ZANZIBAR
QUANDO
IL TUTTO È DENTRO ME
Inizio
dalla fine, ovvero col ringraziare le PERSONE INCREDIBILI che abbiamo avuto il
piacere di conoscere e che hanno arricchito questa parentesi Afro-Zanzi-Marina :J)
Paolo
Francesca
giovane coppietta innamorata
Fabrizio Rossella compagni d’avventura e di risate
Ivana
Federica
madre e figlia strepitose
Sara
Andrea
spacciatori di zuccheri e sorrisi
Mario
il primo e l’ultimo dei Maasai
Matthias l’amico
dagli occhi dolci
Moses
Jacob Avatar Raphael Bruno Mars
la banda rosso blue
BAlotelli
Pino Ciccio Johnny Stecchino
Zanzibar beach boys
RINGRAZIO IVO, CHE È FORZA, PROGETTO, BELLEZZA, LA MIA META’ STRADA, TIMONE E VELA DEL VIAGGIO QUOTIDIANO.
1LOVETUASABY
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Quella
mattina mi svegliò il canto del muezzin.
Era
dicembre ma a Ras Nungwi faceva parecchio caldo.
Sentivo
quella voce penetrante arrivare con leggerezza e forza, vibrare alta e giungere
fino alla nostra camera.
Le
finestre sul terrazzo esterno, di legno mogano scuro erano spalancate sul
florido patio.
Neanche
un filo d’ aria entrava, ma il rumore delle termiti che lavoravano il soffitto
lo sentivo bene…
Era
tutta notte che zampettavano... mordicchiavano.
E
io sotto la zanzariera , nuda, sudata, quasi sveglia, con una gran voglia di
incominciare la giornata ..…ascoltavo.
Il
cielo era buio ancora tanto scuro, ingioiellato da una vera collana lucente di
stelle.
Semi
cosciente pensai che dovevo andare al mare.
Subito
!
Sollevai
piano la zanzariera , presi una bottiglia di acqua, infilai il pareo bianco con
dipinti i Maasai variopinti e a piedi nudi, dopo un bacio
al mio IVO dissi: ciao io
esco.
La
risposta fu un mix di sonno e sorpresa: ma dove vai a quest’ora?
Vado
in spiaggia, questa è l 'ora migliore.
L
‘ora dei sognatori, dei romantici che amano ascoltare le onde in solitaria.
È
davvero l’ ora più bella, dove la notte si incarna ancora nella Luna
regina.
Dove
il giorno non è arrivato, ma presto velocemente, verrà.
Perchè
è col dormiveglia che colgo le sensazioni più dolci, dopo gli ultimi attimi di
buio tutto si trasforma, prende luce e ha un altro forma
o gusto.
E’
l ‘ora giusta per me.... questo
importava.
Feci
con calma… volevo solo salutare il sole , che tra un pò avrebbe preso il
posto delle stelle e origliare la
danza delle onde, avvolte nelle sfumature di bianco e nero.
Con
questi pensieri uscii dalla room n. 233 di quel
My Blue Hotel che stava a ridosso della spiaggia, con le sue palme
inghirlandate dalle lucine di Natale.
Ovunque
lampade a led gialle rosse verdi lampeggiavano volgarmente intorno ai tronchi.
Così ridicole , così poco spirituali, così avvinghiate al legno, dalla base
andavano su su su fino alla cima della pianta.
All’interno
del villaggio questa era la realtà.
Con
cocktail, Bbq , il piano bar , coi guardiani che portavano valigie,
gli israeliani canterini, gli italiani chiacchierini, gli sdrai occupati
già al mattino, gli ombrelloni di
paglia secca, tutto un fermento. Il
pensiero predominante di chiunque era munirsi di repellente per zanzare , creme
solari a protezione alta o avere l’asciugacapelli in camera.
Ma
questo non era quello che volevo io….
Io
cercavo un'altra quotidianità, sorprendente, più inaspettata.
Quella
che stava fuori da li.
Quella
reale, in contatto col mio vero Afro Mondo.
QUESTO
DESIDERAVO PER IL MIO QUASI NATALE ALL’EQUATORE....
Uscendo
un guardiano avvertì i miei passi e subito chiamò :
Jambo, tutto ok?
Mambo
poa tutto ok ,vado al mare.
Lui
rincorrendomi riprese : Jambo italiana ok?
E due ..
Si
Jambo, è ok, ma non seguirmi !
invece
quello pedinava passetto dopo passetto.
Niente
, glielo dovetti ribadire 4 volte
che volevo starmene da sola.
Proprio
vero che la Solitudine a volte non ha prezzo, alla fine per fortuna ritornò
alla reception.
Giunta
a riva fissai l’orizzonte del mare confondersi con la linea del cielo.
Si
distinguevano i due per una sola differenza : le stelle.
Cosi
Vicine, simili a perle che fluttuano o a fertili grappoli celesti.
La
tranquillità di quel soffitto di astri alleggeriva la mia testa.
Una
quasi alba priva di rumore, con le luminosità giuste, dove ogni Respiro
Preghiera e Pensiero assumono un significato profondo, più interiore, speciale.
Ipnotizzata
dalle stelle alzavo la mano come a
toccarle, così perfette per giocarci.
In
quella calma pre-mattino un’altra sagoma si avvicinò.
Giungeva
da lontano.
Danzava
sulla spiaggia come un serpente striscia lungo la sabbia.
Era
alto, elegante, snello, nero, con quel suo abito Maasai purpureo e cangiante.
Un
velo rosso a cappuccio, un velo blu sulle spalle, un altro velo rosso a mò di
gonnella per coprire le gambe lunghe.
Lo
riconobbi dalla grossa collana che indossava.
L’avevo
visto tutti i giorni quel Maasai.
In
tutte le nostre mattinate era presente.
C’era nei ritratti dei tramonti seppiati e alle chiacchierate notturne .
Ci
ritrovammo, per caso o per destino, a spartire l’ ultima alba Zanzibarina.
Procedeva
piano piano e questo suo intercedere pacato, morbido rendeva ancor più l’
idea di lui.
Mentre
il sole atterrava gradualmente tra le nuvole rosee, Lui avanzava confondendosi
con l’oro ai suoi piedi, marciando con naturalezza, dritto, sempre pole pole.
Da
certi buchi entravano e uscivano i granchi o rotolavano dei piccoli paguri, Lui
li scansava con le ciabatte di gomma bianca , buffe con la punta all’ insù.
Da
lontano sollevò la mano, dipinse il suo sorriso alle labbra,
proprio come fece il primo giorno quando lo incontrai e non lo conoscevo
ancora.
10
giorni prima non sapevo nulla di lui.
Non
sapevo della sua famiglia, del villaggio, non lo conoscevo fino a quando lui si
raccontò.
Amava
parlare, starsene in piedi, descrivere concentrato il senso dei canti maasai ,
intensi, cosi gonfi di tribalità, come
volesse farci arrivare un messaggio di antropologico mistero.
Voleva
metterci in contatto con la loro realtà nera e a me piaceva ascoltarlo.
Enunciava animandosi con la danza.
Teneva
il tempo e la musica lo esaltava.
Raccontava
orgoglioso dei balli
che la sua gente fa con gli occhi, il battito dei piedi, quel tac tac dei denti
, i salti di gruppo, le braccia in alto, le gambe in elevazione, le caviglie che
cadono perfette al suolo, l’eleganza di una danza ancestrale che veniva da
lontano.
E
Mai avrei pensato che in quei pochi giorni, mi raccontasse tanto di sè .
Appena
comparve, capii si sarebbe fermato anche quella volta....
Aveva
male alla gamba, per questo non saltava , non nuotava, non sforzava mai.
Appoggiandosi
al bastone si fermò davanti a me... e zac, lo infilzò a terra.
Poi
si sedette al mio fianco e gli sorrisi a mia volta.
Non
toglieva mai gli occhiali da sole. Li
indossava pure a quell’ora insolita.
Sollevò
la gonnella e fece risaltare gli alti parastinchi bianchi,
fatti di perline che gli coprivano le gambe. Spostò il mantello mettendo
in bella mostra i tantissimi bracciali rotondi, intrecciati, tutti bianchi, come
i suoi denti.
Il
sorriso tenero lo aveva costante, di giorno, di notte, sia negli occhi che sulle
labbra.
Ma
quella mattina di aria fresca ...all’ alba … tutto era diverso ....
Attaccò
subito a chiedere, senza nemmeno salutare.
Allora
Sasà cosa porti a casa di Zanzibar?
Ero
cosi assorta che all ‘inizio non feci caso alla domanda.
Maasai
gli risposi .. non incominciare , dovremmo parlare dopo, io sto aspettando il
sole…
Intuivo
la sua curiosità ma lui insisteva.
Si,
ok, aspettiamo insieme il sole….però tu intanto dimmi cosa porti a casa di
Zanzibar?
Non
gli posso mica rispondere due volte col silenzio, pensai.
E
allora dissi istintivamente “TUTTO” pensando
di zittirlo!
Ah
Si …… ma TUTTO Cosa ? tutto non vuol dire niente Saby ?!
Era
Curioso, incalzante, vicino e ostinato come al solito.
TUTTO
MASAI!
Ma
aveva ragione Lui.
Anche
se il momento non era il più opportuno per far domande, quelle erano le nostre
ultime ore insieme, poi non ci saremmo mai più visti e lui voleva sapere,
condividere ancora.
Io
per tutto, intendevo davvero “TUTTO”
Forse
non mi credeva, cosi cercai le parole giuste dentro me, per raccontandogliele
con l’affetto che gli spettava.
Nel
mio TUTTO racchiudevo la ricchezza delle anime, il brutale, la povertà
materiale, i sorrisi , la spiritualità, le mani che ti cercano, gli abbracci
ricevuti e mai chiesti, i baci dati, la gente luminosa , i modi gentili che
incontri, come sempre per la strada alle bancarelle e nei posti più impensati.
Parlandogli,
chiusi gli occhi e mi arrivò tutta la gioia dei bambini incrociati nella scuola
deserta che disegnavano mappe geografiche sui muri con dei gessetti
minuscoli.
Cosi
come l’avvenenza dei visi radiosi e stanchi delle fanciulle dagli occhi
sottili , cosi piene di
Leggiadria,
che lavavano panni all’ombra , che affettavano frutta, che intrecciavano palme
secche, che infilavano per ore ed ore lunghi fili di perline e bracciali creando
ad arte quei gioielli che infine vengono svenduti a pochi dollari al bianco
turista.
La
cosa che più mi ha Conquistata è stata davvero la DISPONIBILITÀ UMANA!
il
fattore umano espresso in ogni forma.
Ma
lui proseguì incalzante : Allora adesso chiudo gli occhi anch’io e tu vai
avanti a parlare ok.
Nel
mio TUTTO arrivò con quell’altro senso di benessere, quando nuotai
coi delfini negli atolli sperduti del nord , a Pemba a Kiwenga a
Nakupenda, una delle emozioni più spensierate , massime e di totale libertà.
Mi
porto a casa l’allegria dell’isola
vivace, ricca d'energia , i
suoi paesaggi che mi son rimasti impressi.
Un'esplosione
di colori
,
di odori,
il profumo delle spezie che condiscono l’ aria; le fragranze del cumino
coriandolo e cannella, le macchie gialle del safran sulle mani e sul viso,
l’unto vermiglio del trucco naturale delle bacche fresche appena raccolte.
E
ancora, le rosse strade sterrate, lunghe e polverose, senza semafori ne marcia
piedi, con i bufali al posto delle macchine e quei banchetti di frutta sistemati
in modo geometricamente perfetto, tra i campi inariditi, altri prati
verdeggianti , torreggianti palme di cocco, metri lineari di chiodi di garofano
stesi a terra su grette stuoie ad essiccare, le antiche architetture , gli
hammam e le galere schiaviste di Stone Town.
Rimasi
un pò in silenzio me lo ricordo bene! Pure lui stava zitto.
Memore
la giornata precisa in cui abbiamo regalato alle donne quei
sacchi di riso e zucchero comprati al mercato vicino al Bububu... insieme
a Ivo Sara e Andrea persone speciali dai cuori giganti .
Ero
incantata a guardarle quelle vecchie capitane di un intero villaggio di 200
anime, incastonato oltre la ferrovia, immerso nel verde , cosi felice e tanto
povero. Quelle guerriere veterane correvano alle capanne, sbattevano
usci spostando stoffe appese,
aprivano forni recuperando contenitori sacchi secchi pentole vasi giganti e
piccoli bicchieri da riempire con lo zucchero e la farina , nostri regali
succulenti ed inaspettati.
Avevano
infilato in meno di 5 minuti , una ad una 122 – dico centoventidue contate-
pentole per recuperare il dono della gentilezza di 4 bianchi-muzungu
sconosciuti.
Pensavo
ad Ali che ci ha accompagnato ridendo e spiegando e ai nostri ricchi giorni
condivisi.
Mi
porto a casa quel senso percepito di AMORE E DI RISPETTO, di come ci si prende
ancora cura degli anziani della tribù, che
a loro volta hanno cura dei bambini del villaggio, perché i genitori assenti
vanno lontano, al lavoro per intere settimane, di come si stima un santone che
pratica il vudu, di come si onorano gli orari e i rituali nelle moschee.
Mi
porto via gli schiamazzi e la vigorosità del
fish market locale, visitato con Balotelli, delle grasse risate di quando
gli omaccioni mi urlavano nelle orecchie i prezzi del pesce, il mio tenergli
testa naso a fronte a quegli maschi duri con mani callose e coltellacci appesi
ai fianchi , dai sorrisi spensierati...
Insomma,
dentro immagazzino ogni singolo istante, movimento, incontro, gesto, pensiero…
con o senza fotografie, porto TUTTO a casa con me.
LUI
Alzò il ciglio da furbetto e riprese dicendo :
E
il tuo mare, non lo porti via con Te?
Ma
a questa domanda risposi secca ….. TU non te ne stai zitto mai , nemmeno oggi
che è la nostra ultima alba insieme.
No
Maasai il mare non me lo porto a casa, non mi ci sta proprio.
IL
MARE LO LASCIO A TE!
E
lui sdraiato con le gambe volanti si sbellicava e mi rideva in faccia.
In
realtà mi piaceva farlo ridacchiare quindi me ne stavo zitta a guardarlo.
In
realtà aveva ragione… lui.
Sapeva
bene che mi portavo via un bel pezzo di oceano dalle acque incontaminate, le
sabbie borotalco, le nuvole cariche di bianco che impreziosiscono le coste.
Il
mare delle stelle giganti, delle lingue di sabbia che galleggiano e scompaiono a
filo orizzonte, dei delfini cantanti, i granchietti dispettosi e le maledette
meduse rosa invisibili , il corallo rossiccio seminascosto tra rocce scure e
alghe verdi , i gruppi di pesci
volanti , le tartarughe centenarie giganti .. e noi che gli facevamo il
solletico sotto al collo.
Quel
mare che ogni mattina regalava gusci conchiglie gioielli monili naturali di ogni
colore e grandezza .
Quel
mare che adoro!
In
realtà è bellissimo rendermi conto che pur non portando via niente, avevo
preso tanto!
E
allora gli dissi : senti Maasai Ti
faccio io 2 domande ok !
secondo
te, di chi è davvero questo Mondo?
e
soprattutto qual'è il mio Mondo?
Ribatté
facile : IL TUO MONDO È QUELLO CHE SCEGLI TU, CARA SABY !
Mai
risposta fu più centrata.
Poi
proseguì fulmineo : mi spiace che oggi vai a casa, davvero .
MA
NO….IO SONO GIA’ A CASA ! Gli
replicai
Lui
rise ancora, proferendo solo un
morbido GRAZIE AFRICANO.
Alla
fine di tante parole, siamo rimasti in completo silenzio.
Abbiamo
congedato la luna piena che a sua volta salutò gradualmente il mare.
Sempre
insieme abbiamo osservato la nascita del sole in diretta, un gran privilegio.
Due
anime finalmente silenziose, con Davanti “solo” il mare intero, che sbatte
nel cielo, con nuove luci. Quelle naturali, fatte di bellezza, di buone
vibrazioni e di musica dentro.
Quella
fu l’ultima alba in cui ci siamo persi.
I
viaggi sono solo momenti di vita.
Ma
un posto che amo o un amico che abbraccio, quelle si che sono le vere gioie che
proteggo sempre e che capitano raramente.
Sono
i miei veri punti di forza, nel cammino.
Bisogna
essere forti e aver predisposto il cuore perché Tutto venga via con me.
Perché
quando il TUTTO poi mi manca, è meraviglioso ma terribile al tempo stesso !!
Devo
essere brava ogni volta a trovare il momento giusto per cogliere e portare via
ciò che non ha forma , ne odore, ne dimensione. Devo starci attenta.
Sentire
e trattenere solo l’immenso Spirito e continuare a ringraziare ed essere grata
di ogni eventuale emozione.
Oggi
a casa, non salto come una Maasai, anzi.
Ma
sono vestita di tutto rosso, wow , mi piaccio un sacco in rosso !
Tocco
i miei braccialetti di perline colorate che ho al polso per sapere che non ho
sognato.
E’ stato come sempre un sogno reale, perché sono carica di bellezza e dentro sono piena di gioie.
BUONA
AFRICA ( MA SOLO A CHI LA AMA IN
TUTTO !)
“CHE
LA GIOIA SIA SEMPRE PADRONE DEL TUO CUORE”
proverbio
Maasai
JAMBO Y NAKUPENDA
Saby dicembre
2015