"Senderos de Centro America"
Racconto di viaggio 30/09 - 24/10
di Pablo
Dall’aereo non si vede Ciudad de Guatemala.. solo le colline e qualche baracchetta.
Incontro una strana ed accogliente atmosfera nel corridoio che mi porta alla dogana.. pareti verdi con quadri dei paesaggi del Guatemala… e in sotto fondo…la marimba .. con le sue dolci note. Aria calda a cucinarmi.. e la fiamma dell’euforia che mi brucia dentro..
La nostra pirima tappa è Antigua.
Mi soffermo a guardare i ciottoli delle strade.. e la mia mente comincia a fantasticare.. per arrivare a San Pedro de los Caballeros de Goathemala.. capitale delle province unite del Centro America.. la Storia si respira in questa citta’ che a tratti appare abbandonata alle intemperie, ma che all’interno di edifici consumati dal tempo propone giardini tropicali pieni di vita, un’esplosione di gioia.
Dopo aver visitato Panajachel e il Lago Atitlan. andiamo a Chichicastenango… la cofradia, il mercato e la chiesa. Questa è stata la nostra giornata.
Piove. Cerchiamo e troviamo il mercato indio, dove non vengono venduti oggetti di artigianato locale, ma tuberi frutta e verdura.
E’ all’interno di un caseggiato poco prima della Piazza e salendo le scale facciamo attenzione a non calpestare famiglie intere sedute sui gradini che si cibano.. Dal balconcino interno si domina il patio sottostante e coperto pieno di gente che contratta, vende e chiacchera, Rimaniamo un po’a guardare..e poi ce ne andiamo verso la Chiesa.
L’interno ha pareti scure.. è l’incenso delle offerte e le candeline accese. Si perche’ la Chiesa in se’ è abbastanza spoglia, ma il corridoio centrale è pieno di candele e petali di fiori e di anziani maya che pregano in lingua Quiche..
Copan Ruinas in Honduras è un bel pueblito. Non c’è’ nulla ma gli alberi, le colline verdissime e gli avvoltoi che volano nel cielo rendono tutto piu’ ‘Centroamerica’ … almeno per noi che siamo profani di questa regione.
Andiamo in un locale a bere qualcosa.... Ad un tratto piove.. e come sempre nei climi tropicali – subtropicali viene giu’ il mondo per circa 15 minuti.. poi riesce il sole.. che, francamente, ci cucina.
Sulla strada per Quirigua ci fermiamo tra le piantagioni di banane.. Sono della Del Monte e entriamo a vedere come si lavora...
L’odore è forte e dolcissimo di frutta cotta. Lo stesso odore di quando si fa la marmellata. Le ragazze lavorano veloci nell’imbustare le banane per noi e gli yankee. ce ne danno una da assaggiare.. è incredibilmente dolce..pure essendo ancora verde.
Da Rio Dulce a Livingstone il tragitto è in barca.
Il fiume è enorme e ai lati sorgono sporadiche capanne su palafitte, i bambini giocano in acqua mentre i fratelli maggiori remano verso il centro del fiume per andare a pescare. quando il fiume si restringe e cominciano le anse ammiriamo la foresta vergine nel suo splendore.. il verde pare essere vomitato dai pendii delle colline verso il fiume.
Una sensazione strana alla bocca dello stomaco mi segue in tutto questo viaggio e’ una strana sensazione di euforia a percorrere queste strade a vedere questi massi imbrattati di poltica, queste nuvole.. questo cielo..
Dentro la foresta di Tikal gli animali ci accolgono dopo la pioggia intensa che ora si è trasformata in pioviggina…. la guida ci spiega cose che avra’ ripetuto migliaia di volte.. certo.. per fare la guida non si necessita nulla di particolare.. solo la passione che ti puo ‘ portare a dormire all’adiaccio.
Affacciati alla terrazza della nostra pensione a Flores decidiamo di proseguire fino in Messico.. non è la destinazione in se’ che ci spinge a sceglierla.. ma semplicemente la voglia di stare in movimento.. di attraversare Paesi e paesaggi… In fondo cio’ che più mi piace di un viaggio non è l’arrivare.. ma il viaggio che mi porta a destinazione..
Dopo il Messico il Belize… sul cayo atmosfera rilassata..sorrisi e il tempo passato ad aspettare.. che passi il tempo… la gente si muove a piedi scalzi.. un piacevole profumo di ganja aromatizza l’aria di questo isolotto..
Le conoscenze migliori le ho fatte qui… prima Jeovanni.. hondureño con cui cominciamo a parlare della situazione dell’america latina..e veniamo interrotti solo da una mini bufera…naturalmente a fine conversazione.. quando ormai la vita sul cayo e’ sprofondata nel sonno (le 11 di sera) ecco uscire i cannoni allo scoperto.. Noi ..che non partecipiamo..a questa battaglia ..ce ne torniamo alla nostra pensioncina.. attenti a non pestare i granchi di terra che impazzano dappertutto..
L’ultimo giorno lo passiamo con Calvino…un venditore di collanine e braccialettini.. è stato in Italia 12 anni.. ed ora è a casa… mentre siamo seduti passano i rasta a salutarlo e salutarci.. parlandoci in quell’inglese caraibico che per me è piu’ simile al nepalese che all’inglese…
Il solo pensiero di dover tornare a casa mi mette di cattivo umore.. ma tant’è.. dobbiamo tornare.. Prima salutiamo Salvatore.. un ragazzo che da 8 anni ha lasciato l’Italia per il Belize..
“certo che ne hai avute di palle per lasciare il tuo paese…” gli dico,
“Le palle le hai tu che torni in Italia…” mi risponde…