MAROCCO
Diario di viaggio 2009
ITINERARIO:
SABATO
10 GENNAIO
CASABLANCA
DOMENICA
11 GENNAIO
CASABLANCA
LUNEDI
12 GENNAIO
ESSAOUIRA
MARTEDI
13 GENNAIO
ESSAOUIRA
MERCOLEDI
14 GENNAIO
MARRAKECH
GIOVEDI
15 GENNAIO
MARRAKECH
VENERDI
16 GENNAIO
MARRAKECH
SABATO
17 GENNAIO
RABAT
DOMENICA
18 GENNAIO
FES
LUNEDI
19 GENNAIO
FES
MARTEDI
20 GENNAIO
MEKNES
MERCOLEDI
21 GENNAIO
MEKNES- VOLUBILIS
GIOVEDI
22 GENNAIO
ASILAH
VENERDI
23 GENNAIO
ASILAH
SABATO
24 GENNAIO
CASABLANCA
DOMENICA
25 GENNAIO
ROMA
10
gennaio
Casablanca
Sono le ore 22.30 quando arriviamo
all’aeroporto internazionale di Casablanca e subito entriamo nel vivo del
viaggio. Avevamo prenotato la prima notte presso l’hotel Ouded Dhab e ci
avevano assicurati che qualcuno sarebbe venuto a prenderci.
Siamo stati circa 40 minuti a cercare il
nostro contatto fino a che mi sono accorto di un foglio sul quale era scritto il
nome di un hotel che mi ricordava qualcosa. Era l’hotel che si trovava accanto
al nostro e che era gestito dalla stessa famiglia.
Chiedo informazioni al ragazzo che tiene il
foglio alzato e dopo avermi salutato con un incomprensibile francese gira il
foglio e con stupore vediamo la scritta che cercavamo:
WELCOME Mr ROBERE… Un piccolissimo sbaglio sul nome ma sarebbe bastato
per individuarlo subito se fosse stato posto dalla parte giusta.
Entriamo in una freddissima camera con
finestre aperte e stanche della giornata andiamo a letto.
11 gennaio
Casablanca
Sveglia alle ore 8.00 dopo aver passato la
notte indenni, avevamo paura del freddo. Pronti come al solito a visitare nuovi
luoghi, usciamo dall’albergo e giungiamo in pochi minuti alla torre
dell’orologio che sovrasta la porta che da accesso alla medina. Facciamo
colazione in un piccolissimo bar situato a pochi metri dall’ingresso della
medina e iniziamo a girovagare x per le viuzze strette della vecchia città.
Sembra molto presto, alcuni negozi sono
ancora chiusi, ma la situazione cambierà presto. Giungiamo alla porta
occidentale della medina e sotto un fioco sole ci fermiamo per prendere un
gustoso the alla menta per poi incamminarci verso la moschea Assan II.
Facciamo un giro sotto il grande minareto
alto più di 200 metri e poi dopo aver osservato da fuori questa moderna
moschea, andiamo a spasso lungo mare, aspettando l’apertura per la visita
interna.
Facciamo pranzo in uno dei tantissimi snak
bar con pollo, salsicce, riso, patate lenticchie e insalata, per la modica cifra
di 55 Drh.
Rientriamo verso la moschea e la visitiamo
all’interno.
E’ obbligatorio prendere una visita
guidata e noi scegliamo per il gruppo spagnolo visto che il francese non è
proprio il nostro forte e ci addentriamo nella maestosa moschea.
La moschea è stata realizzata con materie
prime provenienti da diversi Paesi, tra cui l’Italia che ha fornito marmo di
Carrara e vetro di Murano.
La moschea Assan II è la terza moschea più
grande al mondo.
Dopo essere rientrati in albergo nel tardo
pomeriggio, iniziamo subito con un bel hammam.
Non è molto caro, si trova a pochi
centinaia di metri dall’albergo e posso dire che è stata veramente una bella
esperienza, condivisa con circa 20 marocchini che avevano deciso di passare la
domenica al caldo.
Facciamo cena all’angolo della strada
dietro l’albergo con un paio di piatti di pesce fritto e poi per digerire la
nostra cena rientriamo nella medina a fare due passi. I negozi stanno tutti
chiudendo e quindi rientriamo in albergo prima delle 22 pensando già alla
nostra prossima meta.
12 Gennaio
Essaouira
Sono le ore 06 quando suona la sveglia e
noi, in pochi minuti siamo pronti per uscire e raggiungere la stazione dei bus
situata poche centinaia di metri dall’ albergo. Il viaggio in bus è più
lungo di ciò che ci immaginavamo. Un paio di incidenti e molte interruzioni per
lavori stradali, ci fanno tardare più di 8 ore per raggiungere Essaouira
situata a circa 350 Km sud di Casablanca.
Sono le ore 15.00 quando scendiamo dal bus e
ad aspettarci fuori c’è la solita folla di giovani che ci invitano a seguirli
per un buon albergo.
Ci affianchiamo ad un giovane studente
dell’Università di diritto ( così dice lui ), e raggiungiamo la Medina del
piccolo villaggio di pescatori.
Decidiamo di restare nel Riad che ci viene
suggerito dal giovane marocchino, situato in una viuzza trasversale alla via
principale.
Riad El Mess sarà la nostra sistemazione
per i prossimi giorni.
E’ leggermente più costosa rispetto ai
nostri soliti alloggi, ma vale proprio la pena rilassarsi in questo pulito e
accogliente Riad, costruito su 4 piani con una bellissima terrazza da dove è
possibile ammirare i tetti delle casette color bianco con le loro inconfondibili
finestre e porte azzurre.
Scendiamo per strada, visitiamo le piccole e
tortuose viuzze della medina e dopo uno squisito Kebab ce ne andiamo in
direzione del porto per ammirare la vita quotidiana dei pescatori intenti a
pulire e a vendere pesce appena pescato. Nel pomeriggio facciamo un giro per i
Souq, i quartieri degli artigiani dove è possibile comprare di
tutto, poi nel tardo pomeriggio rientriamo in Riad per rilassarsi un po’
accompagnati dallo scorrere dell’acqua di una coloratissima fontana situata
nel mezzo del cortile interno.
La serata non offre tanto più e dopo una
veloce controllata alla posta elettronica ci fermiamo in uno dei tanti
ristoranti della medina.
Stasera è Taijin di verdure accompagnato da
il solito the alla menta.
Rientriamo in Riad dopo una passeggiata
intorno alle ore 22 per godersi la
nostra notte da “Mille e una Notte”.
13 Gennaio
Essaouira
Questa mattina dopo una notte riposante
scendiamo sul bel cortile della Riad per fare colazione
dove scambiamo due chiacchere con una coppia inglese sulle giuste
destinazioni del Paese.
Usciamo in strada verso le 10 e ci
immergiamo nelle viuzze della mediana.
Dopo poco veniamo fermati da un gentile
signore, il quale ci invita a visitare l’ hammam a lato della sua casetta. Una
piccola signora non più alta di un metro e mezzo ci porta in giro per stanze
calde e buie e ci descrive con un orribile francese cosa accade all’interno di
quell’edificio. Salutiamo i nostri conoscenti e ci dirigiamo verso la stazione
dei bus e dopo aver individuato gli orari giusti per la prossima tappa, saliamo
verso i bastioni della città.
Da sopra i bastioni è possibile vedere le
onde dell’Atlantico scagliarsi sugli scogli e sulle mura della medina.
Poi, girovaghiamo per il porto osservando i
pescatori intenti a preparare le esche per la prossima uscita in mare.
Sembra che oggi il tempo sia dalla nostra
parte, ci sediamo a lato del porto per godere di quei preziosi raggi solari che
ci scaldano un po’ il corpo.
Pensando al nostro caro amico Carlo,
appassionato di pesce, ci sediamo in piazza, su uno dei tanti ristorantino per
farci una bella mangiata a base di pesce: Calamari, gamberetti, seppie e
insalata, accompagnati con coca-cola, sono il nostro pranzo delizioso che ci
costa poco più di 15 euro.
Il pomeriggio, dopo il magnifico pranzo
passeggiamo lungo la spiaggia, camminiamo lungo l’immensa baia fino alle dune
che delimitano il delta del fiume e poi, sulla strada del rientro, ci fermiamo a
degustare l’ennesimo the in piazza. Non c’è molto da fare da queste parti,
ma il paesaggio è molto suggestivo, sedersi in un qualsiasi bar per un the è
il passatempo preferito dalla gente di queste zone e lo diventa anche per me ben
presto.
Dopo una cena a base di baguette con pollo
rientriamo in Riad pensando già alla nostra nuova destinazione, Essaouira ci
rimarrà impressa nella mente, ma chissà cosa ci riserverà Marrakech.
14 Gennaio
Marrakech
Dopo la colazione abbondante del riad,
aggiustiamo i nostri zaini eci incamminiamo verso la stazione dei bus.
Arriviamo giusto in tempo, il bus per
marrakech sta per partire e noi saliamo mentre il bus e gia in movimento.
Sembra che il viaggio non sia tanto lungo,
il bigliettaio ci ha detto TREE HOUSE !!!!
Chissà cosa vorrà dire!!!!!!! Sicuramente voleva dire three hours…
Il bus è in buone condizioni, ma il
problema è che si ferma a qualsiasi incrocio per far salire o scendere persone.
Un po’ come accade in tutti gli altri paesi che ho visitato, soprattutto mi
ricorda i viaggi assurdi in bus che effettuavo in Guatemala.
Il ragazzo berbero con il suo tipico abito
incappucciato, grida a squarcia gola il nome della destinazione e noi facciamo
fatica a capire che sta dicendo Marrakech. Il viaggio comunque resta piacevole,
e le tree house che ci avevano
assicurato alla fine diventano 4 ore e mezzo.
Prendiamo i nostri zaini e ci immergiamo
nella vecchia città.
Mentre cerchiamo una sistemazione veniamo
assaliti come al solito da innumerevoli venditori di ogni tipo di cosa. Evitiamo
almeno una diecina di procacciatori e finalmente dopo alcune deviazioni due
ragazzi austriaci ci danno l’indicazione giusta per raggiungere l’hotel
Cellah.
L’albergo è molto isolato, al di fuori
dal caos anche se in 5 minuti si può raggiungere il centro; è un luogo molto
rilassante con un bel cortile centrale dove si trovano 4 grandi aranci che
arrivano sino ai balconi superiori delle stanze.
Ottima scelta oserei dire, servizi igienici
in comune molto puliti come tutta la struttura del resto. Il nostro appetito ci
invita ad uscire per un bel pranzetto il quale ci sarà servito in pochi minuti
proprio sul lato nord della famosissima piazza di Marrakech: la Djema-el-Fna.
Durante la mattinata e il primo pomeriggio,
la piazza non è che sia affollata, né tanto meno rende l’idea di cosa possa
accadere poche ore più tardi, proprio quando il sole abbandona il cielo
nascondendosi dietro la grande moschea. E’ proprio a quel punto che
l’atmosfera si trasforma.
Le bancarelle per la cena iniziano ad
aprire, la zona sud viene invasa pian piano da artisti di strada, venditori,
medici e maghi………
C’è chi racconta storie, chi, con il suo
piccolo gruppo rallegra la serata suonando e ballando. Ma tra loro ci sono anche
gli incantatori di serpenti, chi porta a spasso scimmie legate con una catena al
collo chi legge il futuro con carte o chi effettua giochi di prestigio per
accaparrarsi qualche spicciolo da spendere a cena.
Noi ci fermiamo ad ascoltare un po’ di
musica intorno ad una lampada a gas intorno alla quale si esibiscono berberi con
ogni tipo di strumento.
Qualche spicciolo lanciato ai piedi degli
artisti e o spettacolo continua tra danze e suoni che rievocano i tempi passati;
Percussioni e archi sono gli strumenti principali che intonano questa splendida
melodia da mille e una notte, e noi ci facciamo travolgere dai suoni marocchini.
Vengo invitato a suonare il bongos e io non
me lo faccio dire due volte, prendo lo strumento tra le ginocchia e inizio a
suonare insieme agli altri.
Dopo aver condiviso un paio di melodie con i
miei nuovi compagni di gruppo, facciamo cena in piazza in una delle tante
postazioni per cenare.
Facciamo cena con brochette miste. Spiedini
di pollo, agnello, bovino e chissà che altro ancora. Dopo due passi per la città
rientriamo in albergo alle 22 circa.
Marrakech
15 Gennaio
Questa mattina mi sveglio molto presto e gli
uccellini svolazzano tra gli aranci del cortile rendendo più piacevole la
nostra sveglia.
Oggi non sembra una bella giornata, il sole
è nascosto e nella prima mattina è piuttosto freschino.
Usciamo in giro per la medina della città e
ci facciamo una bella colazione a base di tè alla menta e frittelle cotte al
momento, bagnate con una abbondante porzione di miele. Subito dopo colazione ci
mettiamo in giro per i vari Souq, i quartieri della medina, e arriviamo senza
troppa difficoltà al museo di Marrakech (www.museedemarrakech.ma).
Con lo stesso biglietto, visitiamo il museo,
la medersa e il koubba.
Il primo è stato da poco restaurato, ha un
bellissimo cortile decorato con una miriade di piastrelle colorate (zellij)al
centro del quale spicca una bellissima fontana. Il museo ospita anche una mostra
di arte contemporanea ed alcuni reperti della cultura marocchina piuttosto
interessanti.
Lasciato il museo, ci adagiamo sulla
piazzetta di fronte al koubba con le spalle appoggiate alla moschea
inaccessibile di Ali Ben Youssef.
Ci ricarichiamo con un po’ di sole, che
nel frattempo si è fatto strada tra le nuvole, poi,ci dirigiamo verso la scuola
coranica, la medersa marocchina seconda solo a quella di Fès.
All’interno, ci aspetta un bellissimo
cortile con una piscina circondata da alti archi in tipica architettura berbera,
poi , saliamo al piano di sopra per darci un’idea di come 900 studenti
vivessero tutti insieme in delle piccolissime celle con una finissima luce
proveniente dall’esterno.
Visitiamo la zona delle abluzioni, dove gli
studenti erano soliti lavarsi prima delle preghiere e poi, usciamo in piazza per
dare un’occhiata veloce alla koubba. Niente di interessante se non fosse perché
è il monumento più vecchio situato nella città di Marrakech e soprattutto
l’unico sopravvissuto alle
invasioni almohadi !!
Da qui, proseguiamo in direzione nord
della città senza preoccuparci tanto della destinazione, un po’ a caso
per perdersi nelle viuzze di questa città da mille e una notte. Usciamo dalle
mura della medina e rimaniamo intrappolati in un caotico mercato oltre mura che fa un po’ da barriera per
chi vuole entrare e chi vuole uscire. Come siamo soliti fare in queste
occasioni, ci sediamo ad osservare la vita e il caos quotidiano dei meravigliosi
mercati, ci rilassiamo un po’ bevendo un bel tè alla menta e poi riprendiamo
il nostro tour. Costeggiando le mura della mediana, ci dirigiamo verso il jardin
majorelle ( www.jardinmajorelle.com
) che rappresenta un’oasi di pace per isolarsi dalla vita frenetica di
Marrakech.
All’interno del giardino sembra di
trovarsi distante km e km dalla caotica medina e ci dedichiamo un po’ di tempo
libero tra le innumerevoli piante del jardin. E’ di proprietà di Yves
Saint-Lorent il famoso stilista francese che è morto nel giugno del 2008.
Rientrati nella medina, ci fermiamo per un
breve lunch a base di insalata, polpette e patate fritte per poi avvicinarsi di
nuovo verso l’hostel.
Nel pomeriggio, dopo le fatiche del mattino,
dedichiamo un po’ del nostro tempo al corpo e la nostra destinazione si chiama
Hammam Mille et une nuit.
Un po’ caro rispetto ai nostri standard ,
ma vale assolutamente la pena dedicarsi un paio di ore di relax dopo una
giornata in giro per la città.
Lo splendido Hammam ci ricarica le batterie
e usciamo per le strade della città andando nuovamente nella splendida piazza
per immergersi nei profumi e colori tipici della Djeema-el-Fna.
Stasera zuppa marocchina e couscous di
pollo, un bel tè per finire in bellezza la cena e due passi tra incantatori di
serpenti streghe maghi e quant’altro.
Marrakech
16 Gennaio
Questa mattina gli uccellini non ci
svegliano; sta piovendo e gli aranci del giardini sono vuoti senza neppure un
passerotto a saltare da un ramo ad un altro. Io, comunque, mi alzo molto presto;
sono appena le 7 del mattino, mi metto il mio pijama ed entro nella camera n° 9
per praticare la mia ora di yoga. Al termine, la pioggia sta continuando a
sbattere ininterrottamente sui tetti di lamiera delle case a noi vicine, e
magari prendere un treno ed andarsene a Rabat sarebbe la cosa migliore.
Ma dopo una riflessione con Elisa decidiamo
di rimanere ancora un giorno in città e in giornata visiteremo la parte sud
della città.
Ci fermiamo per una colazione in uno dei
tantissimi venditori di frittelle al miele e dopo aver sorseggiato il nostro tè,
prendiamo la strada in direzione della kasbah. Giunti in Place des Ferblantiers,
giriamo a destra ed entriamo nella kasbah e visitiamo il Palais el-Badi.
E’ un palazzo ormai in rovina ma che non
oso immaginare cosa possa essere stato un tempo.
Molto grande, è abitato da una colonia di
cicogne che hanno invaso le mura più alte del palazzo. Sotto una pioggia
insistente, usciamo dal palazzo per dirigersi verso le tombe dei saaditi.
Ci fermiamo per un caffè sotto il minareto
della kasbah mosque e dopo pochi minuti, veniamo a conoscenza del fatto che le
tombe riapriranno solo alle 3 del pomeriggio. Ormai ben bagnati, decidiamo di
proseguire il tour lasciandoci alle spalle le tombe e ci immergiamo nella kasbah
per poi uscire dalla porta sud giusto al lato del palazzo reale.
Passiamo di fronte al palazzo,che non ha
niente a che vedere con il resto della città, e pian piano entriamo nel mellah,
nome con cui si identificano i quartieri ebraici. Dopo aver sbagliato strada un
paio di volte e dopo aver girovagato un po’ per le viuzze strette di questo
quartiere, raggiungiamo il Palais de la bahia. Ma sembra che oggi non abbiamo
troppa fortuna.
Anche questo palazzo, come le tombe, è
chiuso; riaprirà alle 15 come le tombe, ma noi con i pesciolini che ormai
nuotano dentro le nostre scarpe decidiamo di rientrare all’hostel.
Mentre io mi faccio una doccia calda per
riscaldarmi un po’; Elisa sfortunatamente, elimina l’unica nostra via di
uscita per risolvere il problema degli indumenti ormai tutti bagnati.
Mi immagino la sua faccia quando il phon ha
cessato di vivere!!!!!!
Prendendo il tutto con una ennesima risata,
usciamo fuori per comprarne uno nuovo e per fortuna Elisa, che è una donna, ha
la bellissima idea di chiedere al negoziante di mostrarci come funziona.
Il phon sembra fratello di quello che
avevamo appena gettato nei rifiuti dell’hostel e quindi il bellissimo
apparecchio azzurro non funzionante viene sostituito da uno ben funzionante ma
di un color rosso sangue che mette quasi paura. Rientriamo in camera per
asciugarsi le uniche scarpe che avevamo con noi, poi asciughiamo i nostri
vestiti, e decidiamo di andare ad un Hammam anche stasera.
Andiamo allo Ziani ( www.hammamziani.ma
) che avevamo già visitato a Casablanca e anche se ci sono delle piccole
differenze, soprattutto nei prezzi, anche questa volta esco da questa esperienza
ben soddisfatto, come del resto ne ero uscito il primo giorno della mia
esperienza marocchina a Casablanca.
Usciamo dall’Hammam che sono già passate
le 20 e questa sera decidiamo di cenare in uno snak situato tra le viuzze della
mediana e di non tornare alla piazza principale.
Anche se un po’ rovinata dalla pioggia la
giornata finisce in allegria pensando alla nostra prossima destinazione con in
mente il buon ricordo di questa bellissima città marocchina.
Rabat
17 Gennaio
Per fortuna, come già successo due mattine
fa, mi sveglio con il canto degli uccellini che sono arrivati da chissà dove
per giocare tra i rami degli aranci del cortile. Prepariamo la nostra roba e ci
dirigiamo verso la stazione dei treni. Decidiamo di prendere un taxi, cosa che
si rileva molto azzeccata visto che non avevamo controllato precedentemente gli
orari dei treni diretti a Rabat. Per nostra fortuna,arriviamo giusto in tempo
per prendere il treno delle 09.00 senza dover aspettare sino alle 11.30. Il
viaggio sarà molto piacevole; a parte la prima ora dove il paesaggio è
rovinato da una fine pioggerellina, salendo verso nord, il tempo cambia
decisamente già prima di passare per Casablanca, il sole fa già capolino tra
le nuvole ormai non più grigie. Arriviamo alla stazione di Rabat Ville con
un’ora di ritardo e dopo aver chiesto informazioni sugli orari per Fès, ci
dirigiamo verso la medina dove si trova il nostro albergo prescelto.
Per questa notte siamo ospiti all’hotel
Dohrmi, situato proprio dopo l’ingresso della Medina. E’ una bella giornata
e non facciamo in tempo ad entrare in camera che già siamo pronti per uscire di
nuovo per dare un’occhiata alla capitale marocchina.
Prendiamo verso sud la larghissima e pulita
Ave. Mohammed V, imbellita da due file di altissime palme e raggiungiamo la
Sunna Mosque.
Aggiriamo la moschea, costeggiamo le mura
del Mechouar, il quartiere che comprende il palazzo reale, e scendendo una
strada raggiungiamo il Chellah.
Ben tenuto, visto da fuori, questo complesso
comprende una parte che risale al periodo dell’impero romano e una seconda
parte invece che è costituito dal complesso islamico con un minareto i resti di
una vecchia scuola coranica e alcune tombe di re mori.
Ma la cosa più meravigliosa del complesso
è la colonia di cicogne che abitano il sito ormai da diversi anni. Le rovine
del minareto, le colonne della vecchia scuola coranica e tutti gli alberi che si
trovano all’interno del sito, sono invasi dalle cicogne che sembrano non
accorgersi assolutamente dei visitatori intenti a scattare foto ai loro nidi.
Usciamo dal complesso e rientriamo verso
nord, questa volta però passando per fuori le mura, ammirando la valle
sottostante nella quale scorre il fiume che divide la capitale dalla più
piccola città di Salè.
Ci fermiamo per strada al monumento più
famoso di Rabat: LE TOUR HASSAN!!! Un
minareto mai terminato che coni suoi 44 metri di altezza domina i resti di una
moschea distrutta da un terremoto e di cui sono visibili solo i pilastri.
Di fronte alla torre, sempre nello stesso
complesso, il Mausoleo di Mohammad V all’interno del quale si trovano le tombe
del padre e del nonno dell’attuale Re. Con il sole ormai nascosto dietro le
bianche case della Medina, costeggiamo il fiume e raggiungiamo la Kasbah.
Ben tenuto, questo piccolo ma delizioso
quartiere della capitale è un gioiello in confronto agli altri situati nelle
altre città, ed è un vero piacere passeggiare al suo interno.
Sia per i suoi colori bianco e azzurro, sia
per le sue tortuose viuzze la Kasbah merita certamente una visita. Giunti fino
alla piattaforma segnaletica, ce ne stiamo un po’ seduti sul muretto, da dove
è possibile ammirare la foce del fiume nonché una splendida vista sulla città
di Salè.
Dopo la nostra sosta alla luce del tramonto,
scendiamo fino a tornare alla medina e nuovamente ci immergiamo nel trambusto
dei Souq.
Chi vende pelli, chi gioielli,chi scarpe e
chi come al solito ci invita a sedersi per mangiare una delle tante delizie
marocchine.
Noi, girovaghiamo un po’, poi dopo aver
fatto una bella doccia calda, usciamo di uovo per una cena a base di kebab e
coca-cola.
Solita passeggiata serale lungo il mercato e
poi a letto.
Domani sveglia anticipata per raggiungere Fès.
Fès
18 Gennaio
La sveglia suona che non sono ancora le
07.00 e quel suono così metallico mi riporta all’Italia e alla sveglia del
Lunedì mattina. Per fortuna non è così, l’odore del the alla menta e di
falafel cucinati sotto alla nostra finestra, mi fa ricordare immediatamente che
siamo in Marocco.
E poi dai, mancano ancora 8 giorni prima di
rientrare, e la sveglia di questa mattina ha un gusto meno amaro rispetto al
solito.
Scendiamo le scale del Dohrmi hotel e visto
che siamo leggermente in anticipo ci sediamo al bar che si trova proprio di
fronte al nostro albergo.
The alla menta e pasta gustati con molto
piacere e poi piccolo trasferimento a piedi fino alla stazione dei treni. Il
treno è in perfetto orario, l’altoparlante avverte che il convoglio sta
arrivando al binario 2 e noi ci apprestiamo a salire. Il treno è ben tenuto e
molto pulito, e in perfetto orario arriva a
Fès.
Anche qui, come al solito ci informiamo
degli orari dei treni per la nostra prossima meta e poi ci incamminiamo verso la
medina.
Decidiamo di prendere un bus che ci
accompagna fino alla porta della Mediana, ma si rivelerà un grosso sbaglio.
Aspettiamo lungo la strada per più di 40
minuti il bus n°9 che ci avrebbe dovuto accompagnare sino alla nostra
destinazione, ma poi dopo varie discussioni veniamo a conoscenza del fatto che
nei giorni festivi il n°9 non passa. E oggi che giorno è…. Domenica.
Un signore a fianco che aspetta il bus come
noi ci dice che il n° 29 può fare al nostro caso. Il problema che questo bus,
invece di arrivare a Bab Bou Jeloud, la porta est della medina, arriva alla
porta sud-ovest della medina.
E considerando che la medina di Fès è la
più grande nonché la più intricata di tutto il Marocco lascio a voi tirare le
conclusioni.
Ce ne andiamo a spasso per un’ora tra la
gente e le piccolissime strade che costituiscono questa surreale città,
cercando invani il nostro alloggio, fino a quando, il peso degli zaini ci fa
riflettere un attimo.
Meglio prendere un taxi forse..
Il taxi ci accompagna sino alla pensione
Batha a poche metri dalla porta principale per poco più di un euro… Alcune
volte sono allibito dal nostro atteggiamento ostinato di non usufruire delle
cose più confortevoli.
Dopo aver sistemato i nostri zaini nella
stanza usciamo per un pranzo che si rileverà più caro del solito. 107 Dhr per
un piatto di pesciolini fritti con un paio di contorni e un piatto di riso.
Senza parlare poi della bettola in cui ci troviamo, senza acqua e con standard
igienici al di sotto del normale.
Dopo questa bellissima fregatura, scendiamo
giù per la medina, visitiamo la Medersa Bou Inania e poi ci immergiamo nel
labirinto dei souq da dove è molto difficile uscire senza chiedere
informazioni.
Raggiungiamo la piazza As-Saffarine, che
avevamo già visto precedentemente, quando con gli zaini stavamo ancora
girovagando per cercare il nostro albergo.
Da queste parti, ragazzini e non solo, sono
troppo insistenti e molto spesso non basta un semplice NO THANK YOU o NO MERCI.
Se ne stanno al nostro lato incessantemente
senza lasciarci un attimo proponendosi come guide locali o come venditori di
merci qualsiasi.
Un bambino di circa 6 anni ci è stato alle
costole per circa un’ora offrendosi di accompagnarci in qualsiasi luogo della
città e ininterrottamente ci ha chiesto soldi. Ma come al solito noi non
molliamo e continuiamo la nostra visita.
In compagnia del nostro bambino raggiungiamo
la zona delle concerie grazie anche all’odore acre della pelle che serve da
richiamo per i turisti.
Dall’interno di un negozio, proprio sopra
una terrazza, vediamo le vasche adiacenti alle case dove i lavoratori
tinteggiano le pelli, in condizioni igieniche e di sicurezza a dir poco
sconvolgenti.
Un odore fortissimo ci accompagna per tutta
la nostra visita, lasciandoci immaginare quello che può riservare una giornata
di lavoro da queste parti.
Salendo delle scale raggiungiamo un colle
conosciuto come il quartiere andaluso dove troviamo la moschea e la scuola
coranica.
Siamo ancora inseguiti dal bambino e a dir
la verità mi sta stancando, ma lasciamo ancora perdere fino a che arrivati
all’albergo ci saluta con un sorriso dicendoci che magari il giorno seguente
avrebbe potuto accompagnarci come guida da qualche parte… Instancabile.
Ci facciamo una doccia e poi usciamo dalla
medina dalla porta Est e ci sediamo per un buon the osservando la vita della
città.
Siamo stati in piedi quasi 13 ore oggi e
siamo veramente stanchi.
Stasera cena di lusso!!!!!!!!!!!
Bel ristorantino situato vicino a Bab Bou Jeloud che ci offre un buon cous- cous
di manzo e un bel pollo cotto al limone.
Tutto per 70 Dhr. Ripensando al pranzo di
oggi ci mettiamo a ridere per non piangere e sicuramente domani torneremo a
trovare questi magnifici marocchini che ci hanno regalato un’ottima cena.
Fès
19 Gennaio
Sono appena le 08 del mattino quando apro
gli occhi e fortunatamente fuori ci aspetta una bellissima giornata. Pian piano
il sole si alza e alcuni raggi filtrano attraverso le nostre persiane
sgangherate della camera.
Visto che il tempo è dalla nostra parte
di fare una colazione sul terrazzo, dove conosciamo una coppia svizzera
con la quale scambiamo alcune opinioni inerenti al viaggio in Marocco.
Facciamo colazione con un bel succo di
arancia, un bicchiere di caffè e latte, un bel pane di semola con marmellata e
burro. Così si inizia la giornata.
Salutiamo gli svizzeri e ci dirigiamo verso
la Western Union per cambiare qualche soldo. Oggi il cambio è leggermente
sfavorevole rispetto agli altri giorni anche se di pochi centesimi. (10,595)
Decidiamo con Elisa di ritornare alle
concerie, magari per comprarci qualcosa in pelle, inoltre al mattino dicono che
i colori delle vasche sono decisamente migliori. Lungo la strada ci addentriamo
in un souq di artigiani della pelle
Per ammirare come vengono assemblati i vari
prodotti, come per esempio le babouches, le borse o i magnifici pouf, di cui ne
abbiamo comprato un modello a Rabat. Elisa, affascinata da tutti quei prodotti,
decide di comprare una borsa in pelle che certamente è lavorata a mano ed è
fatta di vera pelle.
Scendiamo ancora giù per la Medina e ci
fermiamo a prendere un the in uno splendido scorcio da dove osserviamo attoniti
il via vai della gente.
Conosciamo due americani al piccolo bar del
berbero ottantenne, i quali, dopo un primo momento di timidezza, ci svelano la
loro passione per il cibo italiano nonché per la bellissima natura toscana.
Proseguendo il giro diamo un’occhiata alla
Kairaouine Mosque dalla porta nord e ci rammarichiamo del fatto che non sia
possibile visitarla all’interno.
Svoltiamo in direzione delle concerie e
subito l’odore acre e forte delle pelli ci invita ad entrare nei negozi
provvisti di terrazza per osservare i lavoratori intenti a conciare le pelli.
Il commesso di uno dei negozi ci invita a
salire e seguendoci durante la nostra visita ci spiega con il suo
italiano-spagnolo il processo di lavorazione delle singole pelli. Rimaniamo un
po’ nella terrazza ad osservare quei poveri disgraziati rilegati nei
bassifondi e poi ci diamo allo shopping.
Un po’ di buona pelle fa sempre piacere e
poi per i prezzi che girano da queste parti non mi va di perdere questa
occasione.
Dopo aver visitato le concerie non potevano
mancare i tappeti.
Ricordo ancora quando fummo agganciati da un
piccolo indiano nel centro di Old Dheli un paio di anni fa, con il quale
passammo un paio di splendide ore a conoscere meglio il mondo dei commercianti
di tappeti.
Anche questa volta a migliaia di Km di
distanza siamo rimasti affascinati dal modo in qui ci vengono mostrati i tappeti
nonché dalla bellezza stessa dei prodotti. Un vero professionista del
commercio. Ma anche questa volta come quella passata in India salutiamo il
nostro commerciante con una stretta di mano e un grosso sorriso, senza comprare
niente ma augurandogli una buona fortuna sia nel lavoro che nella vita
familiare.
Dopo aver salutato, risaliamo verso
l’albergo per prendere un po’ di soldi e
facciamo pranzo a base di baguette farcita con uovo e insalata, seduti su
una panchina in piazza de L’ istiqlal.
Poi pian piano, ci dirigiamo verso Fès
El-Jdid, conosciuta anche come nuova Fès, dove visitiamo un cimitero ebraico e
dove ammiriamo le maestose porte del palazzo reale. Scattiamo alcune foto lungo
il percorso e poi rientriamo per un caffè di fronte a Bab Bou Jeloud. Dopo la
breve sosta ci incamminiamo verso la collina che sovrasta la città.
Raggiungiamo in pochi minuti Borj Nord, da
dove è possibile avere una idea delle dimensioni della Medina che caratterizza
questa fantastica città imperiale. Rientriamo verso l’albergo e per strada
facciamo uno spuntino con una deliziosa frittella marocchina e poi ci riposiamo
sopra il letto prima di uscire per l’ultima cena di Fès. Al rientro dalla
cena, passiamo un’ora abbondante con Mohammed, il ragazzo della reception che
parla un buon inglese, il quale, dopo aver finito gli studi di giurisprudenza,
spera di raggiungere i suoi cari amici in Francia….
Mèknes
20 Gennaio
Ci svegliamo sotto una pioggia battente e ci
prepariamo per la nostra prossima meta. Aspettiamo che la ragazza ci porti la
colazione in camera, visto che in terrazza non è possibile, e poi usciamo in
strada per rendere il primo taxi libero che si presenta nei pressi
dell’albergo.
Il taxi ci porta fino alla stazione, dove
compriamo il biglietto per Mèknes.
Il treno, ha una mezzora di ritardo anche se
si trova già sul binario n°2.
Saliamo per riscaldarci un po’, visto che
questa mattina è più fresco del solito e attendiamo la partenza. In poco più
di 40 minuti raggiungiamo la stazione di El-Amir Abdelkader di Mèknes e vista
la pioggia, saliamo su un petit taxi di un celeste sbiadito che ci accompagna
sino al nostro hostel.
Scendiamo su Rue Roumanzine e dopo aver
risalito poche scale nascoste tra i vari bar della strada raggiungiamo il nostro
alloggio.
Ci fermeremo al Maroc Hotel (80 Dhr per
persona).
Lasciamo la nostra roba in stanza e anche se
sta piovendo, decidiamo di uscire per dare un’occhiata alla città.
Per poco più di 3 euro, compriamo un
magnifico ombrello che ci terrà compagnia sino all’ultimo giorno della nostra
vacanza e poi salutiamo il negoziante dirigendoci verso il centro della città.
Svoltando a sinistra in fondo a Rue
Roumanzine saliamo in direzione di Place El-Hedim. Il tempo certo non è dalla
nostra parte e non ci aiuta a scoprire le vere bellezze della piazza, ma la
imponente Bab El-Mansour, non passa inosservata. Questa enorme e colorata porta,
divide la piazza dalla città imperiale ed è un bello spettacolo osservarla sia
da lontano che da vicino.
Entriamo nel mercato coperto situato sul
lato sinistro della piazza, girovagando tra spezie dolci e polli, poi visitiamo
il mercato del pesce, fino a raggiungere il lato nord della piazza.
In fondo, in un angolo della piazza, ci
sediamo per un bel panino al pollo con contorno di zuppa alle fave. Da qui,
facciamo pochi passi ed entriamo nel museo Dar Jamai, il quale, a parte i vari
oggetti esposti, rimane un palazzo splendido da vedere. Dopo la visita al
museo,inizia la nostra visita alla Medina, girovagando come al solito tra i vari
souq di gioielli, tappeti e migliaia di prodotti ancora, fino a ritrovarsi
giusto di fronte alla Medersa.
Questa volta però, decidiamo di non
entrare, ormai in 10 giorni ne abbiamo già visitate 5 e a dire la verità non
è che cambiano molto tra l’una e l’altra.
Passiamo di fronte alla mosche, la quale
come al solito è interdetta ai non musulmani e quindi procediamo per la nostra
strada visitando il resto della Medina. Ci dirigiamo verso nord, nelle piccole e
fangose strade, e raggiungiamo in pochi minuti, prima la moschea Berdaine, e poi
Bab Berdaine , la porta settentrionale della città.
Da qui rientriamo passando per il mercato
della frutta, ci fermiamo a prendere un the all’altezza di El-Jedid e poi
usciamo dalle mura per vedere il mausoleo di Sidi Ben Aissa, il quale è stato
appena restaurato.
Dalla piazza principale, entriamo nella città
imperiale e dopo pochi metri raggiungiamo il mausoleo di Moulay Ismail dove
entriamo per una breve visita. Vietato avvicinarsi alle tombe per i non
mussulmani.. STRANO!!
Discendendo rue Sidi Nedjar, rientriamo in
albergo dopo una giornata passata sotto la pioggia. Nel frattempo, veniamo a
conoscenza che a pochi passi dal nostro alloggio si trova un Hammam e quindi
usciamo per raggiungerlo. Questa volta però, non si tratta di un Hammam per
turisti.
Finalmente ho visto cosa si fa veramente
dentro un Hammam.
Le tre immense stanze delimitate da grossi
tubi in ferro, nei quali passa acqua calda e fredda, sono piene di marocchini
sdraiati al suolo intenti a lavarsi.
C’è chi si lava i denti, c’è chi si fa
lo shampoo, tutti indaffarati con i loro recipienti forniti dalla reception.
L’atmosfera è quasi fuori dal normale, e
mi ci vuole un po’ per abituarmi a questa situazione. Una volta a mio agio però,
mi sdraio al suolo anche io e cerco di imitare i miei vicini. All’interno ci
sono anche alcuni bambini accompagnati dai loro nonni o dai loro padri che si
preoccupano di curare e massaggiare bene i corpi dei più piccoli.
Il tempo a mia disposizione sta per finire,
il BAGNO chiude alle 20:00 e quindi esco negli spogliatoi e mi preparo per
rientrare in albergo.
Elisa mi sta già aspettando fuori, il
serviente mi avvisa di tutto ciò ed io mi affretto per raggiungerla. Nella
strada del ritorno scambiamo le nostre impressioni, e anche lei mi dice che al
principio non si sentiva a suo agio.
Rientriamo che è ora di cena, dunque, dopo
che Elisa si è asciugata i capelli, ce ne andiamo al Oumnia Restaurant, che è
gestito da una coppia marocchina i quali hanno adibito la loro casa a
ristorante.
Zuppa marocchina per entrambi, un tajine di
manzo e un cous cous di pollo e per finire un bel dessert a base di biscotti
marocchini e the alla menta.
Troppa roba questa sera, anche se per una
volta può andare.(150 Dhr in tutto)
Buona notte.
Mèknes
– Volubilis – Moulay Idriss
21
Gennaio
Stamani sembra che il tempo sia dalla nostra
parte, è un po’ freschino, ma c’è un solicino che di tanto in tanto fa
capolino tra le nuvole.
Dopo aver assaggiato un buonissimo yogurt e
dopo aver bevuto il primo the giornaliero, ci dirigiamo verso la città nuova
per cercare un grand taxi.
Per 10 Dhr a persona questi Mercedes 2.400
diesel del lontano 1980 vengono caricati come un carico di sardine e
accompagnano i passeggeri fino a Moulay Idriss, la nostra destinazione
giornaliera. Dopo circa 20 minuti di strada ci facciamo lasciare al crocevia
sottostante alla città e da qui proseguiamo a piedi fino al sito di Volubilis.
Percorriamo una piacevole strada fiancheggiata da olivi e in poco più di 30
minuti raggiungiamo le rovine.
Paghiamo i 20 Dhr d’ingresso e
incominciamo la visita al sito.
Grandi frantoi situati sulla parte sud del
complesso, testimoniano un’intensa attività produttiva di olio anche fin dai
tempi dei romani. Poi ci dirigiamo verso ciò che rimane di antiche terme
romane, fino a raggiungere prima il Campidoglio, poi il Foro e poi la Basilica,
dove le cicogne sono rimaste le uniche abitanti del luogo. Passiamo attraverso
l’arco di trionfo e poi saliamo lungo la strada principale per ammirare alcuni
mosaici dispersi tra i resti di vecchie case, appartenenti a ricchi romani
dell’antichità.
Lasciamo il sito dopo poco più di un’ora
e rientriamo a Moulay Idriss con un vecchio furgone Mercedes. Saliamo per una
ripida strada che ci porta in una piazza animata con decine e decine di Mercedes
che aspettano di partire per villaggi limitrofi e ci sediamo in una delle tante
bancarelle situata a lato della piazza. Il simpatico marocchino che ci accoglie
non è che parli molto bene la lingua francese, ne tanto meno altre lingue, così
ci intendiamo un po’ a gesti un po’ ad intuito.. E’ molto carino, dice di
essere un Berbero e ci invita subito a bere un caldo the alla menta. Per
proseguire prendiamo un bel tajine di montone, 8 squisite polpette di carne
condite con pomodoro e cipolla e una bottiglia di acqua fresca. Ci indica in
qualche modo i punti più interessanti della città, disegnandoci una cartina
della città che si rileverà inutile nel corso del nostro tour. Saliamo su per
la strada che porta fino alla piazza principale e come è accaduto in qualsiasi
parte del Marocco, veniamo subito inseguiti da una serie di guide che ci
invitano a seguirli.
Noi lasciamo perdere, e raggiungiamo da soli
il Mausoleo di Moulay Idriss, che è osservabile solo da fuori. Ce ne stiamo
immobili appoggiati alla grossa sbarra che divide il mondo mussulmano da quello
dei turisti e ammiriamo il lungo corridoio del Mausoleo, ornato di splendidi
zellij.
Inerpicandosi su per le strette strade della
città e salendo innumerevoli scalini, raggiungiamo dei punti panoramici molto
suggestivi, dai quali è possibile ammirare da una vista diversa , l’enorme
Mausoleo con il suo minareto e i caratteristici tetti verdi. Rimaniamo un po’
ad osservare la città dall’alto e poi ridiscendiamo le piccole vie fermandoci
ad osservare l’unico minareto di forma circolare di tutto il Marocco,
caratterizzato da un color verde brillante e da scritte bianche circolari.
Passando per il mercato della frutta,
rientriamo al piazzale dei grand taxi, e sotto la pioggia raggiungiamo il nostro
amico berbero che ci accoglie nuovamente con un caldo the alla menta.
Un piccolo raggio di sole fa capolino tra le
nuvole, colorando le azzurre finestre delle case di calce bianca, che
caratterizzano la città.
Noi, incoraggiati da questo raggio di sola,
saliamo su un grand taxi e rientriamo a Mèknes. Arrivati in città, ci sediamo
su una gradinata lungo la via principale, giusto nel bel mezzo di un insolito
parco.
Sono ormai le 17, e anche oggi abbiamo
deciso di approfittare della vicinanza dell’Hammam per passare un paio di ore
in relax.
Dopo l’Hammam, raggiungiamo la Medina per
cena e ci sediamo al ristorante “mil e una nuit”.
Ottimo cibo in una splendida casa tipica
marocchina, unico problema i tempi.
Abbiamo atteso due ore per avere un cous
cous e un tajine con the alla menta.
Il cibo però era buonissimo.
Asilah
22
Gennaio
Dopo aver
salutato la piccolo marocchina dell’albergo con il suo inconfondibile accento
spagnolo, raggiungiamo il bar di fronte all’albergo per l’ultima colazione
di Mèknes.
Poi a piedi raggiungiamo la stazione dei
treni; aspettiamo circa un’ora prima di partire fino a che alle 11:29, il
nostro treno arriva sul binario 1. Cambiamo treno a Sidi Kacem e raggiungiamo
sotto una pioggia battente la nostra destinazione. Sono le ore 15.30 quando
saliamo nel nostro taxi che ci lascia a pochi passi dal l’hotel Sahara, che ha
degli standard igienici mai visti fino ad ora. Ben tenuto con dei bagni in
comune super puliti, resterà la nostra migliore scelta in tema di alloggio.
Ma dopo aver lasciato la nostra roba,
assaliti da una tremenda fame, raggiungiamo uno dei tanti ristoranti spagnoli
situati in città.
Oggi paella e birra. La pioggia continua e
noi non possiamo fare altro che iniziare una breve visita della città sotto la
pioggia. Ma ben presto ci scoraggiamo e rientriamo in albergo preparandosi per
l’ennesimo Hammam.
Unico della città, molto economico e
caratteristico rimane il più simpatico di tutto il Marocco. Alla faccia di
coloro che se ne vanno in Hammam per 50 euro.. Qui con un euro rimani quanto
vuoi e soprattutto puoi dire di aver visitato un Bagno marocchino.
Dopo l’Hammam, rimaniamo un po’ in
albergo a parlare con il proprietario e uno strano tipo spagnolo cerca di
aggirarmi inventandomi una bella storia di rapine e tante altre storie. Dice di
essere rimasto a piedi perché i suoi amici spagnolo lo hanno sceso lì e se ne
sono andati con il camper che li aveva accompagnato da Sevilla. Poi gli avevano
rubato i soldi, i documenti e il cellulare e non sapeva come rientrare. Un po’
rimango ad ascoltarlo poi lo saluto. Per cena ce ne andiamo lungo Ave Hassan II
e poi facciamo due passi lungo mare, prima di andare a dormire.
Asilah
23
Gennaio
Cosa dire, proprio un finale sotto la
pioggia.
Anche oggi ci svegliamo sotto la pioggia,
ormai siamo alla fine del viaggio, ma decidiamo comunque di non prendersela per
questo orrendo tempo.
Usciamo a mattina inoltrata dopo essere
rimasti a letto ad ascoltare la pioggia e , facciamo colazione ad un bar situato
all’angolo opposto del nostro albergo.
Sembra che la pioggia stia cessando di
intensità e noi ne approfittiamo per una visita alla città.
Tutti i siti di interesse sono chiusi, non
sappiamo a cosa sia dovuta questa chiusura, ma è impossibile visitare ciò che
ci eravamo prefissati. Proprio un finale con i fiocchi. A parte tutto facciamo
un giro per la Medina, raggiungiamo la torre di El-Kamara, ci addentriamo per le
vie del centro e arriviamo prima ai cannoni e poi al palazzo di Raissouli.
Costeggiando i bastioni della Medina, che
ricordano vagamente quelli di Essaouira, saliamo sul bastione sud-occidentale da
dove è possibile ammirare l’Oceano che al momento sembra piuttosto
movimentato.
Da quassù è possibile dare un’occhiata
al cimitero dei Mujaheddin e ad un santuario che senza più sorprendersi è
chiuso ai non musulmani.
La visita sarà breve in quanto ha
ricominciato a piovere con una certa insistenza; dunque entriamo in uno
splendido ristorante.
Passiamo un paio di ore all’interno di
questo stravagante ristorante, parlando con uno stranissimo signore che alla
fine risulterà il padrone…
A parte il buon pesce di queste zone, non
siamo stati molto fortunati in questi due giorni in riva al mare. Sicuramente
con il buon tempo, sarà un ottimo luogo di mare con ottimi pranzi di pesce e un
po’ di vita andalusa-marocchina. Salutiamo il nostro albergatore prima
dell’ennesimo Hammam e poi prepariamo lo zaino per raggiungere Casablanca.
Casablanca
24
Gennaio
Pioggia!!!!!!!!!!!!!!!
Come descrivere questo stupido clima.. Se
possibile non visitate il Marocco in Gennaio, per lo meno se siete in cerca di
un po’ di caldo.
Certo che eravamo consapevoli del freddo che
avrebbe fatto in questo mese, ma non per questo deve piovere 10 giorni su 15….
Il treno che parte da Asilah è in partenza
dal binario 2 e alle 08:44 in punto lascia la stazione.
Raggiungiamo Casa in poco meno di 5 ore e
una volta arrivati in città per fortuna il cielo si apre un po’.
Per questa ultima notte marocchina decidiamo
di regalarci un alberghetto leggermente migliore ed optiamo per l’hotel Astrid.
E’ un albergo molto accogliente e non
costosissimo, bastano circa 280 Drh per la notte e noi ci godiamo queste ultime
ore in un comodissimo letto.
La sera usciamo per una cena alla Medina,
una passeggiata per la zona centrale e facciamo i nostri soliti acquisti
dell’ultima ora.
E’ sempre un piacere fare compere lungo i
mercati pubblici, sia che tu ti trovi in America, in Asia o in Africa.
Una contrattazione da altri tempi, anche se
alla fine rimaniamo sempre tutti contenti. Rientrando in albergo lasciamo un
messaggio alla reception che puntualmente ci sveglia alle 05:00 per poter
raggiungere in tempo l’aeroporto di Casablanca.
Anche questa volta si rientra con tanti
pensieri e tanti ricordi.
Lasciamo un paese per raggiungerlo un altro
totalmente diverso e che in poco tempo ci farà dimenticare il bel tempo passato
tra moschee scuole coraniche e migliaia di souq.
Ciò che rimarrà come al solito sono le
persone, e le loro storie, e questa volta ciò che più mi rimarrà impresso
nella mente, sarà il richiamo alla preghiera dei Mujaheddin che ci ha
accompagnato in tutte le ore del giorno e in tutti i luoghi visitati….
Bessalam
Marocco
nome
ROBERTO
cognome
BURACCHINI
soprannome
GABY
nato
il 18-MAGGIO-1976
a
SINALUNGA (SI)
residente
LOC. RIGAIOLO 69 53048 SINALUNGA (SI)