggiante acceso e il nostro autista ha fermato
il mezzo senza alcun commento: lì è calato un silenzio di tomba per non
parlare di quando il poliziotto si è affacciato dentro.
Arriviamo
all’ingresso del parco quando è ancora buio pesto: ci attende una guida che
ci da subito secche istruzioni: di metterci in fila , di chiudere il becco e di
camminare velocemente, lui starà a capo della fila con una torcia; ci
impiegheremo circa mezz’ora e cammineremo nella jungla più totale senza
vedere dove mettiamo i piedi. La
camminata è stata incredibile: non riuscivamo a vedere niente, cercavamo di
stare al passo con la coppia avanti a noi e di seguire la limitata luce della
pila; tutto quello che ci
circondava in quel momento per quanto io possa sforzarmi di raccontarlo non
riuscirò mai a rendere l’idea a chi non c’era e non ha vissuto quel
momento: una camminata di notte in mezzo alla jungla con tutti quei suoni, quei
richiami di animali, quelle radici
degli alberi che c’impedivano di camminare bene e non vedendole puntualmente
inciampavamo, la vegetazione che sembrava in qualche modo frenarti quanto era
fitta, nessuno proferiva parola e poi l’incanto arrivati presso un tempio di
discreta altezza saliamo sui gradini e aspettiamo l’alba vedendola arrivare
piano piano col sottofondo dei richiami degli animali e in particolar
modo delle scimmie urlatrici che più che richiami di una scimmie sembravano
essere un richiamo di giaguari tanto era forte. Siamo rimasti fermi appollaiati
sui gradini per un’oretta buona, ci siamo goduti il risveglio di Tikal fino in
fondo dopo di che la guida si è
offerta di farci fare un giro
all’interno del parco, naturalmente nessuno si è dissociato. Tikal è il
centro di una delle più importanti civiltà maya del passato, fu abbandonata
circa 1000 anni fa ma non fu mai scoperto cosa lo causò. Il parco archeologico
attuale è di circa 1000 kmq, ma soltanto i 20 kmq del centro sono stati
accuratamente cartografati; in tale
"centro" sono stati identificati più di tremila edifici: templi,
palazzi, residenze, santuari e centinaia di monumenti di pietra, in particolare
le famose "stele" che sono state usate per decifrare l'alfabeto Maya.
La
notevole estensione in tutte le direzioni, ha portato vari archeologici ad
ipotizzare che Tikal fosse una metropoli delle dimensioni dell'antica Roma, se
non più grande. Bellissima la Grande Plaza, nonchè il tempio delle Maschere,
del Giaguaro, ma ce ne sono così tanti... Dalla cima dei tempi c’è
una vista fantastica sulla jungla, nonostante l’altezza dove ti giri vedi solo
ed esclusivamente jungla. La vegetazione è fantastica, ci sono degli alberi con
delle radici enormi che escono dal terreno, vediamo vari tipi di uccelli, i
tucani, i pavoni, le scimmie urlatrici che si rincorrono da un albero
all’altro facendo un gran casino, e poi la guida che ci racconta di come fosse
la vita là un tempo... dicono che attorno a Tikal abbondano i giaguari e
persino i puma, ma sembra che non attacchino l'uomo. Ci ha anche spiegato che
tutti quei grossi vermi che vediamo per terra sono molto rinomati nella cucina
guatemalteca e ipotizza che probabilmente qualcuno di noi li ha già assaggiati
senza rendersene conto....per fortuna la sera prima mi sembra di aver mangiato
pesce del lago...non me l’avranno grattato sopra al posto del limone...chissà
invece la zuppettina di Giorgio cosa nascondeva!
Dopodichè ci ha lasciato là a passeggiare da soli specificando che potevamo rimanere finchè ne avessimo avuto voglia visto che avevamo un tipo di biglietto che ci permetteva di tornare a Flores con un qualsiasi autobus disponibile trovato all’uscita.... e così è stato…. Abbiamo trascorso la giornata più emozionante dell’intera nostra vacanza non che le altre siano state noiose o brutte ma Tikal è andata oltre. Parte fondamentale di questa emozione sicuramente è data dal momento e dal modo in cui è stata svolta la visita: probabilmente la stessa visita fatta non all’alba ma in un altro momento della giornata senza tutto il contorno che c’è stato sarebbe sicuramente stata ugualmente bella ma non così emozionante. Unico neo: le zanzare...la guida stessa ci ha detto che quella è una zona malarica e le zanzare ce ne stanno davvero tante specialmente quando ci siamo allontanati dalla Piazza Grande per scovare qualche tempio più nascosto, lì ce ne stavano davvero tante: un repellente è davvero necessario.
Il
giorno successivo nel primissimo mattino abbiamo ripreso un autobus e siamo
partiti in direzione del mare: comunque per rientrare in Messico a Chetumal si
passa per il Belize: inizialmente nel nostro primo itinerario preparato
dall’Italia avevamo previsto di
fermarci qualche giorno a Tulum per poi spostarci a Cozumel e fare qualche
immersione ma l’uragano Wilma che passò nel momento in cui stavamo a Mexico
City ha modificato i nostri programmi: saltiamo Cozumel , facciamo immersioni a
Cayo Caulkner in Belize e poi rientriamo in Messico e ce ne andiamo a Tulum che
non sembrava aver subito danni, ma
neanche questo itinerario ha avuto fortuna visto che per tutta la settimana
le previsioni del tempo per Cayo
Caulkner erano brutte, in effetti quando siamo passati in autobus a Belize City
diluviava... perciò abbiamo deciso di saltare Cayo Caulkner
e di andare direttamente a Tulum. Così è stato, nel tardo pomeriggio
rientriamo in Messico da Chetumal nell’autobus siamo rimasti in sei turisti , passato il controllo doganale un autista di un
altro bus sale nel nostro e ci chiede dove siamo diretti, quando apprende che
andiamo tutti a Tulum si propone di farci salire sul suo autobus che parte fra
un quarto d’ora e ce lo indica, l’alternativa
è di aspettare un ora e di
prendere “quelli soliti”... Non ci facciamo pregare, abbiamo voglia di
arrivare a Tulum: è tutto il giorno che viaggiamo! Prendiamo i nostri bagagli e
li carichiamo nel nuovo bus dopo avergli pagato il biglietto:
nell’autobus non ci sono persone presenti ma la maggioranza dei posti
sembra essere occupati da oggetti. Tempo mezz’ora (e non un quarto d’ora) e
il bus si riempie di messicani che non sembrano così felici di trovarci là,
anzi: ci fanno alzare e cambiare posto varie volte visto che qualunque posto
occupiamo sembra essere stato prima occupato da qualcun altro di loro... sento
le prime imprecazioni in tedesco e in ceco da parte degli altri 4 ragazzi che
hanno fatto il viaggio con noi da Tikal.... secondo quei messicani noi non
dovremmo stare lì dentro (anche se abbiamo pagato il biglietto... pur non
avendolo materialmente, dato che
l’autista si è intascato i soldi senza staccarci il biglietto...)ci dicono
che la loro è una gita privata, è un viaggio religioso.... e noi non
c’entriamo niente! L’autista rimane muto come un pesce e noi rinunciamo a
dare spiegazioni, siamo stanchi. Giorgio
è un paio di sedili aventi a me.
Dopo poco il malumore passa e inizia l’opera di conversione da parte di una
signora di fianco a me: ha una gran voglia di chiacchierare di Dio e della
Chiesa e di spiegarmi. Giorgio invece vorrebbe vedere il film che trasmettono ma viene
coinvolto dalle vicine di posto, il clima si
anima: ogni tanto mi lancia sguardi disperati. Gli arriva anche un panino in
fronte: una signora sedute tra i primi posti sbaglia decisamente lancio
provocando risate generali....Vedo istinti omicidi riflessi nei suoi
occhi…Prima ci volevano lasciare per strada sotto il temporale poi non ci
mollano per un momento: situazione tutta da ridere se non fosse per la
stanchezza!
Scendiamo
a Tulum City a sera inoltrata, il tempo non è benevolo continua a piovere.
I
tre giorni passati a Tulum siamo stati bene peccato il tempo non proprio
benevolo, ci dicono sia la coda dell’uragano, al mattino tutto sommato anche
se un po’ nuvoloso si stava bene il
pomeriggio in genere peggiorava. Molto bella Playa Parayso anche se le palme
sono un po’ spelacchiate a causa dell’uragano. Comunque ci siamo trovati in
spiagge bellissime deserte o comunque con pochissimi turisti. Il mare ha dei
colori incredibili, specialmente quando il cielo si riempie di nuvole
e i raggi del sole riescono in qualche modo a filtrare, il contrasto è
molto forte. I colori sono così intensi e forti che riguardando da casa le foto
sembrano essere state modificate con il Photoshop.
Ci
facciamo una immersione nel Gran Cenote: un posto meraviglioso oltretutto è la
nostra prima immersione in grotta e non siamo proprio tranquillissimi visto che
nella peggiore delle ipotesi nelle immersioni in mare si risale, lì se risali
prendi una capocciata sulle stalattiti. Lo Yucatan è caratterizzato da una rete
capillare di fiumi e canali sotterranei e le aperture che portano in superficie
prendono il nome di cenotes. Quello
scelto da noi è composto da molte caverne ed molto luminoso per la luce che
entra da zone diverse, ti trovi a
passare fra stalattiti e stalagmiti, mi ricordo delle bellissime pareti bianche
e pochi pesciolini che ti nuotano intorno. Quando poi i raggi del sole riescono
a filtrare e illuminano quelle meravigliose formazioni si crea un’atmosfera
irreale. Assolutamente da non
perdere.
Visitiamo
il sito di Chichen Itza con la sua
piramide più fotografata di tutto il Messico è molto ben tenuta ed è piena di
turisti e di venditori. Naturalmente prendiamo un bell’acquazzone anche là, rimanendo bloccati in cima per un’oretta, ma ci godiamo di
più il momento visto che tutti i turisti spariscono e noi rimaniamo da soli in
cima a goderci in pace quello strepitoso panorama che si gode da lassù con la
pioggia che scende fitta sulla foresta. Si stava proprio bene…..
Ci
spostiamo verso Mahahual per fare un paio di immersioni, Cozumel
e Isla Mujeres almeno per il momento sembrano essere off-limits: l’uragano là
ha fatto davvero dei grossi danni; sembra che manchino acqua potabile e energia
elettrica e i traghetti giustamente
sono fermi.
Mahaual
è un grazioso paesino attraversato da una strada di sabbia battuta; prima
di partire avevo letto che veniva definito come un posto “fuori dal mondo”
ancora lontano dal turismo di massa come Tulum o Playa, dove molti andavano per
ritrovare se stessi, per stare in pace. Se
le persone che hanno scritto questo tornassero a Mahaual ora, in una giornata da
crociera avrebbero serie difficoltà a ritrovarsi....
Forse
l’idea del luogo fuori dal mondo la dava qualche tempo fa, prima che ci
attraccassero le grandi navi da crociera. Un pontile è perfettamente operante
ed il secondo è in costruzione. Dopo la prima giornata ne è arrivata una e il
paesino è stato completamente invaso, altro che Playa del Carmen..... forse erano
più numerosi gli ospiti della nave che gli abitanti; c’era una fila di taxy gialli che stonava sia con il carattere del paesino che un
tempo doveva essere stato di pescatori, sia con la dimensione dello stesso:
tutto ciò per non fare affaticare gli ospiti delle crociere con una camminata
di un quarto d’ora dal paesino al
ponticello di attracco.......il paesino si era trasformato in
una bancarella.
Il
mare pur avendo dei bei colori non
è paragonabile a quello visto a Tulum
e le spiagge almeno quelle là intorno non sono così belle oltre ad essere
molto piccine.
Comunque
a parte questo lo snorkeling e in particolare le immersioni
con il Blue Ha Diving Center sono state ottime, da questo punto di vista
Mahaual offre molto. Il Diving che ho citato oltre ad essere molto professionale
ha uno staff davvero simpatico e accorto a quelle che sono state le nostre
esigenze. Indimenticabile è stato l’incontro con
le mante che ci sono passate di fianco e poi sparite
nel giro di pochi secondi: una emozione incredibile.
Ultimi
due giorni... ci avviciniamo all’aeroporto e ci spostiamo a Playa del Carmen,
non è il tipo di posto per il quale impazzisco, tutt’altro ma tutto sommato
siamo stati bene anche là. Abbiamo alloggiato al Posada Barrio
Latino, le camere sono molto ben tenute e carine, all’ingresso un
cartello ci dice “E’ vietatissimo dar da mangiare ai cani!” Dopodiché mi
vedo arrivare 2 vitelli che in condizioni normali dovrebbero essere stati un
labrador e un cocker… sono affettuosissimi.
Il proprietario è italiano, ci dice che durante l’uragano dopo aver
inchiodato le finestre è rimasto chiuso dentro per giorni senza luce, ma tutto
sommato lì non ha fatto tanti danni come sulle isole e a Cancun (dove
addirittura ci dice che sono stati avvistati anche coccodrilli tra le acque che
hanno invaso la città..) anche se nei giornali italiani sembrava che
l’uragano avesse spazzato via buona parte della costa messicana….è stata
una esagerazione mediatica che in
molti casi ha fatto più danni dell’uragano: è
vero che le palme erano senza “pennacchi” e alcuni bungalow sulla spiaggia
sono stati distrutti (anche perché l’uragano è arrivato da lì) ma per
quello che abbiamo visto non c’era questa distruzione di costa raccontata dai
media, anzi al contrario… a due settimane dall’uragano c’era qualche
ristrutturazione in corso ma niente di più, i ristorante e gli alberghi erano normalmente funzionanti la spiaggia era a posto… L’uragano
ha interessato seriamente punti precisi e non l’intera costa messicana.
Anche
i locali lamentavano il fatto: i turisti vedendo i telegiornali avevano cambiato
destinazione e abbandonato Playa del Carmen senza essercene motivo, i villaggi
italiani erano vuoti.
Passiamo
due giorni di relax fra bagni in un mare stupendo, spiagge ampie, pochissimi turisti
e sole in quantità. Dopodiché decolliamo da Cancun con destinazione finale
Roma facendo scalo a Mexico City dove abbiamo avuto la fortuna di fotografare
oltre che la città dall’alto anche il Popocatepl (il vulcano attivo più alto
del Messico).
E’
stato un viaggio indimenticabile e meraviglioso con tanti fuoriprogramma,
sicuramente ha superato di molto le aspettative già considerevoli della
partenza.
CONSIDERAZIONI
SU TRASPORTI, ALLOGGI E CIBO
Non
è un viaggio difficile da organizzare: con un po’ di pazienza si arriva
ovunque.
La
guida della Lonely Planet c’è stata come al solito molto utile.
Nei
nostri viaggi in genere noleggiamo
un auto, qua abbiamo rinunciato per vari motivi: le strade sono mal messe e mal
segnalate specialmente nel Chiapas (piene di curve, topes, buche e mal
illuminate), se succede qualcosa ho letto che in genere il messicano tende a
tagliare la corda visto che se interviene la polizia ci può essere un arresto
preventivo al fine di verificare di chi sia la colpa, il noleggio è costoso e
gli spostamenti sono veramente lunghi , le distanze sono enormi ed è
sconsigliato guidare di notte, oltretutto sconfinando qualche giorno in
Guatemala avremmo avuto ulteriori problemi. Mentre l’autobus oltre ad avere
una rete veramente estesa e efficiente ci ha permesso di spostarci anche di
notte, senza perdere tempo e il tutto ad un costo molto contenuto.
Per
quanto riguarda gli alloggi avevamo prenotato solo le prime notti a Città del
Messico per il resto reperire alloggi puliti e a buon mercato in uno dei posti
dove siamo passati è stato semplicissimo sia arrivando di giorno che di notte
(viaggiando in bus capita).
L’incontro
con la cucina messicana invece non è stata un granchè...
ma ero partita preparata, in genere sono una buona forchetta ma
se c’è una cosa che proprio non riesco a mandare giù sono i fagioli e
il cibo piccante.... ho rischiato di strozzarmi varie volte.
Mi sono salvata a volte con
la carne cotta alla brace specificando che non volevo alcun tipo di condimento
piccante e al mare con il pesce (ho mangiato kg di
squisiti camarones...) Mangiavo
volentieri “gringo” che a differenza delle tortillas non vengono fatte con
farina di mais o grano duro ma con farina bianca.. L’unico posto dove posso
dire di essere stata veramente da Dio è stato a Playa del Carmen il ristorante
“El Asadores” vicino la camera iperbarica, non citato dalle guide ma
consigliato giustamente da altri turisti, ho mangiato della carne squisita.
Enrica