España
Diario di viaggio 28 dicembre 2010 - 4
gennaio 2011
Ho scelto
questo titolo per mettere in evidenza che abbiamo preferito conoscere i sentieri
dell’isola piuttosto che le sue spiagge.
Durante le
mie ricerche avevo visto che ci sono offerte per trekking di un certo interesse
per chi ama camminare e conoscere la flora dell’isola e mi sono indirizzata ad
una di queste organizzazioni.
In realtà
non si tratta tanto di trekking quanto di escursioni giornaliere, fra le quali
la più impegnativa è quella della salita al vulcano Teide. Comunque la meta
vale senz’altro la pena, soprattutto per la temperatura piacevole che
ovviamente, noi ci sogniamo nel mese di dicembre.
28 dicembre 2010 -
Martedì
Ci facciamo
dare un passaggio per Linate per le 9 dove il check-in è rapidissimo (per la
prima volta in vita mia, devo dire). I bagagli vengono registrati direttamente
per la destinazione d’arrivo e abbiamo le carte d’imbarco sia per Madrid che
per Tenerife in Italia.
Arriviamo in
perfetto orario a Madrid dove purtroppo dobbiamo sostare per 6 ore che
diventeranno quasi 8 a causa del ritardo dell’aeromobile e di un guasto al
computer del check-in.
E’
un’attesa davvero faticosa nonostante il pranzo e un tentativo di usare
internet. L’aeroporto di Madrid non offre proprio nulla: internet è con
chioschi in piedi e a costo decisamente alto, i negozi li vedi in poche decine
di minuti e questo è tutto.
La partenza
per Tenerife Nord avviene alle 21,10 anziché alle 19,40 e arriviamo alquanto
stravolti alle 23,55. Poiché Tenerife è sul meridiano di Greenwich qui sono le
22,55.
Per fortuna
Enea, la nostra guida per tutto il periodo di permanenza, ci sta aspettando con
Cristine. Ci dicono che se l’aeromobile fosse arrivato cinque minuti più
tardi lo avrebbero dirottato su Tenerife Sud con qualche problema per loro che,
pur avendo quell’aeroporto più vicino, erano ormai qui ad aspettarci.
In un’ora
d’auto siamo a Playa S. Juan dove risiederemo, in una stanza con bagno in un
appartamento con 3 camere e servizio di cucina. Enea ci dice che sono già qui i
nostri compagni di gite.
29 dicembre
2010 -
Mercoledì
Un bar
a pochi minuti di strada dall’appartamento è convenzionato per una
colazione. Qui ci presentiamo l’un l’altro. Il gruppo è formato da sette
persone: Simona, Rita e Giorgio, Ilaria col figlio quattordicenne Tiziano e noi.
Le guide
sono Enea e Cristine che vivono a Tenerife da 5 anni e hanno messo in piedi
queste proposte di trekking.
Partiamo con
un fuoristrada che ci trasporta tutti verso il massiccio del Teno; questa notte
è piovuto, ma ora forse si rasserenerà. Arriviamo a Santiago del Teide
dove c’è una vecchia fattoria trasformata in albergo: ci sono due grandi
macchine in legno molto interessanti che servivano per la lavorazione
dell’uva. Enea pensava di farci vedere un piccolo museo sul vulcanismo, ma
scopre che il posto a quest’ora è chiuso.
Iniziamo
subito a camminare e ben presto inizia a piovere: una pioggia sottile e traversa
che ci bagna abbondantemente. Enea viene con noi per un tratto, poi ritorna
indietro per portare il fuoristrada a Masca, punto in cui ci riprenderà. Noi
proseguiamo con Cristine.
Superata la
cresta del Teno iniziamo a scendere e presto siamo nel sole perché le
precipitazioni tendono a restare in quota. A Masca però siamo tutti d’accordo
di rinunciare a visitare il paese perché siamo fradici e fa freddino. Ci
limitiamo a bere qualcosa ad un bar, poi torniamo a casa.
La gita ci
è piaciuta nonostante tutto. E’ bastato un bagno caldo per sentirci in forma
di nuovo. La vegetazione del versante nord ricorda un poco l’isola della Réunion.
A sera, una passeggiata lungo l’oceano e poi la spesa per una spaghettata che gustiamo particolarmente.
30 Dicembre 2010 -
Giovedì
Abbiamo
dormito benissimo. Con una partenza prevista per le 9 ci va di lusso e dormiamo
fino alle 8.
La pioggia
di ieri ha sballato un po’ i piani di Enea che vuole avere la certezza del
sole. Per questo vuole restare sulla costa e ci fa portare in barca fino
all’arrivo del sentiero della gola di Masca e ci fa guidare da Cristine in
salita fino al paese che è a 600 metri di altitudine.
Il tratto
per mare è breve, ma ci consente di ammirare le falesie a picco e gli
allevamenti di orate in mare aperto.
Iniziamo la
salita in una gola con rocce vulcaniche a strapiombo e piene di grotte. Vi
scorre un ruscello che deve essere seguito attraversandolo innumerevoli volte.
Il passo non è agevole, ma siamo in ombra e si va abbastanza bene saltando di
sasso in sasso poiché il terreno non è scivoloso che in rari punti.
Incrociamo
un gran numero di turisti che scendono poiché in genere l’offerta turistica
è per partire da Masca e prendere la barca per il rientro. Molti sono male
attrezzati con le scarpe per un sentiero che è considerato di alta difficoltà,
ma è chiaro che lo spettacolo vale decisamente la pena. Se devo dare un
consiglio propenderei decisamente per fare il percorso in salita.
Arriviamo a
Masca che oggi è al sole e ci acquistiamo tutti un succo di frutta fresco
meritatissimo.
La
vegetazione della gola è ricca di euforbie, alcune delle quali hanno aspetto di
cactus, al sole c’è la lavandula, il ranuncolo canariense e la lavatera.
31 Dicembre
2010 -
Venerdì
Oggi ci si
alza prima del solito. Alle 8 abbiamo già fatto colazione e siamo in auto
diretti al Teide (3718 m.). Non si sa se potremo arrivare in cima perché se
c’è ghiaccio nella parte terminale l’accesso viene chiuso e comunque Enea
dice chiaramente che non si prenderebbe la responsabilità di portarci.
La strada
che percorriamo in auto è la più diretta e passa da un piccolo paese agricolo;
è molto stretta ma a quest’ora non passano in molti. In vista del Teide c’è
ghiaccio in terra anche se non siamo ad alta quota.
Andiamo alla
partenza della teleferica per sapere com’è la situazione e ci confermano che
non si può salire fino in cima al vulcano. Procediamo ancora un poco in auto,
poi partiamo a camminare. La strada è larga e sale dolcemente per lungo tratto,
poi inizia il vero e proprio sentiero, abbastanza ripido, che porta ai 3270
metri del rifugio Altavista.
Il paesaggio
è quello dell’enorme caldera del Teide. Ricorda il Piton de la Fournaise alla
Réunion, ma con minor varietà di tipi di lava. C’è pomice e ossidiana,
molte zone rossastre per la presenza di ferro e enormi blocchi rotondi discesi a
mo’ di valanga durante le ultime eruzioni dalle colate più recenti.
L’ultima
eruzione importante è avvenuta nel 1706 quando venne distrutto il porto di
Garachico, mentre nel 1909 alcuni flussi di lava scesero verso Santiago del
Teide.
Andiamo
piuttosto bene fino ai 2800 metri, quando cominciamo ad avere qualche problema
di altitudine. Comunque ai 3260 metri del rifugio arriviamo tutti, compreso
Oscar, un amico di Enea che è voluto salire con noi. Lui è un subacqueo e non
è abituato alla montagna, ha avuto qualche problema a metà percorso, ma poi si
è ripreso (d’altronde se non ce la facesse lui con i suoi 28 anni).
Dopo un
panino scendiamo perché la strada è lunga. Il sole ci ha accompagnato per
tutto il giorno e picchia ancora abbastanza.
Arriviamo
all’auto stanchi ma piuttosto soddisfatti. I panorami erano stupendi e la gita
ha mantenuto le sue aspettative perché non so se saremmo saliti in cima a meno
che non avessimo avuto il tempo di adattarci all’altitudine.
Ripresa
l’auto ci fermiamo al mirador del Teide per berci una bibita fresca e fare
qualche ripresa delle formazioni laviche presenti, poi torniamo a casa.
A sera
usciamo per festeggiare la fine dell’anno con i nostri soci: siamo prima ad un
ristorante italiano e poi in piazzetta a Los Gigantes per il brindisi.
1 Gennaio
2011 -
Sabato
Appuntamento
un po’ più tardi del solito con colazione di fortuna perché il bar è
chiuso. Alle 10 viene a prenderci Enea e partiamo.
Saliamo
verso nord fino al paese di Erjos e prendiamo un sentiero in discesa che
dapprima scende dolcemente in un bosco di allori, in ombra e molto umido; è
ricco di felci arboree, viburni e funghi.
Camminiamo
parecchio prima di prendere il sentiero più stretto che scende ripidamente in
direzione sud. Qui cessano gli alberi e si apre il panorama sul mare. Molte
piante nuove: la globularia dai fiorellini azzurri, la ginestra, l’artemisia
da cui si ricava l’assenzio. Questo ha un forte odore non particolarmente
gradevole, sembra anzi che quando il tempo è secco dia particolarmente
fastidio.
L’aloe ha
fiori rossi stupendi. Secondo Enea non si tratta dell’aloe vera, ma di
un’altra specie. Tornata a casa, ho verificato che i fiori dell’aloe vera
possono andare dal giallo al rosso e quindi si potrebbe essere trattato di
questa specie oppure dell’aloe arborescens.
E’ una
bellissima gita anche se, essendo tutta in discesa, mette a dura prova le gambe.
Ilaria, Arturo e io ce la godiamo un mondo.
Al paese di
Los Silos saliamo in auto e andiamo
a Icod de los vinos dove c’è un esemplare di dracaena draco che ritengono
millenaria. Arturo viene con noi donne a vedere la casa delle farfalle.
2 Gennaio
2011 -
Domenica
Appuntamento
alle 7 per la colazione e partenza alle 7,30 per il porto di Los Cristianos dove
prenderemo il traghetto per l’isola di Gomera. Durante il tragitto possiamo
ammirare i delfini.
Andiamo a
camminare nel parco di Garojonay con la sua foresta di Laurus Azorica, una
varietà di alloro. La laurisilva, come la chiamano qui, è
un resto delle foreste presenti nel
mediterraneo prima dell’ultima glaciazione.
Iniziamo a
camminare scendendo una strada, poi si risale fino al punto più alto
dell’isola che è a 1485 metri di altitudine.
La
vegetazione verso la cima è costituita da erica arborea. Qua e là la forestale
ha fatto morire dei pini non autoctoni (forse di Aleppo) togliendo loro un
anello di corteccia e il cambio. La motivazione sembra sia legata al desiderio
di mantenere integri gli endemismi dell’isola e perché il pino canariensis
regge molto meglio eventuali incendi. Infatti ributta direttamente dal tronco
quando, cessato il fuoco che intacca solo leggermente la corteccia, si riprende.
Abbiamo visto questo comportamento nella prima gita, in una zona che era stata
devastata da un grande incendio alcuni anni or sono.
Una parte
del sentiero è a gradini creati con tronchi di erica. Questo lo rende un poco
più faticoso del solito. Ci sono meno fiori che nella gita di ieri.
In cima, lo
spettacolo di Tenerife col Teide che svettava sopra le nuvole era proprio bello.
Gomera ha
sempre le nuvole che si producono a seguito di correnti caldo umide provenienti
da ovest (alisei). E’ questo clima che consente la sopravvivenza del bosco di
lauri, giacché gli allori richiedono appunto molta umidità.
C’è tempo
prima della partenza del traghetto, così facciamo due passi per il paese.
Attraversiamo anche un piccolo giardino con fiori esotici.
Poi ci
spostiamo al Mirador dove c’è un albergo molto invitante con un giardino
botanico che apprezziamo molto.
3 gennaio
2011 -
Lunedì
Gita da
Buenavista a El Tanque e poi a El Palmar.
Avvio ripido
e sotto il sole con una certa fatica fino ad arrivare alla quota +630. In cielo
volano piccoli rapaci, la terra è argilla rossa mista a rocce vulcaniche.
Lungo la
gola di risalita si potevano ammirare picchi vulcanici di piccole dimensioni
emergere dalla vegetazione.
Siamo un
po’ stanchi per il caldo, ma ora si va quasi in piano e si sta bene. Arriviamo
al villaggio dove si dedicano alla pastorizia e all’agricoltura ed Enea invita
tutti ad assaggiare il formaggio e a bere il vino locale. Arturo dice che il formaggio è buonissimo, ma noi donne
abbiamo rinunciato a favore delle nostre provviste.
Riprendiamo
il cammino per scendere a El Palmar. Bel sentiero in ombra, discesa non
impegnativa. La giornata è bellissima, calda e serena.
4 gennaio
2011 -
Martedì
Sveglia alle
4. Enea viene a prenderci alle 4,45 e arriviamo all’aeroporto alle 5,50. Le
porte sono ancora chiuse e aprono alle 6.
Per il
check-in la nostra coda è di una lentezza esasperante, finiamo con l’essere
fra gli ultimi mentre tutte le altre code si esauriscono. Il vantaggio è che
partiamo subito.
Attesa di 4
ore a Madrid e arrivo in orario alle 16,30 ora locale a Linate.
I 4 gradi di
Milano sono una bella botta dopo i 22 di Tenerife, ma non si può avere tutto
dalla vita!