Cuba……..mi amor
Diario di viaggio 2005
di Massimo Boni http://www.ballofdirt.com/entries/7284/80443.html
Finalmente!
Ci siamo!! si comincia a respirare aria di vita vera, quell’aria di viaggio,
di scoperta, di mistero misto a magia, anche se già il mistero di per se è
magico. Ebbene si, siamo a dicembre e immerso tra luci ad intermittenza di
alberi di natale, luminarie di negozi che vendono la serenità, la pace, e il
buonismo scontato a 19 euro e 90, il 26 dicembre parto e me ne vado a cuba,
lasciandomi tutto alle spalle, la frenesia, le corse, il “giorno dopo” ma
soprattutto questo grande freddo che ormai ha reso tutti quanti soldatini rigidi
in marcia, imbacuccati dalla testa ai piedi. Cuba, il sogno di sempre, c’è
s.domingo il messico il brasile… ma poi c’è cuba, sembra un paese a parte,
avvolto da un suo fascino tutto particolare, se ne parla molto per la bellezza,
le spiagge, le macchine americane anni ‘50, la rumba, l’havana da bere e
l’havana da vivere, la cultura, la rivoluzione, il “Che”, Fidel e il
braccio di ferro con l’america, le case particular…. tra poche ore sarò
immerso a tutto questo, le aspettative sono delle più ambiziose e sicuramente,
conoscendomi, vivrò intensamente come in un sogno le forti emozioni di questi
15 giorni cubani.
Lascio Milano sotto una pioggerellina fine e fastidiosa e un cielo grigio che
sembra ricordare alla metropoli che l’inverno è ancora lungo, con me ho uno
zaino con lo stretto necessario, 2 paia di jeans qualche maglietta e un
maglione, una giaccavento addosso, che visto il clima milanese è anche molto
utile, e un biglietto aereo di andata e ritorno con in mezzo, tra una e
l’altro, l’anarchia più assoluta… woww!! Scalo a Madrid per tre ore, e
volo oltreoceano alla scoperta di una nuova vita…. la mia, almeno per una paio
di settimane.
Tra un libro che mi fa compagnia, qualche "pasto", se così si possono
chiamare, e ritagli di sonno, arrivo a l’havana alle 21,00 ora locale (infatti
x me sarebbero le 2 del giorno successivo, ma ho già tirato indietro le mie
lancette di 5 ore), l’aeroporto, una stanza rossa piena di bandiere appese
ovunque, di tutti i paesi del mondo, è molto accogliente, peccato che per
passare al riconoscimento del passaporto e dell’ agoniato permesso di
soggiorno turistico, si forma una fila interminabile, i controlli sono lenti e
minuziosi, con un po’ di pazienza, si sono fatte quasi le 23, recupero il mio
zaino e vado a cambiare qualche euro almeno per poter pagare il taxi che mi
porti in città. Havana arrivo!!
Via
internet a Milano ho contattato tramite un annuncio un italiano, un certo
Gianfranco, che mi ha consigliato una famiglia cubana residente all'havana
vecchia, che affitta una stanza, le cosiddette "case particular"
diceva che si stava bene con loro, molto ospitali e puliti, alla modica cifra di
25$ a stanza, così mi ha convinto, ho prenotato la mia prima notte da Jesus e
Malù, gia dai nomi mi sembrano la coppia più bella del mondo!!
Cambiati gli euro inizio a prendere confidenza con la moneta del posto, i "
dollari convertibili" a quanto pare nuova moneta che sostituisce il dollaro
americano fino a poco tempo prima liberamente in circolazione, ma poi per volontà
del boss Fidel i verdoni americani sono stati banditi e così abbiamo questi
nuovi convertibili. Il rapporto di cambio grossomodo è pari a 1 euro = 1 .25
dollari conv.
Si parte, alla conquista del mondo!! Mi sento proprio come Marco Polo, Il cuore
comincia a rimbalzarmi più forte, il sorriso si stampiglia sul viso
dimenticandosi che in realtà sono già le 4 del mattino, e inizio da adesso la
mia vera avventura, esco dall'aeroporto e mi sembra perfino di essere al centro
dell'attenzione di tutte quelle persone sedute a non si sa bene cosa fare, che
mi guardano quasi mi conoscessero, ma proseguo all'uscita alla ricerca di un
taxi che mi porti nel cuore della mitica città coloniale alla volta di Jesus e
Malù, e mi accorgo che in realtà ....non fa poi così caldo!! Benedetta
giaccavento. Un ragazzo sui 25 anni con una scassatissima macchina, mi porta al
mio primo indirizzo cubano, per strada con il mio "spagnolo
essenziale" facciamo subito amicizia, si chiama Raul, chiedo subito del
tempo e mi dice che piove e fa freddo già da qualche giorno, che la stagione
migliore è agosto, perché in inverno c'è il "frente frio" un vento
freddo che causa il maltempo. Mi chiede dell'Italia, che molti Italiani vanno a
cuba, e questo sarà poi un tormentone che ripeteranno molti cubani; parliamo
dell'havana che si presenta male, ma è mille volte più sicura di tutte quelle
grandi città, compresa la mia, sparse per il mondo dei paesi ricchi, si
presentano con complesse costruzioni articolate e grattaceli in cristallo ma poi
le vivi sempre in maniera diffidente. E' passata una mezz'ora e siamo quasi
arrivati, mi sembra di essere in una città abbandonata a se stessa, è quasi
mezzanotte e non si vedono in giro né macchine né tantomeno persone; l'unico
che incontriamo, un ragazzo che cammina in mezzo alla strada, Raul lo ferma per
chiedergli una informazione. Ok arrivati, ci fermiamo e mi indica la porta, una
porta consumata, in legno, su strada, va be', penso, se non mi trovo bene
domattina me ne vado. In realtà non ho un itinerario ben preciso, ho una guida,
lonely planet, diventata a quanto sembra il vangelo dei viaggiatori visto che
tutti ce l'hanno sotto il braccio, e più o meno l'idea di vedere una metà
dell'isola, visitando l'havana alla fine del giro, visto che al ritorno dovrò
prendere l'aereo sempre da qui. Busso.
Mi apre una ragazza sui 30 anni, magliettina e pantaloncini, mi guarda stupita
come dire "ma ti sembra l'ora di bussare??" Io mi presento, e mi
aspetto sorrisi, cortesia amicizia tipo un "ti stavamo aspettando
vieni" poi con la faccia girata a tono più alto "Jesus!!!, vieni è
arrivato Massimo l'italiano!!" La realtà invece è tutta all'opposto. Mi
presento si, ma lei mi dice che non ne sa nulla del mio arrivo e la camera è
occupata, chiedo se il suo nome è Malù e se c'è Jesus; mi risponde che lei si
chiama Maidelis, Malù era la prima moglie, non c'e' più da un po', e comunque
lei era la nuova compagna di Jesus fino a poco tempo prima, infatti hanno
litigato e Jesus è addirittura fuori città. Andiamo bene, ma a me chi mi ha
risposto via internet??? Tiro fuori la mia mail stampata, con la conferma
scritta in spagnolo e firmata Jesus, lei si scusa dicendo che forse si è
dimenticato...sigh!! Guardo Raul che inizia a voler andare alla ricerca di
un'altra corsa, e capisce che gli toccherà perdere più tempo del previsto,
infatti....... gli dico di aspettare un attimo, al limite mi faccio portare in
un albergo, mentre Maidelis cerca dai vicini una sistemazione, vista l'ora e il
periodo, alta stagione, non è facile, poi telefona ad un amica che abita 200 mt
avanti, e il problema si risolve. Sistemazione trovata, ricarico lo zaino e Raul
mi porta.. a casa di Nuria. Saluto Raul che mi lascia il suo numero di
cellulare, per qualsiasi spostamento avessi bisogno. La casa è su due piani e
la Sig.ra Nuria, una 45 enne di 100 kg, si fa subito riconoscere per essere una
"furbetta" che non lascia scappare le occasioni. La stanza, oltre ad
essere 2 mt per 2, infatti ci stava solo il letto e lo zaino a mala pena, è
quella del figlio che per una notte lo ha sfrattatto e dormirà con chissà chi,
tant'è che mi fa aspettare perchè il letto è sfatto e deve cambiare le
lenzuola. Mah! Per stanotte va così e tra l'altro, non è neppure
particolarmente simpatica, vuole 25 $ di questa catapecchia senza neppure un
bagno privato!! Prima di andare a dormire Nuria mi dice che deve fare una
commissione nella casa di fronte, chiudere delle finestre, non ho ben capito
questa cosa, comunque, mi spiega che nell'appartamento dove deve andare c'e' un
meraviglioso terrazzo dove si vede tutta L'havana vecchia, e di notte e molto
coinvolgente. In effetti non ho ben capito perché quando saliamo
nell'appartamento c'e' un simpaticissimo canadese sui 40 anni di nome Mark e mi
spiega un po' in inglese quello che fa e perché si trova li, ma non poteva
chiuderle lui le finestre? Mark lavora a Toronto e fa lo scenografo per le soap
opera, ricorda un po' lo Yanez di Sandokan come tipo, e quando gli dico che
lavoro nell'arredamento mi dice che giornalmente si occupa proprio di quello per
arredare tutte le ambientazioni e girare le scene; viene spesso a Cuba appena può
perché adora i cubani e si rilassa, riparte il 2 Gennaio. Usciamo in terrazza e
lo sforzo di stare ancora in giro fino all'una viene ampiamente ripagato,E' la
prima volta che vedo L'havana e la vedo che riposa, fa tenerezza è grande e
sembra che da li, a quest'ora, si vedano tutte le sue debolezze. Saluto Mark,
che mi fa i migliori auguri di buona permanenza, rientro con Nuria a casa sua,
intanto sono arrivate diverse persone in soggiorno, ma stavolta devo andare a
dormire un po' per poi decidere l'indomani mattina che itinerario seguire e come
spostarmi, saluto tutti e mi ritiro nel mio....sgabuzzino. La mattina mi sveglio
alle 08,00, mi faccio una doccia e mi vesto, sento Nuria che mi urla dal piano
di sotto che c'e' un taxi in condivisione che va a Trinidad, il taxi in
condivisione è una corsa di taxi da dividere con altre persone, e il tassista,
amico di Nuria, andava a Trinidad. Il prezzo è lo stesso del biglietto del
pullman, il viaggio è lungo sono circa 5 ore in macchina ma 7 in pullman.
Accetto, Trinidad è nel mio itinerario, vicinissima al mare e punto strategico
per fare escursioni dal mattino alla sera, senza tralasciare che la città
stessa, secondo la guida, è bellissima. Pronti via.
Alle
9 arriva il tassista, e andiamo a prendere Anna, la mia compagna di viaggio, una
simpaticissima olandese di amsterdam, fanatica dei balli latinoamericani ,
lavora in una fabbrica di tabacco come responsabile ed è la seconda volta che
viene a Cuba. Mi spiega che adora Trinidad, ha degli amici, e ci è anche appena
stata sua sorella. Per dormire, Nuria, prima di partire, mi ha dato un indirizzo
, anche se ne ho diversi sulla guida proverò prima il suo, tanto i prezzi sono
i medesimi e, prima di andare via me ne ha parlato molto bene. Più o meno alle
14 arriviamo a trinidad, la cittadina si presenta come un paese, fatto di basse
case colorate, dai colori più vivaci e diversi, dal giallo al verde,
all’azzurro; è bellissima, lasciata Anna andiamo verso Josè, la casa
particular consigliata da Nuria. Josè mi dice che posto non ne ha, mi sembra un
dejà vù, infatti, stavolta lo zaino è rimasto sul taxi, ma mi propone subito
una sistemazione da una sua amica li vicino, dico al tassista di aspettarmi 10
minuti promettendogli che se non mi fosse piaciuto sarei andato a vedere la
stanza che affitta sua sorella; con un sidecar, rosso degli anni 50 ricco di
fascino soprattutto per me che è la prima volta che ci salgo, mi accompagna a
una casa li vicino, mi accoglie una signora, la Sig.ra Belkis, che mi fa vedere
la sua casa, una bella casa coloniale con un patio, corredato di sedie a
dondolo, che sembra il paradiso della quiete, mi accordo sul prezzo, 20 $,
accetto, torno a prendere lo zaino ringrazio e mi sistemo nella nuova dimora.
Sono passate le 15, approfitto per fare due passi e girare un po’ per i vecchi
viottoli acciottolati, ma prima mi concedo un panino nel giardino di un bar in
assoluto relax. Il museo del paese mi fa scoprire come si viveva tanti anni
prima in quella terra e poi attratto da una musica suonata con tanto di maracas,
cori e tamburelli trovo un bellissimo bar all'aperto, la mitica “Casa de la
musica” di Trinidad, e con un coinvolgente besame mucho, mi gusto il mio primo
mojito cubano guardando il tramonto che si appoggia sulla bellissima scalinata
che porta al centro del paese. La sera, dopo una sostanziosa e buonissima cena
cucinata dalla proprietaria della casa particular, per la modica cifra di 7 $,
esco, e scopro che “la casa de la musica” è il locale più frequentato,
probabilmente perché è proprio sulla piazza del paese, gratuito e con musica
dal vivo, ritrovo Anna, che si scatena con i balli sudamericani, e tra salsa
rumba e mojito, torno verso casa alle 2. Sarà stata la nottata, sarà che
comincio a rilassarmi, fatto stà che stamattina mi sono svegliato alle 9,15
senza sentire la sveglia, così, avendo detto la sera prima alla Sig.ra Belkis
di preparare una colazione a base di frutta per le 8, ho dovuto scusarmi di buon
mattino e, meno male, ha tenuto tutto pronto. La Sig.ra Belkis è una donna sui
45 anni, mulatta, simpaticissima dinamica e lavora talmente tanto che sembra
instancabile, le uniche pause che si prende durano il tempo di una sigaretta
fumata di fretta. In realtà il business della casa è dei suoi genitori infatti
lei abita lì vicino con il marito, e arriva la mattina alle 7,30 e va via la
sera intorno alle dieci dopo aver messo a posto la cucina, Il padre è un uomo
in gamba di oltre 70 anni con il sigaro sempre in bocca, e la madre, una donna
grossa che tossisce sempre, vive davanti ad un televisore di vent'anni fa. Dopo
la colazione vado a cercare un'agenzia per delle informazioni turistiche, mi
dicono un po di escursioni che si possono fare, ma stamattina il cielo è terso
e il sole sta dando il meglio di se, e per un italiano vivere questo scenario al
28 dicembre è pari a un sogno, così mi avvio verso un signore, smilzo e serio,
accanto a un cocotaxi, tipo un ape piaggio, per l’appunto il cocotaxi è
marcato piaggio, a forma di noce di cocco aperta nella parte anteriore. Si si ho
deciso mi faccio portare a playa d’ancon, una bellissima lingua di 4 km di
sabbia bianchissima, a una quindicina di km da trinidad, oggi totale relax! Il
mare è stupendo, e in spiaggia c’e’ pochissima gente, mi cospargo di
protezione 15 e tra un bagno e un sonnellino mi rigenero dal logorio della
lontana grigia metropoli. Verso le 17 inizio a guardarmi intorno per cercare un
taxi o cocotaxi che mi porti in città. Vedo due ragazzi che salgono su un taxi
e da lontano uno mi fa un cenno, non sono sicuro che stia gesticolando a me, mi
avvicino, e mi rendo conto che mi vuole chiedere qualcosa, insomma due italiani,
di palinuro, mi chiedono se voglio un passaggio a trinidad coì si divide la
spesa,(i soliti italiotti) accetto e nel tragitto facciamo due chiacchere. Vado
a farmi una bella doccia a casa, sono un po’ bruciacchiato e intontito dal
sole. La sera ceno con altri due ospiti della casa particular, sono due ragazzi
francesi sui 25 anni, almeno loro si presentano come francesi ma in realtà lui
di origine è algerino e lei vietnamita, vivono a Parigi ma per lavoro è un
paio d’anni che stanno a Londra, intensa come cosa no? Sono freddamente
simpatici, si parla a tavola e poi ci si sposta fuori su sedie a dondolo, e con
un francese inglesizzato ci raccontiamo un po delle nostre vite fino a
mezzanotte, domani voglio andare a vedere il museo di Che Guevara, a Santa
Clara, un paio d’ore in macchina da Trinidad e devo organizzarmi presto,
quindi stasera, niente danze e a letto presto.
La mattina la sveglia suona alle 7,30 e dopo la colazione faccio un giretto nel
paese per vedere se qualche tassista va a Santa Clara con qualche cliente in
modo di aggregarmi e dividere il viaggio, non trovo granchè tutti mi avvicinano
e trattano per portarmici solo, ma la spesa non è delle più economiche, si
comincia a trattare dai 100 dollari per poi scendere a 80. Avevo accennato il
giro che avrei voluto fare alla Sig.ra Belkis, e quando dopo una mezz’oretta
torno in stanza x prendere il mio zainetto, mi dice che ha telefonato a una sua
amica che cura gli spostamenti delle escursioni, e ha trovato un taxi che va a
S. Clara passando da sancti Spiritu, altro bellissimo paese, già con due
persone, mitica Belkis!! Accetto, e dopo 10 minuti arriva il tassista.
Incredibile! Un tassista personaggio, uguale identico a Paolo Hendel con un
grosso pezzo di pane sul cruscotto dell’auto senza nessun sacchetto o
confezione, che a tutte le curve sballottolava a destra e a sinistra, lui
prontamente lo fermava e diceva: “desculpame ma me gusta mucho el pan” a me,
che stavo seduto nel sedile davanti accanto a lui. Dietro c’erano due
simpatiche olandesi, tanto per cambiare, Mariucca, ed Hebe, entrambe sui 30
anni, simpatiche e anche loro con una gran voglia di scoprire e vedere la storia
di questo eroe boliviano diventato un icona della giustizia nel mondo. Per
arrivare a S.Clara si passa per Sancti Spiritu, approfittiamo per fare una pausa
e farci un giretto per il paese, c’è un sacco di gente per le strade strette
e tanti negozietti che vendono pizzette, panini e dolci, mangiamo qualcosa e
proseguiamo il viaggetto. Arriviamo a Santa Clara e andiamo subito verso il
museo che ripercorre con dei reperti, tutta la vita di Ernesto Che Guevara,
affascinati andiamo a vedere anche il “tren blindado” impresa eroica fatta
per fermare un treno, pieno di soldati del regime di Batista, con una gru sulle
rotaie, e guarda caso oggi 29/12 è proprio il giorno dell’anniversario,
infatti oggi si contano ben 47 anni da quell’impresa. Rientriamo a Trinidad
facendo una strada diversa, per i monti, tutta curve (bleah) e vediamo tutti i
vari tipi di vegetazione che la natura cubana ci può offrire in quel tragitto,
la strada e più lunga, meno battuta e con tante curve, ma abbiamo davanti agli
occhi uno scenario indimenticabile che mi ricorda molto la vegetazione vista in
Guatemala. Alle 17 rientriamo nella nostra cittadina, quando arrivo a casa
Belkis mi dice che i due amici francesi sono partiti perché all’ultimo
momento hanno deciso di prendere un treno per andare a Santiago de cuba, non
hanno lasciato indirizzi vari quindi sarà difficile rintracciarli. Mi riposo un
po aspettando la cena, sempre con la cuoca Belkis, benchè fuori abbiano più
volte cercato di convincermi ad andare a mangiare in qualche casa apparecchiata
a festa, ma Belkis non la tradisco si mangia molto bene qui, dopo vado in piazza
a fare, ma soprattutto a vedere, un po di balli e sentire un po di musica.
Conosco Leonardo, un omino piccolo e magrolino di 40 anni che balla in maniera
molto composta e raffinata, insiste perché anch’io lo segua nei movimenti, e
balli con lui. Ha un viso molto espressivo e due occhi che si velano di
malinconia quando gli chiedo del suo paese e della vita che offre. Alla
conversazione si aggiunge un signore di circa sessant’anni, pensionato, e si
presenta come Elio "il dissidente", molto politico nei suoi discorsi e
dipinge Cuba come l’inferno, dove però, causa dittatura, nessun tipo di
giornale o programma televisivo accenna delle violenze che vengono fatte
giornalmente. Un po’ condivido sul sistema, anche se francamente mi sembra un
po esagerato, però è il primo cubano che ho incontrato che non simpatizza per
Fidel Castro e per quel finto comunismo che costringe le persone ad arrotondare
in maniera discutibile perché i 6 dollari, stipendio medio mensile di un
cubano, non bastano per arrivare a fine mese. Si sono fatte le 2,30 quando
riesco a divincolarmi approfittando di una pausa tra un discorso e l’altro di
Elio e me ne vado dritto a casa, saluto la notte di Trinidad, domattina si
parte, si va verso ovest, la parte naturale per eccellenza, Vinales e Pinar mi
aspettano..
Oggi
sarà un giorno totalmente di viaggio, infatti dopo un caffè....lungo (tanto
per cambiare).. alle 8,00 sono gia pronto con lo zaino per partire, ho deciso
che farò il capodanno a Vinales, e per arrivarci con il pullman dovrei per
forza passare da L'havana, in quanto la strada è solo quella, e proseguire la
mattina dopo con un altro pullman perché non ci sono coincidenze. Ieri sono
stato alla stazione dei taxi e degli autobus per tutte le informazioni a
riguardo, e ho trovato la possibilità di spostarmi sempre in taxi con una
coppia di norvegesi che si fermerebbero a l'havana e poi io proseguirei subito x
arrivare a Vinales nel tardo pomeriggio, il tutto, divisa la corsa con loro,
viene la stessa tariffa dell'autobus ma con una notte guadagnata sia in termini
economici che in quelli di tempo. (che non è niente male!!)
La mattina, dopo avere sistemato lo zaino mi si presenta il tassista pronto,
fuori dalla porta. La scena è proprio da telefilm americano ambientato negli
anni 50, io, che salgo sul taxi e sulla porta di casa, Belkis e i suoi genitori
che mi salutano sventolando le braccia e sfoderando i più dolci sorrisi,
sicuramente gli stessi che tirano fuori, rispolverano e rilucidano
all'occorrenza per i turisti che passano da casa loro regalando un po' di se
stessi nel bene e nel male e che con molta probabilità non vedranno più. Baci
e abbracci a parte, con il tassista vado 500 mt più avanti per recuperare i due
norvegesi, accanto a dove erano alloggiati vedo Leonardo, lo chiamo e lo saluto,
mi dice che abita li e mi fa conoscere la sorella e la madre, in una casa che
lascia molto spazio a sogni e desideri. Lui non sembrerebbe più la persona
della sera prima, ha un giubbino di jeans di due taglie più piccolo, tutto
sporco di grasso e pantaloni malconci, mi spiega che fa il meccanico e sta
andando al lavoro, riconosco in lui il ballerino della sera precedente grazie a
quello splendido sorriso sottomesso misto imbarazzo che probabilmente non lo
tradisce mai e rende di lui una persona veramente speciale anche prima di
proferire parola; intanto il tassista è tutto preso a caricare sul tetto due
montain bike dei norvegesi, ho trovato due sportivoni, anche se lui, identico a
Robert Redford, carismatico e anche sorridente di natura, è malaticcio, mentre
lei ha un'aria più chiusa e seriosa e porta un paio di occhialini che
accentuano tutto questo. Mi raccontano che sono appassionati di maratone, le
corse con un percorso di 42 km, e la moglie ha come tempo 3h e 15 min. lui un
po' più taciturno è coperto fino al collo causa febbre (mink... se mi ammalo
nei prossimi giorni lo vado a cercare!!). Partiamo, è un po'difficile la
conversazione, loro non parlano neanche una parola di spagnolo e l'inglese o lo
parlano male o sono io che non li capisco........ mi sa che è la seconda eh?
arriviamo all'havana e passando dalla storica plaza de la revolucion, vedo
l'enorme monumento di Che Guevara e da li a poco siamo fuori dalla loro casa
particular, saluti e si prosegue il viaggio, approfitto per andare sui sedili
dietro e riposare un pochino, ci sono ancora tre ore buone di macchina prima di
Vinales. Tra una sosta e un sonnellino arrivo a Vinales...quasi sfatto!! il
luogo deciso per finire il 2004 e cominciare l'anno nuovo. Cerco subito il posto
prenotato da Trinidad, "Vila Lila" a colpo d'occhio si vede che il
paese è piccolissimo, trovo la casa, la famiglia, ha una bella casa coloniale
con il giardino interno, ed è composta da 3 persone, marito e moglie sui 45/50
anni e figlia di 12, secondogenita perché, mi spiegano, che la prima già
convive con il fidanzato in un paese li vicino; la casa prende il nome della
moglie che infatti si chiama Lila e il marito, muratore, si chiama Raoul, in
questo periodo non va a lavorare perché è in ferie. Nel paese c'è una strada
principale e una piazzetta, e il lungo viaggio fatto, mi fa capire che il mare e
il terreno un po' più arido hanno lasciato il posto a campi immensi di
piantagioni di tabacco, colline e prati colorati di un verde intensissimo; fa
caldo ma è un caldo secco primaverile e gironzolando per il paese, mi dirigo
verso un campo botanico gestito da una signora anziana e da un'altra aiutante
sicuramente di origine africana, nerissima, alta magra sui 45 anni con un aria
malinconica che mi accompagna per tutto il campo spiegandomi un po' le piante e
i fiori li presenti, le rarità e le difficoltà per poterli mantenere in uno
stato di equilibrio vitale. Si son già fatte le 18, rientro a casa e faccio due
chiacchere con i nuovi proprietari, sono molto simpatici e disponibili, ci
raccontiamo un po' le vicissitudini dei nostri paesi e tra un "hugo",
un succo di frutta loro, e due risate si è fatta l'ora di cena. C'è da dire
che qui si mangia veramente bene, la Lila, ormai siamo proprio tutti amici, è
un ottima cuoca e imbandisce la tavola con tanti e gustosissimi piatti, poi, sarà
la cena, sarà la stanchezza della giornata di viaggio, sarà quel che sarà ma
per rilassarmi un attimo mi sono sdraiato e... buonanotte, altro che Vinales by
night. La mattina alle 8 sono già in piedi, ho scoperto che a vinales ci sono
delle zanzare degne di poter abitare nei piccoli sobborghi nei pressi del ticino,
mi hanno massacrato!! Ma non voglio lamentarmi troppo in fondo è il 31 Dicembre
e sono a Cuba!! E comunque Raoul mi ha promesso per la notte successiva un
"mosquitero" una zanzariera che si monta sul letto. Ultimo giorno del
2004, vorrei ricordarlo facendo qualcosa di carino. Appena arrivato ieri ero
stato in un'agenzia del paese per vedere le escursioni che proponeva il posto,
tra le quali ce n'era una piuttosto interessante che con il cavallo si andava
per i campi, fino ad arrivare ad una cueva, un tragitto di circa 4 ore con la
prospettiva di panorami mozzafiato. Raoul mi parla di un suo amico che ha una
fattoria con anche cavalli da passeggio, in brevissimo tempo sono già a
prendermi il mio cavallo, anzi la mia cavalla dallo stranissimo nome "Patapina"
più o meno tradotto dovrebbe essere i piedi di pina, mah!! Giro bellissimo, con
tappa presso dei contadini che raccolgono il tabacco, mi hanno anche rollato due
sigari con le loro foglie, non siamo arrivati alla cueva, io e la guida, con cui
sono partito per l'escursione, ma mi ha portato a vedere una grotta bellissima e
poi ci siamo avviati per il ritorno.
Alle 14 saluto Patapina che si è comportata da vera regina vestita di tutta
eleganza, faccio due passi per vedere come ci si prepara per il capodanno a
vinales, ma è tutto molto tranquillo, in effetti già Anna, l'olandese
conosciuta nel primo tragitto per trinidad mi aveva detto che il capodanno a
Cuba lo si vive in famiglia e che lei sarebbe rientrata proprio il 31 a l'havana
per cenare e passare la notte con degli amici che la ospitano tutte le volte che
arriva a Cuba. A villa Lila si respira comunque aria di festa, di voglia di
iniziare un nuovo anno al meglio, c'è allegria con Raoul e Lila che cucinano
con una serie infinita di pentole pentolini e piatti. Sono le 18,30 e il mio
pensiero non può che volare al mio paese e a tutte le persone dentro le
discoteche, i ristoranti, le case che insieme aspettano il conto alla rovescia
che ci sarà tra una mezz'oretta. Per me,ora, sono le 19, seduto su una sedia a
dondolo a riposare un po' nell'attesa della lunga notte di vinales e dare il
benvenuto al 2005 assieme ai cubani, comunque.. Buon Anno Italia. Alle 21
iniziamo a cenare e la cena è veramente fantastica Lila si riconferma una cuoca
straordinaria, per le strade tutto è tranquillo sembra proprio una pausa, un
momento di raccoglimento da parte di tutti. Al nostro tavolo presto si
aggiungono dei simapaticissimi vicini, lui e lei sui 50 anni, lui già alticcio,
probabilmente deve aver cominciato i festeggiamenti in casa sua, e la moglie una
grossa signora ingombrante con un vocione maschile e una risata molto rumorosa,
scopro dopo che lei è la sorella di Raoul, è praticamente tutto una gag con
Raoul che ormai ha già aperto due bottiglie di rhum e Lila che gliele nasconde.
Si ride di tutto racconto un po' d'Italia e loro mi parlano di Fidel e delle
leggi cubane e mi chiedono del Papa, e mi raccontano di quando nel 1998 è stato
a Cuba. La tavolata si allunga dando posto a due signore di oltre 80 anni che
abitano nelle case vicine, una è la mamma di Rauol di 82 anni e l'altra
un'amica di famiglia di 84 anni golosissima di dolci e con una vitalità
invidiabile ad una ventenne, mi chiede di sposarla e di portarla in Italia. A
cinque minuti dalla "mezza" si portano tutti davanti al televisore, in
diretta da L'havana, a mezzanotte regna il silenzio e si sentono solo i colpi di
cannone sparati nella piazza centrale della capitale, 21 colpi, e ad ogni colpo
vedo gli occhi dei miei nuovi amici inorgoglirsi sempre più di essere cubani,
ah!! che bella cosa il patriottismo.. alla fine dei 21 colpi c'è un serrato
discorso del presumo portavoce di Fidel Castro, che incita il popolo a restare
sempre unito a tenere duro come sempre, promette un anno migliore e fa sentire
tutti indispensabili. Alla fine ci abbracciamo e ci baciamo e vedo orgoglio e
soddisfazione nei sorrisi dei miei amici, guardo fuori e il paese è ancora
deserto e avvolto nel silenzio. Spazio per gli ultimi brindisi, le nonne ci
salutano, il cognato di Raoul va zigzagando verso casa con la moglie e Raoul
dopo l'ennesimo rhum sparisce in camera da letto. E' l'una e vado a fare un giro
per il paesello, si sente una musica in lontananza, arriva da una birreria, si
chiama Artex, non c'e' nemmeno moltissima gente, qualcuno balla, mi siedo una
mezz'oretta e me ne torno a casa. Ebbene se quest'anno mi sono concesso un buon
ultimo dell'anno con tanto di escursione, allora perché non iniziarlo al meglio
in una bianca spiaggia caraibica? Infatti la mattina mi sveglio alle 9 tutto e
tutti si sono ricomposti, con 17 $ noleggio uno scooter per 8 ore e me ne vado a
cayo Juntias. Sinceramente pensavo fosse più vicino, caspita! alla fine sono 60
km andare e 60 tornare, che fatti con un trabiccolo di cinquantino tutto
vibrante su salite e discese, non è cosa da poco. Arrivo e capisco subito che
ne è valsa sicuramente la pena, le vibrazioni nelle braccia e nelle gambe
spariscono subito alla vista della bianchissima spiaggia deserta davanti a un
mare azzurro intenso bellissimo. Resto fino verso le 17,00 e mi avvio per il
ritorno, ridendo e scherzando ho impegato 3 ore tra andata e ritorno. Consegnato
il motorino torno verso casa, ho da fare diverse cose, organizzare lo
spostamento di domani verso Pinar del Rio, e quindi sistemare un pò lo zaino e
studiare gli spostamenti dei prossimi giorni. Alle 20 ceno con Lila e Raoul, e
chiaccheriamo un pò fino alle 23, poi stanco degli oltre 120 km (avevo pure
sbagliato strada) sul motorino, e dell'intensa giornata di mare saluto e mi
rilasso nel letto per l'ultima notte della bellissima Vinales.
Alle
08.00 con un amico di Raul vado a Pinar del Rio, non è lontano da Vinales e in
un'oretta scarsa arrivo a casa di Maria Del Carmen, una tassista conosciuta nel
parcheggio dei bus a Trinidad, li infatti mi diede il suo indirizzo dove poter
alloggiare dicendomi che vedere Pinar del Rio equivaleva conoscere la vera cuba.
Lei e suo marito, Fidel, sono tutti e due tassisti, sempre in giro per tutta
l'isola e infatti non ci sono, dormono sempre dove si trovano all'ultima corsa e
rientrano nella casa a Pinar generalmente due volte la settimana, comunque, la
vicina di casa, Marcela, gestisce un po' la casa di Maria, infatti mi da la
stanza e le chiavi e poi sparisce... meglio così. Appoggiato lo zaino in stanza
comincio a fare un giro per raccogliere le prime impressioni. Questa volta la
cittadina è sicuramente più grande qui di turisti ce ne sono veramente pochi,
siamo distanti dalle attrazioni più gettonate e la mia intenzione è proprio
quella di mescolarmi qualche giorno avvicinandomi alla vita cubana. Il mio
intento dura molto poco, infatti malgrado non abbia bermuda marsupio e
timberland, con la mia faccia è praticamente impossibile pensare di passare
inosservato, soprattutto in posti dove c'è anche poco turismo, me ne accorgo
quando insistentemente tutti cercano di vendermi scatole di sigari cohiba o
montecristo, presi poi da chissà dove. Questo è il tormentone di Cuba, ma in
particolare di questa zona dove tutti hanno sigari da vendere di ogni marca
modello e grandezza. Camminando un po' per la nuova città incontro due
simpatici ragazzi che mi invitano a vedere una danza afrocubana fatta appunto da
cubani di origine africana all'interno di un cortile, approfitto del fatto che
oggi è domenica e, negozi e musei sono chiusi infatti è giorno di festa e
giorno di danze, vado. La danza è stupenda, si chiamano "danze di Santeria",
dove con trucchi e costumi c'è chi danza impersonificando il male e chi invece
il bene, dove poi, il male, viene alla fine sempre sconfitto. Guardandomi un po'
attorno mi rendo conto che non sono l'unico bianco presente ma ce n'è un altro
poco distante. I ragazzi con cui sono arrivato lo chiamano, è un loro amico
italiano (tanto per cambiare) Salvatore. Lui ha 38 anni e vive a Cefalù, fa la
guardia forestale, lavora 5 mesi all'anno, e per 6 mesi gira il centro-sud
america. Tutti gli anni si fa almeno un paio di mesi a Cuba, sempre a Pinar,
infatti ha una casa in affitto e conosce praticamente tutto e tutti. Rientro in
stanza, un pò di relax una doccia e una cena ad un paladar (ristorante tipico
cubano a conduzione famigliare) li vicino segnalato dalla Lonely planet, mi
riprometto di non seguire più gli indirizzi riportati sulla guida, sono
strapieni e costosi. Salvatore si presenta al ristorante alle 21 e mi parla del
concerto di Paulito FE che si tiene in un campo a due km dalla città, la
stasera ci sarà tutta Pinar del Rio. Paulito dicono è famosissimo anche in
europa (io non l'ho mai sentito prima) infatti il posto è enorme e strapieno,
altrochè presente tutta Pinar qui c'è gente da tutta l'isola. Si balla si
salta si canta ci si abbraccia ai ritmi di salsa e rumba fino all'una,
rientriamo in città a piedi, si sono fatte già le due me ne vado a letto,
domattina come prima visita Salvatore suggerisce di vedere il mercato,
appuntamento domattina alle 9. Alle 7,30 sono gia sveglio, approfitto per fare
le cose con calma e dopo aver fatto colazione a casa di Marcela mi trovo con
Salvatore, si va al mercato a comperare un po' di frutta. E' un mercato
permanente, ci sono contrattazioni tra clienti e ambulanti molto serrate, qui si
impara a diventare commercianti! vendono per lo più frutta e verdura, devo
confessare che alcuni frutti è la prima volta che li vedo!, andiamo anche al
grande museo di scienze naturali della città, consigliato anche da tutte le
guide, e visitiamo le aziende che producono tabacco, qui puoi assistere alla
creazione dei sigari, dal raccolto delle foglie alla produzione, fino al
confezionamento nei pacchetti. Mi fa conoscere diversi cubani e anche qualche
italiano, a Pinar infatti c'è un distaccamento della ditta Parmalat, e la
dirigenza è tutta Italiana. Intanto inizio ad aver voglia di un po' di mare,
tutti i cubani consigliano per eccellenza Varadero, sinceramente l'avevo
esclusa, troppo turistica e piena di albergoni internazionali, ma Belkis, la
Signora di Trinidad, mi aveva dato un indirizzo con numero di telefono per
dormire in una casa; a Varadero le case particular sono bandite, è vietatissimo
affittare case ai turisti, pena la confisca dell'appartamento da parte dello
stato, comunque provo a telefonare e un signore mi dice che se facciamo una cosa
in totale segretezza mi può ospitare un paio di giorni. Ok, domani mi
organizzerò per arrivare a Varadero, tutti dicono che il mare è stupendo e la
spiaggia bianchissima, sembra siano affascinati da quel posto, forse perché
purtroppo non ci possono andare, infatti c'è una barriera, tipo un casello,
dove se non sei turista e non hai motivi o di lavoro o altro non hai il diritto
ad entrare a Varadero, anche per questa forma di "razzismo in casa
propria" l'avevo esclusa dal mio tour ma per un paio di giorni voglio
vedere se è tutto come dicono nel bene....e nel male. Tra un giro e l'altro su
e giù per Pinar è già pomeriggio inoltrato, per l'ultima sera Salvatore mi
propone un locale un po' fuori città dove cantano e ballano dal vivo. La sera,
ci troviamo dopo cena, io ho mangiato una zuppa da Marcela, e andiamo con amici
cubani in 7 su una 124 del 1700 in un locale "Il Creollito" a vedere
uno spettacolo, di balletti e canzoni dal vivo tutto corredato da bellissime
ballerine con costumi molto affascinanti con piume e pailletes. Si torna alle 3,
devo sistemare lo zaino che domattina alle 8 mi rimetto in moto, il viaggio sarà
sempre lungo, ho trovato un cubano che va a l'havana con altre due persone, mi
farò portare alla stazione degli autobus della capitale e poi vedrò la di
organizzarmi per continuare fino a Varadero. Saluto tutti gli amici che nel
frattempo mi hanno accompagnato davanti casa per salutarmi, Salvatore rimarrà
in giro fino a maggio tra cuba venezuela e perù, ci si ripromette di vederci in
italia e con gli altri amici cubani......a presto, sono felice di avere
conosciuto Pinar del rio e queste fantastiche persone, ora posso dare ragione a
Maria, Pinar del Rio fa parte della la vera Cuba e dicendo questo so già che
probabilmente domani sera sarò nel posto più falso di questa bellissima isola.
Il
cubano che va a l'havana è un amico di Marcela, e la mattina alle 8 mi aspetta
fuori casa per partire, carico lo zaino saluto e assieme a lui andiamo a
prendere due ragazze che devono andare Trinidad e, siccome non hanno trovato
nessuno che si dirigeva la direttamente, passano dalla capitale. Le ragazze sono
Italiane, una di Parma e l'altra di Reggio Emilia, girano anche loro on the road
e tutti assieme iniziamo il viaggio su di una vecchia Lada tutta scassata, ora
il problema e eludere i posti di blocco sulla strada che curano i
"taxi" non ufficiali come il nostro. Il viaggio è poco più di due
ore e circa a metà strada..... ci fermano. Non so bene ancora come ma riusciamo
a convincere i due poliziotti che io e lui siamo due amici di vecchia data con
relative fidanzate e stiamo tutti andando felicemente a fare una gita, un po'
increduli ma la "bevono" risaliamo e continuiamo il viaggio tutti un
po' galvanizzati per aver trasgredito al "terribile" servizio
d'ordine. Arriviamo poco prima di mezzogiorno, li c'è tutta un organizzazione
nel piazzale per poter evitare gli autobus viazul e andare allo stesso prezzo
con un taxi, ufficiale, in condivisione. Trinidad è una meta molto battuta e le
ragazze non hanno difficoltà a trovare subito altre due persone e proseguire il
loro viaggio comodamente in macchina, io invece aspetto, a Varadero non va
nessuno, per ora. L'autobus parte alle 16 e prima di allora spero di trovare
qualcuno per partire prima e dividere la spesa di un taxi. La cosa si mette male
dopo due ore trovo solo due ragazze inglesi che pero', dopo avergli spiegato la
possibilità dell'auto non si fidano granchè mi salutano e vanno verso la
biglietteria per fare i biglietti per il viaggio in pullman, non demordo aspetto
ancora, vedo una coppia di fidanzati che abbracciati vanno verso la
biglietteria, chiedo loro la destinazione, quando mi dicono Varadero gli spiego
tutto e la possibilità di partire subito, sono le 15, e la comodità, oltre che
a metterci meno, di arrivare a destinazione, il tutto allo stesso prezzo.
Accettano, benissimo finalmente le ore di attesa non sono state vane. Scopro
subito che sono due ragazzi tedeschi in luna di miele, soggiornano a Varadero già
da qualche giorno in un mega resort, probabilmente, mi dicono, il migliore, e
stamattina sono partiti per fare un'escursione nella capitale. Il tassista, un
ragazzo di 30 anni simpaticissimo mi fa mille domande sul mio paese e mi
racconta un po' i disagi che vive nel suo, lottando sempre con il denaro che non
basta mai, d'altronde con poco più di 5 euro al mese non si può fare molto
Sulla strada troviamo anche un incidente poche macchine davanti la nostra e il
risultato è una fiat 500 in fiamme, fortunatamente gli occupanti, tre persone,
sono tutte salve, pero' prima di ripartire dobbiamo aspettare i pompieri, la
strada è bloccata e pazientemente sotto un sole che ancora brucia, aspettiamo
al ciglio della strada. Dopo una buona mezz'ora si riprende la corsa, e
arriviamo intorno alle 18. Per comodità lasciano prima me, all'indirizzo
consigliato da Belkis di Trinidad. Arrivato scopro che, tanto per cambiare, a
casa sua non posso rimanere perché forse arrivano parenti dal Costarica, ma mi
porta subito dal vicino, che, già avvisato da lui precedentemente, mi accoglie
molto bene. La casa è indipendente proprio accanto a quella dove vive lui con
la sua famiglia. Essendo vietatissime le case particular a Varadero, si punta
chiaramente a far lavorare i grandi alberghi e a ridurre il contatto tra cubani
e stranieri, il proprietario tiene a precisare da subito quello che rischia, da
2 a 4 anni di carcere e la confisca della casa, e il comportamento da tenere in
casa e fuori, cioè, in casa, quando si rientra non ci si ferma sulla porta a
parlare, si entra subito e si fa finta di nulla, e fuori devo assolutamente
dire, qualora mi venisse chiesto da qualcuno, che soggiorno in un albergo. Mi è
venuta fame e approfitto per fare due passi approfittando anche del fatto che,
mi dice, la casa è proprio nel cuore della città. Lo scenario è completamente
cambiato rispetto alla Cuba che avevo iniziato a conoscere, strade spaziose,
marciapiedi ampi e puliti alberi e giardini ben curati e negozi tutti con grandi
vetrine curate minuziosamente, mi ricorda molto Miami, e, oltre a sembrare in un
altro posto vedo che in giro c'è pochissima gente e tutto è chiuso. Mangio in
una rosticceria seduto su un tavolaccio di legno, un ragazzo seduto due tavoli
accanto fa un mio ritratto (molto infantile) e me lo porta, un modo nuovo per
assicurasi, più o meno, qualche centesimo. Non c'è granchè nel paese, faccio
due passi ma è tutto abbastanza desertico, strade larghe, pulite...vuote.
Rientro per riposarmi da questo giorno di viaggio, domani voglio stare tutto il
giorno in spiaggia, speriamo che il sole non mi tradisca!E il sole non mi ha
tradito alle 9 scendo nella spiaggia libera di fronte casa, la gente è molto più
concentrata nelle spiagge private degli alberghi, li siamo veramente in pochi
senza pacchetto all inclusive, conosco comunque a metà mattina due Italiani,
uno sui quarant'anni, ha uno stabilimento balneare a Laigueglia e viene a Cuba
da diversi anni da novembre ad Aprile, ossessionato dalle cubane e dalla vita
notturna, non fa che parlare di feste e di donne. L'altro, un veneto sui 25
anni, era in Messico che gironzolava da solo, e un po' annoiato ha pensato di
fare una "puntata" a cuba e visto che deve rientrare in Italia a fine
gennaio, da come si è organizzato mi sa proprio che da li non lo schioda
nessuno. La giornata passa nel relax più assoluto, c'e' poco da fare e da
vedere li è mar & playa, bhè mica male pero' no?? Anche la sera, come la
precedente non offre granchè, non ci sono molti locali, chiaramente gli
albergoni organizzano tutto internamente e la gente che esce non è molta, ma va
benissimo così, una giornata di mare ti stanca proprio fisicamente .....oltre a
bruciacchiarti un po', e comunque domani ....si replica. Alle 10 stamattina sono
gia in acqua, oggi è l'ultimo giorno completo di mare, infatti domani alle 17
ho il pullman per Havana, quindo oggi darò il meglio tra spiaggia bagni e
relax. La giornata trascorre all'insegna della tranquillità, tra, quattro
chiacchiere con il bagnino di Laigueglia, che mi racconta le sue vicissitudini
Cubane e, una curiosissima coppia di Inglesi simpaticissimi, Lui Peter, e lei
June, cantante e corista, ha partecipato alla registrazione di numerosi brani
oltre a molte tournée, compreso quella di Jovanotti del '99. Quattro passi dopo
aver cenato a suon di musica in un ristobar sulla spiaggia e mi inizio a
preparare per gli ultimi giorni di questo delizioso viaggio, riservati tutti
alla mitica capitale. La mattina vado in un mercato artigianale, scoperto per
caso ieri verso sera mentre tutti stavano per chiudere le proprio bancarelle,
Qui i prezzi dei prodotti fatti a mano, per eventuali ricordi , sono molto
accessibili, infatti approfitto per acquistare qualcosa, chiaramente sempre nel
limite del possibile, visto il mio zaino, un po' di posto va tenuto per gli
ultimi acquisti a l'Havana. Alle 15 saluto il simpaticissimo
"trasgressore" proprietario di casa, e mi avvio alla stazione degli
autobus, riuscirò a farmi un viaggio in autobus? Mi sa che questa volta ho
poche possibilità di trovare taxi in condivisione, visto la difficoltà per
arrivare. Incredibile!! Ero veramente sicuro sul provare il Viazul pullman,
chiamato dai cubani "uaua" ma non sono neanche entrato alla
biglietteria, che due ragazzi cubani, assoldati da un tassista che voleva fare
un viaggio di ritorno non "a vuoto" dalla capitale, mi pregano di
prendere il taxi, allo stesso prezzo dell'autobus, loro guadagnano una piccola
commissione che il Tassista ha promesso loro. Sarà per la commissione, sarà
per la durata inferiore del viaggio, sarà......... per la comodità, che
accetto!! Do l'addio definitivo alla compagnia Viazul che non ho avuto l'onore
di provare, ma d'altronde allo stesso prezzo se si può avere qualche comodità
in più e risparmiare tempo, tra taxi privati e pullman di linea....non ci sono
paragoni. Non ci sono altri passeggeri, mi conferma che non è una corsa molto
richiesta, tutti arrivano direttamente con l'aereo a Varadero e le escursioni
varie sono in mano agli hotel. E' un uomo sui cinquant'anni, detesta la
televisione e tutto quello che indottrina, ci facciamo dei gran discorsoni nelle
oltre due ore di viaggio, non è contento della politica di Castro ed è
favorevole alla privatizzazione dei servizi, il cubano è come l'Italiano, mi
dice, ha testa, sa organizzarsi e organizzare, e se ha un profitto è una
persona molto responsabile, lo credo fermamente anch'io.
Intorno
alle 18,30 entriamo nella "ciudad" si contraddistingue subito per la
sua affascinante confusione disordinata, mi faccio portare ad un indirizzo
lasciatomi dai francesi/algerini/vietnamiti residenti a Londra, conosciuti a
Trinidad; mi hanno parlato molto bene di questa signora quindi perché no?
Saluto il tassista, ci auguriamo buona fortuna con un'energica stretta di mano,
prendo lo zaino ed entro a casa della Signora. La casa è molto grande, mi fa
accomodare fuori sotto il porticato dell'entrata, mi offre un caffè e
poi........mi dice che non ha posto! Ma allora è una congiura! Proprio ora che
l'amico taxi driver se n'è andato? Mi "consiglia" subito lei un amica
che affitta stanze due strade più avanti, e, visto che la proprietaria non fa
servizio di cucina per i turisti, mi consiglia per la cena la sua vicina di
casa, assicurandomi che con 8$ mi aspetteranno mangiate pantagrueliche con
eventuale birra inclusa. Ormai non dico più niente, sono all'ultima tappa, e in
tutte le destinazioni sono sempre stato dirottato, mi prenoto dalla vicina per
la cena, ormai sono già le 20 e dopo aver salutato me ne vado dalla Signora che
affitta le stanze. Il posto lascia molto a desiderare, la stanza è vecchia, sia
di tenuta che di arredamento, e il bagno completa il quadretto di vecchiume con
uno scarico che funziona una volta su tre. Per un paio di giorni posso anche
sopportare, è il bello di viaggiare on the road, c'è un adattamento a tutte le
situazioni , perché tanto al massimo son tre giorni!!, ora ho fame, sono stanco
e ho voglia di vedere qualcosa dell'havana de noche. Contrariamente a dove mi ha
indirizzato per l'alloggio, il vitto è spettacolare, la Signora, è simpatica
ma soprattutto un ottima cuoca! Mi sono già prenotato per domani. La sera vado
a fare due passi sul lungomare, il malecòn, dista una ventina di minuti a piedi
da dove abito ora, la strada è buia e non è delle migliori però, una
sensazione che non mi ha mai abbandonato a Cuba è la sicurezza, malgrado lo
scenario appaia povero e trascurato non ho mai avuto la paura di essere
derubato. Il malecòn è bellissimo, con gli scogli ravvicinati dove il mare
spinge con vigore, c'è parecchio vento e il mare è increspato, ci sono molti
gruppetti di ragazzi, che bevono abbracciati in compagnia e a volte si intravede
qualche chitarra, è un bel punto di ritrovo, c'è molta voglia di restare
insieme, e insieme aspettare magari che la vita regali un po' di emozioni.
Intorno all'1 mi avvio verso la mia nuova dimora, così prima di addormentarmi
potrò tracciare un percorso per girare domani la città.
Alle 9 sto già facendo colazione, è compresa nei 25$ al giorno, un po' di frutta e un caffè macchiato, tutto qui...va bè ! Ho sempre pensato che per vedere bene le città bisogna girarle rigorosamente a piedi, soprattutto all'inizio che si hanno ancora tutte le forze. Comincio dall'havana vecchia per poi passare alla parte più centrale, visito i musei, tra cui quello bellissimo della rivoluzione; lì c'è un po' tutta la storia contemporanea di Cuba, dai mezzi della guerriglia alle varie vite dei personaggi che hanno caratterizzato l'evoluzione del paese, le divise gli incontri, e poi ancora per le strade, il centro, i negozi... Rientro alle 19 dopo aver fatto chissà quanti chilometri, una doccia e una mezz'oretta di riposo per poi andare nel mio ristorante privato particular, e trascorrere l'ultima "noche" cubana, infatti purtroppo domani sera sarà la sera del rientro in Italia, sembra impossibile!! La cuoca non smentisce le sue qualità e dopo un ottima cena decido di andare con una bicitaxi alla "casa della trova", sala da ballo tipica cubana con musica dal vivo . La bicitaxi è stata una pessima idea, è tipo un risciò, ma davanti ha un posto solo, per l'autista, dietro un paio, il problema è che il guidatore era un nonnino sui 65 anni e la strada per la maggior parte in salita, così abbiamo passato tutto il tragitto, io che dicevo "lasci lasci, fa niente, mi lasci pure qui" e lui che neanche mi ascoltava quasi indispettito che dubitassi delle sue capacità. Sta di fatto che dopo una ventina di minuti arriviamo, e la casa della trova è chiusa, non mi sono sentito di dargli un'altra destinazione, sono sempre 191cm x 90kg e benchè lui faccia il ragazzino è visibilmente a pezzi, cosi sono sceso e ho fatto un giretto nella zona. Fermo dei ragazzi per informarmi sulla "movida" del sabato sera, mi dicono che ci sono in città due concerti importanti quella sera, i Charanga-manera in un locale accanto a un albergone 5 stelle non lontano da li, oppure Manolito y su band, in una discoteca vicino a Plaza de la Revolucion. Non conosco nessuno dei due ma prendo un taxi e con 4$ mi dirigo verso i Charanga-manera. Arrivato al locale, fuori c'è un clima hollywoodiano, buttafuori giganteschi, ragazzi elegantissimi e modelle in abito da sera. Mi avvicino per chiedere del biglietto e mi dicono che è tutto esaurito, e stanno allontanando quelli che non ce l'hanno per non creare confusione. Aspetto un attimo e mi guardo intorno, la possibilità di entrare a questo spettacolo, visto le aspettative, è difficile e si riduce sensibilmente in pochissimi minuti vedendo le numerose persone respinte all'entrata, mi butto su Manolito, tanto effettivamente per me uno vale l'altro. Altro taxi e altro locale. E' una discoteca tradizionale, come ce ne sono tante nella mia città, si balla un po' di dance-music/pop alternata con qualche sporadica bachata o salsa. Il locale si riempie. All'1,30, penso con un bel po' di ritardo, esce la "rockstar" dopo un'ora sono a pezzi di orecchie e dalla stanchezza delle mie camminate, esco e lascio Manolito, che come si poteva immaginare dal nome è un ragazzo sui 30 anni scarsi alto un metro e sessanta, ma si agita come Higgy Pop negli anni '70, e con un taxi rientro a casa. All'uscita della discoteca sono stato letteralmente assalito da una tribù di ragazzini che volevano soldi in modo piuttosto arrogante, il "branco" funziona sempre in tutto il mondo, fortunatamente era pronto il taxi e siamo partiti subito. Bisogna stare attenti all'uscita dei locali di notte, soprattutto se c'è qualche manifestazione particolare, per loro se sei dentro, sei ricco, quindi aspettano tutte le persone che escono per poter spillare qualcosa. Si sono fatte le 3, e domani avrò l'ultima parte da visitare della città, e poi i preparativi per il rientro. Mi sveglio alle 8, non voglio perdere tempo, tanto poi al limite potrò riposare in aereo, non c'è nessuno e inizio a dirigermi verso la zona della città chiamata Vedado, Lì faccio colazione e continuo il giro per la città, infilandomi in Chiese, bellissime Cattedrali e un divertente osservatorio dove, tramite l'uso di una grande lente, si può vedere tutta la città proiettata su di un telone, per poi finire in un bellissimo locale con musica dal vivo dove ristorarmi un po' a ritmo di maracas contrabbasso tromba e chitarra, prima del "agoniato" rientro, per i preparativi della partenza. Arrivo a casa e sento delle urla disperate che provengono da una stanza accanto la mia, ci sono due ragazze Italiane in lacrime , sono arrivate ieri, da Bologna, si sono fidate di un cubano che si è mostrato molto gentile preoccupandosi di cambiare loro la moneta con un cambio più favorevole, hanno cambiato quasi duemila euro e hanno ricevuto dollari falsi. Cerco di tranquillizzarle un po', la loro paura è quella di dover rientrare in Italia perché sono rimaste senza soldi, dico loro di ridurre il tour che avevano in mente, consiglio Trinidad, dove c'è la possibilità di integrarsi bene con la vita Cubana, il paese è molto caratteristico e si ha l'opportunità di fare anche "vita di mare" in uno splendido e suggestivo contesto e la Sig.ra Belkis come soggiorno che sicuramente conoscendola verrà incontro al problema economico delle ragazze. In bocca al lupo!! Per me è tempo di preparare lo zaino e andare in aeroporto, ho trovato un tassista nel pomeriggio e ho preso un appuntamento per le 19 davanti casa. Puntualissimo arriva per prelevarmi, le ultime parole sono con lui, non crede quando dico che tra qualche ora sarò immerso a zero gradi, la mia città, l'inverno, il 10 Gennaio; lui mi giura che non potrebbe vivere mai in un paese freddo, io gli credo, Cuba è magnificamente calda, non solo di clima ma di persone, di emozioni, non è facile cambiarla e a maggior ragione con un paese capitalista europeo. "Cuba es unica". Mi ritrovo catapultato nello stanzone rosso dell'aeroporto pieno di bandiere di tutti i paesi, appese ovunque, lo stesso che mi aveva colpito all'arrivo, cerco la bandiera di cuba e prometto un.... arrivederci.
Arrivo
a Milano alle 18,30, buio, nebbia e il freddo che mi avvolge mi fanno sentire
ancora di più la nostalgia del paese che ho lasciato da poco, ma rafforzano la
promessa per un prossimo ritorno.
Gli
indirizzi dove sono stato durante questo viaggio.
Havana 1: Nuria y Evelio calle Neptuno N° 1024 entre Espada
y Hospital Centro Habana. tel. (537) 8794029 -8780215
Trinidad: Belkis y Rolando Denis calle: Josè Martì N° 331
entre Simon Bolivar y Fco Javier Zerquera tel. (0419) 4398 trinibelkis@yahoo.es
Vinales: Vila-Lila Celle Salvador Cisnero N° 53
Pinar
del Rio: Maricela y Maria Del Carmen calle colon 184/e
entre Caferino Fernandèz y 1.ro de Enero tel. (77) 1545
Varadero: Judith G. L. Calle 52
Havana 2: Ana Maria Farinas calle Salvador Allende N° 1005
entre Requena y Almendares, Plaza. tel. (537) 8782946 anacaribe@yahoo.com
Massimo punto4@fastwebnet.it