MAURITIUS

Racconto di viaggio 2006

di Marina Grasso

 

 

       

 

Negli ultimi anni è nell’immaginario di molti come isola tropicale dal mare trasparente e palme sull’acqua, ma pochi sanno dove si trova veramente, e così era anche per me fino a poco tempo fa.

Mauritius è situata nella parte sud –est dell’Africa al largo del Madagascar, in pieno Oceano Indiano e a metà strada tra India e Africa.

Proprio questa sua posizione “ibrida” le dona quelle caratteristiche così particolari che subito colpiscono il visitatore: usanze indiane, africane e cinesi che si mescolano in modo inconsueto e, concentrate in così poco spazio, molte etnie e civiltà diverse,  a cui si aggiungono Inglesi e Francesi, ultimi colonizzatori del posto.

La prima impressione, quando si arriva, è di una distesa di verde vivo, modellato in modo ancora più dinamico da una serie di rilievi alti e scultorei che si scorgono un po’ ovunque, certo il clima durante la nostra stagione estiva non è dei migliori laggiù perché siamo in inverno, e alberi, fiori e animali non si possono vedere nel massimo del loro splendore di colori, ma è pur sempre un tuffo al cuore per chi viene da una città occidentale.

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Mauritius è un concentrato di bellezze naturali in uno spazio ridottissimo, che lascia a bocca aperta il più insensibile dei turisti, ma purtroppo non è solo questo……..

Come tutti i posti, l’atmosfera che si respira non è dovuta solo alla natura, ma anche ai suoi abitanti, purtroppo, questa isola, per le sue enormi risorse e bellezze, è diventata in poco tempo meta di un turismo d’elite (trad. dove i villaggi costano più cari) e questo ha fatto sì che anche la gente del posto ne fosse influenzata, certo, se stai chiuso due settimane nel recinto del tuo resort non ti accorgi di nulla, ma se, come noi, affitti una casa dai locals e un pick-up in cui viaggi in dieci, le cose cambiano un po’………vai a fare la spesa,  vai a pescare, giri per i posti inesplorati, fai amicizia con le persone del posto, esci la sera,  insomma, capisci subito che Mauritius non è poi così semplice e pura come pensavi, c’è tanta delinquenza, furti e rapine, di cui le vittime sono i turisti inesperti e un po’ ingenui.

Noi, per esempio, stavamo a Le Morne, un posto magnifico dove la costa crea una grande ansa con una lingua di spiaggia sormontata da un alto picco, qui ci sono una decina di bellissimi “villaggi esclusivi” che ogni giorno venivano rapinati dalla stessa banda che, a detta dei locali, tutti conoscevano, ma che, se acciuffati sul fatto, venivano liberati due giorni dopo dalla Polizia e tutto ritornava normale.  

 

 

   

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A parte questa spiacevole sensazione di squilibrio che si percepisce tra bellezze naturali e bruttezze umane, di cui noi turisti, riconosco, siamo la causa prima, Mauritius nasconde una miniera di cose bellissime da vedere: le vecchie aziende produttrici di zucchero di canna, antichi stabilimenti coloniali dell’Ottocento di sapore inglese; i magnifici parchi pieni di uccelli, fiori multicolori e cascate mozzafiato; le meravigliose spiagge di sabbia bianca e palme tropicali come Flick and Flack  e l’isola dei cervi; i fondali di barriera ricchi di pesci fantastici, delfini, balene e tartarughe; le terre rosse di Chamarel.  

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Purtroppo però tutta questa bellezza esplosiva di cui l’isola è ricca è talmente organizzata e strumentalizzata dallo sfruttamento turistico, da perdere molto del suo fascino perché comunque a ognuno di noi piace trovare in ogni luogo dei tesori nascosti, degli angoli di paesaggio e delle sensazioni solo nostre…….per questo noi spesso vagavamo nei campi di canne da zucchero per  tagliare e succhiarne un tronchetto e fermarci a bucare l’albero dell’acqua per dissetarci con questo inaspettato regalo della natura.  

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Un altro hobby della nostra grande comunità di dodici persone, era la cucina, io come sempre mi cimentavo nell’apprendere le tradizioni culinarie locali, in parte indiane e in parte africane, fatte di piatti a base di riso e verdure, pollo e pesce, e poi avendo molte palme da cocco in giardino, ho potuto sperimentare questo poliedrico frutto a noi occidentali poco conosciuto, in tutte le molteplici possibilità d’uso, ad esempio per una macedonia improvvisata a base di ananas, zucchero di canna e scaglie di cocco, il tutto servito  nel guscio e spruzzato di rum, oppure cucinato con il riso, il latte e la cannella, in un budino delicatissimo o ancora con pezzetti di pollo e riso in padella.  

Insomma, un vero tuffo nei gusti e nei profumi tropicali che tanto fanno sognare noi occidentali……..ma poi a molti tornava la nostalgia della cucina italiana e così  le serate etniche, si alternavano a cene a base di pesce alla griglia, spaghetti ai frutti di mare e risotto alla pescatora, che attirava altri italiani poco adattabili alla cucina orientale che arrivavano ogni sera ad allungare la nostra già nutrita tavolata e i cui schiamazzi si sentivano in tutto il paese silenzioso e tranquillo la sera.

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Un capitolo a parte merita il kite, sport che ci porta in questi luoghi lontani; il kite, per chi non lo conoscesse, è quello strano windsurf  in cui ci si fa trainare in mare da un aquilone anziché dalla vela, è veramente emozionante, ma richiede anche posti tranquilli, spiagge ampie e poca gente!

Mauritius è perfetto, in molti spots, per condizioni di vento e onde, tenendo presente che il vento forte lo trovate solo nei nostri mesi estivi, purtroppo però sulle onde alte di Manaua a Le Morne, eravamo davvero in troppi, tra windsurfers e kiters e si era molto a rischio di scontri e”annodamenti” con i cavi, personalmente non ho amato molto il fatto di trovarmi in acqua con così tanta gente, anche il kite e il suo silenzio, la sua pace, il suo contatto con la natura, purtroppo perdevano molto del loro fascino in mezzo a tutta quella confusione!

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Marina Grasso

ma.grasso@fastwebnet.it 

 

   

 

 

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