COLOMBIA e Venezuela:
il diario strampalato di
Alessandro e Gualtiero
Diario di viaggio 2007
di Alessandro Ranucci e Gualtiero Giardina
28 febbraio 2007
Esperame Colombia!!!!
Eccomi qui…. Sono le 22.00 e mancano ormai solo poche ore a domani mattina, quando alle ore 08.00 prenderò l’aereo che mi porterà in Colombia!!!.... è strana da definire l’emozione che mi prende ogni volta che mi trovo a partire per un viaggio…. È una sensazione che mi fa galleggiare in aria, a mezz’altezza e che mi fa venire un nodo alla gola….un eccitazione fortissima nel pensare a quello che sarà il mio viaggio, delle emozioni che proverò, alla gente che incontrerò e alle tantissime cose che i miei occhi fotograferanno durante il mio vagabondare…. Già mi sento proiettato a domani, quando si aprirà la porta a vetri dell’aeroporto ed improvvisamente mi sentirò catapultato col mio zaino e molte poche certezze, in una realtà completamente da imparare e a contatto con gente ancora tutta da conoscere….
Ma è questo in fondo che anima sempre la mia voglia di viaggiare…. Il senso di scoperta e la grande curiosità di vedere il mondo con i miei occhi, il trovarmi sempre in situazioni nuove ed emozionanti, il piacere di Parlare con persone che per cultura storia e tradizioni sono differenti da noi, ma nelle quali poi trovo sempre qualcosa di simile a me e dalle quali ho sempre qualcosa da imparare e da portare con me quando torno a casa…..così è successo in ogni posto in cui sono stato….
Nei giorni scorsi devo dire che, a differenza di altri viaggi che ho fatto in Centroamerica in cui avevo preparato tutto nei dettagli, non ho dedicato molto tempo a conoscere il paese e a farmi una tabella dettagliata degli spostamenti da fare e delle cose da vedere… mi sono accontentato di leggere sommariamente la Lonely planet ed i sempre preziosissimi diari di viaggio di chi già a viaggiato in Colombia…..quest’anno mi è venuta un improvvisa voglia di abbandonarmi completamente all’istinto del momento, di chiudere gli occhi e andare dove le mie gambe e il mio cuore mi portano….
Ho sonno...., e dopo aver scritto queste due righe di getto, cercando di immortalare le mie sensazioni prima di partire, ora vado a letto, sperando di riuscire a dormire qualche ora…..
Becos y hasta prontissimo!!
Alessandro
Hola Miguel, ti mandiamo finalmente il nostro diario strampalato dei primi 8 giorni di viaggio!!!....scritto di getto in due ore in un internet point a Popayan, ma con moltà passione!!
Ti prego di pubblicarlo appena puoi in modo tale che possiamo dirlo anche ai nostri amici di seguirci!.... dai questo titolo al link: in diretta dalla COLOMBIA: il diario strampalato di Alessandro e Gualtiero
Un Abbraccio e Grazias para todos!!
1
marzo
Partenza Roma-Madrid-Bogota'
Classica sveglia all'alba per
partenza direzione Bogota'.
Dopo quasi una giornata intera
di viaggio, arriviamo all'areoporto Internazionale di Bogota'.
La prima cosa che ci
aspettiamo, presi dai mille preconcetti sulla Colombia, e' di essere assaltati
come nel FAR WEST all'uscita dell'areoporto da presunte guide e
taxisti.... detto fatto non ci si fila invece nessuno!!!!
Ci aspetta Mauricio, un
ragazzo di Bogota', conosciuto da Alessandro a Roma, che ci ospita per la prima
notte.
Mauricio e' gentilissimo e
molto ospitale, come poi scopriamo essere tutti i colombiani, e ci porta
a fare un tour serale in macchina per Bogota' insieme ad una sua amica
Adriana. Noi due invece, sara' per la stanchezza o per l'altitudine sopra i 2600
mt, siamo due zombie e non siamo molto ricettivi.
All'una di notte, dopo quasi
36 ore che siamo svegli, riusciamo ad andare a dormire!!
2
marzo Bogota'-Leticia (Amazzonia)
Di buon mattino usciamo per la
nostra prima colazione colombiana... Stessa impressione della sera precedente:
camminiamo e respiriamo come due zombie... L'altitudine ci schiaccia! Facciamo
un giro nel centro commerciale vicino casa di Mauricio.
Bogota' sembra essere piu'
ricca di Roma a prima vista...una piccola Svizzera!
Alle 14 ritorniamo in aereporto per imbarcarci direzione LETICIA....ultimo
avamposto di civilta' alle porte dell'Amazzonia.
Dopo quasi due ore di volo
arriviamo a destinazione.
Leticia e' situata in quello
che i colombiani chiamano Las Tres Fronteras... un fazzoletto di terra sulle
rive del Rio delle Amazzoni, dove
e' possibile passeggiare tra tre diverse nazioni (Brasile, Peru' e Colombia),
senza dover esibire alcun documento.... basta girare l'angolo e cambiano monete
e facce.
Conosciamo subito Tony Vargas, una guida brasiliana che ci offre un tour di tre giorni che, rispetto a quanto prospettato da altri, ci sembra il piu' interessante oltre che economico.
Per l'equivalente di 90 euro
ci vengono proposti tre giorni nella foresta amazzonica con guida dedicata e
pernotto presso un pueblos sul rio Yavari'.
Passiamo la serata a Tabatinga
sul lato brasiliano del Rio delle Amazzoni: giusto il tempo di una caipiriña e
poi subito a letto!
3 - 5 marzo
Alle otto siamo gia' pronti per il nostro tour ed emozionatissimi ci
dirigiamo al molo.
Li ci aspettano Julio (la
nostra guida) e il “capitano” della nostra barchetta.
Iniziamo cosi' le nostre prime
4 ore di viaggio sul Rio delle Amazzoni, per arrivare sul rio Yavari', la parte
piu' incontaminata e meno toccata dal turismo di questa zona.
Navigando passiamo il confine
e siamo subito in Peru'.
Il rio ci colpisce per la sua
grandezza e per la vita che vi si svolge intorno. Sicuramente l'emozione piu'
forte ed intensa sara' proprio vedere la vita attorno al fiume.
Primo avvistamento: i delfini
rosadi di cui il rio e' pieno. Arriviamo per pranzo nel pueblo che ci ospitera'
la prima notte: SACAMBU'.
Subito ci accoglie la
popolazione locale: tre bambini, il capovillaggio, la moglie e il cittadino piu'
importante... un simpaticissimo e buffo cane di nome TONY.
Prima nostra ingenua domanda.
Dove possiamo lavarci un poco? E il buon Julio ci risponde indicando le rive del
fiume (Bell' inizio!)
Scopriremo cosi' cosa
significa non lavarsi e non cambiarsi per tre giorni!
Appena arrivati nella
comunita', la senora ci prepara subito uno “squisito” pranzetto a base di
riso, pollo e yucca..... il tempo di riempirci lo stomaco e subito partiamo per
la prima nostra escursione nella foresta amazzonica.... navighiamo per un po'
fino ad attraccare su una riva fangosa dove Gualtiero lancia la prima
bestemmia!!.... beh non e' certo conveniente fare un giro in amazzonia con
le scarpe da ginnastica!!..... io invece con le mie scarpettine da
trekking volo leggiadro per la fanghiglia che arriva alle ginocchia...
Ci incamminiamo per tre ore di
passeggiata piacevole nella selva tra umidita' al 100% e mosquitos, che non ci
abbandoneranno piu' pèr tutta la nostra permanenza sul rio...
Il capovillaggio ci fa strada
col suo machete, con il quale fa tutto.... la nostra prima impressione non e'
molto esaltante... gli unici animali che abbiamo visto sono un bradipo, una
scimmietta minuscola tanti millepiedi e poco altro.... la selva invece riserva
piacevoli sorprese, grazie al capovillaggio, che ci mostra tutti i benefici
medicinali delle piante autoctone..... per dissetarci beviamo l'acqua naturale
che fuoriesce dalle Liane e mangiamo un po' di frutta per sfamarci......
Tornati al villaggio ad
accoglierci c'e' sempre il nostro amico Toni, contornato dai deliziosi niños....
Giusto il tempo di riposarci e
non lavarci, e subito ripartiamo alla scoperta dei caimani in escursione
notturna..... il capovillaggio ne cattura subito un paio pequeños con i quali
ci facciamo la solita foto da turista giapponese!
Alle 18,30 e' gia' notte fonda
e dopo la nostra cena a menu fisso: (vedi sopra), ci spaparanziamo sulle nostre
amache con tanto di mosquitero!!!..... il tempo di dare qualche carezza a Toni e
scambiarci qualche parola sconclusionata.... dopodiche' l'oblio piu
profondo!!!..... sono le 20,00 e ci risvegliamo di botto
alle 06,00 di mattina!!
Scopriamo di aver dormito in
cinque... in 2 metri quadri nella palafitta di legno e con Toni sotto la nostra
zanzariera (furbo eh??)
La señora subito ci delizia
con una ricca colazione a base di uovo in camicia con cipolle e pommodoro,
papaja, pane in cassetta y jamon!!..... e per concludere un buonissimo caffesito
da noi soprannominato “Caffe' Rio”..... perche' nei nostri tre giorni li',
abbiamo avuto sempre il dubbio (mai smentito...) che fosse fatto con l'acqua del
Rio Yavari'...... comunque siamo ancora vivi e questo e' l'importante!! Si
perche' tutto, anche le uova, e' cucinato con l'acqua del rio!!!!
Capitolo bagni: praticamente a
cielo aperto o dal balconcino della palafitta!
Partiamo subito alla volta di
un'altra parte di selva. Stesse impressioni del giorno precedente.
Ritorniamo al pueblo dove ci
attende sempre il solito menu e poi di nuovo in barca alla scoperta di altri
pueblos: Comunidad 3 novembre e San Mateo (comunita' evangelica).
Confermiamo che la parte piu'
stupefacente e' conoscere questa gente e vedere come vive: l'unico rumore che
abbiamo udito in questi giorni e' il suono della natura.
Prima di rotornare al pueblo,
ci fermiamo per un breve lezione di pesca, ma l'unica cosa che noi siamo in
grado di pescare sono solo dei pirañas! Niente pesce stasera per noi poveri
illusi, ma sempre il nostro pollo muy rico del rio.
La sera come sempre a notte
fonda (circa le 19.00) cadiamo in coma profondo.
La notte, cosa molto frequente
li, ci sorprende un pioggia torrenziale che dura praticamente fino all'alba.
La mattina della nostra
partenza scopriamo che la nostra barchetta e' praticamente sotto il pelo del
fiume!!! Partiremo? O rimaniamo li per due settimane aspettando che passi
qualcuno per caso?
Nel frattempo facciamo
colazione con tutta la nostra scorta di viveri bagnata e sott'acqua.
Il buon Julio se la ride e in
un'ora tutto e' risolto con la solita buona e serafica calma peruviana!.
Altre 4 ore di viaggio e siamo
di nuovo a TABATINGA, il tempo FINALMENTE di una doccia e poi di nuovo all'areoporto
direzione Bogota'.
Il nostro pulmann COMOTOUR,
direzione Sant Augustin sulla vetta delle Ande, parte alle 21.
Abbiamo,
cosi', il tempo di
connetterci ad Internet (ale) e di cambiare i dollari in pesos (gua).
All'ufficio di cambio, neanche
fossi un narcotrafficante, mi viene chiesto di lasciare le impronte digitali
sulle ricevute di cambio e chicca finale mi viene scattata una foto digitale per
100 sporchi dollari da cambiare.
La notte (dodici ore di
viaggio) passera' in fretta.
6
marzo SAN AGUSTIN
Arriviamo di buon mattino alle
sette e subito ci dirigiamo alla nostra pensione HOSPEDAJE EL JARDIN, dove ci
accoglie una simpatica señora che ci proprone un'escursione a cavallo per il
pomeriggio.
Accettiamo entusiasti e
intanto ci dirigiamo verso il Parco Archelogico della cittadina.
A San Agustin ci sono dei
totem in pietra immersi nel nulla piu' totale delle vette andine.
La visita al parco e'
tranquilla e piacevole ed impieghiamo circa un paio di ore per vederlo tutto.
Colpisce il fatto di stare
quasi in un luogo sacro scalfito dal vento, che lambisce le cime bellissime
della cordigliera centrale delle ande.
Verso le due iniziamo la
nostra passeggiata a cavallo alla scoperta di altri totem e statue in posizioni
nascoste: El TABLON e La CHAQUIRA.
A la Chaquira, posto
meraviglioso a picco sulla gola del rio Magdalena, vediamo anche il famigerato e
mortale serpente corallo.
Alla fine siamo
soddisfattissimi della nostra gita a cavallo e del nostro simpatico
accompagnatore colombiano Augusto.
In paese ci fermiamo
nell'unico Internet Cafe', il tempo di parlare in messenger con qualche nostro
contatto colombiano e con grande sorpresa Alessandro scopre che Oscar (suo amico
di Popayan), sta proprio nello stesso cafe' a due postazione dalla sue.
Passiamo una piacevole ora con
Oscar e la sua ragazza di Bogota', che stanno viaggiando in autostop per la
Colombia e poi alla volta di altri paesi sudamericani.
Cena muy rica e poi come
sembra essere ormai un rituale per noi... a letto alle 21.45 (un record)
7-8
marzo POPAYAN
Partiamo alle nove con
destinazione Popayan con un bus della linea Estrella. E' un piccolo pulmino
stipato di bagagli e persone.... piu' di quelle che puo' contenere!!!
Sei ore di strada sterrata
(una manna per la nostra schiena) tra paesaggi suggestivi, piantagioni di caffe'
e canna da zucchero, villaggi stile FAR WEST... giu' per le strettessime gole
andine ognuna di esse lambita da un fiume.
A meta' percorso
prima nostra esperienza di un posto di blocco dell'esercito della Brigata
Magdalena: tutti giu' dal pullmann... uomini da una parte e donne da un'altra.
Via con la perquisizione
faccia al muro e domande di rito... alla fine capiamo che devono solo ingannare
il tempo e si rilevano molto cortesi e simpatici.
Per tutto il viaggio la nebbia
e la pioggia non ci abbandona!
Scendendo verso Popayan, le
montagne si allargano verso una distesa risoperta di piante simili a cactus che
ci ricorda molto il MESSICO.
Arriviamo a Popayan verso le
tre. Alloggiamo alla Casa familiar turistica, un antico palazzo coloniale tenuto
da una riservata signora colombiana che ci chiede subito se veniamo da CALI.
Ci aggiorna concitata di un attacco della guerriglia ai danni di un
pulmann turistico verso CALI, ma senza danni e feriti!
Iniziamo la nostra passeggiata
pomeridiana nella bianca ed accecante Popayan: citta' coloniale tra le piu'
antiche della Colombia, un misto tra la messicana San Cristobal,
la guatemalteca Antigua e la nicaraguense Granada.
La citta' e' ancora piu'
magica la sera grazie alla sua illuminazione fatta da lanterne poste alle
entrate di ogni portone dei palazzi.
Cena e poi di corsa a letto...
Dobbiamo dire che ci stiamo preparando per il nostro arrivo nel CARIBE...
Stasera infatti reggiamo un'ora in piu'.. a letto alle 22.30!!!!!
8 marzo POPAYAN
Parte della mattinata scorre
all'internet cafe' dove scriviamo il nostro strampalato diario di viaggio!!!!
In realta' Popayan e' una di
quelle classiche cittadine che si gira gia' in una giornata...per questo saremmo
dovuti partire oggi anticipando il nostro programma, ma invece ci trastulliamo a
passeggiare per le vie del centro scattando qualche foto....cena a base di pizza
e per finire concertino di tango in un cafe' in centro, molto
carino.....scambiando qualche parola con una coppia di turisti olandesi con i
quali condividiamo l'unico tavolo rimasto libero..... ora tutti a nanna!!.....
sono le 22.00 circa e per strada solo cani e ubriaconi.... non c'e' granche da
fare e poi siamo stanchi (l'altura ci uccide).... buenas noches!!
9 marzo POPAYAN -CALI
Questa mattina ci siamo
svegliati verso le 08.00.... Colazione al solito bar che fa delle colazioni
squisite e ci serve sempre un ottimo caffe'..... prediamo un taxi che per 3000
peso ci porta al terminal dei bus.
Il tempo di arrivare e subito
alle dieci prendiamo un mini bus per Cali (8000p). Partiamo che sono e 10.00....
il viaggio scorre a ritmo di Cumbia e di Salsa.
Per la strada avvertiamo
sempre la sensazione che possa accadere qualcosa da un momento all'altro (memori
della notizia che la signora di Popayan ci aveva dato 2 giorni prima), ma in
realta' la statale fino a Cali e' talmente pattugliata in ogni angolo
dall'esercito anti guerriglia, che ci sentiamo abbastanza sicuri!!..... in
effetti, “Uribe”, da quando e' al governo del paese, ha sparpagliato
l'esercito colombiano per tutte le strade del paese, con un impiego di uomini
ingente. I guerriglieri quindi sono costretti a scalare in posizioni piu'
arretrate, nella sierra, cosicche' gli attacchi ai bus di turisti risultino meno
frequenti di una volta!!
Siamo finalmente a Cali, e
subito il traffico ci attanaglia, in piu' siamo costretti a fare una deviazione
in carreggiata opposta, perche' la nostra e' bloccata dalla polizia....c'e'
stata appena una sparatoria, e un fuoristrada giace al centro della strada con
la portiera aperta e trivellato di colpi!!...... sicura questa citta' eh!!
Al terminal dei bus, ci
mangiamo una cosa e di corsa a Casa di Jaime (amico di Alessandro).
Ci sentiamo a casa nostra e
lui e' molto ospitale proprio come Mauricio di Bogota'..... Scappa subito all'universita'
e ci lascia a casa soli col fratello ed il suo cane Pericle (un barboncino
rompiscatole di quelli che abbaiano 23 ore al giorno) poi viene il padre e
ancora dopo la sorella....sempre
tutti molto ospitali!!
Usciamo un po' per il barrio,
un giretto in un centro commerciale vicino casa .... piove a dirotto!!..... ci
facciamo un hamburger e ce ne torniamo a casa.
Conosciamo
Carlos, amico di
Jaime e con loro usciamo a prenderci una pizza e una Club Colombia....
Jaime ci parla un po' del suo
paese e della politica di Uribe (di destra) che e' in netto contrasto con la la
politica del dirimpettaio capo del governo venezuelano Chavez (di sinistra), i
due sono acerrimi nemici.
Ci parla della grande
contraddizione sociale, riscontrabile in realta un po' in tutta l'America
latina, tra chi puo' permettersi di vivere decentemente, pagarsi l'universita',
possedere un automobile o addirittura una casa, e chi invece e' costretto a
vivere senza tutto questo.... Molti di questi ragazzi disagiati spesso vivono in
quartieri degradati, e per loro a volte l'unica possibilita', facile e
redditizia che hanno di guadagnare e' di passare dall'altra parte della
barricata, cioe' col narcotraffico o essere assoldati nelle file della
guerriglia, che offre salari piu' alti di un salario di un onesto lavoratore!!.
Scopriamo poi che in Colombia,
pur essendo questo il piu' grande esportatore di cocaina nel mondo, i suoi
abitanti non ne fanno molto uso, il consumo di questa sostanza e' un fenomeno di
nicchia!!.... basti pensare che un grammo di coca costa a malapena 1, 50 euro
come ci dice Jaime!!.... ma tutta la coca viene mandata in Europa e in America!
In realta fino ad ora ci siamo
accorti che i colombiani sono un popolo di salutisti perche' oltre a non far uso
di coca, molti pochi fumano sigarette!!...... se ne vedono pochissimi per strada
con la sigaretta!! e nei locali meno che mai!
Per concludere la serata, tra
una cerveza e un'altra, Jaime ci parla anche, visibilmente emozionato e forse
ancora impaurito, della sua esperienza avuta con i guerriglieri che avevano
bloccato il suo bus..... scene da film!!.....
Sara' luna di notte e ce ne
torniamo a casa!!....domani sveglia alle 05.45 direzione Caribe!!
Adios Cali!!
10 – 11 Marzo CARTAGENA
Ci accorgiamo subito di essere
arrivati ai Caraibi. L'atmosfera e' completamente diversa e anche i colombiani
sono dei rompiscatole..... consigliamo a chiunque voglia venire a Cartagena di
non fare inutili corsi di spagnolo tanto basta imparare due semplicissime
parole: “No Gracias”. Passeremo infatti tutti e due i giorni a ripeterlo
all'infinito a chiunque si avvicini ad offrirci di tutto e di piu'.
La citta' e' meravigliosa ed
ha mantenuto intatto tutto il suo stile coloniale e l'atmosfera di una volta.
Andiamo subito al mare montando su una busetta scassatissima. Ci viene subito un
sospetto, che verra' confermato poi il giorno dopo: il mare intorno a Cartagena
non e' caraibi!! Presi dalla morsa del caldo torniamo in citta' e ci concediamo
una passeggiata nei suoi vicoli.
Serata con ottima aragosta
in un ristorante “fighetto”.. spesa assurda...ben 12 euro!!
Concludiamo la serata bevendo Caipiriña in una delle piazze piu' animate della
cittadina, cullati da ritmi caraibici che arrivano da ogni bar.
Abbiamo voglia di ballare
stasera, ma dopo due cocktail siamo stesi (modello Leticia).
La mattina dopo ci svegliamo
alle 07,00 per una gita alla Isla del Rosario e a Playa Blanca. Veniamo fatti
accomodare in una lancia “spaziossima”, dove stiamo stipati in venti
compresi due ubriaconi argentini, che alle 10 del mattino si sono gia' scolati
una bottiglia di Bacardi....alla faccia!!
La gita si rivela una “mezza
sola”: si deve pagare extra ogni cosa (snorkelling, acquario...)...dopo 4 ore
siamo a playa blanca, dove veniamo assaliti da ogni tipo di venditori!
Non riusciamo a rilassarci...
e per sfuggire alle offerte “commerciali” ci buttiamo in acqua... ma l'unico modo per non essere disturbati e' fare
finta di dormire!!!!
Insomma DUE PALLE!!!!
Dopo neanche un'ora e mezza ci
richiamano per tornare a Cartagena. Il viaggio si rivela presto molto
pericoloso... tempesta burrascosa dei caraibi e noi completamente in balia delle
onde.... Ale per un attimo ha visto la morte in faccia: solo lui e un muro
d'onda alto come il cielo!
Arrivati in citta',
ci facciamo un giro e poi finiamo per rilassarci come la sera precedente.
Arrivati alla nostra
pensione.. abbiamo come la sensazione di voler cambiare posto e a Gua viene in
mente un piccola deviazione per MOMPOX.. (poi scopriremo essere mica poi tanto
piccola)... La proposta viene accolta con grande gioia da Ale, che altrimenti
sarebbe dovuto andarci da solo!
Da consigliare a Cartagena:
Hotel Baluarte nel Getsemani.. un posto di atmosfera e molto accogliente...
Soprattutto la padrona dell'Hotel: una signora stile Mami di “Via col
Vento”, che dopo le prima ore in cui ci ha trattato in modo scorbutico si e'
poi sciolta quando abbiamo giocato con il suo cane.
12 Marzo- MOMPOX
Sveglia alle 5... Primo bus
alle 7 direzione MAGUANGUE... dove alle undici prendiamo una barchetta alla
volta di BODEGA... da li' una corsa con un taxi collettivo e dopo una mezz'ora siamo a MOMPOX.
Mompox e' una cittadina persa
nello spazio e nel tempo... e le giornate seguono il lento scorrere del suo
fiume!
La gente e' tranquillissima e
quando la morsa del caldo si allenta le
persone si portano con le loro
sedie a dondolo lungo la strada ed e' un continuo scambiarsi saluti e chiacchere!
La cittadina e'
esattamente come descritta da Marquez in “Cronaca di una morte
annunciata” e non diciamo altro!
Il pomeriggio sul lungo fiume
abbiamo anche il piacere di prendere parte alla processione preparatoria della
Pasqua.. Tutti i maschi del paese in ordine di eta', dai bambini piu' piccoli
agli adulti, sfilano con i carri al ritmo della musica.
La sera alle 20 tutto e'
chiuso... ci accontentiamo di una porzione di pollo e papas fritte nella
piazzetta di fronte al cimitero accompagnati dai soliti perros rinsecchiti, che
godono dei nostri avanzi.
13 Marzo- Mompos -TAGANGA
Sveglia alle 5 (tanto per
cambiare visto le nostre notti brave colombiane)
e via subito per BODEGA. Bodega e' un villaggio fuori del mondo fatto
solamente da baracchini per mangiare e l'attracco per le barche.
Questa volta anche il bus sale
su un cargo.. che ci porta di nuovo sulla strada principale.
La giornata passa tutta in
bus... direzione BARRANQUILLA poi SANTA MARTA e finalmente alle sei di
pomeriggio siamo a TAGANGA, paesino di mare un po' stile hippy anni 60.
Alloggiamo all'Hotel
Casablanca... stanza spartana ma con un terrazzo bellissimo vista baia con tanto
di amaca cullata dal suono e dal rumore del mare!
La sera cena a base di pesce e
relax totale stesi sulla sabbia, dove conosciamo OMAR... Venditore di strani
giochini di abilita' mentale costruiti da lui stesso.
Ci racconta di se', della sua
vita e delle sue esperienze. Rimaniamo molto colpiti da lui e dalle sue
parole... Ora sono due giorni che stiamo con questi giochini in mano!
14 MARZO TAGANGA
Passiamo l'intera giornata in
spiaggia.. Playa Grande... a venti minuti a piedi da Taganga paese!... Il
cammino fin li' e' piacevole e gode di panorami mozzafiato.
Si puo' dire che oggi abbiamo
fatto la prima giornata da turisti: ciabatte ai piedi e costume da bagno...
Due sorprese: non ci sono
molti venditori ambulanti e l'acqua e' fredda ( qui lo e' tutto l'anno)...
La giornata continua nel relax
piu' completo tra cena a base di pesce, passeggiate e amaca della nostra
terrazza.
Alessandro
e Gualtiero si salutano…..trascorrendo l'ultimo giorno di viaggio insieme!!!
Questo
e' l'ultimo giorno visto da Alessandro..... e poi e poi e poi..... il proseguio
del mio viaggio in solitaria!!!..... Seguitemi!!
Alessandro
15
marzo PARQUE TAYRONA
Questa
mattina ci svegliamo con relativa calma…. Alle 07.30 siamo gia’ in piedi!!
Stiamo
partendo per l’intera giornata alla volta del Parco nazionale di Tayrona,
sulla costa caraibica poco piu’ su di Santa Marta.
Facciamo
colazione nella cafetería proprio sotto la posada che apre alle 08.00….
Io
mi mangio un omelette mentre Gualtiero fa fatica a mandare giu’ un uovo
strapazzato con pomodoro e cipolla in quantita’ industriale!!
Prendiamo
una busetta che da Taganga ci porta direttamente in centro a Santa marta (zona
mercato) dove ne prendiamo un’ altra che in un ora ci lascia a “El Zaino”
(ingresso del parco).
Il
biglietto d'ingresso ci costa 23.000 pesos mentre per i colombiani costa solo
8000!!....con altri 2000 prendiamo una geep che ci porta a Cañaveral da dove
iniziamo la nostra piacevole passeggiata.
In
40 minuti di camminata sotto la volta della foresta siamo ad “Arecife”.
Arrivati
li', lo scenario che si apre davanti ai nostri occhi e’ bellíssimo! Dopo aver
visto solo foresta, quando all’improvviso la cornice tutta intorno si allarga
e troviamo improvisamente di fronte ad una baia incontaminata, non possiamo fare
altro che stupirci e rimanere incantati!!
Si
sente solo il rumore del mare e tutto intorno amache, cabanas e palme da cocco!!
Facciamo
tappa qui bevendo uno jugo di Banana e mango ma non possiamo fare il bagno
perche vietato!
Un
cartello minaccioso ammonisce chiunque a non bagnarsi!!...stando a quanto c'e'
scritto, in quel punto sono morte piu' di 200 persone!!...decidiamo cosi' di non
sfidare la sorte....
Con
altri 20 minuti di camminata siamo in un altra playa chiamata "La
Piscina", dove finalmente possiamo tuffarci e sdraiarci in riva al mare
rilassandoci un casino.
Davanti
a noi solo mare, dietro la foresta e finalmente di venditori di collanine
nemmeno l'ombra!!....Chiudiamo gli occhi e non parliamo per un ora... le nostre
parole avrebbero rovinato la magia di quei momenti!
In
altri 20 minuti siamo a Cabo San Juan.... anche qui si sta da Dio!!.... salgo
sul promontorio che, proteso sul mare, domina la baia..... da qui e'
impressionante essere rapiti dalla forza del mare che impatta sugli scogli....
Oggi
siamo stati molto bene.... splendida giornata!!... il parco vale una visita, non
tanto per il mare che anche qui non e' del colore caraibico che sta che nei
cataloghi di viaggio, ma per l'atmosfera che si respira..... anche il trekking
nella foresta non e' impegnativo, e state tranquilli che proprio quando state
pensando che potrebbe diventarlo, proprio in quel momento si aprira' la
selva e vedrete solo mare....
Tornati
a Taganga sono gia' un po' malinconico pensando a domani.... quando mi salutero'
con Gualtiero!!..... vabbe' ora non ci voglio pensare!
Volevamo
concludere il nostro viaggio insieme con una cena a base di aragosta, ma
dovevamo avvisare la signora del "comedor" la mattina per farne
pescare di fresche.... fa niente!!... mi mangio una una "casuela di
mariscos" io e un "polpo arrosto" Gualtiero..... a farci
compagnia il mitico "Omar" che oggi in occasione dellla nostra
partenza ci fa' conoscere il suo niño di dieci anni.... brindiamo con una
cerveza "Aguila" e Omar ci saluta esortandoci a regresar!!
Saliamo
in camera e tra una cazzata ed un'altra sparata da entrambi, ci lasciamo
dondolare dall'amaca del nostro balconcino sul mare.... e come sempre accade ci
addormentiamo senza neanche salutarci. Buenas noches!!
16 Marzo TAGANGA - CORO (da oggi sono in venezuela!!)
Da
oggi inizia un altro viaggio per me... il mio viaggio solitario!!
Alle
06.00 sono gia' in piedi, raccolgo le mie cose e saluto Gualtiero chiudendo la
porta della camera.... da adesso in poi sono solo.
Ho
gia' vissuto una scena del genere con Fabio nel mio ultimo viaggio in
centroamerica, quando ci salutammo ad "Oaxaca" ed io continuai per
"Puerto Escondido", e devo dire che nel momento in cui volti le spalle
al tuo compagno di viaggio con il quale hai condiviso tutto, chiudi la porta
dietro di te e cammini da solo, ci si sente sempre tristi ed inevitabilmente
soli!!
Improvvisamente
provo una profonda nostalgia dei giorni passati insiame a Gualtiero, in questo
momento apprezzo ancora di piu' la sua amicizia e mi manca la sua presenza....
Ciao Gua!!.... mi mancherai un casino!!... e mi mancheranno anche le nostre
litigate la mattina presto, quando io stavo a mille e tu mi avresti ucciso :-)
..... un Abbraccio!!! ci vediamo il
3 aprile!!.....e ricorda:
"Siempre a la Orden!".
Ho
deciso, vado in Venezuela!! prendo il primo bus da "Santa Marta" per
"Maicao" (ultimo paesino di frontiera colombiano)... alle 11.30 sono a
Maicao.
Qui
si muore di caldo... non esco neanche dal terminal (tanto non c'e' niente) e mi
muovo per cercare un passaggio fino alla frontera.... e qui inizia il calvario!!
Le
possibilita' di raggiungere "Maracaibo" sono due: un "Por Puestos"
a 20.000 bolivares o un "taxi collettivos" a 25.000.
Devo
muovermi!!....devo raggiungere Maracaibo il prima possibile!!
Dopo
aver cambiato i pesos in bolivares decido di prendere la buseta.... sopra
eravamo solo in due passeggeri (il bus ne porta circa trenta).... sotto c'era un
ragazzotto un po' "gordo", unto di grasso dalla testa ai piedi che
armeggiava con un albero di trasmissione lungo due metri cercando di aggiustarlo
con un martello ed un improbabile scalpello....
Gli
chiedo se il pezzo era della busetta e lui con la calma tipicamente latina mi
dice"si si, ma no te preocupe perche' si fa prima a montarlo che a
smontarlo..." ed io: "si ma quando si parte??".... la risposta me
l'aspettavo sapendo come funziona in questi posti, ma cercavo di essere
ottimista, ....ma lui inevitabilmente mi dice: "partiamo quando e' piena señor"......
sono passate gia' due ore e decido di adeguarmi completamente al loro
spirito.... quindi mi rassegno ed intanto mi divoro mezzo pollo fritto
accompagnato dal solito riso che sa' di niente, sotto il sole rovente di Maicao.
Alle
14.00 cerco di cambiare strategia..... per 5000 bol in piu' decido di provare a
prendere un collettivos.... anche qui c'era da aspettare!!....
L'unico
che forse sarebbe partito a breve era solo uno!!.... l'autista grida "falta
dos!! falta dos!!"..... con me ne mancava solo uno.... quell'unico
fottutissimo passeggero che ci mancava per partire!!
Alle
15.00 siamo finalmente in cinque per poter partire!!!.... io insieme ad una
"Abuela" negra e una ragazza di Maracaibo nel sedile posteriore,
davanti due omaccioni luridi e sudati..... e via su una vecchia chevrolet
americana scassatissima.
Passo
al posto di migrazione colombiano e poi a quello venezuelano dove mi vistano il
passaporto.....dopo di che una serie impressionante di controlli documenti e
bagagli!!.... in uno di questi mi fanno le piu disparate domande del tipo:
perche in venezuela? dove vai? hai moglie in venezuela? perche' vieni dalla
Colombia? che lavoro fai?....etc...
Alle
18.00 riesco ad arrivare a Maracaibo malgrado il traffico caotico!!
Arrivo
al terminal dei bus e subito un casino allucinante di bus che strombazzano a
piu' non posso, un casino allucinante tipo circo massimo per la vittoria del
mondiale!
All'interno
del terminal c'e' una bara aperta e gente che piange e si strappa i capelli....
non so' chi era morto....boh forse il capo del terminal o un autista..... ma che
ne so'!!....sara', ma il funerale in pubblico terminal con tanto di corteo tra
le banchine mi fa' perdere un ora!!
Alle
19.00 finalmente parto per "Coro".... ahh!!.... ora mi rilasso un po'
finalmente!!..... ma de che!!.... arrivati ad un certo punto il capo busetta ha
una discussione con un passeggero che non voleva pagare il dovuto (il solito
portoghese!!)....subito si crea un capannello di passeggeri incazzati con
l'autista che voleva regresar!!!.....ma come regresar???!!!! qui stanno
fuori!!..... per uno ce ne rimettono trenta!!
Quel
cocciuto di autista torna al terminal fregandosene delle maledizioni
ricevute!!....ed io mi trovo di nuovo a piedi senza piu una buseta e con la sola
possibilita' di raggiungere Coro!!...un collettivos!!
Riesco
a trovare 4 persone per formare una macchina.... alle 08.00 sgommiamo sulla
solita chevrolet scassata attraversando il lunghissimo ponte sul lago di
Maracaibo....lasciandoci la citta' illuminata alle spalle....
E'
buio oramai ed io crollo dal sonno..... mi sveglio ogni tanto e riesco a vedere
fuori dall'auto solo attraverso una riga sul parabrezza anteriore!! l'auto per
il sole infatti e' tutta con vetri oscurati che di giorno possono anche far
piacere ma di notte non si vede una cippa!!
Mi
sembra di vedere un film in cinemascope su un televisore 16:9!!!.... comunque
meglio non guardare perche' l'autista corre come un pazzo!! e allora dormo.....
Arrivo alle 23.30 a Coro finalmente!!.....il tizio della "posada" che avevo scelto mi accoglie dicendo: " no hay habitacion...".... me ne consiglia un' altra economica (Posada turistica Don Antonio)..... ci vado di corsa butto lo zaino a terra e vado subito a mangiare nell'unico posto aperto per mangiare!! Lomito e cerveza e poi inevitabilmente a dormire dopo 17 ore per fare scarsi 600 km!!....
17
Marzo CORO e PENINSULA di PARAGUANA’
Coro
e’ una classica citta’ coloniale, tranquilla (fin troppo) con vicoletti ed
Iglesias sparse un po’ qua e un po’ la’….
Io
alloggio nella Posada Don Antonio (55.000 b.), tra Plaza Bolivar e Plaza Falcon
in un ottima posizione centrale con tutto a portata di mano e ad un passo dalla
maestosa Cattedrale, che pare sia la piu’ antica del Venezuela… per adesso
e’ la prima camera abbastanza decente del mio viaggio!!... ho addirittura
l’aria condizionata…che lusso!
Coro
e’ famosa oltre che per il suo centro storico (dichiarato patrimonio mondiale
dell’umanita’ dall’UNESCO), anche per la peninsula di Paraguana’ e per
il Parco Nazionale Medanos de Coro (un deserto sahariano a due passi dal centro
citta’).
Questa
mattina vado verso Playa Adicora’, una localita’ della peninsula che guarda
il Caribe proprio di fronte alle Antille Olandesi!!
La
solita Busetta (1000 b.) attraversa una stretta lingua di terra desertica che
unisce la peninsula alla terra ferma, a destra e a sinistra solo paesaggio
desertico, dune di sabbia e una marea di asinelli che brucano chissa’ che
cosa, visto che non c’e’ proprio niente da brucare…. poveracci con quel
caldo!!
Arrivato
ad Adicora’, mi tuffo subito in acqua e mi sdraio un paio di ore sulla
spiaggia in compagnia del pueblo venezuelano che, essendo sabato, affollava in
massa la spiaggia!!
Sono
cotto dal sole (il vento forte non me ne fa’ accorgere)…. Mangio in un
chiosco sulla piazzetta del villaggio e me ne torno di corsa in camera per una
doccia!!
Capitolo
banche: nessuna mi da soldi!!.... dopo aver girato tutto il pomeriggio 4 – 5
banche diverse senza risultati (nemmeno in cassa mi davano l’anticipo contante
con carta di credito), ne trovo una finalmente che si concede alle mie
lusinghe!!..... Il Banco Mercantil!! Tiro un sospiro di sollievo e me ne torno
in camera!!
Voglio
vedere il deserto al tramonto!!!..... per questo esco di corsa dopo la doccia e
mi incamino a piedi verso il parco.
Beh
dopo quella camminata dalla citta’, fin sopra le dune, senza bere e cotto dal
sole, incomincio ad avere le prime allucinazioni!! Mi immagino un bel
bicchierone di coca gelata che mi aspetta all’orizzonte….
Per
un attimo sembra di stare proprio nel deserto del Sahara…. Il paesaggio e’
lo stesso e al tramonto assume dei colori entusiasmanti!!! Ne e’ valsa la
pena!!
18
- 19 Marzo PARQUE NACIONAL DE MORROCOY
Alle
05.20 sono in piedi, e saluto la cittadina di Coro ancora sonnacchiosa. Riesco a
prendere la prima busetta per Tucacas alle 06.30.
Nel bus pensavo di dormire un po’, ma accanto a me c’era un campesino con un gallo sotto braccio, che giustamente essendo mattino, ogni minuto e mezzo (cronometrati!) decideva di cantare!!....Puntuale come un orologio svizzero non si perdeva un chicirichi!! E tutti sul bus che ridevano…. Ma come si fa’ a dormire!?!?
Verso
le 10.00 sono gia’ arrivato in questo anonimo villaggio sul mar dei caraibi a
tre ore da Caracas.
Tucacas
non ha nessuna importanza ne storica ne naturalistica, ma e’ utilizzata come
testa di ponte per le escurzioni al Parco delle Islas di Morrocoy, essendo
situata in una posizione molto strategica.
Me
ne vado subito alla Posada Amigos del Mar (40.000 b.), consigliata dalla Lonley
planet per economicita’ e possibilita’ di organizzare escurzioni col
propietario.
Mi
accoglie proprio lui, Andre’, con accanto il suo perro.
Andre’
e’ un mite omaccione maestro anche di sub che mi ricorda un mito degli anni
’60, Schel Shapiro (credo si scriva cosi)!!
Lui
non organizza tour in questo periodo, pero’ mi consiglia un certo Franco, con
il quale concordo una gita alle Islas per il giorno dopo (40.000 b.)!!
E
adesso che faccio??.... ma si me ne vado al mare a Punta Brava, l’unica
spiaggia raggiungibile senza lancia dalla citta’.
Monto
su una specie di camioncito scoperto che per 1000 b. fa’ la spola tra Tucacas
e la Playa e in due minuti sono a Ostia!!... si proprio Ostia!!
Immaginatevi
Ostia negli anni ’50 a ferragosto, con tutta Roma che si butta a mare con
tanto di tende e tendoni vari per il sole, borse e borsoni termici per le
bibite, piatti bicchieri, pentole e vettovaglie di ogni genere, barbeque accesi
in ogni angolo e la gente ammassata come sardine…… insomma mancava solo Aldo
Fabrizi insieme ad Ave Ninchi con un cocomero sotto braccio, per ricostruire in
tutto e per tutto il set di un film del neorealismo italiano…..solo che sono
in venezuela!!
L’ombra
nemmeno a pagarla, in acqua sembrava di stare all’Acquafan di Riccione con
tanto di onda artificiale e gente ammassata…. (mai frequentare le spiagge
venezuelane di domenica!)
Ma
si va me ne torno alla mia posada!! Domani tanto mi attendono le Islas!!
Il
giorno dopo il tour inizia alle 10.00!!..... in barca siamo io, una famigliola e
una coppia di Valencia….il percorso e’ piacevole e l’acqua, appena ci si
allontana un po’ dalla costa, comincia ad assumere le tonalita’ tipicamente
caraibiche.
Si
fa lo slalom tra un Cayo ed un altro ed ogni tanto ci si ferma in qualche
spiaggia…. Fino ad arrivare in un punto bellissimo dove la lancia attracca tra
le mangrovie e dove ci finalmente mi tuffo…. Ora si che sono ai caraibi!!. Un
vero paradiso!!
A
farci compagnia spunta tra le mangrovie un simpatico orsacchiotto, abitante di
queste isolette, una specie di incrocio tra una lontra e un tasso,
stranissimo!... si fa’ avvicinare perche’ affamato ed in cerca di cibo, ma
non osiamo toccarlo….
Il
tizio Della barca, ci lascia per 4 ore in Playa Azul e ci viene a riprendere
alle 16.30.
Alle
17.00 sono gia’ a Tucaras e non ho voglia di passarci un’altra notte. Che
faccio??.... ancora mare per adesso no, voglio smaltire un po’ la cotta di
questi giorni…. Ho deciso vado a Merida!!.... ho voglia di un po’ di fresco
tra le Ande venezuelane…
Faccio
in tempo ad arrivare a Valencia con la buseta (10.000 b), in tempo utile per
prendere al volo un bus gran turismo da Valencia che va a Merida (40.000 b.).
Alle 20.30 parto e alle 07.00 circa sono a Merida….. finalmente un po’ di
venticello montano!!!
Prime
differenze tra la Colombia e il Venezuela:
I
venezuelani sono piu’ scorbutici dei colombiani e molto meno ospitali….in
compenso trovo che si capisca di piu’ il loro modo di parlare…..leggermente
piu’ soave.
A
tavola invece sono piu’ generosi in quanto a tovaglioli!!…. In Colombia me
ne davano sempre uno contato, qui invece ci si puo’ sbizzarrire J……
ma in compenso sono molto piu sporchi dei colombiani!!.... le loro spiagge sono
uno schifo di immondizie varie!!
La
vita e’ notevolmente piu cara in venezuela, tranne il telefono…..qui infatti
costa meno telefonare in Italia, rispetto alla Colombia.
Che
narciso questo Chavez:
Appena
si entra in Venezuela ci si accorge subito perche’ Chavez sia tanto amico di
Fidel Castro!!.... A Cuba infatti si trovano spesso Cartelloni e scritte sui
muri inneggianti alla liberta’, alla rivoluzione, a Fidel e al mitico Guevara!!....
un amarcord dei tempi della rivoluzione cubana e della liberazione dalla
dittatura.
Chavez
si ispira molto alle idee rivoluzionarie e di sinistra tipicamente “castriane”,
tant’e’ che le citta’ sono tappezzate di slogan inneggianti il personaggio
e le sue ideologie rivoluzionarie, slogan che ha volte fanno pensare che il
paese sia sotto un regime dittatroriale, ma in realta’ non e’ cosi…, e’
un personaggio un po’ contraddittorio questo Chavez, sul quale ci sarebbe da
parlare molto e per il quale anche la popolazione adesso appare un po’
divisa…
Ma
mi da l’idea di una persona molto schietta e il suo viso da simpatico
pacioccone che gioca a fare il rivoluzionario mi sta simpatico!! Evviva Chavez!!
20
Marzo MERIDA
Sono
appena arrivato al terminal dei Bus, il clima e’ piacevole ed in attesa di
decidere cosa fare e dove andare, mi rilasso 5 minuti in una panaderia, bevendo
il mio solito “Tinto”.
Prendo
un taxi fino alla zona del teleferico di Merida, dove decido di alloggiare
presso la Posada “Jama Chia” (20.000 Bol.). Mi sistemo in una camerata da
sei letti, dove pero’ sono solo….. una turista olandese sta’ preparando il
suo zaino per andare via.
Non
mi va di perdere tempo a riposare e visto che la giornata è fantastica, decido
di correre subito al teleferico della città (www.telefericodemerida.com)
per raggiungere Pico Espero (4765 mt.) e godere così dei paesaggi e
dell’atmosfera andina venezuelana!!
L’idea
di prendere la funicolare più lunga ed alta del mondo mi affascina e non vedo
l’ora di montare sopra la cabina!!
Il
mio fomento viene subito spento però dalla triste notizia che mi annuncia il
custode: “oggi non si effettuano corse perché giorno di chiusura…”….non
mi rimane che aspettare domani!!
Mèrida
non è una cittadina che colpisce il visitatore per qualcosa di particolare…
è un posto abbastanza tranquillo, utilizzato dai turisti specialmente come
punto di partenza per escursioni più o meno impegnative e per il suo
teleferico…
Tuttavia,
mi risulta piacevole passeggiare per le sue “calle” e passo una giornata in
totale relax in attesa di domani!!
Oggi
finalmente è arrivato il momento di montare sul teleferico!!.... la giornata
promette bene anche oggi….. un bel sole mi dà il buongiorno!!
Credo
però che la sfiga cominci un po’ ad accanirsi contro di me!!..... Questa
mattina un improvviso calo di tensione in tutta la regione non può autorizzare
i gestori del teleferico a far partire la funicolare in tutta sicurezza e così
decidono di chiuderla, di fronte agli sguardi delusi ed increduli di tante
persone che, come me, già sognavano paesaggi andini!!
Un
tizio organizzava un servizio sostitutivo con bus a 40.000 bol. Compreso l’almuerzo,
presso un pueblo in “pico de l’aguila”. Vedo un po’ le foto dell’escurzione
che mi propone, ma non rimango affascinato al punto di rimanere un giorno in più
a Merìda.
Sono
un po’ deluso di non poter prendere questo benedetto teleferico, e
considerando che domani il servizio (sempre che funzioni) è riservato solo ai
cittadini venezuelani, decido di fare il mio zaino e ripartire in direzione San
Cristobal!!
Nota
sul teleferico: non sono il solo viaggiatore a rimanere deluso!! Infatti,
sembra che le probabilità di riuscire a salire sul teleferico siano molto
poche!!....Tra chiusure settimanali, guasti ed impicci vari, sono più i giorni
che rimane chiuso che quelli in cui funziona!!.....Quindi, chiunque voglia
andarci, metta in preventivo la possibilità che gli possa capitare lo stesso
spiacevole imprevisto capitato a me J.
21
– 22 Marzo SAN CRISTOBAL e
SAN PEDRO DEL RIO
Parto
alle 10.30 dal Terminal di Merida e in 5 ore sono a San
Cristobal.
La
chiamano la “città della cordialità”, e l’effetto al mio arrivo è
abbastanza piacevole. Ad Attendermi c’è Charo, una ragazza proprio di San
Cristobal, che mi fa salire sul suo “Grand Cherokee”!!
Charo
si dimostra subito molto ospitale ed insieme a lei faccio un giro per le vie del
centro città fino ad arrivare nel suo studio, dove conosco la madre che mi dà
il benvenuto nella loro città!!.... Charo è un avvocato e la madre gli fa da
segretaria J….
Anche il padre è un avvocato…. Insomma non se la passano poi così male!!
Charo
è anche impiegata presso il tribunale della città, così montiamo in auto e
facciamo un salto nel suo ufficio, dove conosco i suoi colleghi e addirittura la
“Capo Ufficio”.
Per
un attimo, vedendo quelle stanze e quelle scrivanie ricche di falconi
ammucchiati mi viene da pensare che un giorno dovrò tornare, aimè, al mio
lavoro L….
ma non ci voglio pensare!! Salutiamo tutti e scappiamo in centro.
Conosco
Angela, una sua amica, e mentre loro passano tra una vetrina ed un’altra alla
ricerca di un paio di “Zapato”, io ne approfitto per comprare qualche
souvenir!!....Andiamo al Museo dell’arte e poi saliamo fino alla Cattedrale
dove, guarda caso, incontriamo il padre, cosi ora conosco tutta la famiglia!!
Non
vedo l’ora di farmi una doccia e rilassarmi un po’! Mi faccio portare presso
un Hotel abbastanza economico, discretamente pulito e vicino al centro (Hotel
Rossio - 30.000 bol. a notte con televisione e ventilatore).
Accendo
la tele e subito mi appare quel faccione di Chavez! Sembra che egli una volta
alla settimana parli alla nazione attraverso la televisione in uno di quei
bollettini che mi ricordano molto quelli dell’ ”Istituto luce” ai tempi
del ventennio fascista….
Sono
incuriosito e mi attardo a guardare il programma. Tutto nello studio sembra
architettato per esaltare le gesta di Chavez, dagli ospiti molto
accondiscendenti, poco votati al contraddittorio ed anzi con una forte
inclinazione ad incensare il nuovo “Guevara”, ai filmati propagandistici sui
risultati politici raggiunti e sulle prossime mosse di una politica fortemente
indipendentista dal potere dei “gringos”.
Una
politica proiettata all’unione dei popoli latinoamericani sotto un'unica
bandiera, quella della libertà e della completa autonomia dagli Stati Uniti,
considerati da sempre, a ragione, la rovina dei popoli centro e sud americani!
Vai
Chavez!!.... non mollare!…. Mi piace molto il tuo sogno di rendere finalmente
libero il centro e il sud dell’America, dal potere economico e
dall’influenza politica degli U.S.A., unificandolo in una confederazione di
stati forti delle proprie risorse e consapevoli , finalmente, di poter dire
“no” a qualsiasi condizionamento!!
Evita
però atteggiamenti da dittatorello che si potrebbero ritorcere contro di te e
soprattutto non concludere i tuoi bollettini con “Hasta la vittoria
sempre!!” e “Venceremos!!”. Queste espressioni lasciale a chi ha fatto la
storia e a chi ha sofferto per la libertà dei popoli!.
Mi
mangio una deliziosa “Arepa” con carne e salsa e andiamo a bere qualcosa in
un locale della zona ricca della città!
Conosco
due amici di Charo, ambedue con un po’ di sangue italiano nelle vene. Hanno i
nonni italiani e per loro è come tornare alle origini e gli fa molto piacere
parlare con me!.... c’è anche Erika, una ragazza madre che di professione fa
la ragioniera e con una grande voglia di conoscere il mondo e di tornare a
studiare… gli piacerebbe viaggiare, imparare altre lingue e lavorare
all’estero.
Sembra
però che tutto questo in Venezuela sia molto difficile, perché ottenere un
visto per recarsi all’estero non è facile ed il governo osteggia molto chi ha
il desiderio di andare all’estero per fare fortuna e per lavorare, e non gli
concede il visto.
Il
governo molto furbamente pensa che se un suo cittadino và all’estero per
lavorare, poi non torna più. La previsione sicuramente è azzeccata, però la
liberta di un individuo di disporre della propria vita che fine fa?....a quella
non ci pensa il governo?. No No, questa cosa proprio non mi piace!!
La
serata scorre piacevolmente di fronte a fiumi di “Aquila” e a notte tarda ci
salutiamo e ce ne andiamo a dormire….
Oggi
ho un po’ di mal di testa…. Mi sveglio e vado subito a cercare una buseta
per San Pedro del Rio, alle 11.30
parto e con un ora sono arrivato. Questo paesino, lontano dai grandi centri,
gode di un clima molto piacevole ed una tranquillità che subito mi conquista e
che sembra alleviare la mia emicrania mattutina.
Il
paese è piccolino ma molto bello!!. Camminando per la calle principale, arrivo
nella piazza, dove emerge una Iglesias bianca e verde e di fronte a lei un
enorme albero secolare. Sdraiarmi su una delle panchine sotto la sua enorme
chioma verde mi fa stare bene. Attraverso le
torte ramificazioni il sole fatica a filtrare e tutt’intorno solo
silenzio… i bambini sono a scuola e di turisti nemmeno l’ombra… quasi mi
addormento!
San
Pedro del Rio (http://www.sanpedrodelrio.com/)
è una delle cittadine più curate ed affascinanti che abbia incontrato nel mio
viaggio, lontana dai grandi centri ed immersa tra le colline del Tachìra.
Proprio
l’estrema cura, la pulizia delle sue strade con ai lati vasi di bouganville in
fiore, i variopinti intonaci delle sue case tipicamente di stile coloniale e la
pace che si annusa passeggiando, me la rendono pacevolisima.
Dopo
aver camminato un po’, sbirciando tra le botteghe del paese che vendevano
artesanìa locale, mi fermo a mangiare in uno dei ristoranti di Calle Real che
si chiama “Rio de las casas”. Sono l’unico cliente di una cittadina
pressoché deserta e subito vengo accolto da un signore distinto con il quale
familiarizzo subito!!
Mi
piacerebbe mangiare la Gallina alla Brasa (piatto tipico del luogo) ma oggi
niente gallina L…
non fa parte del menù del giorno!! La gallina si serve solamente il fine
settimana!... in compenso però mi faccio portare un piatto di carne del res
molto molto soave, servita con Jucca ed insalata.
Roberto,
il proprietario del ristorante, mi fa compagnia durante il pranzo e con lui mi
attardo a parlare.
Roberto
è una persona che mi incuriosisce molto, di quelle persone con le quali è
piacevole parlare e dalle quali si sente di poter apprendere molto. Lui è di
Rosario, in Argentina, e già il fatto che sia nato a Rosario mi stuzzica e mi
fa pensare subito ad un suo illustre e più famoso concittadino di nome Ernesto,
ma si proprio lui il “Che”!!
Mi
racconta che la sua famiglia abitava a quattro cuadra dalla casa della famiglia
Guevara, ma che nell’anno della sua morte in Bolivia, lui aveva appena due
anni e non ha grandi ricordi se non quelli raccontatigli dai genitori che lo
conobbero molto bene…
Si
trasferì in Venezuela negli anni ‘80 perché ingaggiato da una squadra di
calcio professionista del Tachìra, dove conobbe la moglie, e successivamente
giocò, sempre da professionista, a Caracas. Tornato al paese della moglie, con
i soldi guadagnati nel calcio si aprì questo ristorante e un allevamento di
galli, quest’ultimo, a suo dire, molto più redditizio del ristorante. Gli
chiedo di raccontarmi un po’ la storia di questo gioiello di paesetto e scopro
che l’attuale nome del paese ha solo 101 anni, pari all’età dell’albero
di fronte alla chiesa che tanto suggestionò la mia vista!!
Quell’albero
non era un albero qualsiasi ma un “Arbre Saman”, nato da un seme proveniente
da un albero della stessa specie, della città di Maracay, il quale si ergeva di
fronte quella che fù, per qualche mese, la casa di Simon Bolivar.
Prima
il paese si chiamava “Rio de las casas”, proprio come il ristorante di
Roberto.
Qui
non vengono molti viaggiatori stranieri, ma in maggioranza venezuelani, molti di
loro attirati negli ultimi due anni dalla curiosità di vedere i posti dove è
stata girata una telenovela di enorme successo qui in Venezuela.
Il
tempo vola e intanto finisco anche il caffè, parlando di calcio, beh non potevo
non parlare di calcio con uno che ha giocato in serie A, sia pur in Venezuela ma
sempre serie A…J
Pago la cuenta e Roberto mi stringe la mano, esortandomi a ritornare in
Venezuela.
23
Marzo Ho voglia di tornare in
Colombia!!!
Ho
una gran voglia di ritornare in Colombia! Devo ammettere che questa settimana
passata in Venezuela non ha minimamente intaccato la mia inclinazione verso quel
paese. Ho capito che la Colombia mi attrae di più, le persone sono amabili e
ospitali come poche, forse perché ancora poco abituate al turismo, e sono più
aperte e disposte all’ospitalità e al dialogo. In Venezuela vorrei tornarci
con calma, per girarmelo con più tempo e conoscerlo più a fondo, perché
ci sono moltissime cose ancora che mi intrigano del paese di Chavez.
I
Colombiani hanno risorse turistiche, storiche e naturalistiche sconfinate, ma
vivono la grande sfortuna di essere continuamente accostati agli aspetti
negativi della Colombia, a quelle cose cioè per le quali la Colombia è
divenuta tristemente nota al mondo intero, come il narcotraffico el il mito di
Pablo Escobar, la guerriglia tuttora presente anche se in netta ritirata e i
paramilitari sempre in lotta contro l’esercito e il governo centrale. Insomma
una situazione politica e sociale veramente drammatica.
Loro
soffrono questa etichetta di paese poco sicuro e fanno del tutto per apparire
diversi da quello che pensa l’opinione pubblica.
Amano
la propria terra e la propria cultura e sono felici quando una persona arriva
nel loro paese per conoscerlo. Sono fortemente riconoscenti verso chi,
fregandosene degli spesso inutili moniti a non avventurarsi in Colombia per
turismo, decide invece di conoscere il loro bellissimo paese.
E
così alle 5.30 esco dalla pensione e con un taxi in 5 min sono al terminal dei
bus.
Oggi
non ho voglia di sbattermi in lunghe ed interminabili peripezie per ritornare in
Colombia, e per questo decido di prendere un collettivos (solita Chevrolet
Scassata) solo per me, che mi porta direttamente in territorio Colombiano e
precisamente a Cucuta.
Non
mi và di prendere un bus fino a San Antonio e poi un altro bus e poi un altro,
un altro…bla bla bla…. oggi mi voglio proprio rilassare….e poi non spendo
molto di più che se andassi in bus.
Comunque
per chi decidesse di passare il confine Colombiano per dirigersi a Cucuta, è
preferibile dormire per poi ripartire la mattina dopo direttamente da San
Antonio del Tachìra (ultima città di confine venezuelana), perché lì si
possono sbrigare con calma le pratiche di migrazione presso la sede della DIEX
in loco, per poi andare, volendo anche a piedi, presso gli Uffici della DAS
colombiana per farsi vistare il passaporto in ingresso e da li poi prendere un
bus per Cucuta.
L’autista
mi lascia davanti ai due uffici immigrazione, in quelli della DEIX Venezuelana a
San Antonio, dove pago 38.000 bolivares in marche (si comprano nell’officina
di cambio di fronte agli uffici) e in quelli della DAS colombiana.
Alle
08.30 sono a Cucuta, dove salgo subito su una Buseta della linea Cooptmotilon
(34.000 p.) direzione Bucaramanga!!
Sono
7 ore di curve sulla sierra della regione di Santander e la strada si inerpica
su per la montagna sino a tremila metri, passando per la scenografica città di
Pamplona che avrebbe meritato sicuramente una visita. Gli altopiani che si
incontrano sono molto belli cosi come tutto il paesaggio intorno è molto
suggestivo: mandrie di vacche e campesinos in abbigliamento tipico andino
completano il quadro.
Dopo
una sosta per mangiare, scendiamo le ripide discese verso Bucaramanga con tempi
da mille miglia!! L’autista è un pazzo e non sò come faccia a sorpassare con
tanta tranquillità in prossimità di curve ceche e di scarpate da capogiro!! Da
ritiro patente!
Comunque
alle 15.30 sono a Bucaramanga e vado direttamente all’Hotel Balmoral (camera
con aria condizionata e bagno 35.000 p.), consigliatomi da Beatriz, una mia
amica di Bucaramanga, un po’ rumoroso ma va bene lo stesso.
Incontro
così Beatriz ed il suo amico di San Gil, Mario, insieme al quale gestisce, nel
tempo libero da impegni universitari, un agenzia di sport acquatici come rafting
e canoa e anche meno acquatici come il parapendio.
Conosco
la famiglia di Beatriz che mi accoglie con l’ospitalità che si riserva ad un
figlio.
Sono
una famiglia molto numerosa!! Oltre alla madre dolcissima ed al padre, ci sono
anche le sue tre sorelle, Laura, Maria Fernanda detta Mafe e la più grande che
vive temporaneamente nella loro casa con il marito avvocato e i suoi due bimbi.
Il maschietto, una peste, e la femminuccia, la dolcissima e meno pestifera
Juliette.
Stasera
Beatriz e Mafe mi portano a mangiare tipico, e io da buon italiano amante della
buona cucina non dico certo di no J…
è una piacevolissima serata con tanto di accompagnamento canoro di un trio che
intona canzoni tipiche.
24
Marzo San Gil e Barichara
Alle
10.30 sono già sul Bus della Cotrasangil (15.000 p.) direzione San Gil.
Parto
un po’ tardi per fare Rafting…. Arrivo a San Gil alle 13.30 ed il tempo, un
po’ piovigginoso, non è il massimo per fare rafting, così salgo al 2° piso
nell’ufficio di Mario e con la segretaria, beccata in pieno almuerzo mentre
era intenta a sbranare mezzo pollo fritto, avvisiamo Mario via radio che almeno
per oggi non farò rafting J….
Poco male perché sono molto incuriosito di andare a visitare Barichara!!
Barichara
dista un ora circa da San Gil e ci arrivo con un bus, sempre della linea
Cotrangil (3000 p.). Lungo la strada, guardando dal finestrino, si gode di dolci
colline color ocra, un colore veramente raggiante di tonalità calde.
penso
che se fossi stato un pittore, avrei fatto cenno all’autista di fermarsi e
sarei sceso piantando il mio treppiede e con la tavolozza dei colori avrei
dipinto le mie emozioni molto meglio che con le parole.
Salgono
due campesinos a bordo, con tanto di macete e di sporta piena di cianfrusaglie,
talmente sporchi di terra e unti di sudore, da non avere nemmeno il
coraggio di sedersi accanto a qualche passeggero.
Barichara,
dopo aver visto San Pedro del Rio, si rivela un’altra perla di bellezza e di
architettura che riesco a vedere in pochi giorni!!. Due scelte di viaggio
veramente azzeccate, sono soddisfatto!!. Ci voleva proprio, dopo la delusione
del teleferico!!
Mi
piace passeggiare e fare tante foto, delle sue strade lastricate della loro
pietra locale, e delle sue case in stile coloniale.
Barichara
è un piccolo gioiellino, retaggio di un passato così lontano nei ricordi della
gente ma ancora così palpabile nell’aria, al punto che tutto qui sembra
essere rimasto come un tempo….
Le
strade, le case e l’atmosfera mi fanno immaginare per un attimo di vivere
l’epoca dei Conquistadores spagnoli, in groppa al mio cavallo e con un bel
cappello da vaqueros. D’altronde qui, tutti mantengono proprie le abitudini un
po’ agresti, ed io mi sento uno di loro J.
Le
chiese in pietra di Barichara sono bellissime, specialmente la cattedrale che
domina la piazza principale vale da sola il viaggio. Emana un colore che, man
mano che si avvicina l’ora del tramonto, diventa sempre più strabiliante.
Faccio
due chiacchiere con un simpatico vecchietto di un negozio di artesania, che mi
racconta un po’ del paese e del carattere della gente che lo popola. Un
carattere riservato, rustico, ma estremamente rispettoso ed ospitale con gli
altri. Mi dice: “qui il viaggiatore si sente come a casa, può avere tutta la
tranquillità, la cordialità e l’ospitalità che cerca, ma soprattutto non
correrà mai il pericolo di essere derubato o che gli capitino altre cose
spiacevoli, perché la gente qui lavora i campi e alleva bestiame ed è molto
dignitosa”.
Non
posso che dare ragione al simpatico vecchietto J,
e dopo un po’ lo saluto e me ne vado.
Stanotte
sono al “Babilonia”, una discoteca sul monte proprio di fronte Bucaramanga,
lungo la strada per l’aeroporto. E’ un bel locale per ballare e la terrazza
esterna, che affaccia sulla città illuminata in lontananza, la rende veramente
particolare.
Sono
le 4.00 e ce ne torniamo verso casa…
25
Marzo Bucaramanga
Oggi
dedico la giornata alla visita di Bucaramanga (http://www.bucaramanga.com/).
Mi sveglio molto tardi stamattina e passo la giornata passeggiando per le strade
e guardando le vetrine del centro storico.
Bucaramanga
non ha niente di particolarmente importante da poter richiamare orde di turisti,
e questo già mi piace J
. Ha le caratteristiche vibranti di una grande città ma allo stesso tempo
mantiene una sua anima provinciale. Tutto qui è misurato, dal traffico mai
troppo eccessivo, al clima mite e mai troppo caldo, alla gente sempre sorridente
e cordiale.
Poi
è una città molto giovane, grazie ai suoi atenei universitari nei quali
vengono a studiare da tutta la Colombia ed è anche molto ricca di verde
pubblico (la chiamano la città dei parchi).
Inoltre
di tutte le città che ho visto fino ad ora mi sembra anche tra le più ordinate
e pulite in assoluto e pure i suoi cittadini sono sempre discretamente composti
e molto distinti nel vestire.
insomma
ci sono diverse cose di questa città che mi piacciono, uno di quei posti in cui
vivrei molto volentieri.
Mi
godo con tutta tranquillità il pomeriggio per poi andare a casa di Beatriz a
fare due chiacchiere in spagnolo con la sua dolcissima famiglia.
Ci
mangiamo una pizza stasera (ne ho proprio voglia!!) e la serata scorre
piacevolmente bevendo Peroni…. Si, proprio tutto italiano stasera, dalla pizza
alla birra!! J
26
-27 - 28 Marzo San Andres
26/3
Nei
giorni scorsi, ho pensato molto alla possibilità di passare tre quattro giorni
in completo relax su un isola dei carabi. Inizialmente ero tentato da Los Roques
in Venezuela, ma poi per difficoltà di acquisto del biglietto on-line e anche
perché mi sembravano isole troppo esclusive, da coppietta in luna di miele, ho
deciso di dirottare le mie scelte verso San Andres (http://www.sanandres.com),
un isola colombiana che si trova a
largo del Nicaragua. Ieri mattina appena uscito dalla pensione ho fatto il
biglietto in un officina di Aerorepublica ed
ora parto!!
Decollo
dall’aeroporto di Palo Negro e verso le 15 sono a San Andres, dopo aver fatto
prima scalo a Bogotà. Nel volo di avvicinamento a San Andres è bellissimo
vedere dall’alto il canale di Panama e poco dopo anche il paradisiaco Cayo
Bolivar .
Arrivato
sull’Isola già il sole picchia forte e senza prendere taxi mi incammino
subito sull’Avenida Las America direzione Posada Dona Rosa (la più economica
ma anche molto ben tenuta), ma purtroppo niente posto!!
Continuo
a camminare fino ad arrivare all’Hotel Mary May Inn. Avevo un mezzo accordo
telefonico con la signora titolare dell’Hotel, con la quale concordammo il
prezzo di 35.000 p. (camera con acqua calda e aria condizionata), ed infatti,
appena arrivato, mi riconobbe subito….. Alessandro!?!? … a la orden senora J!!
Sono
soddisfatto di quest’alberghetto!! Mi sembra di stare in famiglia.
Nell’atrio al pian terreno, che è anche la loro camera da pranzo, domina il
ritratto della mitica Mary May Inn, che in pratica è la bisnonna della signora
che mi affitta casa e che è morta nel ’71 all’età di 101 anni!! Il marito
della signora è proprio un personaggio, si muove con la lentezza di un bradipo
ed è di un distinto da far invidia ad un lord inglese, inglese come la lingua
che parla, alternata allo spagnolo. Lui tiene i conti della pensione mentre la
figlia, una negretta un po’ pienotta e sempre sorridente, fa le pulizie delle
camere in modo perfetto direi!! Il capofamiglia mi dà il benvenuto e mi mette
subito di fronte ad una scelta: ci sono due camere a disposizione, la migliore
di queste però ha un problema…..
Insomma
il problema era che la finestra di quella camera dava nel cortile del vicino di
casa, che aveva un gallo che avrebbe iniziato a cantare dalle 5.00 della
mattina!!
Insomma
quale scelgo?
Le
camere mi sembrano ambedue dello stesso livello e non noto grandi differenze in
confort, sicché decido per la stanza senza gallo, per la gioia mattutina dei
miei padiglioni auricolari!!
Lascio
il mio zaino e vado diretto alla spiaggia, dove ad attendermi c’è un mare
incredibilmente dipinto di colori bellissimi, dal turchese all’azzurro al
verde cristallino, un vero spettacolo!!
Dopo
aver passeggiato per il lungomare del centro cittadino, prendo una buseta (1000
b.) e mi faccio lasciare a San Luis, sulla costa orientale dell’isola, in
prossimità di una delle poche spiagge di sabbia bianca che interrompono una
costa che, per larghi tratti è molto rocciosa.
Particolare
curioso: per scendere dal bus, in qualsiasi posto voi decidiate, basta che
pronunciate, anche a bassa voce, “Parada”, e l’autista inchioda il mezzo
per farvi scendere anche nel bel mezzo di un incrocio.
Mi
rilasso sulla spiaggia di fronte l’Hotel Decameron fino al tramonto….
Finalmente respiro i veri carabi!!
Oltre
al mare stupendo, altre due cose mi colpiscono di San Andres. La prima cosa è
la forte amalgama tra cultura anglosassone e caraibica, derivante dalla lunga
dominazione inglese dell’isola, e che si può riscontrare in molte cose: dalla
lingua, molti di loro infatti sono bilingue, all’architettura che in larga
parte è di stile coloniale inglese.
L’altra
cosa che colpisce è l’eterogeneità di razze differenti che convivono in un
isola così piccola: ci sono dai neri africani, ai bianchi, ai rasta e molti
anche di razza mista. Insomma un trionfo della diversità e allo stesso tempo un
trionfo di integrazione razziale. Le donne qui poi a volte sono di una bellezza
veramente disarmante.
Ceno
con pescado fritto in un ristorante sulla battigia e subito dopo faccio un po’
di vasche sul lungomare, respirando un po’ di brezza marina.
27/3
Oggi
mi sveglio presto e decido di fare il tour combinato dell’aquario, un isoletta
di fronte a San andres ricca di pesci tropicali e paradiso di chi pratica
snorkley, e di Jonny Cay, altra isola lì vicino, ma il tour per oggi devo
rimandarlo, perché stanno “limpiando” le isole in attesa dell’invasione
di colombiani per la settimana santa.
Piccola
digressione: Sembra che La Colombia impazzisca durante la settimana santa e in
quel periodo il pueblo si dà alla pazza gioia!!... evitate di andarci a pasqua,
perché in quel periodo sono tutti in ferie e si spostano molto per fare le
vacanze specialmente al mare, lasciando poche scelte di alloggio per i turisti!!
Rimango
allora in spiaggia e nel pomeriggio vado alla “Piscinita” (bus direzione
cueva) nella costa occidentale dell’isola. La Piscinita è un punto dove il
mare è subito alto e dove ci si può tuffare direttamente da un trampolino, o
scendere dalle scalette per i più paurosi come me J,
e rimanere quasi assaliti da pesci di ogni tipo e colore, che sono così
talmente abituati all’uomo da accostarsi in maniera sfacciata per mangiare il
pane dalle mie mani.
Prima
di rientrare nella mia pensione, mi faccio lasciare dal bus, al cruzeiro per la
cueva del Pirata Henry Morgan, un attrazione turistica molto visitata. Pare che
all’interno della cueva, il famoso pirata dei carabi nascose il suo tesoro e
da allora spira sul luogo un aria
di leggenda. Io il tesoro non l’ho visto, ma in compenso al suo interno ho
visto una gallina che se ne stava beata a covare i suoi pulcinetti… che
teneri!!
Sono
solo in quest’isola ma stasera camminando sulla spiaggia ho conosciuto il mio
più grande amico di San Andres, un perro così buffo ma così affettuoso, che
oramai è diventato la mia ombra e mi segue ovunque io vada. Me lo porterei con
me in Italia se potessi!!! Stasera è serata di incontri, e nell’unico
internet point dell’isola ritrovo due turiste tedesche conosciute in aereo e
con loro passo un po’ di tempo prima di cena.
Stasera
voglio mangiare italiano e mi siedo all’aperto nell’unico ristorante
italiano dell’isola, chiamato “Margherita e Carbonara”. Il nome è tutto
un programma ed io mi faccio portare una bella carbonara. Stasera avevo proprio
voglia di un po’ di carboidrati!!
Dopo
cena incontro di nuovo il mio amichetto con la coda e con lui vado ramingo su e
giù sul solito lungomare, fino a sdraiarci ambedue sul muretto di fronte la
spiaggia… lui ne approfitta per dormire, io invece guardo le stelle.
Su
quel muretto conosco Victoria, una ragazza di Medellin che sedeva non lontano da
me, ancora con i capelli bagnati, in attesa che i suoi amici scendessero
dall’albergo.
Chissà
perché, quando si viaggia da soli, si attira cosi tanta curiosità negli altri.
Come se viaggiare soli fosse una cosa fuori del normale o comunque una scelta
dettata da qualche dilemma esistenziale, da qualche delusione amorosa o da chissà
quale altro misterioso problema J….
Ecco
che allora scattano le classiche domande: “ma sei solo?”…. “come mai
viaggi da solo?”…etc etc, come se fossi un
eroe o un misterioso uomo solitario dal fascino tutto da scoprire e da
analizzare J.
Chiacchieriamo Un paio d’ore in compagnia del cane che intanto dorme e la conversazione prende subito un taglio decadente. Si parla di uomini, di donne, di rapporti e di delusioni d’amore. Ci raccontiamo un po’ le nostre storie, io la mia e lei la sua, e devo dire che in amore è un po’ sfigata, ma alla fine la prendiamo a ridere e prima di salutarci gli dico: stai tranquilla che prima o poi arriverà l’amore anche per te!! ….Adios Victoria y que te vaya bien!!..... Saluto il perro prima di entrare in albergo e vado a dormire.
28/03
Stamattina
solita colazione alla caffetteria dell’Hotel Casablanca (l’unica aperta alle
7.30) e verso le 9.30 vado nell’officina della cooperativa di lanceros che si
trova sulla spiaggia di fronte al centro cittadino e pago il biglietto
giornaliero per Acquario e Jonny Cay.
Monto
sulla lancia e in 10 min. siamo nell’Aquario. Il reef non è tra i meno
battuti dei caraibi ma non per questo è meno bello di altri e meno popolato di
pesci…
Riesco
a vedere con molta facilità una miriade di pesci colorati, due mante
grandissime che volteggiano leggiadre e dulcis in fundo il mito dei mari… si
proprio lui, “el Tiburon”!!
Chiamatela
fortuna o sfortuna, a seconda dei punti di vista, ma era proprio uno squalo con
tanto di pinna sulla schiena e dentatura aguzza. Se ne stava tranquillo e beato
sotto una grotta, appanciato sulla sabbia e tutti quanti intorno, increduli a
guardarlo.
Dopo
un ora di immersioni la lancia mi viene a prendere e mi porta a Jonny Cay.
Jonny
Cay è la classica isola caraibica che ci si immagina, con playa bianchissima,
mare cristallino e palme da cocco. Sull’isola ci sono tre quattro chioschi
ombreggiati dove è possibile mangiare pescado e sorseggiare cocoloco e
pinacolada.
Faccio
il giro dell’isola nuotando con la mia maschera e mi fermo su una scogliera
sul versante opposto alla playa, dove si gode di maggiore tranquillità. Siamo
in pochi qui e tra quei pochi, faccio amicizia con una famiglia colombiana della
regione cafetera di Quindio, in Colombia centrale, e con loro passo il
pomeriggio.
Prima
di prendere la lancia di ritorno verso San Andres, ci congediamo con baci ed
abbracci come fossimo parenti e con Maria Cecilia ci diamo appuntamento per il
dopocena a San Andreas per bere qualcosa insieme.
Ci prendiamo una capirina da Manolo, un locale sul mare, ci facciamo quattro chiacchiere, un po’ di vasche e ce ne andiamo a dormire presto, perché ambedue abbiamo voglia di svegliarci presto per fare snorkley alle prime luci dell’alba.
29/03
La
mattina alle 6.00 ci incontriamo in spiaggia io Maria Cecilia e la madre e ci
tuffiamo in acqua ancor prima di fare colazione e a nuoto raggiungiamo una zona
ricca di pesci.
Il
solo sta uscendo e filtra nell’acqua illuminando pian piano il fondale. È
proprio una bellissima alba!!!
Facciamo
colazione tutti insieme e verso le 10.00 ci salutiamo affettuosamente, con un
briciolo di malinconia, perché io alle 13.00 ho l’aereo per tornare in
Colombia e molto probabilmente non ci rivedremo più… ma nella vita non si sa
mai!! Siete proprio una bella famiglia….grazie mille della vostra compagnia!!
Prendo
le mie cose dall’Albergo e saluto la dolce titolare, non prima di aver bevuto
l’ennesimo caffé fatto da lei. In tre giorni credo di avergli terminato tutte
le scorte di miscela, ma era tappa fissa in ogni ora del giorno…. Ehh si!...que
rico il caffésito della senora!!
Adios
San Andres… sarebbe bello rimanere a vita sulle tue bianche spiagge ma
purtroppo devo andare!! Saluto la Isla, che diventa sempre più piccola vista
dalla finestrella del mio aereo e me ne torno a Bucaramanga.
Perché
torno a Bucaramanga?.... in effetti ho in mente ancora tante cose da fare prima
di tornare a Roma: ho in programma di visitare Medellin, che dicono essere una
città bella e vivissima, ho in mente di tornare nella costa caraibica, questa
volta però verso il confine con Panama alla ricerca di posti piu escondidi, ho
in mente anche di passare gli ultimi giorni sul pacifico vicino Buenaventura.
Insomma sono tante le cose che vorrei fare, ma proprio perchè tante, alla fine
rischiano di diventare troppe!!
Mancano
solo tre giorni scarsi alla mia partenza ed io ho una gran voglia in questi
ultimi giorni di calarmi ancora di più nella realtà colombiana, cercando di
trascorrere le giornate nello stesso modo in cui le trascorrono loro e di
sentirmi come un loro conterraneo… quale posto migliore per sperimentare tutto
questo se non Bucaramanga?
In
aereo da Bogotà a Bucaramanga conosco Joanna, una ragazza che mi siede accanto
e subito diventiamo amici, chiacchierando in quei 40 minuti di volo che dividono
le due città.
All’uscita
dell’aeroporto lei vuole aspettarmi a tutti i costi e con il fratello, che
l’aspettava di fronte all’uscita, mi accompagnano in città per farmi risparmiare
i soldi del taxi.
Lei
ed il fratello sono di una gentilezza unica! In Auto si parla di musica, di
sport, di viaggi, di Italia ma anche molto di Colombia!! Si fermano a Giron, una
graziosa e storicamente importante città coloniale alle porte di Bucaramanga,
ed insieme scendiamo dall’auto per fare qualche foto alla bellissima
cattedrale illuminata e alle residenze coloniali che
delimitano la piazza centrale. Mi raccontano in breve la storia di Giron
e dopo aver chiacchierato un po’, seduti su una panchina della piazza, mi
accompagnano in albergo, strappandomi la promessa di rivederci prima che io
parta per l’Italia.
30
– 31 Il viaggio volge al termine
Questi
in genere sono i giorni più tristi del viaggio, quei giorni in cui si fanno i
consuntivi delle esperienze vissute in un mese lontano da casa. Tutto il viaggio
in questi ultimi giorni scorre nella
mia testa come un film. Comincio a ripercorrere
tutte le emozioni vissute, dalle prime condivise con Gualtiero e che ora
mi sembrano così lontane nella mente, alle ultime ancora vibranti dentro di me.
Sono
i giorni in cui mi sento svuotato e triste perché in fondo ci stavo bene qui e
mi sentivo come a casa. Mi sono oramai così integrato da sentirmi uno del
pueblo, un colombiano in tutto e per tutto. Quando conosci la storia di un
popolo, conosci le loro abitudini, apprezzi le loro qualità e hai la fortuna di
conoscere persone che ti fanno sempre sentire uno di loro e mai un viaggiatore,
cominci a capire che in realtà non esiste un luogo geografico preciso nella
terra dove sia più giusto vivere.
In
questo momento mi sento cittadino colombiano, come ugualmente mi sento italiano
in Italia. Ma mi sono sentito anche costaricense in Costarica, salvadoregno in
El Salvador Nicaraguense in Nicaragua, Guatemalteco in Guatemala e cosi via, per
tutti quei paesi nei quali mi sono sentito a casa mia e mai forestiero e che mi
hanno profondamente emozionato.
A
Bucaramanga riprendo i ritmi che avevo lasciato prima di andare a San Andrei:
stesso albergo dove dormire, stessa caffetteria la mattina per fare colazione,
dove tutti mi sorridono contenti di rivedermi, stessi amici e stessa
accoglienza.
Insomma
mi sento a casa qui e sono molto contento di passarci i miei ultimi giorni di
viaggio!!
Sono
due giorni belli ed intensi che passo a Bucaramanga e nella regione circostante,
dove ci sono sicuramente dei luoghi e una natura assolutamente da non perdere
per chi si trovasse a passare di qui.
La
sera prima di partire, festeggiamo il compleanno della mamma di Beatriz nella
sua casa, con tutta la famiglia riunita attorno alla torta e con tanto di
coretto di buon compleanno in spagnolo!!
Lei
ha sempre lavorato come assistente sociale e si è sempre occupata di ospitare
nella sua casa, bambini poveri in attesa di adozione. Uno di questi bambini, che
lei reputava come un figlio perchè visse con loro per più di due anni, venne
poi adottato da una famiglia italiana, guarda il caso proprio di Roma!!
Sapendo
questo, come regalo di compleanno gli prometto che, se riusciva a trovare il
nome della famiglia che adottò il suo bambino, sarei andato personalmente da
loro e gli avrei scattato una foto per inviargliela!!.... questa mia promessa la
intenerisce e mi abbraccia come un figlio.
Rimangono
poche ore alla partenza, e devo dire che mi spiace molto di lasciare questo
paese. Mi passano tante cose per la testa che forse sarebbero troppe per
spiegarle in poche righe. Pensieri, ricordi ed emozioni che resteranno scolpiti
dentro di me per sempre, senza avere il bisogno di scrivere per ricordare….
Ogni
volta mi rimane difficile raccontare l’ultimo giorno di viaggio, perché sono
sempre nostalgico ed arido di entusiasmo. Mi risparmio e vi risparmio quindi,
commoventi epiloghi, in attesa del mio prossimo viaggio!!
Hasta
luego Colombia!!! Credo proprio che un giorno tornerò a trovarti.
Alessandro
Ranucci
Gualtiero Gualtiero.giardina@katamail.comù
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