Il resoconto di viaggio di seguito riportato è in realtà il testo scritto per la traccia audio di un video racconto pubblicato all’indirizzo www.aldolardizzone.it/australia.htm del viaggio fatto nell’agosto del 2006 in Australia.
Lo scritto è comunque valido per chi volesse farsi una rapida idea dell'itinerario, se invece si volesse approfondire la conoscenza del viaggio, godendo anche del racconto visivo, ci si potrà collegare al suddetto indirizzo dove si trova anche una cartina con il percorso coperto.
L’Australia è una nazione-continente prevalentemente disabitata: estesa quanto l’Europa ha una popolazione pari a un terzo di quella italiana.
Tra i luoghi che toccheremo in questo viaggio vedremo in particolare la bella e cosmopolita Sydney; la costa dell’est con le lussureggianti Whitsunday Islands; il centro dalle tinte ocra con l’imponente Ayers Roch e per finire, dopo tanto deserto, il verde Kakadu National Park.
La scoperta dell’Australia si deve al navigatore britannico James Cook che approdò con la nave Endevour, nel 1770, in un luogo poco distante dall’attuale Sydney.
Grazie a un’immagine satellitare vediamo la straordinaria baia naturale di Sydney che si estende nell’entroterra per circa 20 km.
Due promontori situati all’inizio ne segnano il confine con l’oceano Pacifico.
Questa prima parte della baia è quella più spettacolare.
Diverse compagnie di traghetti collegano il centro cittadino con varie località situate sulle due sponde.
Il Circular Quay è la zona più caratteristica della città; qui si trova la Sydney Opera House, un gioiello d’architettura che, nella sua parte esterna, ricorda una conchiglia.
Per la sua costruzione ci son voluti ben quattordici anni, dal 1959 al 1973.
Oggi rappresenta uno dei templi mondiali dello spettacolo; ogni anno, all’interno dei suoi innumerevoli auditorium, vi vengono allestite oltre 3000 rappresentazioni.
Poco distante dall’Opera House c’è l’altro simbolo della città, l’Harbour Bridge, detto anche “il vecchio attaccapanni”.
Il ponte unisce la città collegando le due sponde della baia.
The Rocks, è un quartiere storico e turistico; nel passato, dopo esser stato il primo insediamento europeo a Sydney, è stato caratterizzato dai tanti magazzini sorti in seguito all’attività portuale.
La monorotaia è un singolare mezzo di trasporto che, grazie alla sua elevazione dal livello della strada, permette una visione panoramica della città.
L’acquario di Sydney raccoglie tutti gli esseri viventi che popolano i mari australiani.
Per mezzo di tunnel trasparenti sottomarini, che attraversano delle vasche oceaniche, si possono ammirare da vicino e in tutta sicurezza svariati esemplari di temibili squali, oltre a diverse razze e pesci di grosse dimensioni.
Anche la colorata barriera corallina è ben rappresentata.
Tra i sobborghi molto rinomati di Sydney c’è Bondi.
La sua spiaggia, situata sull’oceano Pacifico, è frequentata da numerosi surfisti; questi vi passano intere giornate attratti dalle apprezzabili onde oceaniche.
BRISBANE
In una riserva naturale appena fuori Brisbane si può vedere da vicino un gran numero di Koala.
Questi marsupiali dallo sguardo piuttosto assente si trovano principalmente lungo costa orientale dell’Australia.
L’esistenza dei Koala è strettamente legata alla presenza di eucalipto di cui vanno ghiotti.
Un altro marsupiale presente nel parco è il Canguro.
Il suo andamento a salti gli permette di coprire lunghe distanze con un minimo consumo di energie.
La maggior parte delle specie è erbivora.
I canguri sono poco prolifici; partoriscono un figlio alla volta e quando questo viene alla luce resta nel marsupio della madre fino al quinto o sesto mese.
Anche il Vombato è un marsupiale ma, contrariamente al suo parente koala, vive in tane da lui stesso scavate.
Il Casuario australiano è un uccello inetto al volo con una spiccata capacità nella corsa.
Concludiamo la visita della riserva naturale di Brisbane con i Lorikeet: simpatici pappagalli con i colori dell’arcobaleno.
Con una breve navigazione in traghetto, da Hervey Bay raggiungiamo Fraser island: isola formatasi con un accumulo di sabbia avvenuto nel corso dei millenni.
Il suo interno è prevalentemente ricoperto da una fitta foresta tropicale.
Fraser Island è la più grande isola di sabbia al mondo; è lunga 120 km ed è percorribile solo con mezzi fuoristrada 4x4.
Lungo la costa si trova il relitto del Maheno, una nave passeggeri trascinata a riva da un ciclone.
La formazione rocciosa di Indian Head è il punto panoramico più bello di tutta l’isola.
Da quassù si possono ammirare molti dei grossi abitanti dell’oceano: oltre alle mante anche balene, delfini e squali.
Il lago Wabby, situato all’interno dell’isola, è raggiungibile con un breve trekking.
Il percorso prevede l’attraversamento di un’imponente collina sabbiosa.
Il perimetro del lago per una buona parte è costituito da una foresta di eucalipti.
Nelle sue verdi acque è facile scorgere enormi pesci gatto.
Un lago dall’acqua trasparente, situato sempre all’interno dell’isola, è il McKenzie; sicuramente è lo specchio d'acqua più suggestivo di Fraser island.
Da Hervey Bay, da metà luglio a fine ottobre, partono le escursioni in mare per vedere le balene megattere lungo la loro rotta migratoria.
In questo periodo è molto facile avvistare branchi di questi enormi cetacei.
Le megattere sono le balene più agili e spesso compiono spettacolari balzi fuori dall'acqua.
Questi esemplari sono caratterizzati da lunghe pinne pettorali; il loro peso varia dalle 30 alle 40 tonnellate e la loro lunghezza media è di 15 metri.
Spesso emergono col muso come a volersi guardare attorno.
Una crociera di alcuni giorni in barca è l’ideale per scoprire l’affascinante arcipelago delle Whitsunday Islands.
Anche James Cook, quando navigò per la prima volta in questi mari, rimase particolarmente colpito dall’ambiente naturale.
Le acque circostanti costituiscono una riserva marina naturale e fanno parte della grande barriera corallina.
Le isole, raggiungibili da Airlie Beach, sono più di 90 e la maggior parte di esse è disabitata.
Le Whitsunday Islands in realtà sono le sommità di montagne sommerse, circondate da banchi corallini.
Nell’isola più grande, che ha lo stesso nome dell’arcipelago, si può raggiungere con un breve trekking un punto d’osservazione a circa 400 m. s.l.m.
Da qui si può godere di una vista panoramica a perdita d’occhio.
Su questa isola si trova la spiaggia più bella di tutto l’arcipelago: è Whiteheaven beach: è lunga 6 chilometri, ha una finissima sabbia bianca ed è lambita da un’acqua molto trasparente.
Magnetic Island è una piccola isola a forma triangolare, distante 8 chilometri da Townsville.
L’isola, molto verde, è caratterizzata dalla presenza di enormi massi di granito.
Non c’è molto affollamento ed è per questo che alcune spiagge invitano alla pratica del naturismo.
Tra i rami degli eucalipto può capitare di scorgere dei koala: Magnetic Island è infatti la più grande riserva naturale d’Australia di questi teneri animali.
Il cuore rosso dell’Australia, nella zona della cittadina di Alice Springs, è parte della vasta regione interna, denominata Outback, quasi del tutto inabitata e caratterizzata da pianure, deserti e piccoli rilievi montuosi.
Una terra aspra contraddistinta da sfumatore di rosso, arancio e marrone.
Standley
Chasm:
Standley Chasm è una stretta gola che taglia di netto la montagna.
Una bella vista panoramica si può godere dal bordo superiore del Kings Canyon.
Il canyon con le sue pareti a picco alte un centinaio di metri è uno dei luoghi più spettacolari dell’Australia centrale.
Ecco finalmente il vero cuore rosso del continente australiano.
Ayers Rock, che gli aborigeni chiamano col nome di Uluru, è il simbolo più conosciuto dell’Australia.
Per vedere da vicino la superficie della caratteristica montagna e scoprirne le sue particolarità, si può percorrere un lungo sentiero sterrato e pianeggiante che vi gira tutt’intorno.
La scalata di Ayers Rock è una forte tentazione per i visitatori; questa, però, viene sconsigliata sia per la sua pericolosità che per la sacralità del luogo per gli aborigeni.
Quella che si vede è solo una parte dell’intero monolito: si stima infatti che due terzi di esso si trovino sotto terra.
Il momento più spettacolare della giornata è al tramonto, quando la montagna assume, col passare del tempo, varie sfumature di rosso sempre più intenso.
MONTI OLGAS
A poca distanza da Ayers Rock si trovano i monti Olgas: un suggestivo agglomerato di monoliti arrotondati.
Un sentiero circolare si snoda tra i vari monti, portando il visitatore a scoprire meravigliose viste delle cupole rocciose.
Anche queste montagne sono sacre per la popolazione autoctona.
I monti Olgas vengono chiamati dagli aborigeni col nome “Kata Tjuta”.
Percorrendo l’unica strada che porta al nord dell’Australia è d’obbligo una sosta a Barrow Creek: qui si trova una vecchia stazione del telegrafo e, pochi metri più in là, un vecchio pub che porta lo stesso nome del luogo.
Il pub è caratterizzato dalle innumerevoli fotografie e adesivi che ne tappezzano le pareti.
Antichi cimeli sono disposti un po’ ovunque secondo uno stravagante disordine.
Proseguendo sempre verso nord si incontrano enormi massi di granito accatastati l’uno sull’altro; gli aborigeni credono che questi siano le uova del serpente arcobaleno.
Daly Waters è stato un importante scalo all’epoca dei primi aviatori. Oggi ci si ferma per una sosta nel pub più vecchio dei territori del nord, risalente al 1893.
Anche l’arredamento del Daly Waters pub è costituito da mille cianfrusaglie appese ovunque.
In mezzo a una sacca di foresta pluviale si trovano le piscine termali di Mataranka e Bitter Springs.
Le acque cristalline e calde sono l’ideale per un bagno rigenerante.
Un’infinità di termitai sempre più grandi sono la particolarità del territorio del nord.
Man mano che si procede verso nord il territorio si fa sempre più verde e gli alberi sono più alti e ravvicinati tra loro.
Le Katherine Gorge contano 13 canyon consecutivi scavati dall’omonimo fiume.
Le pareti delle gole, pur non essendo molto alte, sono piuttosto impervie: la loro altezza è variabile a seconda della stagione. Infatti il dislivello delle acque tra i mesi piovosi e quelli secchi è notevole.
Le gole si possono visitare con delle comode crociere su battello oppure, in modo più avventuroso, con la canoa. In ogni caso lo spettacolo è garantito!!
Arte
aborigena:
Le creazioni artistiche e artigianali aborigene rappresentano i ricordi più caratteristici da comprare in Australia.
I disegni tradizionali degli indigeni decorano oggetti di vario tipo; tra questi c’è anche il Didgeridoo: famoso strumento musicale aborigeno.
Le Edith Falls sono delle cascate che formano tre piscine naturali dove si può nuotare in tutta tranquillità.
Il Kakadu si trova poco distante dalla città di Darwin nel cosiddetto “top end” australiano.
Yellow
water billabong:
Una lenta escursione in battello sullo Yellow Water Billabong porta a scoprire un vero paradiso terrestre; si possono vedere innumerevoli specie di uccelli acquatici e svariati coccodrilli marini.
Durante la stagione delle piogge, alcune zone del parco sono sommerse sotto 3 metri d’acqua. Con l’arrivo della stagione secca le acque non si prosciugano completamente e formano i billabong, spesso ricoperti di ninfee.
Il Kakadu è rilevante anche dal punto di vista culturale; il territorio infatti, in buona parte di proprietà degli aborigeni, racchiude al suo interno diversi siti d’arte rupestre.
Nourlangie:
Tra questi Nourlangie è quello più famoso, anche per via dei disegni meglio conservati.
Le delicate pitture, facilmente attaccabili dagli agenti atmosferici, sono la memoria storica delle popolazioni aborigene.
Il confine del Kakadu è segnato da una scarpata da dove si può godere di una meravigliosa vista panoramica.
Un raro avvistamento di un piccolo canguro Wallaby rende ancora più magico il luogo.
Dal Kakadu National Park con poche ore di auto si raggiunge la città più a nord dell’Australia: è Darwin che prende il nome dal famoso naturalista.
Il tramonto sull’oceano segna anche la fine di questo lungo viaggio attraverso il continente rosso: oltre 6.000 chilometri in poco meno di un mese.
Quella che abbiamo visto è solo una piccola parte di quanto può offrire l'Australia.
L'isolamento dagli altri continenti, per almeno 45 milioni di anni, ha favorito la formazione di uno dei regni naturali più diversificati della terra.
Un ambiente che, alla fine di questo viaggio, rimane ancora tutto da scoprire.
È per questo motivo che in conclusione diciamo ... "Arrivederci Australia"
Vedi il video pubblicato all’indirizzo www.aldolardizzone.it/australia.htm
Aldo Lardizzone