Indonesia: Sumatra eBali 

Diario di viaggio 2010

 di Alessandra (cipiaceviaggiare.it)

 

domenica 17 ottobre 2010
E’ pomeriggio, siamo arrivati a Jakarta, e senza ancora sapere bene cosa fare cerchiamo un volo per Medan, che troviamo per la sera stessa alle 9. E’ un po’ in ritardo, così che arriviamo a Medan la sera molto tardi, fortuna che nell’attesa sono riuscita a prenotare un albergo. 

lunedì 18 ottobre: Sumatra
La mattina ci sveglia il canto del muezzin proveniente dalla moschea lì vicino.
La città è caotica e rumorosa, decidiamo di lasciarla subito per dirigerci a Bukit Lawang.
Dopo una decisa contrattazione, un moto-becak ci porta alla stazione Pinangbaris, dove gli addetti di un autobus ci “rapiscono” facendoci salire sul loro, che va verso la nostra meta.
A Sumatra, ovunque, è così: i viaggiatori non sanno dove andare, ma i locali lo sanno e in un modo o nell’altro si riesce sempre a raggiungere la propria destinazione. Basta andare in una stazione di autobus e lasciarsi rapire.
Il viaggio è già di per se un’avventura, prima bisogna aspettare che il pullman si riempia, poi sopportare video di karaoke a volume altissimo.
Tra i saliscendi degli studenti, le soste nei paesini, il caldo e le buche, dopo circa quattro ore giungiamo a Bukit Lawang.

Nel frattempo uno strano personaggio mi aveva monopolizzato per chiedermi i programmi futuri, era naturalmente una guida, che ci restò incollata fino in fondo al paese e non ci mollò nemmeno quando andammo a rinfrescarci in camera, restò ad aspettare al bar della guesthouse, perché voleva venderci il trekking. Noi d'altronde eravamo là per quel motivo, quindi tra un caffé e uno spuntino ci accordammo per un trekking di due giorni. 

Bukit Lawang, che è forse lo scopo principale di questo viaggio a Sumatra, si trova a circa 90km da Medan, ed è il punto di più facile accesso da cui partono i trekking per visitare il parco nazionale Gunung Leuser, inoltre c’è un centro di riabilitazione degli Orang Utan che è possibile visitare.
Per arrivare in paese dal terminal bus serve un becak.
Arrivati all’inizio del paese si prosegue a piedi, la maggior parte delle Guesthouses si trovano alla fine del paese, seguendo la riva del fiume, ma per arrivarci occorrono massimo 20 minuti di cammino.
Noi scegliamo Sam’s Bungalows, sia la camera che il bar della gh hanno una splendida vista sul fiume e sulla jungla, è uno dei posto più rilassanti dove mi sia mai capitato di andare. 

Trekking: abbiamo optato per quello di due giorni/una notte. Abbiamo concordato con una delle numerose guide, ma credo che siano tutte più o meno simili e che collaborino tra loro.
Non avendo sufficiente contante in rupie, abbiamo pagato in euro, 50 a persona, ma è un po’ troppo, e se avessimo avuto le rupie e voglia di contrattare molto, credo che con 900.000rp in due ce la saremmo cavata. Comunque ne è valsa la pena. Sono inclusi la guida, pranzo, cena, colazione e pranzo del giorno dopo; il pernottamento e la discesa del fiume al ritorno facendo rafting. 

Martedì 19
verso le 9 partiamo per il trekking.
Camminiamo per circa 7 ore. Il sentiero all’inizio sembrava semplice finché non si cominciano ad alternare salita e discesa.
Il tempo era bello, non particolarmente caldo ma era molto umido.
Durante la giornata abbiamo occasione di vedere, anche da molto vicino, un discreto numero di oranghi, vari altri tipi di scimmie, molti uccelli e vari altri animali e insetti.
Alla fine della camminata, verso le 4 del pomeriggio, scendiamo al fiume dove ci accampiamo per la notte.
Il fiume è molto pulito e non perdiamo occasione di farci un bagno, anche per ritemprarci dalle fatiche della giornata. Nel frattempo le guide preparano la cena, mangiamo tutti insieme su un telone appoggiato a terra. I nostri compagni di trekking sono una coppia di giovani canadesi, e con loro e la guida dopo cena ci intratteniamo un po’ chiacchierando e giocando a carte. Andiamo comunque a dormire presto, la nottata trascorre serena nonostante si dorma sul duro del terreno e quasi all’aperto (solo un telone ci riparava). 

Mercoledì 20
Avendo visto parecchi animali il primo giorno, le guide ci propongono di rilassarci lungo il fiume e andare a fare i bagno sotto una cascatella,  torniamo all’accampamento per pranzo e dopo pranzo si ritorna in paese facendo rafting su camere d’aria gonfiate. E’ stata un’esperienza davvero molto divertente.
Tornati in paese troviamo con qualche difficoltà un posto per fare un massaggio: mi viene indicata una ragazza, che fa massaggi alle donne del paese, e mi fa il massaggio su un materassino steso nel minuscolo soggiorno di casa sua, tra la tv e il tavolo per i compiti della figlia. Lei stessa accompagna Marco da un massaggiatore, un vecchio che "opera" in una casupola di legno accanto a un pollaio: quando ci rincontriamo Marco mi racconta che è stata un'esperienza unica!
Poi prenotiamo un passaggio privato per andare il giorno dopo a Berastagi. Rispetto al bus pubblico è parecchio costoso e in genere anche questo passa per Medan, però per raggiungere Berastagi ci mette in tutto  quasi 5 ore. 

Giovedì 21
Siamo arrivati a Berastagi, negli altipiano Karo, nel primo pomeriggio e dopo aver trovato un alloggio andiamo a fare un giro nei vicini villaggi Batak.
Al ritorno incontriamo un gruppo di ragazzine che tornano da scuola, ci fermano e con i loro telefonini si fanno una marea di foto insieme a noi.
Il paese in sé non offre nulla, è in particolare il punto di accesso ai vulcani Sinabung e Sibayak.
In queste zone predomina la religione cristiana (protestante).
La zona è prevalentemente agricola e poco turistica, ci si trova moltissima frutta, in particolare il frutto della passione che è la specialità della zona.
Per mangiare, oltre ai chioschi in strada (con cucina principalmente musulmana e niente alcool) c’è qualche warung lungo la strada principale e un solo “ristorante” che essendo citato nella LP raccoglie la maggior parte degli stranieri, il Raymond Cafè. Cucina buona e prezzi bassi, come d'altronde in tutta Sumatra. 

Venerdi 22
La giornata è dedicata alla scalata del vulcano Sibayak.
Lo facciamo senza guida, seguendo la mappa che ci ha fornito la GH. La passeggiata, una volta superato il paese, si fa molto bella, attraverso campi coltivati, per poi cominciare la vera e propria salita, dove il sentiero in alcuni punti è molto dissestato e scivoloso.
Arriviamo in cima al cratere in meno di tre ore, ci sono solo altre tre o quattro persone, è tutto brullo, con dei getti di fumo solforoso, e con cielo plumbeo il paesaggio ricorda Mordor.
Dopo una breve sosta per riposarci e fare un po’ di foto, cerchiamo il sentiero per ridiscendere, diverso da quello dell’andata, più corto anche se molto più ripido e a tratti decisamente faticoso. E’ quasi completamente immerso nella vegetazione e in alcuni tratti non si riesce bene a seguirlo.
Un temporale incombe, ci affrettiamo per non prendere l’acqua mentre stiamo ancora scendendo, e riusciamo ad arrivare giù in meno di due ore.
Tutta questa fatica aveva uno scopo preciso: andare a fare il bagno alle terme che sono alla fine di questo sentiero.
Quelle dove entriamo sono deserte, ci siamo solo noi, è piacevolissimo fare il bagno nell’acqua calda che rilassa i muscoli e scioglie le tensioni.
Il ritorno a Berastagi non è semplicissimo: aspettiamo un opelet per oltre un’ora seduti a un bar in compagnia di una coppia di inglesi, noi a bere caffé e loro birra. Ma sembra che non si parta se non si riempie il pulmino, così lasciati gli inglesi all’ennesima birra ci incamminiamo facendo l’autostop. Non passa nessuno, ma l’unica auto che viene ci carica su e ci riporta in paese. 

Sabato 23
Ancora sulla strada, destinazione Lago Toba.
Il bello di questa giornata sta proprio nel trasferimento: da Berastagi con un opelet e pochi minuti arriviamo al vicino paese Kabanjahe, dove letteralmente ci prelevano, noi e i nostri zaini, per caricarci su un altro pulmino, poco più grande ma quanto di più scassato ci possa essere.
Affrontiamo le due ore di viaggio fino a Siantar nei sedili posteriori, completamente sfondati, ammucchiati insieme agli altri passeggeri, il pulmino è strapieno, la gente all’interno fuma tranquillamente, e credetemi, a Sumatra fumano di brutto, mai visto gente fumare così tanto, la strada in alcuni tratti è tutta una buca, tanto che in alcune occasioni temiamo seriamente di perdere i bagagli, che sono stati legati sul tetto del pulmino.
Nonostante tutto arriviamo a Siantar incolumi e anche divertiti. Appena scesi, subito altre persone vorrebbero farci salire sul bus successivo, ma a quel punto abbiamo voglia di un caffé e una piccola pausa, così facciamo un giro per questo assurdo terminal bus, più che altro un mercato ortofrutticolo con furgoncini di ogni colore che scorrazzano, sembra un vero tuffo nel passato. Il bar dove prendiamo il caffé è un altro posto assurdo, c’è un tavolo con un decina di uomini che chiacchierano e fumano, e ci guardano allibiti: non devono essere molti gli stranieri che si fermano lì.
Il caffé, neanche a dirlo, è strepitoso!
Un ultimo autobus, questa volta con le sembianze di autobus, ci porta fino a Parapat, sulle sponde del Lago Toba.
Piove.
In attesa del battello che ci porterà sull’isola all’interno del lago, facciamo un giro per il mercato anche se piove molto e siamo costretti a ripararci.
Sul battello alcuni ragazzi vorrebbero portarci alle loro guesthouse, ma noi abbiamo già scelto quella dove andare, e scendiamo direttamente sul molo dell’hotel. Dopo esserci sistemati in camera e aver pranzato con un ottimo piatto di frutta mista, dato che ancora piove decidiamo di farci fare un massaggio, le signore vengono direttamente nella nostra camera.
Passeggiamo un po’ per il paese, Tuk Tuk, e ceniamo nel ristrante della gh, che tra l’altro è buono. 

Domenica 24
Il tempo è migliorato, affittiamo un motorino con cui andiamo a fare il giro dell’isola, che in realtà è una penisola, Samosir, poiché dall’altro lato del lago è attaccata alla terra con un sottile istmo.
L’isola è tuttora abitata dalle popolazioni Batak, i loro villaggi hanno le tipiche case col tetto a due punte, ma la maggior parte dei tetti è ormai in lamiera, mentre la struttura delle case è in legno. Tutti ci sorridono, incontriamo molti gruppi di donne che stanno andando a messa vestite nei loro abiti tradizionali.
Nel pomeriggio cambiamo camera, scegliendone una più economica e meno rumorosa, e ci rilassiamo un po’ facendo il bagno nel lago, l’acqua è fresca e pulita. 

Lunedì 25
Altra giornata di trasferimento, siamo diretti a Medan ma poi non sappiamo bene cosa fare, altri viaggiatori incontrati ci hanno parlato di Pulau Weh, un’isola all’estremo nord di Sumatra, vorremmo andare lì se possibile, altrimenti tenteremo di anticipare il volo per Bali.
Prendiamo la prima barca della mattina per Parapat, ma dobbiamo aspettare un paio d’ore prima che parta la macchina che abbiamo prenotato per Medan. Stavolta ci siamo concessi la tranquillità di un trasporto privato.
Il viaggio procede tranquillo, siamo in compagnia di un tedesco e tre nordeuropei non meglio identificati.
A Medan ci facciamo lasciare direttamente in aeroporto, dove comincia l’affannosa ricerca di un volo immediato per Banda Aceh a prezzo contenuto. Marco resta a controllare i bagagli e io giro tra i banchi delle varie compagnie aeree, ovunque c’è la fila ma alla fine riesco a trovare i voli che cerco sia per l’andata che per il ritorno.
Arrivati a Banda Aceh, con molte insistenze riusciamo a concordare il prezzo di un taxi per la città.
Avremmo voluto dirigerci subito a Weh, ma dopo le quattro non ci sono traghetti, quindi ci fermiamo in città per la notte.
Sulla strada dall’aeroporto al centro ci rendiamo subito conto che c’è differenza dagli altri posti visitati finora, le strade sono in buone condizioni, tutto sembra più pulito e ordinato. Questo è l’effetto positivo della ricostruzione avvenuta dopo il disastroso tsunami del 2004, l’epicentro fu proprio qui.
L’hotel che scegliamo ha delle foto di quei giorni, si vede un grosso peschereccio arrivato all’interno del parcheggio dell’hotel, pensare che il centro città non è poi molto vicino al mare…difficile rendersi conto di cosa possa essere stata quell’ondata seguita al maremoto….

Passeggiando per strade abbiamo modo di notare alcune cose: la popolazione di questa parte di Sumatra ha tratti somatici un po’ diversi dagli altri indonesiani, e molto simili agli indiani. Inoltre qui la religione islamica è molto più sentita, anzi la provincia di Aceh ha ottenuto, dopo anni di lotte per l’indipendenza dal governo centrale, di poter avere una legislatura regionale propria, e in alcuni casi vengono applicate le leggi islamiche.
Sembra essere anche una zona più povera.
Qui trovare da bere una birra è difficilissimo.
Nella piazza antistante l’albergo c’è una rotonda con una serie di chioschi dove la sera gli acehesi vanno a cena, decidiamo di cenare lì anche noi, si scelgono i piatti in un chiosco e vengono poi serviti ai tavoli sulla piazza. La cucina acehese è buona e saporita, tutto costa pochissimo e anche qui come nel resto di Sumatra la gentilezza e la simpatia della popolazione sono una costante. 

Martedì 26
Dal porto di Banda Aceh prendiamo la barca veloce per Weh.
Arriviamo in un’oretta ma al porto tutti i taxi chiedono una cifra alta, rispetto allo standard, per portarci a Gapang beach, una delle due spiagge dove ci sono le strutture per dormire.
Non ci perdiamo d’animo e decidiamo di tentare con l’autostop. Per un breve tratto ci prende su un pulmino carico di turisti locali, un gruppo simpaticissimo che ci fa un sacco di foto.
Il secondo passaggio ce lo da un’ambulanza. Giunti a destinazione vorrebbe essere pagato, e dopo qualche discussione gli diamo qualcosa.
Cerchiamo un posto per dormire, l’unica struttura carina è tutta piena, occupata da immersionisti  poiché c’è anche il dive center. Alla fine troviamo un bungalow, molto spartano, coi proprietari gentilissimi. Sono due camere, quella accanto alla nostra è occupata da una coppia di australiani, Midge e Penelope.
Ci dicono che stanno andando a fare un’escursione in barca per fare snorkeling nell’isoletta di fronte, Rubiah, ci uniamo a loro e altri ragazzi europei, e passiamo il pomeriggio tra acqua e spiaggia.
Al ritorno, verso il tramonto, completamente ignara, sento squillare il cellulare: è mia madre dall’Italia, in preda al panico, ha appena sentito che a Sumatra c’è stato un maremoto con tsunami.
La rassicuro, dicendole tra l’altro che non ne sapevo niente e non so dove sia successo, ma a quel punto, incuriosita, cerco un collegamento a internet, l’unico è al dive resort, vengo così a scoprire che lo tsunami, anche piuttosto grave, è stato alle isole Mentawai. Con l’occasione apro anche facebook dove trovo svariati messaggi di amici tutti preoccupati, pare che la tv italiana avesse dato molto risalto alla notizia e tutti quelli che mi sapevano a Sumatra mi avevano scritto. 
La sera, cenando nel piccolo ristorante dei bungalow, conosciamo Max, un ragazzo di Modena che sta viaggiando per qualche mese, e Tracy, una londinese che è in viaggi da sola in Asia da quasi un anno. Ha una gran voglia di chiacchierare e così riusciamo a tirar tardi…fino alle undici! 

Pulau Weh è un’isola quasi sconosciuta al turismo, è conosciuta invece dagli amanti delle immersioni per i bellissimi fondali.
C’è una cittadina capoluogo, che abbiamo solo attraversato; le strutture “turistiche” invece si trovano nelle due spiagge Gapang e Iboih, dove si trovano due dive center con guesthouse; per il resto tutte le strutture dove dormire e mangiare sono molto spartane, semplici bungalows in legno, qualcuno con bagno, e chioschi-ristorante con cucina semplice a base di pesce; tutto si trova lungo la spiaggia, si cammina sulla sabbia, non ci sono strade.
Non esiste vita notturna, locali dove bere qualcosa o niente di simile.
E’ uno di quei posti dove ci si può veramente rilassare e immergere nella natura, per una come me non più di tre o quattro giorni. 

Mercoledì 27
Appena sveglia vado direttamente in acqua, il mio bungalow è sulla spiaggia, mare bellissimo, la spiaggia è piccolina. Marco è andato a fare un giro di snorkeling.
Poi insieme a Tracy andiamo a vedere l’altra spiaggia, Iboih, accompagnati da un ragazzo in moto-taxi.
Iboih è più piccola di Gapang, in alcuni tratti il mare più bello e limpido, e di fronte a circa 100mt o più c’è un’isoletta dove riusciamo ad arrivare a nuoto.
Passiamo una bella giornata prima del rientro a Gapang. Abbiamo concordato con il proprietario della gh che stasera ci preparerà una grigliata di pesce con verdure e contorni vari. Ceniamo tutti insieme con Max e Tracy, passiamo un’altra serata molto piacevole di chiacchiere e risate. 

Giovedì 28
La mattina presto il proprietario della gh ci riaccompagna al porto, insieme a noi ci sono i due australiani e una famiglia di scozzesi, tutti torniamo a Banda e ci ritroviamo sullo stesso traghetto; a quel punto, arrivati al porto di Banda, tutti insieme prendiamo un furgoncino di quelli locali per arrivare in città. Il prezzo è decisamente locale, 3000rp a testa contro le 40/50000dei taxi!
Alla fine ci ritroviamo tutti nella hall dell’hotel Medan, quello della prima notte a Banda. Loro si fermano lì, noi lasciamo i bagagli per andare a farci un giro in città. C’è un mercato propri nei paraggi e mi diverto a fare un sacco di foto ai vari banchi di frutta verdura e pesce. Banda Aceh mi è piaciuta molto, ha un’atmosfera particolare.
All’ora di pranzo abbiamo il volo di ritorno a Medan, torniamo nello stesso albergo della prima notte, tentiamo di cenare nel loro ristorante ma è veramente pessimo, così camminando troviamo un food-corner con vari chioschi dove si mangia benissimo e hanno anche il wifi free! 

Considerazioni finali su Sumatra:
è stato molto difficile scrivere questo resoconto, infatti sono passati oltre tre mesi dal rientro da questo viaggio. Avrei voluto scrivere qualcosa di diverso dalla fredda cronaca, perché questo è stato un viaggio che più di altri mi ha arricchito, è stata un’esperienza umana molto forte: più dei posti visitati, bellissimi peraltro, è stato il contatto con le persone ciò che lo ha reso speciale. Inoltre è stata anche un’esperienza molto personale, nel senso che ho vissuto situazioni nuove, mi sono adattata a posti ancora più spartani di viaggi precedenti, mi sono lasciata andare e trasportare da quello che arrivava senza pensare troppo, e mi sono resa conto di essere riuscita ulteriormente a superare i miei limiti.
Tutto questo insieme di emozioni e sensazioni è molto difficile da descrivere a parole, ed è per questo che alla fine ho optato per un diario di viaggio come i precedenti. 

Come già ho scritto nella mini-guida (http://www.cipiaceviaggiare.it/Sumatra.pdf), un viaggio a Sumatra è allo stesso tempo semplicissimo ma faticoso.
L’isola ha poche infrastrutture, le strade di collegamento importante sono nella maggior parte dei casi in condizioni pessime.
La cosa quindi più difficile a Sumatra è spostarsi da un luogo all’altro.
Le sistemazioni, tranne nelle zone un po’ più frequentate, sono molto semplici.
E’ un viaggio in buona parte avventuroso, consiglio a chi vuole andarci di dotarsi di molto spirito di adattamento e pazienza, e di viaggiare con lo zaino evitando i trolley.
Se avrete il cuore e l’anima aperti a questa esperienza, Sumatra vi ripagherà lasciandovi un ricordo straordinario.
La gente è accogliente e sarà sempre pronta ad aiutarvi, oltre che a fare due chiacchiere per il puro gusto di socializzare. Non esitate a fotografarli, se volete, gli fa piacere e spesso saranno proprio loro a chiedervelo, inoltre spesso e volentieri i fotografati sarete voi!
Contrattate sempre per i taxi e gli alloggi; i tassisti soprattutto ci provano quasi sempre.
Per i mezzi pubblici, chiedete, se proprio volete essere sicuri, il prezzo ad altri passeggeri.
 

Venerdì 29
Molto presto abbiamo il volo da Medan a Surabaya, prima tappa di avvicinamento a Bali, Non essendoci voli economici (e diretti) tra Medan e Bali, già dall’Italia avevamo preso questo biglietto con un volo Airasia.
Abbiamo scelto Surabaya perché, essendo nella parte ovest di Java, oltre ad avere numerosi voli per Bali c’è anche la possibilità di arrivarci via terra/mare.
Purtroppo però, arrivati a Surabaya scopriamo non esserci posti sui voli per Bali, che fare a quel punto?
Abbiamo due alternative, dormire in città e prendere il volo la mattina dopo, o partire col pullman il pomeriggio stesso.
Non abbiamo voglia di ricominciare lo sbattimento aeroporto-città-ricerca albergo-città-aeroporto….già abbiamo passato la scorsa notte a Medan, così andiamo al terminal bus e decidiamo di andare via terra.
La stazione bus di Surabaya è un incubo, decine e decine di procacciatori esageratamente insistenti che vogliono farti andare sul loro bus, poteva anche essere divertente se non fossimo stati un po’ stanchi. Comunque partiamo, sapendo già che sarà un lungo viaggio fino a Denpasar, circa 12 ore tra bus e traghetto.
Nel prezzo del biglietto c’è compresa la cena, che consumiamo in una specie di refettorio lungo la strada, tutti in fila con la ciotola in mano a rendere la nostra porzione di riso e pezzi di varia carne.
Surreale.
Attraversiamo la notte giavanese fino a raggiungere, finalmente, il porto di Ketapang.
03:00 ora locale, sono di nuovo a Bali, la mia amata Bali!!! 

Sabato 30
Non è ancora finita. Alle sei di mattina siamo a Denpasar, abbastanza cotti. Arriviamo a Seminyak all’hotel, prenotato solo per questa notte, ma è ancora troppo presto per darci la stanza. E’ troppo presto per tutto, non sono nemmeno aperti i bar.
Nell’attesa decidiamo di cercare un alloggio per i prossimi giorni, il nostro solito hotel è tutto pieno e anche gli altri simili. Girando troviamo una piccola guesthouse, ha una camera disponibile. A quel punto, tanta la stanchezza accumulata negli intensissimi giorni di Sumatra, decidiamo di prenotare quella stanza per tutta la settimana successiva: vogliamo provare a prenderci per la prima volta una vacanza nella vacanza.
Dopodichè riusciamo a fare colazione, noleggiare il motorino, prendere la stanza, farci una doccia, portare gli abiti in lavanderia, e così prima delle dieci siamo già in spiaggia pronti a goderci ancora la nostra meravigliosa isola.
Nonostante tutto riesco anche a fare una corsa sulla spiaggia, mentre Marco è andato a surfare.
Facciamo un bel massaggio prima di cena e ci incontriamo con Jacopo, un amico che vive a Bali. Ceniamo con lui e altri suoi amici in un ristorante italiano. 

Domenica 31 ottobre – domenica 7 novembre: Bali
Riassumo un po’ i giorni passati a Bali.
Questa volta non abbiamo fatto grossi spostamenti, dormito in altri posti e girato altre zone dell’isola. Eravamo davvero molto stanchi. Abbiamo preferito girare col motorino per le varie spiagge di Bali sud, alcune già viste altre sconosciute: Padang Padang, Greenbowl, Nusa Dua, Nyang Nyang, oltre alla solita 66 beach, la spiaggia “sotto casa”. Abbiamo incontrato amici di Ostia (il nostro quartiere) che vivono parte dell’anno a Bali.
Abbiamo fatto parecchia “rilassante” vita da spiaggia, tra nuotate, snorkeling, corsa sulla spiaggia, partite a racchettoni, surf.
Ha piovuto spesso.
Abbiamo fatto massaggi e acquisti, le sere le abbiamo passate quasi tutte con Jacopo e vari suoi amici.
Abbiamo cento in ristoranti mediamente costosi, un po’ più carini della media e decisamente più cari che a Sumatra, spesso italiani e una paio di volte al giapponese.
Insomma è stato un bellissimo soggiorno che mi ha permesso ancora una volta di apprezzare la magica atmosfera dell’Isola degli Dei. 

Lunedì 8
Passiamo la mattinata ancora in spiaggia, poi nel primo pomeriggio abbiamo il volo per Jakarta. Parte in ritardo, così il progettato giro della città si trasforma in una cena nella zona “turistica”, Jalan Jaksa, una sorta di Khaosan road in embrione.
A tarda sera prendiamo mestamente il volo per far ritorno in Italia. 

 

Dettagli viaggio
Visto
quello di un mese costa 25 dollari, o 20 euro. Si paga in contanti.
All’uscita dal paese si paga una tassa di 150.000rp, in contanti.  

Valuta:
la rupia indonesiana, 100.000 rupie sono circa 8,00 euro. 
Abbiamo quasi sempre prelevato col bancomat. Non tutte le banche erogano la stessa cifra. L’ATM della Permata bank eroga fino a 3.000.000 di rupie.
Per gli acquisti, contrattare sempre!

Escursioni:
trekking di due giorni nella jungla del parco naz. Gunung Leuser € 50 cad.
snorkeling a Pulau Weh 39.000rp cad.

Noleggio motorino: 
a Sumatra, Samosir Island (lago Toba) 70.000rp per tutto il giorno, col pieno di benzina.
a Bali lo abbiamo affittato per 10 giorni, spendendo in tutto 200.000 rupie. Per un giorno in genere chiedono 50.000 rupie.
La benzina costa meno di 5000rp al litro al distributore, 5000 la bottiglia da un litro alle bancarelle.
Servirebbe la patente internazionale, ma se vi fermano ve la cavate con una mazzetta. Però in caso di incidente è necessario averla (vale tre anni o fino a scadenza della patente di guida, tramite la motorizzazione costa circa 35 euro).  

Trasporti:
Per i dettagli dei trasporti a Sumatra vi rimando alla guida (http://www.cipiaceviaggiare.it/Sumatra.pdf)

Taxi Java e Bali:
aerop. Surabaya/terminal bus 50.000rp
Denpasar/Seminyak 50.000rp
Seminyak/aerop.
Ngurah Rai 50.000rp
Jakarta città/aeroporto70.000rp (tariffa notturna)

Autobus aerop. Jakarta/città 20.000rp cad.

Da Surabaya a Bali pullman+traghetto (cena inclusa) 140.000rp cad.

Cucina:
cito dal racconto precedente: "a noi è piaciuta. E’ la tipica cucina orientale, basata essenzialmente su riso e noodles, fritti o lessi, e pollo o carne o pesce, sempre da scegliere in diverse cotture.
Ci sono moltissime verdure che quasi sempre accompagnano i vari piatti.
Per colazione è molto diffuso il pancake alla banana.
La birra locale più diffusa è la Bintang.
Il caffé l’ho trovato buono, prendevamo sempre quello locale (mai Nescafè).”
Il caffé a Sumatra è buonissimo. Ottimi anche i frullati di frutta.
Per un pasto completo per due persone, comprese bevande, abbiamo speso dalle 70.000 alle 380.000 rupie. 

Ristoranti da segnalare:
A Sumatra:
Medan: Amaliun food corner (di fronte al centro commerciale Yuki), chioschi con varie specialità, prezzi bassi, free wi-fi
Berastagi: Raymond Cafè, discreto ed economico
Tuk Tuk: il ristorante dell’Hotel Carolina, molto buono
Banda Aceh: Rex food corner, di fronte all’Hotel Medan, vari chioschi dove si può scegliere la cena. La cucina di Aceh è molto buona e il caffé è notevole. Niente alcolici.
A Bali
:
Seminyak
Warung Asia, Jl. Werkudara (traversa della double six), semplice ma buono, fanno pure specialità thai.
Sasà ristorante italiano (http://www.sasabali.com/index.html), Jl. Kayu Aya 78, buona cucina italiana, prezzi medi.
Warung Ocha, Jl Raya Seminyak 52, buono sia per la colazione che per la cena. Free wi-fi
66 Corner, sulla 66, buon caffé e succhi di frutta. Happy hour dalle 16 alle 19, free wi-fi
Legian:
Ristorante giapponese Take 1 (http://www.rama-restaurants-bali.com/outlet/take-japanese-restaurant/index.html), ottimo!!

Alloggi:
A Sumatra:
Medan: Hotel Ibunda (http://www.sumatra-indonesia.com/familihotel.htm): rapporto qualità/prezzo pessimo. 220.000rp la doppia standard (twin beds) con colazione, c’è a/c e tv, ma bisogna chiedere alla reception sia gli asciugamani che la carta igienica e un cestino per gettare le cose; bisogna far scorrere molto l’acqua dei rubinetti perché all’inizio esce nera. Stanno costruendo l’ascensore. Comunque l’albergo è sostanzialmente moderno e in buone condizioni. La colazione è solo all’indonesiana. Non mangiate al loro ristorante, è terribile
Bukit Lawang: Sam’s bungalows (
http://www.sumatra-indonesia.com/samsbangalows.htm): carino, poche camere di diverse tipologie, quella più in alto ha una splendida vista sul fiume e sulla jungla, spaziosa con bagno open-air, letto comodo, molte scale da salire. 160.000rp senza colazione. Il bar della GH ha una terrazza sul fiume, è uno dei posti più rilassanti del mondo a mio parere, ha una discreta cucina e un buon caffé. E’ la penultima GH prima del Jungle Inn.
Berastagi: 
Wisma Sibayak Guesthouse: GH discreta e pulita, le camere nuove costano 80.000/100.000rp (p.terra/primo piano) le doppie, senza colazione. Quelle al piano di sopra hanno anche il lavandino (quelle di sotto solo bagno col mandi e doccia). La parte vecchia della GH ha anche altre camere, senza bagno, intorno alle 50/60.000rp. Le docce sono tutte fredde, ma c’è una doccia comune calda che si può usare al costo di 10.000rp. All’arrivo vi forniscono mappe della zona.
C’è un ristorante buono nella GH, ma i succhi di frutta sono molto annacquati.
Unico difetto: confina col muro perimetrale di una grossa scuola dove alle 7 del mattino gli studenti cantano tutti in coro canzoni religiose (protestanti) e sparano gli altoparlanti a tutto volume, impossibile non svegliarsi.
Tuk Tuk (Lago Toba): Hotel Carolina (http://www.sumatra-indonesia.com/carolina.htm): bell’albergo curato, camere doppie (due letti a una piazza e mezza) da 50.000 a 150.000rp, quelle da 50 sono in cima alla collina e hanno la doccia fredda. La deluxe da 150.000 (unica disponibile la prima sera) è molto spaziosa ma si trova proprio sotto il ristorante e la mattina alle 6 c’è parecchio rumore della gente che scende per la colazione (non inclusa). Consiglio quelle da 110/120.000rp, comode con doccia calda e più silenziose. Il ristorante è ottimo, i piatti di frutta abbondanti e squisiti. C’è la connessione wi-fi free nella hall e nel ristorante, e c’è un bello spiazzo con lettini e i moli per scendere in acqua.
Banda Aceh: Hotel Medan (
hotelmedan@yahoo.com): moderno e funzionale, camere di vari prezzi e tipologie, tutte con finestre non apribili (c’è l’a/c), a partire mi pare da 70.000rp. Noi abbiamo scelto una doppia superior con la colazione inclusa (250.000rp) ma ci hanno dato una deluxe (due letti a 1pz1/2 invece che due singoli), comoda e spaziosa. Nella hall c’è la connessione wi-fi free, la colazione è a buffet ma niente di eccezionale. Nella hall e vicino all’ascensore ci sono delle foto fatte al momento dello tsunami, molto significative.
Pulau Weh, Gapang Beach:
Fira Bungalows, spartano, con letto matrimoniale e bagno (wc e mandi, doccia fredda) decente, 80.000rp a notte, ha anche il ristorante, discreto. Abbiamo mangiato solo lì ma a detta di altri, i ristoranti sono tutti allo stesso livello con stessi prezzi (bassi).
A Bali-Seminyak:
Hotel Bali Subak (http://www.hotelsaribunga.com/), camere da 275.000rp a salire, comode e confortevoli con a/c, due piscine e giardino, colazione inclusa, sulla Jl Arjuna (Double Six) verso la spiaggia.
Nawasanga guesthouse (nawali@indo.net.id), (Jl. Werkudara 538, +62 361730384) gh molto carina accanto al Gran Kumala, ha 4 o 6 stanze ampie e curatissime con a/c e ventilatore. Colazione inclusa. 2.200.000rp per 8 notti.

Altri posti da segnalare:
massaggi: Eden Green (Seminyak, Jl. Werkudara 48)
supermercato Bintang, Jl. Raya Seminyak 

Telefono
abbiamo acquistato una SIM indonesiana della Simpati che abbiamo anche usato per chiamare l’Italia.   

Fuso orario:
Sumatra + 6h, Bali +7 (un’ora in meno quando da noi c’è l’ora legale)

Costi a persona
Voli:
a/r Qatar Airways Roma – Jakarta (via Doha) € 619
Airasia Medan – Surabaya € 30 + 35.000rp tax
Airasia DPS – Jakarta € 46 + 30.000rp tax
Lion Air Jakarta – Medan 434.000rp + 40.000 tax
Garuda Medan – Banda Aceh 402.000rp +35000 tax
Sisriwijaya Air Banda Aceh – Medan 250.000rp + 25.000 tax

assicurazione viaggio € 26

Soggiorno, esclusi costi di cui sopra, incluso TUTTO il resto, € 691

 

 

Alessandra

Le foto di questo viaggio su http://www.cipiaceviaggiare.it/fotoIndonesia2010/index.html

 

 

 

 

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