TRAVERSATA ATLANTICA
Diario di viaggio 2002
Finalmente
si realizza un sogno!
Dopo
un anno di progetti, di riunioni e di conseguenti lavori sulla barca, arriva
finalmente il grande momento: si puo’ partire per la traversata atlentica in
barca a vela.
Brezza,
la protagonista indiscussa di quest’avventura e’ una barca di 41 piedi (
circa 13mt) con 6+2 cuccette che ci ospitera’ a bordo nel lungo tragitto che
dalle isole Canarie
ci portera’ a Martinica.
Molteplici
gruppi di amici hanno condotto a tappe la barca da Puntala a Lanzarote durante
l’arco di un anno e mezzo.
Andrea
e’ lo skipper e fortunato proprietario di questa barca ormai maggiorenne:18
anni compiuti alla data della partenza.
Il
sottoscritto, in compagnia di altri variopinti personaggi del genere umano,
partecipa a quest’avventura con una tonnellata di entusiasmo, una spruzzata di
incoscienza, litri di spirito di adattamento, un briciolo di paura e tanta
curiosita’.
EQUIPAGGIO
TRATTA: LANZAROTE-CAPO VERDE
Andrea
– capitano.
Antonio
- mozzetto, pescatore, perditore
di valigie e macho micio.
Massimo
- commodoro, anzi d’argento,
Chiara
– collaudatrice di cuccette, campionessa regionale di cucina con pentola a
pressione
Benedetta
– novella marinaretta,
Franco
ovvero me medesimo– chef, jolly, scriba
La ciurma arriva a Lanzarote
senza parte delle valigie e con tanta voglia di salpare!
Inizia
la sistemazione in barca con sfida alle leggi fisiche più elementari a partire
dai concetti di saturazione e comprimibilità dei corpi solidi. Il capitano si
è slogato le pupille a furia di alzare gli occhi al cielo per non commentare i
patetici gesti della ciurma:
Andrea si nasce, signori si diventa!
Affannosa
ricerca di uno “scrittore” di magliette per la realizzazione della divisa di bordo!
Incredibile ma vero: lo troviamo e
l’efficiente “scrittore” di magliette
ci assicura che il lavoro
verra’ eseguito in tempi utili per la partenza!
Dopo una giornata di duro lavoro, ci
concediamo un aperitivo al tramonto mozzafiato nella piazzetta della cittadina
di Femes e dopo ceniamo ad un ristorante
“tipico sul mare”. Ci
spostiamo sull’isola grazie
all’ausilio di una splendida Opel Corsa verde pisello stinto con interni in
movil-optical-tecno-assurdi!
26-11-2002
In porto a Lanzarote
(non
e’ colpa mia se ci stiamo
molto bene!!!)
Mattinata
in giro per la marina di porto Callero in pigiama (gentile omaggio delle linee
aeree spagnole con simpatica tracolla in finta pelle bluette) nell’attesa che le toilettes
fossero disinfestate dai peli di Franco e dai capelli di Antonio, ci concediamo una luculliana colazione al bar sempre abbigliati con il
pigiama!
Il resto della giornata abbiamo cercato
di elevare la componente spirituale dei nostri scarsi neuroni con accenni di
attivita’ cultural-turistiche sull’isola.
Optiamo per un’escursione
speleologica nelle grotte verdi e in quelle con i granchini bianchi.
In serata finalmente
riusciamo anche a recuperare il bagaglio dispettoso ed itinerante che non ci era
stato consegnato all’arrivo.
Alcuni volontari immolati al sacrificio
si dedicano alla spesa finale, assaltando un supermercato muniti di un
treno di carrelli per la spesa. Il
resto della ciurma, nel frattempo si dedica all’igiene personale ed al
lavaggio del vestiario con
prove attitudinali di educazione fisica e di equilibrio sulla passerella.
Restituiamo tra le lacrime
e la commozione generale l’ Opel Corsa verdepisellostinto che avevamo
noleggiato. Dopo un breve discorso ed un adagio di Albinoni eseguito
dagli Inti Illimani, le chiavi dell’autovettura sono state riconsegnate nelle
mani salde e nervose di Pamela, l’aiutante di campo del Signor Pedro Moreno stimato
noleggiatore di autoveicoli a Lanzarote.
Non
fiori ma buoni benzina per le auto non catalizzate immatricolate nei paesi del
sud del mondo!
Prima di cena ci dedichiamo ad un gioco
: caccia al taxi! La ricerca del taxi si traduce in un insuccesso clamoroso e
quindi abbiamo dovuto camminare dal porto al vicino centro abitato. La distanza
dal porto al paesino, secondo la Chiara si puo’ coprire a piedi in dieci
minuti, purtroppo
abbiamo dovuto constatare che il tempo
effettivo di cammino e’ invece di ben un’ora e venti! In poche parole
abbiamo percorso sette chilometri a piedi. La prima tappa della nostra passeggiata era la
lavanderia automatica, una volta
trovata, abbiamo anche constatato che l’orario era incompatibile con le nostre
esigenze! Chiara rimedia al problema corrompendo un albergatore e cosi’ riesce
a far lavare i due chili di
biancheria sporca durante nostra la cena.
A tavola finalmente si
comincia a parlare di un’ ipotetica crociera dal porto di Lanzarote a quello
di Fuertaventura: dieci miglia di navigazione a vista.
Viene acquistata un’accetta: forse si
va a far legna e domani potremo fare un barbeque a bordo con legname di quercia
appena tagliato.
All’una
tutti a letto, salvo Massimo che in cuccetta si
dedica alla sua attivita’ notturna preferita: impennate ai semafori con il suo
Ducati Monster!
Andrea
dorme nel quadrato perché è uno skipper a tutto tondo e soprattutto teme che
nottetempo qualcuno sottragga la Nutella dalla stiva.
Stasera un cielo
ed una luce che rendono gli animi sereni.
Nuvole che
passano gonfie di immagini da pensare.
Stelle che come un
plancton aereo nuotano in un cielo lucido come il petrolio.
27-11-2002
In navigazione da Lanzarote a est di
Fuerteventura.
Incredibile
ma vero: si parte alle 09:05 a.m.!
Nel
breve volgere di due ore, ancora neanche al traverso di Fuerteventura, siamo
riusciti a perdere un pescione, ma enorme davvero, che ha strappato il filo. Non
contenti abbiamo constatato che il generatore ad elica non solo non funziona, ma
addirittura consuma le nostre povere batterie.
Andrea
e Antonio tanto per tenersi in forma, si sono dedicati all’assistenza tecnica e si sono
sbraciolati le dita di ambo e terno le mani.
Il vento soffia senza troppa convinzione
e l’onda lunga oceanica ci accompagna: andiamo un po’ a motore e un po’ a
vela a seconda dell’intensita’ del vento.
La temperatura fresca,
il rollio della barca e la non abitudine alla vita di bordo si traducono in
breve in una nausea diffusa! La Chiara,
imbottita di medicinali antinausea, dopo aver avvertito la giuria del Guinnes
book of records e sta tentando di effettuare
una dormita di tre ore e mezzo in appena dieci minuti!
La
Benedetta: dice di stare
bene come un fiorellino, di non soffrire il mare e quindi recita con lodevole
realismo la parte della mummia coprendosi il corpo di cerotti anti mal di
mare!
Viene
preparato dallo chef di bordo, io, un lauto pasto su ricetta del veterinario di
Viale Europa: pastone di spinaci, lenticchie e tonno condito con spezie ed odori
vari.
Gli
uomini di bordo gradiscono, le donne si astengono e pare si rifaranno al
ballottaggio del prossimo turno.
Nel pomeriggio Antonio pesca un
minuscolo sgombro megalomane che abbocca ad un’esca artificiale piu’ grossa
di lui!!
Tramonto
pazzesco.
Premio
speciale per il “look of
the year” ad Antonio per il cappellino da rasta con luce da speleologo
applicata.
Per cena il menu prevede:
couscous con vegetali, tonno, uvette, legumi e curry, patate in forno con
capperi. Mi cimento anche in una specialita’ della cucina nipponica: filetti
di tonnetto crudo con soya e wasabi: un sushi suscettibile!
Sciabolate di
luce rosa tramonto
incidono il
cielo di nuvole e si riflettono
sul gregge
impazzito di onde oceaniche.
Note
:
-
Ore di sonno di Chiara: quarantadue
nell’arco della giornata.
-
Ci siamo rimasti male che il
pescione è scappato con il nostro rapala migliore! (nota a pie’ pagina:esche artificiali con la stessa
forma dei pesciolini dei cartoni animati giapponesi)
28-11-02
In navigazione da sud-est Fuerteventura a
mare aperto.
Prima
notte in mare.
Durante la notte e’ sfilata
a pochi metri dalla nostra poppa una barca a vela senza le luci di via e con
solo la luce di testa d’albero.
Ci siamo divisi in 3 turni:
Andrea + Benedetta, Massimo + Antonio, Chiara + Franco.
Le
onde ci arrivano al giardinetto (Massimo ne approfitta per portarci il suo cucciolo
di yorkshire
a fare la pipì) vento tra 15 e 20 nodi in poppa, all’alba issiamo le vele gemelle. Alle 10:00 si vede solo
mare a 360°!
Antonio
ha stabilito il record europeo di imparruccamento lenze: 20 secondi dopo aver
tirato fuori la roba da pesca dalla scatola!
Il
nostro pescatore riceve applausi anche dalle esche artificiali. La Chiara
finalmente riesce a chiudere i suoi occhietti e dorme qualche minuto. Interviene
una squadra di tecnici della protezione civile di Gran Canaria per estrarre
Antonio dal WC dopo una
permanenza nella zona servizi di oltre mezzora.Il tapino e’ rimasto
vittima del pastone di ieri e del couscous ed era svenuto a causa delle
esalazioni tossiche autoprodotte. Il WC è stato posto immediatamente sotto sequestro da parte della
guardia civil per le operazioni di sgombero e bonifica dei locali. Siamo
preoccupati perche’ il cesso sara’ bloccato anche per il ripristino da parte
degli imbianchini e degli interior
decorators.
Alle
12:30, per dare un “contributo
culturale alla giornata”, ci dedichiamo al campionato di faccia
impassibile dopo secchiata di acqua di mare: partecipano al gioco ameno con
entusiasmo infantile tutti gli uomini dell’equipaggio sotto lo sguardo misto
tra l’attonito e il disgustato delle donne di bordo.
Preparazione
di gruppo delle penne alla carbonara per il lauto pasto delle 02:00.
Incrociate
due navi e una barca a vela. Un’altra nave.
Abbiamo
preso tubetto di pasta di acciughe con canna di Antonio mentre lui dormiva: i
pesci pare si approfittino dei suoi momenti di distrazione.
Navigazione
notturna con molto mare ed altrettanto vento! Benedetta scopre all’improvviso
di essere una fan dell’incredibile Hulk per cui diventa verde anche lei e si
ritira in meditazione sugli eventi nella sua cabina. Durante la notte si
incrociano varie navi.
L’alba
stupenda alle 07:00.
29-11-2002
In navigazione da
Lanzarote a Isla Do Sal
Siamo
finalmente entrati nella zona degli
alisei, vento costante da est 25 nodi.
L’equipaggio
è un po’ provato, il look Soldini prevale su ogni pretesa estetica.
Tempo
bello con qualche nuvola.
Onde
come cavalli blu (lo dice Antonio) ci corrono intorno, l’oceano ci accompagna
senza soluzione di continuità. Questo allegro furore del mare intorno ci
trasmette l’energia nei momenti di abbiocco. La Chiara accenna una figura di
corpo libero nel pozzetto degna delle migliori atlete olimpiche russe di
corpo libero, lasciando gli astanti a bocca aperta e la coscia sinistra
timbrata da un bel lividone blu!
Antonio
timona incurante di assomigliare alla controfigura casereccia di Croccodile
Dundee: non si sa se è più patetico o grottesco con quel cappellino.
Benedetta
viene forzata a timonare sul moto ondoso riportando dei buoni successi personali
nonostante avesse cercato di cedere la ruota più volte!
Per
il pranzo il menu’ prevede: pipe rigate al pomodoro fatte con pentola a
pressione.
Surf
da onda con la barca su onde di 3-4 metri. Avvistamento di un branco di delfini,
sono circa trenta. Poco tempo dopo ci passa vicino un
secondo branco di delfini e mentre siamo impegnati nell’osservazione
dei simpatici pescioni, arriva un’onda che ci bagna tutti!
Nottata
con esperienze vissute da biancheria nel cestello della lavabiancheria.
Vento
tra 30 e 40 nodi. Durante la notte
il mare e’ molto mosso e caratterizzato
da impertinenti onde anomale che ci schizzano proprio nel momento in cui
la cerata si è asciugata e stiamo per entrare in cabina per goderci il meritato
riposo a fine turno.
30-11- 02
In navigazione da Canarie
a Capo Verde
Alle
13:00 abbiamo
raggiunto il punto di mezza strada 455 miglia tra le Canarie e Capo Verde. Il
mare e’ decisamente formato, tant’e’ che la quota media di
navigazione sul livello del mare e’ di quattro metri.
Se
ci vedesse Diego Della Palma ci obbligherebbe a una settimana full-immersion nel
suo beauty center con obbligo di frequenza e verifiche quotidiane sul
miglioramento del look. Le magliette una volta indossate per una giornata
assumono subito le sembianze del mocho Vileda e vanno tenute al guinzaglio
altrimenti camminano da sole e rischiano di perdersi nella barca grazie alle
frotte di parassiti umani che ospitano.
Risotto
al radicchio preparato da Chiara e da Andrea: mai privarsi delle piccole gioie
quotidiane!
Si
tenta un karaoke con scarso successo, il cielo si è immediatamente coperto per
la tristezza del repertorio e per le voci dalle tonalità agghiaccianti di tutti
i membri dell’equipaggio. Nonostante la faccia impegnata, la fronte
imbronciata, anche Massimo
non è poi questo grande
emulo di Fred Bongusto. La
Benedetta, per fortuna, ci allieta nei momenti di stanca con la cronaca della
sua attività gastro intestinale, per altro, solo virtuale ed assai scarsa.
Comunque il grosso problema della Benedetta risulta essere che con queste onde e
questo vento, non riesce a “rigovernare”
la barca! Mi domando: il vero
problema sarà mica passare la spugnetta di Last sul bulbo? La
barca plana sulle immense onde oceaniche a velocita’ inusuali, talvolta la
sensazione e’ di essere su un surf da onda!
Antonio
ha portato i suoi rapala
a fare il bagnetto e lo sci d’acqua,
passano i tonni e lo salutano ridendo,
taluni addirittura gli indirizzano gesti volgari con le pinne! Andrea ha
realizzato una perfetta simbiosi con la sua maglietta che sta lentamente
assumendo lo stesso colore della sua pelle e sulle
maniche della medesima stanno spuntando i primi peletti. Arrivano i
giornalisti di “AD” per fotografare gli interni della barca, penzolano
ovunque: trecce di agli e di
cipolle, trionfi di patate, presine per le pentole, prugne, occhiali, sacchi di
plastica ripieni di ogni cosa e anche vuoti, allegre composizioni di cibarie e
sculture di tanichette di acqua da bere. Minimalismo nautico ai massimi termini.
Si
rompe la luce della bussola: immediato intervento del capitano e riparazione di
fortuna con pila ad hoc.
Onde grandi
percorse da sciami di insetti folli che migrano delineando le raffiche di vento.
Blu intenso e
bianco vivo contornano
il panorama circostante
fra la nostra meraviglia ed il nostro sgomento per essere così relativi
rispetto a questa massa di energia viva e pulsante.
01-12-2002
In navigazione dalle
Canaria a Capo Verde
Nottata
nella foschia: il mare ed il cielo sono fusi in un tutt’uno aereoliquido.
Mattinata svolta in un gomitolo di nebbiolina con il sole lontano e opaco.
Se
non fosse perché c’è il mare e non ci sono le “fabbrichette” (mi
raccomando la prima “e” aperta!) sembrerebbe di essere a Carate Brianza in
una delle caratteristiche allegre mattinate di primavera.
Temperatura
sub-antartica.
Il
morale dell’equipaggio non è ai massimi storici, le aspettative erano di
sole, poco vento e onde lunghe oceaniche, la realtà in vece ci ha portato un vento costantemente sopra i
trenta nodi, tante onde anarchiche ed un freddo quasi autunnale! Forse la rotta
è sbagliata?Aspettiamo la conferma dai primi Icebergs e da eventuali incontri con i pinguini.
Il
capitano con un preciso
lavoro da miniaturista giapponese: ripristina la luce della bussola.
La domanda che poi ci siamo posti tutti e’: come avra’ fatto con i suoi
ditoni a riparare la minuscola lucina????
Un
branco di pidocchi e relative pulci abbandonano la barca disgustati dalle
condizioni igieniche dell’equipaggio, addirittura una piattola e’ prematuramente
decuduta vittima delle esalazioni delle ascelle di Antonio.
Massimo
ha passato la notte in cabina a provare la sua motosega vivamente apprezzato dal
resto dell’equipaggio.
Menu’
del pranzo: Pasta tonno, acciughe, aglio, pomodoro e spezie mediterranee.
Si
alza la foschia intorno alle 12:00 e la vita in barca ritorna ad essere
spensierata.
Antonio
al solito pascola in mare le sue esche artificiali incurante degli sberleffi dei
pesci. Il Sampei
del Galluzzo, preso da raptus venatori cambia esca ogni dieci minuti
proponendo ai tonni ed affini delle prelibatezze artificiali di tutto rispetto:
dai canguri di peluche con corpetti di paillettes rosa con amo nascosto nella
borsa marsupiale ai totani in moplen con treccine di lana melange policroma e
specchietti applicati al corpo passando per i fermacarte da tavolo serie
“vecchia Berlino” in mogano ed ottone lucidato con carillon incorporato: i
pesci avranno pensato di essere alla biennale
dell’arte di Venezia! Per completezza di informazioni si ricorda anche il
tentativo riuscito di piombare un galleggiante, quello non riuscito di fa
convergere un divergente. Antonio: direi un mal riuscito blend
tra Sampei, Vanessa
Beecroft ed il fabbro di Poggibonsi.
Siamo
diventati dei fenomeni della pentola a pressione: ci cuciniamo tutto, anche il
caffè!
La
Chiara ci si lava i denti, ma lei è la campionessa under quaranta della Val
di Pesa! Ed e’ inoltre vice presidente del P.a P. club del Galluzzo
(Pentola a Pressione).
02-12-02
In navigazione da Canarie
a Capo Verde
Dopo
una notte infernale con mare incrociato e vento oltre i quaranta nodi,
equipaggio al limite della tolleranza metereologica, stamani, le stesse
condizioni, alla luce del giorno vengono percepite come meno nocive.
La
Benedetta riesce a dormire pacifica tutta la notte, Antonio, invece, non ha mai
chiuso occhio fino alle 06:00, Andrea pure! La notte e’ impressionante sentirsi schiaffeggiare dalle
onde che arrivano continuamente e da ogni direzione. Mentre tu sei al
timone
improvvisamente
il nero del cielo e del mare si squarciano in una schiuma bianca e luminosa e
dopo un attimo arriva inevitabilmente la doccia salata che rallegra gli animi.
Scherzavo!
Il
povero Massimo sono tre giorni che cerca di asciugare le sue scarpe bagnate
dall’acqua
marina:
i risultati lasciano il tempo che trovano, bruttino ed umido.
Peccato
perché i suoi mocassini marroni modello Santa Margherita anni ’70 (classici
del tiretto sfigato che dice: sono arrivato con la Maserati del papi) non ci
sarebbero stati male per l’aperitivo in bermuda e blazer a prua alle 17:30. Speriamo ci siano le selezioni di
“the look of the year” all’ isola di Sal, così noi ci piazziamo sicuramente tra i primi dieci! Massimo
è felice delle sue valige sotto gli occhi! Ma questi alisei non saranno mica
ali-trenta? La
Chiara ci delizia con la pasta al pesto, naturalmente preparata in pentola a
pressione. Si cambia il fiocco, mettendone uno con minor superficie e costruito
con materiale più resistente. Al fine di evitare problemi la notte se il vento,
come probabile, rinforzerà.
Massimo
si imbottisce di Travelgum per non rimettersi un ennesimo cerotto! Sembra un castoro ruminante! Si
rivede finalmente un tramonto in mezzo alla bruma in dissoluzione di armattan
(vento del deserto carico di sabbia)!
Cena
con torneo di pesca
del wurstel a squadre nel suo brodo!
Antonio
e Massimo si imbenzinano con il “vavavuma” : wiskey Jack Daniels!
All’inizio
nessuno si preoccupa finchè Massimo, al timone, non chiede di accendere i
tergicristalli dopo uno schizzo d’acqua sul viso ed esorta Antonio a chiudere
il tettuccio e i finestrini.
03-12-2002
In navigazione da Canarie
a Capo Verde
Nottata
piacevole sotto le stelle, vento costante in poppa di 20-25 nodi, temperatura
mite, abbiamo recuperato le energie perse la notte precedente!
Iapino
Sergio, compagno di una vita di Carrà Raffaella ha curato le coreografie dei
balletti al timone leggiadri ed aerei interpretati dal turno Franco - Chiara
dalle 00:00 alle 03:00!
Gli
applausi del pubblico estasiato per la performance sono durati ben sette
nano-secondi ed un biancaneve-minuto!
Franco
ha ammaestrato un gruppo di pescesse volanti che evolvono, no anzi evoluscono,
meglio evoluzionano per la ciurma al suono del putipù.
Andrea
è in contatto fisso tramite il telefono satellitare con il mago Otelma
e con la strega Amelia, i quali gli propinano oroscopi, tarocchi, lettura dei
francobolli leccati, carte sinottiche delle previsioni meteo, quotazioni del
grano a Winnipeg e del sego a Segovia.
Benedetta
dopo aver dato il cencio in terra, pulito i vetri, stirato i pantaloni di
flanella di Andrea, rammendato i calzini di Antonio, curato la pedicure di
Chiara, si è messa maschera e pinne ed è andata a levare i denti di cane dal
bulbo durante la navigazione! Beata lei che riesce a fare tutte queste cose
senza accusare mal di mare!
Si
prevede l’arrivo a Sal in
serata verso le 18:30 – 19:00.
Nella
giornata nient’altro da segnalare salvo un tonnuccio preso da “Antonno”!
Dai scherzo alle 10:30 Antonio, contro ogni aspettativa e previsione, aggancia
un tonno sui sette chili. Dopo mezz’ora ci sorpassano con il loro Boston
Whaler i due sub dell’ “Cooperativa Allevamento Tonni Capo Verde” che
salutano Antonio facendo grandi occhiolini e gesti di intesa tipo “aumma aumma”:
chissà cosa volevano dire! Alle 13:30 tonno e’ in tavola: in parte
trasformato in sushi ed adagiato su salsa di soya e wasabi ed un bel trancio
e’ stato cotto in forno ed aromatizzato con aglio, pepe e rosmarino.
Antonio
alla fine del pranzo
ci ha rivelato l’esca con cui ha preso il tonno: una succulenta banconota da
cento dollari.
La
sera siamo arrivati alle 10:00 a Sal, entriamo al buio in porto: ci accoglie un’atmosfera
surreale con fabbrica di tonno appena illuminata, alcune navette alla
fonda, tante barche a vela in rada, cani che abbaiano e voci lontane.
Stanchi
ma soddisfatti ceniamo con lume di lanterna nel pozzetto brindando con
“Cava” spagnolo alla fine della prima tappa! Antonio prova a dormire in
coperta, con Massimo per un
po’ ci dilettiamo a disturbare il nostro pescatore mentre tenta di leggere con
la sua lampada da otorino e con un’aria falsamente intellettuale, poi
finalmente a letto!
04-12-2002
ARRIVO ALL’ISOLA DI SAL
ARCIPELAGO DI CAPO VERDE
–In porto a Palmeira –
Navigazione dal porto di
Palmeira a quello di Mordeira
Stamani
ci concediamo una
lauta colazione nel pozzetto, dopo una meritata dormita non stop tutta la notte. Con
Antonio decidiamo di fare “barca-stop” e ci facciamo portare in
banchina dove possiamo fare la spesa e rifornimento di acqua col “salamone” da centoventi
litri. Un grottesco pulmino con
l’insegna sulle fiancate del ristorante “Dino all’Olmo” di
Fiesole parcheggiato al porto di Palmeira ci strappa un sorriso.
Benedetta
dedica le sue attenzioni al “salamone”
d’acqua trattandolo
come un toro meccanico e prova a lavarlo con spugna e secchio.
Trasferimento
alle 12:00 con vela e motore fino alla baia di Mordeira.
12:25
ora locale. Antonio aggancia un dentice da mezzo chilo!
12:30
Antonio ne sgancia uno sicuramente più grosso!
Trascorriamo
il resto della giornata all’ancora nella baiona (grande baia) di Mordeira a
sud di Palmeira. Ho cucinato al forno il dentice appena pescato ed
una pasta “muy muy” piccante, tant’e’ che Antonio ha avuto un rigurgito
ed ha bucato il tendalino con una fiammata originata dal suo piloro!
Dopo
pranzo Antonio e Massimo partono con il gommino con la pesca a traina, le
ragazze ed Andrea restano in barca.Mi faccio accompagnare alla spiaggia dai 2 pescatori e parto
all’esplorazione dell’isola, direzione Santa Maria, uno dei centri abitati
dell’isola. Dopo un chilometro a piedi lungo la provinciale, salto su un
pulmino che per l’equivalente di un euro mi ha scarrozzato one way da una
parte all’altra dell’isola. A bordo del mezzo ci sono locali, indigeni,
turisti nani, ballerine ed astronauti: un’umanita’ policroma e divertente.
Santa
Maria è un villaggio di ex pescatori recentemente trasformati in baristi,
albergatori, charteristi, discotecari ecc. Siamo ai primordi della locale organizzazione
turistica!
Ai bordi della cittadina c’e’ una
spiaggiona bianca con salina alle spalle delimitata da una decina
di alberghi di nuova costruzione non molto affollati, con buona quantità di
italiani e di tedeschi. Bella la musica brasiliana, jamaicana, reggae che si
ascolta ovunque, ed inevitabilmente e’ spesso “on air” la fantastica voce
di Cesaria Evora: la voce di Capo Verde.
La
sera un tramonto squarcia le nuvole gonfie di pioggia e all’orizzonte si
proietta uno spettacolo che
ogni volta meraviglia ed impressiona
gli spettatori come se fosse nuovo e assolutamente imprevisto. Lame di
nuvole come decorazioni arabe incidono il sole arancio caldo ed incorniciano il
cielo infuocato. Davanti ad un tramonto ogni volta mi incanto e mi emoziono
come un bambino: e’ una cosa che mi stupisce sempre!
Premio
speciale alla Chiara per la lampada da cranio: un gioiello
della miniaturizzazione che la fa assomigliare ad un tucano con lo
zainetto. ( Inserire disegno di Chiara con enorme torcia da cranio sul
davanti e porta batteria sul retro). Mi
ricorda gli scafandri da palombaro.
Santa
Maria e’ il porto turistico, si fa per dire, di Sal. L’isola è piena di
profumi e odori incatalogabili, case di cemento in costruzione, terra brulla
spruzzata di palme, gente colorata di arcobaleno, barche alla fonda e tante
navette semi affondate. Un’atmosfera tanto affascinante quanto surreale, un
passo oltre l’immaginazione.
Quest’arcipelago e’ fatto di brandelli di deserto sparati in mezzo all’Atlantico: i colori che
dominano sono il giallo brullo e l’azzurro mare.
Sotto
un cielo d’ acciaio e che sovrasta un mare d’ardesia, vedo alberi spettinati casuali e sparsi. La gente parla
portoghese, è piena di tutto e di niente.
Sorrisi
nel fango, cesti di banane in testa, piedi di cuoio e sguardi intensi che puoi quasi toccare. Mi
sento alla dogana della realtà civile.
05-12-2002
In naviganzione da
Mordeira a Santa Maria
Ieri
in tarda serata abbiamo fatto una mattanza di saraghi al bolentino grazie ai
preziosi effluvi del formaggio puzzolente: gli sparidi come drogati, quasi
fossero ad un rave party, abboccavano anche agli ami vuoti, per il solo fatto di
aver avuto infilzato in precedenza il fragrante prodotto caseario iberico!
Notte
tranquilla e mattina con dimostrazione di machismo di Andrea con bagno alle
07:30,
il
resto degli ometti (sessualetti) dell’equipaggio risponde all’affronto con
la tipica “arroganza” del mite impiegatuccio di seconda scelta: si e’
rifiutato di seguire il capitano perche’ ancora l’acqua e’ troppo
fredda!!!!! Massimo non ci sta ed alle 09:00 recupera una piccola percentuale di
virilità e si tuffa anche lui. Antonio
e Franco perseverano nella loro “pisseraggine” quasi femminile! Ormai si
sono già messi fondotinta, fard, rossetto e gel sui capelli quindi non vogliono
sciuparli!
Col sole alto decidiamo di fare rotta
verso Santa Maria, Antonio avvia il suo
corteo di rapala dietro alla barca: una processione di esche artificiali,
stressate come la segretaria di Colanninno, inseguono la barca appesi ad una
lenza e pregano solo di agganciarsi al fondo per rimanerci e dare uno scopo a
questa vita grama analoga
solo a quella degli ascensori di garage multipiano!
Dopo
che i padroni della barca sono atterrati in spiaggia con il tenderino, noi
(Antonio ed io) della “cooperativa servizi d’ igiene ambientale” prima abbiamo lavato la barca da cima a fondo e poi
noi stessi visto il sentore di bue muschiato che aleggiava in aria al termine
delle operazioni di pulizia!
Come
si fa a vedere da quanto
tempo e’ che la Benedetta non rigoverna la sua tazza per
la colazione? Basta verificarlo con il carbonio quattordici sulle
incrostazioni di cibo della tazza.
Come
giusto premio vengono poi lasciate le fanciulle a bordo e gli ammutinati del
Mars (il Bounty non ci piace molto) si sono fiondati sulla spiaggia.
Noi ometti di bordo, abbiamo assaltato
il primo ristorante che
abbiamo trovato e tempo tre secondi eravamo con la gamba sotto il
tavolino: aragoste come se piovesse e… birra fredda alla spina! A tavola i
soliti argomenti: la vita di Talete
e la filosofia presocratica, cenni biografici sull’opera politica di Nilde Iotti,
commento di alcuni brani del romanzo “Piccolo mondo antico” di Antonio
Fogazzaro. Il pasto frugale si è svolto all’insegna dell’ilarità generale
visti i temi di conversazione affrontati. Dopo pranzo siamo andati a recuperare
le ragazze in barca e ci siamo cimentati in varie figure di free style in sei su
un Tender da quattro persone.
La
principessina Benedetta Serbelloni Della Stufa Secca primeggiava per la grazia e per l’agilità, commentando le sue ardite e
plastiche evoluzioni con lessico argentino ed aggettivi soavi e leggiadri.
Cena
in un ristorante tipico: un locale con balli folcloristici affollato da
camionisti capoverdini, gruppetti
di turisti sgangherati e caratterizzato da due ballerini che
trasmettevano entusiasmo ed allegria con le loro espressioni da pesci surgelati
e strappavano applausi ad ogni sbadiglio che facevano. Fine della serata in un
vero localino con musica, questa volta molto gradevole con degli ottimi colleghi
dei Buena Vista Social Club che cantavano dal vivo. Il pubblico eterogeneo si
spellava le mani per gli applausi spontanei generati dai musicisti veramente
carismatici.
Non bastano due
occhi per vedere i colori della terra e dell’acqua di queste isole, non sono
sufficienti le parole che conosco per descrivere le sensazioni che provo nel
breve spazio di ogni ora che vivo in questo posto: una tenda leggera svolazza
tra la fantasia e la realtà. I pensieri corrono più forti delle parole e non
mi riesce esprimere tutto quello che mi bolle dentro!
06-12-2002
In navigazione da Isla do
Sal a St. Nicolau
Nottata
tranquilla, interrotta solo sporadicamente dalla motocoltivatore diesel che Massimo abitualmente
accende in cabina durante la notte , dalle onde della risacca, dai
misteriosi suoni
gutturali emessi dal sistema intestinale di Antonio e dalla musica del putipù
del bagno usato dalla ciurma a più riprese. Sono arrivati Luca ed Alessandro
che stanotte dormiranno in albergo e ci apprestiamo al cambio dell’equipaggio,
il popolo sbarcante si accinge a ri-pressare il bagaglio nei contenitori con cui
originariamente se lo era portato. La sfida alle banali leggi della fisica è
lanciata: la Chiara riesce a stento a immagazzinare quattro metri cubi di
bagaglio in un beauty case riadattato, la Benedetta adotta la teoria
dell’improperio pressatore con risultati insoddisfacenti, allora decide di
convocare la sua squadra di domestici che le sbrighino queste noiose faccende
plebee. Massimo prende le distanze dai suoi bagagli e con un’abile mossa da
prestigiatore inserisce tutto nella sua borsa e non contento supplica di poter
portare altro per altri: tempo un secondo gli vengono appioppati due borselli
Iberia azzurro carta da zucchero farciti di ogni ben di Dio.
Trasferimento
del bagaglio e degli sbarcanti con il gommino dalla barca al pontile con soliti
passi leggiadri di Benedetta che monta sul gommino con la leggerezza di un
facocero con i tacchi a spillo, la Chiara riesce a superare varie prove di
equilibrio più per il volere di Allah
che per meriti suoi!
Antonio
si dedica alla
professione sartoriale cercando di cucire il tendalino, con molto ardore, ma il
risultato è tragico, deve rifare il lavoro da capo: litri di sudore e numerosi
moccoli buttati al vento!
Arrivano
a bordo Luca ed Alessandro: uno color Domopak pellicola trasparente l’altro
bianco panna sporco! Escursione alla salina di Pedra do Lume che si trova
in un cratere di un vulcano spento da secoli.
Cena
di addio per Chiara, Massimo e Benedetta.
Accanto
a noi cena di Natale del “Circolo Dopo Lavoro Dalmine di Begamo”, sembra
una battuta, ma era vero: un gruppo di turisti orobici ha cenato vicino a noi in
questo posto abbandonato dal mondo!
Al ristorante distribuite cinquanta Bic
ad altrettanti bambini della scuola di Pedra do Lume: e’ stato molto bello per
le nostre anime contare i loro sorrisi! Con Antonio decretiamo che abbiamo
lasciato molte potenziali fidanzate sull’isola: il motivo e’ che non ci
hanno capito fino in fondo! Mah! Chissà perché, infondo siamo così carini.
Ci
imbarchiamo alle 22:00 con rotta per l’sola di San Nicolau dove prevediamo di
arrivare domani sul mezzo del giorno.
Temporale
all’orizzonte.
Dopo una
galleria si entra nel cratere, ai nostri piedi una scacchiera bianca e rosa,
un’atmosfera surreale, edifici in legno semi-abbandonati, testimonianze di
fatiche lontane, un salto fuori dal tempo.
Un set di un
film o un’avventura di Topolino che trova un nuovo mondo nel vulcano. Intanto
la luna nuova sorride al sole che tramonta dietro ad un ciuffo di nuvole
ardesia.
EQUIPAGGIO
SECONDA TRATTA: CAPO VERDE-MARTINICA
Andrea
– sempre capitano, ma anche sussi.
Antonio
- mozzo, pescatore, acrobata e bersaglio di sussi e biribissi..
Alessandro
- timoniere sorridente, uomo dei numeri e allergico al bucato!
Luca
– dandy, marinaio esuberante e divoratore di porcherie in scatola.
Franco
sempre me medesimo– chef, biribssi e romanziere di bordo.
07-12-2002
In navigazione
dall’isola di Sal all’isola di San Nicolau
Dopo
la partenza da Pedra do
Lume si cerca la soluzione ad un problema: a bordo siamo
in 5 e non piu’ in 6, come si gestiscono i turni in numero dispari ?
Antonio sfodera il suo entusiasmo e partorisce un francobollo con i turni su
cinque giorni: un gomitolo di linee orizzontali e verticali con delle micro
caselle in cui dimorano i geroglifici che rappresentano ciascun membro dell’attuale equipaggio,
dopo una rapida consultazione Antonio viene rispedito a produrre un grafico
leggibile anche da Stevie Wonder e da Ray Charles.
Alessandro
intanto si veste per la notte: sembra Yuri Gagarin in partenza per la luna nei primissimi
anni ’60 con sotto sotto tuta, sotto tuta, tuta, sopra tuta, dolce vita,
cintura Gibaud e calzino da circolo polare artico. Anche ieri ci aveva dato una
lezione di stile con un meraviglioso copricapo in cotone bianco tipico della
media borghesia francese in vacanza negli anni ’40 a Biarritz.
Alba
con nuvoloni neri a poppa, del sole si intuisce la luce che filtra tra le
nuvole. Antonio cattura un tonno pinna gialla che non ha lasciato neanche il
tempo al rapala di bagnarsi.
Viene
montato il nuovo generatore a trascinamento in sostituzione di quello che avevamo scoperto essere guasto
alla partenza da Lanzarote.
Alle
11:00 si vede l’isola di San Nicolau.
Notevole
è la tecnica con cui Alessandro si intonaca la faccia di crema a schermo totale
con barriera anti-batterica lasciandosi ettari di pomata sul volto, tanto che
sembra Wanna Marchi truccata per andare in onda nelle
televendite!!
Dopo aver cucinato
il tonno a bordo facciamo una sosta a Carracal paesino di pescatori sull’isola
di San Nicolao. Sbarchiamo in questa oasi di verde di palme ed arbusti, ci accolgono
dieci case colorate come le caramelle ed intorno solo monti brulli pieni di
rocce brune. Facciamo
una passeggiata e raggiungiamo una vecchia fabbrica abbandonata per la
lavorazione del pesce. Guardando
intorno si notano tanti cani essenziali che passano silenziosi tra i bambini che
giocano sorridendo con i loro occhi vispi ed intensi che quasi ti bucano. Li
guardiamo curiosi e colpiti dai loro denti bianchissimi che risaltano sulla pelle
cotta dal sole tropicale.
Cinque
barche, tutte a vela e tutte francesi, ancorate con la prua verso il paesino
sembrano anche loro in contemplanzione di questa vita lontana dalla nostra .
E’ un po’ come se fossimo ritornati
nel il medievo, e se arrivasse
all’improvviso un mammouth o un legionario romano non mi stupirei affatto.
In un raptus di
creativita’ viene coniato a bordo lo slogan pubblicitario per la locale
societa’ che imbottiglia l’acqua minerale:
“L’acqua
Caramulo non ti brucia il…… “
Arrivo
in porto a Tarrafal alle 21:30 dopo slalom tra le indicazioni del portolano per
trovare l’imboccatura del porto.
Ci
penso io al sugo di tonno! Dice
Luca che pero’ si addormenta dopo pochi minuti spesi nella preparazione del sugo, eppure sembrava
cosi’ entusiasta ed attivo!
Ci ancoriamo in porto e ceniamo a bordo
al lume di candela e masticato
l’ultimo boccone siamo crollati tutti in un sonno profondo come galline al
tramonto.
08-12-2002
In navigazione da Tarrafal
a ……….speriamo Martinica
Sveglia
e colazione a bordo, a seguire ci dedichiamo alle operazioni di socializzazione
con i bambini locali. Con Andrea ci facciamo portare a terra per fare acqua e
gasolio prima della traversata, facciamo l’ultima tappa sulla terra ferma
prima di Martinica.
Alle
12 utc ora locale partenza con strombazzata di saluto alle altre barche in rada
.
Facciamo
il primo bordo a vela per uscire dal ridosso dell’isola con vento al traverso,
subito un paio di secchiate di acqua infradiciano la divisa bianca
con gli alamari ed i bottoni d’oro di tutti gli
ufficiali dell’equipaggio. In un batter d’occhio ci mettiamo tutti in
costume e ci godiamo le piacevoli docce generate dalle onde che si infrangono
sulla pancia della nostra barca!
Menù
per il pranzo: tortellini al pomodoro Boliviano!
Costeggiamo
gli ultimi isolotti deserti dell’arcipelago di Capo Verde: enormi scogli
sparati milioni di anni fa
dalle viscere dei vulcani sottomarini, nero e marrone dominanano sul blu
schiumoso del mare intorno. Le rocce scolpite dal mare e dal vento hanno un
fascino indescrivibile e magnetizzano la nostra attenzione. Luca mentre
si trovava sottovento ad Andrea dichiara di sentire l’odore di terra, di
caprette al pascolo e commenta la situazione con sarcasmo finche’ Andrea non
decide di verificare il tasso di acidità della propria ascella: ed in
effetti a parte Heidi, le caprette c’erano e anche” i monti che
sorridono”!
Tramonto
meraviglioso finalmente con un cielo sereno, cena nel pozzetto con pastone di
purea di patate e tonno di Capo Verde annaffiato di buon vino spagnolo. Nottata
con buon vento e cambio di invelatura, diverse docce non previste.
Venere
sorta a sud-est era così luminosa da fare una scia argentea sul mare e quasi
generava le ombre degli oggetti illuminati.
Abbiamo
dormito sballottati come in un flipper: come al solito!
Meglio
un uovo ieri che una gallina domani.
Un cielo all’orizzonte che dalla riga nera del mare sale dal rosa all’azzurro con una serie di sfumature di colori da non saper descrivere. Nuvole nere con bordi dorati e la luna sempre sorridente illumina il mare con un sentiero metallico sulla scia della barca.
09-12-02
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Mattinata
col sole, vento buono, onde al giardinetto e barca decisamente rollante. Il
capitano si lava sulla spiaggetta di poppa tra le proteste degli animalisti di
bordo che lo pregano di:
1)
non uccidere le caprette
2)
preservare l’ecosistema circostante
3)
non
applicare deodoranti troppo potenti, a bordo sono vietate
le ascelle geneticamente modificate!
Mare,
onde, cielo nuvole a 360°, questo e’ l’uniforme panorama che ci e’
riservato per le prossime due settimane.Siamo un po’ tutti pervasi da strane sensazioni di
felicità e curiosità per le proprie capacità di adattamento a
questa esperienza di un microcosmo fuori dal mondo. L’idea che tutto sia fuori
dalla nostra portata mi stuzzica e mi sgomenta: la consapevolezza che siano
solo il giorno e la notte a condizionare la mia giornata mi alletta, ma,
altrettanto mi preoccupa che qualsiasi cosa succeda le uniche risorse a cui mi
devo affidare sono: le braccia e le teste dei quattro che oltre a me condividono
questa esperienza. Non saprei definirmi: un po’ matto, un po’ guascone, un po’
goliardo ma soprattutto molto
curioso di capire, di vedere tante cose e di provare emozioni.
Su
esempio dello skipper, vengono effettuate operazioni di disinfestazione da parte
di gran parte dell’equipaggio,
nel campo nudisti a prua della barca: con pregevole esposizione al pubblico
ludibrio di natiche stanche, adipe abbondante e pelli color fumo di candela.
Nei
film i navigatori oceanici sono sempre come minimo dei Paul Newman, sulla
nostra barca al massimo sono degli attori da recita parrocchiale di
beneficenza o centravanti da
partite scapoli-ammogliati.
Antonio
cattura uno splendido esemplare di foglio di scottex che viene salpato tra i
conati di delusione dell’entusiasta pescatore!
Alle
14:30, durante la siesta di gran parte dell’equipaggio, mentre Antonio
allestisce il suo banchino per la fiera dell’articolo da pesca, abbocca una
lampuga di 3/4 kg che viene issata a bordo dopo lunga battaglia.
Riso
alle verdure e curry in pentola a pressione.
Bello
il tramonto nel bicchiere, belle le stelle che riflettono nella tazza di tè, ma
anche la signora col cappotto verde che ti suona al semaforo dalla sua Punto
beige non è male, così come
anche l’aperitivo al Caffe’ Giacosa!
Ci sono tante stelle cadenti che ho dovuto
predisporre il distributore di numerini per consentire a ciascuna di potersi
procurare il proprio desiderio.
Fiocchi di nuvole
Spruzzi di schiuma
Triangoli di vela
Ecco le sfumature
Di bianco.
Onde sfaccettate
Cielo vitreo
Ecco le tonalità
Del blu.
Due colori che
Sembrano mille,
ma da soli colmano
la nostra giornata.
10-12-02
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Notte
tranquilla, preso abbastanza bene il ritmo dei turni, si riesce a dormire per
quasi tutte le quattro ore e mezzo dei riposi tra una timonata e quella successiva.
Prima
colazione tutti insieme nel pozzetto con addirittura il tavolino: Luca riesce a mitragliare
il suo latte con cereali su tutta la barca che ora sembra un pralinato alla
nocciola. Antonio prende un’altra lampuga sugli 8/10 kg: un bel pescione verde
azzurro e giallo con una faccia che sembra il muso dell’autobus 17, quello
verde a due piani che dalla stazione portava a Fiesole. (inserire disegno dell’autobus a 2 piani)
Oggi
tanto per cambiare: cielo, mare, sole, nuvole!
Bucatino
in acqua di mare dei costumi schizzati di sangue dopo la cattura della lampuga:
siamo arrivati ai massimi livelli di autosufficienza, per arrivare a quella
totale bisogna eliminare anche il ruolo “donna” nella vita di ognuno di noi:
troviamo una soluzione
“fai da te” e decidiamo di operare Luca che si offre volontario, lo
vestiamo da signorina et voilà: i giochi sono fatti.
La
giornata comincia con l’inversione dei
fiocchi per evitare che uno si usuri strisciando sullo stralletto di prua, poi
dedichiamo il resto della mattinata alla lavorazione del pesce.
Pranzo
con pasta condita con sugo di pesce alla soya e curry: lampuga alla creola.
Al
tramonto tutto l’orizzonte sembra convergere sul sole, le nuvole sembrano
tutte attratte dal fascino dei colori che si generano attorno alla palla di
fuoco che si corica nel mare, e’ l’apoteosi della giornata trascorsa, anche
noi non restiamo mai indifferenti nei confronti di questa cerimonia quotidiana
sempre uguale, ma allo
stesso tempo sempre diversa.
Si
rompe il braccio del timone automatico, ma viene riparato in poco tempo.
Cena
a base di lampuga al cartoccio con capperi e al forno con sale e spezie, 3/4
dell’enorme trancio purtroppo sono ritornati al mare per evitare che andasse a male e profumasse la
cambusa con il tipico olezzo ammorbante del pesce marcio. Iniziamo ad essere
nauseati dal sapore di lampuga.
Meglio
un uovo oggi che una lampuga ieri, l’altro ieri, il giorno prima……..
11-12-02
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Nottata
con poco vento, 6/8 nodi e conseguente tartarugazione della barca a 3/4 nodi, mettiamo
lo spinnaker ma il vento e’
sempre assente o quasi. Dopo
la prima colazione, ammainato lo spinnaker , viene acceso il motore : cosi’ si
ricaricano le batterie e si procede ad una velocità media più alta.
Nelle
ultime ventiquattro ore abbiamo percorso 122 miglia (ventotto in meno rispetto
alla media prevista).
Antonio
viene severamente ammonito di non mettere esche in acqua, se
non puo’ resistere alle pulsioni venatorie: prenda il fucile e vada a caccia
al cinghiale!
Anche
oggi bella giornata, serena con nuvolette spruzzate tutt’intorno.
Luca,
testimonial vivente dell’ultimo modello di intimo CAGI, gira con la sua
maglietta grigia e la sua mutanda coordinata e ci rende tutti psicologicamente
insicuri nelle nostre mise policromo-salate!
Alessandro,
il sofista della riflessione, procede con i suoi ritmi congestionati dalla calma
e si sottopone ai suoi riti quotidiani: asfaltatura del corpo con creme
protettive, prima colazione con sguardo assente, disquisizione sulla propria gastrite e successivo
immediato consumo di latte e Nesquik a scopo terapeutico!
L’apice
però viene raggiunto nel
momento in cui indossa il cappellino bianco abbinato al costumino azzurro
costellato di squaletti martello celestini,
modello estate inverno 1966/67 codice 4728 sul catalogo Postal Market .
Decidiamo
di fare il bagno nel blu dove “si tocca solo in punta di piedi”, con una
certa preoccupazione
per la sicurezza delle nostre estremità: 4000
m ci separano dal fondo e possono contenere di tutto ed anche di più.
La
doccia o il bagno, il contatto con l’acqua (24/25° C) ci sveglia e ci rende
più allegri e vitali. Andrea suggerisce ad Antonio il sistema per tatuarsi un
pettine di gondola sulla spalla: gli applica un enorme cerotto orizzontale con
estroflessioni laterali simmetriche da tenere un giorno per evitare che un
taglietto microscopico lasci il segno.
Oggi
parecchio motore e poca vela, sull’ora di cena Antonio accetta la sfida di
sostituire lo spinnaker con il gennaker nel tempo di cottura delle farfalle al
pesto.
Ogni
tanto ci sono dei momenti di iper-attività e l’”Alinghi feeling” almeno
per cinque minuti fa proseliti!
Anche
di notte poca vela e tanto motore.
Delfini
di notte, tramonto bellissimo, calma di vento orizzonte pulito, colori irreali,
grandinata di foto e di commenti!
Polemiche
sul nomignolo dato ad Alessandro da parte di Antonio: Remigio. Dopo qualche
discussione viene trovato il compromesso: Remi!
Ho
perso due partite a scacchi con Andrea.
Avvistate
due navi di cui una petroliera enorme.
12-12-02
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Bonaccia
atlantica (doldrums?!?) abbiamo incontrato una indigena locale di quelle che
hanno un’età indefinita tra la menopausa e l’eternità! La suddetta è
stata intervistata e ci ha rivelato che da quando incontrò Magellano non aveva
visto una tale calma! Ci fermiamo ad un area di sosta e decidiamo di fare un
pic-nic col barbeque in attesa del vento.
Andrea
decide di allestire un mercatino di abbigliamento
usato ed appende a poppa una dozzina di magliette fresche (??) di bucato,
speriamo che Antonio non si metta a vendere i rapala, sennò a noi tre residui
toccherà gonfiare il tender per acquisire un po’ di spazio autonomo.
Luca
si pone un quesito esistenziale di primaria importanza: i pesci volanti si
accoppiano in aria o in acqua ed il corteggiamento avviene nello stesso elemento
dell’accoppiamento o necessariamente devono avvenire, le due fasi, in due
elementi differenti!
Comunicato
ai nostri lettori: a causa di uno sciopero dell’equipaggio indetto per
protesta contro la totale mancanza di vento questo paragrafo andrà in onda in
forma ridotta e priva di immagini. Il comitato di navigazione ha emesso un breve comunicato:
“l’equipaggio sdegnato ed unito nella protesta contro la totale assenza di
venti ha azionato il timone automatico ed ha affidato la propulsione della barca
al motore. In segno di protesta l’equipaggio ha indetto uno sciopero che si
traduce in una marcia di protesta intorno alla barca per terminare in un
girotondo intorno all’albero, oggi promosso per l’occasione ad albero della
cuccagna. A seguire briscolone a coppie col morto: primo premio una testa di
lampuga essiccata e puzzolente, secondo premio una coppia di calzini spaiati
senza fissa dimora ed in cerca di padrone, terzo premio una confezione di pane
tedesco alle spezie e cereali leggermente inacidito per l’invecchiamento in
buste di nylon sotto l’azione della salsedine”. I servizi minimi saranno
garantiti: sarà tenuta in funzione una toilette su due, i pasti saranno serviti
freddi. Per i menzionati motivi non saremo in grado di trasmettere il pensiero
del giorno
Pranzo
freddo a buffet come previsto dalla agitazione sindacale cous-cous con verdure,
tonno, acciughe e legumi.
Presa
lampuga che si slama sottobordo.
Verso
le 15:30 ora locale ricomincia a soffiare un vento sui 7/10 nodi: lo sciopero e
le relative manifestazioni hanno sortito l’effetto desiderato.
Perso
due partite a scacchi con Andrea.
Chissà
che c’è alla tele stasera?
Lavanderia
Catellacci: come ridurre quattro magliette in altrettanti stracci!
Avvistiamo
con Antonio un uccello in mezzo al mare a 600 miglia dalla terra più vicina, lo
stanco viaggiatore probabilmente si posera’ su una crocetta dell’albero e vi
trascorrera’ qualche
ora.
13-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Durante
la notte, dopo una prima parte di navigazione a vela, l’aliseo ci fa di nuovo
marameo.
L’agitazione
sindacale di ieri non ha sortito l’effetto desiderato, il comitato di
navigazione non ha sottoscritto il
contratto con il vento, Eolo
avrebbe sottoscritto ma al tavolo c’era Nettuno e allora Eolo “ci è rimatto male
e te ne è tornato a cata”!
Il
vento si è ridotto ai minimi termini come intensità e quel poco
che c’è ha cambiato direzione; noi abbiamo cambiato rotta per portarci più a
sud dove, secondo le carte del vento scaricate da internet, dovremmo trovare
questi alisei cosi’
dispettosi!!
Questa
bonaccia è il risultato di una grossa ed anomala bassa pressione arrivata sulle
Canarie un paio di giorni fa, ed attualmente in dissoluzione. Andiamo a motore,
ma se le cose continuano così bisognerà cominciare a razionare l’uso del
gasolio, attualmente ci restano solamente ¼ di serbatoio più una riserva di 80
litri.
Abbiamo
visto e contattato via radio un catamarano francese “7 seas”, partiti da
Lanzarote il 02-12 anche loro senza molto gasolio ed hanno viaggiato con
pochissimo vento.
Anche
oggi ci dedichiamo ad andature alternate:
un po’ a vela ed un po’ a motore.
Come
antidepressivo ci somministriamo una italica pasta alla puttanesca. Gli
spaghetti che hanno sempre il loro perché! Antonio, smessa la passione per la
pesca ora si è innamorato del sestante, prende “punti nave” ogni trenta
secondi, adesso sappiamo che per andare da poppa a prua ci sono dodici metri e
finalmente, sempre grazie al contributo
indispensabile di Antonio sappiamo che la distanza tra un pasto e
l’altro è di circa sei ore e che tra il dire e il fare c’è di mezzo il
mare!
Su
tutto questo, crisi di gelosia del rapala nei confronti del sestante: scenata
stile vicolo napoletano con il rapala che prende ad ancorinate gli specchi del
sestante il quale reagisce a colpi di alidada! Bilancio due specchi neri ed un
livido sulla pinnetta caudale dell’esca artificiale.
Cena
con wurstel e pureae dessert a base di ananas sciroppato sottospirito. Dalle
02:30 si va a vela, l’umore di tutti è risollevato, il vento ci rende tutti
più attivi e reattivi.
Un sipario di
nuvole all’orizzonte incornicia un palcoscenico rosa dove nuvole e sole
mettono in scena l’alba per un pubblico attento di onde metalliche entusiaste.
Un nuovo teatro,
gli stessi interpreti, nuovi colori, nuove forme e gli stessi agitati
spettatori; un tramonto decora l’orizzonte e nuvole sfumate dal nero al bianco
si mescolano ad un arancio caldo di aria tropicale.
14-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Nottata
con vento a tratti, navighiamo con lo spinnaker.
Perdiamo
dalla visuale i francesi col catamarano.
Mattina
con vento buono, spinnaker, durante il rito della prima colazione, dibattito
sull’etica socio-economica tra Sandro ed Antonio, Luca, Andrea e Franco guardano e commentano. Ci vorrebbe Bruno
Vespa e poi è come essere a Porta a Porta!
Alle
13:00 insalatona ricca con di tutto di più! Siamo molto preoccupati per la risposta
dell’apparato digerente
di Antonio al crauto + peperone + ceci + fagioli: una miscela esplosiva che se
maneggiata con scarsa cura da un succo gastrico dilettante può diventare nociva
come la diossina e quindi, a scopo cautelativo, abbiamo pregato Antonio di
farsi prima di pranzo un bel frappè di gesso, borotalco, Vinavil e carta
igienica.
Nel
pomeriggio è calato di nuovo il vento ed il mare incrociato ci costringe ad
accendere nuovamente il motore: che palle!
Tramonto
meraviglioso anche stasera! Tutte le sere una performance indimenticabile,
peccato non poterla condividere con i miei bambini! Saranno questi orizzonti
tersi a raggio infinito o la mancanza di inquinamento o il mare o la temperatura
ma la scenografia è sempre a dei livelli da levare il fiato.
Stasera
cena tipo pensione di quarta categoria nel sud Tirolo: minestrina liofilizzata,
parmigiano e pesche sciroppate. Antonio pare abbia perso uno squalo di un paio
di metri sotto bordo perché gli ha strappato la lenza, nessun testimone
oculare, per cui, nel dubbio, facciamo tutti finta di credergli!
Arriva
e-mail di Chiara e telefonata di Fausto!
Ho
perso altre due partite a scacchi con Andrea.
Navigato
dalle 17:00 alle 21:00 a motore e poi vela con vento 7-10 nodi.
15-12-2002
In
navigazione da Capo Verde (forse Suriname?) a Martinica
Strambata
oceanica!
Correva
l’ora nona del giorno, mentre in cielo una coltre di nubi color del carbone
facea presagir acqua nel breve volger del mattino, il capitano imperioso si
rivolse al tracotante equipaggio: “Avanti pelandroni è giunta l’ora di
strambare, armate i vostri muscoli e allertate le vostre menti!”
L’equipaggio
tutto, come colpito da una saetta in un batter d’occhio si trova ai posti di
manovra, e passata di un quarto di miglio la latitudine 14°, l’imbarcazione
stramba e mette la prua verso Martinica; il cielo si squarcia ed il sole, come
per magia, illumina la rotta!
Ieri
sera, dopo aver consultato le previsioni via internet, ci siamo resi conto che le ultime
perturbazioni sono scese molto a sud determinando situazioni di vento anomale
che si ripercuotono sugli alisei in senso negativo.
Dalla
carta del vento, con previsioni fino al prossimo mercoledì, si vede che
conviene scendere a sud fino a 14° di latitudine per poi procedere verso ovest
per ottenere venti più sostenuti e costanti che soffino almeno a 10-15 nodi.
Questa
ulteriore deviazione ci costera’ circa mezza giornata di ritardo sulla tabella
di marcia.
Dopo
pranzo Andrea sfodera una amaca di dimensioni lillipuziane e di età
indefinibile, potrebbe averla rubata ad una famiglia di emarginati nella favelas
di Rio de Janeiro, la piazza a prua con circa un’ora di preparativi, il
risultato è sorprendente: sembra un insaccato emiliano e per di più tocca
terra (pardon barca!!) con le natiche.
Alessandro,
da buon ingegnere, fa il primo bucatino della sua vita, con sei ore di lettura
preventiva del manuale di istruzioni e poca convinzione sui risultati
conseguibili. Prende il sapone lossodromico, ci lava i sui raffinati capi,
li stende su un arco di tangente e li asciuga sul coseno.
Il
cappellino bianco, gia’ color maionese/mostarda, viene steso sulla battagliola
con ben quattro mollette:
tante volte il prezioso copricapo volasse via!
Oltre
al cappellino vengono lavati anche il costumino Postal Market con pescini
martellini e la mutanda Cagi bianca da adolescente cresciuto che aveva assunto i
colori dell’interno delle grotte di Postumia ed i sentori di un ovile sardo
nel Gennargentu.
L’equipaggio
grato brinda ad Alessandro.
Cena
con risotto curry e verdure.
Per Chiara che
sorride navigando al timone di notte.
Mentre lo scafo
veloce plana sull’onda
Il soddisfatto
silenzio delle vele
Gonfie di vento è
interrotto solo
Dal rumore del
cielo vestito di luna
E punteggiato di
stelle.
16-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
La
notte trascorre con vento da “E- NE”, e’ piacevole stare al timone, il tempo e’ buono, si possono osservare passaggi di
fronti nuvolosi con le relative
variazioni di intensita’ del vento.
Luca
ci rende migliore il mattino mostrandoci in tutta la sua delicatezza
il facocero che si nasconde in lui: alle 08:00 ora locale si è mangiato da solo
e senza che nessuno lo
obbligasse o minacciasse, un’intera scatola di mousse di carne aromatizzata
Tulip, il solo odore del prodotto viene usato in America per gli spray da
difesa anti-aggressione.
Tra
gli ingredienti, nella scatoletta, si trova anche l’essenza di scarico
dello stabilimento Farmoplant di Massa.Adesso Luca sta facendo le bolle
senza il chewing gum.
Antonio
sta recuperando un preda
che aveva abboccato alla sua lenza, quando si rende conto che del pesce che
stava tirando su è rimasta solo la testa: lo squalo ha fatto la sua
prima colazione.
Oggi
pulizie di Natale in barca. Svuotamento del ciccione e conseguente riempimento di uno dei serbatoi
d’acqua della barca. Il ciccione è sempre
quell’enorme wurstel verde che costituisce una riserva d’acqua portatile
(solo per sollevatori di pesi, categoria pachidermi enormi e con delle mani a
morsa). Il ciccione ci ha deliziato a prua della barca per una settimana,
ora che e’ stato svuotato e riposto in un gavone, quasi
quasi ne sentiamo la mancanza!
Anche
Luca fa il bucatino per non essere da meno.
Antonio
riesce a realizzare in pochi minuti uno splendido centro di raccolta per gli
sfollati della barca, applicando al tendalino una serie numerosissima di teli da
bagno lavati. All’occhio del dilettante può sembrare un presepe nautico, sia
per l’estetica che per il realistico odore di stalla!!
Nel
campionato italiano di massaia atlantica per adesso, al secondo round-robin, è
in testa Alessandro per i prodotti lavati, per la tecnica meticolosa usata e
soprattutto per i risultati ottenuti: assolutamente ininfluenti sulle condizioni
iniziali sia per quanto riguarda il delta colorazione che per il delta odore
rispetto al tempo zero
ovvero prima del lavaggio.
Luca
in tarda serata, dopo la pasta tonno e piselli, riesce a riaversi dagli
scompensi gastrici causati dalla Tulip di stamani: per tutto il giorno il
poveretto si è aggirato per la barca con la classica espressione da “soffione
boracifero latente”. Visto l’occhio vitreo da convalescente ed i riflessi
rallentati: ha pagato cara la sua scappatella alimentare.
Andrea
nell’alzare un tegamino d’acqua per il te si è stirato un muscolo della
schiena, se lo sapevo mi facevo stirare anche la camicia bianca lavata ieri.
Abbiamo
lasciato dormire tutta la notte Andrea che aveva dolore alla schiena e faceva
luce dalla quantità di medicinali che aveva assunto.
Ho
finalmente vinto una partita a scacchi con Andrea: ho usato l’estintore e la
fionda, ma ho vinto!
Alle
22:29 utc mancano 1127 miglia all’arrivo.
17-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Nottata
di vento fresco con barca decisamente più veloce dei giorni passati, media
oraria intorno ai sette nodi.
La
mattina apparecchiamo con impegno
il tavolino per la colazione, ma con estrema efficacia, un’onda
sparecchia la tavola in un attimo, Sandro con un’esemplare rapidità afferra,
stile polpo, stoviglie e marmellate ma la stragrande maggioranza delle cose vola
in terra.
In
un’ora nel pozzetto, gli argomenti di conversazione sono passati dalle onde
elettromagnetiche alla religione cattolica passando per il principe di Spagna e
la possibile abdicazione di Juan Carlos! Il tempo a disposizione e la duttile
fertilità delle menti ci portano a questi divertenti salti di “palo in
frasca”.
Pranzo
con piatti che planano sull’onda, a base di wurstel di pollo e purea alla soya
con noce moscata e ginger, dessert : “prugna secca party” Stasera avremo il
“seratone di gala” con i festeggiamenti per aver passato le mille miglia al
target: fuochi artificiali, castagnole, ricchi premi e cotillons! C’e’
chi dice che verranno anche le Oba OBa con l’elicottero!!!!!
L’interno
della barca ricorda molto l’atmosfera che si vive quotidianamente nel
caseificio Cademartori, quello del famoso taleggio!
La
scarpa di Sandro è uno degli ingredienti base della miscela olfattiva che si
respira!
Alle
17:50 utc mancano mille miglia all’arrivo!
Gli
asciughini dell’acquaio e le presine hanno acquisito una loro anima, composta
dai parassiti e dalle testimonianze alimentari che li decorano, ormai per
calcolare le distanze percorse usiamo come unità di misura la calcareizzazione
delle macchie sugli asciughini e la lunghezza delle stalagmiti di sale sulle
presine.
Tra
il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e se è per questo, anche
tra Capo Verde e Martinica nel mezzo, c’è molto ma molto molto mare! L’ambasciator
che non porta pene è un eunuco?
Antonio
perde il trentacinquesimo pesce negli ultimi tre giorni! Un branco di lampughe
sta ridendo ancora
alle sue spalle!
Alle
17:30 Antonio pesca la lampuga dell’onore, si riabilita con un pesciolotto
che alle 18.00 è già cotto al forno con i capperi!
Sussi
e Biribissi (Andrea e Franco) progettano lo scherzo del pesce pentola da
attaccare alla lenza di Antonio. Lo scherzo è da attuare domani mattina.
18-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Nottata
con buon vento 13-15 nodi costanti con punte anche a 18, cielo coperto, luna
quasi piena!
Dopo
la prima colazione Antonio entra in cabina per appisolarsi, Sussi e Biribissi tirano su la
lenza in silenzio e ci attaccano una bella pentola, il famoso pesce
“tombolo” con forma cilindrica e color acciaio, molto comune sui bassi fondi
oceanici di cinquecento seicento metri.
Parte
la frizione della canna e Antonio si fionda fuori dalla cuccetta a recuperare la
lenza, tutti, al corrente della cosa, si sganasciano in silenzio mentre Antonio
al massimo dell’eccitazione girava vorticosamente il mulinello urlando: “è
grosso, stiamo calmi, questo è veramente grosso!”
Andrea
ha fotografato tutta la scena fino alla faccina da albicocca secca di Antonio
quando ha visto la pentola affiorare! Suggerimento ad Antonio: “se tu provassi
con la pentola a pressione? … magari oltre ai tempi di cottura accelera anche
quelli di cattura!”.
Mattinata
amorfa piena di colori che non tingono, di odori vuoti, addormentati anche da
svegli, sciopero delle sensazioni, un cielo distratto, un mare scappato.
Aspettiamo il temporale come se fosse il detonatore che genera l’esplosione
del giorno, dei colori, degli umori. Anche il vento è distratto soffia ma non
spinge. Siamo come avvolti in una garza fine che altera oltre il punto di vista
emotivo, anche quello reale e quello panoramico. Una mattinata lasciata lì,
come abbandonata, in attesa di essere ritrovata e rivissuta da capo. Un’umidità
che ti appiccica la noia a tutto il corpo.
Alle
18:00 parte la frizione della canna, Antonio,
memore dello scherzo della mattina, titubante passa la canna ad Andrea
che tira su la mamma di tutte le lampughe: dodici chili di pesce-autobus
verde, blu e giallo!
Grigio
In un cielo
d’asfalto, lame di luce cristallina si riflettono come squame di pesce
sull’orizzonte di un mare di piombo.
Turbina l’aria
calda e umida e vibra sulla pelle come una nota di violino.
19-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Notte
calda, umida e tranquilla
con poco vento.
Sole
e vento 9-12 nodi da est-nord est per buona parte della mattinata, la
velocità della barca sotto
spinnaker varia tra i cinque e i sei nodi.
Antonio,
dopo la pesca della pentola di ieri, riceve un buono premio per una giornata di pesca al lago a
pagamento di “D. Bartolini” a Firenze in via de Servi.
Mattinata
dedicata alla morti-sezione del lampugone: il quantitativo di carne ricavato è
equivalente al P.I.L. della Somalia!
Andrea
e Luca da novelli dottor Kildare tagliano la lampuga con bisturi e klemmer!
Le
tre tonnellate di filetti di lampuga vengono in parte messi
in forno, che a guardarlo sembra un criceto la bocca piena di semi di girasole,
in parte vengono cucinati al cartoccio con i capperi (ricetta tipica della
traversata) e l’ultima parte viene cucinata in
teglia sotto sale ed estragone, quello che avanzera’ verra’ messo
sott’olio, per essere usato nei prossimi giorni.
Più
che una traversata mi sembra stia diventando la “lampugata atlantica”!
Alessandro
ed Antonio, a furia di ingozzarsi di pesce, stanno assumendo una colorazione
turchese e gialla, i loro occhi stanno diventando a palla e vitrei, la
loro pelle,al tatto, ricorda molto l’uovo sodo misto a carta vetrata:
una sensazione di ruvidezza viscida non facilmente descrivibile.
Oggi
e per i prossimi otto giorni mangeremo lampuga per tutti e tre i pasti
quotidiani! Sono quasi terrorizzato all’idea! Per cena sformatino di lampuga
in crosta di purea di patate, domani per prima colazione croissant ripieni di
julienne di lampuga, a pranzo spaghetti al ragù di lampuga…ma nell’oceano
ci sono solo le lampughe?
Siamo
in navigazione da ventidue giorni, di cui l’ottanta per cento senza vedere
terra, comincia per tutti un po’ di sindrome da metropoli-privazione,
nei discorsi sempre piu’ spesso viene toccato il tema dell’ arrivo,
di cosa potemmo fare
quando saremo a terra, di cosa vorremmo mangiare o bere appena ormeggiata la
barca. Credo che siamo arrivati
abbastanza vicino al
limite umano di tolleranza di una situazione di segregazione volontaria dal
mondo civile.
Gli
affetti, la comodità, le abitudini, la quotidianità urbana, ad un certo punto iniziano ad
imporre la loro mancanza.
Gli affetti in primo luogo: se avessi qui i miei figli potrei starci anche tre
mesi in barca in mezzo all’oceano.
Pregevole
installazione plastica di Sandro, dal titolo:
l’essenza
oceanica della mutanda, ovvero due slipponi Cagi appesi sull’oceano al tramonto, la catarsi di una
visione epistemologica dell’uomo soggiogato dalla grandezza della natura.
Intimo marino che solare contrasta con la chiusura morale del proibizionismo dei
panni stesi nelle vie del centro cittadino.
Ho
vinto due partite a scacchi con Andrea! Persa invece in quattro mosse una
partita con Antonio!
Centoventi
miglia percorse, mancano settecentosessanta miglia a Martinica, arrivo previsto
tra il ventiquattro e il venticinque.
20-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Nottata
con vento in calo e strambata alle 04:30 am, poi ammainiamo e riaccendiamo il
motore. Le faccine della ciurma al risveglio e quelle dei ragazzi al timone
sembravano quelle dei tifosi della Lazio quando la Roma ha vinto il derby 5-1.
Stamani
dopo la frugale colazione a base di cartoncini bristol, silicone, stucco a vetro
e segatura, abbiamo trovato
il diversivo della giornata: torneino di scacchi con regolamento parrocchiale
approvato dal C.P.S.M.C. (Comitato Provinciale Scacchi Massa e Cozzile) versione
WBA.
A
seguire due tornei in contemporanea: tombola con i fagioli e sette e mezzo con i
ceci, l’unico problema che abbiamo riscontrato è che i suddetti legumi erano
sott’olio e quindi il torneo è finito in una melma di carte, cartelle ed
annessi varii.
Durante
la mattinata veniamo accompagnati da un inaspettato
valzer di tonni intorno alla barca che dura per alcune ore. Il pesce azzurro
salta inseguendo banchi di sardine impazzite che volano in acqua e nuotano
nell’aria. Gli imperativi
della catena alimentare scatenano i tonnetti che a loro volta terrorizzano le
alici spalancando le fauci del destino, che sono le tristi e fameliche alternative
ad un futuro relegato sott’olio in un vasetto trasparente a rimirar l’occhio
vispo della massaia dallo scaffale di un supermercato.
All’ora
di pranzo rinfresca il vento, cambiamo di nuovo andatura ed issiamo di nuovo le vele, spegnendo
lo zanzaroso motore che ci perseguita i timpani dall’alba.
Antonio
ed Andrea si sfidano a scacchi ormai da ore, il torneino lo giocano tra di loro.
Luca scrive una e-mail a Carina e Sandro timona soddisfatto dei sette nodi a
cui allegramente sta viaggiando la barca. La velocita’ della barca gli
accende un sorriso satanico: un orgasmo nautico che ben si coniuga col guanto professionale con le dita mozze
con cui aggredisce la ruota del timone.
Dopo
la cena con crema ai funghi allucinogeni, l’equipaggio si esibisce in varie
performance di danza moderna prima nel pozzetto e poi nel quadrato. Passano
personaggi di avanspettacolo in costumi femminili e per finire viene organizzata
una festa spagnola con musica andalusa e camomilla a go-go!
Tutti
si sono lasciati prendere la mano dalle danze popolari tipiche della penisola
iberica, fino a notte inoltrata abbiamo ballato e cantato sotto la luna quasi
piena… di lacrime per il penoso spettacolo che le si parava davanti!
Ho
perso a scacchi con tutti meno che con Sandro: infatti lui non giocava!
Se
il fiume che attraversa Londra è il Tamigi, la lontra è attraversata dal
damigi?
E’
stato appena letto un tipico esempio di discorso da membro dell’equipaggio
insolato da troppo tempo dalla societa’ civile!
All’unanimità,
in data odierna, viene abolita la frase “qual buon vento ti porta?” dal
lessico di bordo!
21-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Nottata
con vento buono e costante per tutta la notte, il cielo e’sereno.
Un
pesce volante e’ atterrato in barca e viene prontamente ributtato in mare.
Durante la notte rivediamo
anche l’uccellino natante che ci segue dalle Canarie: sarà sempre lo
stesso o è una staffetta di vari esemplari?
La
cosa curiosa di questi
uccellini bianchi e neri e’ che volano per migliaia di miglia senza un ramo
dove posarsi, forse si posano di notte sulle crocette? Noi non li abbiamo mai visti posati: erano sempre in volo.
Avendo zampe palmate si suppone che talvolta si posino in mare dove li abbiamo
visti tuffarsi per prendere i pesciolini Abbiamo anche provato a buttare loro
dei biscotti e dei pezzi di pane ma non sono sembrati di loro gradimento!
Oggi
giornata di vento Aliseo “come si deve” e come ci aspettavamo, la barca
scivola agile sulle onde con
le vele sempre gonfie.
Si
sente già profumo di arrivo: Natale a terra è una prospettiva che si sta
concretizzando, viste le medie degli ultimi due giorni, però col vento non si
sa mai!
Magari
saremo costretti ad addobbare l’albero della barca con tanichette vuote
d’acqua, bandiere e cime colorate, stappare Champagne ed aprire il panettone
mentre saremo ancora in mezzo al mare.
Nel
pomeriggio, verso le 05:00, è rinforzato il vento, abbiamo levato lo spinnaker
e la randa ed issato di
nuovo le vele gemelle, con un po’ di mare formato. Mentre
Andrea e’ al timone, il resto
dell’equipaggio nell’effettuare le manovre di cambio delle vele, caracollava
come in preda alla follia da una parte all’altra della barca. Ad un occhio
esterno, durante la manovra, possiamo essere sembrati acrobati da circo di
second’ordine e per giunta ubriachi. Alla fine col sudore, le
preghiere, la fortuna ed i saggi consigli di Andrea, abbiamo portato a termine la manovra di cambio delle vele nel giro di
mezz’ora!
Luca
nel sistemare il tangone ha effettuato uno splendido tuffo carpiato con
atterraggio impeccabile: il giudice spagnolo e quello norvegese sono gli unici
che non hanno assegnato al bradipo di bordo il voto massimo così che, lo
sfortunato atleta di Cerbaia, per un pelo ha perso la medaglia d’oro!
Antonio
ha pescato una ennesima lampuga: l’abbiamo costretto a ributtatarla in mare,
tutto l’equipaggio ha la lampugofobia!
Nuvole come
pensieri allo stato grezzo
Passano in cielo
mutevoli, leggere e veloci
Sembrano dense
invece sono trasparenti
Talvolta nascondono
la luna e le stelle,
ma spesso sono
permeabili alla luce
come non ci
fossero.
La mente e
l’occhio le inseguono per catalogarne le forme.
Passano e vanno
lasciando ricordi opachi e soffiati.
22-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Nottata
con vento costante tra 15 e 20 nodi, vele gemelle, mare più formato rispetto a
ieri e le solite onde anarchiche. Passata una nave a poppa verso l’alba.
Media
intorno ai 7 nodi.
“Brezza”
viene utilizzata quasi fosse un wind-surf con copiose planate sull’onda, e
lei, a vent’anni, si
adatta benissimo a questo suo nuovo ruolo! L’onda pluri direzionale
rende la colazione una prova da “giochi senza frontiere”: fette biscottate
che volano come gabbiani, latte che piove e biscotti che pensano di essere
diventati frisbee. L’idea dell’arrivo tra un paio di giorni sovrasta ogni
altra emozione, Martinica rappresenta
si la terra dopo tanti giorni, ma è anche e soprattutto la conferma dell’aver portato a termine
una splendida avventura.
Adesso
il teorema da risolvere prima dell’arrivo è: chi pulisce cosa e quando!
La
cosa migliore sarebbe ingaggiare un’impresa di sanificazione e consegnare la
barca a loro per una settimana, perché la situazione igienica a bordo è veramente molto critica:
bisogna lavare tutto in acqua dolce, pulire i bagni (come avranno fatto a
bonificare l’Acna di Cengio?) e rendere di nuovo accogliente e gradevole
l’interno della barca.
Si
materializza sulla carta un’entità a tutti sconosciuta: Odas un rettangolino
anzi, un trapezio isoscele schiacciato, col simbolo di un faro sopra e una
“y” sotto, si suppone sia una boa oceanografica o un riferimento di qualche
cavo sottomarino. È proprio sulla nostra rotta! Speriamo di scansarla, sarebbe
buffo e triste “spatasciarsi” sull’unico ostacolo presente in un raggio di
milletrecento migia! E soprattutto dopo averne fatte altre duemilaottocento!
Luca
Hilton detto il Tulip (per la sua passione per la carne in scatola) famoso
funambolo di Cerbaia, Antonno , Sandro Calcolo,
il capitano Andrea e lo scriba chef Franco domani sera celebreranno il Natale a
bordo con panettone Tre Marie rollato a temperature patetiche per duemila
miglia, Champagne Veuvè Cliquot Brulè e classica apertura dei caricabasso
sotto l’albero e scambio dei doni tra l’equipaggio.
Sandro
per cena eleva al quadrato il minestrone di pozzetto rovesciandoci il minestrone
della sua scodella!! Dicesi minestrone di pozzetto di quella panacea di
rifiuti e scarti umani ed alimentari che popola il pozzetto e che viene presa a
secchiate d’acqua periodicamente!
Miglia
percorse 167 più o meno. Record fino ad oggi, media 7 nodi.
Odas
è, e rimarrà, un mistero! Nessuno l’ha vista!
23-12-2002
In
navigazione da Capo Verde a Martinica
Temporali
nella notte, aliseo sempre costante, l’avvicinamento procede veloce e
regolare, domani mattina dovremmo essere in porto. Qui tutti sono ossessionati
dal “punto nave” ma della “virgola” non parla nessuno?
Quando
mancheranno cento miglia all’arrivo festeggeremo il Natale della barca, ovvero
verso le 18:00 ore locali, con panettone e Champagne.
È
buffo come ancora a centocinquanta miglia dalla costa ormai, dopo averne
percorse tremila, ci sembra di essere sull’uscio di casa! Tutto è relativo.
Per
domani dovremmo allenarci tutti e cinque a riprendere dei comportamenti consoni ai rapporti
con il mondo civile: abbigliamento, igiene, lessico, abitudini alimentari e
quant’altro è necessario per non essere emarginati dalla societa’
che ci circondera’.
La
temperatura dell’aria ed il tasso di umidità stanno crescendo a vista
d’occhio, tra un po’ ci suderanno anche le idee!
Ceniamo
con Champagne “ghiacciato” ad
ottanta miglia da Martinica, panettone a fine pasto ed ora restiamo solo in
attesa di vedere una luce o direttamente la silouette dell’isola di Martinica.
24-12-2002
Arrivo
in porto a Marin-Martinica
Terra!
Si proprio terra, terra!
Viste
le prime luci alle 02:30 ora locale. Speriamo sia Martinica e non Poggibonsi,
altrimenti avremmo sbagliato strada: aspettiamo di vedere le targhe delle
macchine per conferma!
Tutte
targate “MA”: allora siamo arrivati!
Una
splendida alba fiammeggiante ci accoglie, nuvole rosa, un’isola verde e
profumi di spezie, veri o immaginati!
Il
momento tanto atteso è giunto, siamo veramente arrivati!
Il
comitato “martinichese” di accoglienza a fatto proprio un bel lavoro! Arriviamo
in porto sotto un sole cocente, con profumo vero di hibiscus quasi
nauseante ma bellissimo.
In
questi momenti si e’ un po’ sbilanciati dalla felicità mescolata alla tristezza
:
-
la gioia di aver
portato a termine un’impresa unica nella tua vita
-
l’amarezza che
l’esperienza intima con se stessi e con gli altri è finita, resterà il
ricordo, un ricordo forte e intenso che perderà nel tempo i timbri acuti dei
particolari ma non cancellerà mai la sostanza vera, l’essenza interiore di
questo viaggio attraverso il mare che divide i due continenti ma anche noi
stessi dal nostro essere. Mi piacerebbe che una lacrima vera, come una goccia di
acqua di mare, sbaffasse queste ultime frasi.
Per
la cronaca: l’equipaggio si è ricongiunto con parenti, amici e
familiari, abbiamo incontrato per caso un’ amica italiana ad un bar
ed abbiamo fatto la tradizionale cena di Natale in un ristorante dove si esibiva
un “Peppino di Capri” locale
per gli allenamenti serali in vista del “Festival Bistrot” tipico
programma-concorso canoro estivo di TF1, il primo canale francese.
Risultato
cena buona, zero frasi scambiate tra i commensali causa musica troppo alta e conseguente nascita dell’ odio
generalizzato per la canzonetta leggera d’oltralpe a dei livelli quasi di
fanatismo persecutorio religioso.
Mi
sono assicurato con una cima di sicurezza al letto dell’albergo ed ho messo il
salvagente sul comodino, non si sa mai!
Buonanotte!
Grazie
Antonio
lo apprezziamo per tutte le espressioni della sua persona, dalle sonore, passando
per quelle olfattive, fino a quelle gassose! Anche mentre dorme lascia i
suoi contributi a beneficio della barca e dell’equipaggio!
Sono
grato ad Antonio che in questo viaggio mi ha trasmesso l’entusiasmo per
l’astronomia, apprezzo molto che mi abbia sopportato per un mese e che sia
sempre stato al gioco tollerando le mie prese di giro e le battute nei suoi
confronti; lo ringrazio anche per il suo entusiasmo nel fare “bene” le cose
e soprattutto per averci procurato il cibo pescando con determinazione, fantasia
e continuità.
Grazie
ad Andrea:
Grazie
a Massimo per la sua simpatia, per il suo essere così “postino di Sesto
Fiorentino” e “Marchese ottocentesco”
nello stesso tempo, per il suo vestire impeccabile, per aver stabilito il record
di velocità in navigazione di oltre 11 nodi. Grazie anche a lui, con le scarpe
perennemente bagnate, che mi ha sopportato per le prime due settimane!
Della
Chiara, così solare e sorridente, non devo aggiungere niente, se non che sono veramente
felice che mi sia sorella da tutta
la vita, grazie anche a lei per le nottate al timone e per la pazienza
che mi riserva da quando è nata.
La
Benedetta la ringrazio per essere stata con noi pur potendo essere stata
ovunque e con chiunque, brava per aver partecipato senza lamentarsi alla prima
tappa e grazie ancora per i gomitoli di capelli che ha gentilmente donato alla
barca. Grazie per avermi dato spunto alle risate con i suoi buffi atteggiamenti
e per la dicotomia tra il suo aspetto e il suo lessico!
Grazie
ad Alessandro per aver sopportato il sottoscritto che lo prendeva in giro per la
sua assiomatica razionalità e per il suo atteggiamento refrattario nei
confronti della quotidianità e delle banali funzioni pratiche, dovuto alla sua
scarsa considerazione di questi aspetti privi di interesse scientifico e
matematico. Infatti
per trovare il detersivo dei piatti non bisogna ricorrere al sestante o al gps e
da cio’ ne deriva che è un’operazione assolutamente trascurabile: un
informazione da emarginare da tutti i neuroni sani, eventualmente da relegare in
qualche cellula celebrale difettosa! Grazie anche a lui per avermi trasmesso il
suo entusiasmo per la barca e per i numeri, trovando nel sottoscritto terreno
fertile per l’una e una sorta di muro di gomma per i secondi, dovuto alla
conformazione irrazionale della mia mente o semplicemente per la mia crassa
ignoranza.
Grazie
a Sandro per aver condiviso lunghi turni notturni al timone col sottoscritto
vivendo i momenti più suggestivi della traversata con stelle cadenti, lune
nuove e lune piene, temporali e quant’altro ci ha emozionato.
Grazie
a Luca Hilton detto “il Tulip” per avermi trasmesso la sua curiosità nel
voler conoscere la navigazione astronomica, per aver portato in barca come
richiesto il panettone e la vedova cliquotta, per avermi preparato tè caldi
durante i turni di timone notturni, per avermi offerto la cuccetta più grande
nel quadrato, quando eravamo stati “scacciati” dai nostri compagni di
cuccetta! Soprattutto grazie a lui per avermi trasmesso e fatto capire l’amore
che ha per i suoi figli e per Carina.
Dopo
l’equipaggio voglio ringraziare anche Giorgio e l’Anna che monteranno su
questa barca dopo che la mandria di bufali sarà scesa. Grazie a loro per
l’enorme grado di tolleranza che dovranno adottare!
Grazie
anche a Giorgio per aver curato così bene il carattere e la personalità della
Brezza e grazie all’Anna per il tocco di pulito e di razionalità femminile
che ha saputo dare agli interni della barca, spero solo che lei non sia stata
troppo affezionata alle presine fossili e agli asciughini muschiati!
Grazie
a mio padre e a quelli che lavorano con me, che mi hanno consentito di fare
questo viaggio in mezzo all’Atlantico. Loro che per un mese hanno dovuto fronteggiare, oltre ai
loro problemi quotidiani , anche
quanto di mia competenza.
Grazie
di cuore Silvia, Marylen, Roberta e Letizia.
Grazie
ad Irene per avermi regalato questo diario che è diventato un membro aggiunto
dell’equipaggio.
Grazie
a chi mi aspetta e non sa di aspettarmi.
In
ultimo, ma il ringraziamento principale e fondamentale ai miei tre figli
adorati, che hanno capito l’entusiasmo di loro padre per questo viaggio e che
hanno accettato senza problemi di vivere un mese senza vederlo. Grazie anche a
loro che avranno sicuramente sofferto di nostalgia quanto me!
Grazie
anche a me per aver portato a termine questa meravigliosa avventura, per aver
affrontato tutti i problemi, le paure e la convivenza stretta in un ambiente
limitato con serenità e tranquillità. Oggi mi sento senz’altro migliore ed
arricchito dopo questa splendida esperienza. Il contributo che ho ricevuto da
questa traversata è superiore qualitativamente a qualsiasi aspettativa che
avessi avuto. È una sfida con il mare e con se stessi che rende migliori e che
consiglio a chiunque lo volesse e lo potesse fare. La pigrizia mentale è spesso
il più grande freno che uno può mettere alla propria esperienza e di
conseguenza alla propria vita.
Franco