Spagna del Nord

Diario di viaggio maggio – giugno 2017

di Domenico

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In questo itinerario che ci ha portato da Bilbao verso Santiago de Compostela (in automobile per un totale di 1132 km) otto giorni sono sufficienti per le visite previste, ma nel caso foste in estate sarebbe ben utile un po’ di tempo in più per onorare alcuni tratti di splendido mare. In onestà, alcune mete che abbiamo visitato sono risultate quasi insignificanti nonostante le parole di incoraggiamento della Lonely Planet: La Coruña, ad esempio, che avevamo scelto addirittura per pernottare e che già dopo trenta minuti avremmo voluto lasciare.

Questo periodo dell’anno non è ancora di alta stagione, quindi si ha la fortuna di non trovare traffico: i parcheggi sono facilmente accessibili e ciò permette di visitare facilmente anche i piccoli centri turistici la cui visita richiede spesso meno di un’ora. Per contro, la temperatura non consente ancora di bagnarsi nell’oceano.

Interessante l’inaffidabilità delle previsioni meteorologiche: il tempo è stato sostanzialmente buono e sereno, mentre le previsioni davano temporali più o meno distribuiti nella settimana. I gradienti di temperatura da un giorno all’altro e dalla mattina alla sera hanno reso necessario preparare un bagaglio “due stagioni”.

 

27 maggio: Roma – Bilbao (27°C); 28 maggio: Bilbao (21°C)

Il volo Vueling da Roma raggiunge Bilbao intorno alle 15.00. Con il bus dall’aeroporto raggiungiamo l’albergo in centro (circa 20 minuti;  1,45€, biglietto allo stand nei pressi della fermata).
Superate le difficoltà del caldo afoso del primo giorno, fortunatamente la temperatura scende (nonostante il meteo della mattina segnalava 32°C, in giornata non si va oltre i 21°C!) e permette una visita più rilassante. In sintesi ho trovato Bilbao molto deludente. Di sicuro il nome della città è associato al museo Guggenheim ed in infatti, proprio dalla sua inaugurazione, il turismo qui è notevolmente aumentato.

 

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C:\Users\DOMENI~1.ZUC\AppData\Local\Temp\Bilbao, Ponte Colgante (20).JPGA parte questo c’è poco altro, senza considerare che il piccolo centro antico è soffocato da orrende costruzioni più recenti così che la veduta d’insieme della città lascia quantomeno perplessi. Plaza Nueva è affollatissima di caffè e ristoranti presi d’assalto da gente del luogo e turisti, code ai tavoli e spesso “pintxo” mangiati in piedi. A parte quindi la visita del casco vejo (città vecchia) e la salita verso la basilica Begona, la parte migliore della città è il lungo fiume dal nuovo mercato della Ribera fino appunto al museo Guggenheim poco oltre il bel ponte Zubizuri. L’architettura del Guggenheim è nota a tutti; le collezioni presentate sono per me noiose non essendo un estimatore dell’arte moderna e contemporanea. L’ingresso di 16€ (con un audioguida troppo prolissa) vale la pena solo se amanti del genere.
Interessante fare un salto alla mediateca Azkuna Zentroa (plaza Arriquibar), moderno centro culturale con biblioteca e auditorium.

 

 

 

 

 

29 maggio: Cantabria. Ponte colgante, Santillana del Mar, Comillas, Llanes, Oviedo

Ritiriamo la macchina noleggiata alla Avis e ci muoviamo verso Oviedo, attraversando per circa 310 km la Cantabria.
Questa è zona di arte rupestre, quella che si studia alle elementari: Altamira o le grotte di El Castillo e Las Monedas. La prima grotta non è accessibile al pubblico se non attraverso sorteggione da prenotare con largo anticipo;  le seconde sono visitabili e il sito internet permette la prenotazione (costo 3€). Il lunedì sono comunque chiuse e quindi noi siamo costretti a passare oltre. A proposito: il lunedì molte cose sono chiuse, quindi non è il giorno migliore per organizzare visite.
La prima tappa è il cosiddetto “ponte colgante” (ponte Vizcaya – circa 20 km da Bilbao, raggiungibile anche con trasporto pubblico), il primo ponte trasportatore meccanico costruito nel mondo (1893). Permette di trasportare persone e mezzi da una sponda all’altra (distanti 160 metri) consentendo, nello stesso tempo, il passaggio delle grosse navi in transito nel porto di Bilbao. Vista e funzionamento sono entrambe interessanti. Se poi volete salire sopra le torri e passeggiare verso l’altra sponda, il costo è 8€.
 


Alle ore 13 raggiungiamo Santillana del Mar. La piccola cittadina medioevale è magnificamente conservata e, complice il ridotto afflusso turistico e la pedonalizzazione dell’area, la tranquillità ci proietta a circa 500 anni fa. Dicevo delle chiusure del lunedì: la Colegiata de Santa Juliana è chiusa. Per la visita della città possono bastare meno di due ore.

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Dopo pranzo ci fermiamo a Comillas. La sua spiaggia dorata (e deserta) ci introduce dolcemente agli spettacolari paesaggi che incontreremo più avanti. Comillas è nota per due palazzi: Palacio de Sobrellano e il Capricho de Gaudì.
Entrambi sono poche centinaia di metri fuori il minuscolo centro storico. La vista del neogotico Palacio de Sobrellano è imponente: di più non si può perchè ovviamente è chiuso il lunedì.
È aperto fortunatamente il Capricho de Gaudì (5€, circa un’ora per la visita), una delle opere giovanili di Gaudì nonché “rarità” in quanto costruito fuori dalla Catalogna. La visita è un piacevole intermezzo al viaggio: l’esterno del palazzo ricorda qualche decorazione del Park Guell, mentre l’interno è più sobrio ma comunque gradevole.

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Come curiosità, l’enorme edifico rosso che si vede in collina è la sede dell’università pontificia.

Altra tappa è Llanes (oramai siamo nelle Asturie) popolare località di villeggiatura. L’opera pubblica “Los Cubos de la Memoria” (colorati cubi frangiflutti) non è entusiasmante. Il centro medioevale della città è, tutto sommato, carino seppur molto piccolo. Ci sono anche un paio di belle pasticcerie ma non c’è un posto accogliente per una pausa gastronomica pomeridiana. Anche qui due ore sono sufficienti per la visita.

Si raggiunge infine Oviedo a cui domani dedicheremo l’intera giornata.

30 maggio: Oviedo e monte Naranco

Con Oviedo siamo entrati pienamente nella regione delle Asturie. Un famoso detto del posto dice che “essere spagnoli è un orgoglio, essere asturiani è un titolo”. Le Asturie, così come la Galizia, erano abitate dai Celti e per molti abitanti del posto sono la vera Spagna.
Oviedo è il capoluogo della regione, è una città piccola (una giornata è più che sufficiente per visitarla) e, a differenza di Bilbao, ha una architettura più elegante e le moderne vie dello shopping si sono fuse con più naturalezza al casco antiguo, il piccolo centro storico. Passeggiando nel centro di Oviedo, soprattutto prendendo come riferimento la cattedrale, si passa per strade pittoresche e piccole piazze nascoste. Io ho appuntato plaza Fontan, plaza del Riego e plaza de Trascorrales (con la statua della
Lechera).

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In giro sono disseminate varie sculture moderne. Posso citare il Culis Monumentalibus (calle Alonso de Quintanilla) che rappresenta un paio di gambe e annesso sedere, la statua di Woody Allen (a lato del parco de San Francisco, lungo calle Uria) e più o meno di fronte la torera di Oviedo (nel parco). In rete trovate diversi siti che ve le elencano tutte.

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Vale la pena visitare la Catedral de San Salvador e salire sul monte Naranco (meglio in macchina) per visitare due esempi del cosiddetto “preromanico asturiano” (Iglesia de San Miguel de Lillo e Palacio de Santa Maria del Naranco – ingresso con visite guidate da prenotare sul posto).

Infine Oviedo è famosa per le sue sidrerie (le Asturie producono l’80% del sidro spagnolo). Abbiamo avuto solo un’esperienza cenando a “Tierra Astur”, situato nella piccola G. Gascone affollatissima di ristoranti. Prima di sapere che quella è la tecnica per servirlo ai clienti (l’escanciada), ho pensato che nel ristorante ci fosse un pazzo che versava vino per terra. La tecnica (tenere la bottiglia in mano, alzare il braccio e lasciar cadere il sidro nel bicchiere tenuto nell’altra mano posta in basso) per me è alquanto comica. Serve a rendere il sidro leggermente frizzante, ma il problema è che il sapore è simile al vino annacquato.

31 maggio: Asturie. Cudillero, Playa del Silencio, Playa de Cueva, Ribadeo, Praya das Cattedrais, La Coruna

Lunga tappa verso La Coruna attraversando uno stupendo tratto di costa, forse il percorso più bello dell’intero viaggio. La consultazione della Lonely Planet e la National Gegraphic ci aveva permesso di selezionare alcune mete.
Cudillero ricorda un po’ un paese delle Cinque Terre: le casette colorate scendono verso il piccolo porto nascosto in una stretta insenatura. Trascorriamo con piacere un’oretta passeggiando tra il porto e lo stretto labirinto di stradine tra le case prima di spostarci per visitare alcune spiagge qui vicino.

Straordinario panorama alla playa del Silencio (è la foto di copertina): sabbia chiara e mare turchese circondato da un anfiteatro naturale di scogliere. Ci si arriva attraverso una stretta stradina carrabile, poi si scende per qualche minuto a piedi fino al mare. Lo scarso affollamento turistico ci permette di fare tutto con facilità, ma non so onestamente come si possa arrivare in auto fin qui in alta stagione considerando il ridotto spazio disponibile.

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Piacevole anche la sosta alla Praya de Cueva, meno estesa e più riservata, anche se scenograficamente meno suggestiva delle altre.

Non ricordo perché l’abbiamo scelta, ma Ribadeo è una tappa sicuramente da evitare: non c’è niente.
Molto meglio continuare sulle spiagge: la Playa das Catedrais è un posto dove si sta tranquillamente almeno due ore anche senza farsi il bagno. Anzi, per goderlo al meglio va visitato con la bassa marea, quando si tolgono le scarpe e si può camminare sulla sabbia tra archi di roccia alti 30 metri e pareti di ardesia appunto come in una immensa cattedrale naturale.

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Non resta che fare un altro centinaio di chilometri per arrivare a La Coruna, dove ci aspetta l’albergo. Passare dalla spettacolarità e tranquillità della costa al caos grigio di La Coruna è stata molto dura ed ha contribuito all’opinione non certo entusiasta di questa città. Aggiungo anche la freddissima accoglienza all’albergo.
Siamo giunti in Galizia e, fortunatamente, la Galizia non è La Coruna. La Lonely Planet la definisce “località balneare alla moda…affascinate enclave culturale…vibrante metropoli moderna…luogo affascinate tutto da scoprire”. Di tutto questo non afferriamo praticamente niente: il lungomare ovest è orrendo, deturpato da orribili edifici popolari; il lungomare est, la zona portuale, è più riservata ed elegante ma sicuramente non è una meta imperdibile. Carino il centro storico, ma piccolissimo. Si salva solo la Plaza de Maria Pita, dominata dal municipio che dà un tocco un po’ nordico alla città. Dappertutto si vedono le famose balconate vetrate per cui questa città è nota. Stante così le cose, domattina anticiperemo la partenza al primo mattino.

1 giugno: Laxe, Camelle, Muxia, Finsterra, Santiago de Compostela

Si lascia La Coruna senza malinconia: l’itinerario verso Santiago sarà particolarmente ricco e interessante.

A Camelle non c’è niente da vedere se non – con un po’ di ottimismo – il Museo do Aleman, un “giardino” realizzato con sculture fatte con pietre e che si può osservare solo da fuori.
E’ importante tenere presente che i villaggi da queste parti si presentano generalmente come un insieme disordinato di casette costruite senza molta cura architettonica. Si dice che la Galizia sia una sorta di Irlanda in Spagna, ma se dovessi valutare dall’architettura dei villaggi, direi senza dubbio che siamo lontani anni luce.

La parte migliore sono i paesaggi e da qui si entra nella Costa da Morte, cominciando dall’insenatura di Area de Trece, una serie di pittoresche spiagge separate da formazioni rocciose, alcune delle quale di notevole impatto scenico. La strada è in gran parte sterrata e percorre tutto il promontorio, superando una silenziosa punta con altre sculture in pietra e il Cimitero degli Inglesi, arrivando fino a Camarinas: villaggio noto per i merletti realizzati dalle donne del posto, non offre proprio niente se non un piacevole posto dove mangiare a pochi passi dal mare.

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Procediamo verso Muxia, altro paesino brutto ma con una magnifica piccola spiaggia bianca dal mare turchese.

Il tempo scorre veloce e dobbiamo procedere verso Fisterra, o meglio Cabo Fisterra, all’estremità occidentale della penisola iberica (ma il punto più a ovest è in realtà Cabo da Nave). Il posto è suggestivo e richiama molti turisti e pellegrini essendo il km 0 della variante Fisterra del Camino de Santiago. Non c’è molto da vedere se non il faro spazzato dal vento.

In serata arriviamo a Santiago de Compostela.

2 giugno: Santiago de Compostela, Cambados, O Grove, Villa a Toxa, Combarro, Pontevedra, Santiago

Santiago de Compostela  uno dei posti più belli del nostro viaggio. La città è piccola, si gira facilmente in mezza giornata includendo anche la visita alla cattedrale (code permettendo), ma per quelle stradine pittoresche ci abbiamo passeggiato con piacere molto a lungo. Incoraggiati dal bel tempo e dalle lunghe giornate (c’è luce fino alle 22.15 circa) dedichiamo una frettolosa visita alla affollatissima cattedrale che, purtroppo, ha la facciata principale coperta dalle impalcature di restauro. La visita sui tetti è, secondo me, evitabile: la vista dell’architettura e del panorama non è entusiasmante. Nel caso foste interessati, conviene prenotare on-line oppure presentarsi alla biglietteria molto presto. Per il resto è inutile dare indicazioni per un posto così piccolo. La città è estremamente affollata da ristoranti la maggior parte dei quali sembra fatta apposta per servire quanti più turisti possibile. Ci sono anche tantissimi attraenti bar e forni dove fermarsi per colazione.

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Da segnalare che a Santiago si parcheggia la macchina solo a pagamento: si può scegliere tra vari parcheggi interrati che costano fino a circa 15€ al giorno, i parcheggi su strisce blu in zona università (ma la sosta massima è due ore), oppure un più conveniente parcheggio orario (max 7.50€ al giorno) in fondo a Rua das Trompas.

Interrompiamo la visita di Santiago per un ultimo giro della regione.

Cambados, per quanto ci accolga con una bellissima piazza in pietra, non offre praticamente altro.
Senza dubbio è inutile la visita a O Grove e alla Illa A Toxa: non capisco cosa ci sia da vedere e da fare. L’unica attrattiva è la Capilla de las Conchas, una cappella completamente rivestita di conchiglie.

Vale invece la visita e, se possibile, il pranzo con vista mare, il piccolo villaggio di Combarro e il suo centro medioevale. Il villaggio è piccolo ma è un piacere perdersi nelle stradine, alcune scavate direttamente nella roccia, e intrattenersi in riva al mare. Combarro è nota per i numerosi horreos sul mare, le costruzioni a forma di capanna sollevate su pietre che servono come granai.

Il pomeriggio lo dedichiamo a Pontevedra. Una volta importante centro navale (vi fu costruita la Santa Maria di Cristoforo Colombo) oggi è una tranquilla cittadina a cui dedicare mezza giornata per una visita a piedi. L’itinerario è piuttosto obbligato: a me è piaciuta particolarmente la zona intorno alla cattedrale (avenida santa maria), praza de Leña e praza de Estrela prospiciente il convento di San Francesco.

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3 giugno: Santiago de Compostela, Roma

Mattinata dedicata ancora a Santiago. La città dista dall’aeroporto meno di 30 minuti di macchina: alle quattro del pomeriggio si comincia il viaggio di rientro.

 

Pasti e alberghi.

Bilbao
Pension Bilbao, Adiskitedasun Kalea. Posto spartano ma pratico per visitare la città. Ottima posizione a pochi passi dal centro storico e dalla fermata della metro. Ci vogliono circa 15-20 minuti per raggiungerlo dalla fermata del pullman dall’aeroporto.
Cafè Bar Bilbao, plaza Nueva. Affollatissimo nel week end è uno dei bar più noti. Offre ottimo pinxto a 1,90€.
Foodoo, Ledesma 12. Originale arredo e buona cucina a buon prezzo.
Cafè Iruna, Colon de Arreategui. Famoso e storico caffè di Bilbao. Non siamo riusciti a frequentarlo ma gli arredi e il cibo esposti erano davvero invitanti.

Oviedo
Ayre Hotel Ramiro I. Elegante hotel non distante dal centro (10 minuti a piedi) con tariffa di booking.com di circa 50€/notte. Ottimo.
Terra Astur, G. Gascone 9. A parte il sidro che sa di vino annacquato, la cucina è buona. I prezzi sembrano alti, ma molti piatti sono abbondanti che si possono mangiare in due, come la bellissima porzione di verdure grigliate.
Il Patio de Naranca. Consigliato dalla Lonely Planet. Il locale non spicca per l’arredo (un po’ anonimo), il cibo è nella media, l’offerta poco varia.

La Coruna
Hotel Riazor. A parte la stanza grande, questo hotel è uno degli orribili edifici sul lungomare della città. L’accoglienza sfiora la non considerazione, supporto turistico prossimo allo zero. La colazione è discreta, la sala affaccia sul lungomare: abbiamo deciso di fare colazione qui perchè nei pressi non c’è niente.
A Taberna de Penela, praza de Maria Pita.  Ottima cucina, tavoli affacciati sulla piazza, purtroppo dentro una teca in vetro. Da provare la rinomata ed esclusiva tortilla di Betanzos: una porzione per due persone contiene 9 uova.

Santiago de Compostela
Hotel Real, Rua de Caldeireira. Stanze carine e accoglienti, anche se piccole. Discreta colazione, soprattutto l’ottimo pane. L’albergo è in pieno centro, a pochi passi dalle mura quindi non lontano dai parcheggi limitrofi.
Maria Castana. Tra decine di ristoranti affollati, molti dall’aspetto decisamente turistico, abbiamo provato questo. Cucina nella media. C’è una sala che è un ex fienile, sempre piena di gente.

 

 

 

Domenico

domenico_z74@libero.it

 

 

 

 

 

 

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