IRLANDA

diario di viaggio 2003

di Domenico e Ivana

 

 

 

Desideravo visitare l’Irlanda da anni, attratto dai suoi colori e suoni visti o ascoltati solo in fotografia o alla televisione. Se decidete di visitare questo Paese, non aspettatevi di incontrare monumenti storici di chissà quale fasto né spettacoli naturali di rara bellezza. Ciò che vale una visita in Irlanda, e quindi può affascinarvi, lasciare indifferenti o non piacervi, è l’Irlanda stessa, con la sua gente sempre cordiale, la sua musica e i suoi silenzi, il suo calore, i suoi paesaggi spesso uguali ma mai noiosi, dove la natura regna sovrana e nello stesso tempo coesiste con i suoi abitanti, i suoi colori sempre vividi anche quando il cielo è grigio.
Il viaggio che vi racconterò risale allo scorso agosto, perciò chiedo scusa se qualche particolare oggi mi sfugge.

L’organizzazione del viaggio è interamente “fai da te”. Il volo Alitalia per noi da Napoli risulta alla fine il più vantaggioso per costo e orari. Dall’Italia prenotiamo anche l’automobile da ritirare all’aeroporto di Dublino. La scelta cade sulla Sixt - Irish Car Rental, ma il prezzo fissato su internet all’atto della prenotazione (molto basso) ci verrà gravato al momento del ritiro da un po’ di assicurazioni facoltative che la furba operatrice, complice il mio inglese non perfetto (la mia ragazza, ben più abile di me, si era poco opportunamente allontanata) mi fa accettare senza esitazione e che scoprirò solo con l’estratto conto della carta di credito. Alla fine la spesa sarà del tutto simile a quella proposta dalle altre compagnie di noleggio.

L’itinerario lo decidiamo dopo aver consultato decine di depliant di vari tour operator. La sistemazione sarà ovviamente nei tanto lodati bed & breakfast: la catena Town & Country Homes mette a disposizione su internet tutto il necessario per prenotare la stanza che fa al caso tuo a prezzi molto contenuti. Con qualche dubbio decidiamo di prenotare anche gli alloggi dall’Italia: l’Irlanda va vissuta “on the road”, ma così almeno evitiamo eventuali difficoltà in loco nel procurarci un alloggio dato anche il periodo.

Completiamo i preparativi con una carta stradale e una guida turistica. 

 

 

25 agosto 2003

La partenza è fissata per le ore 7.00. E’ una levataccia, ma almeno evitiamo la calura napoletana. Il volo scorre liscio e alle ore 13 siamo all’aeroporto di Dublino. Il tempo che ci accoglie è grigio e fresco (15°C). Indossata una giacca a vento che stenta a darci calore, ritiriamo il bagaglio ed espletiamo la procedura per il ritiro dell’auto: il mio primo confronto con anglofoni è terrificante, l’irlandese di Dublino è difficilissimo da capire. In realtà per arrivare a Dublino l’auto è unitile e poi Dublino si gira facilmente a piedi, ma il costo dell’auto per due giorni in meno sarebbe stato praticamente lo stesso, perciò tanto vale prenderla ora.

Perdiamo quasi un’ora per capire dove si trova e quindi raggiungere il parcheggio della Sixt dove ritirare l’auto. Alla fine comincio a percorrere i miei primi chilometri “contromano”: è divertentissimo e ci si abitua subito a guidare sulla sinistra anche se qualche difficoltà resta nei sorpassi a destra o nelle rotonde. Il traffico irlandese, così leggero e placido, rende senza dubbio il battesimo più agevole così come le a dir poco preoccupate occhiate di Ivana sul lato destro dell’auto…

Alle ore 15 siamo al nostro B&B. Il posto è molto carino e tranquillo, la casa è in stile vittoriano, ma la camera è un po’ piccolina (senza parlare del bagno adatto ai sette nani) e poco curata. Niente di grave, perché giusto il tempo di lasciare i bagagli che si parte per il centro di Dublino.

Attraversiamo la caotica O’Connell Street, una delle più famose strade della capitale, mescolanza di stili architettonici e di edifici più o meno nuovi. In 15 minuti raggiungiamo lo St. Stephen Green, due passi nel grazioso parco per il nostro primo contatto con Dublino. Poi riusciamo a fare una rapida visita alla National Gallery (l’ingresso è gratis come in quasi tutti i musei irlandesi, mentre invece si paga l’ingresso alle chiese): il primo piano ospita le sale irlandesi e inglesi con dipinti anche di Jack Yeats, mentre al secondo piano c’è spazio anche per la sala italiana dove incontriamo, tra gli altri, Caravaggio.

È ormai tempo di cenare e decidiamo di farlo in uno dei famosi pub dublinesi di Temple Bar. Qui, sugli stretti ciottolati, vi si trovano i migliori ristoranti, i pub tradizionali e i bar più moderni e alternativi. I pub, in particolare, sono una vera e propria istituzione cittadina: alcuni di essi hanno fatto da sfondo ad alcune delle più famose pagine della letteratura irlandese, altri sono stati il luogo d’incontro di rivoluzionari. Ne approfittiamo per fare due passi nel delizioso centro di Dublino, accogliente e caldo con le sue luci, la gente che passeggia e qualche artista di strada (più artista che di strada). Purtroppo ci accorgiamo subito che per noi sarà molto difficile gustare del tipico cibo irlandese e ascoltare musica nelle public houses, perché la maggior parte dei pub non serve più cibo dopo le 17, mentre in serata, quando si suona, si può solo bere (in realtà qui si comincia a bere già prima). Gli orari per noi turisti accaniti (e scarsi bevitori) sono veramente infelici, ma oggi ce la caviamo in un ottimo pub che serve da mangiare anche a sera. Non si suona, ma l’atmosfera è eccezionalmente gioviale e rilassante: insomma l’aria di Dublino. E allora proviamo un boccale (direi un bicchiere in due) di Guinness, la rinomata birra irlandese la cui storica fabbrica di St. James è proprio alle porte della città. Ancora due passi nel centro e poi si rientra.

 

26 agosto

La giornata è interamente dedicata alla scoperta di Dublino. Non prima però di avere provato la famosa colazione all’inglese (pardon, all’irlandese): salsiccia, black and white pudding, pomodoro alla griglia, pancetta e uovo fritto. Poi pane, latte, caffè, tè, cereali e succo d’arancia: niente male per chi è abituato a latte e biscotti. Si fa il pieno e si parte.

Dublino è un'affascinante ed elegante città a misura d’uomo divisa in due dal fiume Leffey. Chi la visita viene catturato dai tanti spazi verdi, i palazzi settecenteschi e gli edifici di epoca georgiana. La vita non scorre così tranquilla come mi attendevo, d’altronde Dublino è pur sempre la capitale dell’Irlanda.

La prima tappa è il Trinity College. Sorto come collegio per protestanti, iniziò ad essere frequentato da cattolici dopo il 1970, quando la Chiesa cattolica tolse il veto. Tra i suoi studenti vi fu Samuel Beckett. Le attrazioni principali sono la Old Library (che contiene la più antica arpa gaelica esistente in Irlanda: l’arpa è un disegno ripetuto all’ossessione, su insegne, souvenirs e su tutte le monete irlandesi) e il Libro di Kells, elaborato codice miniato irlandese che contiene i quattro Vangeli in latino. In uno dei prati interni è posta “La sfera dentro la sfera”, scultura di Arnaldo Pomodoro donata al college dallo scultore italiano.

È un piacere passeggiare per le vie di Dublino, così lentamente ci dirigiamo verso la anglicana Christ Churc Cathedral, la più antica cattedrale d’Irlanda. L’interno è molto elegante, bella la navata centrale con eleganti archi gotici e lo stupendo leggio medioevale. Bella anche la cripta recentemente restaurata.

Nel pomeriggio ci rechiamo al Castello di Dublino. La visita guidata è ovviamente in dublinese: io non capisco niente, ma Ivana mi fa da interprete personale. Nonostante l’accento delle guide,conviene sempre unirsi a un gruppo per evitare che i posti si assomiglino troppo. Si passa negli State Apartments, nella Sala del Trono, poi nella parte sotterranea del castello dove sono visibili le antiche mura anglo – normanne del XIII secolo e infine nella piccola Chapel Royal.

Riusciamo a vedere anche la St. Patrick Cathedral proprio a fil di chisura (e risparmiamo il biglietto di ingresso), la più grande chiesa del Paese nonché cattedrale nazionale della Chiesa d’Irlanda. La chiesa contiene anche opere e oggetti legati alla memoria di Jonathan Swift, scrittore satirico nonché decano di St. Patrick’s.

Facciamo ancora due passi e un po’ di shopping per Grafton Street, strada fiancheggiata dai più famosi ed eleganti negozi di Dublino, piena di vita ed eleganti palazzi.

Dopo cena invece ripassiamo a Temple Bar, di sera forse più suggestiva che di giorno. È la nostra ultima sera a Dublino e già sentiamo che questa atmosfera ci mancherà.

 

27 agosto

Prima di partire alla volta di Galway, abbiamo tempo per una visita all’Irish Museum of Modern Art che comprende una sezione di arte moderna e contemporanea sia irlandese che internazionale. Bello sia l’elegante edificio seicentesco che la mostra.

Ritorniamo al B&B per recuperare l’automobile e partiamo per la costa occidentale dell’Irlanda.

Incominciamo a fare i conti con la segnaletica irlandese: qualche difficoltà per lasciare Dublino, ma la giusta strada è presto imboccata.

Il nostro itinerario prevede una sosta ad Athlone, piccola città molto carina sul fiume Shannon. Ci fermiamo solo un paio d’ore, sufficienti per un giro tra le vie del centro, tra il castello e la chiesa di Pietro e Paolo.

In tardo pomeriggio arriviamo a Galway, piccola città che si articola lungo le sponde del fiume Corrib che sfocia nella Galway Bay. La baia rende questo piccolo centro assolutamente incantevole, tra il verde accecante dei prati, il blu dell’oceano, il rosa del tramonto, i cigni e una deliziosa foca che addirittura ci avvicina lungo la banchina.

Facciamo due passi nel centro, molto piccolo, in cui si concentrano le attrazioni e i monumenti principali. Quay Street, fiancheggiata da pub, ristoranti e caratteristici palazzi, ci introduce nel vivace Quartiere Latino, brulicante di persone in una gioviale e rilassante atmosfera.

Poche ore a Galway per capire che forse la vera Irlanda non è Dublino: è difficile spiegare, ma qui la sintonia tra la gente calorosa e la natura, semplice e suggestiva, ti infonde un raro senso di pace interiore. Anche se stanchi, ci intratteniamo volentieri tutta la sera per le vie del centro.


Galway

 

28 agosto

La mattina ci attende il tour del Connemara. Non chiedetemi perché, ma, pur avendo l’auto, decidiamo di farlo in autobus con una delle compagnie che organizzano tour guidati per la regione. Forse per avere una guida, forse per vedere posti caratteristici che da soli non avremmo scovato, sicuramente pago l’inesperienza del mio primo tour fai da te. Infatti il Connemara è agevolmente visitabile in automobile (diversi siti internet danno utilissimi suggerimenti) che permette soprattutto di fermarti quando vuoi e scorrere veloce alcuni paesaggi un po’ troppo ripetitivi. Comunque il tour in autobus è assolutamente economico e molto ben organizzato.

Il Connemara è una selvaggia regione dell’Irlanda occidentale caratterizzata da torbiere, montagne e laghi. La giornata è grigia, piovosa e fresca (ancora 15°C). I paesaggi non offrono grosse attrattive, fino ad una breve sosta presso un piccolo fiordo. Avessimo avuto l’auto, avremmo proceduto direttamente verso la Kylemore Abbey che ci attende nella tarda mattinata.

Circondata dai rilievi dei Twelve Beans, le montagne del Connemara National Park, questa imponente residenza in stile neogotico affaccia sul piccolo lago di Kylemore. Oggi le suore benedettine vi gestiscono un prestigioso collegio femminile.

La sua apparizione lungo la strada è di sicuro effetto. Senza dubbio l’interno lascia un po’ delusi poiché i visitatori possono accedere solo a pochissime stanze. Anche il giardino vittoriano non lascia particolarmente entusiasti; molto meglio fare due passi per i sentieri che fiancheggiano l’abbazia e il lago.

Terminata la visita, si prende la via del ritorno a Galway. A visita terminata, conveniamo che il tour, pur permettendo una visita dettagliata al Connemara, è un po’ troppo lungo paragonato a ciò che di effettivamente interessante c’è da vedere.

A Galway riprendiamo la nostra visita per Eyre Square, la Cathedral of St. Nicholas e ancora una volta per l’incantevole baia, stavolta attraverso lo Spanish Arch fino al villaggio di pescatori del Claddagh, in pratica il vecchio porto. Sarei rimasto volentieri una sera in più: l’atmosfera di quei posti è indelebile nei miei ricordi.


Kylemore Abbey

   

29 agosto

Partiamo alla volta di Killarney, ma abbiamo in programma due soste, le scogliere di Moher ed Adare.

Appena lasciata Galway, non possiamo però non notare l’incantevole villaggio di Kinvarra. Dal Dunguaire Castle si gode una splendida vista della Galway Bay e del villaggio dai caratteristici cottage dei pescatori.

Pochi minuti di sosta e si riparte alla volta delle scogliere di Moher, delle quali non mi dilungherò a raccontare dello scenario spettacolare che esse offrono: lunghe 8 km e fino a 200 metri a picco sul mare. Dicono che siano ugualmente spettacolari avvolte dalla nebbia oppure investite dalle tempeste atlantiche: a noi tocca una giornata soleggiata e luminosa e percorriamo così molto piacevolmente alcuni sentieri lungo le scogliere, tra il verde delle colline e il blu del cielo e del mare.

Dopo poco più di due ore siamo di nuovo in viaggio. Nel primo pomeriggio siamo ad Adare, considerato il più incantevole villaggio d’Irlanda. Immerso nel verde, il lungo e stretto villaggio è un susseguirsi di caratteristici cottage dai tetti di paglia. Non ci addentriamo a visitare le sue chiese, preferendo piuttosto passeggiare rilassati per le sue vie e fermarci per un frugale pasto nel parco.

Nel tardo pomeriggio siamo a Killarney.

Killarney è una città molto bella ed elegante, ma ci appare quasi irreale per l’ordine con cui sono disposte le sue costruzioni e le sue strade. In città non c’è molto da vedere, ma comunque è gradevole aggirarsi per le vie della città. Il tempo che ci accoglie è grigio e pioviggina: pare che da queste parti sia quasi la regola.


Kinvarra   

30 agosto

La giornata di oggi è dedicata al tour del Ring of Kerry: celebre itinerario che si snoda lungo la Iveragh Peninsula, tra paesaggi montani e coste puntellate da villaggi di pescatori.

Anche qui decidiamo di aggregarci ad un tour in autobus, ma stavolta ricordo il perché: da più parti avevo letto delle strade strette e tortuose e del traffico dovuto ai pullman turistici. Fortunatamente (o purtroppo) non c’è traffico e le strade sembrano autostrade in confronto a quelle della costiera amalfitana. Ancora una volta un inutile tour in pullman (per carità, sempre economico e ben organizzato), ma stavolta io e Ivana proprio non riusciamo a capire cosa ci sia di affascinante in questo itinerario. La noia regna sovrana fino al grazioso villaggio di Sneem, ma ormai siamo quasi alla fine. L’ultima parte del tour è quella più interessante: si passa attraverso il Gap of Dunloe, spettacolare gola erosa dalla glaciazione che offre splendidi panorami. Infine entriamo nel Parco Nazionale di Killarney con suggestiva vista sui laghi.

La sera scopriamo una caratteristica area dove artisti più o meno sconosciuti si fermano a suonare la loro musica tra il pubblico comodamente seduto su panche e libero di consumare a suo piacimento. Purtroppo non ricordo il nome, ma se cercate attentamente tra le palazzine del centro, forse riuscite a scovarla.


Killarney park

31 agosto

Dedichiamo la mattinata alla visita della Muckross House, bella residenza vittoriana, e ai suoi giardini. Per arrivarci facciamo una piacevolissima passeggiata nel Killarney National Park, a ridosso dei laghi. Il paesaggio è spettacolare anche nella giornata nuvolosa, il silenzio è irreale. Nel parco immenso ci sono anche rovine di castelli e abbazie: senza dubbio sarebbe valsa la pena dedicarvi più tempo, essendoci posti molto suggestivi (Dinis Island per esempio, dove confluiscono le acque dei tre laghi) non facilmente raggiungibili.

Ritornati alla macchina ci dirigiamo verso la cascata di Torc, una cascata di 18 metri che scende nel Muckross Lake. Un incantevole sentiero conduce alla sommità della cascata con vista sulla Torc Mountain.

A malincuore lasciamo questo stupendo posto per dirigerci a Kilkenny.

Kilkenny, che fu capitale medioevale dell’Irlanda, presenta non poche costruzioni di interesse architettonico.

La prima tappa è il bel castello risalente al 1190, uno dei più famosi d’Irlanda e caratterizzato da imponenti torri cilindriche. Pur conservando l’impianto medioevale, esso ha subito alcune ristrutturazioni in stile neogotico in epoca vittoriana. Il castello si affaccia sul fiume Nore e possiede un bel parco dove non è raro incontrare scoiattoli.

Due passi per la città ci conducono alla St. Canice Cathedral, sulla sommità della collina, risalente al XIII secolo in stile gotico primitivo inglese e considerato uno dei tesori medioevali d’Irlanda.

L’ora non permette altre visite più approfondite, perciò preferiamo passeggiare per gli “slips”, gli stretti vicoli caratteristici della Kilkenny medioevale. In pratica il centro storico della città può essere attraversato percorrendo St. Kieran’s Street oppure attraverso High Street: vale la pena passeggiare da un lato all’altro delle strade in quanto si fiancheggiano alcune costruzioni tipiche del posto, come la Rothe House, antica casa di mercanti, o la St Mary’s Cathedral. In High Street spicca il Tholsel (municipio) con le sue caratteristiche arcate e la torre dell’orologio.

In serata cerchiamo di “rallentare il tempo”, ci intratteniamo volentieri per le strade anche se non sono molto vive. Domani infatti si ritorna a casa.


Muckross


Lower lake Killarney


Torc

 

 

1 settembre

E così oggi si rientra in Italia. Non vi racconterò ovviamente del viaggio di ritorno, ma delle sensazioni che ci siamo portati dentro una volta in Italia (a parte quella provata per alcuni giorni di guidare contro mano!). Sensazioni di appagamento dell’animo, di estemporanea ma profonda fusione con la natura, di rapporti semplici e genuini col prossimo. Sensazioni che nessuna foto scattata, né la videocassetta registrata sono riusciti a farci rivivere e tantomeno trasmettere agli altri. Per viverle bisogna essere lì, ed è per questo che suggeriamo a tutti di visitare l’Irlanda.

 

 

 

 

Domenico e Ivana   domenico_z74@libero.it 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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