Tanzania

Diario di viaggio 7 agosto – 10 settembre 2013

di Giovanni Castellani

 

 

La Tanzania è un paese che offre molto al viaggiatore: una natura prorompente ed estremamente varia con i suoi parchi naturali, i suoi altipiani e le sue coste meravigliose, una cultura estremamente accogliente ed una discreta presenza di infrastrutture e trasporti che rendono comunque fattibile un viaggio fai-da-te zaino in spalla.

INFORMAZIONI GENERALI:

Costi: I costi variano molto; se ci si conforma agli standard di vita locali per quanto riguarda cibi, bevande e trasporti (mangiando streetfood, comprando le bevande ai chioschi e utilizzando i mezzi di trasporto usati dai locali) si può spendere davvero poco; quanto più si cercano servizi di standard occidentale, tanto più si spende.

Per capirsi: una bibita da 500 ml a un chiosco nella Tanzania continentale costa dai 30 ai 50 cent., a Zanzibar 75 cent. Se però la comprate in un bar per turisti sedendovi (a Zanzibar) potete pagarla anche il doppio o il triplo. I trasporti pubblici su dala-dala (su cui vedi sotto) hanno prezzi irrisori a Dar es Salam e a Zanzibar non costano mai più di 1-2 €, in Taxi con la stessa cifra ci fate due isolati.

Una stanza singola a Zanzibar, in bassa stagione, potete pagarla contrattando sui 10 €, in Tanzania continentale non ne ho idea perché ho fatto sempre couchsurfing, ma dovrebbe essere di meno.

Cambio: Il cambio è, circa, 1€ = 2000 scellini, 1$ = 1500 scellini. Tenete conto che le banconote di tagli più alti (50 e 100) sono cambiate ad un tasso a noi più favorevole. Ad es. 100 € in pezzi da 10 = 195.000 scellini; singola banconota da 100€ = 205.00 scellini. Inoltre non accettano i dollari stampati prima del 1996. In ogni caso io non consiglierei di partire con i dollari: gli euro sono cambiati tranquillamente ed evitate di fare il doppio cambio. L'unica eccezione è il biglietto della nave per Zanzibar che ha un prezzo per stranieri fissato in dollari e se pagate in euro adottano un tasso di cambio criminale (40 $ diventano tipo 35 €); il problema si risolve, comunque, pagando con la carta di credito, su cui viene addebitato il prezzo in dollari...

Clima: io ho viaggiato nella Tanzania continentale ad agosto e a Zanzibar a settembre. E' inverno e tra le sei e le sei e mezza il sole va giù...

In Tanzania il clima varia molto a seconda dei luoghi: a Dar es Salam faceva caldo e anche la sera si poteva stare in maglietta. A Makambako, Njombe, Iringa nel tardo pomeriggio serviva una felpa; la sera anche una giacca. Nel Ruhua National Park faceva caldo anche la sera. A Zanzibar si stava in maglietta anche la sera e l'acqua del mare aveva una temperatura ottima, non troppo calda ma nemmeno fredda.

Io su oltre trenta giorni ho trovato la pioggia una volta sola, la mattina, nella zona di Iringa.

Prenotazioni: io non ho mai prenotato nulla ma a Zanzibar sono stato i primi di settembre, quindi in bassa stagione. Potrebbe essere consigliabile -soprattutto se siete in un pò- prenotare qualche giorno prima almeno la nave per Zanzibar e gli spostamenti in autobus più lunghi perché i pullman sono sempre pienissimi.

Sicurezza: io non ho mai avuto problemi di alcun tipo e ho trovato le persone molto cordiali e disponibili. A Zanzibar il turista è sempre un po' braccato da questuanti di vario genere ma sorridendo e facendo capire che non si è interessati in modo cordiale ma risoluto non si hanno problemi. A me sono parsi molto più insistenti e scorbutici, ad esempio, in Marocco e in India.

Per quanto riguarda i c.d. beach boys, non li ho trovati mai troppo insistenti, anzi spesso sono molto utili. Ad esempio: se siete disposti a pagare non oltre una certa somma per un dato servizio potete proporglielo (facendogli vedere che siete inamovibili) e lasciare che ve la trovino loro... Io ho fatto così per la mountain bike (noleggiata per 7.000 scellini) e per il bungalow a Paje (20.000 scellini la singola con colazione). Se loro non trovano nulla può darsi che il prezzo sia davvero troppo basso.

In ogni caso ci mettete di meno che girare voi tutti i posti e contrattare uno per uno.

Un solo consiglio per le escursioni: non pagate per nessun motivo nulla in anticipo. Un mio amico ha pagato un anticipo per un escursione ed il giorno dopo ha aspettato invano che lo andassero a prendere in hotel...

Trasporti: i trasporti collegano quasi tutte le città e consentono di girare bene il paese, anche le zone relativamente più selvagge. Tenete però a mente alcune cose: 1- non è possibile determinare i tempi di percorrenza dei bus guardando le distanze geografiche, a volte le strade sono brutte, a volte si sta imbottigliati nel traffico e molto spesso i mezzi si rompono; 2- i trasporti pubblici non sono indicati da fermate con cartina, ora di arrivo, numero ecc, quindi può essere molto difficile capire che autobus prendere e dove prenderlo, fatevi aiutare dalla gente; 3- i tempi sono lunghi... Attraversare il paese può richiedere alcuni giorni per via dei ritardi e dell'assenza di “coincidenze” tra autobus diversi, quindi se dovete percorrere lunghe distanze prendetevi il giusto tempo.

Malaria: non sono un medico e non voglio dare consigli. Personalmente io, dopo aver parlato con diverse persone e aver consultato alcuni medici, non ho fatto alcuna profilassi e non ho avuto problemi.

Volontariato: Io ho unito ad un viaggio fai-da-te un soggiorno di quindici giorni presso una missione cattolica in un piccolo villaggio nella zona di Iringa.

La scelta non è stata dettata da convinzioni religiose ma dalla volontà di riuscire ad avere uno spaccato il più autentico possibile della vita nei villaggi. Col senno di poi la scelta si è rivelata vincente perché mi ha permesso di andare in luoghi che altrimenti sarebbero stati inaccessibili e, soprattutto, di entrare in contatto, per mezzo delle suore missionarie, con una realtà che non avrei potuto conoscere altrimenti. Organizzare un soggiorno nei villaggi rurali, infatti, si rivela assolutamente impossibile in altro modo, sia per le barriere linguistiche sia per la mancanza totale di infrastrutture in cui chiedere ospitalità. Problemi che non possono essere superati nemmeno con il couchsurfing stante che parliamo di persone che con ogni probabilità nemmeno sanno che cosa sia internet.

L'idea che mi sono fatto io è che il volontariato in Tanzania si possa fare in tre modi: con i missionari, con ong, con associazioni di volontariato internazionale.

Le ong di solito cercano medici o personale sanitario; se non rientrate in queste categorie non gli servite e -logicamente- finireste per essere un peso, quindi non vi accolgono.

Le associazioni di volontariato internazionale spesso nascono per rispondere alla domanda degli occidentali di fare un'esperienza nel terzo mondo. Questo significa che i progetti in loco hanno la sola ragion d'essere di intrattenere noi bianchi e appena i soldi messi da noi finiscono, i progetti vengono abbandonati. Inoltre costano tantissimo ai partecipanti perché devono garantire al turista un certo standard di accoglienza. Insomma, se cercate qualcosa di autentico lasciate perdere (questa è la mia idea personale che non vuole discreditare nessuno ma si fonda sui riscontri che ho avuto).

I missionari sono sul territorio a prescindere da voi (turisti), in guerra e in pace, e offrono i loro servizi (che sia un orfanotrofio o un ospedale) a tutti, cristiani e non. Io, pur non essendo credente, mi sono trovato molto bene e sono pienamente soddisfatto della scelta. Ovviamente se vi si accapona la pelle solo ad entrare in una chiesa lasciate perdere...

 

               

 

VIAGGIO

Il mio itinerario è stato il seguente: Dar es Salam, Bagamojo, Iringa, Makambako, Ndjombe, Kilolo (villaggio di Ilamba), safari nel Ruaha National Park, Zanzibar (Stone Town, Jambiani, Paje, Nguwi).

Dar es Salam: è molto brutta; è talmente brutta che la stessa ragazza che mi ospitava col couchsurfing non mi ha saputo indicare nulla da vedere, dicendomi che il tragitto per andare al porto a prendere la nave per Zanzibar era sufficiente a vedere il centro. Io alla fine ho deciso di passarci mezza giornata e confermo che non ne vale la pena.

Le spiagge della città sono brutte e piene di ricci di mare; per trovare qualcosa di decente conviene prendere il dala-dala verso bagamojo e scendere alla periferia nord della città dove il mare è un po' meglio (niente di paragonabile a zanzibar comunque, almeno quando sono stato io).

Per gli spostamenti interni (incluso l'aeroporto) si usano i dala-dala, ridicolmente economici (dal porto all'aeroporto 400 scellini, 20 cent).

Bagamojo: si raggiunge con il dala-dala da Dar in giornata. Merita una visita per il “mercato” del pesce sulla spiaggia, le imbarcazioni tipiche, i negozi d'arte e l'atmosfera rilassata.

Iringa: la città di Iringa non è un granché ma sono degni di nota il mercato coperto ed il mercato dei souvenir dove potete trovare qualche oggettino tipico e conforme al gusto occidentale a prezzi davvero modici. Se passate da Iringa non perdetevi il ristorante Neema Craft, fondato da volontari inglesi, dove potrete rifocillarvi con una deliziosa torta al cioccolato (personalmente, dopo 20 giorni passati a mangiare ugali, è stata un'esperienza quasi mistica). C'è anche una pizzeria gestita da una signora italiana da cui vale la pena passare, chiedete ai tassisti di Mama Iringa.

Non perdetevi una visita al Isimila Stone Age Park; merita decisamente anche se non è adeguatamente pubblicizzato. Una specie di Cappadocia in miniatura. Lo raggiungete con un daladala da Iringa.

Makambako: merita una visita solo se vi dovete fermare in quella zona. C'è un mercato carino e stop. Non è un posto turistico, nel bene e nel male. La sera c'è molto vento.

Njombe: come sopra; qui non c'è il vento e il mercato è un po' più grande. Gli italiani hanno anche aperto una fabbrica di latticini e formaggio.

Kilolo e dintorni di Iringa: la zona presenta una morfologia che non rispecchia la nostra idea dell'Africa, a parte che per la immancabile terra rossa; sembra piuttosto di essere tra le colline europee. Però è una zona assolutamente esclusa da qualsiasi forma di turismo, dove potete passeggiare in mezzo alle capanne di fango e paglia o giocare con i ragazzi a calcio con un pallone fatto di stracci. Mancano totalmente le infrastrutture.

A Kilolo c'è una chiesa che sembra portata lì dalla cornovaglia. In mezzo alla sabbia rossa però...

Ruaha National Park: è stato il mio primo safari, quindi non ho termini di paragone. Detto questo per me è stato bellissimo; abbiamo visto anche molti leoni, maschi, femmine e cuccioli. Dormite nel parco se potete (il parco chiude prima del tramonto, quindi non lo potete vedere dormendo fuori) e non perdetevi l'alba. Per me due giorni sono stati sufficienti.

Stone Town (Zanzibar): a me, Stone Town, è piaciuta tantissimo. C'è uno squisito miscuglio di africa e oriente, l'architettura è affascinante e perdersi nel dedalo di viuzze è impagabile. É turistica ma: 1) a settembre il turismo si riduce drasticamente, soprattutto dopo la prima settimana; 2) basta uscire dal centro turistico (a ridosso dei forodhani garden) per scoprire una parte della città senza turisti e piena di vita.

Vicino al porto ci sono chioschi/bar dove potete far colazione con tè speziato, omelette, pesci fritti ed altre squisitezze per 1-2 euro. Osate.

La visita a Turtle Island è carina ma niente di speciale. Il posto era invaso dagli italiani e lo snorkeling non è niente di ché.

Il night market è davvero molto scenografico ma è, fondamentalmente, una trappola per turisti, soprattutto il pesce. Se mangiate la zanzibarian pizza ok, ma se volete mangiare frutti di mare o affini lasciate perdere perché, a conti fatti, costa più di un ristorante ed è meno buono. Se avete a disposizione una cucina andate al mercato del pesce (vicino alla stazione dei dala-dala), aspettate che qualche locale compri un bel polpo o dei calamari, guardate quanto paga, e poi chiedete lo stesso al medesimo prezzo! Pagherete pochissimo per pesce super-fresco che potrete cucinare a casa con le spezie tipiche acquistate sempre lì al mercato.

Da Stone Town partono i dala-dala per tutto il resto dell'isola; il prezzo è 2000 per tutte le tratte (o forse 4000, non ricordo, in ogni caso è poco). Ogni tratta impiega circa 1 o 2 ore, lasciate perdere le distanze come appaiono sulla cartina perché il tempo lo impiegherete raccattando gente lungo la strada ogni due metri o riparando danni vari del furgone... Però è divertente. Viaggiare in dala-dala è davvero immergersi nell'Africa.

Jambiani (Zanzibar): se cercate un posto tranquillo e per niente turistico, jambiani fa per voi.

Quando l'ho visitato io (prima settimana di settembre) appariva proprio come un tranquillo villaggio con mucche e bambini che gironzolano per le strade e nessun turista. La sera non c'è praticamente nulla da fare ma probabilmente con la maggiore affluenza turistica i localini sulla spiaggia (pochi) si animano un po'. Io stavo all'Oasis bungalow che mi hanno detto essere il più economico (25.000 scellini la camera con bagno e colazione)...

Attenzione a camminare la notte sulla spiaggia perché la marea la mangia tutta. Quando io ero lì il mare era più bello a Paje (10 km a nord), ma alcuni ragazzi che hanno visitato gli stessi posti solo 10 giorni prima mi hanno detto che loro hanno riscontrato il contrario; forse dipende dal tempo che trovate.

Paje (Zanzibar): tipo Jambiani (da cui si può raggiungere camminando un'oretta e mezza sulla spiaggia, bellissimo) ma un po' più turistico quindi qualche localino in più sulla spiaggia ed un paio di sistemazioni con dormitori per i viaggiatori zaino in spalla. Sulla spiaggia potete noleggiare le bici (io ho pagato 7.000 scellini) con cui raggiungere la “laguna blu” (un lungo pontile che dovrebbe permettere di fare il bagno anche con la bassa marea, peccato che sia riservato ai clienti dell'attiguo resort, tra l'altro tutti italiani, quindi assolutamente da evitare) o la Jozani Forest (è un po' più lontana ma si raggiunge tranquillamente). Se decidete di non fare la gita nella foresta potete osservare le scimmie dalla strada in corrispondenza del parco, è pieno, attenzione però a non scattare fotografie perché è severamente vietato e tutti controllano.

Mare meraviglioso se è calmo, con la bassa marea molto pittoresco, decisamente più di Jambiani che appariva piuttosto fangoso.

Nungwi (Zanzibar): l'acqua della spiaggia sembra una piscina, detto questo scordatevi la pace di Jambiani a Paje, dietro la spiaggia è pieno di orrendi resort affollati di italiani e inglesi; di conseguenza anche a settembre c'erano molti beachboys. La sera ci sono feste in spiaggia stile rasta, con annessi e connessi, che peraltro si trovano, volendo, ovunque a Zanzibar.

Chi volesse informazioni sull'organizzazione di un viaggio zaino in spalla mi contattati pure. Non chiedetemi per resort e safari organizzati da qua perché non so nulla...

 

 

Giovanni

g_castellani@fastwebnet.it

 

 

 

 

 

 

 

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