Diario di viaggio: Tour 5-23 Agosto 2001[1] + 2003
L’
inverno successivo al mio primo viaggio in Spagna, ebbi la fortuna di conoscere
Mika, un ragazzo finlandese che si era trasferito nella mia città per alcuni
mesi. L’ incontro fu del tutto casuale: facemmo la nostra conoscenza in Piazza
del Gesù davanti a una birra. Da allora non ci siamo mai più persi di vista e
ancora oggi che lui è oramai ritornato nel sua paese ci sentiamo spesso.
Mika era arrivato in Italia per seguire la sua fidanzata che era andata a
vivere a Milano per non so quale motivo. Una volta che lui l’aveva raggiunta,
lei aveva ben pensato di lasciarlo. Così si era trasferito a Napoli, dove
viveva una zia sposata con un mio concittadino.
Fu proprio quell’incontro a farmi venire la voglia di visitare la
Finlandia, della quale Mika mi parlava sempre in maniera entusiasta.
Mika nella primavera del 2001 lasciò l’Italia perché si sentiva molto
solo e aveva difficoltà a comunicare con le persone (in Italia la quasi totalità
delle persone non mastica una parola di Inglese!!!); il lavoro in un negozio del
centro gli concedeva tempo per vivere e conoscere la città.
Nell’Agosto del 2001, insieme con Fabrizio di Milano e il mio amico dai
tempi della scuola, Antonio, decidiamo di organizzare questa trasferta in terra
scandinava.
Partiamo con volo Finnair diretto per Helsinki da Roma Fiumicino.
All’arrivo prenderemo l’autobus Finnair che ci porterà dall’aeroporto
alla stazione centrale di Helsinki. Lì ci attende Mika che in auto ci
accompagna al nostro alloggio, lo Stadion Hostel[2].
Il
posto è suggestivo: l’ostello è costruito all’interno dello stadio
olimpico di Helsinki, dove si sono tenute le Olimpiadi del 1952.
Prendiamo
posto nella nostra camerata e andiamo a letto. L’ostello lascia molto a
desiderare. A parte la cornice meravigliosa (lo stadio si trova immerso nel
verde), il resto è a dir poco disgustoso. La pulizia è un optional,
i bagni, i pavimenti, le cucine e i tavoli sono sporchi e impolverati. Qualsiasi
cosa tocchi ti senti addosso quella sensazioni di appiccicaticcio. E dopo
qualche giorno comincio a sentire prurito per tutto il corpo.
Trascorriamo la prima settimana ad Helsinki. Visitiamo la città,
prendiamo contatto con l’ambiente e con i suoi abitanti, e non disdegniamo di
tuffarci nella vita notturna che è discretamente movimentata.
Andiamo ad una festa
organizzata dal comune nel parco più grande della città Kaiva Puisto. E’
pieno zeppo di persone, ci sono i fuochi artificiali, c’è musica, tanti
ubriachi e tanto casino.
La cosa che più mi colpisce è trovarmi in una capitale europea,
moderna, piena di centri commerciali, e allo stesso tempo essere immerso in una
natura unica. Non è insolito vedere conigli o altri animali selvatici
attraversare la strada.
Ancora, altro fattore non trascurabile, è la sicurezza che mi piace. Non
si assiste a nessuna scena di panico, di violenza, scippi, rapine o simili. Le
ragazze tornano tranquillamente a casa in autobus alle quattro del mattino dopo
la discoteca, cosa che io a Napoli non farei mai.
Helsinki,e soprattutto la zona del porto, è pienissima di gabbiani. C’è
n’è una quantità industriale e camminano tra la gente come fanno i piccioni
nelle nostre città. Non sono ben visti, le persone del posto dicono che sono
aggressivi, ma io non li ho mai visti fare nulla di particolare.
Visitiamo il mercato sul porto, dove decine di bancarelle vendono
souvenir e prodotti d’artigianato locale. E’ possibile anche mangiare
salmone cucinato nei più svariati modi per un prezzo discreto.
Poco più in là del mercato c’è il Parco di Esplanaari. E’ un
cortile lungo diverse centinaia di metri costeggiato da prati dove i giovani
passano i pomeriggi sdraiati sull’erba a chiacchierare o leggere.
I nomi delle strade e le indicazioni a Helsinki sono scritte in doppia
lingua. Prima in finlandese e poi in svedese. Questo perché c’è una
minoranza di cittadini di madre lingua svedese. Si sentono svedesi, parlano solo
in svedese e vivono un rapporto abbastanza conflittuale con i finalndesi.
Decidiamo di lasciare Helsinki per visitare qualche altra località e così
decidiamo di affittare un auto.
Partiamo alla volta di Savonlinna. La cittadina si torva nella parte
sud-orientale del paese, a pochi chilometri dal confine con la Russia. Il posto
è molto carino, c’è un bel parco con un castello che visitiamo. Un discreto
numero di Finlandesi si reca in questa città per le vacanze estive che però
non corrispondono con le nostre: loro vanno in ferie nel mese di luglio.
Troviamo alloggio grazie alla guida degli ostelli finlandesi, che abbiamo
preso a Tourist Information di Helsinki[3].
Per trovare il posto chiediamo informazioni ad un’anziana del posto che non
conosce l’inglese, ma fortunatamente conosce qualche parola di spagnolo.
L’alloggio è bello, pulito, spazioso e molto più confortevole dello
Stadion Hostel. Abbiamo un mini appartamento indipendente, con quattro posti
letto, cucina e bagno. Abbiamo anche la carta igienica! L’unico inconveniente,
che purtroppo non potevamo prevedere, è che nella zona stavano facendo alcuni
lavori, e facevano scoppiare la dinamite a pochi metri dal nostro alloggio. Mai
avuto un risveglio più turbolento.
L’indomani partiamo alla volta di Mustamaa, al nord del paese, dove una
zia di Mika ha una fattoria.
Attraversare la
Finlandia in auto significa percorrere centinaia e centinaia di chilometri su
strade stradali costruite tra immensi boschi. Dovunque si vedono laghi, ce ne
sono circa cinquemila in tutto il paese.
La fattoria si trova
completamente immersa nella natura, c’è un lago vicino e, a parte poche case
sparse qua e là, si vede solo bosco.
Passeggiando si trovano
frutti di bosco che spuntano dappertutto e impronte di cervi.
Andiamo in barca a remi
sul lago al tramonto immersi in uno scenario di colori davvero unico. Al rientro
alla fattoria facciamo la sauna, che per chi non lo sapesse è un’invenzione
finlandese. Ogni casa finlandese ha una sauna, e quelle poche che non ce
l’hanno ne hanno comunque una comune nel palazzo. La sauna della fattoria è
fatta in una costruzione di legno fuori distinta dall’abitazione principale.
Per arrivarci bisogna attraversare un pezzo di giardino. All’interno, la
famiglia ha cura di conservare salsicce e birra per intrattenersi durante la
sauna.
Ceniamo alla fattoria e poi andiamo a letto. Il mattino seguente partiamo
per Rovaniemi. Si tratta della città finlandese più vicina al circolo polare
artico. Ci sembra piuttosto triste. C’è ben poco da fare e da vedere.
Dormiamo in un ostello dividendo la stanza con un viaggiatore giapponese.
Passiamo la serata in un locale notturno dove ci sono tantissimi giovani in
divisa che stanno facendo la leva militare.
Pur non avendo grosse attrattive, Rovaniemi, dopo Helsinki, è la
cittadina più ricca di turisti. Non sono tantissimi, ma se ne incontra comunque
un buon numero girando per la città e per i pub.
Pochi chilometri più a nord, c’è il circolo polare artico. Un signore
finlandese ha trovato un mestriere: impersonifica Babbo Natale. Ha creato un
piccolo villaggio, dove ci sono ristoranti e negozi di souvenir, un parco di
divertimenti all’interno di una grotta, un allevamento di Husky siberiani, e
poi Lui. Vestito da Babbo Natale tutti i giorni dell’anno, riceve i visitatori
per fare una foto o scambiare qualche parola (parla abbastanza bene numerose
lingue). E’ possibile, pagando, lasciare il proprio indirizzo o quello di
amici, nipotini, figli ecc., e lui gli farà recapitare gli auguri a Natale. Gli
scrivono in tantissimi da tutto il mondo.
Pranziamo in un ristorante del posto e assaggio la renna. Buona, una
carne piuttosto dolce, delicata e carissima!
C’è una linea disegnata per terra che segna il punto esatto dove passa
il circolo polare e una piccola costruzione in legno che indica la distanza in
chilometri dalle principali città del mondo.
Il clima è freddino
Indosso un maglione e un giubbotto di jeans in pieno agosto.
Cominciamo a ritornare a sud. E ci fermiamo per una notte a Oulu. La
cittadina non è un granchè. Così decidiamo di fare ritorno l’indomani a
Helsinki con un paio di giorni di anticipo sul programma.
Non troviamo posto per dormire da nessuna parte così trascorriamo una
notte a dormire in auto. L’unico ostello che ha qualche posto libero a partire
da due giorni dopo è purtroppo lo Stadion Hostel, ma stavolta ci va un po’
meglio perché abbiamo quanto meno una camera indipendente solo per noi.
In attesa che si liberi il nostro posto all’ostello, decidiamo di
partire alla volta di Stoccolma. E’ una pratica molto diffusa tra i
finlandesi. Partendo nel fine settimana, per chi ha più di ventuno anni, è
possibile viaggiare la notte su una nave piena di attrattive e di giovani e
arrivare il mattino seguente a Stoccolma. Lì ci sono 6 ore circa da passare
come meglio si vuole in città e poi ripartire con la stessa nave e trascorrere
un’altra notte di navigazione per arrivare ad Helsinki.
Ci si chiederà per
quale motivo una persona del posto dovrebbe viaggiare per due notti di seguito
per andare e venire dalla Svezia. In realtà per un giovane del posto è come
andare a ballare in un posto piuttosto che in un altro. La nave offre
spettacoli, discoteche, pub e negozi. E in più ognuno ha una sua cabina con
letto nel caso di piacevoli incontri. La compagnia di navigazione offre in
questi casi dei prezzi particolarmente favorevoli. Ma chi è sotto il limite di
età non può comprare il biglietto di andata e ritorno, ne deve comprare due
distinti e pagare quindi quasi il doppio.
Antonio ed io siamo sotto il limite di età e così ricorriamo ad uno
stratagemma. Facciamo due distinte prenotazioni da confermare entro ventiquattro
ore, che sono gratuite, dando i nostri veri dati, dopodichè andiamo in una
diversa agenzia, diciamo che abbiamo prenotato il biglietto di sola andata e che
abbiamo intenzione di cambiarlo con uno andata e ritorno con il prezzo speciale.
La signorina ci chiede le nostre date di nascita, per sapere quale tariffa
applicare, e noi, forti
dell’esperienza fatta alla precedente agenzia, dichiariamo di essere nati
qualche anno prima.
Stoccolma è una grande città, molto più grande di Helsinki, e quelle
sei ore di tempo che abbiamo a disposizione non ci permettono di vedere molto.
Ci limitiamo ad una passeggiata nel centro della città, che ha un aspetto
maestoso.
Tornati ad Helsinki, trascorriamo gli ultimi giorni della nostra vacanza
con Mika e gli altri ragazzi conosciuti lì per poi fare ritorno in Italia.
Diario
di viaggio Helsinki,
Capodanno 2003
Nell’estate
del 2002, seduti al tavolo di un bar di Benidorm in Spagna, Fabrizio ed io
cominciammo a maturare l’idea di organizzare un viaggio ad Helsinki in
inverno.
Così alla fine di novembre decidemmo di partire per il Capodanno
successivo
Parto per dieci giorni, con volo da Napoli con scalo a Parigi. E’
proprio a Parigi che mi incontro con Fabrizio, proveniente da Milano, e di lì
proseguiamo insieme alla volta di Helsinki.
L’arrivo ad Helsinki alla fine di dicembre è sbalorditivo. Non c’è
tanta neve, ma fa freddissimo. All’aeroporto viene a prenderci l’immncabile
Mika, che ci ospita a casa sua per due giorni.
Viviamo praticamente lì con la sua famiglia, mangiamo con loro e una
sera ci offriamo di cucinare gli spaghetti al pomodoro, ma l’olio d’oliva
che hanno lì non è gran cosa.
Per i giorni successivi
abbiamo prenotato una camera doppia all’Eurohostel[4],
che avevamo visitato durante il nostro primo soggiorno finlandese, senza però
trovare posto. Si trova vicino al porto ed è facilmente raggiungibile con
l’autobus n.4.
Le stanze sono disposte in un edificio altro diversi pieni. Alcuni piani
sono per i fumatori e altri per i non fumatori. Ad ogni piano c’è una cucina,
e due bagni, uno per gli uomini e l’altro per le donne. C’è anche una
lavanderia e una sauna utilizzabile in determinate ore della giornata.
L’ostello è molto pulito, sembra quasi di stare in un piccolo albergo,
con la differenza che non vengono a rifarti la stanza al mattino e che i bagni
sono in comune. Ma si sta veramente bene. Si può rientrare a qualsiasi ora e
sia il portone che la stanza si apre con un tesserino magnetico fornito dalla
reception.
C’è molta gente di varie nazionalità, c’è il pienone e questo ci
fa piacere così possiamo fare un po’ di vita sociale.
Vivere a meno trenta gradi centigradi non è cosa facile. E’ una
sensazione indescrivibile. Bisogna provarlo per capire cosa significa. Io stesso
non immaginavo che si potesse sentire così freddo. Il mio abbigliamento tipico
era calzamaglia di lana, calzettoni di lana, scarpe pesanti, maglia termica,
maglione di lana, giubbotto da neve, sciarpa di lana, cappello di lana e guanti
da sciatore. Nonostante ciò sentivo il gelo penetrarmi nelle ossa.
La città viene vissuta in quel periodo dell’anno in maniera molto
diversa. Il centro di Helsinki è completamente percorribile ed è possibile
passare da un edificio all’altro attraverso percorsi sotterranei, che servono
in parte come passaggi per raggiungere la metropolitana, ma anche per una serie
infinita di altri fini. Ci sono ad esempio interi centri commerciali
sotterranei, ristoranti, negozi e ho visto anche una piscina.
Nonostante il freddo atroce, la città è molto viva. C’è tanta gente
per la strada e pare che riescano a convivere tranquillamente con quelle
temperature.
Conosciamo nel mercatino al coperto vicino al porto un signore siciliano,
Bruno, che si è trasferito lì a Helsinki e ha aperto una piccola salumeria che
vende esclusivamente prodotti italiani. A pranzo è possibile anche mangiare la
lasagna preparata da sua moglie. Sul bancone ci sono pomodori, melanzane,
peperoni imbottiti, prosciutto di parma, schiacciata calabrese e formaggi
nostrani. E’ il negozio più affollato del mercatino.
Nei paesi scandinavi, come è noto, c’è un grosso tasso di alcolismo,
soprattutto tra i giovani. Capita spesso che escano ubriachi dai locali e che si
addormentino per terra. Purtroppo, quelle temperature sono letali per chi dorme
all’aperto. Ci sono stati numerosi decessi per questo motivo. Così il governo
ha provveduto istituendo un servizio di sorveglianza che si occupa
esclusivamente di recuperare le persone che dovessero addormentarsi per strada e
di soccorrerle.
Una sera andiamo, insieme con alcuni ragazzi finlandesi conosciuti la
sera prima, in un locale dove c’è il karaoke, di cui i finlandesi sono
grandissimi estimatori. Ci esibiamo anche noi ed è una cosa divertente.
La nostra vacanza scorre piacevolmente tra passeggiate, vita notturna,
visite ai vari amici che abbiamo conosciuto.
Non si è trattato di un viaggio nel quale posso dire di aver visto
molto, anche perché Helsinki l’avevo già vista, ma è stata senz’altro
un’esperienza costruttiva, un soggiorno durante il quale sono stato benissimo,
ho conosciuto tanta gente e ho sperimentato uno stile di vita che non conoscevo
affatto
2.3
Agosto 2003, Helsinki e Tallin
Per
l’estate del 2003 decido di partire insieme con la mia ragazza nuovamente per
la Finalndia.
Stavolta sarà un soggiorno completamente diverso dagli altri. Affittiamo
un piccolo appartamento a Lautassaari, un’isoletta dell’arcipelago di
Helsinki collegata alla città da un ponte percorribile in auto o in autobus.
Ho contattato la proprietaria tramite internet[5]
e le ho spedito un piccolo acconto. Trovo le chiavi dell’appartamento al desk
dell’ airport service al mio arrivo all’aeroporto. Il volo è lo stesso
dell’ultima volta.
Ho appuntamento con Mika alla stazione centrale. Il clima è diverso
dall’estate di due anni prima. E’ più autunnale e piove.
Raggiungiamo l’appartamento e ci sistemiamo. Si trova in un edificio di
quattro piani, con sauna condominiale.
Visito tanti posti che già avevo visto e che mi fa piacere rivedere, ma
anche alcuni nuovi.
Visito la cattedrale ortodossa, che è la più grande dell’europa
occidentale. E’ una bella costruzione e si trova su una collinetta vicino al
porto.
Cerchiamo con pazienza, dato che non è facilissima da raggiungere la
Rock Church, una chiesa bellissima, ricavata interamente nella roccia, a forma
circolare, molto povera, essenziale, ma estremamente affascinante.
Vado a rivedere con piacere la cattedrale luterana, bellissima, che è
uno dei segni distintivi di Helsinki e che è la prima cosa che si vede
arrivando in nave.
Visito anche Suomenlinna, che è un’isola che si trova
nell’arcipelago di Helsinki, raggiungibile con un battello che parte
frequentemente dal porto. Lì c’è una fortezza e pare sia stato un luogo
strategico per l’esercito finlandese durante la guerra con la Russia. Ci sono
ancora i cannoni.
Ci vanno tanti turisti ma anche tanti finlandesi per trascorrere una
giornata all’aperto o per passare la serata in tranquillità. E’ piena zeppa
di uccelli di vario tipo e conigli selvatici.
Visito Seurassari, che è una piccolo parco naturale su di un’isoletta
a pochi metri dalla terra ferma. E’ un piccolo paradiso in terra. Mi ha
impressionato fortemente camminare nel parco e vedere gli scoiattoli avvicinarsi
a me spontaneamente per arrampicarsi sulle mie gambe. La fauna è ricchissima,
soprattutto gli uccelli sono numerosi.
Incamminandosi all’interno del parco è possibile trovare delle fedeli
ricostruzioni delle case degli abitanti della Finlandia di alcuni secoli fa,
compresi gli arredi originali. C’è anche una piccola chiesetta in legno.
Un bel pomeriggio, ci incamminiamo per i boschi che circondano
Lautassaari e scopriamo con nostra grande sorpresa alcuni bunker che dovevano
risalire all’epoca della seconda guerra mondiale.
Per il resto viviamo la città sia di giorno che di notte, facendo anche
visita alla famiglia di Mika che non vedevo da alcuni mesi.
Ritorno a visitare il mercatino all’aperto sul porto, dove i colori
d’estate sono completamente diversi, soprattutto per la frutta e gli ortaggi
che compaiono sulle bancarelle.
Decidiamo di andare a fare un’escursione a Tallin, in Estonia. Andiamo
nell’agenzia dove qualche anno prima avevo acquistato i biglietti per
Stoccolma e scopriamo che arrivare in Estonia è piuttosto facile. Basta
prendere una nave che parte al mattino dal porto di Helsinki e in un’ora e
trenta si è giunti a destinazione. Sappiamo che la capitale estone è piuttosto
piccola, facilmente visitabile in una giornata e così compriamo anche il
biglietto di ritorno per la sera stessa.
Durante la traversata è aperto il duty free, così posso comprare le
sigarette pagandole un terzo di quello che costano in Italia, ad anche a Tallin
sono piuttosto convenienti.
Arrivati a Tallin, ci controllano i passaporti con grande severità,
dopodichè raggiungiamo a piedi il centro della città.
Tallin sembra il paese
delle favole, è proprio così che immaginiamo il paese dove vivono le fate. È
piena di torri, dalla forma singolare, e sembra una cittadina abbastanza viva,
anche se assolutamente non caotica. Trascorriamo la giornata lì, visitando la
città vecchia a piedi, è piuttosto semplice orientarsi e non è molto grande.
C’è un bel mercatino dove vendono l’ambra ed uno bellissimo dove ci
sono tanti negozi di fiori.
Alla sera, dopo una ramanzina della mia ragazza che mi rimprovera di
apprezzare troppo le bellezze del posto, ritorniamo a casa soddisfatti per la
visita e per la bella giornata.
Giunto alla fine delle mie tre visite in terra finlandese, posso dire di avere conosciuto un paese bello, diverso dal nostro, ma affascinante. Non a tutti piace, perché considerato piccolo e poco abitato, ma io ci sono stato davvero bene. Credo di conoscere molto bene la sua capitale, sono così soddisfatto di quel paese, che credo sia questo il motivo per cui difficilmente vi tornerò, anche se spesso sento la nostalgia di quei luoghi e di quelle persone, che non sono fredde, come comunemente si pensa, sono solo discrete ed educate.
Massimo
Galiero massimogaliero@hotmail.com