Sarawak, Borneo malese: il mio primo viaggio in solitaria
Malesia
Diario di viaggio 2013
di Alessandra
Premessa: come sempre saremmo dovuti partire in due, io e il
mio compagno Marco, ma stavolta a causa di un problema di salute ha dovuto
rinunciare.
Alla fine ho deciso di partire comunque da sola, e
questo è il resoconto del mio primo viaggio in solitaria.
Il vero è proprio viaggio è stato quello dei primi sei giorni, nello stato
malese di Sarawak, nel Borneo.
La seconda settimana l’ho passata a Bali e di
quella darò giusto un accenno in quanto di Bali ho
già scritto abbondantemente nei miei racconti passati.
Aggiungerò al racconto alcune delle impressioni che ho condiviso “in
diretta” online durante i giorni del viaggio.
13 aprile
Partenza da FCO con volo Qatar airways per Singapore
(scalo a Doha), come sempre ottimo servizio.
14 aprile
Arrivo puntuale a Singapore nel pomeriggio e mi trasferisco
al terminal 1 da dove partirà il volo Airasia per
la mia destinazione finale: Kuching, Sarawak,
che raggiungo all’imbrunire: dall’aereo in atterraggio si vede solo una
nerissima e fittissima foresta attraversata da un fiume dalle innumerevoli anse.
Col taxi arrivo alla guesthouse che avevo
prenotato il giorno prima, Threehouse B&B,
in zona Chinatown. Mi accoglie Bindi, la
gentilissima proprietaria svedese.
Visto che sono sola ne approfitto per stare comoda e
prendo una camera matrimoniale.
Vado a cena in uno dei pochi ristoranti aperti, il Life
Cafè, (chiude tutto molto presto) e dopo cena approfitto per fare le prime
piccole spese: repellente per le zanzare, sim card
ecc, c'è un centro commerciale in zona aperto fino alle 22.
Dal diario:
“Sono a Kuching e sto
per andare a dormire. A primissimo impatto la città mi piace
(vista al buio finora), dormo in una gh a
Chinatown (si, qui c'è una Chinatown, tipica: casette basse, col negozio al
piano terra e la casa al primo piano). Mi sto già
divertendo, non so bene perché. Questo posto è molto Asia...
Domani con un po' di calma e sperando nel
funzionamento della connessione cercherò di mettere qualche dettaglio in più e
qualche impressione.
A domani cari amici”
15 aprile
Ha piovuto forte tutta la notte, e ho dormito poco, ma poi mi riaddormento e
quando alla fine mi alzo è quasi mezzogiorno. Faccio colazione in gh
-la cucina è a disposizione degli ospiti e ci sono alcune cose per fare la
colazione- ed esco a fare un primo giro. Vado a
cercare l’ufficio del turismo e quello dei parchi nazionali, e prenoto il
pernottamento al Bako NP per il 17.
L’ufficio è molto organizzato e fornisce informazioni per tutto il sistema
dei parchi del Sarawak (in alcuni dei quali si può
restare a pernottare; http://www.sarawakforestry.com/htm/snp-np.html).
Conosco una coppia di giovani italiani che hanno prenotato per la stessa notte
in cui andrò io, e abbiamo appuntamento per dividere anche la spesa della barca
che ci porterà al parco.
Poi continuo col mio giro perlustrativo della città,
faccio i primi acquisti di regalini da portare a casa e nel pomeriggio vado a
fare una gita in barca sul fiume, l’atmosfera è molto rilassante, e restiamo
in barca fino al tramonto.
Vado a cena in uno dei chioschi sul lungofiume e a dormire presto.
“Sto bene, è l’aria
dell’Asia.
E’ una bella giornata, soleggiata con un bellissimo cielo
limpido, fa caldo, umido, tutto è placido e tranquillo.
Kuching a mio parere è molto carina, è uno dei posti
più rilassanti in cui sia mai stata. Qui si respira
ancora quell'aria tranquilla e sonnolenta da colonia
tropicale. In alcune zone ci sono ancora tracce dell'architettura coloniale
inglese (che secondo me non è bella come quella
francese o spagnola); c'è un bello e curatissimo lungofiume pedonale dove
passeggiare, con un bellissimo giardino (e dove inoltre ci sono numerosi bagni
pubblici pulitissimi). Nonostante siamo in un paese islamico, non sembra essere
particolarmente opprimente la religione, forse a causa della
forte componente cinese della città. La mattina sento il suono delle
campane della vicina chiesa cristiana, per strada ho visto dei monaci buddisti,
ci sono templi cinesi e un paio di moschee.”
16 aprile
Mi alzo alle 5.30 per andare a visitare il Semenggoh
Wildlife Centre, il
centro di riabilitazione degli Orang Utan
del Borneo. Ci si arriva
con un autobus di linea, anche se le agenzie organizzano escursioni private.
Il mio parere: se siete da quelle parti e non avete
mai visto gli oranghi allora dovete andare. E’
molto regolamentato, si entra nei sentieri solo ad un determinato orario, dopo
che hanno dato da mangiare. Perché in questo centro alcuni oranghi ancora vengono
nutriti dai rangers. Però gli oranghi sono liberi
in natura per cui c’è il rischio anche di non
vederli, anche se secondo me è un rischio bassissimo.
Quello che non mi è piaciuto è l’impressione quasi
di artificialità, e il
fatto che c’era troppa gente, almeno un centinaio di persone. Fortuna che i
pochi arrivati col primo autobus della mattina (eravamo 7/8 persone) abbiamo
visto qualche orango senza il resto della folla. L’altra nota negativa è che
-così mi hanno spiegato- non si può vagare in santa
pace per i sentieri della foresta, ma solo in compagnia dei rangers,
che non fanno avvicinare e non fanno fare nulla, e inoltre molti dei sentieri
sono stati chiusi perché ci sono stati incidenti con gli oranghi. Il tutto è
un po’ costrittivo.
Ma c’è da dire che io
gli oranghi li avevo già visti a Sumatra e in una
situazione totalmente diversa, e più libera e selvaggia (anche se pure lì
eravamo accompagnati da guide) quindi forse per quello non sono rimasta del
tutto soddisfatta.
Torno in città in tarda mattinata e approfitto per
fare una dormitina, non ho ancora smaltito il fuso orario e il sonno si fa
sentire.
Faccio una lunga camminata e resto sul lungofiume ad
ammirare il tramonto, poi ceno in un ristorante sempre sul lungofiume, un po’
più carino.
“Impressioni di questo scorcio di
Malesia al secondo giorno (quindi potrei anche sbagliare): contrariamente a
quanto si dice dei malesi di solito, qui sembrano molto gentili e amichevoli e
disponibili ad aiutare. Quasi tutti mi salutano e mi sorridono. Inoltre rispetto
ad altri paesi dell'Asia questo sembra un gradino più su, sia a livello
economico che di organizzazione. E
non sembra essere ancora eccessivamente turistico. Le persone non danno
l'impressione di volerti fregare e quasi ovunque i prezzi sono esposti e gli
stranieri pagano lo stesso dei locali. Non ti senti osservato come se fossi un
portafoglio con le gambe e questo secondo me è un
gran punto a favore.”
17 aprile
Anche oggi sveglia presto, alle 8 devo prendere
l’autobus per il Bako NP.
Sull’autobus sono quasi tutti locali, forse
dell’entroterra, e a differenza dei volti visti in città, quasi tutti con
lineamenti di chiara origine cinese, questi hanno proprio l’aria da “pirati
della Malesia”, più piccolini e scuri, con naso e zigomi diversi. Alla fine
del viaggio riuscirò quasi a distinguere bene i malesi-cinesi dagli abitanti
originari del Borneo.
E’ una bellissima giornata, calda.
In circa 40 minuti si arriva dove c’è la prima reception
del parco e l’imbarcadero. Avevo appuntamento sul bus con i due ragazzi italiani
ma non sono saliti, suppongo che non si siano svegliati. Comunque
trovo altri viaggiatori con cui condividere la barca. Il Bako
NP si trova su una penisola, e l’ingresso principale dove ci si registra e da
cui partono i percorsi trekking si raggiunge con
20min. di barca.
La procedura è
solo un tantino complicata, unico neo secondo me di tutta
l’organizzazione: si deve prenotare, già dall’andata, anche la barca per il
ritorno. La barca si può dividere max in 5 persone.
Di conseguenza, se come nel mio caso, quelli con cui ho
diviso all’andata tornavano in giorni diversi dal mio (una coppia tornava la
sera stessa, io il giorno dopo e gli altri due, due giorni dopo), per il ritorno
abbiamo dovuto prenotare (e pagare) tre barche differenti.
Io a quel punto ho un po’ insistito con la signorina
addetta dicendole che dovevano raggiungermi altri due
italiani e che avrei diviso con loro la barca per il ritorno, quindi pur
pagandola le ho detto che loro poi non dovevano prenderne un’altra. Le ho lasciato
anche il mio nome e numero. Fortuna che i ragazzi (che effettivamente si erano
svegliati tardi) quando sono arrivati lì, prima di
prendere la barca mi hanno chiamato, gli ho spiegato tutto e loro hanno
insistito con la tipa che sarebbero tornati insieme a me.
Comunque…
arrivata alla reception
del parco, mi sono registrata e ho lasciato il bagaglio; loro forniscono le
mappe dei sentieri chiedendo solo di comunicargli quale sentiero si ha
intenzione di percorrere e l’orario di partenza. Volendo si può anche
prendere la guida per il trekking, ma secondo me non
è necessaria, i percorsi sono tutti ben segnalati, anche come tempi di
percorrenza, quindi sta poi al singolo visitatore valutare bene le proprie
condizioni fisiche e scegliere il sentiero adeguato.
C’è un ristorante self-service dove si può
acquistare cibo, frutta e acqua. Prendo un caffé e mi incammino.
Ho deciso di percorrere due sentieri, il primo è il Telok
Paku, un sentiero relativamente breve (1.30/2hr tra
andata e ritorno) che raggiunge una piccola spiaggia, poi tornata all’inizio
devio per il secondo sentiero, che è un giro quasi completo del parco, il Lintang
Trail (5.2km, 3.30/4hr).
Passo attraverso una vegetazione lussureggiante
alternata a zone aride con sentieri rocciosi, verso la fine c’è anche uno
splendido belvedere che affaccia sul mare.
Fa un caldo bestiale e devo dire
che in alcuni momento ero veramente stanca, ho bevuto moltissimo e sudato ancor
di più, ma comunque tra cammino e soste varie riesco a completare entrambi i trails
in 5 ore e mezza totali.
Alle 16 sono di ritorno alla reception
(o come loro lo chiamano, l’Headquarter) e
riprendo il bagaglio, dalle
Ceno insieme a
Fabiana e agli altri due italiani che nel frattempo ci hanno raggiunto, ceniamo
presto perché alle 20.00 è prevista una passeggiata notturna insieme ai rangers
e noi abbiamo deciso di partecipare.
Non si vedono molti animali, riusciamo a vedere
solo in lontananza su un albero gli occhi di un mammifero raro, il loris
lento, e per il resto alcuni uccelli kingfisher e
parecchi insetti, tra cui vari insetto stecco, un paio di scorpioncini,
vari ragni, un serpente e una minuscola rana albina, velenosa.
Andiamo a dormire presto
18 aprile
Ho dormito poco, durante la notte piove moltissimo.
Comunque mi alzo verso le otto e raggiungo Fabiana al
bar per fare colazione, abbiamo deciso stamattina di fare insieme un altro
trekking di tre ore a/r, il Telok Pandan
Kecil, un bellissimo percorso, nemmeno
particolarmente faticoso, che porta ad un plateau roccioso da cui c’è una
spettacolare vista della baia sottostante. Durante il percorso, forse a causa
delle piogge di stanotte, incontriamo strane piante
che il giorno prima né io né lei avevamo visto, e vari insetti tra cui un
enorme scorpione di almeno 12cm che avvistiamo all’improvviso proprio sul
gradino di roccia su cui ci stiamo arrampicando!
Inoltre chiacchierando il percorso scorre facilmente.
Pure oggi però sudiamo moltissimo nonostante il cielo un po’ coperto.
Siamo a poche decine di metri dal rientro
quando si scatena un violento acquazzone, andiamo a sederci al ristorante
e nel frattempo ci raggiungono i ragazzi che volevano fare lo stesso nostro trail
ma vengono colti in pieno dalla pioggia e rinunciano. A quel punto pranziamo,
Fabiana ha l’appuntamento per la sua barca alle 13. Noi alle 13.30
decidiamo di andare via, piove e non c’è altro da fare, e telefoniamo al
nostro barcaiolo. Arrivati all’imbarcadero troviamo Fabiana, la sua barca non
è arrivata e nemmeno il tipo con cui doveva dividerla. Sale con noi e avrà
un’accesa discussione con le ragazze del servizio barche. Comunque
tutto si conclude per il meglio. Nel breve tragitto in barca prendiamo ancora un
sacco di pioggia ed arriviamo completamente zuppi. Mentre aspettiamo l’autobus
per tornare in città, vedo sulle locandine del parco foto
di coccodrilli e di uomini aggrediti da questi ultimi (c’è da quelle parti
anche un centro di riabilitazione dei coccodrilli). Chiedo info
ad un ranger e lui mi spiega una sua strana e affascinante teoria, secondo la
quale gli uomini che vengono aggrediti dai
coccodrilli, sono persone che in passato (o i loro antenati) hanno cacciato e
ucciso coccodrilli. Come se il coccodrillo sentisse chi è
il suo nemico, invece che scegliere vittime a caso e per chissà quale motivo.
Sarà vero? Non lo so, lui sembrava crederci, comunque
l’idea è davvero affascinante.
Secondo me il Bako
NP vale da solo la pena di venire in questo angolo di
Malesia, soprattutto per chi non avesse mai visto una vera jungla, e nonostante
la relativa facilità per raggiungerlo e l’organizzazione, resta comunque un
posto davvero selvaggio e abbastanza incontaminato. Ci sono altri parchi nel Sarawak,
quasi tutti raggiungibili dalla città, e quindi è un’ottima destinazione per
gli amanti della natura e del trekking.
Torniamo in città in bus e ognuno
torna alla sua gh. Mi riposo un po’ e poi ho
appuntamento con Fabiana per cena, andiamo in un chiosco sul lungofiume e poi
passeggiamo un po’ fermandoci ad ascoltare un ragazzo che suona uno strumento
tradizionale del Sarawak, che fa una musica davvero
piacevole. Poi ci fermiamo fuori dalla sua gh
(che è a due passi dalla mia) e restiamo un po’ a chiacchierare, lei domani
mattina presto volerà a Kota Kinabalu,
nel Sabah, mentre io avrò a tarda sera il volo per Kuala
Lumpur.
19 aprile
Mi sveglio con calma e decido di andare a vedere l’Orchid
Garden, su consiglio di Fabiana, che si trova
dall’altra parte del fiume. Ci sono barche che fanno il servizio di
attraversamento del fiume tutto il giorno. Il giardino è ad ingresso
gratuito e seppur non molto grande è curatissimo e veramente piacevole per una
passeggiata, inoltre ci sono decine di specie di meravigliose orchidee e bromeliacee.
Alla fine del giro resto un po’ a chiacchierare con uno dei custodi che mi
chiede di me e del mio paese e mi parla del suo, e mi consiglia di provare
alcuni piatti tipici. Poi vado a pranzo e resto in giro praticamente
tutto il giorno per gli ultimi acquisti. Nel pomeriggio
rientro in gh dove nel frattempo è arrivata un
sacco di gente, alcuni come me di ritorno dal Bako.
Scopro pure che è arrivato un signore italiano di 67 anni, Bruno, con cui mi metto
a chiacchierare scoprendo che dopo essere andato in pensione ha deciso di andare
in Asia e sono 4 anni che è in giro tra India e SE Asiatico. Una bella
conoscenza. Vado a cena presto nel vicino food court
cinese e poi mi prendo un paio di birre da bere in gh
nell’attesa di avviarmi all’aeroporto. In gh mi
rimetto a chiacchierare con Bruno che nel frattempo si è cucinato la cena, e
c’è anche un ragazzo statunitense che fa il cuoco di professione e si è
cucinato un piatto di penne dall’aspetto veramente appetitoso. Hanno
organizzato una spaghettata per la sera successiva ma
purtroppo non ci sarò.
Il bello del viaggiare soli e frequentare questi posti
(ostelli o guesthouses) è che si
incontrano un sacco di altri viaggiatori e non ci si annoia mai.
Alle 22.00 parto, ultimo addio a
questa città che mi ha conquistato davvero, è andato tutto bene ed è stato tutto
bello, il posto, l’atmosfera, il clima, la cucina, la gh,
tutto, veramente sono rimasta sorpresa. Una città profondamente asiatica e allo
stesso tempo pulita, poco caotica, sicura, economica e piacevolissima.
Ho un volo per Kuala Lumpur
dove arriverò verso le due di notte, e ho deciso di restare in aeroporto per la
notte senza arrivare in città, è troppo tardi, e domani mattina ho un altro
volo per Bali, dove passerò i restanti otto giorni.
Dettagli viaggio
e costi:
Cambio –
aprile 2013
10myr (ringgit malese)
circa 2.50 €
10.000idr (rupie indonesiane) poco meno di 0.80 €
Visto:
non necessario per
In Indonesia all’entrata nel paese viene
rilasciato un visto di 30gg (estendibile per altri 30) al costo di 25usd, o 20
€, o 248.000rp. All’uscita si paga una tassa di 150.000rp.
Trasporti:
In Malesia:
Taxi Kuching apt/città
26myr tariffa fissa
Bus per Semenggoh 3myr a tratta
Bus per Bako NP 3.50myr a
tratta
Barche attraversamento fiume 0.50myr a tratta
In Indonesia:
taxi Bali aeroporto/Seminyak
circa 50.000rp con tassametro, le auto private dentro l’aeroporto chiedono
100.000
Noleggio bicicletta 20.000rp al giorno
Escursioni:
Gita in barca sul fiume Sarawak
(1ora e ½) 28myr
Semenggoh Wildlife centre:
ingresso 10myr
Bako NP:
ingresso 20myr
barca 47myr (che si può dividere fino a 5 persone) a
tratta
pernottamento in camerata da 4 - 15.90myr
escursione serale coi rangers
10myr
Telefono:
ho acquistato una scheda sim
della Digi al costo di 30.80myr (inclusi 26myr di
credito) con cui chiamavo al fisso di casa in Italia ad un costo veramente
irrisorio (circa 4cent di euro al minuto)
Cucina:
buona la cucina malese, in Sarawak
ci sono delle specialità locali. Spendevo tra gli 8 e i 13myr a pasto (piatto
unico con bottiglietta di acqua)
la birra prendevo
Attap Corner Kopitiam (Jl.
Carpenter): cucina semplice e discreta,
proprietari gentilissimi e attenti al cliente
Life Cafe (Jl
Carpenter): carino il posto, cibo non eccezionale,
aperto anche per cena, fino circa alle 9.30
Deli
Cafe (88 Main Bazaar,
di fronte al Kuching waterfront):
pasticceria, art cafe e spuntini, ambiente molto
carino, free wifi,
ottimo caffé
Pernottamento:
Three
House B&B, 60myr per la camera matrimoniale
con bagno condiviso,
colazione inclusa e uso della cucina, frigo ecc; the e caffé tutto il giorno, wifi,
area relax, terrazza, ambiente carino e informale. L’ultima notte ho dormito
in camerata da 6 al costo di 20myr.
Alessandra