Serendib
tra storia e leggenda con un tuffo ad Asdu
Racconto di viaggio gennaio 2006
Sri
Lanka, una goccia caduta dalla madre India, dal quale ha mantenuto religione e
lingua, abbinandoli a una cultura e stile di vita unico.
Rovine di antiche romantiche città ricche di leggende,
alte montagne adornate da ruscelli e cascatelle, verdissime piantagioni di
pregiato te coltivato in righe ordinate come disegni geometrici,
spiagge solitarie ombreggiate da alte palme e un popolo
sorridente e cordiale,
racconti di storie e antiche leggende.
Il tutto mixato in un’isola dal fascino unico, in
gran parte ancora selvaggia e incontaminata.
Questo paradiso così perfetto ha purtroppo conosciuto
invasioni e grandi violenze e fino a pochi anni fa’ una sanguinosa battaglia
etnica tra cingalesi e le tigri tamil, popolo di discendenza indiana confinata
nel nord ovest del paese.
Sono stati i continui attentati e poi lo tsunami del
2004 che ha devastato il sud, con le terribili conseguenze che tutti conosciamo,
a portare questo paese in ginocchio, quasi privato da uno dei suoi sostentamenti
più importanti, il turismo.
Partiamo dall’Italia in un mattino freddissimo -7°,
con un volo Qatar Airlines che ci porterà in cinque ore e mezzo a Doha, poi
altre cinque fino a Colombo, la capitale dello Sri Lanka.
Siamo quattro compagni di avventura, viaggiamo insieme
da molto e abbiamo un grande affiatamento ma anche un’ottima indipendenza .
Pirullo da noi chiamato Pintino (Reggio Emilia) perche'
e' lento gli piace stare comodo e alza sempre la categoria degli hotel, anche se
alla fine si adatta a tutto eletto all'unaminità caposquadra.
Sully detto semplice (Modena) mai darli niente né
soldi né biglietti, lui è distratto e perde o butta via tutto .......è già
successo!
More (Ferrara) e Brusen (Firenze) separate alla
nascita, un po’ guru! Una passione per le tradizioni e cultura orientale, le
tour operator de noialtri.
Abbiamo già prenotato con aitken spence travel www.aitkenspencetravels.com/auto
e autista e sotto l'insistenza del’ operatore anche la guida, che infatti
troviamo ad attenderci fuori dal piccolo aeroporto, con un cartello di cartone
con scritto a pennarello il nostro nome.
Ci aspettano altre quattro ore di macchina per Habarana,
dove faremo tappa per almeno 3-4 giorni.
Arriviamo provati dal lungo viaggio, abbiamo voglia di
sole sulla pelle e poco dopo siamo tutti addormentati sui lettini a bordo
piscina dell’Hotel The Lodge ora the cinnamon www.cinnamonhotels.com/hoteld.cfm
in stile coloniale , immerso in un parco rigoglioso con un grande lago e
postazioni per il birdwatching.
La sera a cena scopriamo uno dei tesori di questo
paese, la fantastica cucina:
Le Hopper piccole frittelle, il pol sambol un contorno
salsina piccantissima a base di peperoncino e cocco, il brinjal piatto a base di
melanzane, i vari curry: il Biryani, il thali vegetariano, e molti altri ancora.
Partiamo al mattino presto per visitare le Dambulla
Cave, templi rupestri che si raggiungono con una bella camminata e qualche
gradino salendo un pendio, capiamo subito che tutti i siti sono in alto e
quindi, belle scarpinate, scale … scaline …scalette…salite …salite
…discese!!!
L’entrata al sito è veramente brutta, con
un’enorme statua dorata del Buddha , le cinque cave invece sono interessanti e
la bella facciata di un bianco abbagliante ha un bel contrasto con la roccia
della rupe.
Il pomeriggio inizia una pioggerellina leggera che non
ci impedirà di andare a fare un divertentissimo elefant trekking/car, la
maggior parte dei turisti decide di visitare il Pinnawela Elefant Orphanage, una
struttura a gestione statale nata per salvare gli elefanti orfani o abbandonati,
è un ottimo posto per trovarsi vicinissimi a questi pachidermi e poterli
ammirare, sono comunque animali tenuti in cattività, noi preferiamo vederli
liberi.
Con un autista pazzo e una sgangherata jeep aperta,
scorrazziamo sobbalzando tra torrenti, fango, la vegetazione del Minnerya
National Park, ci divertiamo come bimbi in un parco giochi, strillando e ridendo
a ogni guado, ogni volta che ci impantaniamo, vediamo anche due branchi di
elefanti, certo sono un po’ lontani ... ci emozionano lo stesso!
Dopo il safari ci fermiamo a casa dell’autista per un
aperitivo cingalese a base di rane e pesce gatto fritti accompagnati dall’arrak
un orribile liquore distillato dalla palma da cocco.
Oggi è dedicata all’antica città di Anuradhapura,
visitiamo diverse dagobe, ammiriamo le famose pietre di luna, scolpite a
semicerchio con motivi ornamentali di fiori e animali che simboleggiano i vari
cicli della vita.
Raggiungiamo infine
il Sri Maha Bodhi, il grande albero sacro adornato da tantissime bandierine
votive, si dice sia l’albero più vecchio al mondo con i suoi 2000 anni e che
sia cresciuto da un germoglio portato fin qui da una principessa Indiana.
Abbiamo ancora
energia e voglia di sentire storie e leggende, ci dirigiamo verso Mihintale un
luogo molto molto spirituale ... con più di 1800 gradini!
In mezzo alla
vegetazione raggiungiamo la Mahinda’s Cave, dove si dice vivesse in
meditazione Mahinda (il monaco che ha portato fin qui il buddismo.)
Appena giunti alla
cava inizia a piovere fortissimo, ci raggomitoliamo vicini sotto la piccola
grotta e iniziamo a ridere, siamo scalzi, bagnati, piove a dirotto, tra poche
ore sarà buio e dobbiamo tornare indietro ….
Non riusciamo più a
smettere di ridere e continuiamo a farlo anche davanti alla dagoba, viene fuori
il monaco infuriato, di solito siamo sempre molto attenti a rispettare i luoghi
con comportamento e abbigliamento adeguato, ma questa situazione ci ha reso
particolarmente stupidi, ci scusiamo tornando a essere seri, fino a quando Sully
che ha i piedi infangati, vede una pozza d’acqua, ci mette dentro un piede per
lavarlo. …….
… la pozza è sacra
! il monaco questa volta ci caccia veramente arrabbiato.
Torniamo a Habarana
stanchi, con una puzza di cane bagnato addosso, dopo una bella doccia e davanti
al fantastico buffet ci riprendiamo immediatamente.
E’ un’altra
giornata grigia, la rocca di Sigirja è avvolta da spesse nuvole, infatti,
oltrepassati i giardini alla base del monolito, ecco un altro temporale con
pioggia a catinelle.
Le ripide scale
diventano presto cascatelle di acqua e fango rosso.
Iniziamo cauti la
salita sotto gli ombrelli, in fila indiana, i gradini sono ripidi e resi
scivolosi dalla fanghiglia, una scala a chiocciola sospesa nel vuoto ci conduce
alla rupe delle Apsara, splendide, tentatrici donne/dee semi nude adornate da
gioielli.
Saliamo ancora …
ancora passando oltre il muro degli specchi, costeggiando la ripida parete
rocciosa dalle sorprendenti tonalità arancio, fino alle zampe del leone, da qua
per arrivare alla cima diventa veramente ardua, ci dobbiamo arrampicare su
gradini scavati nella roccia che mettono a dura prova gambe e coraggio.
La sommità è una
conquista, anche se degli antichi palazzi è rimasto ben poco.
Proseguiamo per
Pollonaruwa, ci fermiamo a mangiare al peackok solitude, il nome dice il vero,
un posto in mezzo al niente dove non mangiamo neanche bene.
L’antica città è
ricca di palazzi, molti sono rovinati, altri meglio conservati fanno capire la
bellezza e ricchezza che questo posto doveva avere.
Sorprendenti le
quattro statue del Gal Vihara ognuna ricavata da un unico blocco di granito e
finemente scolpite, la testa del Buddha dormiente appoggiata sul cuscino da’
una sensazione di gran pace.
Lasciamo Habarana,
dopo tre ore siamo a Kandy, deliziosa cittadina in collina sulle rive di un bel
lago con palazzi d’epoca coloniale e la torre dell’orologio che domina il
centro a ricordare la passata occupazione britannica.
Il vivace mercato ci
rapisce con i suoi colori, il profumo di spezie, l’abbondanza della frutta e
verdure disposte in maniera ordinata e scenografica, ci piace osservare eleganti
donne in sari colorati intente a contrattare l’acquisto della merce.
Un breve riposo,
prendendo un po’ di sole in hotel the citadel www.chaayahotels.com/ChaayaCitadel.htm
appena fuori centro in magnifica posizione sulle rive del fiume Mahaveli.
Riprendiamo il giro
della città,( Kandy é il cuore religioso e spirituale del paese) fino ad
arrivare all’ora della Poja al tempio del dente, anche in questo caso la sacra
reliquia e’ stata portata fin qui nascosta nei capelli di una principessa
Indiana.
I controlli di
sicurezza sono accurati, qualche anno fa questo tempio ha subito un drammatico
attentato.
Entriamo insieme a
molti fedeli, non ci sono turisti e riceviamo da tutti sorrisi e saluti.
Il sacro dente è
custodito in una teca dorata, davanti a essa la folla si accalca per portare
offerte e fare preghiere.
Siamo inebriati dal
suono dei tamburi, dall’odore degli incensi e fiori, dal profumo di sandalo e
patchouli che emanano le persone, l’atmosfera è mistica e nello stesso tempo
festosa.
Facciamo ancora una
volta gli zaini, destinazione Nuwara Eliya ….
Prima, ci fermiamo al
Peradenya botanic garden, un tesoro che racchiude rare specie botaniche: palme
reali, orchidee, alberi del pane, delle palle di cannone, Dai frutti a forma di
salsicce, dell’imponente ficus di Giava .
Gli 80 km che
separano Kandy da N.E. sono da brivido, la strada tutto un tornante a strapiombo
su ripidi burroni è stretta
e spesso in condizioni pessime, in compenso il panorama è straordinario,
colline verdissime coltivate a the.
Cosa c’e’ dentro una tazza di ambrato te?
Riporto queste parole da Meridiani del 1999: fanno
riflettere
Le tea estates sono delle comunità indipendenti e
perfette, con un villaggio per i dipendenti, abitazioni, scuola, medico, un
supervisor che controlla la comunità.
Sono tutti Tamil, nati, sposati all’interno
dell’estate come avevano fatto i loro padri e i loro nonni, guadagnano circa
1500 lire il giorno. Il lavoro è duro per otto ore il giorno le donne
raccolgono a ritmo serrato e con grande perizia il germoglio e le due foglie
terminali da ogni ramo, per poi metterle nella grande cesta che hanno sulle
spalle e trasportarle nei luoghi dove il raccolto è pesato, gli uomini lavorano
nelle fabbriche e pensano alla lavorazione delle foglioline.
Tutti hanno un’aria felice, i volti delle donne
minute vestite con un’umilissima eleganza senza rinunciare ai gioielli,
lavorano scalze spesso sotto una pioggia e nebbia che ti entra nelle ossa
incuranti delle sanguisughe che infestano le piantagioni.
Ovunque cascate e ruscelli, che scendono come bianchi
ricami in mezzo al verde ci fermiamo a mangiare proprio davanti a una di queste,
al ramboda falls in una piacevole veranda all’aperto con vista mozzafiato,
dopowww.rambodafall.com/
mangiato non resistiamo e scendiamo da un piccolo sentiero fin sotto la rombante
cascata.
Arriviamo a Nuwara nel pomeriggio, siamo in montagna e
l’aria è fresca, questa era la località di villeggiatura preferita dai
colonizzatori inglesi, forse per il clima e i panorami che ricordavano casa .
La piccola cittadina non è un gran che, si sviluppa
intorno a una piazza con un grande mercato coperto tenuto in un antico palazzo
tudor.
Il nostro hotel il galway forest lodge www.galway.lk/clouds.htm
- si trova a circa due kilometri dal paese, vicino a un villaggio, dove bambini
vestiti con una divisa da vecchio film inglese tornano da scuola cantando, sono
bellissimi e creano un piacevole contrasto.
La sera in camera fa freddo ci portano una stufetta a
gas, che ha sicuramente visto tempi migliori, decidiamo di non accenderla e di
dormire con la felpa indosso.
Sveglia alle quattro del mattino, fuori c’e’ una
nebbia da pianura padana e un freddo pungente da far battere i denti, vogliamo
andare a fare trekking per gli Horton plains a vedere il famoso dirupo che
chiamano the world’s end, visto il tempo, non ci sembra più una buona idea e
torneremmo volentieri al calduccio, invece assonnati e lamentosi alle sei siamo
all’entrata del parco, la nebbia è ancora fitta quando iniziamo a camminare
con i nostri zainetti contenenti il cestino della colazione che ci hanno dato in
hotel ,ben presto capiamo che questo e' un luogo magico , foreste di alta quota
( e' oltre i 2000 m)
vaste e silenziose praterie.
Raggiungiamo il punto dove l’altopiano s’interrompe
bruscamente creando il dirupo...la fine delmondo !
Il sole inizia a scaldare e lentamente a dare colore
alla vallata , la nebbia scompare lasciando il posto una bella giornata con un
cielo azzurrissimo come solo in alta montagna riesci a vedere.
Continuiamo il nostro cammino tra piccoli guadi, sentieri, fino alle cascate di Baker falls.
In tutto sono dieci kilometri e vale veramente la pena
venire fin qua per un contatto con una natura incontaminata e stupenda.
Sulla strada che porta a Hatton stiamo per un bel po’
dietro un camioncino aperto che trasporta ….
Un” elefante”, la cosa più buffa è che un ragazzo
dorme beatamente sdraiato sotto il grosso culone dell’animale!
A questo punto il nostro viaggio prevedeva la scalata
dell’Adam’s peack o Sri Pada con i suoi 8.500 gradini e’’ un simbolo
sacro universale, venerato da cristiani, musulmani, buddisti e induisti, frutto
di una bella convivenza tra religioni e popolazioni diverse , ancora storie e
leggende infatti si dice che l’orma di piede in vetta a questa cima sia di
Adamo cacciato dal Paradiso o forse quella di Buddha o quella di Shiva ……mah
!!!
Poi saremmo scesi verso la costa sud passando da Ratnapura, Galle, Mirissa,
Dickewella.
La scelta di non andare a sud è un po’ sofferta,
tutti ci sconsigliano dal farlo , ci sono gravi epidemie e ancora troppo dolore
e sofferenza , inoltre l'allarme conflitti e' di nuovo tornato alto .
di fronte a queste situazioni un viaggiatore deve
sapersi fermare .!?!? noi lo abbiamo fatto .
Ci aggrappiamo al fatto che Sully non è mai stato alle
Maldive e vorrebbe tanto vederle, lo accontentiamo. ….( io sbuffo un pochino
ufff... e' la 3° volta che ci vado e inoltre avrei tanto voluto vedere ancora
tante cose di queste paese )
Prenotiamo il volo per andare a fare un tuffo ad Asdu. www.asdu.com/
Proseguiamo per Kitulgala www.srilankanexpeditions.com/hotels.php?...Kitulgala
infine Colombo.
Troviamo la capitale blindata, diverse postazioni
militari pattugliano il centro, è vietato scattare foto, c’e’ tensione e
paura di attacchi da parte del ltte, facciamo lo stesso un giro.
Andiamo in un supermercato a comprare spezie e boccioni
d’acqua da portare ad Asdu.
(alle maldive e' cara !)
Ancora una sveglia all’alba per prendere il primo
volo per le Isole, giunti in aeroporto una bella sorpresa c’e’ un over
booking e rischiamo di non partire, non solo dobbiamo attendere cinque ore per
il prossimo volo ma anche pagare una sopratassa di 50 euro a persona neanche
avessimo colpa noi.
Ci piazziamo davanti al chek in con i musi imbronciati
e tristi .. alla fine forse impietositi ci chiamano e decolliamo.
Che cosa posso dire delle Maldive che non sia già
stato detto?
Viste dall’alto appaiono come una meravigliosa
collana di perle disseminate in pieno oceano Indiano.
Asdu è un francobollo di corallo con una laguna
incredibilmente vasta, una delle poche o forse l’unica rimasta spartana e
semplice con bungalow essenziali, docce con sola acqua fredda, niente finestre
ma solo zanzariere, un piccolo gioiello dove in tempo scorre lento tra mare sole
e dolce far niente se non stare per ore ad ammirare le meraviglie del mondo
sommerso e perdersi nell’assoluto azzurro cristallino del suo mare.
Questo diario è stato nel cassetto qualche anno,
adesso lo Sri Lanka è un paese tranquillo.
Sembra che la pace sia ormai consolidata, un giorno
torneremo per vedere quel pezzo mancante e per ascoltare ancora dalla sua gente
cordiale nuove storie e leggende…….
Per chi :
Vuole un paese completo con arte, cultura, natura, mare
,montagne, sole , a contatto con una popolazione gentile che ha saputo mantenere
il dono del sorriso anche nelle tante avversita'.
Se abbinato alle Maldive, è un viaggio nel viaggio per
chi desidera avere tutto per se un vero angolo di paradiso.
Cinzia