Polonia
Diario di viaggio 2017
di Maria Rita
Si avvicina la Pasqua e con essa il desiderio di un viaggio abbastanza vicino, per sfruttare al meglio quei 5/6 giorni che ci sono concessi. Ecco dunque l’idea: avendo già visitato alcuni paesi dell’est europeo, perché non continuare su questa falsariga, prendendo in considerazione la Polonia, con la sua capitale Varsavia, e la ormai quasi altrettanto famosa Cracovia.
Eccoci
quindi in partenza con volo Ryan air, direzione Cracovia, dove spenderemo tre
giorni. Il volo parte dall’aeroporto di Bergamo, e dopo circa 1,30 atterriamo
all’aeroporto Giovanni Paolo II. Un taxi ci accompagna al nostro appartamento,
già prenotato dall’Italia, nel centro città, che non dista più di una
ventina di minuti. Dopo aver preso in consegna le chiavi e presa visione dell’
alloggio, ci rechiamo subito al centro, dove l’enorme piazza del mercato
colpisce subito la nostra vista. Il tempo è buono, qualche grado in meno
rispetto all’Italia, ma non siamo impreparati alle temperature rigide, viste
le esperienze precedenti. La basilica dell’Assunzione di Nostra Signora, sulla
sinistra della piazza, nota con il nome di Mariacki, si staglia imponente
catalizzando attenzione ed interesse. Per fortuna riusciamo ad entrare ad
ammirare la ricchezza e sontuosità, come del resto la maggior parte delle
chiese viste in seguito. Carrozze bianche trainate da splendidi cavalli
stazionano in attesa di un giro turistico per il centro. Ed ancora il palazzo
dei tessuti, sotto i cui archi si susseguono piccoli negozi di souvenirs. A fare
da contorno, su un altro lato della piazza, bancarelle che preparano cibo
tipico, e vendono birre locali. Un tripudio di colori, profumi e sapori che
offrono una sensazione piacevole della città. Inebriata e distratta dagli
innumerevoli punti di vista mi sento quasi persa e piccola in questo spazio
enorme, perché l’occhio vorrebbe cogliere subito tutto, invece meglio andare
lenti ed assaporare gradualmente ciò che si staglia di fronte. Ed ecco che mi
accorgo degli innumerevoli ristoranti, bar e locali turistici che con tavolini e
sedie invitano alla seduta per osservare il via vai pre-pasquale.
Bello.
Viva. Brulicante. Riusciamo anche a prendere informazioni circa gli orari degli
autobus, presso la stazione, da dove partiremo il giorno seguente, per la
località di Auschwitz (Oswiecim in polacco)
Il
luogo si trova a un’ora e mezza di distanza, ed il mezzo consigliato è
l’autobus, che arriva proprio vicino alla biglietteria. Non è questa la sede
per commentare l’organizzazione delle visite guidate, che si è rivelata
davvero lacunosa, e nemmeno per descrivere le sensazioni provate. Tutti
conosciamo gli orrori che si sono susseguiti qui e a Birkenau, campo limitrofo,
molto più grande. Sicuramente un luogo storico e di riflessione, che non può
non far pensare, nonostante la spensieratezza della vacanza. Il freddo si
inasprisce, così decidiamo di rientrare dopo qualche ora, per poter sfruttare
anche le ore pomeridiane.
Sfortunatamente
il venerdi di Pasqua tutte le gallerie, musei e il vicino Castello di Wawel
chiudono, per riaprire il martedì successivo. Ammiriamo la Cattedrale,
apprezziamo la cittadella con le sue imponenti costruzioni, il panorama della
Vistola, il fiume che bagna la città, e le stradine che si intersecano
sull’omonima collina di Wawel. Le chiese innumerevoli nascondono quadri, busti
e oggetti religiosi in stile barocco, a testimoniare la forza della rinascita.
Il
giorno seguente la temperatura è un poco più clemente, così ci avventuriamo
per il piccolo borgo di Wieliczka, dove si trovano le famigerate grotte del
sale. La stazione è vicina e dopo la gradevole passeggiata ci accorgiamo della
difficoltà dell’entrata, vista la coda chilometrica di persone che attende
l’ormai impossibile ingresso con guida italiana. Optiamo dunque per una
passeggiata nel tranquillo paesino, dove persone del luogo portano i loro
cestini ricolmi di uova o altro cibo a far benedire in chiesa. Una buona fetta
di torta in una deliziosa pasticceria ci risolleva un po’ il morale, e ci
ricarica per il ritorno in città. La giornata è bella ed il sole ha fatto
capolino per riscaldare un po’, e quindi perché non provare a visitare il
tumulo del generale Pilsdusky, così decantato dal taxista che ci ha trasferito
il primo giorno dall’aeroporto? In effetti si tratta di una collina verde
eretta in onore del famoso generale con il terreno riportato da suoli di
battaglie combattute durante la prima guerra mondiale. La cosa difficile è
proprio trovarlo e raggiungerlo, nonostante i 35 metri di altezza. È nascosto
in mezzo ad una radura, immerso nel verde, e vi si arriva dopo una passeggiata
piacevole e rilassante, a seguito di tante ore di vana attesa per le grotte.
Anche
la visita al quartiere ebraico, Kazimierz, è molto rilassante, con le sue
costruzioni silenziose, la sinagoga e le piccole stradine che si intersecano
come in un labirinto.
Per cena preferiamo un locale informale per una birra e qualche snack, non proprio tipicamente polacchi , ma sempre piacevoli in un’atmosfera di altri tempi.
Domenica
mattina, il giorno di Pasqua, partiamo con il treno delle 10,15 alla volta di
Varsavia, che raggiungeremo verso le 13. Il biglietto si acquista presso la ben
organizzata stazione centrale, ed il viaggio scorre liscio tra campagne
verdeggianti e paesaggi rurali. Il tempo è uggioso e all’arrivo ci accoglie
una pioggerella non proprio simpatica. Subito si ha l’impressione di una
grande città. Con il taxi raggiungiamo il centro, nella città vecchia Stare
Miasto, per riscaldarci in un graziosissimo appartamento gestito dalla signora
Julia, che si rivela molto disponibile e simpatica. Per chi fosse interessato
consiglio veramente la sua residenza, trovata casualmente su booking.com, sotto
il nome di julia’s apartments. Ne vale davvero la pena. Nonostante la
temperatura abbastanza rigida la curiosità ci spinge presto alla visita del
centro città, che ci colpisce con la piazza del mercato dominata dalla statua
della sirena, il simbolo di Varsavia; la piazza con il Castello Reale e alcune
delle bellissime chiese, come San Giovanni, con il crocefisso dai capelli veri,
oggetto di tanti miracoli, dove decidiamo di andare a sentire la Messa celebrata
in Polacco. Nell’impossibilità di seguire l’omelia, data
l’incomprensibilità della lingua mi soffermo ad osservare un’installazione
molto originale dell’odierna Pasqua , raffigurante un Cristo risorto in una
metropoli, tra persone distratte ed occupate dagli affari della vita. Davvero
particolare, come altre installazioni che scoprirò in altre chiese della
Capitale.
Mi
colpisce la religiosità di questa popolazione: non c’è chiesa dove in questi
giorni di festa, non si celebri una funzione con tanti presenti assorti nelle
loro preghiere.
La
mattina seguente proseguiamo per la vera e propria visita della città, alla
volta della chiesa di Sant’Anna, ricca e mia preferita, in stile barocco; la
chiesa di Santa Croce che presenta altre installazioni ed un’urna con il cuore
di Chopin, illustre pianista nato in città. Numerose chiese sorgono ai bordi
della Strada Reale, che collega per 4 km la piazza del Castello al parco
Lazienki, un enorme giardino con orto botanico, monumenti e statue che
riprendono famosi edifici antichi del mondo, e la gigantesca statua del maestro
Chopin ispirato sotto un salice. La strada reale prende diversi nomi, a seconda
della zona, da città nuova, alla cittadella, fino al parco stesso. Un poco più
decentrato il quartiere ebraico, con la via della memoria ed alcuni monumenti a
testimonianza di quella scomoda verità che ancora oggi è cosi presente. Ci
spingiamo fino al Palazzo della Cultura, edificio donato dai Russi in segno di
amicizia, con i suoi 230 metri di altezza. Imponente ed austero.
Per
cena non possiamo non assaggiare i famosi pierogi, dei ravioli ripieni di carne
o formaggio. La birra ed un locale caratteristico fanno da cornice alla nostra
ultima serata polacca.
Le
impressioni di pochi giorni spesi in questo Stato sono davvero molto positive.
Nonostante le ingiurie della storia è un Paese rinato, ordinato e pulito. Non
ci sono immondizie per le strade, e le code si rispettano rigorosamente. Le
persone incontrate sono sempre state gentili e disponibili. Mi ha colpito la
religiosità, anche forse dovuta all’amato Papa polacco Wojtyla, che viene
ricordato con busti, ritratti ed effigi in molti luoghi delle città visitate.
L’ordine e il rispetto verso il patrimonio artistico e verso i turisti, che ho
notato davvero numerosi, è lodevole. Una meta piacevole per tutti.
Maria
Rita