VIAGGIO IN HONDURAS
Racconto di viaggio 1995
di Stefano
IO NON CI CREDEVO,quando mi dicevano che la distanza (dalla solita routine, dai problemi, ecc...) si misurasse anche in distanza (Km), e per questo avevo viaggiato sempre in Italia ed Europa senza sentire il bisogno o il desiderio di allontanarmi di più.Poi con l'occasione di andare a trovare un fratello che non vedevo da anni e che ora vive nell'America Centrale sono andato in Honduras.Dopo la prima settimana spesa per riprendermi dal fuso orario, i saluti a mio fratello e alla sua famiglia, e per conoscere il villaggio dove vive, abbiamo sentito il bisogno con i miei amici, di fare un giro per conoscere meglio quella parte del mondo, stimolati dalla quasi assenza di smog,di traffico, e ispirati dalla tranquillità che da noi non si ricorda più.Tutto questo è dovuto al fatto che l'Honduras è uno dei paesi più poveri al mondo e lo sviluppo è solo una parola.Basta guardarsi in torno per rendersene conto , dagli autobus , le abitazioni, le strade spesso sterrate, il tenore di vita ecc....,ma la cosa positiva è che, proprio per questo, quasi dappertutto c'è una natura ancora intatta ed è l'ideale per chi piace fare escursioni di tutti i tipi nella natura sia nel mare che all'interno, ma anche per chi vuole fare relax. In oltre camminando in strada o sulla spiaggia, si ha l'impressione di avere un contatto con la storia, per le strade si vedono persone con tratti somatici che ricordano gli Atzechi e i Maia, i quali hanno lasciato tracce della loro cultura con resti ben conservati avvolte anche di intere cittadine come a Copan.
Al ritorno dal Guatemala, Guatemala City, dopo aver speso alcuni giorni sullo stupendo lago di Atitlan, visitando alcuni villaggi sul lago raggiungibili solo con un piccolo battello a motore, che ogni giorno fa il giro per rifornirli, e dove si incontrano ancora i veri discendenti degli indios che sono rimasti da quelle parti,e un giro in alcuni mercatini coloratissimi come Chichicastenango, Antigua, volevo andare alla Mosquitia,che è un' area ancora intatta protetta dall'UNESCO, una biosfera interessante, ma devi essere attrezzato, ed è salutare avere una guida per essere sicuri di uscirne fuori, alla fine per mancanza di soldi di tempo e di indicazioni chiare ho desistito.Sono arrivato a Trujillo la vecchia capitale , che è un pò in alto rispetto al mare ,bisogna scendere 100 m. per arrivarci, e quando arrivi da su vedi un golfo che ti ispira davvero.Lì il mare è sempre calmo per la posizione del golfo favorevole ai venti , ed è facile trovare stelle marine a profondità non impossibili, se chiedi c'è la possibilità, con barche di pescatori, di raggiungere Guanaja un delle isole della baia che da lì è la più vicina.Il clima è più fresco e gli alberghi non costano molto. C'è una vecchia fortezza che ricorda il vecchio dominio spagnolo e molti locali gestiti da spagnoli. Sempre si incontrano in tutta l'Honduras, specialmente ragazzini, che chiedono di aiutarti, per qualche cosa in cambio, e con i quali c'è sempre un buon rapporto, si possono chiedere informazioni, e trovarsi nei posti più incredibili ed inaspettati, avvolte sorprese gradevoli. E' superfluo dire che chi viaggia in questi posti deve sempre capire quali situazioni sono positive e quali da evitare , non cacciatevi nei guai, del resto è come qui, anche se la voglia di conoscere di più in un viaggio è pane quotidiano. Sarei voluto andare a Santa Fè,che è li vicino e sempre sul mare, ma l'ultima tappa che ho fatto rinunciando alla Mosquitia è stata andare a Cayos Cochino.Ritorno a La Ceiba e scopro che il posto da dove si parte è Nuova Armenia e cosi ci sono andato con l'autobus. Appena arrivato un ragazzino, sembrava che aspettasse solo me, mi ha indicato dove dormire , un posto molto tranquillo e pulito, e mi ha messo in contatto con quelli che ti portano sui cayos, in quei villaggi di solito sono tutti parenti. Si parte alle 4 o 5 di mattina per via delle onde dell'oceano che poi diventano troppo grosse,così mi aveva detto il ragazzino. La barca, un gozzo da pescatore, pieno di provviste per chi vive li, e molta gente fino a che ci si entrava, e in poco tempo, sbattendo su e giù con le onde che si stavano già svegliando, si vedono i cayos, mentre sparisce la costa dietro te, e sei quasi arrivato .Mentre arrivi si vedono le barriere coralline, e anche sotto a te, e incominci a pensare di affittare una barca per andarci ,ma poi ti accorgi che lì appena metti i piedi in acqua e fai due bracciate ti ritrovi tra i coralli e tra pesci colorati, avvolte, anzi spesso, ci sono pontili che ti portano un po in là per tuffarti perchè ci sono cosi tanti coralli che non riesci ad entrare in acqua, e le spiagge sono piene di sassi colorati e conchiglie. Lì per caso ho incontrato degli italiani che erano ospiti in un piccolo cayos privato, quasi tutti i cayos ora sono privati, e abbiamo pescato e adottato un pellicano che si era riparato all'ombra, per mangiarsi i branchi di pesciolini che si formano sotto le casa sull'acqua, all' ombra. C'è ne sono moltissimi, è spettacolare vederli volare e pescare ,dall'alto vedono il pesce lo puntano e, in pochi secondi, con una picchiata si tuffano nell'acqua a velocità incredibile, e ne escono quasi sempre con un pesce,risalgono e di nuovo fin che si sono sfamati, sono stato un'ora o più a vederli,e senza accorgermene era arrivato il tramonto ,una palla rossa che scompare nell'oceano tra due cayos e nient'altro,anzi no, un cielo pieno zeppo di stelle con solo il rumore dell'oceano , un'immagine che davvero non scorderò. E' difficile raccontare certe sensazioni ma è bello perché ti rimangono vive nel tempo. Nei giorni che sono stato lì ho dormito su un'amaca in una capanna e per mangiare e bere mi sono affidato ad una ragazza di li che ha pensato a tutto. Il ritorno come l'andata partenza alle 3 del mattino.....bagnato, per le onde dell'oceano, ma contento per quello che avevo vissuto anche se avevo finito i soldi ed il giorno di scadenza del biglietto era ormai li.