USA: tour dei parchi dell'Ovest

Diario di viaggio 2022

di Elena

 

17 giorni di tour ad anello dal Grand Canyon a Yellowstone, da Las Vegas alle cittadine de Far West

 

8 partecipanti: 2 famiglie da 4 persone, 5 adulti e 3 bambini di 9, 10 e 11 anni

17 giorni di viaggio, dal 18/06/22 al 04/07/22

Spesa per famiglia: circa 7.000 euro

6000 km percorsi

 

18 GIUGNO

Partiamo al mattino presto con un volo Air Dolomiti per Monaco e dopo qualche ora di scalo ripartiamo con Lufthansa in direzione di Los Angeles, dove arriviamo dopo altre 12 ore di volo.

Atterriamo a Los Angeles alle 13,30 locali, ma prima di uscire dall’aeroporto ci facciamo 2 ore di coda al controllo passaporti. Raggiungiamo quindi il noleggio auto AVIS dove avevo prenotato un furgone a 12 posti, che negli USA si può guidare anche con patente B. Ci consegnano un Ford Transit bianco bello spazioso e riusciamo a caricare nel baule tutte le 8 valige.

Arriviamo al nostro primo hotel, il Motel 6 di Hollywood, che sono oramai le 20,00. Lasciamo le valige in camera e facciamo subito un primo giro sulla Walk of Fame a cercare nomi noti nelle stelle dei marciapiedi.

Il sabato sera sulla Hoolywood Boulevard è piuttosto vivace, con auto con musica a palla (rigorosamente rap), camion dei pompieri a sirene spiegate, ma anche molti barboni che dormono in tenda sui marciapiedi ed un ratto che corre tra le gambe dei passanti…

Mangiamo un panino ad un McDonald e torniamo in hotel dove crolliamo a letto sfiniti dal viaggio e dal fusorario.

 

19 GIUGNO

Sempre a causa del fusorario, ci svegliamo presto e ripercorriamo la Walk of Fame fino al Dolby Theatre. Facciamo colazione in un bar proprio lì di fronte e poi riprendiamo l’auto. Passando in mezzo alle tortuose stradine delle colline di Los Angeles, raggiungiamo la Hollywood Reserve: un laghetto formato da una diga artificiale da cui si gode un’ottima vista della famosa scritta Hollywood e di tutta la città.

Ripartiamo poi in direzione di Las Vegas.

Dopo un paio d’ore di guida ci aspetta una brutta sorpresa: esplode uno dei pneumatici posteriori del furgone!!! Per fortuna riusciamo ad accostare senza inconvenienti ed i nostri uomini riescono a fare un cambio gomme rapidissimo, mentre noi controllavamo che non si facessero investire dal traffico di passaggio. Un signore gentilissimo si è anche fermato a chiedere se avevamo bisogno di aiuto o magari di un po’ d’acqua…

Arriviamo a Calico Ghost Town: una ex cittadina mineraria che è stata completamente abbandonata e poi parzialmente ricostruita ad uso turistico: le abitazioni restaurate sono ora negozi, bar e ristoranti. Il tutto forse risulta forse un po’ finto ma comunque è piuttosto caratteristico e consiglio la visita.

 

Volevamo poi fermarci a pranzo dalla famosa Peggy Sue, ma c’era quasi un’ora di attesa e quindi abbiamo optato per il vicino Jack in the Box.

Proseguiamo nuovamente il viaggio attraversando paesaggi desertici e a metà pomeriggio arriviamo a Las Vegas. Ci dirigiamo come prima cosa all’AVIS dell’aeroporto dove i nostri uomini vanno a farsi cambiare il furgone mentre il resto di noi aspettano in un Boot Barn (una famosa catena di negozi che vende abbigliamento ed accessori da cowboy).

Ci recuperano poi con un furgone Chrysler più nuovo rispetto al Ford precedente ed andiamo all’hotel prenotato per oggi: il Caesar Palace in centro alla Strip!!! Il posto purtroppo è piuttosto caotico ed ora che riusciamo a raggiungere l’hotel, trovare parcheggio, fare il check in e trovare le camere, si è già fatta sera.

Devo dire che una delle cose che mi ha sconvolto di più di Las Vegas è il fatto che quando entri in un casinò finisci automaticamente per perderti: sono dei labirinti giganteschi assolutamente privi di finestre e dove da nessuna parte è indicata l’uscita…

Ceniamo con un trancio di pizza e camminiamo verso sud ammirando il Bellagio, il Paris, l’Aria, l’MGM, il New York New York e l’Excalibur, godendoci le luci della Strip. Ritorniamo quindi al Caesar trascinando i bambini che non si reggono più in piedi.

Durante il ritorno a causa della folla finiamo per dividerci, noi riusciamo a perderci tentando di attraversare il Cosmopolitan (ci impieghiamo una buona mezz’ora per uscire) mentre l’altra famiglia arriva al momento giusto per godersi lo spettacolo delle fontane del Bellagio.

  

20 GIUGNO

Ancora reduci da fusorario, ci svegliamo piuttosto presto ed andiamo a fare colazione in un IHOP, per provare i loro pancake: le porzioni sono mastodontiche e nessuno riesce a finire il piatto…

Facciamo poi una sosta da Walmart per procurarci un po’ di cibo: la maggior parte dei pranzi della vacanza li faremo al sacco perché dentro nei parchi non ci sono molti punti di ristoro.

Partiamo verso il Zion Canyon National Park. Qui compriamo la tessera parchi che ci permette l’ingresso in tutti i Parchi Nazionali che visiteremo. Ci fermiamo al centro visitatori dove compriamo per i bimbi il passaporto dei parchi nazionali: in ogni visitor center si possono mettere i timbri dei parchi visitati, tipo raccolta punti, e la cosa li diverte molto! Attraversiamo il parco ammirando il panorama e prima di uscire dal parco ci fermiamo per un piccolo trail (Canyon Overlook Trail) da cui si gode una bellissima vista sul parco.

Risaliamo poi in auto ed arriviamo verso sera al Bryce Canyon National Park. Facciamo il check in al Bryce View Lodge, un hotel affiliato al vicino Ruby’s Inn e alle porte del parco. A cena andiamo proprio al Ruby’s Inn e mangiamo delle deliziose bistecche.

Dopo cena visto che c’è ancora il sole, ci dirigiamo verso il parco e per strada vediamo diversi cervi ed un’antilocapra. Arriviamo ad affacciarci all’anfiteatro del canyon ma nonostante non sia ancora l’ora del tramonto è già in ombra (anche al Sunset Point).

 

21 GIUGNO

I valorosi uomini si svegliano all’alba per andare al Bryce canyon a vedere le rocce che cambiano colore col sorgere del sole. Poi tutta la truppa si reca a fare colazione al Ruby’s Inn (inclusa nel costo della stanza). E’ un buffet molto stile americano e io faccio scorpacciata di mini pancake con squisito sciroppo d’acero. C’è comunque anche pane e marmellata.

Ci dirigiamo nuovamente al Bryce per godercelo illuminato dal sole e lo spettacolo è veramente magnifico. Imbocchiamo il Navajo Loop, un trail di 3 km che scende nell’anfiteatro zigzagando tra i pinnacoli di roccia. Assolutamente imperdibile.

Una volta risaliti ci dedichiamo alle foto dai vari view point prima di risalire in auto.

Imbocchiamo la UT 12 verso est che è considerata una delle strade più panoramiche d’America e a ben ragione: percorriamo paesaggi da film western passando attraverso lande rocciose e canyon, poi facciamo una strada costruita sulla cresta di un altipiano roccioso, poi attraversiamo una foresta toccando i 2865 m di altitudine, fino ad arrivare a Capitol Reef National Park.

Facciamo una breve sosta a Fruita per un po’ di shopping nel negozietto. Purtroppo non è stagione per raccogliere la frutta fresca dalle piante ma compriamo comunque un po’ di prodotti artigianali locali.

Ci aspetta quindi un lungo tratto di strada verso nord, attraversando i pascoli ed i campi dello Utah, arrivando in serata a Salt Lake City. Check in al Motel 6 Downtown e poi ci spostiamo a piedi per cenare in una birreria artigianale locale: Red Rock Brewing Co.

 

22 GIUGNO

Sveglia con calma, check out e poi andiamo in centro a fare un giretto ed a cercare un posto per la colazione. Purtroppo il monumento più famoso di Salt Lake City, che è la chiesa più importante dei mormoni, è in ristrutturazione e completamente coperto da impalcature.

Ci accontentiamo di girare un po’ tra i grattacieli moderni e le case signorili stile primi del 900, troviamo uno Starbucks per la colazione e poi ci rimettiamo in marcia in direzione Wyoming, attraversando le zone rurali dell’Utah ed un pezzetto di Idaho.

Dopo aver passato alcuni valichi montani, arriviamo nella vallata di Jackson Hole. Facciamo una breve sosta nella cittadina di Alpine, per una bella spesa in un supermarket per procurarci il necessario per la cena e colazione del giorno dopo.

Facciamo un’altra sosta a Jackson, la cittadina più famosa della vallata. È molto turistica, ricca di hotel, ristoranti e negozi per lo shopping (a cui ci dedichiamo anche noi), ma anche piuttosto cara. Per la notte però abbiamo altri programmi: risaliamo in auto e ci dirigiamo a nord entrando nel Grand Teton National Pack.

Arriviamo a Colter Bay Village, sulle rive del Jackson Lake, dove abbiamo prenotato delle Tent in un campeggio in mezzo alla foresta, che sono composte da due pareti di legno (su cui sono attaccate 4 brandine) e due pareti ed il tetto di tela, una stufa a legna all’interno e nel patio un tavolo, un armadietto in ferro a prova di orso per riporre le provviste ed un braciere per cucinare. I bagni erano in comune ma molto puliti e persino qui non mancava il distributore di ghiaccio (lo abbiamo trovato in tutti gli hotel e nelle stazioni di servizio, gli americani non possono vivere senza).

Ci rechiamo alla reception per noleggiare i sacchi a pelo (siamo in mezzo a monti ancora innevati e c’è un bel freschino), accendiamo il fuoco con la legna e carbone acquistati al supermarket (ma la vendevano anche al campeggio) e cuciniamo hot dog per i bimbi, bisteccone per noi e pannocchie al burro per tutti. Nonostante fosse tutto improvvisato, si rivelerà una delle cene migliori della vacanza: la carne era fantastica e ci sembrava proprio di essere dei classici americani in campeggio con la famiglia e gli amici…. Alla fine non sono mancati i marshmallow arrostiti sul fuoco!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

23 GIUGNO

Anche oggi gli uomini valorosi si svegliano all’alba e vanno sulla riva del Jackson Lake per vedere lo spettacolo dei monti innevati che si illuminano pian piano (il sole è alle spalle).

Dopo la colazione al campeggio rifacciamo i bagagli e ci rechiamo tutti al lago per una passeggiata e tante foto.

Torniamo poi verso sud avvisando i primi bisonti nei prati della valle e giungiamo a Mormon Row: è un vecchissimo fienile in legno in mezzo alla vallata con una vista perfetta sui monti del Grand Teton. È una delle immagini più famose del Wyoming e anche noi non ci facciamo mancare la nostra buona dose di foto.

Ci dirigiamo quindi al Jenny Lake, un altro bel laghetto alpino ai piedi dei monti. Mentre ci avviciniamo alla riva una ranger ci avvisa di evitare uno dei sentieri perché c’era un orso in transito… Prendiamo il traghetto che ci porta al di là del lago e imbocchiamo un sentiero in salita. Passiamo una bella cascata ed arriviamo fino ad Inspiration Point, dove vediamo un meraviglioso panorama sul lago e sulla vallata. Ci fermiamo qui per un pranzo al sacco e dei vivaci chipmunk ci corrono tra i piedi per raccattare tutte le briciole.

Torniamo quindi al traghetto e poi all’auto e ripartiamo verso nord per entrare a Yellowstone.

All’ingresso veniamo inaspettatamente assaliti da nugoli di zanzare: il controllo dei documenti è piuttosto rapido e ci affrettiamo a richiudere i finestrini. Nella zona c’era stata da poco un’alluvione e l’ingresso al parco aveva forti limitazioni, ma noi potevamo entrare perché avevamo prenotato delle notti negli hotel all’interno del parco.

Arriviamo all’Old Faithful Village e facciamo il check in allo Snow Lodge. Per un soffio riusciamo a cenare al fast food adiacente allo Snow Lodge, che incredibilmente chiude alle 19,00. In zona ci sono solo altri 2 ristoranti molto più costosi.

Visto che è ancora presto, dopo cena andiamo a visitare l’Old Faithfull Inn: è un hotel che ha più di cento anni ed è completamente in legno. Ha un grandissimo e magnifico atrio centrale con un gigantesco caminetto e delle balconate su tutti i piani. Il tutto è molto in stile western-montano e rimaniamo incantati.

Poco prima del tramonto ci avviciniamo al famoso geyser Old Faithful, che secondo le previsioni sta per eruttare. Ci accomodiamo sulle panchine a disposizione e ci godiamo il meraviglioso spettacolo, mentre un bisonte passeggia tranquillo tra la folla.

 

24 GIUGNO

Ci svegliamo alle 6,00 e facciamo colazione al Deli dell’Old Faithful Inn, poi affrontiamo il percorso che parte dall’Old Faithful e passa vicino ad un sacco di geyser, alcuni sempre attivi con piccoli spuzzi o fumarole ed altri momentaneamente silenti, e ad un sacco di pozze d’acqua bollente che sono di una trasparenza incredibile. Sulle rocce attorno qua e là si vedono rivoli d’acqua di varie sfumature di rosso grazie alla presenza dei batteri che si nutrono dei minerali presenti nell’acqua che fuoriesce dal sottosuolo. Il giro è veramente molto bello e consigliatissimo.

Tornando verso l’hotel rincontriamo il bisonte della sera prima e riusciamo a fare un po’ di foto a breve distanza (ma non troppo…).

Prendiamo poi l’auto e andiamo verso la Grand Prismatic Spring: la gigantesca pozza d’acqua calda dai colori meravigliosi che è un altro dei simboli del parco. Ci godiamo prima la vista dall’alto salendo su una collinetta adiacente, poi imbocchiamo la passerella che ci passa vicino e da cui possiamo ammirare anche altre magnifiche pozze. Anche questo giro consigliatissimo!

Ci spostiamo poi verso nord, facendo una breve sosta per vedere dall’alto le Gibbon Falls, e raggiungiamo il Norris Basin mentre il tempo si sta guastando.

Non rinunciamo a iniziare il giro sulle passerelle in mezzo alle pozze ed ai geyser, da cui esce qui un forte odore di zolfo. Purtroppo comincia a piovere e siamo costretti a metterci al riparo. Visto che non che non ci sono previsioni di miglioramento, torniamo all’hotel per fare una bella doccia calda (la temperatura stava scendendo rapidamente). Poi facciamo un po’ di shopping di souvenir e cerchiamo un posto per la cena. Pensavamo di cenare all’Old Faithful Inn, ma proprio quella sera era in programma un evento riservato agli ospiti dell’hotel, quindi ci rassegniamo a mangiare nuovamente al fast food.

 

25 GIUGNO

Di nuovo sveglia alle 6,00 e colazione al Deli. Fa davvero freddo: la temperatura di notte è scesa fino a 4 gradi, ma la giornata è soleggiata e l’aria andrà a scaldarsi pian piano. Facciamo i bagagli, partiamo verso lo Yellowstone Lake e visitiamo il bacino West Thumb, dove ammiriamo pozze e fumarole sulle rive del lago.

Ci spostiamo poi verso nord e lungo la strada vediamo ad un certo punto diverse auto in sosta, il che significa che ci sono in vista animali selvaggi. Accostiamo anche noi e sbirciando nella foresta riusciamo a vedere la sagoma nera di un’orsa seguita da due fagottini neri più piccoli… Facciamo poi una nuova sosta alle LeHardy Rapids e a Mud Volcano, dove vediamo un branco di bisonti e diversi cuccioli che si scaldano con il vapore che esce dalle fumarole.

Attraversiamo la Hayden Valley, nei cui prati pascolano parecchi branchi di bisonti, ed arriviamo al Grand Canyon di Yellostone. Giriamo sia la South Rim che la Nord Rim, soffermandoci nei vari view point per ammirare queste meravigliose cascate che grazie alle piogge dei giorni precedenti erano particolarmente possenti. Il panorama sul profondo canyon con le pareti di roccia gialla è fantastico. Le foto ed i video si sprecano…

Riusciamo anche ad avvistare delle marmotte ed un bellissimo alce che bruca su un lato della strada per la gioia dei turisti che passano di lì.

Pranziamo al Canyon Village e ripartiamo per uscire dal parco attraverso la Buffalo Bill Scenic Byway, che ci regala altri maglifici paesaggi fino alla cittadina di Cody, dove facciamo il check in all’Irma Hotel. Si tratta dell’hotel costruito proprio da Buffalo Bill e chiamato così in onore di sua figlia Irma. È tenuto bene ed è proprio in stile country western: ci sono un sacco di oggetti e foto d’epoca e persino quello che fa il check in sembra uscito da un film western stile ‘800.

Proprio davanti all’hotel tutte le sere allestiscono una scenetta western con tanto di sparatoria, ma la cosa risulta eccessivamente finta e quindi preferiamo entrare a cenare con una bella bistecca.

Dopo cena andiamo a vedere il famoso rodeo di Cody: uno spettacolo di quasi 2 ore con cavalli e tori selvaggi, vitellini presi al lazo, gara di corsa per cowgirl e giovani cowboy, il tutto accompagnato da musica classic rock. 

 

26 GIUGNO

Al mattino colazione leggera in un bar vicino all’hotel, poi andiamo alla periferia di Cody a visitare l’Old Trail Town: un agglomerato di edifici storici prelevati in varie zone del Montana e del Wyoming e qui rimontati, ripieni di foto e cimeli d’epoca. Anche se è tutto ricostruito si tratta comunque di edifici originali e si respira appieno l’aria del vecchio west. Sulla porta del saloon frequentato anche da Butch Cassidy si possono vedere ancora i fori di proiettile… Visita consigliatissima.

Ripartiamo poi in auto verso sud, attraversando le praterie del Wyoming e percorrendo anche un pezzo di Scenic Byway all’altezza della riserva indiana di Wild River.

Arriviamo prima di pranzo a South Pass City, una cittadina sviluppatasi attorno al 1850 su una delle principali rotte che percorrevano i pionieri che viaggiavano alla conquista dell’Ovest degli Stati Uniti e che era prosperata per un po’ grazie ad una miniera d’oro trovata in zona, ma poi completamente abbandonata. Anche qui si possono visitare diverse abitazioni ed edifici tipici (molto carino è il vecchio hotel) e la sosta è stata molto interessante.

Dopo pranzo riprendiamo nuovamente l’auto verso sud: ci aspettano ancora parecchie ore di viaggio attraverso i paesaggi più disparati fino ad arrivare in serata alla cittadina di Vernal dove avevamo prenotato un Quality Inn. Cena veloce a base di tranci di pizza o burrito e poi andiamo diretti a nanna.

 

27 GIUGNO

Colazione in hotel e poi andiamo a visitare il Dinosaur Quarry Exhibit Hall: si tratta di un museo costruito su una parete di roccia su cui si possono vedere ancora incastrate parecchie centinaia di ossa di dinosauro. Non manca anche la ricostruzione dello scheletro di un allosauro completo. Il museo di per sé è piccolo ma davvero suggestivo.

Riprendiamo nuovamente la strada continuando verso sud ed arriviamo ad ora di pranzo alla cittadina fantasma di Cisco, altra cittadina sviluppatasi lungo la linea ferroviaria e poi completamente abbandonata dal 1990. C’è solo un negozietto/bar che campa con i turisti che si fermano per fare le foto alle baracche e alle carcasse di auto abbandonate.

Da Cisco imbocchiamo la UT 128 verso Moab: una Scenic Byway meravigliosa che costeggia il fiume Colorado e che qui forma un canyon con paesaggi mozzafiato: super consigliata!

Arriviamo a Moab e facciamo il check in al Bowen Motel. Facciamo in tempo a fare un tuffo in piscina prima di riprendere l’auto per andare al parco nazionale di Canyonland (Island in the Sky): un parco panoramico dove dai vari viewpoint di può godere di una vista davvero spettacolare dei canyon e vallate scavate dai fiumi Colorado e Green River. La vista è talmente bella da far invidia a quella del Grand Canyon.

Ci rechiamo poi al vicino Dead Horse Point State Park: altro viewpoint dove si può ammirare dall’alto un’ansa del canyon creata dal fiume Colorado. La zona è così scenografica da essere stata utilizzata come set di parecchi film, come ad esempio Thelma & Louise.

Torniamo quindi in hotel e per cena andiamo da Moab Brewery, una birreria artigianale molto carina.

 

28 GIUGNO

Ci svegliamo presto e facciamo una colazione veloce in un 7Eleven, per poi andare a Arches National Park, famoso per essere il posto con il maggior numero di archi naturali in pietra del mondo.

Imbocchiamo la scenic road che proprio come promette il nome ci regala delle meravigliose vedute sul paesaggio circostante, ricche di pareti di roccia, pinnacoli ed ovviamente i famosi archi. Facciamo sosta ai vari viewpoint, come ad esempio a Balanced Rock (una bizzarra roccia che se ne sta in assurdo equilibrio sopra ad un pinnacolo), fino ad arrivare dall’altra parte del parco dove parcheggiamo. Imbocchiamo quindi un sentiero che ci conduce fino a Landscape Arch. Sentiero spettacolare e bellissimo arco di dimensioni davvero notevoli.

Il sentiero andrebbe ancora avanti ma noi invece torniamo all’auto per andare a vedere il Sand Dune Arch e poi il Broken Arch.

Le temperature iniziano ad alzarsi ma non rinunciamo a visitare un’altra perla del parco: il meraviglioso e gigantesco Double Arch.

È oramai passata l’ora di pranzo e torniamo al motel per rinfrescarci nella piccola piscina.

Nel tardo pomeriggio, dopo aver fatto una pre-cena a base di pizza, torniamo ad Arches per visitare il vero pezzo forte del parco, nonché il vero e proprio simbolo dello stato dell’Utah: il Delicate Arch.

Il sentiero per arrivare richiede quasi un’oretta e quasi sempre in salita. Non difficilissimo ma tutto al sole. L’arco appare all’improvviso dopo un giro attorno ad una parete di roccia, appoggiato in precario equilibrio sul bordo del burrone. È più grande di quanto mi aspettassi e la vista toglie il fiato. Rimaniamo a contemplarlo per un po’ mentre assume colori meravigliosi al calare del sole.

Torniamo quindi al motel e c’è chi non rinuncia ad un ultimo tuffo in piscina prima di andare a nanna.

 

29 GIUGNO

Facciamo colazione al Moab Diner, un locale che sembra uscito da un telefilm anni 80, dove servono le tipiche mega colazioni americane. Partiamo poi in auto verso sud, attraversando paesaggi semi desertici ravvivati ogni tanto da canyon.

Facciamo una prima deviazione entrando nella Valley of the Gods: una zona che ricorda molto la Monument Valley. La strada però è completamente sterrata e non ci fidiamo di fare tutto il giro col nostro fugone a noleggio, quindi torniamo indietro sulla strada principale.

Ci dirigiamo quindi al Gooseneck State Park: un altro punto panoramico sopra il Colorado. Qui il fiume ha formato una perfetta doppia ansa che è uno spettacolo davvero incredibile. Facciamo un po’ di foto ed ammiriamo i gommoni che si fanno trasportare dalla corrente del fiume, poi ripartiamo verso sud verso la prossima tappa: la Monument Valley.

Prima di arrivare facciamo una sosta al famoso Forrest Gump Point, da cui si gode una vista spettacolare della strada dritta che porta verso la Valley, con le famosissime Butte sullo sfondo (le montagnole di roccia tipiche di queste zone). Immancabile qui una foto in mezzo alla strada (quasi) deserta…

Entriamo quindi nel parco, che è una riserva degli indiani Navajo. Ci fermiamo prima nel centro abitato per una spesa al supermarket e uno spuntino veloce, poi arriviamo all’hotel The View, l’unico che si affaccia sul panorama reso famoso dai film western di John Ford. La vista è perfetta ed emozionante.

Imbocchiamo la strada sterrata che fa un giro ad anello all’interno del parco. Ci fermiamo in ogni viewpoint e le foto si sprecano. Quando arriviamo al John Ford’s Point alcuni di noi si concedono la foto a cavallo sullo sperone roccioso. Finiamo il giro con molta calma e molte soste e poi torniamo all’hotel per il check in. Avevamo prenotato le premium view cabin: delle casette in legno un po’ staccate dalla struttura dell’hotel ma con una fantastica vista sulla vallata. Per cena raggiungiamo il ristorante dell’hotel. Purtroppo il tempo va peggiorando e la cosa mi rattrista perché speravo di godermi il panorama alle luci del tramonto. Ma durante la cena ci arriva un regalo inaspettato: tra le nuvole nere filtrano dei raggi di sole che illuminano le Butte e formano un arcobaleno perfetto proprio in mezzo alla vallata. La vista è mozzafiato e tutti corrono sul balcone per fare foto e video.

Dopo cena torniamo alle casette. Le nostre giovani ragazze si esibiscono in un balletto sullo sfondo del parco, poi tutti assieme festeggiamo il compleanno di Giulia (11 anni) con una tortina che avevamo preso al market.

Andiamo poi a dormire ma io punto la sveglia alle 3,30 di notte per provare a vedere il cielo stellato. Sono fortunata: le nuvole si sono diradate e si vede anche la via lattea. Riesco a buttare giù dal letto i bimbi e la mostro anche a loro...

 

30 GIUGNO

Anche sveglia all’alba per fotografare e filmare il sorgere del sole, poi colazione a buffet all’hotel. Partiamo quindi verso il Nevada: abbiamo prenotato un’escursione al Lower Antelope Canyon. Anche questo si trova in territorio Navajo e le visite si possono fare esclusivamente accompagnati da una guida locale. Si tratta di un canyon molto stretto (in molti punti ci passa a mala pena una persona) e profondo decine di metri, le cui pareti di arenaria rossa hanno assunto forme vorticose grazie all’azione dell’acqua che scorre durante le piogge. Quando non piove è completamente asciutto e percorribile. La luce che entra dall’alto fa assumere alle pareti dei colori meravigliosi. I canyon più famosi sono due: il Lower e l’Upper. Abbiamo scelto il Lower in quanto meno affollato. La giornata si preannunciava nuvolosa ma anche qui siamo stati graziati: poco prima di iniziare il tour è uscito il sole e siamo stati in grado di goderci Il percorso in tutto il suo spettacolo.

 

Lasciato il canyon, ci dirigiamo alla volta dell’Horseshoe Bend: un altro punto panoramico da cui si può ammirare dall’alto un’ansa del fiume Colorado. La posizione è veramente strategica, proprio a picco sul fiume, e quando tra le nuvole filtra finalmente il sole, il fiume si colora di bellissime tonalità di verde e blu: una gioia per gli occhi. Tra le varie vedute sul fiume devo dire che è quella che mi è piaciuta di più.

Ripartiamo di nuovo, questa volta in direzione del Grand Canyon. Entrando nel parco da est arriviamo a Desert View Watchover, dove c’è una vecchia torre di pietra costruita proprio su bordo del canyon. La visa non è limpidissima ma comunque spettacolare.

Ci spostiamo verso ovest e sostiamo in un altro paio di punti per goderci il panorama. Prima di arrivare all’hotel ci imbattiamo anche in un alce sul bordo della strada. Accostiamo e senza smontare ci limitiamo a fare un po’ di foto dal fugone (eravamo a meno di 2 metri).

Arriviamo al Canyon Village e facciamo il check in al Yavapai Lodge. L’hotel è tutto su un piano, diviso in varie ali circondate dalla foresta e le stanze sono molto spaziose. Il tempo è in peggioramento quindi rinunciamo ad altre passeggiate, ceniamo al fast food del Lodge ed andiamo a dormire.

Anche stanotte metto la sveglia alle 2,00 per scrutare il cielo e anche stavolta riesco a vedere la via lattea…

 

01 LUGLIO

Ci svegliamo alle 4,30 (lasciando a letto i bambini) per andare sul bordo del canyon a goderci l’alba. Arriviamo a Mather Point e c’è già parecchia gente, comunque troviamo un angolino e ci dedichiamo alle foto ed ai video.

Torniamo poi alle camere per recuperare i bambini e fare le valige ed uscendo i nostri amici si ritrovano sull’uscio della camera un cervo meraviglioso.

Colazione leggera in un bar, poi torniamo a vedere Mather Point e Yavapai Point.

Soddisfatti, ripartiamo in auto in direzione Las Vegas. Facciamo una sosta a Selingman, una pittoresca cittadina che si trova sulla leggendaria Route 66 e che si è riempita di negozietti a tema, decorazioni e vecchie auto che si ispirano in maniera plateale al cartone animato Cars.

Acquistiamo un po’ di souvenir e poi ripartiamo percorrendo un po’ di Route 66 fino a Kingman, per poi riprendere la Highway fino a Las Vegas.

Arriviamo all’hotel Alexis Park a metà pomeriggio e facciamo a tempo a fare un bel tuffo in piscina. Era una bella giornata di sole ed il caldo del deserto era davvero micidiale.

Arrivata l’ora di cena ci spostiamo sulla strip e parcheggiamo al New York New York, poi andiamo a mangiare un hamburger da Shake Shack. Arrivata l’ora del tramonto entriamo al Paris e compriamo la salita alla cima della Tour Eiffel: la vista dall’alto della Stirp con le luci di Las Vegas che la illuminano è veramente fantastica.

Ci godiamo le fontane del Bellagio dall’alto e poi scendiamo e ci spostiamo verso nord. Arriviamo vicini al Treasure Island mentre sta eruttando il vulcano e poi entriamo al Venetian per ammirare le decorazioni interne (tutto molto finto ma devo dire che fa comunque un notevole effetto). Ovviamente ci perdiamo anche qui dentro, come in tutti i casinò, e quando riusciamo ad uscire i bimbi sono già sfiniti.

Ci infiliamo dentro Harras per cercare la Monorotaia ed evitare la camminata fino all’auto, ma anche qui le indicazioni sono scarse e ci mettiamo una vita sia a trovarla, sia poi ad uscire dall’MGM una volta arrivati. Finalmente raggiungiamo l’auto e torniamo in hotel.

 

02 LUGLIO

Sveglia con calma, poi andiamo a fare colazione da Egg Works, un diner molto caratteristico dove servono le loro tipiche mega colazioni. Dedichiamo poi la mattinata allo shopping, prima da Walmart e poi al Premium Outlet South, dove troviamo diverse marche con prodotti a prezzi più convenienti che in Italia (Nike, Polo, Tommy Helfinger, Levis…).

Prima di pranzo partiamo verso Los Angeles, fermandoci a metà strada per un pranzo al sacco. Arriviamo a metà pomeriggio a Santa Monica e facciamo il check in al Ocean Park Inn. Sistemiamo i bagagli per il volo di ritorno e poi usciamo per raggiungere il famoso Pier: un grande molo che si allunga sull’oceano, pieno di negozi, ristoranti e giostre stile luna park. Giriamo un po’ ma c’è una folla incredibile (forse perché è un weekend e la vigilia del 4 Luglio), poi andiamo a cena da The Albright, dove prendiamo dei piatti di pesce stile fast food.

 

03 LUGLIO

Al mattino torniamo al molo e facciamo colazione da Starbucks, poi andiamo in centro per raggiungere lo Staples Center (lo stadio di basket dei Lakers), ma non riusciamo neanche a parcheggiare perché c’era un evento a tema Anime giapponesi (è stato però molto divertente vedere tutta la gente vestita in cosplay). Ci spostiamo quindi per vedere stadio di football ed il Coliseum, poi andiamo a Venice per fare un’ultima passeggiata sull’oceano.

Il tempo a nostra disposizione era ormai finito e quindi andiamo a restituire l’auto e quindi in aeroporto. Il lungo viaggio di rientro andrà abbastanza bene, a parte un paio d’ore di ritardo a Monaco per il volo verso Verona, dove arriviamo sfiniti ma decisamente felici.

 

 

Elena

nordelena@yahoo.it

 

 

 

 

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