Viaggio in Cameroun 2007
Diario di viaggio 2007
di Virna
Intanto
devo dire che la scelta di questo paese è stata un po’ un
"ripiego", troppo cari i voli per le altre destinazioni che
avevamo in mente, però era un posto che era nella nostra lista da tempo percui
avendo avuto l’occasione di conoscere una persona che ha dei contatti sul
posto si è deciso di andare.
Come
è ormai tradizione il viaggio è iniziato male con lo sciopero
della compagnia aerea, air France, e conseguente partenza ritardata di un
giorno, volo Royal Air Maroc per l’andata e Air Fance per il ritorno. Sono le
uniche compagnie che fanno la tratta, costo del volo 850 euro circa. Quindi
partiamo il 31 ottobre anziché il 30.
Il
nostro contatto italiano ci ha dato una serie di informazioni sul paese due
nominativi da contattare sul posto ed una scheda telefonica del Cameroun per
poter chiamare queste persone. il primo, di nome Patrik, è un ragazzo sui 35
anni che collabora con lui per lavoro. Lo contatto prima della partenza per
spiegargli che arriveremo con un giorno di ritardo e che ci conosceremo quindi
all’aeroporto, lui ci ospiterà a casa sua durante la nostra permanenza a
Douala, è la prima volta che ci capita di essere ospiti in casa di qualcuno che
non conosciamo in un paese straniero. Patrik ci viene così a prendere
all'aeroporto, con un cugino che ci eviterà una serie di controlli
all’uscita, e ci porta a casa
sua, una bella villa in un quartiere fuori dal centro. La casa è grande, basic
e pulita. Ci assegna una stanza con
bagno che pagheremo 5 CFA al giorno. Al mattino dopo durante la colazione con
baguette e croissant, nel migliore stile francese, gli spieghiamo il nostro
itinerario ed ascoltiamo i suoi suggerimenti. Si metterà in contatto con
Gabriel, l’altro amico del nostro contatto italiano, che fa la guida nel nord
per organizzare il giro di quella parte del paese ed al nostro ritorno poi ci
accompagnerà a visitare l'ovest, zona da cui proviene. Ci mettiamo subito in
pista per cambiare i soldi e prenotare il treno per 'Ngondorè città che si
trova al centro del Cameroun dove ferma il treno e da cui prenderemo poi un bus
per Marua. Attraversare Douala è un inferno! Macchine e moto ovunque, strade
piene di buchi fango e acqua, in alcuni punti della città si formano code ed
ingorghi che durano ore un inquinamento bestiale! Purtroppo non è una città
particolarmente interessante nemmeno nella zona centrale. Molto grande, ricco e
variopinto il mercato centrale, tipicamente africano. Incappiamo in qualche
problema per la prenotazione del treno per 'Ndorè che bisognerebbe fare 48 ore
prima. Per fortuna Patrik parla con un paio di amici e la cosa si sblocca, così
domani andremo a Youndè, la capitale, per prendere il treno per il nord.
Degno di nota, nei vari giri per la
città, il pranzo a base di carne alla griglia e polpette di farina di fagioli
fatto per strada. Niente di male nemmeno i pesci arrosto consegnati direttamente
a casa per la cena.
Patrik
è un ragazzo molto gentile e disponibile, parla correttamente francese ed
inglese, molti in Cameroun vista la doppia dominazione sono bilingui, durante la
cena ci racconta di lui, della sua famiglia, del suo lavoro e delle sue
ambizioni. Conosciamo anche suo fratello Serge ed un paio di cugini che
condividono la sua grande casa.
01/11/07
Patrik,
il mattino dopo, ci accompagna in
bus fino a Youndè, da dove prenderemo il treno, nel caso ci fossero dei
problemi. Quello che a noi sembrava un eccesso di zelo si è rivelato solo una
buona conoscenza di come vanno le cose nel suo paese. Infatti a Youndè la
nostra prenotazione non era arrivata. Con molta pazienza e calma Patrik dipana
la matassa dei posti scomparsi che, per fortuna, ricompaiono. Così, dopo un
breve giro nei dintorni della stazione, prendiamo possesso della nostra cabina
di prima classe a 2 letti. Ci servono anche la cena in “camera” per 7.500
Cfa. La partenza è alle ore 18, arrivo previsto verso le 10,30 circa per 840
km, salvo deragliamenti, che pare non siano infrequenti. Il viaggio non è male,
il treno si ferma parecchie volte
durante la notte in varie località e la ripartenza è tutta uno scossone. Nella
notte rimaniamo bloccati per alcune ore a causa di un treno merci che ci
precedeva e che ha perso il carico. Il paesaggio ed i villaggi che ci sfilano
davanti sono sempre diversi tra loro. Ad ogni fermata gruppi di venditori
ambulanti si precipitano verso il treno con le loro poche mercanzie. Banane,
mandarini, yucca, arachidi ma anche carne appena macellata ci vengono offerti
attraverso i finestrini. Arriviamo,
quindi, a 'Ngaundorè nel pomeriggio e qui conosciamo Mirelle, una ragazza molto
simpatica dell'ufficio del turismo, che ci accompagnerà al bus per Marua e ci
promette di occuparci dei nostri biglietti del treno per il ritorno. Il bus ci
mette quasi 9 ore per arrivare a Marua! Oltre alla strada, non delle migliori,
ed al fatto che sono 510km abbiamo, anche,
dovuto effettuare alcuni stop per consentire ad alcuni mussulmani che
erano sul bus di pregare. Il paesaggio che ci circonda è splendido foresta
rigogliosa e tanti piccoli villaggi di fango. Incontriamo anche delle scimmie
vicino al parco della Bonneè. Arriviamo a Marua
oltre la mezzanotte e Gabriel, la nostra futura guida a cui abbiamo
telefonato strada facendo e Hamadou l'autista, ci vengono a prendere alla
stazione dei bus e ci portano alla "prefettura"
la missione cattolica di Marua, dove passeremo la notte per 5.000 Cfa, bella
stanza con due letti e bagno. Concordiamo subito il programma per i prossimi
giorni e discutiamo sul prezzo dell'auto che riusciamo a spuntare per 20.000 Cfa
al giorno, contro i 30.000 iniziali, più i 5.000 al giorno ciascuno per autista
e guida. Il programma prevede un giro alla cittadina di Yagua che
in questi giorni ospita il
festival dell'etnia Peul con genti che arrivano dal Ciad, dal Niger, dal Centro
Africa ed altri paesi vicini, di cui abbiamo saputo per caso, poi trekking
leggero intorno a Ruhmsiki, Moloko e Pouss con il suo mercato.
02/11/07
Si
parte per Yagua, non prima di aver fatto il pieno di benzina comprandola per
strada da chi la commercia con la Nigeria e la vende a 460 Cfa anziché 610 al
litro! La prima parte della strada è una bella pista di terra rossa in mezzo ad
una vegetazione tipo savana, la seconda per fortuna è una bella strada
asfaltata. Senza grossi problemi arriviamo ad Yagua verso le 12 ed è quasi il
deserto. Fa un bel caldo secco e c'è
pure l'Armatan, il vento del deserto, cerchiamo di capire come si svolgerà il
festival ma le informazioni sono ancora confuse. I Griot, i cantastorie, sono in
attesa all'ombra di una tettoia. Facciamo un giro per il mercato e mangiamo
della buona carne arrostita sulla griglia. Cazzeggio per il paese in attesa che
succeda qualcosa. Yagua è una piccola cittadina con le strade di sabbia al
confine col Ciad bagnata dal fiume Logon che fa da confine naturale tra i due
paesi. Assistiamo al furto delle scarpe di un vecchio Griot che se ne accorge e
corre dietro al ladro, con grande partecipazione dei bambini del villaggio,
acciuffandolo. Arriva anche la polizia, che dopo qualche sonoro scappellotto si
porta via l’incauto ladruncolo. Verso
le 17 inizia il festival con una gara di tiro con l'arco trar gli uomini Peul.
C'è tantissima gente tutta raccolta nel capo da calcio del paese e
l’organizzazione ha il suo bel da fare a contenerla nei ranghi delImitati per
permettere ai concorrenti di eseguire i tiri . Noi ci sediamo in prima fila fra
le autortà Peul dei vari paesi, i più importanti, con le mogli arrivano
direttamente in auto sul terreno di gara. Il nostro amico Gabriel ci presenta ad
alcuni di loro. La gara si svolge rapidamente ed anche se alcuni dei tiratori
sono veramente scarsi il pubblico applaude lo stesso entusiasta. Alla fine tutti
si dileguano sollevando un gran polverone. Purtroppo non possiamo fermaci ad
assistere alle danze tradizionali perché è orma buio e la strada per tornare a
Marua è lunga e dissestata. Questa giornata di "attesa" per un evento
che poi non abbiamo nemmeno visto ci ha però fatto conoscere ed apprezzare
alcune persone del posto come i vecchi Griot, con le loro storie, i tanti
bambini curiosi, il venditore di bibite mussulmano, con la fronte segnate dalle
numerose genuflessioni che ogni volta che passavamo davanti alla sua bottega
aveva sempre una storia da raccontare.
03/11/07
Partiamo
per Rhumsiki nella zona denominata Kapsiki "gente della montagna". Il
paesaggio che man mano attraversiamo passa dalla savana ai campi di miglio rosso
e bianco a quelli di cotone e arachidi. C'è sempre gente sulla strada che
percorre tantissimi kilometri per portare anche solo poche
cose al mercato più vicino. intorno
a Rhumsiki il panorama è bellissimo. Verde e pieno di strani spuntoni di roccia
che ricordano le montagna americane dei film western. Il villaggio è tranquillo
ed è famoso anche per il Sorcier aux crabs, stregone di fama nazionale e non
solo. Anche noi andiamo a fargli visita dopo aver sistemato i bagagli all'hotel
Tour d'argent 7.000 Cfa a notte senza colazione. Il Sourcier legge il furono
attraverso i movimenti di un granchio che viene
chiuso in un otre piena di sabbia e simboli che lui stesso posiziona. Il
granchio si muove al buio e quando il Sorcier apre l'otre interpreta i precorso.
Ci facciamo predire il futuro ed io decido di farmi fare un grigri, un
portafortuna, che mi costerà il sacrificio di un montone e di un pollo per un
totale do 11.000 Cfa, mentre l’interpretazione
del granchio costa 1000 Cfa a domanda. Il vecchio, che ha 94 anni,
dice, attraverso Gabriel, visto che parla solo Fufeldè il dialetto della
zona, che il montone verrà diviso tra i vecchi saggi e le donne anziane del
paese. Il pollo, invece, verrà cucinato per me e lo mangeremo in serata insieme
a lui. Facciamo poi una bella passeggiata dal paese al centro della vallata dove
abitano gli artigiani ed al ritorno ci fermiamo in vari punti per ammirare il
paesaggio e le colline che segnano il confine con la Nigeria. Confine che viene
attraversato quasi tutte le sere dai contrabbandieri che con i muli vanno ad
acquistare quelle merci che in Cameroun hanno prezzi troppo alti per i locali.
Facciamo, poi, amicizia con alcuni bambini del villaggio che
ci raccontano, in francese, le loro storie. Per strada mangiamo degli
spiedini di carne e della frutta. La domenica qui c'è un
bel mercato che è più che altro un luogo d'incontro tra le genti che
vivono sui 2 confini. Infatti parte del mercato è una sorta di
"salotto" all'aperto dove si vende e beve la birra di miglio calda e
si chiacchiera all'ombra di tettoie fatte di frasche, la temperatura supera i 40°!
Al
calar della sera il sorcier ci manda a chiamare per mangiare il pollo
sacrificato. Arriviamo alla sua povera casa percorrendo le strade buie del
paese, di notte solo le grandi città hanno un po' di illuminazione. Davanti
alla sua casa ci aspettano un "notabile", sua nipote che ha cucinato
il pollo ed il bambino che ci è
venuto a chiamare. Delle pietre vengono posate intorno a due contenitori di
terracotta uno, con il pollo cotto in un sugo di pomodoro, l'altro con quello
che loro chiamano couscous ma che è della polenta di mais e miglio. Il sorcier
mi lava le mani con dell'acqua presa da una calabassa, ciotola ricavata da una
zucca, e mi da un bel pezzo di polenta, poi anche gli altri si lavano le mani e
prendono la polenta mentre io inizio ad intingerla nel sugo del pollo e la
assaggio. Mangiare al buio e con le mani una cosa liquida non è molto facile ma
ci riesco e quello che assaggio è davvero molto buono. Gli altri mi imitano ed
in silenzio continuiamo ad intingere la polenta nel sugo e a mangiarla fino a
quando il sorcier mi dice che posso mangiare la carne. Scelgo un pezzo e di
seguito anche gli altri poi lui inizia a parlare con la sua voce stanca. Mi dice
cose bene augurali e mi da una specie di "benedizione" sputandomi,
anzi, spruzzandomi addosso dell'acqua dalle bocca cosa che non mi aspettavo e
che mi lascia un po' stupita. Alla
fine di tutto mi da il mio grigri, un piccolo manufatto, un ciondolo in pelle di
iguana che racchiude erbe e radici, che devo sempre portare addosso e mai
bagnare. ringraziiamo e salutiamo stringendo le lunghe ed ossute mani di
quest’uomo che ci trasmette serenità e pace.
5/11/07
Oggi
da Ruhmsiki a Maga fino a Pouss. La strada fino a Marua è la stessa fatta
all'andata, un po' di asfalto e un po' di terra battuta man mano che scendiamo,
Ruhmsiki è a 1100 mt d'altezza, il caldo si fa sentire di più. da Marua un
altro pezzo di asfalto e poi solo pista! Arriviamo a Maga impolverati fin nelle
ossa, abbronzati di terra rossa. L'albergo scelto, il meno caro a 7.500 Cfa , ma
in realtà ce ne sono solo 2! è un vero disastro. Ha l'impianto idraulico rotto
e così ci fanno lo sconto di 500 Cfa e ci portano due secchi di acqua di pozzo
x lavarci. In questo posto c'è un lago artificiale ed in estate la malaria fa
molte vittime. La guida ci propone di noleggiare una piroga a motore con 30.000
Cfa per andare a vedere gli ippopotami ed un villaggio di pescatori, ma dato che
gli ippopotami li abbiamo già visti
in altri viaggi e che 30.000 Cfa sono ben 45 euro, per una gita di un paio
d'ore, rinunciamo e passiamo il pomeriggio a riposare. Fuori ci saranno 45°! Il
caldo, anche se secco è.... caldo. Le persone che abbiamo conosciuto fin qui
sono gentili, i bimbi ci prendono in giro chiamandoci "Nasara" cioè
bianco. Ci vogliono toccare, darci la mano ma sono intimiditi hanno quasi paura.
In molti ci salutano e cercano un pretesto per fare conversazione. Anche la
nostra guida, Gabriel è una persona squisita, intelligente, attenta ai nostri
bisogni, puntuale e discreta quasi una rarità e non solo in questa parte del
mondo! Prima di andare al mercato di Pouss passiamo sulle rive del fiume Logon,
confine naturale col Ciad. Tantissime donne stanno contrattando l'acquisto di
pesce e miglio. Fanno gli affari prima che la merce arrivi al mercato così
spuntano prezzi migliori. Molte piroghe discendono il fiume cariche di merci e
persone. Le donne puliscono il pesce, che poi verrà messo a seccare, con abilità
consumata è affascinante vederle ripetere gli stessi genti infinite volte.
Proseguiamo lungo il fiume fino ad una specie di accampamento, Gabriel ci spiega
che sono nomadi della pesca, si spostano a seconda della quantità di pesce che
si trova nel fiume fino al lago Ciad. Hanno
poche cose, dei tappeti di
giunco per dormire e mangiare, 4 remi piantati nel terreno delimitano la loro
povera casa e vengono usati per porvi sopra dei teli e zanzariere come copertura
e protezione del sole e delle zanzare. La cucina è comune ed è stata
ricavata scavando un po' il terreno e ricoprendolo con della legna sulla
quale sono poste delle pentole. Vedere come riescono a vivere certe persone mi
lascia sempre senza parole. Il
mercato di Pouss è immenso diviso per aree merceologiche. Sotto un grande
albero si svolgono le contrattazioni per la compra vendita del bestiame. Si
possono fare dei buoni affari nella zona delle reti da pesca usate così come
nella zona dell'abbigliamento usato
proveniente dall'estero. La frutta e la verdura si comprano a
"corpo" 5 guiava costano 100 Cfa, come 10 banane, 10 patate dolci 500
Cfa, stesso prezzo per 5 pezzi di igname. Il riso, come il miglio viene venduto
a ciotole di varie misure, la più grande arriva a circa un kg e 1/2. Non
esistono bilance in questi mercati ma solo misure codificate e quantità.
Compriamo un po' di frutta e un paio di occhiali, che costano l'equivalente di
un euro e poi partiamo per Marua, un paio d'ore di polvere e caldo ci aspettano
prima di una bella doccia alla missione. All’inizio di questo giro abbiamo
deciso, con Gabriel, di non andare a visitare il parco di Waza, molto più a
nord perché, a causa della troppa acqua a loro disposizione in questo periodo,
avremmo poca possibilità di vedere gli animali, leoni, giraffe, gazzelle etc,
che risiedono in questo parco per contro sarebbe una gran sfacchinata arrivarci,
circa 3 giorni di viaggio faticoso su terra battuta. Rientrando a Marua ci
fermiamo a visitare all'ultima casa Mousgoums rimasta vicino a Pouss, 1.000 cfa,
esempio di dell'architettura di quest'etnia di persone di statura molto alta, in
media 1,80 mt. che ormai a causa della complessità del tipo di costruzione non
si fanno più. Questa è stata ricostruita 12 anni fa grazie ad una cooperazione
belga perché non andasse perso questo tipo di abitazione.
La sera del rientro a Marua Gabriel ci invita inaspettatamente a cena a
casa sua. Prima però facciamo un giro per la tennerie, la conceria a cielo
aperto della città, che si trova su una sponda del fiume. Un posto puzzolente
ed un po' inquietante con le sue tante vasche scavate nell'argilla e piene di
pelli di ogni sorta di animale a mollo in acque color fango con uomini
inginocchiati intorno sotto un sole cocente a rimestarle, strizzarle, sbatterle.
La visita costa 1000 Cfa a testa. Giro veloce per il mercato di Marua che è
piuttosto grande ed ha anche una parte dedicata all'artigianato, dove però
vanno a comprare i locali. Non trovando le stoffe che cerco acquistiamo solo
della frutta, non senza contrattare.
La
casa della nostra guida è all'interno di un grande cortile su cui si affacciano
diverse abitazioni che sono formate da 1 o 2 stanze. La parte di cortile
davanti alla casa è in sabbia su cui sono state stese due grandi stuoie
dove ci siederemo per cenare. La cucina è composta da pochi mattoni poggiati al
muro di cinta con sotto dei pezzi di legna e sopra una griglia su cui sono
sistemate le pentole. Dopo che ci siamo seduti per terra ci viene offerta una
calabassa con dell'acqua per
lavarci le mani. Nel piatto ci viene messo un po' di couscous di mais e miglio
ed un po' di carne con del sugo a base di erbette. Il tutto da mangiare con le
mani. Il cibo è buono, forse un pò poco visto che siamo in 5 adulti a
mangiare, e la compagnia è piacevole. La moglie di Gabriel che ha solo 20 anni
ed ha già una figlia di 6, mi regala un vasetto di arachidi tostate da lei
mentre mi confessa il suo desiderio di lavorare come sarta per rendersi un po'
indipendente dal marito, però non hanno ancora abbastanza soldi per comperare
una macchina da cucire.
07/11/07
All'alba
delle 6 inizia il nostro viaggio di ritorno verso Douala. Bus Marua - N'gaundorè
8 ore più treno N'dorè - Yaundè più bus Yaundè - Douala. Alla stazine di N
'dorè ritroviamo la simpatica Mirelle che, come promesso, ci ha riservato le
cuccette sul treno. Le diamo i soldi, 56.000 Cfa, e senza fare code ci porta i
biglietti. Passiamo con lei il tempo di attesa prima della partenza. Ci presenta
le due sue sorelle ed un funzionario della Camrail che ha i figli in Italia così
chiacchierando si fa l'ora di partire. Il viaggio di ritorno è senza intoppi,
ed arriviamo a Youndè alle 10. Prendiamo
quindi il bus difronte alla
stazione ed alle 14 siamo a Douala. Molto bella la parte del viaggio nella zona
montagnosa che arriva fino a 1.300 mt. Pomeriggio al cazeggio
con Patrik ed i suoi amici per organizzare il giro verso l'est del paese
per visitare le Chefferie. In un primo tempo pensavamo di poterlo fare con un
'auto a noleggio ma poi visti i costi e le complicazioni decidiamo di farlo in
bus. Patrik insiste molto per accompagnarci, cosa che da un lato ci fa piacere
ma da un altro ci preoccupa vista la sua scarsa attitudine ai viaggi.
09/11/07
Al
mattino presto cerchiamo un bus per partire per Founbam, ma pare che la maggior
parte parta di sera percui aspettiamo che il bus si riempia. Mai come in Africa
il concetto di tempo è così astratto e privo di significato. Dall’orario di
partenza ci vogliono poi 5 ore di viaggio per
arrivare a Founbam. Il paesaggio, molto bello, è un susseguirsi di bananeti,
piantagioni di ananas e alberi della gomma. La strada è ben asfaltata ed è un
continuo sali scendi. Arriviamo fino ad un altezza di 1.800 mt.dove l'aria si fa
più fresca. Founbam è un villaggio a 1.500 mt.sparso su varie collinette. Le
case sono tute di mattoni a differenza del nord dove sono esclusivamente di
fango e paglia. Le più povere sono di fango e legno a strati alternati ed i
tetti sono ormai quasi tutti di
lamiera, meno ecologici ma più duraturi. Un amico di Patrik ci viene a prendere
alla stazione dei bus per portarci alla missione cattolica dove vorremmo dormire
ma, la sistemazione, per 4.000 Cfa a testa è veramente troppo basic e
squallida. Così optiamo per il motel
complete Adi, che non ha l'acqua
corrente ma solo dei secchi con acqua di pozzo ma per una notte ci accontentiamo
per 7.000 Cfa.... Patrik, invece dormirà a casa di sua madre. Facciamo subito
un giro per il mercato fino al
grande tamburo usato in passato per richiamare gli uomini di tutti i villaggi
Bamoun a prepararsi alla guerra. Intorno bancarelle di amuleti, feticci e
rimedi della medicina tradizionale. Poco più avanti c'è l'ingresso del palazzo
del sultano. Nel cortile una grande statua di un sultano a cavallo e sui muri
che lo delimitano sono disegnate le facce dei 19 sultani della dinastia con le
date di regno e scene di antiche battaglie. Qui nei primi del '900 sono arrivati
i tedeschi, sconfitti poi dai francesi negli anni '30. È ormai buio e ci
prepariamo per andare a cena dalla mamma di Patrik . La signora vive in una
bella casa un po' fuori dal centro
in mezzo ad una bella vegetazione, per arrivarci al buio col solo aiuto della
pila, è un po' un'avventura visto che il sentiero, di terra argillosa, è
stretto, tortuoso e pieno di
buche. Con qualche difficoltà arriviamo. La cena è tradizionale couscous di
polenta di mais bianco verdure tipo biete-erbette con arachidi, che si chiama
‘ndorè e pollo col sugo. Questo è il pasto tipico del Cameroun che si mangia
con le mani, ed infatti non manca sulla tavola la ciotola dell'acqua per
lavarsele prima e dopo. È tutto molto buono, sono colpita dal gusto delle
verdure e mi faccio dare la ricetta dalla signora ripromettendomi di farla a
casa. Durante la cena un sacco di parenti di Patrik vengono a salutarci. Il
tutto, però, dura poco non c'è l'abitudine di stare molto a tavola. Poi
seguiamo Patrik che deve recarsi a fare le condoglianze ad una famiglia di
conoscenti. Così ci ritroviamo a seguire un pezzo di veglia funebre di rito
evangelico. Davanti alla casa del defunto ed intorno alla sua bara sono sedute
decine di persone che cantano inni religiosi in francese ed in dialetto Baumun.
Lo faranno per tutta la notte. Noi restiamo per poco, perchè dobbiamo andare
alla festa per l'insediamento del sindaco a cui parteciperà anche
l'ambasciatore italiano. Arriviamo che lo spettacolo di danze e musiche
tradizionali è già iniziato e facendoci largo tra la folla riusciamo a
raggiungere un ottimo posto vicino sotto al palco da cui facciamo un po' di
foto. Lo spettacolo è interessante, infatti si susseguono sul palco diverso
gruppi locali in questo modo ci rifacciamo di quello perso a Yagua . Alla fine
dello spettacolo decidiamo di raggiungere l'ambasciatore e la moglie per
salutarli così scambiamo due parole con loro ma anche con il sindaco e la sua
simpatica moglie il cui nonno era italiano!
10/11/07
La
mattina è dedicata alla visita dei 2 musei della cultura Bamoun uno creato dal
comune, non molto grande ma ben fatto con una signora molto gentile che ci
fornisce un sacco di informazioni l'altro,
invece, fa parte del palazzo del Sultano. Il Sultano è un'autortà parallela a
quella governativa è il re dell’etnia Bamoun,
amministra la giustizia tradizionale ed è riconosciuto dallo stato.
Questo museo più grande e contiene molte vestigia dei passati sultani peccato
la guida svogliata e distratta. Vediamo anche il Sultano seduto di fronte
all'entrata del palazzo mentre riceve i sudditi ma anche i turisti che hanno
chiesto per tempo udienza. Il cortile è pieno di gente in attesa. Noi ci
accontentiamo di andare a salutare la regina, una delle tante, che è cugina di
Patrik e la troviamo in cucina nell'atto poco regale di
tostare le arachidi. La cucina è quella
tradizionale 4 mattoni dei
pezzi di legno con un pentolone
annerito sopra, niente di più. Facciamo anche giro degli artigiani che qui sono
i migliori del paese in grado anche di riprodurre manufatti di tutti gli altri
paesi africani. Andiamo, infine , nell'atelier di Souliman, amico di Patrik che
ci fa vedere le varie fasi di lavorazione delle maschere e ne compriamo alcune,
non senza contrattare, naturalmente!
Nel
pomeriggio siamo a Bafousam, dove ci aspetta uno zio di Patrik . Lasciamo i
bagagli all'hotel Federal dopo aver trattato sul prezzo da 10.000 a 8.000 Cfa e
poi andiamo a visitare la chefferie, sorta di grande villaggio all'interno della
città, retta da uno Chef che è il proprietario della terra e capo del popolo.
Egli vive al suo interno, le chefferie sono racchiuse da mura o palizzate ed
hanno ingressi imponenti, ed
amministra la giustizia tradizionale dell'etnia Bmilekè. L'ingresso più visita
guidata costa 2.500 Cfa a testa più 1.000 per le foto. La guida ci porta in
giro per la Chefferie per un'oretta dandoci tutte le spiegazioni richieste. È
un tipo simpatico. Le costruzioni per le riunioni "grandi case"sono in
legno scolpito e tronchi di bambù legati insieme, i tetti, una volta di paglia
ora, purtroppo, sono di lamiera, perché danno meno problemi di manutenzione.
Visita certamente interessante che ci permette di conoscere un altro aspetto di
questo paese. Cena con un pesce a testa acquistato davanti ad un bar dove ci
sediamo per bere 2 delle numerose varietà di birre che ci sono qui. Ovviamente
il cibo si mangia con le mani. Spendiamo, in tutto
4.500 Cfa per 2 birre e 2 bei pesci.
11/11/07
Visita
alla Chefferie di Bangjoung. Niente di particolare, meno grande ed interessante
rispetto alla precedente. Ha solo una "grande casa" ricostruita, tra
l'altro da poco, dopo un incendio. Interessante, invece, il museo annesso, ben
ambientato con poche ma significative
cose e realizzato con fondi italiani. Ma il prezzo del biglietto 2.000 cfa più
1.000 per le foto è un po' tanto. Dopo lunghe trattative troviamo un taxi che
ci porta al lago Baleng anche se l’autista non sapeva
dove si trovava. La strada si rivela un sentiero di terra rossa molle e
pieno di buche a causa delle piogge notturne. E’ difficoltoso da percorrere ma
riusciamo ad arrivare al lago che è piccolo e si è formato dalla depressione
di un cratere vulcanico. Il paesaggio è molto bello ma per niente sfruttato.
E’ stata costruita una scalinata per potervi arrivare più agevolmente ma
ormai è in totale stato di abbandono. Anche arrivare alla cascata, di cui
abbiamo letto, è un'impresa. Il
taxista fa mille storie anche se poi si rivela più semplice perché è sulla
strada che porta all'aeroporto, ma lui non l’aveva mai notata! La cascata non
è molto alta ma la gran quantità d'acqua che scarica la rende impressionante.
Infatti i nostri amici restano letteralmente a bocca aperta.
12/11/07
finito
il giro dell'ovest ritorniamo Douala per poi ripartire per Limbè, sul mare,
dove arriviamo ormai che è tardo pomeriggio. Da Douala si prende un minibus
fino a Mutengene poi un taxi fino a Limbè. Già sul minibus sentiamo parlare
uno strano inglese. Infatti la provincia del sud ovest è zona anglofona ed
anche se sono bilingui qui preferiscono parlare inglese, un inglese abbastanza
incomprensibile a dire il vero. Ci fermiamo all'hotel Park hotel Miramar, sul
mare vicino al giardino botanico e concordiamo il prezzo della stanza a 18.000
Cfa con colazione. La stanza è un boungalow discreto circondato da piante. Cena
con il solito pesce alla griglia con birra fresca al porto dei pescatori , down
beach, dove ci sono una serie di chioschi in cui viene grigliato il pesce ed
altri che servono solo le bibite.
13/11/07
Durante
la colazione, un po' scarsa per la verità per i 2.500 Cfa che costa, conosciamo
Maria, una signora veneta che è venuta per dare una mano in un orfanotrofio a
pochi km da Limbè ma che le cose non sono andate proprio come dovevano. Ci
racconta un po' la sua storia e poi ci invita ad accompagnarla nella sua visita
quotidiana all'orfanotrofio. Accettiamo di buon grado e così andiamo a
conoscere una trentina di bambini dai pochi mesi ai 20 anni e le persone che si
occupano di loro. Purtroppo la struttura non ha né luce né acqua corrente come
non ce l'ha, del resto, il villaggio che sorge nelle vicinanze. L'acqua potabile
viene presa da una fontana fuori dall'abitato e per lavarsi c'è il fiume che
scorre lì vicino. Certo da noi un orfanotrofio in queste condizioni sarebbe
impensabile ma qui è più che normale. C'è comunque un progetto spagnolo per
costruirne uno con tutti i servizi, ma non si sa quando.
14/11/07
Giornata
in giro con un taxi contattato in precedenza, fino a Buea, dove inizia il monte
Cameroun ma il tempo brutto non ci permette di vedere granchè. Il panorama è
comunque bello. Palme e una ricca vegetazione ci tengono compagnia durante il
viaggio. A Buea ci sono molte abitazioni lasciate dai tedeschi che le avevano
costruite durante la loro dominazione nel 1910 e fanno una strana impressione in
questo contesto tropicale. Il tempo migliora e ne approfittiamo per farci
accompagnare in una delle spiagge più belle di questa zona. Qui la sabbia è
nera a causa delle eruzioni del monte Cameroun. Facciamo anche il bagno
nell'atlantico che si rivela più caldo del previsto. Giornata molto piacevole
spesi 15.000 Cfa per il taxi tutto il giorno. Rientriamo a Limbè e ce la
giriamo un po’. Non è niente di particolare però è molto pulita e si
respira un'aria molto english, sembra quasi di essere in un altro stato.
14/11/07
Approfittiamo
dell'auto di Maria ed arriviamo fino ad Idenau che è l'ultimo villaggio del
Cameroun da cui partono i traghetti per la Nigeria e qui vediamo l'arrivo di
molte barche cariche di pesce. L'attività è frenetica. Il pesce viene portato
agli affumicatoi e ai congelatori per poi essere smistato nel resto del paese.
Anche questa gita si rivela interessante perché ci permette di vedere ancora un
pezzo di questo bellissimo paese. Ceniamo insieme a Maria, che saluteremo il
giorno dopo, nel solito posto dei chioschi di cui ormai siamo habitueè.
16/11/07
Si
torna a Douala a recuperare le cose lasciate a casa di Patrik. Un giro al
mercato dei fiori/artigianato per gli ultimi acquisti un’ultima scorpacciata
di pesce e poi i saluti a Patrik ed ai suoi parenti ed amici che ci hanno tenuto
compagnia ed aiutato in questi giorni africani,
prima
di correre all’aeroporto.
Notizie
pratiche
Il
Cameroun, come spesso accade in Africa è un paese caro per quello che offre. Il
cambio è 1 € = 655 CFA.
Il
costo degli hotel basic, fatiscenti e spesso senz’acqua corrente è sui 7000
CFA, senza colazione.
Si
mangia per strada con 5.000 CFA, in due, bevande comprese, solitamente un pesce
alla griglia o della carne arrostita. In questi posti non ci sono mai le posate
e il pane lo si compra in boulagerie.
Il
treno, carrozza con 2 letti a castello, per N’gandorè 56.000 CFA per due
persone a tratta.
I
bus, a seconda del tragitto, dai 4.000 CFA in su
Il
noleggio di un’auto dipende dalla bravura nel contrattare è tra gli 8.000 ai
10.000 CFA al giorno.
Le
guide chiedono 5.000 CFA al giorno, si aggiustano loro per mangiare e dormire.
Virna