Indocina (Cambogia-Vietnam-Laos)
Diario
di viaggio dal
14-7 al 1-9
Carissimi
amici....lontani e vicini....domani (14 luglio) si parte.
Ore
14,25 aereo da Fiumicino, scalo a Il Cairo e arrivo a Bangkok alle 11,50 del
giorno 15 luglio (compagnia aerea Egyptair...mai viaggiato...qualcuno sa se
cadono?).
Arrivato
a Bangkok, poi via terra arriverò in Cambogia (speriamo bene perché ne parlano
un po’ male della frontiera, troppi abusi y rateros).
Visiterò
vari siti della Cambogia tra cui Angkor (Siem Reap), Battang, Phnom Penh etc.
per poi entrare in Vietnam all'alterzza del Delta del Mekong con i suoi villaggi
galleggianti.
Risalire
tutto il Vietnam fino a Hanoi e proseguire per il Nord nei villaggi delle varie
etnie vietnamite.
Passare
poi la frontiera con il Laos per visitare vari posti di questo paese
tra cui Vientiane, Luang Prabang, Piana delle Giare, Pakse etc. etc. fino
al sud per poi rientrare in Thailandia e arrivare a Bangkok. Tutto questo fino
al 1 settembre, data del rientro in terra patria.
Cercherò
di tenervi aggiornati nei vari spostamenti (una sorta di diario on-line), internet
permettendo, ovviamente se mi scrivete mi terrete in compagnia anche perchè viaggio
da solo.
Un abrazo
fuerte a todos, cuidense.
Cari Amici
eccomi qua.
Per prima cosa vi dico che l'aereo non e' caduto, lo giuro, anzi era abbastanza
nuovo l'unica nota dolente le hostess, no che erano brutte ma orrende, adesso
capisco perché gli egiziani ci provano a comprare le occidentali con i
cammelli.
C'era una che era così vecchia ma cosi vecchia e cosi chiatta ma cosi' chiatta
che sfido qualsiasi terrorista a provarci a salire su un aereo della Egptyair.
Ringrazio di vero cuore a tutti coloro che mi hanno risposto (anche dal Mexico)
e che mi hanno dato i loro
preziosi consigli.
15 Luglio 2008
Arrivato a Bangkok (BKK) con circa 2 ore di ritardo (c'era traffico) ho perso il
treno delle 13,30 per andare alla frontiera quindi tra la indecisione se restare
una notte a BKK e prendere il treno l'indomani per la frontiera oppure prendere
un volo per Siem Reap (Cambogia) e quindi evitare la tanto temuta frontiera ho
optato per la saggia decisione chiedendomi "perché aver paura della
frontiera che attraversano tanti viaggiatori?" e quindi mi sono diretto a
Bangkok città.
Dall'aeroporto (che dista 1 ora dalla città) c'e' un servizio free che ti porta
alla stazione pubblica degli autobus da dove partono gli autobus diretti alle
varie destinazione.
Dovendo aspettare l'autobus per BKK ho fatto amicizia con la tizia dell'ufficio
informazioni, una ragazza di nome Wannipa, 28 anni, davvero molto carina la
quale si e' complimentato per il mio inglese e li subito ho capito che lei non
conosceva affatto l'inglese visto che il mio e' pessimo (avete presente Toto' a
Milano? peggio!).
Mi ha detto che e' nata nel 2523, e a quel punto ho detto: "cazzo ero
convinto che tra l'Italia e la Thailandia ci fossero solo 6 ore di fuso orario e
non 543 anni piu' 6 ore". Ma poi lei mi ha spiegato che il loro calendario
inizia 543 anni prima rispetto al nostro, giorno in cui e' nato Budda e come
conferma mi ha mostrato un calendario che segnava 2551.
Arrivato a BKK ho pernottato alla famosa Khao San Road, una strada piena di
Guesthouse a basso costo.
L'impressione di BKK e' stata quella di una citta' caotica dove in ogni angolo
trovi la foto del Re e della Regina......assurdo!
16 Luglio 2008
L'indomani il treno e' partito alle 5,55 diretto per Aranya Prathet, l'ultima
citta' della Thailandia prima della frontiera, dove e' arrivato dopo circa 6
ore. Prima di uscire da BKK il treno e' passato per vari quartieri poveri con
case di lamiera......altro che la Thailandia delle cartoline tutto mare e sole!!
Alla frontiera per fare il visto mi hanno chiesto 32 dollari anzicche' i 20-25
previsti ma, ovviamente, inutili sono state le mie lamentele (non avevo altra
alternativa).
Passata la frontiera un caos totale, bambini sporchi che ti chiedono soldi,
persone che ti vogliono vendere di tutto, un via vai impressionante di auto e
persone, casino' dove sicuramente si ricicla il denaro del traffico delle armi,
persone buttate a terra di qua e di la.......ammetto di aver avuto paura.
Dopo alcuni metri ti fanno capire che l'unico mezzo per arrivare a Siem Reap
sono gli autobus o i taxi delle agenzie (mafia) che ti fanno pagare almeno 20-25
dollari. Inizio a camminare per trovare la stazione degli autobus locali (come
suggerito da Lorenzo) e quindi evitare la mafia legale delle agenzie.
Un tizio con la moto mi chiede se voglio un passaggio previo pagamento di 1
dollaro (meno male che era un passaggio), fa caldo la borsa pesa e accetto,
ovviamente fidandomi del tizio. Arriviamo alla stazione degli autobus locali ma
ci dicono che non c'e' servizio visto che stanno facendo i lavori stradali e che
sono garantiti solo gli autobus della mattina presto.
Il tizio della moto mi fa capire che e' disposto ad accompagnarmi fino alla
prima citta' (Sisophon) e poi da li avrei preso un bus o un taxi, accetto
l'invito.
Dopo circa 10 minuti mi fa capire che in cambio gli devo dare 15 dollari e
quindi io con il mio inglese totoniano gli faccio capire che scendo subito e gli
do 2 dollari.
Inizio a fare l'autostop, si ferma una camionetta che mi da un passaggio previo
pagamento di 3 dollari (ma allora e' un vizio!) fino a Sisophon dove arrivo dopo
circa una ora.
Da Sisophon prendo un taxi collettivo, una sorta di camionetta zeppa di persone
una ammassata sopra l'altra e varie cassette di verdure. Mi offrono il posto
avanti piuttosto che dietro all'aperto....sempre ovviamente previo pagamento di
4 dollari. Inizia cosi' il secondo viaggio all'avventura che poi si
rivelera' emozionante.
Il tizio dopo aver scaricato le varie persone lungo la strada a circa 1 ora da
Siem Reap si inoltra nella piena foresta dove consegna le cassette di verdure a
una famiglia e io approfitto per regalare ai bambini alcuni giocattoli che ho
portato appunto per loro e fare le mie prime 3000 foto (devo ammettere che
quando siamo entrati nella selva ho avuto un pò di timore ma poi e' stata una
emozione stare li con quella gente).
Finalmente alle 19 si arriva a Siem Reap e diretto vado al Jasmine Guesthouse
consigliato dalla Lonely Planet (nulla di che...anzi!).
17 Luglio 2008
L'indomani malgrado la stanchezza del "odissea frontiera day" mi alzo
alle 4.00 per andare a vedere Angkor con la magia dell'alba. Noleggio una moto
con autista perche' sono stanco e poi volendo andare anche a Banteay Srei che
dista almeno 20 kilometri da Angkor Wat farlo in bici sarebbe un suicidio. Per
12 dollari il tizio della moto mi porta a vedere la maggior parte dei siti che
essendo impressionanti non esistono aggettivi per descriverli, l'unico che posso
fare e consigliarvi di andarci assolutamente. Angkor Wat, Angkor Thom, il Bayon
con le sue faccie giganti che rappresentano il volto di Jayavarman VII nel suo
stato divino, la Terrazza degli elefanti, il Ta Prohm invaso dalle radici degli
alberi, il Banteay Srei con la sua raffinata architettura.....insomma uno
splendore dell'arte Khmer costruiti tra il IX e il XIII secolo che ne il tempo
ne la giungla ne le fottute bombe scaricate dai fottuti americani hanno potuto
cancellare.
E di sera l'Angkor Wat illuminato...una scenografia mozzafiato nel bel mezzo
della giungla......che emozione!
18 Luglio 2008
Siem Reap come citta' non offre nulla ma in cambio nei dintorni a parte
l'immenso sito archeologico di Angkor c'e' altro da vedere.
Decido quindi di andare al villaggio di Kompong Phhluk, un villaggio sulla
sponda del lago Tonle' Sap che ovviamente per non essere inondato durante il
periodo delle piogge (il livello del lago si alza persino di 8 metri in ottobre,
novembre e dicembre) le case sono costruite su palafitte appunto alte 8-10
metri. Il villaggio dista a circa 1 ora da Siem Reap quindi inevitabile
noleggiare una moto con autista (9 dollari) e poi andare con una barca a motore
che attraverso canali e poi passando per una foresta alluvionale arriva al
villaggio dopo circa 30 minuti previo pagamento di 20-25 dollari.
La vista del villaggio e' impressionante, palafitte appunto alte 10 metri,
ragazzini che ti salutano, galline, porcellini, piccoli sentieri pedonali che
poi diventeranno canali nel periodo delle piene, bambini che fanno il bagno etc.
etc. Decido di andarli a salutare da vicino, ad alcuni bambini regalo dei
doni...purtroppo tanti di loro non li avranno.
C'e' persino una pagoda dove conosco un monaco buddista che si occupa di fare
scuola ai bambini, ci sono anche 4 ragazzi spagnoli (due di loro li avevo
conosciuti prima nell'aereo) che stanno viaggiando e uno di loro sta mettendo su
un progetto con una ONG per filtrare l'acqua che va agli abitanti di questo
villaggio (in questo progetto c'e' anche un italiano che poi conoscero' piu'
tardi). Il monaco buddista mi indica la scuola e subito mi precipito per andare
a salutare i bambini.
Appena entro nella scuola una marea di bambini inizia con il solito "hello....hello...",
parlo con alcune maestre che mi spiegano come e' strutturata la scuola e mi
dicono che e' fino ai 14 anni. Da "buon maestro" improvviso una
lezione di matematica scrivendo alla lavagna 3+ 2= poi ci metto un 7 e i bambini
in coro mi dicono un qualcosa che somiglia a un Noooooo (sicuramente avranno
anche pensato che sono un ciuccio malgrado la SISS). Riprovo con 9 ma i bimbi
ripetono lo stesso coro di prima, poi metto 5 e tutti dicono un qualcosa che
somiglia a un SI. Faccio la stessa cosa con le altre tre operazione e i bambini
contenti ridono (o si ridono di me....due sono le cose). Faccio la stessa
lezione nelle altre 3 classi e prima di entrare in classe i bambini corrono
precedendomi gridando come per dire "sta arrivando il prof. sediamoci"
(altro che i miei veri studenti di Roma). Condividere con loro alcuni momenti
della mia vita e' stato stupendo, ovviamente ho scattato altre 3000 foto (che
poi vedrete) ma non dimentichero' mai i loro sorrisi, i loro sguardi, la loro
voglia di vivere malgrado le condizioni di estrema poverta'.
Con un semplice Hello erano i ragazzi piu' felici de mondo, immaginavo di fare
la stessa cosa con alcuni scugnizzi di Napoli, come minimo mi avrebbero risposto
"ma c' vuo'" (ma questo capita non solo a Napoli, i nostri sono felici
con la Play Station, con il cellulare di ultima moda, etc. etc.).
Mi sono avvicinato alle varie palafitte e ho cercato di comunicare con le
persone del posto che sempre in modo molto amabile e con il sorriso mi hanno
fatto entrare in casa loro. Vivono in condizioni davvero critiche e a pensare
che ho letto su una guida che i primi abitanti della Cambogia vivevano su
palafitte intorno al 200 a.c. proprio sulle sponde di questo lago, sono passati
2208 anni da allora e nulla e' cambiato. Ho pranzato nella casa di una tizia che
collabora con i ragazzi spagnoli per la realizzazione del progetto di sopra,
riso e una frittata di uova, c'era anche del pesce ma ho evitato visto che
l'acqua del lago e la stessa delle "fogne" che poi e' la stessa che
bevono, insomma il peggio del peggio. Qui il colera, la malaria, il tifo sono di
casa.
Non mi aspettavo di trovare tanta poverta' in Cambogia, mentre invece e' molto
piu' forte di quella che ho visto in America Latina.
Al ritorno verso Siem Reap riflettevo molto sullo stato di vivere di queste
persone e davvero nella vita bisogna aver fortuna sin dall'inizio, sin
dall'incontro di un ridicolo spermatozoo con un uovo, e se questo incontro
avviene in una zona remota di questo fottuto pianeta sei segnato per tutta la
vita.
Che tristezza.
19 Luglio 2008
Adesso mi trovo a Battambang, una cittadina a 190 kilometri da Siem Reap,
l'autobus ha impiegato circa 5 ore e questo la dice tutto sullo stato delle
pseudostrade che ci sono in Cambogia.
Battambang non e' nulla di particolare a parte alcuni Wat (sorta di pagode
buddiste) che ci sono in citta' e alcune costruzione dell'epoca coloniale quindi
in stile francese.
Domani vado a Phom Penh, la capitale, altre 5 ore di viaggio.
Fa un caldo micidiale e c'e' una umidita' che fa paura, ho avuto un solo morso
di zanzara malgrado la doccia di autan (o forse e' capitato prima, chissa') sta
di certo che spero che non sia di quella zanzara cattivella visto che non ho
fatto l'antimalarica.
Qui internet e' lentissimo quindi rete permettendo mi faro' vivo.
20 Luglio
2008
Stamane
mi sarei dovuto svegliare alle 7,00 per prendere l'autobus alle 8,30 diretto a
Phnom Penh, mentre invece alle 6,00 un lamento cambogiano del tipo
lalalaluuuuticacpatepucicatalaletupapapatitooooo ha svegliato tutta la citta',
era diciamo la messa buddista della domenica. Un monaco buddista da uno dei
tanti Wat ha iniziato a pregare con tanto di altoparlante di 1000 Watt
(ecco perche' si chiamano Wat) e quindi tutta la citta' gia era in piedi.
Dopo
la prima colazione con tanto di frappe' di frutta con ghiaccio (cosa che
avrei dovuto evitare secondo il medico di medicina del viaggiatore dell'ASL
visto che l'acqua del ghiaccio e' di provenienza ignota) mi sono diretto
all'autobus, in strada pero' c'era una processione (una sorta di Madonna
dell'Arco) davvero particolare in quanto i pellegrini erano con moto e
avevano tutti una maglietta celeste. Inizialmente pensavo che fossero tifosi del
Napoli e che stessero andando allo stadio, ma poi ho visto che avevano in
petto una specie di santino, un Buddino diciamo. Per raggiungere l'autobus e'
stata una impresa attraversare la strada con tutte quelle moto, per poco i
Pellegrini non mi mandavano ai Pellegrini (ospedale di Napoli). Dopo 6 ore sono
arrivato nella tanto caotica Phnom Penh. Durante il viaggio l'autista ci ha
deliziato con una serie di video stilo neomelodici, lui mezzo bruttino
che canta e due belle ragazze che gli fanno compagnia (tipico). La cosa carina
e' che qui i video sono anche Karaoke quindi avevo l'alternativa di leggere
le parole.....si fa per dire visto che era in sanscrito (che non e' un santo).
Abbiamo anche fatto due soste ai pseudoautogrill dove ho mangiato una specie di
enorme pompelmo (non mi chiedete il nome, chiamatelo megapompelmo) rigorosamente
sbucciato dalla venditrice, una vecchietta ultrasettantenne (altra cosa che
secondo il medico dell'ASL avrei dovuto evitare?" Mai mangiare la frutta
gia' sbucciata!).
Come
dicevo Phnom Penh e' caotica e ci sono una marea di moto, e' una cosa
impressionante.
Ho
pernottato al Sunday Guesthouse (7 dollari a notte), abbastanza discreto e
pulito, un giro al centro e poi a nanna, ero un po stanchino visto la messa
di stamane.
21 Luglio
2008
Come
dicevo in citta' c'e' un numero sproporzionato di moto e il disordine e'
totale. Moto che sfrecciano a destra, sinistra, dietro le spalle, in mezzo alle
gambe, che vanno contro senso, in doppio senso...in qualunque senso. Da
bravo napoletano e mezzo messicano ho affittato una bicicletta per l'intera
giornata (2 dollari) e mi sono subito adeguato in "ogni senso" al
codice della strada, insomma andavo dove volevo.
La
prima tappa e' stata alla maledetta ambasciata del Vietnam che si e' preso 35
dollari per fare il visto....ma e' mai possibile che bisogna spendere cosi'
tanto solo per entrare in un Paese?? Propongo una petizione per abolire i
visti...viaggiatori di tutto il mondo uniamoci!
Dopo
un giro al mercato Russo dove per pochi dollari ti vendono di tutto (davvero
interessante), mi sono diretto al Museo Tuol Sleng ovvero l'ex Liceo
utilizzato dal regime di Pol Pot (e quindi dai Khmer Rossi) come prigione e
luogo di tortura, più noto come S-21.
Pol
Pot durante il suoi regime dal 1975 al 1979 ha messo in pratica le sue
teorie sullo sviluppo rurale della Cambogia espresse nella sua tesi di Laurea
conseguita a Parigi con tanto di lode. Decise quindi di mandare tutta la
popolazione fuori città, nei campi, facendola lavorare come schiavi. Tutti
coloro che erano contrari, ma anche la borghesia, gli intellettuali, gli ex
politici, gli stranieri etc. furono torturati nel carcere S-21 e poi sepolti
nelle fosse comuni fuori città. Nel solo carcere S-21 furono ammazzate 17000
persone mentre in tutto il Paese circa 1 milione di persone furono le
vittime. All'interno del carcere ci sono le foto delle vittime, le camere dove
venivano torturate e alcuni strumenti utilizzati dai Khmer Rossi per le torture. E'
assurdo pensare dove può arrivare la cattiveria umana, resto agghiacciato
di fronte a tale barbarità e come spesso accade, durante gli anni del regime
malgrado l'intera comunità internazionale fosse a conoscenza di ciò che stava
accadendo, i governi stranieri continuavano a mantenere rapporti diplomatici con
Pol Pot. Tutto questo e' accaduto solo 25 anni fa, e Pol Pot e' morto di
vecchiaia senza aver subito nessun processo.
Faccio
una passeggiata sul lungo fiume e mentre ceno ascoltando della musica
americana e vedo i cambogiani passeggiare liberamente, penso a quei tempi
del regime e come doveva essere triste vivere allora. E ancora una volta
rifletto sulla fortuna/sfortuna di nascere in un determinato posto.
22 Luglio 2008
Penso
che sia doveroso per ognuno di noi non dimenticare le atrocità fatte dai tanti
(purtroppo) dittatori che ci sono stati. Ricordare solo il caso Hitler sarebbe
troppo riduttivo. Un viaggio coscienzioso in Cambogia deve assolutamente fare
tappa a Choeung Ek, uno dei tanti campi di sterminio dei Khmer Rossi, i
cosiddetti Killing Fields. Attualmente ciò che si vede sono tante fosse
riempite dall'acqua piovana, quelle che una volta tristemente erano fosse
comuni. Migliaia di persone sono state portate in questi campi per essere
uccise. Al centro del campo e' stato costruito uno Stupa che raccoglie
i teschi trovati suddivisi per sesso e età. Tanti i teschi di bambini, troppi.
Avevo dai 5 ai 9 anni durante il genocidio di Pol Pot e mentre conducevo
una vita normale, a migliaia di chilometri di distanza di questo stesso pianeta,
suppostamente di uno stesso Dio, migliaia di bambini venivano torturati,
trucidati...uccisi.
Nel
pomeriggio ho visitato il Palazzo Reale con la Pagoda d'argento, bellissimo
esempio dell'architettura Khmer, davvero merita.
Poi
una birra Angkor al FCCC (Foreign Correspondent Club of Cambodia) dove dalla
terrazza si vede un bel panorama della città con il fiume.
In
serata (essendo questa l'ultima in Cambogia) ho ascoltato il consiglio del
mio caro amico il Prof. Marco Marinelli e mi sono regalato un massaggio
Khmer di 1 ora per soli 8 dollari. Inizialmente la tizia mi ha massaggiato la
testa dolcemente, poi energicamente e poi mi ha dato una serie di schiaffi in
testa, almeno una quindicina (grazie Marco). Poi mi ha massaggiato il braccio
destro, il sinistro, la gamba sinistra e poi quella destra. Poi mi ha fatto
girare e mi e' salita letteralmente sulle spalle. Ha iniziato a camminare sulla
mia schiena a gattoni, avanti...indietro...avanti e....indietro bloccandomi
persino il respiro. Poi si e' alzata in piedi e ha iniziato a camminarmi
sulle gambe poi sulla schiena e mentre questo Bulldozer andava avanti e indietro
sul mio gracile corpo, ho pensato al mio caro amico Prof. Marco Marinelli (dint'
e corn' ca' tien Marco). E come se non bastasse dopo questo salasso
cambogiano che a stento mi reggevo in piedi, la tizia mi guarda e dice: "TIP
PLEASE" ovvero la mangia....credetemi me la stavo mangiando!
Insomma e' stato un autentico massaggio Khmer….ROSSO.
Tornato
a casa a pezzi ho preparato i bagagli, domani si parte si va in VIETNAM
attraversando con un tour di 3 giorni il Delta del Mekong. Lascio la
Cambogia e dentro di me restano le immagini tristi delle varie guerre interne e
regimi che ci sono stati e come se non bastasse anche gli USA ha fatto la propria
parte. Durante la guerra del Vietnam furono scaricati circa 250 000 tonnellate
di bombe per distruggere il sentiero di Ho Chi Minh, un sentiero usato dai
Vietcong per rifornire di armi e viveri i soldati che stavano nel sud del
Vietnam. Ma nel mio cuore restano anche i tanti sorrisi strappati ai tanti
bambini cambogiani.
23 Luglio 2008
Per
arrivare in Vietman compro un tour di 3 giorni sul delta del Mekong. L'agenzia
mi propone una notte in Hotel a Chau Doc (la prima città vietnamita dopo il
confine) e la seconda a scelta tra un albergo a Can Tho oppure in una casa
presso una famiglia di un villaggio sulle rive del fiume. Ovviamente scelgo la
casa.
A
parte la prima parte che e' stata in autobus (circa 3 ore) il resto del viaggio
e' stato in barca, percorrendo il fiume Mekong. Uno spettacolo, dove come sempre
tanti bambini erano felici di salutarmi. E' bello vedere come i bambini si
sentono felici semplicemente alzando la manina e salutando, che ingenui. Ricordo
che anch'io da piccolo salutavo gli aeri che passavano ma dubito che
rispondessero al mio saluto.
Dopo
le varie formalità alla frontiera di visto e dogana (sono sempre
ansioso quando attraverso le frontiere) con un'altra barca iniziamo a percorrere
parte dell'immenso delta del Mekong che malgrado la pioggia ha il suo fascino.
Arrivato nel pomeriggio a Chau Doc e sistemato nell'albergo, faccio un giro nel
paese, visito il mercato centrale caratterizzato da tantissime bancarelle che
vendono ogni tipo di frutta tropicale e poi mi faccio accompagnare con una moto
sulla montagna Sam da dove si vede un immenso panorama con tanto di risaie,
si riesce a vedere persino la Cambogia.
Resto
ad ammirarlo fino al tramonto, bellissimo.
24 Luglio 2008
Alle
8,00 lasciamo l'albergo per andare a visitare una comunita' Cham che vive nel
Delta del Mekong.
I
Cham rappresentano una piccola comunità in Vietnam e sono caratterizzati ad
avere un abito proprio finemente lavorato. L'altra visita poi la facciamo presso
un allevamento galleggiante di pesce.
Il
Delta del Mekong per i Vietnamiti rappresenta una grossa risorsa (difatti la
Cambogia più di una volta ha cercato di conquistarlo) ci sono coltivazione
di riso, di frutta, allevamento di pesci e quindi varie fabbriche che
producono così tanti prodotti che vengono persino esportati. Inoltre poi i Vietnamiti hanno
un senso spiccato per il commercio e dedicano molto tempo al lavoro (ottimi
lavoratori) soprattutto le donne le quali fanno ogni tipo di lavoro.
Con
un autobus ci dirigiamo verso Can Tho, dove arriviamo verso le 12,00.
Una
barca poi ci porta in un villaggio sulla riva del fiume dove veniamo (con me
c'erano altri 4 turisti) accolti da una famiglia del posto.
La
casa e' molto semplice anche se e' stata adattata appunto per il turista
occidentale. La famiglia, composta da quattro persone, e' molto simpatica.
Dopo il pranzo preparato da loro siamo andati a vedere una risaia e il capo
famiglia ci ha mostrato come avviene la coltivazione.
Nel
tardo pomeriggio ho fatto un giro nel villaggio dove ho incontrato un gruppo di
ragazzi che giocavano a pallone e, malgrado io sia una frana totale a calcio, mi
sono inserito tra di loro e ho persino fatto il primo goal (nel senso che e'
stato il primo della mia vita). Mi sono poi letteralmente intrufolato nelle case
e fatto amicizia con le persone del luogo, come sempre tanti bambini adorabili.
Di
sera grande cena con involtini di foglie di riso ripieni di pesce, zuppe e
verdure varie.
Quattro
chiacchiere con la famiglia e poi a nanna.
25 Luglio 2008
Stamane
di buon mattino (alle 7,00) siamo andati a vedere il più grande mercato
galleggiante di tutto il Delta del Mekong, il Cai Rang. Centinaia di barche
vendevano i loro prodotti, soprattutto frutta e verdura. Il mercato inizia alle
6 di mattina e i vari venditori vengono da ogni parte del Delta.
Poi
abbiamo fatto una visita a una fabbrica di Noodle (spaghetti di riso) e poi con
un bus ci siamo diretti a Ho Chi Minh City meglio conosciuta con il vecchio nome
di SAIGON.
Saigon
mi ha sempre incuriosito, ricordo che nel lontano 1989 a New York vidi un
musical dal titolo "Miss Saigon" e da allora nacque la mia curiosità
verso questa città.
Arriviamo
a Saigon di pomeriggio e la prima cosa che mi colpisce sono le tante,
tantissime, infinite moto che ci sono, peggio che a Phnom Penh.
Fitto
una camera presso una famiglia (una Guesthouse) per 8 dollari a notte a De Tham
St. vicinissima alla movimentata Pham Ngu Lao St.
Una
cena a base di Noodle e carne alla brace, poi un giro al centro. Mi fermo al
"Apocalypse Now" (locale di tendenza) per prendere una 333 (birra
vietnamita) dove scopro con tanto dispiacere che anche qui come a Cuba molte
ragazze si dedicano alla prostituzione. Difatti una ragazza mi si avvicina e mi
mostra un sms scritto in un pessimo inglese al cellulare che dice: “you want
go with me in Hotel? 100 dollar”.
Ritorno
in albergo e il tizio che mi accompagna con la moto mi chiede se voglio della
marijuana oppure se sono interessato a donne, cose che personalmente
rifiuto.
Sono
passati anni dalla fine della guerra e malgrado in città si vedono
sporadicamente immagini del Leader Ho Chi Minh o del Partito (stile Cuba)
c'e' da dire che anche il Vietnam si e' abbastanza occidentalizzato e questo,
personalmente, mi rattristisce un po.
Un
bacio.
26
Luglio 2008
Saigon malgrado
sia una città grande le cose importati da vedere sono nel centro.
Resto scioccato
dal numero impressionante di moto (destra, sinistra sopra, sotto...) per un
attimo penso di stare a quartieri spagnoli di Napoli, ma poi mi accorgo che il
traffico di Napoli e' molto, ma molto più ordinato. Insomma Napoli confrontata
con Saigon sembra Zurigo. A differenza di Phon Penh in Cambogia qui il
casco e' obbligatorio ma anche qui il numero di passeggeri e' illimitato, a Phon
Penh ne ho visti in 6 su una moto (a Napoli il massimo e' stato in 4 ma
avevano anche un ombrellone, una sedia a sdraio e un piccolo frigorifero....ma
parlo di parecchi, parecchi anni fa).
Per prima
faccio una visita al mercato Ben Thanh e al palazzo del Popolo. Poi mi diriggo
al Museo Bellico dove sono esposte tante foto della guerra del Vietnam contro
gli imperialisti USA. Tante le foto che raccontano gli orrori commessi
dai militari statunitensi. I danni causati dai gringos sono incalcolabili.
I "promotori della pace" difatti non si sono limitati a utilizzare le
classiche armi ma ne hanno testate tante altre (ovviamente made in
USA) tra cui il Napalm e l'Agente Arancio quest'ultimo un arma chimica per defogliare
la foresta e così scoprire il nemico. Questo agente arancio (ne sono stati
scaricati circa 70 milioni di litri) e' stata la causa dei tanti feti morti e di
persone con malformazioni e gli effetti si sono manifestati anche
negli animali (pesci mutanti) e in parte continuano ancora. Inoltre poi venivano
provocate artificialmente delle frane riversando acidi sui rilievi calcari
incuranti delle persone e animali.
Tanti poi sono
stati i villaggi completamente rasi a suolo dagli americani per evitare che
persone del posto appoggiassero i Vietcong, massacrando centinaia di civili come
ad esempio il villaggio di My Lai dove attualmente sul posto ci sono
solo lapidi e tombe. Dei responsabili di questo massacro avvenuto
nel 1968 solo una persona fu processata e dopo essere stata condannata
all'ergastolo trascorse solo 3 miseri anni agli arresti domiciliari. Che
vergogna!
All'uscita del
Museo prendo un cyclo per fare un giro in città. Passeggiare su un cyclo
e' stato molto emozionante in quanto i conducenti sono completamente ignari
delle regole della circolazione, quindi mi sono ritrovato in strade totalmente
contro senso con le auto che mi venivano contro ma fortunatamente il tizio
riusciva con estrema abilità a schivarle (ho avuto leggermente paura).
Faccio un salto al Palazzo della Riunificazione dove nel 1975 i carri
armati dei Vietcong (Vietnam del Nord, comunisti) entrarono per prendere
possesso del Vietnam del Sud e quindi riunificare il Paese dopo aver scacciato i
fottuti capitalisti yankee. Vado poi a vedere la Pagoda di Giada di stile cinese
e finalmente ceno al Ban Xeo 46A dove fanno una Ban Xeo (sorta di creep fritta
ripiena di gamberetti e germogli di fagiolo) davvero divina accompagnata da
una birra Saigon.
Ammetto che mi
aspettavo di più da Saigon.
27
Luglio 2008
Stamane vado
con un tour a vedere i cunicoli Cu Chi ovvero una serie di cunicoli scavati
dai Vietcong per fare le irruzioni ai soldati del Vietnam del Sud (in
primis americani).
E'
impressionante la tenacea che hanno avuto i Vietcong per vincere la guerra.
Hanno scavato una serie di gallerie proprio nei pressi delle basi americane, tre livelli
di gallerie a varie profondità (2, 6 e 9 metri) con tanto di sale adibite
a ospedali, cucine, dormitori, magazzini, fabbriche di armi etc. insomma
una vera e propria città sotterranea lunga (solo in questa zona) 250
kilometri che ovviamente ha fatto dannare i soldati americani in quanto dal
"nulla" si vedevano attaccare dai Vietcong.
In zona abbiamo
visitato anche una fabbrica di artigianato dove lavorano le tante persone
handicappate dovute proprio all'agente arancio utilizzato in questa
zona dagli americani.
Alle 15,00
prendo l'autobus per Mui Ne (una zona balneare) dove arriverò dopo circa 6 ore.
Durante il viaggio
una forte pioggia ci ha fatto compagnia.
Arrivato a Mui
Ne pernotto al Thien Son per 8 dollari a notte.
Domani vado al
mare, giornata dedicata al riposo totale.
28
Luglio 2008
Mui Ne e' una
zona balneare, circa una decina di kilometri di spiaggia con
tanto di palme. A dire il vero non e' che sia una zona particolarmente stupenda,
inoltre poi in questo periodo essendo di bassa stagione ci sono poche
persone. L'unica attrattiva di Mui Ne sono le alte dune di sabbia (bianca e
gialla) che domani andrò a visitare con un tour in moto. Oggi ho fittato una
bicicletta e fatto un giro lungo la strada che costeggia la spiaggia e poi al
mare. Insomma e' stata una giornata dedicata al relax malgrado il tempo sia
stato grigio.
29
Luglio 2008
Stamane sono
partito alle 5,00 di mattina per il tour e vedere all'alba le dune di sabbia
bianca, davvero spettacolari, mi hanno ricordato il deserto di Huacachina in
Perù però ovviamente in miniatura. Poi siamo andati a vedere le dune gialle,
anch'esse belle, poi un villaggio di pescatori e per finire una passeggiata in
un torrente (una sorta di Canyon in piccolo).
Alle 13,00 sono
partito da Mui Ne per andare a Dalat, una località di montagna a 1475 metri di
altitudine.
L'autobus, come
spesso accade, si e' rotto durante il tragitto e malgrado una riparazione fai da
te dell'autista al primo villaggio abbiamo cambiato autobus o meglio
ci hanno caricati in un minibus uno sopra all'altro. Finalmente alle 19,00 siamo
arrivati a Dalat dove un freddo pazzesco ci ha accolti....e meno male che la
chiamano l'Eterna Primavera.
Alloggio al
Binh Yen per 5 dollari a notte (compreso di colazione e una connessione a
internet che fa schifo) un po' fuori dal centro ma e' quello
vicino alla stazione e visto il freddo (e anche un po' di pioggia) non mi va di
cercare una sistemazione migliore.
30
Luglio 2008
Dalat, una
volta chiamata Le Petit Paris (il Vietnam era una colonia francese),
e' una cittadina di montagna dove le vere attrazioni sono fuori città come ad
esempio le ampie vallate, le cascate, i laghi, le coltivazioni di caffè, i
villaggi delle minoranze etniche etc. etc. Decido quindi di prendere un tour in
moto e fare un giro nei dintorni di Dalat visitando le coltivazioni di caffè,
le coltivazioni di fiori, la lavorazione della seta dal baco da seta, la
produzione del vino di riso, le immense vallate, la cascata dell'elefante
(impressionante), alcuni laghi, la minoranza etnica Kho e per finire
la così chiamata Crazy House, una casa costruita da una architetta vietnamita
del tutto controcorrente (personalmente ricorda molto lo stile di Gaudì, avete
presente casa Battlò a Barcellona?). Dopo il tour decido di fare un giro da
solo in centro visitando il mercato centrale, la Cattedrale e l'Università di
Dalat (che sembra sia una delle migliori del Vietnam) dove uno studente di
fisica mi dice che l'Università si paga circa 150 dollari all'anno mentre un
Prof. universitario guadagna circa 200 dollari al mese (quindi, cari colleghi
delle medie non vi lamentate dello stipendio). In cambio però il circa milione
di persone vietnamite facenti parte dell'unico partito politico sono lautamente
retribuite.
31
Luglio 2008
Devo ammettere
che la Lonely Planet sul Vietnam da poche informazioni sui trasporti locali
affidando il tutto alle agenzie turistiche. Decido quindi (contrariamente) di
organizzarmi da solo e dopo varie informazioni chieste alle agenzie prendo
un autobus locale per raggiungere le cascate di Pongour a 55 kilometri di
distanza da Dalat. L'autobus però ferma a 6 kilometri di distanza
dall'entrata quindi faccio il mio solito autostop e "previo
pagamento" (sempre la stessa canzone) un tizio in moto mi da un
"passaggio". Le cascate davvero meritano, forse le più belle del
posto secondo alcuni, caratterizzate da una lunga distesa semicircolare di salti però
(purtroppo) in questo periodo la portata essendo minima lo spettacolo e'
un po’ ridotto. Prima di arrivare alle cascate il paesaggio è da
incanto, montagne, valli, laghi e tante risaie e contadini con i loro
cappellini conici, come sono carini.
Rientrato a Dalat
un ultimo giro al centro, domani si parte alle 7,30 destinazione Hoi An con
sosta obbligata di 6 ore a Nha Trang (per la coincidenza), località balneare
che secondo alcuni (malgrado la Lonely Planet ne parli bene) non e' nulla di
particolare quindi decido di saltarla.
1
Agosto 2008
Alle 7,30
puntuali (mamma che freddo) l'autobus e' partito. Durante il viaggio gli
altopiani centrali del Vietnam ci hanno regalato dei paesaggi stupendi, ancora
cascate, valli, montagne, pianure e....piano piano la temperatura si
alzava.
Alle 13,00
siamo arrivati a Nha Trang che la Lonely Planet cita come uno dei posti favolosi
del Vietnam. A dire il vero mi sembrava di stare a Rimini, tanti turisti,
alberghi, ristoranti con cucine straniere in primis italiane e...il mare nulla
di che.
Dovendo fare
una sosta di 6 ore per la coincidenza a Hoi An, faccio un giro in
centro e poi vado alla galleria fotografica di Long Thanh, un fotografo
vietnamita davvero bravo che malgrado la moderna tecnologia preferisce ancora
fotografare con pellicola e rigorosamente in bianco e nero. Davvero un artista.
Visto che la
zona e' rinomata per il pesce, decido di pranzare pesce e mi lascio andare a una
zuppa di pesce e per secondo calamaro alla griglia con verdure, davvero buoni,
peccato poi che il cameriere nella sala ha rincorso un topo, l'ha ammazzato e
poi con la scopa l'ha trascinato all'interno insomma in cucina. Devo
ammettere che in Vietnam i topi sono di casa, ne ho visti vari per le
strade, nei caffè internet, nella hall di un albergo e adesso persino in
un ristorante....beh l'igiene qui e' quella che e'. Ho notato anche che mentre
in Cina i cinesi sputano in continuazione qui in Vietnam le persone stanno
spesso e volentieri con le dita nel naso (le influenze dei vicini si fanno
sentire, del resto c'e' legame tra naso, orecchie e gola, vero?).
Per ammazzare
il tempo mi faccio un bagno nelle acque di Nha Trang e mentre cerco di prendere
il sole 8000 persone mi chiedono se voglio comprare qualcosa....che palle!
Alle 18,00 mi
dirigo all'agenzia e finalmente alle 19,30 parto per Hoi An.
2
Agosto 2008
Le
testimonianze della dominazione cinese sono molto evidenti in questo paese, del
resto la Cina ha governato in Vietnam per circa 1000 anni. Un po’ ovunque ci
sono pagode e scritte cinesi anche se nessun vietnamita e' in grado di saper
leggere cosa ci sia scritto. Hoi An e' una piccola cittadina piena di
testimonianze cinesi, case in stile cinese, pagode etc.., un vero gioiello,
forse l'unica citta' del Vietnam che mantiene ancora quella atmosfera di una
volta, del resto è stata dichiarata Patrimonio dell'UNESCO.
Di caratteristico
poi c'e' anche il ponte giapponese che costruirono i giapponesi per
collegare il loro quartiere con quello cinese.
Essendo una
città piccolina in mezza giornata è possibile visitarla quindi nel pomeriggio
decido di andare a vedere le montagne di marmo che si trovano a circa 20
kilometri a Nord.
Le montagne di
marmo ne sono cinque e rappresentano i cinque elementi naturali: il fuoco,
l'acqua, il legno, l'oro e la terra. Delle cinque montagne solo una e' possibile
visitare, quella dell'acqua, la quale è costellata da una miriade di grotte
utilizzate come santuari buddisti e induisti. Una di queste, la grotta di Huyen
Khong, fu utilizzata dai Vietcong come ospedale, ed e' la più bella grotta
naturale di tutta la montagna.
Approfitto del
tempo che mi è rimasto per fare un salto a China Beach, dove i fottuti
americani andavano a divertirsi per recuperare le forze.
Di sera cena a
Hoi An con pesce avvolto in foglia di banana, una specialità del posto.
3
Agosto 2008
Oggi avevo
intenzione di fittare una moto e visitare il villaggio di My Lai tristemente
famoso per il massacro compiuto dagli americani. Purtroppo però trovandosi a
120 Km e non essendo facile arrivarci, sicuramente mi sarei perso, decido di
stramene tranquillo in città e riposarmi un giorno.
Domani ho
l'autobus alle 8,00 per Hue, la vecchia capitale.
4
Agosto 2008
Sono sempre
convinto che le escursioni migliori sono quelle viste dagli autobus quando ti
sposti da una località all'altra. Da Hoi An a Hue si passa attraverso il passo
di Hai Van, un lungo percorso pieno di stupendi paesaggi, un documentario
naturale visto dal vivo.
Arrivo a Hue
alle 12,30 e pernotto al Dong Phuong Hotel per 7 dollari a notte.
La
caratteristica principale di Hue è la Cittadella costruita nel 1800 e
circondata da un fossato. Personalmente mi ricorda un po' la Città
Proibita di Pechino però molto ma molto più piccola.
Faccio un giro
per i vari edifici della cittadella (pochi visto che alcuni sono stati rasi
al suolo dalla guerra americana) e poi con un cyclo mi faccio un giro in città
fino all'albergo.
Prenoto un Tour
per domani per visitare la DMZ ovvero la Zona Smilitarizzata, quella zona "neutra"
che divise il Vietnam in due parti. In realtà più che neutra fu la zona con
maggior presenza militare quindi e' possibile tuttora visitare alcune basi
americane (come quella di Khe Sanh), le gallerie di Vinh Moc scavati
dai vietanamiti del nord, il sentiero di Ho Chi Minh etc. etc..
5
Agosto 2008
Il tour alla
DMZ e' durato quasi tutto il giorno ma a dire il vero e' stato un po’
deludente ma forse è giusto che sia così, nel senso che personalmente mi
aspettavo di trovare ancora le basi militari americane mentre invece quello che
si vede sono solo zone, oramai abitate e/o coltivate, con qualche
monumento o piccolo museo dedicato alla guerra, insomma nulla di che. Per
esempio vedi una montagna e ti dicono che li in cima una volta c'era una base
militare oppure un ponte e ti dicono che da li passava il sentiero di Ho Chi
Minh.
Di interessante
invece sono state le gallerie di Vinh Moc scavate dai civili del Vietnam del
Nord per rifugiarsi dai bombardamenti. Anche qui tre livelli di gallerie
(13, 15 e 23 metri di profondità) nelle quali c'erano delle piccole zone
utilizzate come "stanze" per viverci. In queste gallerie sono nati
anche 9 bambini durante appunto i bombardamenti.
6
Agosto 2008
Stamane sono
andato a fare un giro in battello sul fiume dei profumi e visto varie pagode
durante il tragitto come ad esempio la Pagoda Thien Mu costruita su un altura,
ma la cosa più interessante sono state le tombe Imperiali della dinastia Nguyen,
le più spettacolare sono state quelle di Tu Duc e Minh Mang.
In serata alle
18,00 ho preso l'autobus per Hanoi, la capitale del Vietnam, dove arriverò
dopo
14 ore.
7
Agosto 2008
L'autobus
diretto a Hanoi si e' rotto (come spesso capita) durante il tragitto e
verso le 3 di notte ci siamo ritrovati in una pseudo-officina per cambiare una
ruota.
Siamo arrivati
a Hanoi verso le 10 di mattina.
Hanoi a
differenza di Saigon e' molto più caratteristica e il quartiere vecchio e'
pieno di stradine continuamente affollate, praticamente i vietnamiti vivono per
strada.
Trovo una
sistemazione per 12 dollari a notte nel pieno centro storico e poi mi
dirigo al Museo di Ho Chi Minh. La storia di quest’uomo è incredibile,
tante le foto che lo ritraggono con gli operai, i contadini, i bambini....ed è
più che giusto che sia diventato un idolo per i vietnamiti. Ha liberato il
Vietnam dai francesi nel 1954 e poi lottato fino alla morte contro i
capitalisti statunitensi, per i vietnamiti Zio Ho (Bac Ho) è un vero eroe ed è
raffigurato in tutte le banconote (voi vi immaginate la foto di Berlusconi sulle
banconote? Un motivo in più per credere che i soldi sono sporchi).
Dopo faccio un
salto alla casa del Presidente, poi visito la Pagoda con una sola colonna
(piccolina ma carina), passo per davanti al Mausoleo di Ho Chi Minh (chiuso) e
poi al Tempio della Letteratura che prima era sede dell'Università.
Di sera cena in
centro, poi una birra Ha Noi gelata e poi a nanna che sono stanco.
8
Agosto 2008
Stamane volevo
andare alla Baia di Halong ma visto che in zona c'e' un tifone i tour non
sono partiti. Approfitto quindi per starmene a letto e riposarmi un po’.
Durante la giornata faccio un giro al centro, poi al lago, poi vado a comprare
il biglietto per il treno per Sapa (località a Nord) per il giorno 10
agosto alle ore 22,00. In serata ceno in un ristorante che solo a vederlo viene
il colera, nel bel mezzo della strada, su un marciapiede con tanto di cucina per
strada condimentata dai tanti scarichi dei motorini e auto. Come spesso
capita i ristoranti più sono zozzi e più si mangia bene, per terra una quantità
industriale di carte e schifezze varie che fanno da sfondo al ristorante.
Un giro per i
locali del centro, una birra alla spina all'aperto (una sorta di locale nel
bel mezzo della strada) e poi a nanna. Domani si parte per il tour alla Baia di
Halong, due giorni con pernottamento in barca, visita di una grotta e Kayaking
nel bel mezzo della Baia.
9
Agosto 2008
Bella,
stupenda, magica, magnifica, incredibile....non ci sono parole per descrivere
l'immensa bellezza della Baia di Halong e purtroppo nessuna foto (e ne
ho fatte tantissime, credetemi) riuscirà a trasmettere tale emozione. Avete
presente i due faraglioni di Capri? Moltiplicateli per un numero tale de
averne circa 4000 (vabbè vi aiuto il numero e' circa 2000) e
immaginatevi questa Baia con tutti questi faraglioni.
Anche la visita
alla grotta merita così come fare Kayaking tra i faraglioni, ma la cosa più
bella e' stata pernottare nel bel mezzo della Baia circondato dai tanti
faraglioni e avere come soffitto il cielo stellato.
Che paradiso.
10
Agosto 2008
Stamane abbiamo attraccato all'isola di Cat Ba e durante il percorso il
paesaggio era idilliaco. Che bellezza.
Poi ci siamo
diretti a Halong City per rientrare a Hanoi.
E' stato
davvero un bel tour, un po’ scarso però nei servizi (mi riferisco al vitto) e
quindi come è il mio solito fare mi sono lamentato e mi hanno restituito 10
dollari (il tour costava 43 dollari).
In serata,
l'ultima a Hanoi, decido di andare a cenare al ristorante del colera e provare
così le rane arrostite ma la sfortuna vuole di no, le rane sono finite. Decido
poi di andare a vedere lo spettacolo delle marionette sull'acqua ma anche qui la
sfortuna mi assiste, vado al botteghino e mi dicono FULL (tutto pieno). Cambio
programma e mi dirigo a un centro massaggi che avevo visto nei giorni precedenti
sembrandomi molto serio ma essendo domenica ha chiuso prima, insomma della serie
sfortuna vienimi addosso.
Non avendo
altre alternative mi dirigo alla stazione dei treni per andare a Sapa, partenza
prevista per le ore 22,00. Arrivato alla stazione un cartellone con un inglese
maccheronico (anzi dire Noodleonico visto che qui si mangia Noodles dalla
mattina alla sera) dice che il treno e' stato sospeso a causa di frane che hanno
investito i binari dovute al tifone e che non si sa quando sarà ripresa la
circolazione, forse tra 1 settimana. Insomma più sfortuna di questa si muore.
Decido quindi di andare a farmi benedire da un prete ricchione ma anche
questa alternativa si avverrà inutile visto che di chiese ce ne sono poche e
poi a quest’'ora sono chiuse. Non mi resta altro che ritornare in albergo e
cercare una soluzione per raggiungere il Nord per poi attraversare la frontiera
con il Laos.
Il tizio
dell'albergo mi dice che l'alluvione ha fatto circa 150 morti e che quindi è
meglio non andare a Sapa.
11
Agosto 2008
In internet ho
scoperto che c'è un autobus che arriva a Dien Bien Phu, una località storica dove
i Vietnamiti hanno sconfitto e cacciato i francesi. La località si trova a 30
kilometri dal confine con il Laos dove appunto prenderò l'autobus per il Laos.
Partenza da
Hanoi prevista per le 13,00 e circa 12-16 ore di viaggio. Non mi spaventa l'idea
di viaggiare per 16 ore, del resto in Argentina da Usuhaia a Puerto Madryn
ne ho fatto 28, piuttosto mi spaventa il tipo di autobus e le condizioni
della strada.
Come immaginavo
l'autobus era un furgoncino vecchio e sporco con solo persone locali, ma anche
questo fa parte del viaggio, anzi permette di assaporare ancor di più il posto
in cui ci si trova.
Durante il
tragitto un paesaggio stupendo, una serie di fotogrammi bellissimi che ho
cercato di immortalare con la mia Canon 400D (piccola pubblicità). Per circa
la metà del tragitto la strada era perfetta e abbiamo fatto una serie di
soste sul bordo della strada per fare i propri bisogni, così all'aperto, uomini
e donne. In serata ci siamo anche fermati in una specie di ristorante (non
chiedetemi cosa ho mangiato e soprattutto com'era la cucina), dopo di che è
iniziato l'inferno!
La
"strada" è diventata un qualcosa di indescrivibile con una serie di
frane dove persone del posto cercavano di spalare gran parte del fango,
incalcolabile il numero delle buche, che incubo!
12
Agosto 2008
Alle 2,00 di
notte mi hanno scaricato su una strada isolata e buia dicendomi che ero
arrivato.
C'erano due
pseudo-bar aperti con una serie di ragazzi con le moto che volevano a tutti
costi portarmi in un hotel (i soliti procacciatori), insomma la situazione non
era certo delle migliori, per un attimo ho anche temuto per me e la
macchina fotografica. Decido quindi di stramene buono buono in un bar e
aspettare almeno fino alle 5,00 che esca il sole, come se non bastasse fa
anche freddo.
Alle 5,00 mi
dirigo alla stazione degli autobus e mentre alcuni mi dicono che l'autobus per
il Laos è stato sospeso per colpa delle frane altri mi dicono esattamente il
contrario.
Devo ammettere
che in Vietnam avere informazioni certe è impossibile inoltre la maggiorparte
delle persone cerca di venderti qualsiasi cosa pur di fare soldi, magari
poi ti lascia sul ciglio della strada e ti dice che per colpa della frana non
possono andare oltre.
Non sapendo
cosa fare vado in cerca di un Hotel o Guesthouse con la speranza di trovare
qualcuno che parli in inglese per chiedere maggior informazioni.
Finalmente
(dopo 4 hotel) trovo un tizio al reception di un albergo che parla in inglese il
quale molto gentilmente telefona alla stazione degli autobus e gli confermano
che per colpa delle frane gli autobus per il Laos non ci sono (e la sfortuna
continua!).
L'unica
alternativa che mi resta è prendere un aereo fino a Hanoi e poi un altro
fino a Vientiene (capitale del Laos), insomma a 30 kilometri dal confine mi
tocca fare un giro pazzesco.
Molto
gentilmente il tizio dell'hotel mi accompagna all'aeroporto per comprare il
biglietto e visto sempre la mia estrema "fortuna" di questi giorni il volo da
Hanoi per Vientiene c'è solo per il giorno dopo, insomma mi tocca fare un altra
notte a Hanoi perdendo così tempo prezioso.
Avendo l'aereo
per Hanoi alle 15,00 il tizio dell'albergo mi offre gratis una stanza dove posso
finalmente riposare e fare una doccia. Malgrado tutta la sfortuna sono contento
di aver conosciuto questa persona, l'idea che mi sono fatto dei vietnamiti come
detto sopra e che sono diventati troppo legati ai soldi perdendo quindi
quella genuinità tipica delle persone dei paesi poveri.
Prima di
accompagnarmi all'aeroporto mi porta in giro per la città e persino in un
villaggio delle etnie in minoranza dove incontriamo delle persone che stanno
bevendo un liquore tipico a base di riso che inevitabilmente ci invitano ad
assaggiarlo dallo stesso bicchiere dove hanno bevuto tutti loro, come si fa a
dire di no? Il liquore era fortissimo, ma le persone speciali.
Alle 15,00
lascio Dien Bien Phu con un aereo a elica chiedendomi se cadesse o meno. Ma
la presenza delle hostess davvero carine con il tipico abito vietnamita
(stupendo) hanno reso il viaggio molto più piacevole. Dopo 1 ora atterriamo a
Hanoi.
Avendo l'aereo
l'indomani alle 8,00 di mattina e dovendo stare in aeroporto alle 6,00 decido di
passare l'ultima sera a Hanoi e dormire nell'aeroporto. Mangio finalmente
le rane arrostite e vedo il famoso spettacolo delle marionette sull'acqua. Alle
22,00 tratto con un tizio di una moto per farmi accompagnare all'aeroporto per 8
dollari anziché 10. Mi dice di si e gli do appuntamento alle 23,00. Più tardi
ne trovo un altro che mi accompagna per 7 dollari e anche a lui gli do lo stesso
appuntamento alle 23,00. Poi ancora un altro per 6 dollari e anche a lui lo
stesso appuntamento e finalmente alle 23,00 ne trovo un altro per 5 dollari e
via all'aeroporto.
13
Agosto 2008
L'aereo è
partito puntuale, lascio il Vietnam un po’ deluso dalle persone, troppo
interessate, ma ovviamente contento di aver visitato questo paese. Il Vietnam
rispetto alla Cambogia è senz'altro più ricco anche se il livello medio è
molto basso.
Arrivo a
Vientiane e mi dirigo al centro. Subito si nota che il Laos e più povero del
Vietnam (tipo la Cambogia). Trovo un camera per circa 5 dollari.
Prima tappa al
Pha That Luang, il più importante Wat del Paese con le sue guglie dorate,
davvero bello.
Poi una camminata
nella strada principale di Vientiane che chiamano Champs Elysees
d'Oriente (esagerando).
Un passeggiata
sul lungo fiume, l'immenso Mekong, che visto le piogge si è alzato di un bel
po’ e quindi gli argini sono stati protetti con dei sacchi di sabbia insomma
c'è uno stato di emergenza.
Di sera un bel
massaggio Lao e poi cena in uno dei localini sul lungo fiume con tanto di
zanzare.
14
Agosto 2008
Stamane decido
di andare a visitare il Xieng Khuan ovvero il Parco dei Buddha. Un parco con
tantissimi Buddha, sdraiati, seduti, grandi, piccoli etc. etc.
Purtroppo a
causa dell'innalzamento del fiume Mekong, l'autobus locale si ferma a circa 1
kilometro dall'entrata del parco visto che la strada è completamente allagata.
Decido quindi di farmela a piedi (era l'unica alternativa) con tanto di piedi
nell'acqua sporca dove tanti bambini si divertono a giocare con fango, c'e'
persino chi pesca.
Arrivato al
parco siccome era allagato per almeno 80 cm le persone del posto si sono
organizzate per portare i turisti in giro nel parco con una barchetta,
davvero suggestivo.
Al ritorno per
prendere l'autobus mi sono fermato con dei ragazzi del posto che stavano
ballando, suonando e bevendo Lao Lao una bevanda a base di riso molto forte
(simile a quella bevuta in Vietnam) e pure qui mi hanno invitato dallo stesso
bicchiere utilizzato da tutti loro, come dire di no?
Preso l'autobus
mi sono fermato al Wat Sok Pa Luang, nulla di eccezionale, ma qui è possibile
farsi una sauna alle erbe medicinali e un bel massaggio sulla terrazza per soli
5 dollari. Che goduria!
In serata cena
e poi a nanna, domani si va a Vang Vieng.
15
Agosto 2008
Vang Vieng è
una piccola località sul fiume circondata da un paesaggio bellissimo, una serie
di montagne di calcare con tanto di cascate e grotte carsiche.
La zona è
frequentata soprattutto da viaggiatori con zaino che vogliono solo rilassarsi
magari con canne e alcool. Alcune persone del posto si stanno lamentando in
quanto questo tipo di turismo sta rendendo questo luogo un posto di perdizione.
Certo c'è anche chi come me cerca solo di godersi le bellezze naturali del
posto.
Affitto una
bicicletta e mi dirigo alla Laguna Blu, una bellissima laguna dove è possibile
farsi il bagno. Certo era il minimo dopo circa 7 kilometri in una specie di
strada. Durante il percorso c'erano vari villaggi dove fare conoscenza con
le persone del posto è stato stupendo, tanti i bambini. Al ritorno per
godermi il tramonto, visto che non c'era più luce mi sono perso e mi sono
ritrovato in un villaggio. Fortunatamente le persone del posto mi hanno indicato
la "strada" dove ovviamente le zanzare hanno fatto di me un bel
boccone.
Di sera cena in
uno dei ristorantini, un salto in un locale sul lungo fiume dove c'era musica a
alto volume e persone che fumavano e bevevano di tutto e poi a nanna.
Domani si parte per un tour per vedere 3 grotte, 2 villaggi e fare Kayaking nel
fiume Nam Song.
16 Agosto
2008
I villaggi
visitati sono abitati da gruppi etnici in minoranza come ad esempio Humong i
quali vivono solo di agricoltura e di pesca in case familiari (almeno 3
generazioni insieme). Le grotte carsiche con le sue stalattiti e stalagmiti
hanno creato varie figure tra cui un elefante nella grotta appunto chiamata
dell'elefante. In un altra grotta era possibile nuotare ma purtroppo il livello
dell'acqua era troppo alto e quindi non e' stato possibile (la grotta Nam).
All'uscita di questa grotta c'erano delle persone del posto che stavano
festeggiando visto che oggi è il giorno del grande Buddha (se ho capito bene
ogni 15 giorni si festeggia). Data la ricorrenza le persone del posto mangiavano
oca alla brace e visto la loro grande ospitalità mi hanno invitato e come
sempre mi hanno offerto da bere con il solito bicchiere che gira per tutti, come
dire di no? Oltre all'oca mangiavano un mix di sangue di oca fresco (cioè
crudo) con limone e spezie che ovviamente mi hanno offerto, come dire di
no? Non chiedetemi il sapore, un qualcosa indescrivibile (se lo sapesse il
medico dell'ASL mi ammazzerebbe. Vi prego non diteglielo).
Nel pomeriggio
Kayaking nel fiume con le sue rapide circondato dalle alte pareti di calcare,
che bello.
Di sera cena e
poi a nanna, domani si parte per Luang Prabang, l'antica capitale.
17
Agosto 2008
Luang Prabang
è una piccola cittadina che affaccia sul grande Mekong.
Durante il
percorso da Vang Vieng il paesaggio è stato idilliaco, continuo a pensare
che il Laos offre tanta natura e per questo mi piace di più rispetto a Vietnam
e Cambogia.
Anche se
frequentata da molti turisti Luang Prabang è un bel posto ed è pieno di Wat e
quindi di monaci buddisti che ogni giorno alle 6 di mattina percorrono la strada
principale per ricevere cibo dai cittadini (generalmente riso). In
serata passeggiata sulla strada principale, poi vado a tagliare i capelli
per 3 dollari (a dire il vero ne voleva 5 ma le ho detto che era troppo), visita
al mercato di artigianato, cena e poi a nanna.
18
Agosto 2008
Dopo aver
visitato il Museo del Palazzo Reale dove viveva l'antica aristocrazia francese
prima di essere cacciata, mi dirigo al Phu Si una piccola collina dove c'è
un bel panorama sul Mekong e il Nam Khan (un suo affluente).
Alle 14 vado
con un tour a vedere le cascate di Tat Kuang Si (molto belle) dove malgrado
l'acqua sia gelata fare un bagno è d'obbligo. Al ritorno una piccola pausa in
un villaggio Humong dove dopo aver dato dei regalini portati dall'Italia a dei
bambini dalle case ne sono usciti una marea chiedendomi di dare anche loro
qualcosa, ma ovviamente non ne avevo per tutti. Che bei bambini.
Al ritorno a
Luang Prabang ho visitato il Wat Xieng Thong dove ho fatto amicizia con un
"monaciello" buddista e ci siamo scambiati le mail, si perché l'idea
dei monaci buddisti che vivono in piena semplicità è solo una idea visto che
usano computer e hanno cellulari.
In serata mi
sono visto con il mio caro amico Prof. Marco Marinelli il quale era partito
dall'Italia il giorno 9 agosto per visitare la Thailandia del Nord e parte del
Laos, insieme al suo amico Pino.
Cena insieme,
poi un massaggio ai piedi (Foot Massage per 5 dollari) dove il Marinelli ha
fatto il zezo con la tipa, una birretta gelata (e qualcuno anche una cannetta) e
poi a nanna.
19
Agosto 2008
Stamane sono
partito per visitare Nong Khiaw, un paesino a circa 4 ore di bus da Luang
Prabang verso Nord.
Nong Khiaw è
il posto ideale per riposarsi, non fare nulla e godersi il paesaggio (a dire il
vero quasi tutto il Laos e' fatto per riposarsi). Affacciato sul fiume Nam Ou è
circondata da bellissime montagne offre un paesaggio da incanto. Pernotto
alla Sunrise (per 4 dollari) dove faccio amicizia con una israliana e insieme
andiamo a visitare una grotta che fu utilizzata dalle persone del posto durante
i bombardamenti dei fottuti americani. Gli USA hanno scaricato sul Laos
(piccolissimo paese) poco più di 2 milioni di tonnellate di bombe, molte delle
quali inesplose costituendo quindi un grave pericolo ancora tutt’ora, difatti
tanti sono i bambini che inconsapevolmente giocano con le piccole bombe
della misura di una palla da tennis restando poi mutilati. Alcune Guesthouse
come ad esempio la Bamboo Paradise ha utilizzato alcune bombe (fatte esplodere
ovviamente) come fiorire o recinti di orti. Durante la lunga camminata per
trovare la grotta ci sono bei villaggi abitati da gruppi etnici in
minoranza, ovviamente pieni di bambini.
In serata cena
sulla riva del fiume e poi a nanna con il "suono" degli animali della
foresta.
20
Agosto 2008
Nong Khiaw
essendo un posto tranquillo i galli di mattina la fanno da padrone svegliando
l'intero paesino quindi alle 6,00 gia ero sveglio.
Dopo colazione,
sempre con veduta fiume, mi dirigo al molo per prendere una barca e scendere
lungo il Nam Ou fino a Luang Prabang. Purtroppo per proseguire il mio viaggio
verso il sud del Laos sono costretto a ritornare indietro fino a Vientiane dove
partono appunto gli autobus, tutto questo per colpa delle frane che mi hanno
impedito di entrare nel Laos dal Nord facendomi quindi perdere tempo
prezioso.
Il percorso in
barca dura circa 4 ore e il paesaggio è bellissimo soprattutto quando il Nam Ou
si immette nel grande e maestoso Mekong.
A Luang Prabang
incontro ancora Marco, cena insieme e poi a nanna.
21
Agosto 2008
Stamane dopo
aver visto la processione dei monaci buddisti per ricevere il cibo dai
cittadini, mi dirigo con un autobus a Phonsavan dove arriverò dopo ben 8 ore
attraversando una lunga strada piena di curve che inevitabilmente invita tutti i
passeggeri al vomito totale tra cui il mio vicino.
Arrivati a
Phonsavan verso le 15,00 ho ancora tempo per visitare la Piana delle Giare
(l'unica attrazione di questo remoto posto per il quale ho affrontato un lungo
viaggio).
La piana delle
Giare è una vasta area dove si trovano centinaia di Giare della quale
provenienza e a cosa servissero non si sa ancora. Ci sono alcune Giare che
pesano persino 6 tonnellate.
Anche questa
zona è stata completamente bombardata dagli americani quindi ci sono delle zone
off limits che è meglio evitare.
In serata
Phonsavan non offre nulla, una strada principale dove non c'è nessuno, dove per
caso incontro il tizio che fa da guida alla Piana delle Giare, scambiamo due
parole accompagnate da una Beerlao gelata e poi a nanna.
22 Agosto
2008
Parto alle 9,00
di mattina sperando di arrivare prima delle 20,30 a Vientiane per prendere poi
l'autobus diretto a Pakse verso sud.
Di nuovo le
curve dell'andata e di nuovo i tanti vomiti. L'autobus va lentissimo, sulle
salite s'ignomma a terra (traduzione: si ancora a terra) proseguendo peggio di
una lumaca. Di tanto in tanto le soste sul ciglio della strada per fare pipi (i
laotiani pisciano sempre, peggio di me). Di nuovo sosta a un pseudo-ristorante
dove invito il mio vicino con la sua busta zeppa di vomito a scendere e a
lavarsi la faccia e prendere un po’ d'aria. Il tizio vedendo che mi sono
preoccupato per lui caccia dalla borsa un pollo e mi invita a mangiarlo con le
mani, come dirgli di no? Si riparte e ancora lentamente, sperando sempre che si
arrivi prima delle 20,30. Come se non bastasse l'autobus si ferma a una serie di
bancarelle che vendono frutta e bamboo. Dopo 20 minuti si riparte.
Arriviamo finalmente alle 20,00 in stazione, chiedo l'autobus per Pakse e
mi rispondono che gli autobus per Pakse partono dalla stazione sud che si trova a
circa 10 kilometri (mi dicono che ci vogliono almeno 20-25 minuti con
l'auto). Per mia fortuna trovo un tizio (ma direi più per sua fortuna) con la
moto che mi offre un passaggio per circa 4 dollari, ovviamente vedendo la
mia situazione di emergenza il tizio non si lascia convincere a un prezzo
inferiore (bastardo!). Arriviamo alla stazione sud alle 20,28 con l'incubo
di trovare l'autobus pieno mentre invece ci sono ancora 2 posti liberi,
finalmente la fortuna mi assiste.
Si parte, mi
aspettano altre 11 ore di viaggio.
Buona notte.
23
Agosto 2008
Pakse è una
piccola cittadina che non offre nulla, come dice la Lonely Planet è un posto
sonnolente per strada non c'è nessuno e tutto è cosi calmo da far paura.
Malgrado tutto
è da qui che si parte per visitare l'altopiano Bolaven oppure la zona delle
4000 isole nel Mekong (Si Phan Don) oppure ancora i vari Parchi Naturali
che ci sono in zona. Inoltre è qui che prenderò l'autobus per entrare in
Thailandia e quindi a Bangkok dove il 1 settembre ho il volo del rientro, quindi
preferisco fare base qui per evitare problemi imprevisti (vedi esempio
frane in Vietnam).
Alloggio alla
Sabaidy 2 per 3 dollari a notte in una camerata di 5 letti (davvero molto
pulita) dove conosco una ragazza giapponese della quale resto enormemente
sorpreso, non tanto perché viaggia da sola (questo lo fanno in tante e penso
che ci voglia un certo coraggio per farlo essendo donne) ma a parte questo la
ragazza è sordomuta e per comunicare l'abbiamo fatto con carta e penna e un
traduttore elettronico che aveva lei. Personalmente l'ho ammirata, ci
pensate a quante difficoltà incontra durante il suo viaggio? Che forza di
vivere, una vera viaggiatrice libera.
Faccio un giro
in centro dove non c'è nessuno, ceno, torno alla GuestHouse e prenoto una moto
per 2 giorni (10 dollari al giorno) a partire da domani per visitare
l'Altopiano Bolaven con i suoi paesaggi, le sue cascate e soprattutto i tanti
villaggi dei gruppi etnici (Katu, Alak, Laven etc. etc.).
24
Agosto 2008
Alle 9,00 si
parte, mi aspettano circa 200 Kilometri da percorrere. Prima tappa alla
cascata Phaxuam con un villaggio abitato dai Laven dove per tradizione le donne
hanno le facce tatuate (io però non ne ho viste nessuna).
Durante il
tragitto altre soste a cascate e villaggi tra i quali quello abitato dai Katu i
quali per tradizione costruiscono bare di legno destinate ai vari membri della
famiglia molto tempo prima della presunta morte. Quasi ogni casa che ho visto
aveva almeno due o tre bare, inoltre poi le donne fumano da una enorme
canna di Bamboo, cosa fumino non ho proprio idea. Ovviamente come sempre
c'erano un sacco di bambini i quali appena mi vedevano mi salutavano con il
solito "Sabai-dii".
Il tizio che mi
ha fittato la moto mi ha raccomandato di non dare nulla ai bambini, ne
giocattoli, ne caramelle e quanto meno soldi in quanto alcuni bambini (visto i
precedenti con altri turisti) hanno preso il vizio di chiedere un qualcosa ai
turisti (ovviamente soprattutto i soldi). La cosa mi è dispiaciuto un po’
anche perché avevo dei giocattoli portati dall'Italia ma forse la filosofia
adottata da varie persone del posto non ha tutti i torti, difatti alcuni
bambini che mi hanno accompagnato a una cascata mi hanno chiesto poi in cambio
dei soldi e quindi ho dovuto fare il finto tonto dicendo che non capivo. Che
carini aprivano la mano per indicare 5 mila kip (circa mezzo dollaro) e io
facevo finta di capire che volevano salutarmi quindi anch'io aprivo la mano e li
salutavo (furbo vero?).
In serata ho
pernottato al paesino Tad Lo (dove appunto c'è la cascata Tad Lo) per
circa 2,5 dollari ovviamente una sistemazione molto spartana con bagno in
comune, ma l'intorno era fantastico.
25
Agosto 2008
Stamane ho
continuato il giro per le cascate e i vari villaggi (ho visto altre bare).
Anche
l'Altopiano Bolaven è stato pesantemente bombardato dai fottuti americani
quindi anche qui è pericoloso andare da solo visto le tante bombe inesplose, e
anche qui (come a Phonsavan) una organizzazione inglese dal nome MAG sta
cercando di ripulire la zona dalle mine e bombe.
La maggiorparte
delle persone si dedicano all'agricoltura soprattutto del caffè e delle banane.
Dicono che il caffè dell'Altopiano Bolaven sia uno dei migliori del mondo (ma
io continuo col dire che meglio del Kimbo tostato a Napoli non c'e' nulla. Altra
piccola pubblicità).
Verso le 18,00
rientro a Pakse, cena in centro e poi a nanna. Domani alle 8,00 ho l'autobus per
le 4000 isole, vado a Don Det.
26
Agosto 2008
Don Det è una
delle 4000 isole. In questo punto del Laos il Mekong si allarga enormemente e
quindi diminuendo la sua velocità deposita gran parte della sabbia che
trasporta formando appunto delle piccole isole, a volte sono solo delle lingue
di sabbia. Ovviamente nella stagione secca le isole sono più numerose visto che
nella stagione delle piogge gran parte di esse vengono sommerse.
Delle 4000
isole solo una decina sono abitate e non hanno energia elettrica,
giusto qualche ristorante o gesthouse ha un gruppo elettrogeno ma comunque fino
alle 22,00.
Fitto un
Bungalow per 1,80 dollari a notte (molto spartano ma essenziale) con bagno
in comune alla Santiphab Guesthouse con personale davvero squisito.
Il posto è da
vero relax, stare sull'amaca a vedere lo scorrere del fiume con lo sfondo delle
palme dell'isola vicina è divino.
Fitto una bici
per circa 1 dollaro e faccio il giro completo dell'isola, verso sud ci sono le
cascate Tat Somphamit che meritano. Durante il giro incontro un gruppo di
ragazzi francesi che avevo conosciuto a Luang Prabang e insieme andiamo alla
spiaggia per farci un bagno nel Mekong. Fittiamo poi una barca per vedere i
delfini e al ritorno in barca un tramonto stupendo ci fa compagnia.
Qui la vita
scorre lentamente e alle 21,00 gia sono tutti a nanna per poi svegliarsi alle
6,00. Buona notte.
27
Agosto 2008
Stamane mi
dirigo a Kiet Ngong, un villaggio abitato dal gruppo etnico Lao Loum che da
secoli ha familiarità con gli elefanti. In Laos gli elefanti hanno sempre avuto
una importanza speciale e anch'essi purtroppo sono morti durante i bombardamenti
statunitensi (bastardi).
Il villaggio è
molto piccolo e l'attrazione del posto è appunto farsi una camminata di circa
90 minuti sul dorso di un elefante fino al Phu Asa una montagna dalla quale c'è
una vista impressionante.
L'autobus mi
lascia sulla strada principale da dove mancano circa 10 kilomentri per arrivare
al villaggio. Decido quindi di fare l'autostop e dopo circa 10 minuti si
ferma un camioncino privato. Il tizio mi da un passaggio facendomi salire
dietro, all’aperto, insieme a una marea di cose che trasportava e quando
arriviamo mi dice: 5000 kip, ok? (cioè 40 centesimi di euro). Ricordando però
la filosofia adottata da alcune persone del posto di non dare soldi affinché i
laotiani non vendano la loro genuinità gli stringo la mano e poi lo
ringrazio alla laotiana cioè unendo le mani e abbassando la testa.
Dopo aver fatto
il giro con l'elefante (che bello) mi fermo a giocare con un gruppo di ragazzini
e visto che ho ancora i giocattoli portati dall'Italia faccio tirare ad ogni
ragazzino un tiro in porta (io sono il portiere) e chi segna si guadagna un
giocattolino. Insomma non ho regalato nulla sono stati loro che se lo sono
guadagnati. Pernottato presso una famiglia per circa 2 dollari a notte. La
casa al piano superiore aveva una sola stanza grande separata da alcune pareti
di legno, da un lato dormivo io e nell'altro una figlia con il marito e la
figlia (anche qui le case sono familiari, almeno 3 generazioni).
Prima di andare
a letto ho masticato un miscuglio di erbe, rametti e quant’altro che non
saprei dirvi, che di solito masticano le donne di una certa età e poi sputano
con abbondante saliva che diventa color rosso come il sangue. A cosa servisse
non l'ho capito bene è mi sembrato di capire che fosse una specie di tabacco,
sta di certo che le donne mentre lo masticano hanno questa saliva rossa in bocca
che sporca tutti i denti e che quindi fà a dir poco schifo.
Dopo questo
schifo che ho provato vado a nanna.
28
Agosto 2008
Visto la pace e
il relax che si respira a Don Det (4000 isole) ritorno a Don Det ma prima faccio
una tappa alle cascate di Khon Phapheng dove il Mekong attraverso una serie di
violente rapide si immette nella Cambogia.
Arrivato a Don
Det pernotto alla stessa Guesthouse e visto che sono un vecchio cliente (ci
sono stato una sola notte) chiedo come minimo lo sconto inoltre poi porto
un nuovo cliente, un ragazzo francese conosciuto a Kiet Ngong, quindi mi
danno lo stesso Bungalow per circa 1,20 dollari a notte cioè per circa 80
centesimi di euro a notte, incredibile. Trascorro l'intera giornata sulla mia
amaca ascoltando il rumore del fiume e godendomi il paesaggio.
Che pace!
29
Agosto 2008
Alle 12,00
ritorno a Pakse, dove non faccio nulla di particolare. Cambio alcuni euro in
banca in Bath visto che domani vado in Thailandia.
Nel pomeriggio
entro in una scuola primaria (elementare) dove faccio amicizia con alcuni
professori che mi dicono che guadagnano circa 50 dollari al mese e che durante
l'estate visto che non lavorano non vengono pagati. Poverini.
In serata cena
e poi ultimo massaggio con olio prima di lasciare il Laos. Che goduria!
30
Agosto 2008
Attraversare la
frontiera è stato facilissimo. Ci sono due possibilità, prendere una
serie di bus oppure uno solo che parte da Pakse e arriva direttamente a Ubon
Ratchatani in Thailandia, un po’ più caro ma di certo più comodo.
Opto per la seconda scelta anche perché non vorrei che ci fossero imprevisti.
Da Ubon parte
il treno per Bangkok ma visto la situazione politica (il primo ministro è
accusato di corruzione) i cittadini hanno occupato la stazione quindi opto per
l'autobus che arriverà domani alle 6,00.
31
Agosto 2008
Arrivo a BKK
alle 6,20 lascio i bagagli in una Gesthouse e faccio un giro nella caotica
Bangkok che a dire il vero mi piace e anche molto. Mi dirigo poi al mercato MBK per
alcune compere a basso costo.
Verso le 19,00
(con largo anticipo) mi dirigo all'aeroporto dove alle 00,45 (dell'indomani
quindi) ho il volo per Roma facendo scalo a Il Cairo, sempre che non
occupino l'aeroporto.
1
Settembre 2008
Bangkok-----Il
Cairo
Il
Cairo------Roma
Si ritorna a
casa e come sempre succede dopo un lungo viaggio si ritorna senza soldi, senza
forze, senza aver dormito molto ma ricco di emozioni, esperienze, sensazioni.
Considerazioni
varie:
Dei 3
Paesi visitati senz'altro quello che mi è piaciuto di più è stato il Laos sia
dal punto di vista naturalistico sia per quanto riguarda la genuinità e
semplicità delle persone.
Per qualunque
cosa mi ringraziavano con il tipico saluto laotiano, unendo le mani e abbassando
la testa, persino i bambini, che carini.
Il Vietnam mi
ha un po’ deluso sia per le persone che per i posti, senza dubbio però
incuriosisce molto visto tutta la questione della guerra americana. C'è da dire
però che la bellezza della Baia di Halong e del delta del Mekong sono unici al
mondo, peccato che non ho potuto visitare Sapa per l'alluvione che dicono che
davvero merita.
Angkor
rappresenta il punto fondamentale della visita in Cambogia, un sito archeologico
senza precedenti che assolutamente va visto.
Alcuni numeri:
Durante questi
50 giorni ho preso circa 30 autobus, 20 barche, 1 treno, 20 moto, 10
Tuk Tuk e 6 aerei.
Un bacio a
tutti.
Gennaro gennaro1970@yahoo.it