Spagna del Nord
Diario di viaggio maggio – giugno 2017
di
Domenico
https://domenico1974.wordpress.com
In
questo itinerario che ci ha portato da Bilbao verso Santiago de Compostela (in
automobile per un totale di 1132 km) otto giorni sono sufficienti per le visite
previste, ma nel caso foste in estate sarebbe ben utile un po’ di tempo in più
per onorare alcuni tratti di splendido mare. In onestà, alcune mete che abbiamo
visitato sono risultate quasi insignificanti nonostante le parole di
incoraggiamento della Lonely Planet: La Coruña, ad esempio, che avevamo scelto
addirittura per pernottare e che già dopo trenta minuti avremmo voluto
lasciare.
Questo
periodo dell’anno non è ancora di alta stagione, quindi si ha la fortuna di
non trovare traffico: i parcheggi sono facilmente accessibili e ciò permette di
visitare facilmente anche i piccoli centri turistici la cui visita richiede
spesso meno di un’ora. Per contro, la temperatura non consente ancora di
bagnarsi nell’oceano.
Interessante l’inaffidabilità delle previsioni meteorologiche: il tempo è stato sostanzialmente buono e sereno, mentre le previsioni davano temporali più o meno distribuiti nella settimana. I gradienti di temperatura da un giorno all’altro e dalla mattina alla sera hanno reso necessario preparare un bagaglio “due stagioni”.
27
maggio: Roma – Bilbao (27°C); 28 maggio: Bilbao (21°C)
Il
volo Vueling da Roma raggiunge Bilbao intorno alle 15.00. Con il bus
dall’aeroporto raggiungiamo l’albergo in centro (circa 20 minuti; 1,45€,
biglietto allo stand nei pressi della fermata).
Superate le difficoltà del caldo afoso del primo giorno, fortunatamente la
temperatura scende (nonostante il meteo della mattina segnalava 32°C, in
giornata non si va oltre i 21°C!) e permette una visita più rilassante. In
sintesi ho trovato Bilbao molto deludente. Di sicuro il nome della città è
associato al museo Guggenheim ed in infatti, proprio dalla sua
inaugurazione, il turismo qui è notevolmente aumentato.
A
parte questo c’è poco altro, senza considerare che il piccolo centro antico
è soffocato da orrende costruzioni più recenti così che la veduta d’insieme
della città lascia quantomeno perplessi. Plaza Nueva è affollatissima
di caffè e ristoranti presi d’assalto da gente del luogo e turisti, code ai
tavoli e spesso “pintxo” mangiati in piedi. A parte quindi la visita del casco
vejo (città vecchia) e la salita verso la basilica Begona, la parte
migliore della città è il lungo fiume dal nuovo mercato della Ribera fino
appunto al museo Guggenheim poco oltre il bel ponte Zubizuri.
L’architettura del Guggenheim è nota a tutti; le collezioni presentate sono
per me noiose non essendo un estimatore dell’arte moderna e contemporanea.
L’ingresso di 16€ (con un audioguida troppo prolissa) vale la pena solo se
amanti del genere.
Interessante fare un salto alla mediateca Azkuna Zentroa (plaza
Arriquibar), moderno centro culturale con biblioteca e auditorium.
29
maggio: Cantabria. Ponte colgante, Santillana del Mar, Comillas, Llanes, Oviedo
Ritiriamo
la macchina noleggiata alla Avis e ci muoviamo verso Oviedo, attraversando per
circa 310 km la Cantabria.
Questa è zona di arte rupestre, quella che si studia alle elementari: Altamira
o le grotte di El Castillo e Las Monedas. La prima grotta non è accessibile al
pubblico se non attraverso sorteggione da prenotare con largo anticipo; le
seconde sono visitabili e il sito internet permette la prenotazione (costo
3€). Il lunedì sono comunque chiuse e quindi noi siamo costretti a passare
oltre. A proposito: il lunedì molte cose sono chiuse, quindi non è il giorno
migliore per organizzare visite.
La prima tappa è il cosiddetto “ponte colgante” (ponte Vizcaya –
circa 20 km da Bilbao, raggiungibile anche con trasporto pubblico), il primo
ponte trasportatore meccanico costruito nel mondo (1893). Permette di
trasportare persone e mezzi da una sponda all’altra (distanti 160 metri)
consentendo, nello stesso tempo, il passaggio delle grosse navi in transito nel
porto di Bilbao. Vista e funzionamento sono entrambe interessanti. Se poi volete
salire sopra le torri e passeggiare verso l’altra sponda, il costo è 8€.
Alle ore 13 raggiungiamo Santillana del Mar. La piccola cittadina
medioevale è magnificamente conservata e, complice il ridotto afflusso
turistico e la pedonalizzazione dell’area, la tranquillità ci proietta a
circa 500 anni fa. Dicevo delle chiusure del lunedì: la Colegiata de Santa
Juliana è chiusa. Per la visita della città possono bastare meno di due ore.
Dopo
pranzo ci fermiamo a Comillas. La sua spiaggia dorata (e deserta) ci
introduce dolcemente agli spettacolari paesaggi che incontreremo più avanti.
Comillas è nota per due palazzi: Palacio de Sobrellano e il Capricho
de Gaudì.
Entrambi sono poche centinaia di metri fuori il minuscolo centro storico. La
vista del neogotico Palacio de Sobrellano è imponente: di più non si può
perchè ovviamente è chiuso il lunedì.
È aperto fortunatamente il Capricho de Gaudì (5€, circa un’ora per
la visita), una delle opere giovanili di Gaudì nonché “rarità” in quanto
costruito fuori dalla Catalogna. La visita è un piacevole intermezzo al
viaggio: l’esterno del palazzo ricorda qualche decorazione del Park Guell,
mentre l’interno è più sobrio ma comunque gradevole.
Come
curiosità, l’enorme edifico rosso che si vede in collina è la sede
dell’università pontificia.
Altra
tappa è Llanes (oramai siamo nelle Asturie) popolare località di
villeggiatura. L’opera pubblica “Los Cubos de la Memoria” (colorati cubi
frangiflutti) non è entusiasmante. Il centro medioevale della città è, tutto
sommato, carino seppur molto piccolo. Ci sono anche un paio di belle pasticcerie
ma non c’è un posto accogliente per una pausa gastronomica pomeridiana. Anche
qui due ore sono sufficienti per la visita.
Si raggiunge infine Oviedo a cui domani dedicheremo l’intera giornata.
30
maggio: Oviedo e monte Naranco
Con
Oviedo siamo entrati pienamente nella regione delle Asturie. Un famoso
detto del posto dice che “essere spagnoli è un orgoglio, essere asturiani è
un titolo”. Le Asturie, così come la Galizia, erano abitate dai Celti e per
molti abitanti del posto sono la vera Spagna.
Oviedo è il capoluogo della regione, è una città piccola (una giornata è più
che sufficiente per visitarla) e, a differenza di Bilbao, ha una architettura più
elegante e le moderne vie dello shopping si sono fuse con più naturalezza al casco
antiguo, il piccolo centro storico. Passeggiando nel centro di Oviedo,
soprattutto prendendo come riferimento la cattedrale, si passa per strade
pittoresche e piccole piazze nascoste. Io ho appuntato plaza Fontan, plaza
del Riego e plaza de Trascorrales (con la statua della Lechera).
In giro sono disseminate
varie sculture moderne. Posso citare il Culis Monumentalibus (calle
Alonso de Quintanilla) che rappresenta un paio di gambe e annesso sedere, la
statua di Woody Allen (a lato del parco de San Francisco, lungo calle
Uria) e più o meno di fronte la torera di Oviedo (nel parco). In rete
trovate diversi siti che ve le elencano tutte.
Vale la pena visitare la Catedral de San Salvador e salire sul monte
Naranco (meglio in macchina) per visitare due esempi del cosiddetto
“preromanico asturiano” (Iglesia de San Miguel de Lillo e Palacio de Santa
Maria del Naranco – ingresso con visite guidate da prenotare sul posto).
Infine Oviedo è famosa per le sue sidrerie (le Asturie producono l’80% del sidro spagnolo). Abbiamo avuto solo un’esperienza cenando a “Tierra Astur”, situato nella piccola G. Gascone affollatissima di ristoranti. Prima di sapere che quella è la tecnica per servirlo ai clienti (l’escanciada), ho pensato che nel ristorante ci fosse un pazzo che versava vino per terra. La tecnica (tenere la bottiglia in mano, alzare il braccio e lasciar cadere il sidro nel bicchiere tenuto nell’altra mano posta in basso) per me è alquanto comica. Serve a rendere il sidro leggermente frizzante, ma il problema è che il sapore è simile al vino annacquato.
31
maggio: Asturie. Cudillero, Playa del Silencio, Playa de Cueva, Ribadeo, Praya
das Cattedrais, La Coruna
Lunga
tappa verso La Coruna attraversando uno stupendo tratto di costa, forse il
percorso più bello dell’intero viaggio. La consultazione della Lonely Planet
e la National Gegraphic ci aveva permesso di selezionare alcune mete.
Cudillero ricorda un po’ un paese delle Cinque Terre: le casette
colorate scendono verso il piccolo porto nascosto in una stretta insenatura.
Trascorriamo con piacere un’oretta passeggiando tra il porto e lo stretto
labirinto di stradine tra le case prima di spostarci per visitare alcune spiagge
qui vicino.
Straordinario
panorama alla playa del Silencio (è la foto di copertina): sabbia
chiara e mare turchese circondato da un anfiteatro naturale di scogliere. Ci si
arriva attraverso una stretta stradina carrabile, poi si scende per qualche
minuto a piedi fino al mare. Lo scarso affollamento turistico ci permette di
fare tutto con facilità, ma non so onestamente come si possa arrivare in auto
fin qui in alta stagione considerando il ridotto spazio disponibile.
Piacevole
anche la sosta alla Praya de Cueva, meno estesa e più riservata, anche
se scenograficamente meno suggestiva delle altre.
Non
ricordo perché l’abbiamo scelta, ma Ribadeo è una tappa sicuramente
da evitare: non c’è niente.
Molto meglio continuare sulle spiagge: la Playa das Catedrais è un posto
dove si sta tranquillamente almeno due ore anche senza farsi il bagno. Anzi, per
goderlo al meglio va visitato con la bassa marea, quando si tolgono le scarpe e
si può camminare sulla sabbia tra archi di roccia alti 30 metri e pareti di
ardesia appunto come in una immensa cattedrale naturale.
Non
resta che fare un altro centinaio di chilometri per arrivare a La Coruna,
dove ci aspetta l’albergo. Passare dalla spettacolarità e tranquillità della
costa al caos grigio di La Coruna è stata molto dura ed ha contribuito
all’opinione non certo entusiasta di questa città. Aggiungo anche la
freddissima accoglienza all’albergo.
Siamo giunti in Galizia e, fortunatamente, la Galizia non è La Coruna. La
Lonely Planet la definisce “località balneare alla moda…affascinate enclave
culturale…vibrante metropoli moderna…luogo affascinate tutto da scoprire”.
Di tutto questo non afferriamo praticamente niente: il lungomare ovest è
orrendo, deturpato da orribili edifici popolari; il lungomare est, la zona
portuale, è più riservata ed elegante ma sicuramente non è una meta
imperdibile. Carino il centro storico, ma piccolissimo. Si salva solo la Plaza
de Maria Pita, dominata dal municipio che dà un tocco un po’ nordico alla
città. Dappertutto si vedono le famose balconate vetrate per cui questa città
è nota. Stante così le cose, domattina anticiperemo la partenza al primo
mattino.
1
giugno: Laxe, Camelle, Muxia, Finsterra, Santiago de Compostela
Si
lascia La Coruna senza malinconia: l’itinerario verso Santiago sarà
particolarmente ricco e interessante.
A
Camelle non c’è niente da vedere se non – con un po’ di ottimismo
– il Museo do Aleman, un “giardino” realizzato con sculture fatte
con pietre e che si può osservare solo da fuori.
E’ importante tenere presente che i villaggi da queste parti si presentano
generalmente come un insieme disordinato di casette costruite senza molta cura
architettonica. Si dice che la Galizia sia una sorta di Irlanda in Spagna, ma se
dovessi valutare dall’architettura dei villaggi, direi senza dubbio che siamo
lontani anni luce.
La
parte migliore sono i paesaggi e da qui si entra nella Costa da Morte,
cominciando dall’insenatura di Area de Trece, una serie di pittoresche
spiagge separate da formazioni rocciose, alcune delle quale di notevole impatto
scenico. La strada è in gran parte sterrata e percorre tutto il promontorio,
superando una silenziosa punta con altre sculture in pietra e il Cimitero
degli Inglesi, arrivando fino a Camarinas: villaggio noto per
i merletti realizzati dalle donne del posto, non offre proprio niente se non un
piacevole posto dove mangiare a pochi passi dal mare.
Procediamo
verso Muxia, altro paesino brutto ma con una magnifica piccola
spiaggia bianca dal mare turchese.
Il
tempo scorre veloce e dobbiamo procedere verso Fisterra, o meglio Cabo
Fisterra, all’estremità occidentale della penisola iberica (ma il punto
più a ovest è in realtà Cabo da Nave). Il posto è suggestivo e
richiama molti turisti e pellegrini essendo il km 0 della variante Fisterra del
Camino de Santiago. Non c’è molto da vedere se non il faro spazzato dal
vento.
In serata arriviamo a Santiago de Compostela.
2
giugno: Santiago de Compostela, Cambados, O Grove, Villa a Toxa, Combarro,
Pontevedra, Santiago
Santiago
de Compostela uno
dei posti più belli del nostro viaggio. La città è piccola, si gira
facilmente in mezza giornata includendo anche la visita alla cattedrale (code
permettendo), ma per quelle stradine pittoresche ci abbiamo passeggiato con
piacere molto a lungo. Incoraggiati dal bel tempo e dalle lunghe giornate (c’è
luce fino alle 22.15 circa) dedichiamo una frettolosa visita alla affollatissima
cattedrale che, purtroppo, ha la facciata principale coperta dalle impalcature
di restauro. La visita sui tetti è, secondo me, evitabile: la vista
dell’architettura e del panorama non è entusiasmante. Nel caso foste
interessati, conviene prenotare on-line oppure presentarsi alla biglietteria
molto presto. Per il resto è inutile dare indicazioni per un posto così
piccolo. La città è estremamente affollata da ristoranti la maggior parte dei
quali sembra fatta apposta per servire quanti più turisti possibile. Ci sono
anche tantissimi attraenti bar e forni dove fermarsi per colazione.
Da
segnalare che a Santiago si parcheggia la macchina solo a pagamento: si può
scegliere tra vari parcheggi interrati che costano fino a circa 15€ al giorno,
i parcheggi su strisce blu in zona università (ma la sosta massima è due ore),
oppure un più conveniente parcheggio orario (max 7.50€ al giorno) in fondo a
Rua das Trompas.
Interrompiamo
la visita di Santiago per un ultimo giro della regione.
Cambados,
per quanto ci accolga con una bellissima piazza in pietra, non offre
praticamente altro.
Senza dubbio è inutile la visita a O Grove e alla Illa A Toxa:
non capisco cosa ci sia da vedere e da fare. L’unica attrattiva è la Capilla
de las Conchas, una cappella completamente rivestita di conchiglie.
Vale
invece la visita e, se possibile, il pranzo con vista mare, il piccolo villaggio
di Combarro e il suo centro medioevale. Il villaggio è piccolo ma è un
piacere perdersi nelle stradine, alcune scavate direttamente nella roccia, e
intrattenersi in riva al mare. Combarro è nota per i numerosi horreos
sul mare, le costruzioni a forma di capanna sollevate su pietre che servono come
granai.
Il
pomeriggio lo dedichiamo a Pontevedra. Una volta importante centro navale
(vi fu costruita la Santa Maria di Cristoforo Colombo) oggi è una tranquilla
cittadina a cui dedicare mezza giornata per una visita a piedi. L’itinerario
è piuttosto obbligato: a me è piaciuta particolarmente la zona intorno alla
cattedrale (avenida santa maria), praza de Leña e praza de Estrela
prospiciente il convento di San Francesco.
3
giugno: Santiago de Compostela, Roma
Mattinata
dedicata ancora a Santiago. La città dista dall’aeroporto meno di 30 minuti
di macchina: alle quattro del pomeriggio si comincia il viaggio di rientro.
Pasti
e alberghi.
Bilbao
Pension Bilbao, Adiskitedasun Kalea. Posto spartano ma pratico per
visitare la città. Ottima posizione a pochi passi dal centro storico e dalla
fermata della metro. Ci vogliono circa 15-20 minuti per raggiungerlo dalla
fermata del pullman dall’aeroporto.
Cafè Bar Bilbao, plaza Nueva. Affollatissimo nel week end è uno dei bar
più noti. Offre ottimo pinxto a 1,90€.
Foodoo, Ledesma 12. Originale arredo e buona cucina a buon prezzo.
Cafè Iruna, Colon de Arreategui. Famoso e storico caffè di Bilbao. Non
siamo riusciti a frequentarlo ma gli arredi e il cibo esposti erano davvero
invitanti.
Oviedo
Ayre Hotel Ramiro I. Elegante hotel non distante dal centro (10
minuti a piedi) con tariffa di booking.com di circa 50€/notte. Ottimo.
Terra Astur, G. Gascone 9. A parte il sidro che sa di vino annacquato, la
cucina è buona. I prezzi sembrano alti, ma molti piatti sono abbondanti che si
possono mangiare in due, come la bellissima porzione di verdure grigliate.
Il Patio de Naranca. Consigliato dalla Lonely Planet. Il locale non
spicca per l’arredo (un po’ anonimo), il cibo è nella media, l’offerta
poco varia.
La
Coruna
Hotel Riazor. A parte la stanza grande, questo hotel è uno degli
orribili edifici sul lungomare della città. L’accoglienza sfiora la non
considerazione, supporto turistico prossimo allo zero. La colazione è discreta,
la sala affaccia sul lungomare: abbiamo deciso di fare colazione qui perchè nei
pressi non c’è niente.
A Taberna de Penela, praza de Maria Pita. Ottima cucina, tavoli
affacciati sulla piazza, purtroppo dentro una teca in vetro. Da provare la
rinomata ed esclusiva tortilla di Betanzos: una porzione per due persone
contiene 9 uova.
Santiago
de Compostela
Hotel Real, Rua de Caldeireira. Stanze carine e accoglienti, anche se
piccole. Discreta colazione, soprattutto l’ottimo pane. L’albergo è in
pieno centro, a pochi passi dalle mura quindi non lontano dai parcheggi
limitrofi.
Maria Castana. Tra decine di ristoranti affollati, molti dall’aspetto
decisamente turistico, abbiamo provato questo. Cucina nella media. C’è una
sala che è un ex fienile, sempre piena di gente.
Domenico