ANTIGUA E BARBUDA (Caraibi)
Diario di viaggio marzo 2004
di Barbara
Partenza
venerdì 12 Marzo pomeriggio da Milano Malpensa, scalo a Londra, e sabato
mattina partenza per Antigua.
Arriviamo che là sono le 12.30 circa (sono 5 ore indietro rispetto
all’Italia). Appena scendo un vento caldo mi fa rimanere senza fiato….io ero
partita da Milano (e poi Londra) che pioveva e faceva un freddo barbino…per
cui ero tutta coperta….l’aeroporto è piccolissimo e subito noto che non ci
sono finestre e non ci sono porte….tutto aperto…(al momento mi è sembrato
strano, poi con il passare del tempo capirò che tutto ha una sua logica!).
Prima di uscire dall’aeroporto bisogna registrare in un ufficio la propria
entrata, dove vai, cosa fai, quanto resti ecc….allo sportello c’è un
ragazzo, il 1° isolano che vedo…un omone grande, con la barba, che ci guarda
e scruta le nostre foto sui passaporti. Appena mia mamma si allontana mi fa un
sorriso e mi fa i complimenti per l’orologio (!), poi mi chiede quanto mi
fermo, e mi dice di divertirmi!…ritiro le valigie e fuori c’è un taxi che
ci aspetta per andare in albergo.
Durante il tragitto, guardo incuriosita il panorama…le case…piccolissime, di
legno, coloratissime, senza i vetri alle finestre….alcune addirittura senza
porte…tutto mi sembra talmente povero…che mi chiedo che fine facciano i
soldi che prendono con il turismo! Mille domande mi invadono la mente, ma poi
troverò risposta a tutte le mie curiosità!
Arriviamo in hotel dopo circa 20 min di giro, le strade sono asfaltate ma piene
di buchi, sconnesse. I marciapiedi non sanno nemmeno cosa siano.
L’hotel è meraviglioso, immerso in una vegetazione pazzesca, fiori
coloratissimi, palme, piante grasse grandi come le case (le mie in ufficio sono
alte 3 cm e fanno una tristezza!!!!), uccelli colorati, lucertole (grandi e
piccole), tutto si affaccia su una laguna meravigliosa…con un mare
incredibile, un cielo blu…mi sembrava di essere nell’Eden!
Arrivati in hotel classico cocktail di benvenuto….e via in camera a disfare le
valigie. Nel frattempo la stanchezza del viaggio era magicamente scomparsa,
lasciando spazio alla curiosità e all’entusiasmo!
In fretta mi metto costume e pareo e mi fiondo in spiaggia….sabbia bianca, una
palma di traverso (cresciuta stortissima) e un’acqua azzurra come non avevo
mai visto. Entro in acqua e scopro che è calda….! Meraviglioso! “Io mi
trasferisco qua!” è stato il mio primo pensiero!
Dopo un lungo bagno ed essermi crogiolata un pochino al sole, decidiamo di
noleggiare un taxi e di farci portare in giro per l’isola, che tanto non è
molto grossa…e si può girare tranquillamente in metà pomeriggio….
Fuori dal bellissimo hotel il paesaggio cambia….subito mi accorgo della grande
povertà che c’è …ma non è una povertà sofferta…..è una povertà
diversa….nel senso che non sono ovviamente moderni come noi….ma si
accontentano di quello che hanno, case piccolissime fatte in legno,
colorate….macchine scassatissime, si arrangiano come possono, vendendo
conchiglie, frutta (banane, ananas, mango, papaia ecc…) ci sono un sacco di
“meccanici”, improvvisati con pochi attrezzi e ruote accatastate in un
angolo…lo stacco dalla vita (milanese o comunque europea) è fortissimo, ma
non si avverte un senso di disagio da parte loro, anzi sono sereni e
tranquilli….e questo ti fa entrare in uno spirito di vita diverso…quindi non
vedi più l’uomo che cammina in ciabatte con i vestiti un po’ malconci, ma
vedi un abitante di un’isola, che vive in una società tot differente da
quella moderna a cui siamo troppo abituati, un uomo sereno che magari va a
lavorare a piedi, che non ha il cellulare, che non ha la macchina…ma va bene
così, perché lì è così la vita!
Il tassista ci porta alla capitale St. John, non molto grande, con negozietti
che vendono tutti le stesse cose, souvenir, frutta e costumi, giusto per i
turisti! Il centro è un po’ più moderno del resto della città e
dell’isola, è pieno di uomini che ti propongono giri turistici dell’isola,
c’è un grande porto….dove c’erano attraccate navi da crociera gigantesche
(per intenderci quelle che fanno le crociere dei Caraibi), per strada le donne
si offrono di farti le tipiche acconciature con le treccine o altro…
Dopo la capitale ci portano a vedere il “Davil’s bridge”…una scogliera
in cui il mare ha eroso la roccia formando un ponte (il bridge appunto) su cui
si scagliano le onde….un’impressione…non ci sarei passata nemmeno pagata!,
nel tragitto siamo passati per diversi villaggi….tutti minuscoli, tutti con le
loro casine, le loro chiese (non ho idea di quanti tipi di chiese ci
fossero…non sono un’esperta, ma li i preti si sposano!), le scuole (ogni
scuola ha una divisa per i propri alunni, quindi da come è vestito un bambino,
si capisce a che scuola appartiene!), siamo stati all’English Harbour, il
porto più importante di Antigua (bellissimo, il tassista ha detto che è
considerato il porto più bello del mondo….non saprei che dire….forse
sponsorizzava la sua isola…ma a mio avviso era molto bello), passando da un
villaggio all’altro ci sono i tipici mulini per lo zucchero di canna, che ora
sono inutilizzati perché si è persa questa attività nel tempo! Il giro tra
fermate, foto ecc dura circa 4 ore…ma io sono già esaltatissima, perché ho
trovato un posto così differente da dove vivo che ha scatenato dentro di me una
voglia incredibile di sapere, chiedere, guardare, fotografare…
Così, invece che attaccarmi ad una sdraio a prendere il sole ho deciso di
utilizzare il mio tempo girando il + possibile….ho prenotato il giro in
catamarano (www.wadadlicats.com), una delle giornate più divertenti della
settimana, l’equipaggio era divertentissimo….ho fatto snorkeling per la
prima volta in vita mia e ho visto dei pesci bellissimi, tutti colorati, ho
ballato il merengue, abbiamo fatto tutti il giro dell’isola (8 ore in tutto
tra fermate, grigliata, snorkeling, bagno su una spiaggia stupenda), ho visto la
coda di una balena (non avrei mai pensato in vita mia di vedere una balena, ho
visto i barracuda – orribili - , una medusa enorme…che si è appiccicata a
mio zio!)…ho visto la casa al mare di Eric Clapton (dettaglio inutile).
Un\'altra giornata l’ho trascosa su un altro catamarano che in circa 1 ora e
mezzo di tragitto ci ha portati a BARBUDA, l’isola è tot differente da
Antigua….piatta, senza le colline (come invece c’erano ad Antigua)…con una
spiaggia unica che corre lungo tutta la costa….(mentre ad Antigua ci sono
tantissime spiaggette minuscole intervallate da lingue di terra o scogli), la
sabbia bianca come il borotalco, il mare, se possibile, ancora + trasparente di
quello di Antigua…in tutto ci sono 15.000 abitanti, non esistono strade
asfaltate, e la gente vive di pesca e frutta….c’è pochissimo turismo (a
parte il mega hotel di Krizia), proprio perché non c’è davvero niente a
parte il mare e la sabbia. A Barbuda dei pescatori ci hanno fatto salire sulle
loro barchette e ci hanno portato a vedere le mangrovie e i nidi delle fregate
(uccelli tropicali)….bruttini direi, ma insomma...sembrano dei corvi
giganti…questi uccelli migrano durante l’anno….fino al Pacifico…!
Doveroso bagno con uscita di snorkeling anche a Barbuda….inutile descrivere lo
splendore….e poi ripartenza per l’hotel!
Quello che più mi ha colpito di questo viaggio è la gente, la loro semplicità
nella vita, quanto diversa sia dalla nostra, eppure vivono sereni, con una
tranquillità (che rasenta l’eccesso) che qui sarebbe impensabile.
Sono entusiasta, sono venuta via con un magone incredibile, mi manca tutto, il
profumo dell’aria, il latte di cocco, il mare, la musica perenne, le case, il
caldo (ma non troppo), i fiori…comunque mi sono portata via un sacchettino di
sabbia e le conchiglie che trovavo sulla spiaggia!
Barbara babigiudi@hotmail.com