Viaggio in Mali
Diario di viaggio dicembre ’08 gennaio ‘09
di Virna
Anche questo viaggio, come quello dello scorso anno in Camerun, lo abbiamo organizzato con l'aiuto dell’amico, Giancarlo, che per lavoro ha dei contatti sul posto. Sicuramente una chance in più e qualche stress in meno.
20-12
Inizio
viaggio con volo Air France, Torino Parigi Bamako. Tutto in orario arrivo a
Bamako alle 21.50. Perso parecchio tempo tra compilazione scheda d'ingresso,
recupero bagagli e dogana in uscita. Purtroppo non troviamo la persona che
avrebbe dovuto venire a prenderci per accompagnarci a casa di Pina, una signoria
italiana che vive a Bamako da alcuni anni. Non ci perdiamo d'animo, veniamo
circondati da ragazzi che ci vogliono aiutare, appena spiegata la situazione uno
di loro ci consiglia di andare in un albergo e di dormirci sopra che sicuramente
il giorno dopo le cose si sarebbero aggiustate. Cambiamo pochi euro, il cambio
medio è di 650 Cfa per 1 euro e con un taxi, 6.000.Cfa, ci facciamo
accompagnare in un hotel vicino alla stazione dei bus. l' Hotel Le Naboun 15.000
Cfa, stanza con 2 letti, televisore e bagno con acqua calda, niente di
che ma pulito.
21-12
Al
mattino contattiamo Pina, che la sera prima aveva il cellulare spento e con un
taxi arriviamo a casa sua, dove lasciamo alcune cose che serviranno solo x il
ritorno ed alcuni regali x lei. Pina è una persona molto dinamica ha un'attività
di artigianato crea borse, con le stuoie di plastica che vengono utilizzate per
ricoprire i pavimenti di terra delle case, che cerca di vendere anche in Europa.
Prendiamo accordi per tornare a trovarla al ritorno e partiamo per Segou, dove
ci aspetta Baba, un altro contatto. Il bus della Somatra parte verso le 12
ed arriva a Segou alle16.30. costo 3.000 Cfa. La strada è buona, una lunga
striscia di asfalto con a lato tanta terra rossa. Intorno la savana con i suoi
alberi di acacia e sterpaglia. Fa caldo e spesso, nei sorpassi, il bus alza
nuvole di polvere rossa. Durante le frequenti soste venditori di ogni sorta di
cibo, dalle banane ai dolci, dalle uova sode alle arachidi, salgono a vendere le
loro cose. Non ci si annoia mai durante un viaggio in bus. Arrivati a Segou
chiamiamo Baba che in pochi minuti viene a prenderci con la sua vecchia Peugeot
e, dopo le presentazioni di rito, ci porta al suo negozio. Qui ci presenta tutti
i suoi amici venditori, guarda con simpatia le cose che il nostro amico italiano
gli ha mandato e si mette a nostra disposizione. Cerchiamo insieme un hotel,
dopo averne visti un paio prendiamo una stanza al Soleil du minuit x 2 notti a
28.000 Cfa, la stanza è grande con bagno, ventilatore e zanzariera. Facciamo un
giro x la città che trovo subito molto rilassante con un bel lungo fiume, il
Niger, strade larghe di terra battuta, una gran calma. Rimango affascinata da
questo posto visto nella luce del tramonto. Ceniamo da soli al ristorante Le
Berger, 5.000 Cfa x 2 piatti 1 di pesce e 1 di carne e 1 birra. Il nescafè lo
beviamo a Le Golf famoso per le sue serate di musica, dal vivo ed i jembè con i
balafon non si fanno attendere, cosى entriamo in contatto con la musica
maliana.
22-12
Oggi,
lunedì, è giorno di mercato. Il lungo fiume
e tutte le vie intorno sono invase da ogni tipo di mercanzia.
Girovaghiamo facendo qualche acquisto, un anguria, dei piattini di
alluminio...veniamo adottati da alcuni bambini che ci insegnano qualche parola
di bambarà, il dialetto di questa zona del Mali. Pranziamo con Baba.
Per 500 Cfa a testa ci viene offerto un bel piatto di riso con un sugo di
pomodoro e verdure. Ottimo! Dopo Baba ci porta ad una fabbrica di Bogolan,
tipici tessuti di questa zona fatti di cotone
grezzo dipinti con colori naturali e terra che rappresentano simboli
Bambarà e Dogon. In seguito ci rechiamo a Segou Koro, la vecchia Segou, dove il
nostro amico italiano ha fatto arrivare dei fondi x costruire un piccolo
ospedale, di cui fotografiamo lo stato dei lavori x documentarlo. Prima però
dobbiamo passare a rendere omaggio al capo villaggio, un bel signore alto e
distino nel suo abito bianco, per farci dare l'autorizzazione a visitare la città
e paghiamo la tassa, 2.500 Cfa. Segou Koro è fatta tutta di argilla rossa e le
sue 2 piccole moschee, in stile sudanese, hanno delle travi di legno infilate
nella cupola x consentire la manutenzione e la risabbiatura annuale. Il
pomeriggio trascorre pigro sul lungo fiume e alla bouvette dell'atelier di
artigianato a guardare il Niger. Cena a Le Golf, 8.100 Cfa 2 zuppe 1 pollo con
patate, 1 birra 2 nescafè.
23-12
Ore 8.00
Baba viene a prenderci per accompagnarci alla stazione dei bus x Mopti. Chiama
l'amico Cissè, che ci ospiterà a Mopti, x informarlo che stiamo partendo. In realtà partiamo alle
9.30, ma questo ritardo è normale in Africa, 5.000 Cfa il costo del biglietto.
Viaggio devastante! Il pulman si ferma spesso ed alle 16.40 circa si guasta.
Restiamo fermi per più di un’ora in mezzo al nulla aspettando che gli
aiutanti dell'autista cambino una cinghia e rintraccino una batteria per farci
ripartire. Si riparte ma, un'ora dopo,
siamo di nuovo fermi ma, per fortuna, all'ingresso della città di Sevarè, che
dista solo 12 km. da Mopti ed è la città dove è situata la stazione dei bus.
Chiamiamo il nostro contatto a Mopti chiedendo di venirci a recuperare ma la
cosa si rivela più complicata del previsto. Accettiamo quindi un passaggio da
dei ragazzi francesi conosciuti sul bus. Arriviamo così ad un hotel di Sevarè
e riceviamo una telefonata da Cissè che ci dice che sta arrivando. Questa volta
offriamo noi un passaggio ad una coppia di francesi con l'auto del nostro nuovo
amico. Nel tragitto decidiamo di aggregarci a loro nell'escursione ai paesi
Dogon che hanno previsto per l' indomani. Li lasciamo al loro albergo che sono
già le 22 ma la nostra serata non è ancora finita. Infatti il nostro contatto
non guida e non parla molto francese e si è fatto accompagnare da un autista e
da una terza persona che non ci piace per niente. Cerchiamo di farci
accompagnare in un hotel, anche se ci viene detto che ci è stata preparata una
casa vuota, tutta x noi e anche la cena! Non vogliamo accettare, ma dopo aver
visitato 2 alberghi che risultano completi, ringraziamo ed accettiamo, anche
perchè siamo stanchi ed affamati. La casa è in costruzione e la stanza a noi
riservata ha due materassi bassi, coperti da un lenzuolo, buttati per terra. Il
bagno è una turca e per lavarci dobbiamo usare il rubinetto posto al centro del
cortile dove c'è solo acqua fredda. Di primo acchito restiamo un po’
perplessi ma poi capiamo la grande disponibilità e gentilezza di queste persone
e vediamo il tutto con altri occhi. La cena, che
apprezziamo, è a base di pesce, fritto e al sugo, con del pane. Mangiamo
velocemente poi chiamiamo i nostri nuovi amici francesi a cui raccontiamo la
situazione e ci mettiamo d'accordo per il giorno successivo.
24-12
Alle 7
veniamo svegliati dal padrone di casa che ci vuole già accompagnare dai nostri
amici. È presto così andiamo a fare colazione in una panetteria/pasticceria
famosa di Mopti la pasticceria Dogon, che è lì vicino.
Poi recuperiamo gli amici e partiamo per Bandiagara, capitale dei paese Dogon.
Ci viene presentato Luc, che sarà la nostra guida e l'autista.
Durante il viaggio, stipati in 4 sul sedile posteriore di un pickup,
facciamo meglio conoscenza con i 2 francesi che scopriamo essere biologi
ricercatori in Mali per degli studi sulla malaria. A Bandiagara recuperiamo un
altra guida e decidiamo di visitare i villaggi Dogon che si trovano a sud ed in
particolare Endè Teli e Kani Kombolè Il panorama è molto bello, roccia lavica
e alberi di baobab. La strada un po' in terra battuta un po' lastricata è ben
tenuta. Il paesaggio lunare. Il vecchio villaggio di Teli è costruito a ridosso
della montagna, in molti casi le abitazioni sorgono sulle pietre. I precedenti
abitanti, i Tellem, vivevano ancor più abbarbicati e incastrati nella montagna,
le loro abitazioni si possono solo vedere dal basso sono praticamente
irraggiungibili! Pranzo a
base di riso e salsa cipolle e pomodoro, con qualche pezzo i carne, piatto
tipico del paese, in una casa Dogon risistemata per accogliere i turisti.
Rientriamo passando per Djiguibombo, il villaggio della nostra guida.
Noi decidiamo di restare a Bandiagara,mentre i nostri amici rientreranno
a Mopti, e concordiamo un itinerario per visitare altri paesi Dogon con Luc la
nostra guida. Ci facciamo lasciare all'hotel Kansaye, spartano con bagni in
comune ma con una simpatica l'atmosfera un po' hippy. 8.000 Cfa a notte, senza
asciugamani né acqua calda ovviamente. Contrattiamo
il prezzo del trekking con Luc, ed alla fine spuntiamo 20.000 Cfa al giorno a
testa comprensivo di trasporto fino a Sangha, 2 pernottamenti, 3 pasti al giorno
gli eventuali costi per entrare nei villaggi e il trasporto in auto, alla fine
dei 3 giorni di trekking, da Dourou fino a Bandiagara, il tutto rigorosamente
messo x iscritto e firmato da entrambe le parti per evitare che la guida cambi
idea e pretenda poi un prezzo superiore. Cosa tutt'altro che inusuale in Mali
Partenza concordata per il giorno di Santo Stefano.
25-12
Luc,
come da accordi, ci viene a chiamare per portarci alla missione cattolica per
assistere alla messa di Natale. La cerimonia si svolge in Dogon, Bambara e
francese accompagnata da canti e suoni di tamburo. Molto emozionante. Alla fine
della cerimonia andiamo a conoscere il padre francese che ha concelebrato la
messa. Qui riusciamo anche a cambiare degli euro al cambio ufficiale.
A sorpresa Luc ci invita a pranzo. Prima a casa di un suo amico, che,
stranamente, non c'è ma ha fatto preparare da mangiare per il gruppo di amici
di cui è il capo, paese che vai....e poi a casa sua. A casa del suo amico ci
troviamo un attimo in imbarazzo quando capiamo che dovremmo mangiare tutti
insieme, con le mani, dalla stessa pentola il riso col sugo. Vedere quelle
persone prendere il riso con le dita e passare la lingua sul palmo della mano,
per non perdere nemmeno un chicco e poi rimetterla nella pentola ci aveva fatto
passare la fame. Per fortuna Luc capisce la situazione e ci fa portare un piatto
e 2 cucchiai, così riusciamo anche noi a condividere il pasto. Poco dopo ci
invita a casa sua dove il pranzo consiste nello stesso tipo di cibo ed è stato
preparato solo per noi 3, le donne pranzano raramente con gli ospiti, ma, per
fortuna, ci sono piatti e posate. Dopo questo doppio pranzo di Natale andiamo a
riposarci. Nel pomeriggio Luc torna a cercarci, la comunità cattolica prosegue
i festeggiamenti del Natale nella piazza del paese con canti e danze della
tradizione Dogon. La cosa è molto simpatica c'è parecchia gente e sono tutti
molto coinvolti e divertiti. Ceniamo al ristorante La Fayda, filetto di pesce
capitano con patate fritte x 3.500 Cfa. Dato che in questi ristorantini nulla è
pronto ma viene cucinato al momento, pollo arrosto compreso, non bisogna
arrivare troppo affamati perché le attese possono essere lunghe.
26-12
Si parte
alle 8, con una Mercedes scassata direzione Sangha. La strada è più sconnessa
di quella del giorno prima, ma decorosa. Inaspettatamente incontriamo dei campi
coltivati, scopriremo poi essere cipolle, immancabili da queste parti, il loro
bel colore verde ben contrasta con il rosso della terra circostante. Dopo un
paio d'ore siamo a destinazione. Lasciamo l'auto e iniziamo il nostro trekking
infilandoci sotto una enorme pietra che funge da riparo e ci porta all'inizio
del sentiero che discende la falesia. Definirlo sentiero è un po' eccessivo si
tratta, infatti, di una discesa molto ripida in mezzo alle rocce per
arrivare al fondo della falesia, qui si trova la pista di sabbia, a volte
battuta, che porta a tutti i villaggi Dogon.
Il caldo inizia a farsi sentire, saremo sui 35° circa. Nello spostarci
per far passare un fuoristrada, Savio riconosce l'autista e lui Savio.
E’ Adhà il nostro autista nel viaggio in Burkina Faso! Abbracci a pacche
sulle spalle sono d'obbligo. Adhà racconta a Savio di averlo sognato solo
qualche giorno prima. Incredibile! Dopo questo sorprendente incontro visitiamo
il primo villaggio Dogon, Banani, inerpicandoci su per la montagna, e qui
iniziamo a sentire i primi saluti Dogon che sono una litania di : “come stai,
bene, a casa? Bene, i figli? Bene, il lavoro?
Bene” etc, etc.così per qualche minuto, tutte
le volte che si incontra qualcuno bisogna sottostare a questa forma rituale non
ci si può sottrarre. Dopo un po’ ci si fa l'abitudine e anche noi iniziamo a
rispondere con una sfilza di “seyo”, che vuol dire bene, a tutti quelli che
ci salutano. Questo primo villaggio è costruito in una posizione incredibile,
è sulle rocce e domina la pianura. In alto sotto il costone della falesia le
antiche abitazioni dei Telllem sembrano tante piccionaie o punti di
osservazione. Sono presso che inaccessibili se non scalando la ripida montagna
con delle corde. Chissà perché avevano deciso di vivere lassù......Pranziamo
in uno dei tanti rifugi- ostelli per turisti che si trovano lungo la strada.
Dopo il pranzo, spaghetti e salsa cipolle e pomodoro, un po' relax, visto che fa
parecchio caldo, poi si riparte x un altro villaggio, Téreli, che raggiungiamo
dopo 7 km. Lo visitiamo e ci fermiamo a dormire all'hotel De Femme, un posto
molto ben attrezzato che accoglie una cinquantina di persone. Noi preferiamo
dormire in una stanza piuttosto che sul tetto, come molti usano fare qui.
L'escursione termica tra il giorno e la notte è notevole e noi non
abbiamo sufficienti coperte per ripararci e siamo pure raffreddati, per passare
la notte sotto le stelle.
27-12
Colazione
a base di frittelle passate nello zucchero, bignet, e thè è un ottimo inizio.
Partiamo per il prossimo villaggio, Komokani, che raggiungiamo dopo 4 km. Solito
inerpicamento per visitarlo e soliti scambi di saluti. Sosta per il pranzo, a
Ireli, riposino a ripartenza. Passiamo per Amani , dove vediamo i coccodrilli
sacri in un piccolo stagno molto affollato. Dopo 2, 5 km arriviamo in un
villaggio dove sta iniziando una festa con le famose maschere Dogon. Ci fermiamo
per assistere a questo spettacolo imprevisto ma molto ben accetto. La musica e
le danze si protraggono per un paio d'ore e coinvolgono un sacco di persone. Ci
fermiamo quindi in questo villaggio, Nombori, per la notte in una struttura
molto basic. Infatti ci sistemiamo in una casa con pavimento in sabbia su cui
vengono buttati 2 materassi e una zanzariera viene posizionata sopra per
precauzione. Ceniamo con del riso e la solita salsa di pomodoro con pollo. Io
assaggio un piatto locale, dalla nostra
guida, a base di farina di miglio e una salsa verde dalla consistenza bavosa,
fatta col frutto del baobab. Il sapore mi diventa difficile da spiegare
ma......lo potrei definire tremendo!
28-12
Ultimo
giorno di passeggiata, risaliamo la falesia attraverso un sentiero stretto fatto
solo di sassi, piuttosto faticoso. La bellezza del paesaggio che ammiriamo alla
fine peròci ripaga della fatica fatta. Ultima sosta per il pranzo, a Dourou e
poi si ritorna a Bandiagara. Da qui, decidiamo di proseguire per Mopti in modo
da guadagnare tempo. Ma, il tempo in Africa, è un concetto astratto e infatti
aspettiamo circa un paio d'ore prima di trovare un bachè, un taxi collettivo,
che ci porti a Mopti, dove arriviamo che è già buio. Cerchiamo alloggio
all'hotel Via Via, che si trova a fianco della gare routiere di Sevarè.
Purtroppo non c'è posto, è domenica e scopriamo che è il giorno in cui arriva
il volo charter dalla Francia. Il direttore dell'hotel è gentile e dopo aver
provato a trovarci una sistemazione telefonicamente ci mette a disposizione
un'auto con autista per trovare una stanza. Proviamo in diversi posti ed in uno
di questi conosciamo Sarif un maliano che è vissuto 15 anni in Italia e che,
tornando in Africa, ha
aperto un piccolo hotel a gestione familiare. La Chambre d'Hotes I Dansse. Anche
lui non ha posto ed è molto dispiaciuto di questo, tanto da invitarci per un
caffè la mattina dopo. Troviamo, per fortuna,
posto alla Missione Cattolica San Giovanni Bosco. Una bella stanza ampia
con bagno e prima colazione a 14.000 Cfa. E’ tardi e qui non c'è ristorante e
nemmeno nei pressi ma la fortuna ci assiste. Un ragazzo conosciuto da poco ci
offre gli "avanzi" del pranzo di nozze a cui ha partecipato,
dell'ottimo montone in umido e baguette a volontà!
29-1
Dopo
essere passati dal simpatico Sarif, con cui chiacchieriamo amabilmente
un'oretta, partiamo per Moptio. Il bachè costa 500 Cfa
chiamiamo quindi il nostro amico Baharè, figlio di Cissè quello che ci
aveva messo a disposizione casa, che
ci fa da guida per la sua città facendoci vedere il suggestivo porto di pinasse,
le imbarcazioni che solcano il Niger, la moschea, il mercato dell'artigianato,
dove troviamo il suo simpatico padre, e il mercato alimentare gestito dalle
donne. Prima di rientrare alla missione, prenotiamo due posti su un 4x4 per
Timbouctou per il giorno dopo. La base di partenza è a fianco della stazione di
polizia, i posti migliori costano 15.000 Cfa e la durata del viaggio dovrebbe
essere di 9 ore! Appuntamento x il giorno dopo alle 9, con partenza prevista
alle 10.
30-12
Con i
soliti contrattempi del caso arriviamo alla partenza del 4x4 in orario, a noi si
unisce Michele un ragazzo italiano che vive a Lisbona, conosciuto alla Missione.
A causa delle solite lentezze
africane, però non partiamo prima di mezzogiorno e dobbiamo pure pagare altri
1.000 Cfa a bagaglio. Questi contrattempi, prezzi poco chiari, costi aggiuntivi
che spuntano all'ultimo momento fanno parte del quotidiano di chi vuol viaggiare
in Mali, la cosa, da spesso adito a discussioni e non è molto piacevole anzi,
è logorante. Quando partiamo sulla macchina siamo in 12, noi, avendo prenotato
i 2 posti davanti stiamo comodi, gli altri molto meno. La strada è asfaltata
fino a Douetza poi inizia la pista di terra rossa. Il paesaggio desertico,
seppur monotono è affascinante ed ha un picco di vera bellezza nei pressi di
Douetza dove si staglia un bel massiccio montuoso che ricorda il deserto
americano. A causa del ritardo accumulato arriviamo al punto del traghetto per
Koirumè, il porto di Tinbouctou, che la chiatta non ha altri passeggeri se non
noi del 4x4 e così l'autista ci chiede altri 1.000 Cfa a
testa per non farci passare la notte da quella parte del Niger. Altra
discussione che porta solo a farci sborsare altri soldi. Finalmente, dopo 20
minuti di traversata ed altri 18 km di strada arriviamo a Tinbouctou. Qui un
tipo con una bella auto dice di essere amico del proprietario del'hotel che
abbiamo prenotato da Mopti e ci accompagna. " L'hotel camping de la paix"
già "Sahara passion" è fuori dal centro alle porte del deserto.
Decisamente un tugurio checchè ne dicano le guide. Il prezzo concordato al
telefono era di 17.500 Cfa a notte la stanza doppia con bagno.
Anche qui, visto lo squallore della minuscola stanza e dello stato del
bagno, scatta la contrattazione che porta la cifra a 25.000 Cfa per 2 notti e
una secchiata d'acqua calda per farci una bella doccia e lavarci i capelli,
ormai rossi di sabbia. La nota
positiva è il simpatico bar ristorante Amanah, a 2 passi, dove mangiamo bene
godendoci la vista de deserto per 2.000 Cfa a testa.
31-12
Ci
alziamo presto perché vogliamo vedere la città ed organizzare il ritorno in
pinasse il giorno dopo. Scopriamo però
che Timbouctou non è molto mattiniera, infatti alle 8 del mattino c'è ancora
poca gente in giro. Così andiamo a far colazione alla centrale pasticceria al
Hayad dove iniziamo la giornata con un ottima omelette nature, anche se ha le
cipolle, e un bel nescafè x 1250 Cfa. La città nel frattempo ha iniziato a
svegliarsi, iniziano i commerci al mercato e noi, nel nostro girovagare,
cominciamo a chiedere se il giorno dopo partirà qualche pinasse. Le notizie
sono discordanti, soprattutto sui prezzi e così chiediamo
anche gli orari di partenza dei 4x4. Non possiamo rimanere bloccati qui.
Finalmente un ragazzo ci dice di sapere per certo che il giorno dopo partirà
una pinasse commerciale, anche se prova a tentarci con l'offerta di una pinasse
privata tutta per noi ma, il prezzo è talmente alto che rifiutiamo subito.
Contrattiamo a lungo e stabiliamo il prezzo di 20.000 Cfa a testa, + 5.000 x il
cibo, sempre a testa. Si decide che Michele andrà con lui fino al porto, in
moto, per vedere la barca e parlare col comandante, noi rientriamo all'hotel. Al
suo ritorno Michele ci parla di una grande imbarcazione vuota che partirà
effettivamente il giorno dopo, siamo un po' perplessi sul costo ma poi decidiamo
che va bene e mettiamo per iscritto anche questo contratto che facciamo firmare
al ragazzo, con l'intesa di vederci
il giorno dopo alle 12. Andiamo a pranzo e chiacchieriamo fino a che il caldo
non si attenua un po' poi facciamo 4 passi nel deserto circostante. Lo
spettacolo dei villaggetti prima e delle dune poi, è suggestivo. Questa è la
Timbouctou che ci aspettavamo. Troviamo una duna più alta delle altre e ci
sediamo ad aspettare il tramonto. Un vecchio Tuareg ci viene a fare visita e ci
racconta un po' della sua vita di cammelliere e trasportatore di sale, dalle
miniere di Taudanè a Timbouctou. Dopo il bellissimo tramonto torniamo in
albergo per "prepararci" per la cena di capodanno. Decidiamo di andare
a cena in un ristorante che si trova al mercato piccolo il" Poulet
d'or", segnalato dalla guida, ci sono infatti altri turisti. Purtroppo i
tempi di attesa sono lunghi perché il pollo richiesto è preparato al momento.
A parte il pane arabo al gusto di petrolio, che mandiamo indietro e che viene
sostituito con una baguette, il resto, la zuppa, la carne, il pollo
non sono male. Spendiamo 5.000 Cfa a testa ma rimpiangiamo di non essere
andati al solito posto, vicino all'hotel, dove però andiamo a prendere il caffè
ed ad aspettare l'arrivo del nuovo anno. La passeggiata nella città poco
illuminata e con le strade fatte di sabbia ha il suo fascino e la facciamo senza
fretta. Al bar Amanah c'è un sacco di gente, turisti ma anche molti locali.
Chiacchieriamo piacevolmente fino a mezzanotte, guardando anche il via vai di
persone, vestite a festa, ci scambiamo gli auguri di rito e andiamo a dormire.
In città nessun botto o altre manifestazioni di tipo occidentale fanno capire che è iniziato un nuovo anno.
01-01-09
Dopo
l'omelette di inizio d'anno andiamo al mercato per comprare qualche pomodoro,
banane, pane, formaggini, acqua da portarci in viaggio. Non abbiamo molta
fiducia nel cibo che ci verrà offerto sulla pinasse. Alle 12, stranamente in
orario, arriva l'intermediario con il responsabile della barca. Qualche
discussione sul mezzo ed il prezzo per l'auto che ci deve portare al porto ma
poi tutto si risolve e finalmente si parte per Koirumè. Alla vista della
pinasse carica di enormi lastre di sale siamo assaliti da molti dubbi e domande,
tra cui "ma perché ci andiamo sempre a cacciare in queste
situazioni?" a bordo della barca, che è uno scafo diviso da alcuni
tronchi, cerchiamo di sistemare le nostre cose. Realizzo
che dormire sopra le lastre di sale messe di taglio nello scafo non sarà
facile. Le donne della barca, dalla loro cucina fatta di fornelli a carbone e
pentoloni di alluminio, ci guardano
divertite. Ci viene offerta una stuoia e un materasso con una coperta x 10.000
Cfa, si inizia a discutere mentre il giaciglio viene preparato. Prendo i
tappetini che mi sono portata da casa li metto sulla coperta e provo quello che
sarà il mio letto per 2 notti. Lo trovo meno peggio del previsto. Ci
accordiamo, sul giaciglio, per 2.000 Cfa mentre penso a come fare la pipì
in un posto come questo dove la parola bagno non ha significato. Il buio
arriva presto e con lui la nostra prima cena in pinasse. Quando arriva il catino
con il riso ci guardiamo tutti e tre tra lo stupito e il "dovevamo
immaginarlo". le posate non ci sono, ma questo è il meno, ci aggiustiamo
con le nostre. Nel riso troviamo tracce di pesce secco, ne mangiamo un po' poi
preferiamo farci un bel panino al pomodoro o al formaggino e una banana, poi ci
mettiamo a dormire. Dopo alcune ore veniamo svegliati. La barca si è fermata a
caricare dei sacchi di riso che devono essere messi sulle lastre di sale. Ci
fanno quindi spostare e ci risistemano il giaciglio sui sacchi. Mi ci vuole un
po’ prima di abituarmi alla nuova posizione non propriamente orizzontale, ma a
dorso di mulo, ma la stanchezza ha il sopravvento.
02-01
Sulla
barca ci si sveglia presto, durante la notte ho avuto freddo, nonostante il
sacco lenzuolo di seta dentro quello di cotone e l'endigon, coperta in cotone
spesso Dogon, ho dovuto recuperare il pile dallo zaino. Faccio la pipì nella
mezza bottiglia tagliata la sera prima nascosta dalla coperta e poi butto nel
fiume, non è esaltante ma qui non si può fare di meglio. Arriva la nostra
colazione, una bacinella di riso, come la sera prima. I mie compagni di viaggio
ne mangiano un po' io preferisco un panino con la marmellata! La giornata
prosegue lenta tra chiacchiere tra di noi, perché sembra che nessuno a bordo
conosca il francese, mentre guardiamo il panorama che il fiume Niger ci offre e
qualche sonnellino. Quello che ci circonda è una grande distesa d'acqua su cui
si affacciano poveri villaggi di pescatori fatti di fango e paglia. Penso però
che non riusciamo ad apprezzare a pieno quello che ci circonda a causa della
situazione di scomodità e disagio che la pinasse ci crea. Alla fine della
giornata il nostro desiderio più grande è che la notte passi rapidamente visto
che l'arrivo a Mopti è previsto per le 7 del mattino dopo. Verso le 17 ci
fermiamo in prossimità di un villaggio senza un apparente motivo e siamo subito
circondati da piroghe piene di giovani ragazze che ci offrono del pesce fritto.
Molto contenti della cosa cerchiamo di acquistare quelli più caldi,
contrattiamo il prezzo, 600 Cfa l'uno e li mangiamo con gusto con le mani. Ma
non siamo gli unici ad approfittare della situazione. Evidentemente anche gli
altri ospiti della barca sono stanchi di riso ed approfittano dell'occasione. La
cena, il solito riso giallognolo, la regaliamo ad uno dei ragazzi che dorme
vicino a noi, preferiamo un panino con i nostri pomodori e i formaggini.
03-01
E
finalmente arriviamo a Mopti! È presto e il porto è ancora addormentato ma
questa calma, apparente, lo rende molto suggestivo. Anche lo scendere a terra
non è immediato a causa di un ancoraggio fatto male. Troviamo subito rifugio in
un bar non ancora aperto dove lasciamo i bagagli e ci diamo una sommaria lavata
poi, in attesa che arrivi qualcuno a prepararci un caffè, facciamo un giro per
la zona del porto che lentamente si sta preparando per una nuova giornata. Dopo
colazione ci dirigiamo verso il negozio del nostro amico Cissè al mercato
artigianale. Qui chiacchieriamo piacevolmente con lui e i suoi figli, compriamo
delle collane mentre alcuni monili ci vengono regalati. Il tempo passa in modo
molto africano, tranquillamente senza far niente. Salutiamo definitivamente i
nostri amici e dopo una sosta per un’omelette e per recuperare i bagagli ci
mettiamo in paziente attesa del bus della Bani Transport che parte direttamente
da Mopti, anziché da Sevarè, per Segou. Noi ci fermeremo al carrefour per
Djennè invece Michele proseguirà per Segou. Come sempre il viaggio è pieno di
intoppi e riusciamo ad arrivare al carrefour che il sole sta tramontando.
Prendiamo al volo un bachè per Djenne, poco più che un carretto motorizzato,
fa freddo e non abbiamo le maglie a portata di mano. Arriviamo a Djennè dopo
quasi un'ora, passaggio sul traghetto con guado a piedi nudi, compreso. La città
è meno illuminata di altre e grazie ad una guida arriviamo all'hotel
che ci interessa, suggerito da Michele. L'hotel Tapama è in stile
marocchino ed ha un bel cortile con un grande albero quasi nel mezzo ma le
stanze lasciano a desiderare come lenzuola, federe ed asciugamani che sembrano
non essere stati lavati da tempo. Per fortuna abbiamo i nostri. Tra l'altro, a
prescindere dalla pulizia della biancheria, è pratica comune mettere un solo
lenzuolo nei letti cosa che non è sufficiente, dato che di notte fa fresco,
quindi è opportuno avere con se un sacco lenzuolo o un sacco a pelo leggero.
L'acqua calda è un sogno quasi ovunque. In ogni caso ci sistemiamo e,
nonostante siano ormai le 21.30 riusciamo anche a farci preparare la cena.
Scambiamo anche qualche idea col ragazzo che gestisce l'hotel sui costi
piuttosto elevati del turismo in Mali, in proporzione ai servizi offerti. Lui
tenta di giustificare la cosa affermando che essendo quasi l'unica fonte di
reddito del paese molti cercano di trarne beneficio offrendosi come guide e
chiedendo cifre alte perchè pensano che i turisti possano permetterselo. Il
fatto è che molte di queste guide parlano a mala pena il francese e non sono in
grado di fornire molte informazioni. E' chiaro che per i maliani tutti gli
stranieri sono dei ricconi da spennare!
04-01
Ed
infatti il mattino dopo arriva una di queste guide che ci chiede 3500 Cfa a
testa per accompagnarci a vedere la
città ed altrettanti per il giro dei villaggi vicini. Trattiamo un bel po'
prima di arrivare alla cifra totale di 6000 Cfa per tutto il giorno. Però il
ragazzo non è contento dell'affare e con una scusa ci "vende" ad
un'altra guida che parla poco francese e non vede l'ora di liberarsi di noi per
potersi ascoltare il suo rap maliano dal telefonino di cui è molto orgoglioso.
Riusciamo comunque a vedere i villaggi Peul e Bozo che sono poco distanti da
Djennè e la città, con i nostri tempi. Nel pomeriggio ci liberiamo di lui e
continuiamo la visita da soli. Djennè non è male ha delle belle case in stile
marocchino e la piazzetta dove sorge la casa del capo villaggio è molto carina.
La moschea è famosa ed è patrimonio dell'umanità e non è vero, come dicono i
cartelli all'esterno, che è vietato l'ingresso ai non mussulmani, pagando 5000
Cfa si può entrare sans probleme!
Ceniamo
discretamente al Kita Korou.
05-01
Il lunedì
è giorno di mercato a Djennè ed infatti ieri sera sono arrivati molti
turisti, ma anche qui le cose iniziano tardi. Alle 10 c'è ancora qualcuno che
deve sistemare le sue mercanzie. Ci divertiamo a vedere la
"costruzione" di questo mercato che si anima e congestiona intorno a
mezzogiorno, quando il caldo inizia a farsi sentire. Le merci sono sempre più o
meno le stesse: tanto pesce secco, riso, miglio, casalinghi in plastica
colorata, frutta e verdura con le immancabili cipolle, molto the, sale ma anche
capi di abbigliamento e scarpe. All'ora di pranzo vengono approntati piccoli
ristorantini che offrono pesce fritto o bignet fritti di farina di fagioli.
Il
nostro minibus diretto per Segou parte verso le 14,30. Capiamo all'improvviso il
perché di un telone messo davanti a protezione del mezzo, il bus non ha il
parabrezza! Altro che protezione conto il sole come avevamo pensato vedendolo!
Mancano anche alcuni vetri laterali ed il viaggio, che dura più del previsto,
diventa disagevole dopo il tramonto a causa dell'aria fredda che ci coglie,
nuovamente, impreparati. arriviamo
a Segou che sono le 21 passate parecchio intirizziti. Telefoniamo al nostro
amico Baba, che ci viene subito a prendere in una stazione dei bus che non è
quella solita, l'autista aveva deciso che quel punto andava bene lo stesso, e ci
porta all' hotel Soleil de Minuit, dove eravamo già stati all'andata e che ci
aveva prenotato. Questo è uno dei pochi alberghi che fornisce entrambe le
lenzuola, ben 2 asciugamani e
l'acqua calda. Un privilegio! Data l'ora non riusciamo a cenare ma, il padrone
dell'hotel ci fa un ottimo caffè con una bella caffettiera italiana e noi
sgranocchiando qualche biscotto mettiamo a tacere lo stomaco.
06-01
Dopo una
bella dormita la fame si fa sentire e così andiamo al Le Golf a mangiarci due
belle omelette. Passeggiamo senza fretta per una zona di Segou che all'inizio
del viaggio avevamo trascurato. E’ un susseguirsi di negozi e mercati.
Acquistiamo diverse cose e poi andiamo a trovare Baba nel suo negozio. Lì
salutiamo i suoi amici e ci fermiamo a chiacchierare un po'. La giornata
trascorre piacevolmente tra riposo e passeggiate lungo fiume. Cena al Le Golf,
che ci offre anche dell'ottima musica locale a base di jembè,
balafon e tanta partecipazione dei locali.
07-01
Per una
volta il bus che prendiamo, il Somatra da Segou a Bamako, è comodo ed
affidabile con un autista che non ci strattona ogni momento. In 3 ore e mezza
siamo a Bamako dove ci aspetta Daba, un amico di Baba, che ci accompagna
all'hotel che avevo prenotato il giorno prima, il Yamey, nel quartiere Le Fleuve,
la zona vecchia di Bamako. L'albergo è come dice la Lonely con camere piccole e
logore. Di buono ha la vicinanza con il mercato ed alcuni locali tra i più
frequentati dai turisti. Telefoniamo a Pina, l'italiana conosciuta all'inizio
del viaggio, per poter recuperare le cose lasciate a casa sua. Pina ci invita da
lei dicendoci di aver cambiato casa e che c'è una stanza già pronta per noi.
La incontriamo nel tardo pomeriggio e concordiamo che il giorno dopo ci verrà a
prendere per accompagnarci a casa sua e poi andremo un po' in giro per la città.
Intanto ci porta a conoscere Angela, un'altra signora italiana che vive a Bamako.
Guidando, il suo scassato furgone Renault, Pina ci fa attraversare la città,
caotica ed inquinata fino al quartiere residenziale dove vive Angela. A vedere
le strade sterrate e piene di buche e l'immondizia sparsa in giro non si direbbe
un quartiere residenziale ma le ville che si intravedono, oltre i lunghi ed alti
muri di cinta, ci fanno capire che non c'è solo l'Africa delle capanne di banko.
Angela è una simpatica signora che ha passato buona parte della sua vita in
Africa occidentale, un'altra parte in Sud America e quel po' che rimane in
Italia. La sua casa, con piscina, è arredata in modo sobrio con un mix afro
europeo molto elegante. Lei è una persona che ha trovato il suo equilibrio in
Africa e con tante cose interessanti da raccontare. dopo un paio d'ore la
salutiamo e Pina ci accompagna in prossimità di un ristorante che vorremmo
provare con l'accordo di rivederci l'indomani. Scopriamo però che l'African
Grill si è trasferito al museo di Bamako e quindi dobbiamo cercarci un altro
posto per mangiare. Fortunatamente quasi dietro l'angolo c'è La Gondole, un
piccolo ristorantino che ci ispira. Ordiniamo una zuppa di verdure ed un pollo
con patatine. Per avere tutto questo ci toccherà aspettare più di un'ora!
Ovviamente nei ristoranti africani c'è ben poco di pronto ed i polli
sono cotti al momento, per fortuna. Mai arrivare con troppa fame!
La cena
è buona ma non servono alcolici per cui niente birra. Spendiamo 8.300 Cfa.
Rientrati in albergo riusciamo anche a collegarci ad internet con il wifi free
del vicino Cafè du Fleuve.
08-01
Aspettando
l'arrivo di Pina facciamo un giro al mercato e ci mangiamo un panino con
l'omelette, per iniziare bene la giornata. Quando lei arriva carichiamo le
nostre cose sulla sua macchina ed andiamo a casa sua che non è molto distante
da quella di Angela. Ci sistemiamo nella stanza con bagno che ci ha messo a
disposizione e le diamo una mano a sistemare alcune cose visto che ha appena
traslocato. Nel pomeriggio ci accompagna a vedere il mercato dell'artigianato,
il museo ed altre parti di Bamako. Pina ci fa sapere che Angela ci aspetta a
cena e così passiamo a comprare del vino. La cena è
ottima. Pasta con sugo di pomodoro, pesce capitano al sale con salsa di olio e
limone, insalata mista e una mega macedonia. La conversazione è molto
piacevole. Entrambe le signore sono ottima fonte di notizie e di una visione,
dal di dentro anche se occidentale, del Mali. Passiamo decisamente una bella
serata.
09-01
Ultimo
giorno di vacanza. Passiamo la mattinata in casa e dintorni. Savio cerca di
sistemare l'auto di Pina che ha un problema alla batteria che non si ricarica
perché il meccanico si è "dimenticato" di collegare un
filo.....facciamo un po' di spesa per il pranzo, vogliamo preparare una pasta e
un'insalata. Nel frattempo arriva anche Angela, che viene ovviamente invitata,
io preparo un semplice sugo con pomodoro e cipolle, cosa non facile nella
scarsamente attrezzata cucina di Pina! Però viene buono e le signore sembrano
apprezzare. Durante il pranzo Angela si offre anche di accompagnarci
all'aeroporto con la sua auto. Nel pomeriggio facciamo ancora un giro in città
e mangiamo qualcosa. Verso le 20.30 la nostra nuova amica, come promesso, viene
a prenderci per portarci all'aeroporto. Salutiamo Pina e Bamako e archiviamo
anche questa vacanza.
Conclusioni
Questo
viaggio ci ha soddisfatto in parte. Offre dei posti interessanti da visitare
come i villaggi Dogon ed altri con
una fama un po’ sopravvalutata come Timbouctou o Djennè. Il dover sottostare
ad orari troppo flessibili ed alle estenuanti contrattazioni a lungo andare
logora. L'ideale sarebbe contrattare una volta sola e noleggiare un'auto con
autista in modo da potersi muoversi in perfetta autonomia alla faccia dei tempi
africani, che in questo modo si adatterebbero un po’ di più ai nostri.
Purtroppo, come spesso in Africa, i prezzi sono sempre troppo alti per la qualità
dei servizi e delle attrezzature offerte. Speso circa 2.000 Euro a testa, volo
incluso.
per le
foto www.flicr.com/photos/virnaccia
Virna virna@virna.it