RELIGIONE
Veramente onnipresente. Quello che più mi ha sorpreso è
che, a differenza del Marocco, qui cinque volte al giorno si interrompe tutto
per pregare. Per questo camminando sul marciapiede si possono trovare delle
stuoie verdi o talvolta dei veri e propri tappeti. Un giorno ho cercato di
entrare in una pasticceria ma era momentaneamente chiusa e varie persone dentro
si prostravano. Alla biglietteria della stazione l’addetto si era assentato
per lo stesso motivo. Questa pausa di orazione
non era però servita a migliorargli l’umore. C’è chi prega
veramente molto e per questo si ritrova poi sulla fronte una specie di
bernoccolo o macchia, e c’è chi, invece, utilizza gli spazi religiosi per
altre finalità. Varie volte mi è capitato di cogliere nella moschea qualcuno
disteso russando placidamente.
Praticamente quasi tutte le donne portano il velo (di cui
ho appreso la tecnica di messa sul capo con tre spilli e una spilla da baglia).
Alcune esagerano e si coprono volto e mani. Sono tutte nere e vederle con dei
bambini fa una certa impressione. Mi domando se questi non si spaventino. Non
sono ben considerate da chi, seguando i dettami del Corano, porta solo il velo
sulla testa.
Ovviamente a casa propria tutti possono circolare seminudi
e in questo senso i negozi di intimo offrono notevoli audaci modellini. C’è
comunque della vanità anche nel velo. Nel vagone per sole donne del metro
(presente in Messico solo in alcune linee e orari e qui invece più radicato) è
interessante notare la varietà di colori, fantasie e abbinamenti.
DONNE
A proposito di metro le donne hanno la precedenza
nell’acquisto del biglietto probabilmente non tanto per cavalleria ma per
evitare che restino esposte in fila all’attenzione dei maschi.
Più volte ho assistito a scene di violenza nei riguardi
del gentil sesso e in particolare me ne ricordo una quasi da film. Una giovane
coppia in metro, lui in completo da manager, lei elegante e con il velo.
Evidentemente lei non aveva nessuna intenzione di recarsi dove lui diceva. Dopo
aver iniziato a gridare lui la trascina per le scale, lei gli morde la mano, lui
le dà uno schiaffo. La scena continua all’uscita del metro. Bloccano il
traffico mettendosi a discutere nello stesso modo in mezzo alla strada. La gente
osserva ma non interviene. E pensare che nell’Antico Egitto le donne avevano
molta importanza, non esisteva la cerimonia del matrimonio ma le persone si
univano liberamente e potevano separarsi.
TRAFFICO
In confronto al Cairo Città del Messico è una tranquilla
cittadina e gli automobilisti sono molto rispettosi. In nessun caso il pedone in
egitto ha possibilità di passare per primo, qualunque sia la sua condizione di
genere, età e salute. Mi domando come vivano qui i non vedenti, gli anziani, le
mamme con carrozzina. Ho calcolato che in media ogni 3 secondi suona un clacson.
Sembra los sport nazionale.
NEGOZI
Al quartiere islamico con Ahmed, giovane studente di
storia nonchè simpatico amico, scopro alcune cose curiose. Un uomo che continua
a utilizzare la tecnica di stiratura del padre: lo fa con un piede e attenzione
non stira con i piedi ma molto bene!
Un barbiere invece ha inventato una tecnica di depilazione
utilizzando un filo da cucito. Tutto questo tra i vicoli immortalati nelle
pagine del premio Nobel Naguib Mahfuz. Si può bere un thè anche tra le tombe
di un cimitero. Se vedete uno stenditoio per strada sicuramente siete davanti a
un parrucchiere che cerca di asciugare velocemente gli asciugamani. In farmacia
sono sempre saggiamente presenti delle sedie. Chi necessita di medicine tanto
bene non deve stare: fatelo sedere! Un ambulante offre the da bere da un unico
bicchiere che lava sciacquettandolo con una brocca.
IGIENE
Nota dolente. Per questo le mosche circolano ovunque. Il
concetto di igiene personale e pubblica è veramente distante dai nostri
parametri. Chillaba (la tunica) sporca, unghie nere, denti giallo-marroni
(sembra colpa della pipa ashish). Cestini inesistenti. Per strada ci sono dei
rubinetti d’acqua potabile con dei bicchieri metallici legati a una catenella.
La gente beve dallo stesso bicchiere senza la minima preoccupazione e senza
lavarlo. Tovaglioli di carta e carta igienica, articoli sconosciuti. Vanno molto
però i fazzolettini di carta venduti per strada.
ABITUDINI
Se qualche egiziano fa il classico gesto italiano del
‘cosa vuoi’, ‘ che dici’ (che gli antropologi definiscono mano a
saccoccia) il significato è un altro: ‘un momento’. Se vedete coppie di
uomini abbracciati o con la mano in mano, non sono gay, sono amici.
Molto divertente sentire tutti i motivetti arabi delle
suonerie dei cellulari. A proposito di cellulari, gli egiziani se non si
arrabbiano parlano con un tono di voce molto basso. Me ne sono resa conto quando
sul treno delle molteplici conversazioni telefoniche si è sentita solo quella
di un italiano che in confronto agli altri sembrava star facendo un comizio.
Quando si arrabbiano anche i cammelli sono molto espressivi, tutt’altro che
mansueti.
Cambiando argomento, riguardo le abitudini nel bagno al
posto del doccino dei water brasiliani, in Egitto esiste un piccolo tubo
metallico fisso all’interno del water. Se si apre il rubinetto il wc si
trasforma in bidet. Che ne pensate? Due piccioni con una fava.
CIBO
Non è molto vario. Il piatto più popolare è un mix di
pasta, riso, lenticchie, cipolle. A colazione vanno pomodori e olive. Le bibite
più comuni sono il karkadè (come la jamaica messicana) e il succo di canna da
zucchero (diffuso anche in Brasile). L’acqua pura si beve molto, le bibite
gassate no.
VIAGGIO
Il mio viaggio ha toccato Cairo (molto varia tra la parte
archeologica, quella islamica, quella copta e quella moderna) per 6 giorni,
Luxor (troppo turistica, un vero assedio per il visitaore) 1 giorno più 2 di
lungo viaggio percorso in treno, 11 h per 2), Alessandria (meditteranea, pulita
e moderna). La cura delle istituzioni culturali (forte, biblioteca, musei) ad
Alessandria è ben diversa da quella cariota. Il museo archeologico del Cairo ad
esempio ha dei cartellini scritti con la macchina da scrivere e madraze (scuole
coraniche) e wikala (antiche locande) sono totalmente vuote e impolverate,
sembrano abbandonate. Complicato l’uso del treno per fare i biglietti. Tutto
scritto in arabo e bigliettai che ignorano l’inglese. Persone quasi tutte
gentili e socievoli. Al Cairo ho passato 2 giorni in compagnia di Ahmed e una
casalinga e un’artista mi hanno accompagnato e invitato a mangiare (invito
schivato). A Luxor sono stata con Fatma, studentessa come guida turistica. Ad
Alessandria una coppietta voleva socializzare ma è stata stroncata. Nei viaggi
in treno ho conosciuto un dj, un poliziotto, un venditore di apparecchiature
mediche. All’hotel del Cairo, dove ero l’unica turista straniera, ero di
casa e quando sono ritornata dopo Luxor mi hanno fatto tante feste. La cameriera
mi mandava i bacini. In generale è inesorabile essere identificata come
straniera. Tutti ti salutano, ti chiedono il nome, i bambini ti osservano,
vogliono essere fotografati con te. Tutti i custodi (moschee, palazzi, siti
archeologici) chiedono continuamente una mancia, a volte a tariffa fissa. Tutto
questo a volte risulta un po’ noioso.
Raffaella