Uzbekistan
Diario di viaggio 2015
"Non viaggiamo solo per commercio, da venti più caldi sono mossi i nostri cuori: dal desiderio di conoscere ciò che è mistero.
Per questo percorriamo la strada dorata che porta a Samarcanda!
(J.Flecker)
03 ottobre 2015 Sabato, Malpensa ore 11:00,
ci ritroviamo in 11 amici per un’altra avventura: voliamo via san Pietroburgo
con Rossya Airlines, affiliata Aeroflot: il volo parte con 1 ora di ritardo,
siamo preoccupatissimi perché abbiamo poco tempo per la coincidenza , ma la
hostess ci rassicura: l’altro aereo ci aspetterà. In effetti sarà così.
04 ottobre 2015 Ore 01:00 di notte
siamo a Tashkent. Facciamo timbrare il visto che avevamo richiesto mandando i
passaporti a Roma e dopo accurati controlli usciamo. Incontriamo Ravshan, un
ragazzo di 30 anni che parla un italiano perfetto e si rivelerà la miglior
guida mai incontrata nei nostri viaggi! Dopo qualche ora di riposo, alle 09:00
cominciamo la visita della città: Tashkent è bella , ci colpisce subito la
pulizia delle strade e del giardini: conta mezzo milione di abitanti , ma non ha
palazzi, solo case a uno o due piani molto carine. Visitiamo il nostro primo
complesso monumentale: in Uzbekistan il cuore di ogni citto sono la moschea, la
madrassa, cioè la scuola dove i giovani studiano religione e materie
scientifiche e letterarie. L’Uzbekistan ha un Islam molto, diverse religioni
convivono fra loro e pochissima gente è praticante.E’ una repubblica
indipendente dalla Russia dal 1998 e da quella data ha cominciato un boom
economico che continua ancora adesso.Visitiamo il complesso Khast
Imom ,
la città vecchia con il suo complesso di madrassa e moschea e vediamo le prime
cupole blu del nostro tour: ci piace subito tutto, senza immaginare le
meraviglie che ci aspettano nella altre mete del nostro giro.
Bellissimo è il bazar
Chorsu, ordinatissimo, pieno di frutta, verdure, spezie e
soprattutto della famosa frutta essicata per cui l' Uzbekistan è famoso! Poco
distante c'è la bella e recente Moschea
Juma, dove
il venerdì gli uomini si recano per la preghiera. Visitamo il bellissimo Museo
delle arti applicate dove
ammiriamo le inestimabili opere degli artigiani uzbeki. Siamo
all’estremo est del paese e a sera voliamo verso l’estremo ovest. In 01:30
siamo a Urgench, una città nuovissima alle porte del Turkmenistan. Ci aspetta
un confortevole bus da 30 posti ( stiamo larghissimi!) che in mezz’ora ci
porta a Khiwa. Pernotteremo
per 3 notti nello stupendo hotel Sherahazade, dentro le mura,nella Ichon
Kala, la città vrcchia, una bomboniera dove siamo
gli unici ospiti!
05 ottobre 2015 Khiva è magica! Sembra di veder spuntare Aladino sul suo tappeto volante ad ogni angolo: è circondata da mura e case di sabbia che al tramonto e all’alba diventano dorate. E’ piccolina, grande 1km per 2km, ma non vorresti lasciarla più. E’ completamente pedonale, le viuzze lastricate di pietra color sabbia e tutta costruita e restaurata benissimo. Possiede quattro porte di entrata ai punti cardinali. Entriamo da Ota Dervosa , la porta principale detta "porta del Padre", davanti alla quale c'è un grande murales che rappresenta la via della seta e la statua di Algoritmus, grandissimo matematico che nacque a visse qui. Entriamo nell'Ark,la cittadella dove risiedeva il Khan, cioè il re. In tempi antichi Kiwa era un khanato ( = regno) importante perché sorgeva alla confluenza di molte vie del sistema di piste detto “Via della seta” che dall’Africa, dall’India e dall’Europa portava in Cina. Partendo da questa città noi seguiremo per 12 giorni la via della seta fino a Samarcanda, la stessa strada che Marco Polo ha raccontato nel suo “Il Milione”. Ravshan ci spiega che la via della seta non è chiamata così perché le carovane trasportavano seta, ma perché è un sistema di strade che attraversa paesi produttori di seta! In effetti abbiamo visto piantagioni infinite di gelsi, alberi di cui l’Uzbekistan è pieno e che sono il cibo essenziale per i bachi da seta. Visitiamo l’Ark,il minareto incompiuto Kalta Minor dalla base enorme, completamente rivestito di maiolica azzurra, il minareto Islom Hoja che con i suoi 47m è il più alto dell’Uzbekistane ,ma soprattutto la meravigliosa moschea Juma, sorretta da 127 colonne tutte in legno scolpito, alcune delle quali risalenti al X secolo! Ogni colonna provenie da luoghi diversi: ognuna di loro infatti ha disegno, diametro e altezza diverse e per livellarle ogni piedistallo ha un' altezza differente. L’insieme è assolutamente perfetto e cominciamo a verificare l’eleganza delle architetture uzbeke: la leggerezza dei volumi è veramente raffinata. Visitiamo anche il mausoleo di Pahlavon Mahmud, un saggio che anticamente aveva salvato la città dai nemici. Molti pellegrini venerano la sua tomba e incontriamo anche coppie di sposi che vanno a pregare all'interno, risplendente di argenti e meravigliose decorazioni. A sera saliamo sulla terrazza più alta dell'Ichon kala per vedere un tramonto che colora d’oro tutta la città e illumina le sinuose mura della cittadella.
06 ottobre 2015 Stamattina partiamo vero le
07:00 direzione nord. La strada attraversa sterminati campi di cotone: il cotone
è la risorsa primaria del paese: ne produce 6 milioni di tonnellate annue, ma
ai tempi dell’Urss doveva produrre fino a 10.000 tonnellate annue.
Per fare questo la Russia dal 1960 creò una enorme rete di canali che
prendevano acqua dal Syr Darya e dall’Amu Darya, affluenti del lago Aral.In
pochi anni il livello del lago , il quarto del mondo, cominciò a scendere e
oggi il lago di è ritirato di 200km! Nella sabbia che è affiorata è rimasto
il deposito dei pesticidi usati per la concimazione del cotone che il vento
porta in giro provocando malattie e cancro alle popolazioni limitrofe. Il più
grande disastro ecologico del mondo operato dall’uomo prima di Cernobyl! I
poveri uzbeki stanno cercando di fare qualcosa, ma è praticamente una battaglia
persa! Spostandoci verso nord il paesaggio si fa più arido, sabbioso e
collinoso. Arriviamo ad Ayaz
Kala ,
un antico castello sopra una collina che era uno degli Elliq Kala (= 50
fortezze) a difesa del khanato di Kiwa dall'Orda di Gengis Khan. Saliamo a piedi
un ripido sentiero che arriva alla sommità:un grande stormo di cicogne ci dà
il benvenuto. Da lassù il panorama è stupendo. Scendiamo e percorriamo
40km fino a Toprak
kala, un altro castello di cui restano poche mura, patrimonio
Unesco. E’ bello , ma il precedente ci piace di più.Torniamo a Kiwa e
visitiamo fuoeri le mura la residenza dell’ultimo emiro di Kiwa, un palazzotto
dagli interni arabescati bellissimi: in particolare le grani stufe di maiolica
meritano la visita! E’ l’ultima sera a Kiwa, ma non vorremmo lasciarla: è
veramente un assaggio del misterioso oriente della Mille e una notte!
07 ottobre 2015 Stamattina partiamo per
la grande traversata del deserto del Kizyl Kum: il nome significa “sabbie
infuocate” perché qui in estate la temperatura sfiora i 70° di calore mentre
in inverno arriva a -20°. E’ incredibile la capacità di questi popoli
nell’adattarsi a sbalzi di climi così estremi! Attraversiamo il ponte sull’Amu
Darya che è poco profondo ma largo 2km, poi la strada diventa un infinito
rettilineo fra sabbia dorata, tamerici dalla radici lunghe anche 20m e arbusti
di ferule.
Noi impiegheremo 8/9 ore per raggiungere Bukhara, ma le carovane impiegavano
anche 2 settimane in questo ambiente infernale e senz’acqua. Verso mezzogiorno
ci fermiamo in una piccola oasi dove crescono un gruppo di gelsi e mangiamo
spiedini di carne all’ombra delle piante. Proseguiamo e in 3 ore siamo
arrivati. L’hotel Porso è piccolo , confortevole e ancora una volta siamo gli
unici ospiti, che bello! Ci sistemiamo e poi facciamo una passeggiata in centro
che dista 5 minuti a piedi. Anche il centro di Bukhara è
pedonale , tutto lastricato in pietra chiarissima. La vita gravita attorno ad un
laghetto artificiale ornato di gelsi sulle rive del quale la gente passeggia: le
donne portano ampi foulard in testa, vestiti colorati fino al ginocchio e sotto
la gonna pantaloni in tinta: sono molto eleganti, ma quelle di una certa età
hanno tutti i denti d’oro! La gente uzbeka è cordialissima, chiede sempre di
farsi fare foto. Ci sono bancarelle di prodotti tipici , ma nessuno è
insistente e passeggiare è un vero piacere.
08 ottobre 2015 Con Ravshan visitiamo
la città a piedi. Cominciamo dal mausoleo di Ismail Samani, caratterizzato da
una elaborata struttura fatta dai mattoni a secco, elegantissimo, in un
bellissimo giardino. Proseguiamo
fino al mausoleo Chashma Ayub , dove
è sepolto il profeta Giobbe: nel mausoleo c'è una fontana che secondo la
tradizione è l'acqua sgorgata quando Giobbe ha percosso la terra con un
bastone. Vediamo molti fedeli che si bagnano e bevono quest'acqua considerata
miracolosa soprattutto per la fertilità delle spose. Continuiamo la nostra
passeggiata fino alla Moschea
Juma, con un bellissimo Aivan e circondata da una grande vasca
per le abluzioni. Arriviamo al bellissimo mercato coperto dei
cappellai , dei gioiellieri e dei mercanti, fatto di gallerie e piazzete interne
per proteggere le merci dal caldo torrido dell'estate e dal freddo gelido
dell'inverno. Lì vicino sorge la meravilgiosa Medressa
di Ulugbek dalla
facciata raffinatissima in delicate tinte pastello , davvero incantevole. Infine
eccoci alla piazza principale di Bukhara: Lyabi
Hauz, che
significa "intorno alla vasca" e pranziamo in un bellissimo
ristorantino sulle rive del laghetto. Ancora visitiamo la madrassa Divan
Begi che
anticamente era un caravanserraglio e dalla facciata decorata da pavoni e
uccelli e la Medressa
di Kulkedash che
anticamente era la più grande scuola islamica dell'Asia centrale. Per
cenare andiamo in una piccola viuzza dove una famiglia ha adibito la terrazza a
ristorante. L’ambiente è familiare ma il cibo è ottimo. Qui in Uzbekistan c'è
la originale ma splendida abitudine delle famiglie ad adibire parte della
propria casa a ristorante e Ravshan ogni giorno ci fa assaggiare le varie
specialità del paese. Per tradizione il tavolo deve essere completamente
coperto di cibo! Il pasto comincia con verdure grigliate e in insalata, poi
zuppa o passato di verdure e infine carne con riso e contorno! Il piatto
principale è il plov, un gustosissimo piatto di riso, uva passa, verdure e
carne di capra.! Qui si mangia benissimo , ma si mangia troppo!
09 ottobre 2015 Col pulmann usciamo dalla
città e vistiamo il palazzo
estivo dell’ultimo
emiro di Bukhara: i russi lo avevano relegato a figura semplicemente
rappresentativa ma priva di poteri e lui si fece costruire questo palazzo con
piscina, harem e immenso giardino dove trascorse gli anni della sua vita prima
dell'arrivo dei bolscevichi.
Torniamo in città e visitiamo l’Ark ,
la
cittadella con le prigioni dove Stoddard e O Connoly furono prigionieri: erano 2
ufficiali inglesi che avevano portato i saluti della regina all’emiro, Ma
fecero due errori imperdonabili: il loro foglio non era firmato della regina ma
solo dal primo ministro e inavvertitamente diede le spalle albre congedandosi!
Fu messo in una piccolissima cella buia, ogni giorno gli versacano addosso
migliaia di scarafaggi, dal soffito piovevano gli escrementi del cavallo del re.
Stoddard fu inviato dai reali d'Inghilterra per cercare di salvarlo , ma fece la
stessa fine: ogni tanto l’emiro li faceva uscire, lavare,rivestire dicendogli
che erano liberi, per poi richiuderli nuovamente fra le risate della corte.Dopo
3 anni di torture furono portati sulla piazza davanti alla città , gli fecero
scavare la propria fossa e furono decapitati davanti al popolo. Questa
efferatezza ci sembra ancora più orrenda di fronte all’eleganza, alla
raffinatezza di questi edifici. Comunque la visita all’Ark non ci ha
entusiasmati più di tanto. la cosa più bella sono le poderose mura esterne.
Abbiamo il pomeriggio libero e ne approfittiamo per comprare un po’ di
artigianato tipico: in particolare qui si ricamano asciugamani , tende e cuscini
con la tecnica del ricamo chiamata “suzhane” che rende un ricamo simile ad
un tappeto. Stasera nel cortile della medressa Divan Begi assistiamo ad un
bellissimo spettacolo di danze e musiche uzbeke, poi rientriamo in hotel. Qui
scopriamo che c’è un complesso in tournéé che dorme nel nostro hotel e la
serata finisce con una cantata di folk uzbeko e italiano, condita con
immancabile vodka che gli uzbeki bevono anche a pasto!
10 ottobre 2015 Partiamo per il cuore della
steppa: ci aspettano 6 ore di viaggio verso nord. A Gijavan visitiamo un
laboratorio di ceramiche dove da 5 generazioni una famiglia fabbrica piatti e
tazze in ceramica dal grande valore artistico. Poi una sosta ad uno dei
grandissimi caravanserragli che punteggiavano la via della sete: qui i
viaggiatori trovavano ristornati, albergo, magazzino, cibo per gli animali e
addirittura banche! Vicino visitiamo una sardoba, una cisterna coperta che
serviva per abbeverare i cammelli della carovana, ovviamento dietro compenso.
Piano piano il paesaggio cambia: campi di cotone lasciano posto alle montagne
del Nuratao, colline aspre dove visitiamo una roccia con molte
iscrizione dell’età della pietra. Poi raggiungiamo Nurata,
ultima oasi prima della steppa: c’è un bel santuario con moschea e madrassa,
nessun turista ma molti pellegrini che vengono a bere ad una fonte sacra. Sul
paese svettano i resti della fortezza fatta
costruire da Alessandro Magno: arrivò fino qui, poi scese verso sud in
Battriana . Una ripida scalinata nel terreno ci porta fino in cima da dove
ammiriamo il panorama del paese. C'è anche una moschea moderna dove vediamo
altre coppie di sposi che vengono a fare la foto nel cortile principale adornato
di bei giardini. Mangiamo in casa di nativi, in verità un po’ scostanti , che
ci vendono grembiuli ricamati a mano. Proseguiamo e il panorama diventa
grandioso: siamo al centro della steppe dell’Asia Centrale: distese infinite,
regno dei popoli nomadi della steppa.In mezzo a queste distese infinite appaiono
in lontananza gruppi di yurte bianche e greggi di pecore nere. Ravshan ci dice
che qui in maggio come per magia la prateria fiorisce di papaveri rossi e ferule
gialle! Prima del tramonto siamo arrivati a Yangi
gazhan, un remoto villaggio perso nelle'immensità e dalì, in
pochi kilometri arrivaimo al il nostro campo di yurte dove passeremo la notte:
è bellissimo! Si trova in un avvallamento del deserto , riparato dal vento , ci
sono cammelli che pascolano, le yurte son messe in cerchio attorno ad uno
spiazzo dove stasera accenderanno il fuoco. C'è un branco di cammelli con un
cammello bianco bellissimo. Giancarlo sale su uno di questi e farà un bel
giro nel deserto , io non mi sento tranquilla, sono troppo alti! C'è un
branco di cammelli con un cammello bianco bellissimo. Giancarlo sale su uno di
questi e farà un bel giro nel deserto , io non mi sento tranquilla,
sono troppo alti!C’è una costruzione in muratura che fa da ristorante, ma
tutto intorno il nulla più assoluto! Saliamo la collinetta per vedere un
tramonto straordinario. All’interno della yurta ci sono tappeti che ricoprono
interamento il terreno , materassi poggiati per terra, un baule per i vestiti e
caldissimi piumini per difenderci dal freddo notturno. Qui la gente ha
tratti somatici molto diversi e Ravshan dice che sono tutti kazaki. Sedute con
noi attorno al falò ci sono 4 ragazze francesi ed è ovvio la scambio musicale
fra Francia e Italia. La notte ha una stellata che abbiamo visto solo sui monti
Simien in Etiopia. Fuori il freddo è pungente, ma sotto i piumini di lana di
pecora si sta benissimo e dormiamo alla grande tutta la notte!
11 ottobre 2015 Stamattina in mezz'ora
scendiamo dal campo di yurte al lago
Aydarkul :
è un lago lungo 200km con isolette e insenature cosparse di alti canneti.
L'acqua è trasparentissima. La spiaggia è cosparsa da migliaia di scarafaggi
neri e la mente corre subito al povero O' Connelly! Facciamo una bella
passeggiata, poi torniamo all'accampamento dove pranziamo e poi a malincuore
lasciamo questo posto indimenticabile. comincia a piovere, ma noi siamo in
trasferimento e non ci preoccupiamo. In 5 ore arriviamo a Samarcanda e
ci sistemiamo al grande e confortevole hotel Diyora, a 10 minuti a piedi dal
centro.
12 ottobre 2015 Questa città è la città di Timur Amir, più conosciuto con il nome di Tamerlano ed era il cuore e capitale di un regno immenso che si estendeva dalla Grecia, alla Cina dalla Russia al golfo Persico! La giornata comincia con una immancabile foto alla statua di Tamerlano, all'ingresso del centro storico. Poi è la volta della visita al Gur El Amir, il mausoleo di Tamerlano dalla spettacolare cupola blu a spicchi dove sotto ad una lastra di giada nera è sepolto Tamerlano vicino ad Uglubek, il suo nipote preferito. Arriviamo alla piazza Registan che ci lascia senza fiato! Una meraviglia che da sola vale il viaggio! Entriamo nella medressa del sole e della luna di Ulughbek, nella moschea Tilla Kari , detta Mosche d'oro per il suo interno incredibile e nella medressa Sher Dar, chiamata dei leoni dove tutto è uno sfavillio di oro, maioliche azzurre, blu e verdi. Siamo senza parole per la ricchezza e l'eleganza degli edifici! Nel pomeriggio ci spostiamo alla periferia di Samarcanda per visitare l'incredibile osservatorio astronomico di Ulughbek:il gigantesco sestante o astrolabio misura più di 30m di diametro e ha uno sbaglio solamente di 1 grado! Nel museo annesso è ricostruito questo sestante e restiamo increduli davanti alla sapienza e capacità degli scienziati di allora nel calcolare distanze astronomiche, tempo e relazioni fra le stelle! La giornata finisce con la indimenticabile visita al Sha I Zinda , viale delle tombe delle regine: sorge su di una collina, le tombe e i mausolei sono di una raffinatezza straordinaria: arabeschi , fiori, colori che al tramonto assumono sfumature davvero stupende. Dopo cena torniamo in piazza Registan: di notte Samarcanda è assolutamente magica e resterà nei nostri ricordi!
13 ottobre 2015 Stamattina visitiamo il bazar
Siob, il coloratissimo mercato giornaliero di Samarcanda: come
quello di Taskent, le merci sono messe in modo ordinatissimo nella pulizia più
assoluta. Compriamo frutta secca, uvetta passa, noci di albicocche tostate e gli
ultimi acquisiti tra cui un paio di babbucce per il bimbo di Martina che sta per
nascere. Non manchiamo di assaggiare il famoso pane di Samarcanda che si dice
essere il più buono di tutto l'UzbekistanNel
pomeriggio visitiamo la tomba
del profeta Daniele, luogo
di pellegrinaggio per ebrei , cristiani e musulmani: la tomba è lunga 18
metri!! Intorno il giardino è curatissimo e incassato nelle antiche mura di
Samarcanda.Poi una interessante visita al museo
Afrosiab dove
il nostro bravissimo Ravshan ci racconta che Samarcanda era già una grande città
3000 anni fa: il museo è piccolo ma degno dei migliori musei europei! Come sono
bravi questi uzbeki! Purtroppo è ora di partire. In 5 ore di strada
arriviamo a Tashkent, da dove è cominciato il nostro tour! Ceniamo in un ottimo
ristorante con orchestra folkloristica che appena capisce che siamo italiani
attacca con " O'sole mio" e " Papaveri e papere"! Verso le
23:00 Ravshan ci accompagna in aeroporto , ci bacia e dice che è stato un onore
avere un gruppo come noi e che non ci dimenticherà mai. Sarebbe bello
credergli. Dopo 4 interminabili ore di attesa, partiamo per Milano via
Mosca e in 8 ore siamo a casa con negli occhi steppe sconfinate, yurte
e cupole azzurre.
CONCLUSIONI
L'Uzbekistan è stata culla e luogo di incontro di grandi civiltà che hanno lasciato i stili architettonici e artistici difficilmente ritrovabili in altre parti del mondo. La gente è socievole , gentile, il boom economico è rispettoso della storia e del passato.
Andate in Uzbekistan, è
veramente la terra delle mille e una notte!
Grazia