TRAVERSATA ATLANTICA

Diario di viaggio 2002

di Franco Cammarata

 

Finalmente si realizza un sogno!

Dopo un anno di progetti, di riunioni e di conseguenti lavori sulla barca, arriva finalmente il grande momento: si puo’ partire per la traversata atlentica in barca a vela.

Brezza, la protagonista indiscussa di quest’avventura e’ una barca di 41 piedi ( circa 13mt) con 6+2 cuccette che ci ospitera’ a bordo nel lungo tragitto che dalle isole Canarie  ci portera’ a Martinica.

Molteplici gruppi di amici hanno condotto a tappe la barca da Puntala a Lanzarote durante l’arco di un anno e mezzo.

Andrea e’ lo skipper e fortunato proprietario di questa barca ormai maggiorenne:18 anni compiuti alla data della partenza.

Il sottoscritto, in compagnia di altri variopinti personaggi del genere umano, partecipa a quest’avventura con una tonnellata di entusiasmo, una spruzzata di incoscienza, litri di spirito di adattamento, un briciolo di paura e tanta curiosita’.

 

EQUIPAGGIO TRATTA: LANZAROTE-CAPO VERDE

Andrea – capitano.

Antonio  - mozzetto, pescatore,  perditore di valigie e macho micio.

Massimo - commodoro, anzi d’argento,

Chiara – collaudatrice di cuccette, campionessa regionale di cucina con pentola a pressione

Benedetta – novella marinaretta,

Franco ovvero me medesimo– chef, jolly, scriba

 

25-11-2002

In porto a Lanzarote e in navigazione dalla banchina al ristorante.

La ciurma arriva a Lanzarote senza parte delle valigie e con tanta voglia di salpare!

Inizia la sistemazione in barca con sfida alle leggi fisiche più elementari a partire dai concetti di saturazione e comprimibilità dei corpi solidi. Il capitano si è slogato le pupille a furia di alzare gli occhi al cielo per non commentare i patetici gesti della ciurma: Andrea si nasce, signori si diventa!

Affannosa ricerca di uno “scrittore” di magliette per la realizzazione della divisa di bordo!

Incredibile ma vero: lo troviamo e l’efficiente “scrittore” di magliette  ci  assicura che il lavoro verra’ eseguito in tempi utili per la partenza!

Dopo una giornata di duro lavoro, ci concediamo un aperitivo al tramonto mozzafiato nella piazzetta della cittadina di Femes e dopo ceniamo ad un ristorante “tipico sul mare”. Ci spostiamo sull’isola  grazie all’ausilio di una splendida Opel Corsa verde pisello stinto con interni in movil-optical-tecno-assurdi!

 

26-11-2002

In porto a Lanzarote

(non e’ colpa mia se ci stiamo molto bene!!!)

Mattinata in giro per la marina di porto Callero in pigiama (gentile omaggio delle linee aeree spagnole con simpatica tracolla in finta pelle bluette) nell’attesa che le toilettes fossero disinfestate dai peli di Franco e dai capelli di Antonio,  ci concediamo una luculliana colazione al bar sempre abbigliati con il pigiama!

Il resto della giornata abbiamo cercato di elevare la componente spirituale dei nostri scarsi neuroni con accenni di attivita’ cultural-turistiche sull’isola.

Optiamo per un’escursione speleologica nelle grotte verdi e in quelle con i granchini bianchi.

In serata finalmente riusciamo anche a recuperare il bagaglio dispettoso ed itinerante che non ci era stato consegnato all’arrivo.

Alcuni volontari immolati al sacrificio  si dedicano alla spesa finale, assaltando un supermercato muniti di un treno di carrelli per la spesa. Il resto della ciurma, nel frattempo si dedica all’igiene personale ed al lavaggio del vestiario con prove attitudinali di educazione fisica e di equilibrio sulla passerella. Restituiamo tra le lacrime e la commozione generale l’ Opel Corsa verdepisellostinto che avevamo noleggiato. Dopo un breve discorso ed un adagio di Albinoni eseguito dagli Inti Illimani, le chiavi dell’autovettura sono state riconsegnate nelle mani salde e nervose di Pamela, l’aiutante di campo del Signor Pedro Moreno stimato noleggiatore di autoveicoli a Lanzarote.

Non fiori ma buoni benzina per le auto non catalizzate immatricolate nei paesi del sud del mondo!

 Prima di cena ci dedichiamo ad un  gioco : caccia al taxi! La ricerca del taxi si traduce in un insuccesso clamoroso e quindi abbiamo dovuto camminare dal porto al vicino centro abitato. La distanza dal porto al paesino, secondo la Chiara si puo’ coprire a piedi in dieci minuti, purtroppo abbiamo dovuto constatare che il  tempo effettivo di cammino e’ invece di ben un’ora e venti! In poche parole abbiamo percorso sette chilometri a piedi. La prima tappa della nostra passeggiata era  la lavanderia automatica,  una volta trovata, abbiamo anche constatato che l’orario era incompatibile con le nostre esigenze! Chiara rimedia al problema corrompendo un albergatore e cosi’ riesce a far lavare  i due chili di biancheria sporca durante nostra la cena.

A tavola finalmente si comincia a parlare di un’ ipotetica crociera dal porto di Lanzarote a quello di Fuertaventura: dieci miglia di navigazione a vista.

Viene acquistata un’accetta: forse si va a far legna e domani potremo fare un barbeque a bordo con legname di quercia appena tagliato.

All’una tutti a letto, salvo Massimo che in cuccetta si dedica alla sua attivita’ notturna preferita: impennate ai semafori con il suo Ducati Monster!

Andrea dorme nel quadrato perché è uno skipper a tutto tondo e soprattutto teme che nottetempo qualcuno sottragga la Nutella dalla stiva.

 

Stasera un cielo ed una luce che rendono gli animi sereni.

Nuvole che passano gonfie di immagini da pensare.

Stelle che come un plancton aereo nuotano in un cielo lucido come il petrolio.

 

 

27-11-2002

In navigazione da Lanzarote a est di Fuerteventura.

Incredibile ma vero: si parte alle 09:05 a.m.!

Nel breve volgere di due ore, ancora neanche al traverso di Fuerteventura, siamo riusciti a perdere un pescione, ma enorme davvero, che ha strappato il filo. Non contenti abbiamo constatato che il generatore ad elica non solo non funziona, ma addirittura consuma le nostre povere batterie.

Andrea e Antonio tanto per tenersi in forma, si sono dedicati all’assistenza tecnica e si sono sbraciolati le dita di ambo e terno le mani.

Il vento soffia senza troppa convinzione e l’onda lunga oceanica ci accompagna: andiamo un po’ a motore e un po’ a vela a seconda dell’intensita’ del vento.

La temperatura  fresca, il rollio della barca e la non abitudine alla vita di bordo si traducono in breve in una nausea diffusa! La Chiara, imbottita di medicinali antinausea, dopo aver avvertito la giuria del Guinnes book of records e sta tentando di effettuare una dormita di tre ore e mezzo in appena dieci minuti!

La Benedetta: dice di stare bene come un fiorellino, di non soffrire il mare e quindi recita con lodevole realismo la parte della mummia coprendosi il corpo di cerotti anti mal di mare!

Viene preparato dallo chef di bordo, io, un lauto pasto su ricetta del veterinario di Viale Europa: pastone di spinaci, lenticchie e tonno condito con spezie ed odori vari.

Gli uomini di bordo gradiscono, le donne si astengono e pare si rifaranno al ballottaggio del prossimo turno.

Nel pomeriggio Antonio pesca un minuscolo sgombro megalomane che abbocca ad un’esca artificiale piu’ grossa di lui!!

Tramonto pazzesco.

Premio speciale per il “look of the year” ad Antonio per il cappellino da rasta con luce da speleologo applicata.

 

Per cena il menu prevede: couscous con vegetali, tonno, uvette, legumi e curry, patate in forno con capperi. Mi cimento anche in una specialita’ della cucina nipponica: filetti di tonnetto crudo con soya e wasabi: un sushi suscettibile!

 

Sciabolate di luce rosa tramonto

incidono il cielo di nuvole e si riflettono

sul gregge impazzito di onde oceaniche.

 

Note :

-         Ore di sonno di Chiara: quarantadue nell’arco della giornata.

-         Ci siamo rimasti male che il pescione è scappato con il nostro rapala migliore! (nota a pie’ pagina:esche artificiali con la stessa  forma dei pesciolini dei cartoni animati giapponesi)

 

28-11-02

In navigazione da sud-est Fuerteventura a mare aperto.

Prima notte in mare.

Durante la notte e’ sfilata a pochi metri dalla nostra poppa una barca a vela senza le luci di via e con solo la luce di testa d’albero.

Ci siamo divisi in 3 turni: Andrea + Benedetta, Massimo + Antonio, Chiara + Franco.

Le onde ci arrivano al giardinetto (Massimo ne approfitta per portarci il suo cucciolo di yorkshire a fare la pipì) vento tra 15 e 20 nodi in poppa, all’alba issiamo le vele gemelle. Alle 10:00 si vede solo mare a 360°!

Antonio ha stabilito il record europeo di imparruccamento lenze: 20 secondi dopo aver tirato fuori la roba da pesca dalla scatola!

Il nostro pescatore riceve applausi anche dalle esche artificiali. La Chiara finalmente riesce a chiudere i suoi occhietti e dorme qualche minuto. Interviene una squadra di tecnici della protezione civile di Gran Canaria per estrarre Antonio dal WC dopo una permanenza nella zona servizi di oltre mezzora.Il tapino e’ rimasto vittima del pastone di ieri e del couscous ed era svenuto a causa delle esalazioni tossiche autoprodotte. Il WC è stato posto immediatamente sotto sequestro da parte della guardia civil per le operazioni di sgombero e bonifica dei locali. Siamo preoccupati perche’ il cesso sara’ bloccato anche per il ripristino da parte degli  imbianchini e degli  interior decorators.

Alle 12:30, per dare un “contributo culturale alla giornata”, ci dedichiamo al campionato di faccia impassibile dopo secchiata di acqua di mare: partecipano al gioco ameno con entusiasmo infantile tutti gli uomini dell’equipaggio sotto lo sguardo misto tra l’attonito e il disgustato delle donne di bordo.

Preparazione di gruppo delle penne alla carbonara per il lauto pasto delle 02:00.

Incrociate due navi e una barca a vela. Un’altra nave.

Abbiamo preso tubetto di pasta di acciughe con canna di Antonio mentre lui dormiva: i pesci pare si approfittino dei suoi momenti di distrazione.

Navigazione notturna con molto mare ed altrettanto vento! Benedetta scopre all’improvviso di essere una fan dell’incredibile Hulk per cui diventa verde anche lei e si ritira in meditazione sugli eventi nella sua cabina. Durante la notte si incrociano varie navi.

L’alba stupenda alle 07:00.

 

29-11-2002

In navigazione da Lanzarote a Isla Do Sal

Siamo  finalmente entrati nella zona degli alisei, vento costante da est 25 nodi.

L’equipaggio è un po’ provato, il look Soldini prevale su ogni pretesa estetica.

Tempo bello con qualche nuvola.

Onde come cavalli blu (lo dice Antonio) ci corrono intorno, l’oceano ci accompagna senza soluzione di continuità. Questo allegro furore del mare intorno ci trasmette l’energia nei momenti di abbiocco. La Chiara accenna una figura di corpo libero nel pozzetto degna delle migliori atlete olimpiche russe di corpo libero, lasciando gli astanti a bocca aperta e la coscia sinistra timbrata da un bel lividone blu!

Antonio timona incurante di assomigliare alla controfigura casereccia di Croccodile Dundee: non si sa se è più patetico o grottesco con quel cappellino.

Benedetta viene forzata a timonare sul moto ondoso riportando dei buoni successi personali nonostante avesse cercato di cedere la ruota più volte!

Per il pranzo il menu’ prevede: pipe rigate al pomodoro fatte con pentola a pressione.

Surf da onda con la barca su onde di 3-4 metri. Avvistamento di un branco di delfini, sono circa trenta. Poco tempo dopo ci passa vicino un  secondo branco di delfini e mentre siamo impegnati nell’osservazione dei simpatici pescioni, arriva un’onda che ci bagna tutti!

Nottata con esperienze vissute da biancheria nel cestello della lavabiancheria.

Vento tra 30 e 40 nodi.  Durante la notte il mare e’ molto mosso e caratterizzato da impertinenti onde anomale che ci schizzano proprio nel momento in cui la cerata si è asciugata e stiamo per entrare in cabina per goderci il meritato riposo a fine turno.

 

30-11- 02

In navigazione da Canarie a Capo Verde

Alle 13:00 abbiamo raggiunto il punto di mezza strada 455 miglia tra le Canarie e Capo Verde. Il mare e’ decisamente formato, tant’e’ che la quota media di navigazione sul livello del mare e’ di quattro metri.

Se ci vedesse Diego Della Palma ci obbligherebbe a una settimana full-immersion nel suo beauty center con obbligo di frequenza e verifiche quotidiane sul miglioramento del look. Le magliette una volta indossate per una giornata assumono subito le sembianze del mocho Vileda e vanno tenute al guinzaglio altrimenti camminano da sole e rischiano di perdersi nella barca grazie alle frotte di parassiti umani che ospitano.

Risotto al radicchio preparato da Chiara e da Andrea: mai privarsi delle piccole gioie quotidiane!

Si tenta un karaoke con scarso successo, il cielo si è immediatamente coperto per la tristezza del repertorio e per le voci dalle tonalità agghiaccianti di tutti i membri dell’equipaggio. Nonostante la faccia impegnata, la fronte imbronciata, anche Massimo non è poi questo grande emulo di  Fred Bongusto. La Benedetta, per fortuna, ci allieta nei momenti di stanca con la cronaca della sua attività gastro intestinale, per altro, solo virtuale ed assai scarsa. Comunque il grosso problema della Benedetta risulta essere che con queste onde e questo vento, non riesce a “rigovernare” la barca! Mi domando: il vero problema sarà mica passare la spugnetta di Last sul bulbo? La barca plana sulle immense onde oceaniche a velocita’ inusuali, talvolta la sensazione e’ di essere su un surf da onda!

Antonio ha portato i suoi rapala a fare il bagnetto e lo sci d’acqua, passano i tonni e lo salutano ridendo, taluni addirittura gli indirizzano gesti volgari con le pinne! Andrea ha realizzato una perfetta simbiosi con la sua maglietta che sta lentamente assumendo lo stesso colore della sua pelle e sulle maniche della medesima stanno spuntando i primi peletti. Arrivano i giornalisti di “AD” per fotografare gli interni della barca, penzolano ovunque:  trecce di agli e di cipolle, trionfi di patate, presine per le pentole, prugne, occhiali, sacchi di plastica ripieni di ogni cosa e anche vuoti, allegre composizioni di cibarie e sculture di tanichette di acqua da bere. Minimalismo nautico ai massimi termini.

Si rompe la luce della bussola: immediato intervento del capitano e riparazione di fortuna con pila ad hoc.

 

Onde grandi percorse da sciami di insetti folli che migrano delineando le raffiche di vento.

Blu intenso e bianco vivo contornano il panorama circostante fra la nostra meraviglia ed il nostro sgomento per essere così relativi rispetto a questa massa di energia viva e pulsante.

 

01-12-2002

In navigazione dalle Canaria a Capo Verde

Nottata nella foschia: il mare ed il cielo sono fusi in un tutt’uno aereoliquido. Mattinata svolta in un gomitolo di nebbiolina con il sole lontano e opaco.

Se non fosse perché c’è il mare e non ci sono le “fabbrichette” (mi raccomando la prima “e” aperta!) sembrerebbe di essere a Carate Brianza in una delle caratteristiche allegre mattinate di primavera.

Temperatura sub-antartica.

Il morale dell’equipaggio non è ai massimi storici, le aspettative erano di sole, poco vento e onde lunghe oceaniche, la realtà in vece ci ha portato un vento costantemente sopra i trenta nodi, tante onde anarchiche ed un freddo quasi autunnale! Forse la rotta è sbagliata?Aspettiamo la conferma dai primi Icebergs e da eventuali incontri con i pinguini.

Il capitano con un preciso lavoro da miniaturista giapponese: ripristina la luce della bussola. La domanda che poi ci siamo posti tutti e’: come avra’ fatto con i suoi ditoni a riparare la minuscola lucina????

Un branco di pidocchi e relative pulci abbandonano la barca disgustati dalle condizioni igieniche dell’equipaggio, addirittura una piattola e’ prematuramente decuduta vittima delle esalazioni delle ascelle di Antonio.

Massimo ha passato la notte in cabina a provare la sua motosega vivamente apprezzato dal resto dell’equipaggio.

Menu’ del pranzo: Pasta tonno, acciughe, aglio, pomodoro e spezie mediterranee.

Si alza la foschia intorno alle 12:00 e la vita in barca ritorna ad essere spensierata.

Antonio al solito pascola in mare le sue esche artificiali incurante degli sberleffi dei pesci. Il Sampei del Galluzzo, preso da raptus venatori cambia esca ogni dieci minuti proponendo ai tonni ed affini delle prelibatezze artificiali di tutto rispetto: dai canguri di peluche con corpetti di paillettes rosa con amo nascosto nella borsa marsupiale ai totani in moplen con treccine di lana melange policroma e specchietti applicati al corpo passando per i fermacarte da tavolo serie “vecchia Berlino” in mogano ed ottone lucidato con carillon incorporato: i pesci avranno pensato di essere alla biennale dell’arte di Venezia! Per completezza di informazioni si ricorda anche il tentativo riuscito di piombare un galleggiante, quello non riuscito di fa convergere un divergente. Antonio: direi un mal riuscito blend tra Sampei, Vanessa Beecroft ed il fabbro di Poggibonsi.

Siamo diventati dei fenomeni della pentola a pressione: ci cuciniamo tutto, anche il caffè!

La Chiara ci si lava i denti, ma lei è la campionessa under quaranta della Val di Pesa! Ed e’ inoltre vice presidente del P.a P. club del Galluzzo (Pentola a Pressione).

 

02-12-02

In navigazione da Canarie a Capo Verde

Dopo una notte infernale con mare incrociato e vento oltre i quaranta nodi, equipaggio al limite della tolleranza metereologica, stamani, le stesse condizioni, alla luce del giorno vengono percepite come meno nocive.

La Benedetta riesce a dormire pacifica tutta la notte, Antonio, invece, non ha mai chiuso occhio fino alle 06:00, Andrea pure! La notte e’ impressionante sentirsi schiaffeggiare dalle onde che arrivano continuamente e da ogni direzione. Mentre tu sei al timone

improvvisamente il nero del cielo e del mare si squarciano in una schiuma bianca e luminosa e dopo un attimo arriva inevitabilmente la doccia salata che rallegra gli animi.

Scherzavo!

Il povero Massimo sono tre giorni che cerca di asciugare le sue scarpe bagnate dall’acqua

marina: i risultati lasciano il tempo che trovano, bruttino ed umido.

Peccato perché i suoi mocassini marroni modello Santa Margherita anni ’70 (classici del tiretto sfigato che dice: sono arrivato con la Maserati del papi) non ci sarebbero stati male per l’aperitivo in bermuda e  blazer a prua alle 17:30. Speriamo ci siano le selezioni di “the look of the year” all’ isola di Sal,  così noi ci piazziamo sicuramente tra i primi dieci! Massimo è felice delle sue valige sotto gli occhi! Ma questi alisei non saranno mica ali-trenta? La Chiara ci delizia con la pasta al pesto, naturalmente preparata in pentola a pressione. Si cambia il fiocco, mettendone uno con minor superficie e costruito con materiale più resistente. Al fine di evitare problemi la notte se il vento, come probabile, rinforzerà.

Massimo si imbottisce di Travelgum per non rimettersi un ennesimo cerotto! Sembra un castoro ruminante! Si rivede finalmente un tramonto in mezzo alla bruma in dissoluzione di armattan (vento del deserto carico di sabbia)!

Cena con torneo di pesca del wurstel a squadre nel suo brodo!

Antonio e Massimo si imbenzinano con il “vavavuma” : wiskey Jack Daniels!

All’inizio nessuno si preoccupa finchè Massimo, al timone, non chiede di accendere i tergicristalli dopo uno schizzo d’acqua sul viso ed esorta Antonio a chiudere il tettuccio e i finestrini.

 

03-12-2002

In navigazione da Canarie a Capo Verde

Nottata piacevole sotto le stelle, vento costante in poppa di 20-25 nodi, temperatura mite, abbiamo recuperato le energie perse la notte precedente!

Iapino Sergio, compagno di una vita di Carrà Raffaella ha curato le coreografie dei balletti al timone leggiadri ed aerei interpretati dal turno Franco - Chiara dalle 00:00 alle 03:00!

Gli applausi del pubblico estasiato per la performance sono durati ben sette nano-secondi ed un biancaneve-minuto!

Franco ha ammaestrato un gruppo di pescesse volanti che evolvono, no anzi evoluscono, meglio evoluzionano per la ciurma al suono del putipù.

Andrea è in contatto fisso tramite il telefono satellitare con il mago Otelma e con  la strega Amelia,  i quali gli propinano oroscopi, tarocchi, lettura dei francobolli leccati, carte sinottiche delle previsioni meteo, quotazioni del grano a Winnipeg e del sego a Segovia.

Benedetta dopo aver dato il cencio in terra, pulito i vetri, stirato i pantaloni di flanella di Andrea, rammendato i calzini di Antonio, curato la pedicure di Chiara, si è messa maschera e pinne ed è andata a levare i denti di cane dal bulbo durante la navigazione! Beata lei che riesce a fare tutte queste cose senza accusare mal di mare!

Si prevede l’arrivo a Sal in serata verso le 18:30 – 19:00.

Nella giornata nient’altro da segnalare salvo un tonnuccio preso da “Antonno”! Dai scherzo alle 10:30 Antonio, contro ogni aspettativa e previsione, aggancia un tonno sui sette chili. Dopo mezz’ora ci sorpassano con il loro Boston Whaler i due sub dell’ “Cooperativa Allevamento Tonni Capo Verde” che salutano Antonio facendo grandi occhiolini e gesti di intesa tipo “aumma aumma”: chissà cosa volevano dire! Alle 13:30 tonno e’ in tavola: in parte trasformato in sushi ed adagiato su salsa di soya e wasabi ed un bel trancio e’ stato cotto in forno ed aromatizzato con aglio, pepe e rosmarino.

Antonio alla fine del pranzo ci ha rivelato l’esca con cui ha preso il tonno: una succulenta banconota da cento dollari.

La sera siamo arrivati alle 10:00 a Sal, entriamo al buio in porto: ci accoglie un’atmosfera surreale con fabbrica di tonno appena illuminata, alcune navette alla fonda, tante barche a vela in rada, cani che abbaiano e voci lontane.

Stanchi ma soddisfatti ceniamo con lume di lanterna nel pozzetto brindando con “Cava” spagnolo alla fine della prima tappa! Antonio prova a dormire in coperta, con Massimo per un po’ ci dilettiamo a disturbare il nostro pescatore mentre tenta di leggere con la sua lampada da otorino e con un’aria falsamente intellettuale, poi finalmente a letto!

 

 

04-12-2002

ARRIVO ALL’ISOLA DI SAL
ARCIPELAGO DI CAPO VERDE

–In porto a Palmeira –

Navigazione dal porto di Palmeira a quello di Mordeira

Stamani ci concediamo una lauta colazione nel pozzetto, dopo una meritata dormita non stop tutta la notte. Con Antonio decidiamo di fare “barca-stop” e ci facciamo portare in banchina dove possiamo  fare la  spesa e rifornimento di acqua col “salamone” da centoventi litri. Un grottesco pulmino con l’insegna sulle fiancate del ristorante “Dino all’Olmo” di Fiesole parcheggiato al porto di Palmeira ci strappa un sorriso.

Benedetta dedica le sue attenzioni al  “salamone” d’acqua trattandolo come un toro meccanico e prova a lavarlo con spugna e secchio.

Trasferimento alle 12:00 con vela e motore fino alla baia di Mordeira.

12:25 ora locale. Antonio aggancia un dentice da mezzo chilo!

12:30 Antonio ne sgancia uno sicuramente più grosso!

Trascorriamo il resto della giornata all’ancora nella baiona (grande baia) di Mordeira a sud di Palmeira. Ho cucinato al forno il dentice appena pescato  ed una pasta “muy muy” piccante, tant’e’ che Antonio ha avuto un rigurgito ed ha bucato il tendalino con una fiammata originata dal suo piloro!

Dopo pranzo Antonio e Massimo partono con il gommino con la pesca a traina, le ragazze ed Andrea restano in barca.Mi faccio accompagnare alla spiaggia dai 2 pescatori e parto all’esplorazione dell’isola, direzione Santa Maria, uno dei centri abitati dell’isola. Dopo un chilometro a piedi lungo la provinciale, salto su un pulmino che per l’equivalente di un euro mi ha scarrozzato one way da una parte all’altra dell’isola. A bordo del mezzo ci sono locali, indigeni, turisti nani, ballerine ed astronauti: un’umanita’ policroma e divertente.

Santa Maria è un villaggio di ex pescatori recentemente trasformati in baristi, albergatori, charteristi, discotecari ecc. Siamo ai primordi della locale organizzazione turistica!

Ai bordi della cittadina c’e’ una spiaggiona bianca con salina alle spalle  delimitata da una decina di alberghi di nuova costruzione non molto affollati, con buona quantità di italiani e di tedeschi. Bella la musica brasiliana, jamaicana, reggae che si ascolta ovunque, ed inevitabilmente e’ spesso “on air” la fantastica voce di Cesaria Evora: la voce di Capo Verde.

La sera un tramonto squarcia le nuvole gonfie di pioggia e all’orizzonte si proietta uno spettacolo che ogni volta meraviglia ed  impressiona gli spettatori come se fosse nuovo e assolutamente imprevisto. Lame di nuvole come decorazioni arabe incidono il sole arancio caldo ed incorniciano il cielo infuocato. Davanti ad un tramonto ogni volta mi incanto e mi emoziono come un bambino: e’ una cosa che mi stupisce sempre!

Premio speciale alla Chiara per la lampada da cranio: un gioiello  della miniaturizzazione che la fa assomigliare ad un tucano con lo zainetto. ( Inserire disegno di Chiara con enorme torcia da cranio sul davanti e porta batteria sul retro). Mi ricorda gli scafandri da palombaro.

Santa Maria e’ il porto turistico, si fa per dire, di Sal. L’isola è piena di profumi e odori incatalogabili, case di cemento in costruzione, terra brulla spruzzata di palme, gente colorata di arcobaleno, barche alla fonda e tante navette semi affondate. Un’atmosfera tanto affascinante quanto surreale, un passo oltre l’immaginazione. Quest’arcipelago e’ fatto di brandelli di deserto sparati in mezzo all’Atlantico: i colori che dominano sono il giallo brullo e l’azzurro mare.

Sotto un cielo d’ acciaio e che sovrasta un mare d’ardesia,  vedo alberi spettinati casuali e sparsi. La gente parla portoghese, è piena di tutto e di niente.

Sorrisi nel fango, cesti di banane in testa, piedi di cuoio e sguardi intensi che puoi quasi toccare. Mi sento alla dogana della realtà civile.

 

05-12-2002

In naviganzione da Mordeira a Santa Maria

Ieri in tarda serata abbiamo fatto una mattanza di saraghi al bolentino grazie ai preziosi effluvi del formaggio puzzolente: gli sparidi come drogati, quasi fossero ad un rave party, abboccavano anche agli ami vuoti, per il solo fatto di aver avuto infilzato in precedenza il fragrante prodotto caseario iberico!

Notte tranquilla e mattina con dimostrazione di machismo di Andrea con bagno alle 07:30,

il resto degli ometti (sessualetti) dell’equipaggio risponde all’affronto con la tipica “arroganza” del mite impiegatuccio di seconda scelta: si e’ rifiutato di seguire il capitano perche’ ancora l’acqua e’ troppo fredda!!!!! Massimo non ci sta ed alle 09:00 recupera una piccola percentuale di virilità e si tuffa anche lui. Antonio e Franco perseverano nella loro “pisseraggine” quasi femminile! Ormai si sono già messi fondotinta, fard, rossetto e gel sui capelli quindi non vogliono sciuparli!

Col sole alto decidiamo di fare rotta verso Santa Maria, Antonio avvia il suo corteo di rapala dietro alla barca: una processione di esche artificiali, stressate come la segretaria di Colanninno, inseguono la barca appesi ad una lenza e pregano solo di agganciarsi al fondo per rimanerci e dare uno scopo a questa vita grama analoga solo a quella degli ascensori di garage multipiano!

Dopo che i padroni della barca sono atterrati in spiaggia con il tenderino, noi (Antonio ed io) della “cooperativa servizi d’ igiene ambientale”  prima abbiamo lavato la barca da cima a fondo e poi noi stessi visto il sentore di bue muschiato che aleggiava in aria al termine delle operazioni di pulizia!

Come si fa a vedere da quanto tempo e’ che la Benedetta non rigoverna la sua tazza per  la colazione? Basta verificarlo con il carbonio quattordici sulle incrostazioni di cibo della tazza.

Come giusto premio vengono poi lasciate le fanciulle a bordo e gli ammutinati del Mars (il Bounty non ci piace molto) si sono fiondati sulla spiaggia.

Noi ometti di bordo, abbiamo assaltato il primo ristorante  che abbiamo trovato e tempo tre secondi eravamo con la gamba sotto il tavolino: aragoste come se piovesse e… birra fredda alla spina! A tavola i soliti argomenti: la vita di Talete e la filosofia presocratica, cenni biografici sull’opera politica di Nilde Iotti, commento di alcuni brani del romanzo “Piccolo mondo antico” di Antonio Fogazzaro. Il pasto frugale si è svolto all’insegna dell’ilarità generale visti i temi di conversazione affrontati. Dopo pranzo siamo andati a recuperare le ragazze in barca e ci siamo cimentati in varie figure di free style in sei su un Tender da quattro persone.

La principessina Benedetta Serbelloni  Della Stufa Secca primeggiava per la  grazia e per l’agilità, commentando le sue ardite e plastiche evoluzioni con lessico argentino ed aggettivi soavi e leggiadri.

Cena in un ristorante tipico: un locale con balli folcloristici affollato da camionisti capoverdini, gruppetti di turisti sgangherati e caratterizzato da due ballerini che trasmettevano entusiasmo ed allegria con le loro espressioni da pesci surgelati e strappavano applausi ad ogni sbadiglio che facevano. Fine della serata in un vero localino con musica, questa volta molto gradevole con degli ottimi colleghi dei Buena Vista Social Club che cantavano dal vivo. Il pubblico eterogeneo si spellava le mani per gli applausi spontanei generati dai musicisti veramente carismatici.

 

Non bastano due occhi per vedere i colori della terra e dell’acqua di queste isole, non sono sufficienti le parole che conosco per descrivere le sensazioni che provo nel breve spazio di ogni ora che vivo in questo posto: una tenda leggera svolazza tra la fantasia e la realtà. I pensieri corrono più forti delle parole e non mi riesce esprimere tutto quello che mi bolle dentro!

 

06-12-2002

In navigazione da Isla do Sal a St. Nicolau

Nottata tranquilla, interrotta solo sporadicamente dalla motocoltivatore diesel che Massimo abitualmente accende in cabina durante la notte , dalle onde della risacca, dai misteriosi suoni gutturali emessi dal sistema intestinale di Antonio e dalla musica del putipù del bagno usato dalla ciurma a più riprese. Sono arrivati Luca ed Alessandro che stanotte dormiranno in albergo e ci apprestiamo al cambio dell’equipaggio, il popolo sbarcante si accinge a ri-pressare il bagaglio nei contenitori con cui originariamente se lo era portato. La sfida alle banali leggi della fisica è lanciata: la Chiara riesce a stento a immagazzinare quattro metri cubi di bagaglio in un beauty case riadattato, la Benedetta adotta la teoria dell’improperio pressatore con risultati insoddisfacenti, allora decide di convocare la sua squadra di domestici che le sbrighino queste noiose faccende plebee. Massimo prende le distanze dai suoi bagagli e con un’abile mossa da prestigiatore inserisce tutto nella sua borsa e non contento supplica di poter portare altro per altri: tempo un secondo gli vengono appioppati due borselli Iberia azzurro carta da zucchero farciti di ogni ben di Dio.

Trasferimento del bagaglio e degli sbarcanti con il gommino dalla barca al pontile con soliti passi leggiadri di Benedetta che monta sul gommino con la leggerezza di un facocero con i tacchi a spillo, la Chiara riesce a superare varie prove di equilibrio più per il volere di  Allah che per meriti suoi!

Antonio si dedica alla professione sartoriale cercando di cucire il tendalino, con molto ardore, ma il risultato è tragico, deve rifare il lavoro da capo: litri di sudore e numerosi moccoli buttati al vento!

Arrivano a bordo Luca ed Alessandro: uno color Domopak pellicola trasparente l’altro bianco panna sporco! Escursione alla salina di Pedra do Lume che si trova  in un cratere di un vulcano spento da secoli.

Cena di addio per Chiara, Massimo e Benedetta.

Accanto a noi cena di Natale del “Circolo Dopo Lavoro Dalmine di Begamo”, sembra una battuta, ma era vero: un gruppo di turisti orobici ha cenato vicino a noi in questo posto abbandonato dal mondo!

Al ristorante distribuite cinquanta Bic ad altrettanti bambini della scuola di Pedra do Lume: e’ stato molto bello per le nostre anime contare i loro sorrisi! Con Antonio decretiamo che abbiamo lasciato molte potenziali fidanzate sull’isola: il motivo e’ che non ci hanno capito fino in fondo! Mah! Chissà perché, infondo siamo così carini.

Ci imbarchiamo alle 22:00 con rotta per l’sola di San Nicolau dove prevediamo di arrivare domani sul mezzo del giorno.

Temporale all’orizzonte.

 

Dopo una galleria si entra nel cratere, ai nostri piedi una scacchiera bianca e rosa, un’atmosfera surreale, edifici in legno semi-abbandonati, testimonianze di fatiche lontane, un salto fuori dal tempo.

Un set di un film o un’avventura di Topolino che trova un nuovo mondo nel vulcano. Intanto la luna nuova sorride al sole che tramonta dietro ad un ciuffo di nuvole ardesia.

 

EQUIPAGGIO SECONDA TRATTA: CAPO VERDE-MARTINICA

Andrea –  sempre capitano, ma anche sussi.

Antonio  - mozzo, pescatore, acrobata e bersaglio di sussi e biribissi..

Alessandro - timoniere sorridente, uomo dei numeri e allergico al bucato!

Luca – dandy, marinaio esuberante e divoratore di porcherie in scatola.

Franco sempre me medesimo– chef, biribssi e romanziere di bordo.

 

 

07-12-2002

In navigazione dall’isola di Sal all’isola di San Nicolau

Dopo la partenza da Pedra do Lume  si cerca la soluzione ad un problema: a bordo siamo in 5 e non piu’ in 6, come si gestiscono i turni in numero dispari ? Antonio sfodera il suo entusiasmo e partorisce un francobollo con i turni su cinque giorni: un gomitolo di linee orizzontali e verticali con delle micro caselle in cui dimorano i geroglifici che rappresentano ciascun membro dell’attuale equipaggio, dopo una rapida consultazione Antonio viene rispedito a produrre un grafico leggibile anche da Stevie Wonder e da Ray Charles.

Alessandro intanto si veste per la notte: sembra Yuri Gagarin in partenza per la luna nei primissimi anni ’60 con sotto sotto tuta, sotto tuta, tuta, sopra tuta, dolce vita, cintura Gibaud e calzino da circolo polare artico. Anche ieri ci aveva dato una lezione di stile con un meraviglioso copricapo in cotone bianco tipico della media borghesia francese in vacanza negli anni ’40 a Biarritz.

Alba con nuvoloni neri a poppa, del sole si intuisce la luce che filtra tra le nuvole. Antonio cattura un tonno pinna gialla che non ha lasciato neanche il tempo al rapala di bagnarsi.

Viene montato il nuovo generatore a trascinamento in sostituzione di quello che avevamo scoperto essere guasto alla partenza da Lanzarote.

Alle 11:00 si vede l’isola di San Nicolau.

Notevole è la tecnica con cui Alessandro si intonaca la faccia di crema a schermo totale con barriera anti-batterica lasciandosi ettari di pomata sul volto, tanto che sembra  Wanna Marchi truccata per andare in onda nelle televendite!!

Dopo aver cucinato il tonno a bordo facciamo una sosta a Carracal paesino di pescatori sull’isola di San Nicolao. Sbarchiamo in questa oasi di verde di palme ed arbusti, ci accolgono dieci case colorate come le caramelle ed intorno solo monti brulli pieni di rocce brune. Facciamo una passeggiata e raggiungiamo una vecchia fabbrica abbandonata per la lavorazione del pesce. Guardando intorno si notano tanti cani essenziali che passano silenziosi tra i bambini che giocano sorridendo con i loro occhi vispi ed intensi che quasi ti bucano. Li guardiamo curiosi e colpiti dai loro denti bianchissimi che risaltano sulla  pelle cotta dal sole tropicale.

Cinque barche, tutte a vela e tutte francesi, ancorate con la prua verso il paesino sembrano anche loro in contemplanzione di questa vita lontana dalla nostra .

E’ un po’ come se fossimo ritornati nel il medievo,  e se arrivasse all’improvviso un mammouth o un legionario romano non mi stupirei affatto.

 

In un raptus di creativita’ viene coniato a bordo lo slogan pubblicitario per la locale societa’ che imbottiglia l’acqua minerale:

“L’acqua Caramulo non ti brucia il…… “

Arrivo in porto a Tarrafal alle 21:30 dopo slalom tra le indicazioni del portolano per trovare l’imboccatura del porto.

Ci penso io al sugo di tonno! Dice Luca che pero’ si addormenta dopo pochi  minuti spesi nella preparazione del sugo, eppure sembrava cosi’ entusiasta ed attivo!

Ci ancoriamo in porto e ceniamo a bordo al lume di candela  e masticato l’ultimo boccone siamo crollati tutti in un sonno profondo come galline al tramonto.

                                  

08-12-2002

In navigazione da Tarrafal a ……….speriamo Martinica

Sveglia e colazione a bordo, a seguire ci dedichiamo alle operazioni di socializzazione con i bambini locali. Con Andrea ci facciamo portare a terra per fare acqua e gasolio prima della traversata, facciamo l’ultima tappa sulla terra ferma prima di Martinica.

Alle 12 utc ora locale partenza con strombazzata di saluto alle altre barche in rada .

Facciamo il primo bordo a vela per uscire dal ridosso dell’isola con vento al traverso, subito un paio di secchiate di acqua infradiciano la divisa  bianca con gli alamari ed i bottoni d’oro di tutti gli ufficiali dell’equipaggio. In un batter d’occhio ci mettiamo tutti in costume e ci godiamo le piacevoli docce generate dalle onde che si infrangono sulla pancia della nostra barca!

Menù per il pranzo: tortellini al pomodoro Boliviano!

Costeggiamo gli ultimi isolotti deserti dell’arcipelago di Capo Verde: enormi scogli sparati milioni di anni fa dalle viscere dei vulcani sottomarini, nero e marrone dominanano sul blu schiumoso del mare intorno. Le rocce scolpite dal mare e dal vento hanno un fascino indescrivibile e magnetizzano la nostra attenzione. Luca mentre si trovava sottovento ad Andrea dichiara di sentire l’odore di terra, di caprette al pascolo e commenta la situazione con sarcasmo finche’ Andrea non decide di verificare il tasso di acidità della propria ascella: ed in effetti a parte Heidi, le caprette c’erano e anche” i monti che sorridono”!

Tramonto meraviglioso finalmente con un cielo sereno, cena nel pozzetto con pastone di purea di patate e tonno di Capo Verde annaffiato di buon vino spagnolo. Nottata con buon vento e cambio di invelatura, diverse docce non previste.

Venere sorta a sud-est era così luminosa da fare una scia argentea sul mare e quasi generava le ombre degli oggetti illuminati.

Abbiamo dormito sballottati come in un flipper: come al solito!

 

Meglio un uovo ieri che una gallina domani.

Un cielo all’orizzonte che dalla riga nera del mare sale dal rosa all’azzurro con una serie di sfumature di colori da non saper descrivere. Nuvole nere con bordi dorati e la luna sempre sorridente illumina il mare con un sentiero metallico sulla scia della barca.

 

09-12-02

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Mattinata col sole, vento buono, onde al giardinetto e barca decisamente rollante. Il capitano si lava sulla spiaggetta di poppa tra le proteste degli animalisti di bordo che lo pregano di:

1)     non uccidere le caprette

2)     preservare l’ecosistema circostante

3)     non applicare deodoranti troppo potenti, a bordo sono vietate le ascelle geneticamente modificate!

Mare, onde, cielo nuvole a 360°, questo e’ l’uniforme panorama che ci e’ riservato per le prossime due settimane.Siamo un po’ tutti pervasi da strane sensazioni di  felicità e curiosità per le proprie capacità di adattamento a questa esperienza di un microcosmo fuori dal mondo. L’idea che tutto sia fuori dalla nostra portata mi stuzzica e mi sgomenta: la consapevolezza che siano solo il giorno e la notte a condizionare la mia giornata mi alletta, ma, altrettanto mi preoccupa che qualsiasi cosa succeda le uniche risorse a cui mi devo affidare sono: le braccia e le teste dei quattro che oltre a me condividono questa esperienza. Non saprei definirmi: un po’ matto, un po’ guascone, un po’ goliardo ma soprattutto molto curioso di capire, di vedere tante cose e di provare emozioni.

Su esempio dello skipper, vengono effettuate operazioni di disinfestazione da parte di gran parte dell’equipaggio, nel campo nudisti a prua della barca: con pregevole esposizione al pubblico ludibrio di natiche stanche, adipe abbondante e pelli color fumo di candela.

Nei film i navigatori oceanici sono sempre come minimo dei Paul Newman, sulla  nostra barca al massimo sono degli attori da recita parrocchiale di beneficenza  o centravanti da partite scapoli-ammogliati.

Antonio cattura uno splendido esemplare di foglio di scottex che viene salpato tra i conati di delusione dell’entusiasta pescatore!

Alle 14:30, durante la siesta di gran parte dell’equipaggio, mentre Antonio allestisce il suo banchino per la fiera dell’articolo da pesca, abbocca una lampuga di 3/4 kg che viene issata a bordo dopo lunga battaglia.

Riso alle verdure e curry in pentola a pressione.

Bello il tramonto nel bicchiere, belle le stelle che riflettono nella tazza di tè, ma anche la signora col cappotto verde che ti suona al semaforo dalla sua Punto beige non è male, così come anche l’aperitivo al Caffe’ Giacosa!

 

Ci sono tante stelle cadenti che ho dovuto predisporre il distributore di numerini per consentire a ciascuna di potersi procurare il proprio desiderio. 

Fiocchi di nuvole

Spruzzi di schiuma

Triangoli di vela

Ecco le sfumature

Di bianco.

Onde sfaccettate

Cielo vitreo

Ecco le tonalità

Del blu.

Due colori che

Sembrano mille,

ma da soli colmano

la nostra giornata.

 

10-12-02

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Notte tranquilla, preso abbastanza bene il ritmo dei turni, si riesce a dormire per quasi tutte le quattro ore e mezzo dei riposi tra una timonata e quella successiva.

Prima colazione tutti insieme nel pozzetto con addirittura il tavolino: Luca riesce a mitragliare il suo latte con cereali su tutta la barca che ora sembra un pralinato alla nocciola. Antonio prende un’altra lampuga sugli 8/10 kg: un bel pescione verde azzurro e giallo con una faccia che sembra il muso dell’autobus 17, quello verde a due piani che dalla stazione portava a Fiesole. (inserire disegno dell’autobus a 2 piani)

Oggi tanto per cambiare: cielo, mare, sole, nuvole!

Bucatino in acqua di mare dei costumi schizzati di sangue dopo la cattura della lampuga: siamo arrivati ai massimi livelli di autosufficienza, per arrivare a quella totale bisogna eliminare anche il ruolo “donna” nella vita di ognuno di noi: troviamo una soluzione “fai da te” e decidiamo di operare Luca che si offre volontario, lo vestiamo da signorina et voilà: i giochi sono fatti.

La giornata comincia con l’inversione dei fiocchi per evitare che uno si usuri strisciando sullo stralletto di prua, poi dedichiamo il resto della mattinata alla lavorazione del pesce.

Pranzo con pasta condita con sugo di pesce alla soya e curry: lampuga alla creola.

Al tramonto tutto l’orizzonte sembra convergere sul sole, le nuvole sembrano tutte attratte dal fascino dei colori che si generano attorno alla palla di fuoco che si corica nel mare, e’ l’apoteosi della giornata trascorsa, anche noi non restiamo mai indifferenti nei confronti di questa cerimonia quotidiana sempre uguale, ma allo stesso tempo sempre diversa.

Si rompe il braccio del timone automatico, ma viene riparato in poco tempo.

Cena a base di lampuga al cartoccio con capperi e al forno con sale e spezie, 3/4 dell’enorme trancio purtroppo sono ritornati al mare per evitare che andasse a male e profumasse la cambusa con il tipico olezzo ammorbante del pesce marcio. Iniziamo ad essere nauseati dal sapore di lampuga.

Meglio un uovo oggi che una lampuga ieri, l’altro ieri, il giorno prima……..

 

11-12-02

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Nottata con poco vento, 6/8 nodi e conseguente tartarugazione della barca a 3/4 nodi, mettiamo lo spinnaker ma il vento  e’ sempre assente o quasi. Dopo la prima colazione, ammainato lo spinnaker , viene acceso il motore : cosi’ si ricaricano le batterie e si procede ad una velocità media più alta.

Nelle ultime ventiquattro ore abbiamo percorso 122 miglia (ventotto in meno rispetto alla media prevista).

Antonio viene severamente ammonito di non mettere esche in acqua, se non puo’ resistere alle pulsioni venatorie: prenda il fucile e vada a caccia al cinghiale!

Anche oggi bella giornata, serena con nuvolette spruzzate  tutt’intorno.

Luca, testimonial vivente dell’ultimo modello di intimo CAGI, gira con la sua maglietta grigia e la sua mutanda coordinata e ci rende tutti psicologicamente insicuri nelle nostre mise policromo-salate!

Alessandro, il sofista della riflessione, procede con i suoi ritmi congestionati dalla calma e si sottopone ai suoi riti quotidiani: asfaltatura del corpo con creme protettive, prima colazione con sguardo assente, disquisizione sulla propria gastrite e successivo immediato consumo di latte e Nesquik a scopo terapeutico!

L’apice però viene raggiunto nel momento in cui indossa il cappellino bianco abbinato al costumino azzurro costellato di squaletti martello celestini, modello estate inverno 1966/67 codice 4728 sul catalogo Postal Market .

Decidiamo di fare il bagno nel blu dove “si tocca solo in punta di piedi”, con una certa preoccupazione per la sicurezza delle nostre estremità:  4000 m ci separano dal fondo e possono contenere di tutto ed anche di più.

La doccia o il bagno, il contatto con l’acqua (24/25° C) ci sveglia e ci rende più allegri e vitali. Andrea suggerisce ad Antonio il sistema per tatuarsi un pettine di gondola sulla spalla: gli applica un enorme cerotto orizzontale con estroflessioni laterali simmetriche da tenere un giorno per evitare che un taglietto microscopico lasci il segno.

Oggi parecchio motore e poca vela, sull’ora di cena Antonio accetta la sfida di sostituire lo spinnaker con il gennaker nel tempo di cottura delle farfalle al pesto.

Ogni tanto ci sono dei momenti di iper-attività e l’”Alinghi feeling” almeno per cinque minuti fa proseliti!

Anche di notte poca vela e tanto motore.

Delfini di notte, tramonto bellissimo, calma di vento orizzonte pulito, colori irreali, grandinata di foto e di commenti!

Polemiche sul nomignolo dato ad Alessandro da parte di Antonio: Remigio. Dopo qualche discussione viene trovato il compromesso: Remi!

Ho perso due partite a scacchi con Andrea.

Avvistate due navi di cui una petroliera enorme.

 

12-12-02

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Bonaccia atlantica (doldrums?!?) abbiamo incontrato una indigena locale di quelle che hanno un’età indefinita tra la menopausa e l’eternità! La suddetta è stata intervistata e ci ha rivelato che da quando incontrò Magellano non aveva visto una tale calma! Ci fermiamo ad un area di sosta e decidiamo di fare un pic-nic col barbeque in attesa del vento.

Andrea decide di allestire un mercatino di abbigliamento usato ed appende a poppa una dozzina di magliette fresche (??) di bucato, speriamo che Antonio non si metta a vendere i rapala, sennò a noi tre residui toccherà gonfiare il tender per acquisire un po’ di spazio autonomo.

Luca si pone un quesito esistenziale di primaria importanza: i pesci volanti si accoppiano in aria o in acqua ed il corteggiamento avviene nello stesso elemento dell’accoppiamento o necessariamente devono avvenire, le due fasi, in due elementi differenti!

Comunicato ai nostri lettori: a causa di uno sciopero dell’equipaggio indetto per protesta contro la totale mancanza di vento questo paragrafo andrà in onda in forma ridotta e priva di immagini. Il comitato di navigazione ha emesso un breve comunicato: “l’equipaggio sdegnato ed unito nella protesta contro la totale assenza di venti ha azionato il timone automatico ed ha affidato la propulsione della barca al motore. In segno di protesta l’equipaggio ha indetto uno sciopero che si traduce in una marcia di protesta intorno alla barca per terminare in un girotondo intorno all’albero, oggi promosso per l’occasione ad albero della cuccagna. A seguire briscolone a coppie col morto: primo premio una testa di lampuga essiccata e puzzolente, secondo premio una coppia di calzini spaiati senza fissa dimora ed in cerca di padrone, terzo premio una confezione di pane tedesco alle spezie e cereali leggermente inacidito per l’invecchiamento in buste di nylon sotto l’azione della salsedine”. I servizi minimi saranno garantiti: sarà tenuta in funzione una toilette su due, i pasti saranno serviti freddi. Per i menzionati motivi non saremo in grado di trasmettere il pensiero del giorno

Pranzo freddo a buffet come previsto dalla agitazione sindacale cous-cous con verdure, tonno, acciughe e legumi.

Presa lampuga che si slama sottobordo.

Verso le 15:30 ora locale ricomincia a soffiare un vento sui 7/10 nodi: lo sciopero e le relative manifestazioni hanno sortito l’effetto desiderato.

Perso due partite a scacchi con Andrea.

Chissà che c’è alla tele stasera?

Lavanderia Catellacci: come ridurre quattro magliette in altrettanti stracci!

Avvistiamo con Antonio un uccello in mezzo al mare a 600 miglia dalla terra più vicina, lo stanco viaggiatore probabilmente si posera’ su una crocetta dell’albero e vi trascorrera’ qualche ora.

 

13-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Durante la notte, dopo una prima parte di navigazione a vela, l’aliseo ci fa di nuovo marameo.

L’agitazione sindacale di ieri non ha sortito l’effetto desiderato, il comitato di navigazione non ha sottoscritto  il contratto con il vento,  Eolo avrebbe sottoscritto ma al tavolo c’era Nettuno e allora Eolo “ci è rimatto male e te ne è tornato a cata”!

Il vento si è ridotto ai minimi termini come intensità e quel poco che c’è ha cambiato direzione; noi abbiamo cambiato rotta per portarci più a sud dove, secondo le carte del vento scaricate da internet, dovremmo trovare questi alisei cosi’ dispettosi!!

Questa bonaccia è il risultato di una grossa ed anomala bassa pressione arrivata sulle Canarie un paio di giorni fa, ed attualmente in dissoluzione. Andiamo a motore, ma se le cose continuano così bisognerà cominciare a razionare l’uso del gasolio, attualmente ci restano solamente ¼ di serbatoio più una riserva di 80 litri.

Abbiamo visto e contattato via radio un catamarano francese “7 seas”, partiti da Lanzarote il 02-12 anche loro senza molto gasolio ed hanno viaggiato con pochissimo vento.

Anche oggi ci dedichiamo ad andature alternate: un po’ a vela ed un po’ a motore.

Come antidepressivo ci somministriamo una italica pasta alla puttanesca. Gli spaghetti che hanno sempre il loro perché! Antonio, smessa la passione per la pesca ora si è innamorato del sestante, prende “punti nave” ogni trenta secondi, adesso sappiamo che per andare da poppa a prua ci sono dodici metri e finalmente, sempre grazie al contributo indispensabile di Antonio sappiamo che la distanza tra un pasto e l’altro è di circa sei ore e che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!

Su tutto questo, crisi di gelosia del rapala nei confronti del sestante: scenata stile vicolo napoletano con il rapala che prende ad ancorinate gli specchi del sestante il quale reagisce a colpi di alidada! Bilancio due specchi neri ed un livido sulla pinnetta caudale dell’esca artificiale.

Cena con wurstel e pureae dessert a base di ananas sciroppato sottospirito. Dalle 02:30 si va a vela, l’umore di tutti è risollevato, il vento ci rende tutti più attivi e reattivi. 

Un sipario di nuvole all’orizzonte incornicia un palcoscenico rosa dove nuvole e sole mettono in scena l’alba per un pubblico attento di onde metalliche entusiaste. 

Un nuovo teatro, gli stessi interpreti, nuovi colori, nuove forme e gli stessi agitati spettatori; un tramonto decora l’orizzonte e nuvole sfumate dal nero al bianco si mescolano ad un arancio caldo di aria tropicale.

 

14-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Nottata con vento a tratti, navighiamo con lo spinnaker.

Perdiamo dalla visuale i francesi col catamarano.

Mattina con vento buono, spinnaker, durante il rito della prima colazione, dibattito sull’etica socio-economica tra Sandro ed Antonio,  Luca, Andrea e Franco guardano e commentano. Ci vorrebbe Bruno Vespa e poi è come essere a Porta a Porta!

Alle 13:00 insalatona ricca con di tutto di più! Siamo molto preoccupati per la risposta dell’apparato digerente di Antonio al crauto + peperone + ceci + fagioli: una miscela esplosiva che se maneggiata con scarsa cura da un succo gastrico dilettante può diventare nociva come la diossina e quindi, a scopo cautelativo, abbiamo pregato Antonio di farsi prima di pranzo un bel frappè di gesso, borotalco, Vinavil e carta igienica.

Nel pomeriggio è calato di nuovo il vento ed il mare incrociato ci costringe ad accendere nuovamente il motore: che palle!

Tramonto meraviglioso anche stasera! Tutte le sere una performance indimenticabile, peccato non poterla condividere con i miei bambini! Saranno questi orizzonti tersi a raggio infinito o la mancanza di inquinamento o il mare o la temperatura ma la scenografia è sempre a dei livelli da levare il fiato.

Stasera cena tipo pensione di quarta categoria nel sud Tirolo: minestrina liofilizzata, parmigiano e pesche sciroppate. Antonio pare abbia perso uno squalo di un paio di metri sotto bordo perché gli ha strappato la lenza, nessun testimone oculare, per cui, nel dubbio, facciamo tutti finta di credergli!

Arriva e-mail di Chiara e telefonata di Fausto!

Ho perso altre due partite a scacchi con Andrea.

Navigato dalle 17:00 alle 21:00 a motore e poi vela con vento 7-10 nodi.

 

15-12-2002

In navigazione da Capo Verde (forse Suriname?) a Martinica

Strambata oceanica!

Correva l’ora nona del giorno, mentre in cielo una coltre di nubi color del carbone facea presagir acqua nel breve volger del mattino, il capitano imperioso si rivolse al tracotante equipaggio: “Avanti pelandroni è giunta l’ora di strambare, armate i vostri muscoli e allertate le vostre menti!”

L’equipaggio tutto, come colpito da una saetta in un batter d’occhio si trova ai posti di manovra, e passata di un quarto di miglio la latitudine 14°, l’imbarcazione stramba e mette la prua verso Martinica; il cielo si squarcia ed il sole, come per magia, illumina la rotta!

Ieri sera, dopo aver consultato le previsioni via internet, ci siamo resi conto che le ultime perturbazioni sono scese molto a sud determinando situazioni di vento anomale che si ripercuotono sugli alisei in senso negativo.

Dalla carta del vento, con previsioni fino al prossimo mercoledì, si vede che conviene scendere a sud fino a 14° di latitudine per poi procedere verso ovest per ottenere venti più sostenuti e costanti che soffino almeno a 10-15 nodi.

Questa ulteriore deviazione ci costera’ circa mezza giornata di ritardo sulla tabella di marcia.

Dopo pranzo Andrea sfodera una amaca di dimensioni lillipuziane e di età indefinibile, potrebbe averla rubata ad una famiglia di emarginati nella favelas di Rio de Janeiro, la piazza a prua con circa un’ora di preparativi, il risultato è sorprendente: sembra un insaccato emiliano e per di più tocca terra (pardon barca!!) con le natiche.

Alessandro, da buon ingegnere, fa il primo bucatino della sua vita, con sei ore di lettura preventiva del manuale di istruzioni e poca convinzione sui risultati conseguibili. Prende il sapone lossodromico, ci lava i sui raffinati capi,  li stende su un arco di tangente e li asciuga sul coseno.

Il cappellino bianco, gia’ color maionese/mostarda, viene steso sulla battagliola con ben quattro mollette: tante volte il prezioso copricapo volasse via!

Oltre al cappellino vengono lavati anche il costumino Postal Market con pescini martellini e la mutanda Cagi bianca da adolescente cresciuto che aveva assunto i colori dell’interno delle grotte di Postumia ed i sentori di un ovile sardo nel Gennargentu.

L’equipaggio grato brinda ad Alessandro.

Cena con risotto curry e verdure.

 

Per Chiara che sorride navigando al timone di notte.

Mentre lo scafo veloce plana sull’onda

Il soddisfatto silenzio delle vele

Gonfie di vento è interrotto solo

Dal rumore del cielo vestito di luna

E punteggiato di stelle.

 

16-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

La notte trascorre con vento da “E- NE”,  e’ piacevole stare al timone, il tempo e’ buono, si possono osservare passaggi di fronti nuvolosi con le relative variazioni di intensita’ del vento.

Luca ci rende migliore il mattino mostrandoci in tutta la sua delicatezza il facocero che si nasconde in lui: alle 08:00 ora locale si è mangiato da solo e senza che nessuno lo obbligasse o minacciasse, un’intera scatola di mousse di carne aromatizzata Tulip, il solo odore del prodotto viene usato in America per gli spray da difesa anti-aggressione.

Tra gli ingredienti, nella scatoletta, si trova anche l’essenza di scarico  dello stabilimento Farmoplant di Massa.Adesso Luca sta facendo le bolle senza il chewing gum.

Antonio sta recuperando un preda che aveva abboccato alla sua lenza, quando si rende conto che del pesce che stava tirando su è rimasta solo la testa: lo squalo ha fatto la sua prima colazione.

Oggi pulizie di Natale in barca. Svuotamento del ciccione e conseguente riempimento di uno dei serbatoi d’acqua della barca. Il ciccione è  sempre quell’enorme wurstel verde che costituisce una riserva d’acqua portatile (solo per sollevatori di pesi, categoria pachidermi enormi e con delle mani a morsa). Il ciccione ci ha deliziato a prua della barca per una settimana, ora  che e’ stato svuotato e riposto in un gavone, quasi quasi ne sentiamo la mancanza!

Anche Luca fa il bucatino per non essere da meno.

Antonio riesce a realizzare in pochi minuti uno splendido centro di raccolta per gli sfollati della barca, applicando al tendalino una serie numerosissima di teli da bagno lavati. All’occhio del dilettante può sembrare un presepe nautico, sia per l’estetica che per il realistico odore di stalla!!

Nel campionato italiano di massaia atlantica per adesso, al secondo round-robin, è in testa Alessandro per i prodotti lavati, per la tecnica meticolosa usata e soprattutto per i risultati ottenuti: assolutamente ininfluenti sulle condizioni iniziali sia per quanto riguarda il delta colorazione che per il delta odore rispetto al tempo zero ovvero prima del lavaggio.

Luca in tarda serata, dopo la pasta tonno e piselli, riesce a riaversi dagli scompensi gastrici causati dalla Tulip di stamani: per tutto il giorno il poveretto si è aggirato per la barca con la classica espressione da “soffione boracifero latente”. Visto l’occhio vitreo da convalescente ed i riflessi rallentati: ha pagato cara la sua scappatella alimentare.

Andrea nell’alzare un tegamino d’acqua per il te si è stirato un muscolo della schiena, se lo sapevo mi facevo stirare anche la camicia bianca lavata ieri.

Abbiamo lasciato dormire tutta la notte Andrea che aveva dolore alla schiena e faceva luce dalla quantità di medicinali che aveva assunto.

Ho finalmente vinto una partita a scacchi con Andrea: ho usato l’estintore e la fionda, ma ho vinto!

Alle 22:29 utc mancano 1127 miglia all’arrivo.

 

17-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Nottata di vento fresco con barca decisamente più veloce dei giorni passati, media oraria intorno ai sette nodi.

La mattina apparecchiamo con impegno il tavolino per la colazione, ma con estrema efficacia, un’onda sparecchia la tavola in un attimo, Sandro con un’esemplare rapidità afferra, stile polpo, stoviglie e marmellate ma la stragrande maggioranza delle cose vola in terra.

In un’ora nel pozzetto, gli argomenti di conversazione sono passati dalle onde elettromagnetiche alla religione cattolica passando per il principe di Spagna e la possibile abdicazione di Juan Carlos! Il tempo a disposizione e la duttile fertilità delle menti ci portano a questi divertenti salti di “palo in frasca”.

Pranzo con piatti che planano sull’onda, a base di wurstel di pollo e purea alla soya con noce moscata e ginger, dessert : “prugna secca party” Stasera avremo il “seratone di gala” con i festeggiamenti per aver passato le mille miglia al target: fuochi artificiali, castagnole, ricchi premi e cotillons! C’e’ chi dice che verranno anche le Oba OBa con l’elicottero!!!!!

L’interno della barca ricorda molto l’atmosfera che si vive quotidianamente nel caseificio Cademartori, quello del famoso taleggio!

La scarpa di Sandro è uno degli ingredienti base della miscela olfattiva che si respira!

Alle 17:50 utc mancano mille miglia all’arrivo!

Gli asciughini dell’acquaio e le presine hanno acquisito una loro anima, composta dai parassiti e dalle testimonianze alimentari che li decorano, ormai per calcolare le distanze percorse usiamo come unità di misura la calcareizzazione delle macchie sugli asciughini e la lunghezza delle stalagmiti di sale sulle presine.

 

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e se è per questo,  anche tra Capo Verde e Martinica nel mezzo, c’è molto ma molto molto mare! L’ambasciator che non porta pene è un eunuco?

 

Antonio perde il trentacinquesimo pesce negli ultimi tre giorni! Un branco di lampughe sta ridendo ancora alle sue spalle!

Alle 17:30 Antonio pesca la lampuga dell’onore, si riabilita con un pesciolotto che alle 18.00 è già cotto al forno con i capperi!

Sussi e Biribissi (Andrea e Franco) progettano lo scherzo del pesce pentola da attaccare alla lenza di Antonio. Lo scherzo è da attuare domani mattina.

 

18-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Nottata con buon vento 13-15 nodi costanti con punte anche a 18, cielo coperto, luna quasi piena!

Dopo la prima colazione Antonio entra in cabina per appisolarsi, Sussi e Biribissi tirano su la lenza in silenzio e ci attaccano una bella pentola, il famoso pesce “tombolo” con forma cilindrica e color acciaio, molto comune sui bassi fondi oceanici di cinquecento seicento metri.

Parte la frizione della canna e Antonio si fionda fuori dalla cuccetta a recuperare la lenza, tutti, al corrente della cosa, si sganasciano in silenzio mentre Antonio al massimo dell’eccitazione girava vorticosamente il mulinello urlando: “è grosso, stiamo calmi, questo è veramente grosso!”

Andrea ha fotografato tutta la scena fino alla faccina da albicocca secca di Antonio quando ha visto la pentola affiorare! Suggerimento ad Antonio: “se tu provassi con la pentola a pressione? … magari oltre ai tempi di cottura accelera anche quelli di cattura!”.

Mattinata amorfa piena di colori che non tingono, di odori vuoti, addormentati anche da svegli, sciopero delle sensazioni, un cielo distratto, un mare scappato. Aspettiamo il temporale come se fosse il detonatore che genera l’esplosione del giorno, dei colori, degli umori. Anche il vento è distratto soffia ma non spinge. Siamo come avvolti in una garza fine che altera oltre il punto di vista emotivo, anche quello reale e quello panoramico. Una mattinata lasciata lì, come abbandonata, in attesa di essere ritrovata e rivissuta da capo. Un’umidità che ti appiccica la noia a tutto il corpo.

Alle 18:00 parte la frizione della canna, Antonio,  memore dello scherzo della mattina, titubante passa la canna ad Andrea che tira su la mamma di tutte le lampughe: dodici chili di pesce-autobus verde, blu e giallo!                                                                                           

 

Grigio

In un cielo d’asfalto, lame di luce cristallina si riflettono come squame di pesce sull’orizzonte di un mare di piombo.

Turbina l’aria calda e umida e vibra sulla pelle come una nota di violino.

 

19-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Notte calda, umida e tranquilla con poco vento.

Sole e vento 9-12 nodi da est-nord est per buona parte della mattinata, la velocità  della barca sotto spinnaker varia tra i cinque e i sei nodi.

Antonio, dopo la pesca della pentola di ieri,  riceve un buono premio per una giornata di pesca al lago a pagamento di “D. Bartolini” a Firenze in via de Servi.

Mattinata dedicata alla morti-sezione del lampugone: il quantitativo di carne ricavato è equivalente al P.I.L. della Somalia!

Andrea e Luca da novelli dottor Kildare tagliano la lampuga con bisturi e klemmer!

Le tre tonnellate di filetti di lampuga vengono in parte  messi in forno, che a guardarlo sembra un criceto la bocca piena di semi di girasole, in parte vengono cucinati al cartoccio con i capperi (ricetta tipica della traversata) e l’ultima parte viene cucinata in teglia sotto sale ed estragone, quello che avanzera’ verra’ messo sott’olio, per essere usato nei prossimi giorni.

Più che una traversata mi sembra stia diventando la “lampugata atlantica”!

Alessandro ed Antonio, a furia di ingozzarsi di pesce, stanno assumendo una colorazione turchese e gialla, i loro occhi stanno diventando a palla e vitrei, la loro pelle,al tatto, ricorda molto l’uovo sodo misto a carta vetrata: una sensazione di ruvidezza viscida non facilmente descrivibile.

Oggi e per i prossimi otto giorni mangeremo lampuga per tutti e tre i pasti quotidiani! Sono quasi terrorizzato all’idea! Per cena sformatino di lampuga in crosta di purea di patate, domani per prima colazione croissant ripieni di julienne di lampuga, a pranzo spaghetti al ragù di lampuga…ma nell’oceano ci sono solo le lampughe?

Siamo in navigazione da ventidue giorni, di cui l’ottanta per cento senza vedere terra, comincia per tutti un po’ di sindrome da metropoli-privazione, nei discorsi sempre piu’ spesso viene toccato il tema dell’ arrivo, di cosa potemmo fare quando saremo a terra, di cosa vorremmo mangiare o bere appena ormeggiata la barca. Credo che siamo arrivati abbastanza vicino al limite umano di tolleranza di una situazione di segregazione volontaria dal mondo civile.

Gli affetti, la comodità, le abitudini, la quotidianità urbana, ad un certo punto iniziano ad imporre  la loro mancanza. Gli affetti in primo luogo: se avessi qui i miei figli potrei starci anche tre mesi in barca in mezzo all’oceano.

Pregevole installazione plastica di Sandro, dal titolo:

l’essenza oceanica della mutanda, ovvero due slipponi Cagi appesi sull’oceano al tramonto, la catarsi di una visione epistemologica dell’uomo soggiogato dalla grandezza della natura. Intimo marino che solare contrasta con la chiusura morale del proibizionismo dei panni stesi nelle vie del centro cittadino.

Ho vinto due partite a scacchi con Andrea! Persa invece in quattro mosse una partita con Antonio!

Centoventi miglia percorse, mancano settecentosessanta miglia a Martinica, arrivo previsto tra il ventiquattro e il venticinque.

 

20-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Nottata con vento in calo e strambata alle 04:30 am, poi ammainiamo e riaccendiamo il motore. Le faccine della ciurma al risveglio e quelle dei ragazzi al timone sembravano quelle dei tifosi della Lazio quando la Roma ha vinto il derby 5-1.

Stamani dopo la frugale colazione a base di cartoncini bristol, silicone, stucco a vetro e segatura, abbiamo trovato il diversivo della giornata: torneino di scacchi con regolamento parrocchiale approvato dal C.P.S.M.C. (Comitato Provinciale Scacchi Massa e Cozzile) versione WBA.

A seguire due tornei in contemporanea: tombola con i fagioli e sette e mezzo con i ceci, l’unico problema che abbiamo riscontrato è che i suddetti legumi erano sott’olio e quindi il torneo è finito in una melma di carte, cartelle ed annessi varii.

Durante la mattinata veniamo accompagnati da un inaspettato valzer di tonni intorno alla barca che dura per alcune ore. Il pesce azzurro salta inseguendo banchi di sardine impazzite che volano in acqua e nuotano nell’aria. Gli imperativi della catena alimentare scatenano i tonnetti che a loro volta terrorizzano le alici spalancando le fauci del destino, che sono le tristi e fameliche alternative ad un futuro relegato sott’olio in un vasetto trasparente a rimirar l’occhio vispo della massaia dallo scaffale di un supermercato.

All’ora di pranzo rinfresca il vento, cambiamo di nuovo andatura ed issiamo di nuovo le vele, spegnendo lo zanzaroso motore che ci perseguita i timpani dall’alba.

Antonio ed Andrea si sfidano a scacchi ormai da ore, il torneino lo giocano tra di loro. Luca scrive una e-mail a Carina e Sandro timona soddisfatto dei sette nodi a cui allegramente sta viaggiando la barca. La velocita’ della barca gli accende un sorriso satanico: un orgasmo nautico che ben si coniuga col guanto professionale con le dita mozze con cui aggredisce la ruota del timone.

Dopo la cena con crema ai funghi allucinogeni, l’equipaggio si esibisce in varie performance di danza moderna prima nel pozzetto e poi nel quadrato. Passano personaggi di avanspettacolo in costumi femminili e per finire viene organizzata una festa spagnola con musica andalusa e camomilla a go-go!

Tutti si sono lasciati prendere la mano dalle danze popolari tipiche della penisola iberica, fino a notte inoltrata abbiamo ballato e cantato sotto la luna quasi piena… di lacrime per il penoso spettacolo che le si parava davanti!

Ho perso a scacchi con tutti meno che con Sandro: infatti lui non giocava!

Se il fiume che attraversa Londra è il Tamigi, la lontra è attraversata dal damigi?

E’ stato appena letto un tipico esempio di discorso da membro dell’equipaggio insolato da troppo tempo dalla societa’ civile!

All’unanimità, in data odierna, viene abolita la frase “qual buon vento ti porta?” dal lessico di bordo!

 

21-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Nottata con vento buono e costante per tutta la notte, il cielo e’sereno.

Un pesce volante e’ atterrato in barca e viene prontamente ributtato in mare. Durante la notte rivediamo anche l’uccellino natante che ci segue dalle Canarie: sarà sempre lo stesso o è una staffetta di vari esemplari?

La cosa curiosa di questi uccellini bianchi e neri e’ che volano per migliaia di miglia senza un ramo dove posarsi, forse si posano di notte sulle crocette? Noi non li abbiamo mai visti posati: erano sempre in volo. Avendo zampe palmate si suppone che talvolta si posino in mare dove li abbiamo visti tuffarsi per prendere i pesciolini Abbiamo anche provato a buttare loro dei biscotti e dei pezzi di pane ma non sono sembrati di loro gradimento!

Oggi giornata di vento Aliseo “come si deve” e come ci aspettavamo, la barca scivola agile sulle onde con le vele sempre gonfie.

Si sente già profumo di arrivo: Natale a terra è una prospettiva che si sta concretizzando, viste le medie degli ultimi due giorni, però col vento non si sa mai!

Magari saremo costretti ad addobbare l’albero della barca con tanichette vuote d’acqua, bandiere e cime colorate, stappare Champagne ed aprire il panettone mentre saremo ancora in mezzo al mare.

Nel pomeriggio, verso le 05:00, è rinforzato il vento, abbiamo levato lo spinnaker e la randa ed issato di nuovo le vele gemelle, con un po’ di mare formato. Mentre Andrea e’ al timone,  il resto dell’equipaggio nell’effettuare le manovre di cambio delle vele, caracollava come in preda alla follia da una parte all’altra della barca. Ad un occhio esterno, durante la manovra, possiamo essere sembrati acrobati da circo di second’ordine e per giunta ubriachi. Alla fine col sudore, le preghiere, la fortuna ed i saggi consigli di Andrea,  abbiamo portato a termine la manovra di cambio delle vele nel giro di mezz’ora!

Luca nel sistemare il tangone ha effettuato uno splendido tuffo carpiato con atterraggio impeccabile: il giudice spagnolo e quello norvegese sono gli unici che non hanno assegnato al bradipo di bordo il voto massimo così che, lo sfortunato atleta di Cerbaia, per un pelo ha perso la medaglia d’oro!

Antonio ha pescato una ennesima lampuga: l’abbiamo costretto a ributtatarla in mare, tutto l’equipaggio ha la lampugofobia!

Nuvole come pensieri allo stato grezzo

Passano in cielo mutevoli, leggere e veloci

Sembrano dense invece sono trasparenti

Talvolta nascondono la luna e le stelle,

ma spesso sono permeabili alla luce

come non ci fossero.

La mente e l’occhio le inseguono per catalogarne le forme.

Passano e vanno lasciando ricordi opachi e soffiati.

 

22-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Nottata con vento costante tra 15 e 20 nodi, vele gemelle, mare più formato rispetto a ieri e le solite onde anarchiche. Passata una nave a poppa verso l’alba.

Media intorno ai 7 nodi.

“Brezza” viene utilizzata quasi fosse un wind-surf con copiose planate sull’onda, e lei, a vent’anni, si adatta benissimo a questo suo nuovo ruolo! L’onda pluri direzionale rende la colazione una prova da “giochi senza frontiere”: fette biscottate che volano come gabbiani, latte che piove e biscotti che pensano di essere diventati frisbee. L’idea dell’arrivo tra un paio di giorni sovrasta ogni altra emozione, Martinica rappresenta si la terra dopo tanti giorni, ma è anche e soprattutto la conferma dell’aver portato a termine una splendida avventura.

Adesso il teorema da risolvere prima dell’arrivo è: chi pulisce cosa e quando!

La cosa migliore sarebbe ingaggiare un’impresa di sanificazione e consegnare la barca a loro per una settimana, perché la situazione igienica a bordo è veramente molto critica: bisogna lavare tutto in acqua dolce, pulire i bagni (come avranno fatto a bonificare l’Acna di Cengio?) e rendere di nuovo accogliente e gradevole l’interno della barca.

Si materializza sulla carta un’entità a tutti sconosciuta: Odas un rettangolino anzi, un trapezio isoscele schiacciato, col simbolo di un faro sopra e una “y” sotto, si suppone sia una boa oceanografica o un riferimento di qualche cavo sottomarino. È proprio sulla nostra rotta! Speriamo di scansarla, sarebbe buffo e triste “spatasciarsi” sull’unico ostacolo presente in un raggio di milletrecento migia! E soprattutto dopo averne fatte altre duemilaottocento!

Luca Hilton detto il Tulip (per la sua passione per la carne in scatola) famoso funambolo di Cerbaia, Antonno , Sandro Calcolo, il capitano Andrea e lo scriba chef Franco domani sera celebreranno il Natale a bordo con panettone Tre Marie rollato a temperature patetiche per duemila miglia, Champagne Veuvè Cliquot Brulè e classica apertura dei caricabasso sotto l’albero e scambio dei doni tra l’equipaggio.

Sandro per cena eleva al quadrato il minestrone di pozzetto rovesciandoci il minestrone  della sua scodella!! Dicesi minestrone di pozzetto di quella panacea di rifiuti e scarti umani ed alimentari che popola il pozzetto e che viene presa a secchiate d’acqua periodicamente!

Miglia percorse 167 più o meno. Record fino ad oggi, media 7 nodi.

Odas è, e rimarrà, un mistero! Nessuno l’ha vista!

 

23-12-2002

In navigazione da Capo Verde a Martinica

Temporali nella notte, aliseo sempre costante, l’avvicinamento procede veloce e regolare, domani mattina dovremmo essere in porto. Qui tutti sono ossessionati dal “punto nave” ma della “virgola” non parla nessuno?

Quando mancheranno cento miglia all’arrivo festeggeremo il Natale della barca, ovvero verso le 18:00 ore locali, con panettone e Champagne.

È buffo come ancora a centocinquanta miglia dalla costa ormai, dopo averne percorse tremila, ci sembra di essere sull’uscio di casa! Tutto è relativo.

Per domani dovremmo allenarci tutti e cinque a riprendere dei comportamenti consoni ai rapporti con il mondo civile: abbigliamento, igiene, lessico, abitudini alimentari e quant’altro è necessario per non essere emarginati dalla societa’ che ci circondera’.

La temperatura dell’aria ed il tasso di umidità stanno crescendo a vista d’occhio, tra un po’ ci suderanno anche le idee!

Ceniamo  con Champagne “ghiacciato” ad ottanta miglia da Martinica, panettone a fine pasto ed ora restiamo solo in attesa di vedere una luce o direttamente la silouette dell’isola di Martinica.

 

24-12-2002

Arrivo in porto a Marin-Martinica

Terra! Si proprio terra, terra!

Viste le prime luci alle 02:30 ora locale. Speriamo sia Martinica e non Poggibonsi, altrimenti avremmo sbagliato strada: aspettiamo di vedere le targhe delle macchine per conferma!

Tutte targate “MA”: allora siamo arrivati!

Una splendida alba fiammeggiante ci accoglie, nuvole rosa, un’isola verde e profumi di spezie, veri o immaginati!

Il momento tanto atteso è giunto, siamo veramente arrivati!

Il comitato “martinichese” di accoglienza a fatto proprio un bel lavoro! Arriviamo in porto sotto un sole cocente, con profumo vero di hibiscus quasi nauseante ma bellissimo.

In questi momenti si e’ un po’ sbilanciati dalla felicità mescolata alla  tristezza :

-         la gioia di aver portato a termine un’impresa unica nella tua vita

-         l’amarezza che l’esperienza intima con se stessi e con gli altri è finita, resterà il ricordo, un ricordo forte e intenso che perderà nel tempo i timbri acuti dei particolari ma non cancellerà mai la sostanza vera, l’essenza interiore di questo viaggio attraverso il mare che divide i due continenti ma anche noi stessi dal nostro essere. Mi piacerebbe che una lacrima vera, come una goccia di acqua di mare, sbaffasse queste ultime frasi.

Per la cronaca: l’equipaggio si è ricongiunto con parenti, amici e  familiari, abbiamo incontrato per caso un’ amica italiana ad un bar ed abbiamo fatto la tradizionale cena di Natale in un ristorante dove si esibiva un  “Peppino di Capri” locale per gli allenamenti serali in vista del “Festival Bistrot” tipico programma-concorso canoro estivo di TF1, il primo canale francese.

Risultato cena buona, zero frasi scambiate tra i commensali causa musica troppo alta e conseguente nascita dell’ odio generalizzato per la canzonetta leggera d’oltralpe a dei livelli quasi di fanatismo persecutorio religioso.

Mi sono assicurato con una cima di sicurezza al letto dell’albergo ed ho messo il salvagente sul comodino, non si sa mai!

Buonanotte!

 

 

 

 

Grazie

Antonio lo apprezziamo per tutte le espressioni della sua persona, dalle sonore, passando per quelle olfattive, fino a quelle gassose! Anche mentre dorme lascia i suoi contributi a beneficio della barca e dell’equipaggio!

Sono grato ad Antonio che in questo viaggio mi ha trasmesso l’entusiasmo per l’astronomia, apprezzo molto che mi abbia sopportato per un mese e che sia sempre stato al gioco tollerando le mie prese di giro e le battute nei suoi confronti; lo ringrazio anche per il suo entusiasmo nel fare “bene” le cose e soprattutto per averci procurato il cibo pescando con determinazione, fantasia e continuità.

 

Grazie ad Andrea:

 

Grazie a Massimo per la sua simpatia, per il suo essere così “postino di Sesto Fiorentino” e “Marchese ottocentesco” nello stesso tempo, per il suo vestire impeccabile, per aver stabilito il record di velocità in navigazione di oltre 11 nodi. Grazie anche a lui, con le scarpe perennemente bagnate, che mi ha sopportato per le prime due settimane!

 

Della Chiara, così solare e sorridente, non devo aggiungere niente, se non che sono veramente felice che mi sia sorella da tutta la vita, grazie anche a lei per le nottate al timone e per la pazienza che mi riserva da quando è nata.

 

La Benedetta la ringrazio per essere stata con noi pur potendo essere stata ovunque e con chiunque, brava per aver partecipato senza lamentarsi alla prima tappa e grazie ancora per i gomitoli di capelli che ha gentilmente donato alla barca. Grazie per avermi dato spunto alle risate con i suoi buffi atteggiamenti e per la dicotomia tra il suo aspetto e il suo lessico!

 

Grazie ad Alessandro per aver sopportato il sottoscritto che lo prendeva in giro per la sua assiomatica razionalità e per il suo atteggiamento refrattario nei confronti della quotidianità e delle banali funzioni pratiche, dovuto alla sua scarsa considerazione di questi aspetti privi di interesse scientifico e matematico. Infatti per trovare il detersivo dei piatti non bisogna ricorrere al sestante o al gps e da cio’ ne deriva che è un’operazione assolutamente trascurabile: un informazione da emarginare da tutti i neuroni sani, eventualmente da relegare in qualche cellula celebrale difettosa! Grazie anche a lui per avermi trasmesso il suo entusiasmo per la barca e per i numeri, trovando nel sottoscritto terreno fertile per l’una e una sorta di muro di gomma per i secondi, dovuto alla conformazione irrazionale della mia mente o semplicemente per la mia crassa ignoranza.

Grazie a Sandro per aver condiviso lunghi turni notturni al timone col sottoscritto vivendo i momenti più suggestivi della traversata con stelle cadenti, lune nuove e lune piene, temporali e quant’altro ci ha emozionato.

 

Grazie a Luca Hilton detto “il Tulip” per avermi trasmesso la sua curiosità nel voler conoscere la navigazione astronomica, per aver portato in barca come richiesto il panettone e la vedova cliquotta, per avermi preparato tè caldi durante i turni di timone notturni, per avermi offerto la cuccetta più grande nel quadrato, quando eravamo stati “scacciati” dai nostri compagni di cuccetta! Soprattutto grazie a lui per avermi trasmesso e fatto capire l’amore che ha per i suoi figli e per Carina.

 

Dopo l’equipaggio voglio ringraziare anche Giorgio e l’Anna che monteranno su questa barca dopo che la mandria di bufali sarà scesa. Grazie a loro per l’enorme grado di tolleranza che dovranno adottare!

Grazie anche a Giorgio per aver curato così bene il carattere e la personalità della Brezza e grazie all’Anna per il tocco di pulito e di razionalità femminile che ha saputo dare agli interni della barca, spero solo che lei non sia stata troppo affezionata alle presine fossili e agli asciughini muschiati!

 

 

Grazie a mio padre e a quelli che lavorano con me, che mi hanno consentito di fare questo viaggio in mezzo all’Atlantico. Loro che per un mese hanno dovuto fronteggiare, oltre ai loro problemi quotidiani ,  anche quanto di mia competenza.

Grazie di cuore Silvia, Marylen, Roberta e Letizia.

Grazie ad Irene per avermi regalato questo diario che è diventato un membro aggiunto dell’equipaggio.

Grazie a chi mi aspetta e non sa di aspettarmi.

In ultimo, ma il ringraziamento principale e fondamentale ai miei tre figli adorati, che hanno capito l’entusiasmo di loro padre per questo viaggio e che hanno accettato senza problemi di vivere un mese senza vederlo. Grazie anche a loro che avranno sicuramente sofferto di nostalgia quanto me!

 

Grazie anche a me per aver portato a termine questa meravigliosa avventura, per aver affrontato tutti i problemi, le paure e la convivenza stretta in un ambiente limitato con serenità e tranquillità. Oggi mi sento senz’altro migliore ed arricchito dopo questa splendida esperienza. Il contributo che ho ricevuto da questa traversata è superiore qualitativamente a qualsiasi aspettativa che avessi avuto. È una sfida con il mare e con se stessi che rende migliori e che consiglio a chiunque lo volesse e lo potesse fare. La pigrizia mentale è spesso il più grande freno che uno può mettere alla propria esperienza e di conseguenza alla propria vita.

 

Franco

cammarata@universosport.it 

 

 

 

 

 

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