Argentina

Racconto di viaggio 2008

di Francesco Pegoraro

 

Il mio viaggio risale ai primi 20 giorni di gennaio 2008.

In Argentina in questo periodo è estate,il caldo a Buenos Aires

è insopportabile,circa 38 gradi,il caos è quello tipico delle grandi metropoli. Nonostante il caldo, lungo le principali vie o su qualche piazzale si vedono alcuni simpatici ballerini di tango.

Il mio programma prevede di  raggiungere, la terra del fuoco,in   Patagonia ed il ghiacciaio del Perito Moreno.

Il mezzo più veloce è l’aereo ,ci sono circa 4000 km di distanza ed è impensabile percorrerli in macchina.

Quando arrivi ad El Calafate piccola e ridente cittadina alle porte del Polo Sud ,sul Parque Nacional los Glaciares,ti accorgi di essere in un’altro mondo.

La vegetazione è brulla,distese immense di piccoli e spinosi cespugli,il terreno arido e sassoso,un vento freddo che alza il terreno polveroso ,capisci subito che li la vita è durissima,quasi impossibile .Ci sono solo alcune fattorie con  immensi greggi di pecore e capre (circa 20/30.000 per fattoria )che producono una lana particolarmente ricercata.

Il ghiacciaio dista circa 50 kilometri che devi fare in macchina in mezzo a questa arida e fredda  pampas.

La visita al ghiacciaio si svolge in due parti,la prima attraverso un sentiero attrezzato a circa 200 metri  di distanza dal ghiacciaio e la seconda su di un catamarano che ti porta a ridosso della montagna di ghiaccio dentro all’acqua.

Quando mancano circa 3 km.la strada si innalza su un piccolo dosso ,ed improvvisamente ti appare questa immensa distesa bianca di ghiaccio che finisce dentro uno specchio d’acqua verde,il Lago Argentino . Resti  affascinato,senza fiato,e non ci sono parole per descrivere  questo panorama meraviglioso.

Quando poi ti avvii sul sentiero panoramico e ti trovi proprio di fronte a questa muraglia di ghiaccio cristallizzato  di colore  blu e bianco (alta circa 60 metri)il verde dell’acqua sottostante,l’aria fredda ma non gelida,il celo azzurro ed il silenzio che regna  non hai le  parole per descrivere questa emozione.

Il silenzio viene rotto di tanto in tanto da alcuni blocchi  di ghiaccio che si staccano e ricadono nell’acqua con una sequenza di suoni stranissimi:il forte crepitio  del ghiaccio che si stacca e si spezza,il frastuono  dell’iceberg che cade sull’acqua,il rumore degli schizzi che ricadono sulla superficie  ed infine le onde che si infrangono sulla sponda ghiacciata,un’esperienza uditiva e di suoni veramente unica .

 

Sul catamarano l’emozione e le sensazioni sono diverse.

L’ imbarcazione ,sfiorando alcuni iceberg azzurri ,scivola veloce sull’acqua verde del lago Argentino e ti porta proprio sotto la montagna di ghiaccio.  Li  ti sembra di toccarlo ed ancora di più  ti  accorgi della sua immensità e della sua grandezza,uno scenario mozzafiato.

Ti restano tantissime fotografie ,ma l’emozione del ghiaccio che si stacca e cade sull’acqua mi resterà impressa per sempre.

Spero di aver fatto un buon lavoro ,ma per me scrivere è sempre stato difficile.

Francesco 

francesco@giardinidacqua.it

 

 

 

 

 

 

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